YOUNG VOICES YOUNG VOICES
NOVEMBRE 2018
IIS ENRICO DE NICOLA
BEN RITROVATI A TUTTI I NOSTRI LETTORI!!!
LA REDAZIONE DI YOUNG VOICES è tornata con un numero autunnale che vuole essere la prosecuzione di quello pubblicato nel precedente anno scola- s co.
Vi ricordate il tema che avevamo tra ato? Il viaggio come metafora della vi- ta.
Da qui ripar remo per dare inizio a un nuovo cammino insieme che ci porte- rà fino a giugno.
In questo numero abbiamo deciso di proporre in coper na l’immagine di un ponte che richiama l’argomento dell’Accoglienza 2018/2019 delle classi prime entrate a far parte della grande famiglia dell’Is tuto Enrico de Nicola.
“Abba ere muri e costruire pon “ è ciò che ci proponiamo di me ere in a o nei confron dell’altro. Inclusione è e sarà la nostra parola d’ordine.
YOUNG VOICES
“La vita è come un viaggio in moto”
Tempo di accoglienza………...………..…...4
Il tempo cambia, l’amore no..………...……….…...5
Ireland………..………..………...6
Altiero Spinelli……….……….………...8
Hackathon………….…..………..10
Lo schifo…………..……….……….11
Scambio con la Francia.……….………..………12
Visitando Napoli……...………...…...………... 14
Intervista alla DS..……..……….………..…….…...16
Scatti d’autore.…...……….………. …...19
RESPONSABILE EDITORIALE:
DS: Dott.ssa Caterina Rigato
REDATTORI:
Classe 3^ AEM: Borgatello Giada, Zampieri Sendy Classe 4^ AEM: Burattin Silvia (foto)
Classe 4^ BET: Airin Marangon
Classe 5^BET: Martina Callegaro, Laura Molin
DOCENTI COORDINATORI:
Silvia Forchetti, Patrizia Schiavon
Indice
Giovedì 13 se embre 2018, ore 8:05. La campanella del- la prima ora suona e l’Is tuto Enrico De Nicola di Piove di Sacco è pronto ad accogliere in Auditorium le 203 matri- cole di prima che con curiosità e un pizzico di apprensio- ne si apprestano ad iniziare un nuovo e impegna vo ciclo di studi.
Com’è consuetudine da mol anni l’Is tuto superiore del Piovese si impegna a predisporre e realizzare con par - colare a enzione alla persona un’a vità di accoglienza, che non occuperà solo la parte iniziale dell’anno scolas - co, bensì si ar colerà e proseguirà “a tappe” fino alla sua conclusione. Il traguardo da raggiungere con l’ausilio dei docen , dei compagni e di tu coloro che operano all’interno dell’Is tuto si concre zzerà nello stare bene con se stessi e con gli altri.
“Abba ere muri, costruire pon ” sarà il tema che verrà affrontato a par re da se embre, in riferimento al ruolo chiave dell’Italia nell’accoglienza all’interno del Mediter- raneo, di cui si è fa o un gran parlare durante l’estate e in seguito ai dramma ci fa di Genova. Un tema, dun- que, di grande a ualità e impa o relazionale, che pren- de a pres to il tolo da un testo del Professor Giuseppe Milan, docente di Pedagogia Interculturale all’Università di Padova, curatore di un intervento di formazione pres- so il nostro Is tuto un paio d’anni fa. A uale, perché costruire solide basi in un ponte significa perme ere via- bilità e comunicazione e significa vo, in quanto punta dire amente i rifle ori sulla comunicazione con l’altro.
Inclusione è, inoltre, da sempre la “parola d’ordine” del Proge o Accoglienza.
Anche nell’anno scolas co che inizia, come da consuetu- dine, la DS, Do .ssa Caterina Rigato, dà il benvenuto ai genitori che hanno accompagnato i loro figli al primo giorno di superiori; viene presentata l’a vità di acco- glienza, mentre l’animatore digitale Prof. Be ella forni- sce le istruzioni per l’u lizzo corre o del Registro On- line.
Alle ore 9:05 la DS incontra il primo gruppo di studen . Nel suo discorso di benvenuto, oltre a illustrare il funzio- namento della scuola, si sofferma sull’importanza per ciascun studente di “indossare un sorriso” come approc- cio all’altro, poiché la scuola oltre ad essere un luogo
dove si impara, deve essere di s molo alla socializzazio- ne e alla crescita personale.
Gli studen vengono accompagna poi dai docen nella visita dei locali della scuola e vengono istrui sull’uso del libre o scolas co e sul Regolamento di Is tuto.
Nel calendario del proge o accoglienza un momento molto importante e significa vo è cos tuito dall’incon- tro (sabato 15 se embre) con il Sig. Mie o Marco, al quale spe a l’importante compito di fornire u li indica- zioni sull’uso consapevole dei Social, mentre venerdì 20 se embre le classi incontreranno la Prof.ssa Canova che ges rà un intervento sul metodo di studio e gli s li di apprendimento.
Nel mese di o obre saranno previs dei momen in cui le classi verranno educate alla consapevolezza del cibo che consumiamo (sabato 6 o obre Merenda consapevo- le alla quale sono invita anche i genitori, con prodo Bio e del mercato equo-solidale) e all’a enzione all’am- biente in cui viviamo (Intervento “Ecoperiamo”, con la prof.ssa Gioia, per la sensibilizzazione all’ambiente e ai comportamen sostenibili). Inoltre sarà previsto un in- contro con la psicologa per favorire la conoscenza reci- proca, la cooperazione e la ges one dei confli . Entro fine anno saranno propos un film, uno spe acolo tea- trale e un’uscita a piedi nel territorio per conoscere i luo- ghi di principale interesse e le opere d’arte.
Abba ere muri e costruire pon si può. Al “De Nicola”
diventa il must have per la nuova stagione scolas ca 2018-2019.
Non possiamo che augurare un buon lavoro a tu . La Commissione Accoglienza
TEMPO DI ACCOGLIENZA
IL TEMPO CAMBIA, L’AMORE NO
L’amore, il sen mento più tra ato in tu e le opere sia passate che moderne, è cambiato nel corso degli anni?
Qui potrebbe nascere un forte diba to in quanto alcuni pensano che nulla sia cambiato, altri controba ono di- cendo che è del tu o diverso. Ma in realtà la natura dell’amore è rimasta immutata nel corso dei secoli, ciò che invece è cambiato è il modo di viverlo e di concepirlo.
Nei primi secoli del Medioevo era diffusa una mentalità spiccatamente misogina che imponeva alla donna di es- sere so omessa all’uomo. Con il passare del tempo la concezione dell’ amore cambiò: infa , dall’opera di An- drea Cappellano (scri ore del 1100), il tra ato “De Amore”, emerge la concezione dell’ ”amor cortese” che in- verte i ruoli. Ora è l’uomo che nelle cor feudali si me e al servizio della donna a cui ha indirizzato il proprio sen mento amoroso ed è lui che cerca il modo più gen le e ada o di corteggiarla.
Nelle opere della le eratura cortese era il cavaliere a innamorarsi di una dama, molto spesso già sposata, e a dedicare tu o se stesso per conquistarla, correndo anche mol rischi. L’amore era visto come un gioco perico- loso, ed era proprio il pericolo a renderlo ancora più passionale. Alla dama rimaneva solo il compito di scegliere se acce arlo o no. Forse è questo l’unico aspe o, da allora, rimasto immutato fino ad oggi.
Il compito dell’uomo è quello di corteggiare la sua amata, cercando di a rare la sua a enzione in tu i modi possibili, e, se prima c’erano le ere e incontri, ora grazie al progresso tecnologico è diventato tu o più semplice.
Viviamo nell’era dei Social Network, di Facebook e dei si di incontri, che rendono più facile la nascita di relazio- ni. Se prima il corteggiamento era più complesso, e forse più intenso, ora alcuni sostengono che sia completa- mente sparito, grazie alla creazione dei si di incontri online: rispondendo a delle domande si completa il pro- prio profilo, e il sistema mostrerà i pretenden più simili a voi, togliendo di fa o la possibilità di conoscersi, in quanto si parte già conoscendo le cara eris che dell’altro.
L’amore resta comunque il sen mento più forte al mondo, e nonostante tu i cambiamen nel viverlo e nel percepirlo, è rimasto immutato, indipendentemente dal passare degli anni.
Cris an Bar c Riccardo Frizzarin Lu Jiaqui Vi orio Longato
5^bet
OUR ADVENTURE IN AN INCREDIBLE LAND:
IRELAND
Students from 3 BET and 3 AET of the tourism sector went to Ireland for a study week in Bray, from 21st to 28th March 2018. We were accompanied by three teachers (Durante, Mazzucato and Sguo ). Our English teacher started to talk about this experience since the beginning of the school year and we were very excited about that.
Before our departure we had a mee ng with the agency which organized out trip and they gave us informa on and details about our programme and our host-families.
The programme contained a lot of ac vi es: in fact, in the morning, we usually had school lessons at the ATC School of Bray, instead in the a ernoon we had other ac vi es (treasure hunt, visits to Dublin museums and inter- view at the tourist office), only on Friday we had lessons all day long and at the weekend we had excursions to Dublin and Malahide.
On 21st March we le Piove di Sacco at 6.00 o’clock by bus to go to Bergamo airport to start this fantas c experi- ence.
A er three hour’s flight, we landed at Dublin airport; then our teachers guided us to the bus which took us to Bray (a quite small town situated on the Irish sea coast, about half an hour’s drive from Dublin).
We stopped exactly in front of ATC School, where we le our bags, to start our tour in Bray, with two really nice guides: Sean and Liam. The tour ended at 5 p.m., in front of the school, where we met our host-families who drove us to their house, and they made us feel at home.
Bray is a beau ful town with a spectacular sea-front and our school was located there.
The lessons started at 9.00 a.m. and finished at 12.30 a.m. (and at 5.00 p.m.). We were divided into three classes and the subjects were interes ng and useful. The teachers were nice and kind to us. During the lessons we had interac ve ac vi es, and we improved the four basic skills: speaking, listening, wri ng and reading. They made us talk about tourism subjects. The last lesson we had, we discussed about eco-tourism and we created an i nerary around an important Italian city. We had to present our works to our teachers.
At the weekend we didn't go to school, for this reason we went to Dublin and Malahide both on Saturday and Sun- day.
In the morning, we reached Bray’s railway sta on, we took the train and we went to Dublin. The journey lasted 40 minutes and it was spectacular; in fact we could admire the beauty of the Irish coast landscape!
When we arrived, we began to walk around the city. We were cheerful to be in a unique and historical city. Firstly we went to a beau ful park, we saw a group of statues which represented the Great Famine, a sad page of the Irish history; then we started to go around the city and we saw a lot of interes ng places. We crossed the streets of Temple Bar; secondly we passed the Spire to reach Trinity College where we stayed at least one hour. Then a er having lunch we went to the Na onal Gallery, which contains a lot of beau ful and precious pain ngs.
On Sunday we went to Malahide and we walked along the sea-front ; it took us about two hours and we stopped to have lunch. Then we went back to the train sta on, because we had to reach Dublin. When we arrived we started walking from Connolly Sta on to reach St. Patrick’s Cathedral, where we stayed at least an hour to visit this wonderful church where Jonathan Swi was buried. Then from the Cathedral we reached Gra on street; we also passed through the park in Merrion Square, where we saw Oscar Wilde’s statue ; we stopped for a few minutes, to take some photos. Everyone was in a hurry to reach Gra on Street because everybody wanted to get to the stunning shops there.
On Tuesday, we had lessons in the morning ll 12:20 a.m. and a er that we went, once again, to Dublin by train to visit the Archaeology Museum, where we had to fill in some ques onnaires that our teachers gave us.
Then, we went to the sea front and we stayed there hoping to get back to this beau ful place once again.
When we landed at the airport in Italy it was raining and the weather reflected our mood.
This was a unique, fantas c and stunning experience; we really, really enjoyed it; we were really sad to leave that place and we s ll think about that week, it was like a daydream: no one can forget that evergreen land that made us live one of the most exci ng trips!
If someone asked us if it was worth it, we would answer: “What? You’ve never been there! What a pity”
We are sure that in the future we will return there, because we le a li le part of our memories in those streets where we walked, between the walls of ATC school, in those wonderful landscapes that made our hearts beat.
WE’LL NEVER FORGET THAT SEA-FRONT WHERE EVERYTHING STARTED...
Airin Marangon and Iris Mar n 5^bet
ALTIERO SPINELLI
A COLLABORATIVE WRITING ACTIVITY
1. INTRODUCTION
Al ero was not the typical teenager living in the city centre. He was born in Rome on 31 August 1907 into a socialist family. His father was a factory worker, and his mother was a housewife and a keen reader. As a young boy, he liked playing football and going out with his friends: they would spend their a ernoons roaming through the nar- row streets of working-class neighbourhoods. There he first came into contact with unemployment and poverty:
the death for hunger of some unknown homeless would leave a permanent impression on him and inspire his fu- ture poli cal ac on. Al ero could write and play the guitar quite well, so he started wri ng stories or songs about the common people he met every day at the market or in the squares of Rome.
2. STARTING ACTION
One day something unusual happened that made Al ero understand he had an amazing talent. Al ero was only 17 years old when he joined the Communist Party. During a poli cal mee ng he started hearing voices coming from the inside of his head, and in a shiver of fear he realised he could read people’s minds! As a result, he became an eloquent public speaker because he was always able to adjust his words to the general response of his audiences and to gain large approval.
3. RISING ACTION
But Al ero didn’t realise that his talent could get him into serious trouble. The Communist Party was organising a protest against the fascist regime established in Italy by Mussolini, but Al ero – thanks to his newly acquired pow- er – detected that one of the comrades was in fact a police informer. The following day Al ero was arrested and convicted by Mussolini’s Fascist Special Tribunal together with many other poli cal ac vists. It was 1926: he sen- tenced to 16 years’ deten on. Ten of these years were spent in prison and a further six in confinement on the
THE VENTOTENE MANIFESTO DIAMOND-SHAPED POEM
Coopera on suppor ve, helpful,
broadening everyone’s mind, exci ng people’s souls, enriching Europe’s soil seeding flowers of peace over war and the obtuse thoughts of our sad na onalism
involving, encouraging, inspiring 4. CLIMAX
Al ero realised he had to do something dangerous to spread his thoughts and ideas. The daughter of a police officer had madly fallen in love for Al ero, and she would secretly bring him cigare es. Al ero and his group of poli cal prisoners used those cigare e papers to write their manifesto ‘Towards a Free and United Europe’.
Then Al ero pretended to be seriously ill and, a er being taken to the local clinic, he bribed the doctor into con- cealing the document in the false bo om of a n box. That is how the Ventotene Manifesto was smuggled off the island.
5. FALLING ACTION
A er his release from confinement in 1943, Al ero’s wri ngs served as the programme for the Federalist Move- ment of Europe. He was firmly convinced that the old European system of sovereign na on-states was not enough to counteract the destruc ve force of na onalism, and he strongly advocated the forma on of a supra- na onal European federa on of states, whose primary goal was to connect European states to such an extent that it would be impossible to enter into war ever again. During the 1960s, Spinelli was a poli cal adviser to the Italian government and a researcher. He was a member of the European Commission from 1970 un l 1976, and in 1979 he was elected as a Member of the European Parliament.
6. RESOLUTION
The so-called ‘Spinelli Plan’ provided a basis for the Single European Act of 1986, which opened up the na onal borders for the common market. Al ero’s poli cal commitment to the cause of European integra on paved the way to the Maastricht Treaty of 1992 forming the European Union. Although not all of his ambi ous ideas be- came reality, Al ero Spinelli relentlessly pursued his goal of a European suprana onal government to prevent further wars. He died in 1986 and the main building of the European Parliament in Brussels is named a er him.
5^aem
HACKATHON
Cosa significa hackathon? Da Wikipedia: “anche cono- sciuto come hack day o hackfest, è un evento al quale partecipano, a vario tolo, esper di diversi se ori dell'informa ca: sviluppatori di so ware, programmato- ri e grafici. Un hackathon generalmente ha una durata variabile tra un giorno e una se mana”.
Ebbene, il giorno 28 se embre 2018 alcuni studen del- le classi quarte di tu gli indirizzi dell’Is tuto “Enrico De Nicola” di Piove di Sacco grazie al proge o di Alter- nanza Scuola Lavoro hanno avuto la possibilità di parte- cipare all’Hackathon promosso da Niuko Innova on &
Knowledge e “Uqido”, due start-up situate nella zona di Padova, le quali cos tuiscono il più grande polo italiano per la formazione e la consulenza d’impresa. Scopo dell’inizia va: far gareggiare gli studen “a colpi di inno- vazione”. Insieme al nostro Is tuto sono state coinvolte anche il Cfp Enaip e l’IIS Rolando da Piazzola di Piazzola sul Brenta, affianca dai loro docen . Per noi le Profes- soresse Margherita Fano e Alessandra Bruscaglin.
Tale inizia va “si inserisce nel percorso Taste the future nell’ambito del proge o regionale V.I.A. Veneto in Al- ternanza”, che finanzia inizia ve volte a me ere alla prova le so skills degli studen delle scuole secondarie, ovvero le competenze trasversali richieste oggi dal mer- cato del lavoro”.
In altre parole l’obie vo di questa a vità è quello di scorgere tra i giovani coinvol quelli maggiormente in grado di migliorare o innovare i si o le applicazioni di pia aforme informa che quali Spo fy, Ne lix e Nike.
L’esperienza ha visto coinvol noi studen per un’intera
giornata, durante la quale ci siamo divisi in 10 gruppi diversi, ognuno dei quali simulava un team di produ ori di un’applicazione; abbiamo interagito con i nostri com- pagni di squadra, che provenivano da scuole diverse, conoscendoci e intervistandoci a vicenda. Sfru ando le informazioni ricavate dalle interviste agli altri ragazzi, abbiamo poi elaborato e disegnato la nostra versione personale dell’applicazione della quale ci dovevamo oc- cupare, per poi confrontarla con quella degli altri, sce- gliere la migliore.
Due di noi sono sta premia : Niccolò Barbieri per Spo- fy e Serena Giraldo per Ne lix, oltre a ragazzi di altri indirizzi della nostra scuola.
Questa “sfida” ci ha permesso di capire in quale modo i produ ori di applicazioni e sistemi informa ci procedo- no nella creazione dei prodo : a raverso lo studio dei bisogni del cliente e la creazione del proge o finale, in modo che siano facili da u lizzare e in grado di soddisfa- re i consumatori. Inoltre ci ha consen to di approcciare e comunicare con ragazzi della nostra età, che non cono- scevamo, provenien da altre scuole, avendo modo di scoprire anche quali sono le loro abitudini, i loro gus e le loro passioni. Si è perciò instaurato un legame di ami- cizia che ci ha permesso non solo di avvantaggiarci per quanto riguarda il compito assegnato, ma ci ha anche aiutato a trascorrere meglio le 8 ore che altrimen sa- rebbero potute risultare pesan e stressan , poiché sia- mo sta sedu e concentra per gran parte del tempo.
Riteniamo che questo proge o possa risultare molto u le ed interessante per tu coloro a cui piace l’infor- ma ca e vorrebbero sceglierla come futuro lavora vo.
Pensiamo, perciò, che tale inizia va sia da riproporre, magari anche ad un pubblico più ampio.
Giraldo Serena Bagnoli Simone, Barbieri Nicolò, Zagallo Fabio 4^aem
LO SCHIFO
L’omicidio di Ilaria Alpi e di Miran Hrova n
Ilaria, giornalista italiana, voleva andare in fondo alla verità, ma è stata assassinata e con lei anche il suo reporter.
Il giorno 27 marzo 2018 alcune classi dell’is tuto “De Nicola” di Piove di Sacco si sono recate al teatro Filarmonico per la visione dello spe acolo in tolato “Lo Schifo” dedicato ad Ilaria Alpi, giornalista italiana assassinata in Soma- lia assieme al suo reporter Mirian Hrova n.
La rappresentazione teatrale è risultata per i giovani spe atori coinvolgente solo verso la metà dello spe acolo;
Anna Tringali, l’a rice interprete della storia, ha tra ato alcuni temi sco an di cui non si è mai parlato davvero.
Il silenzio degli uomini d’affari corro e collusi è uno di ques , ma anche le guerre civili, i rifiu tossici, il traffico d’armi, le epidemie di colera, gli integralismi islamici, la pirateria, i poten e l’apparente missione pacifista che i capi poli ci vogliono mostrare al mondo.
Lo spe acolo procede per frammen , come un rebus, un’ anagramma da risolvere, un puzzle da ricomporre per scoprire insieme alla protagonista l’origine dello “schifo”. L’a rice crea un intenso doppio dialogo con se stessa e con i suoi ricordi, faccia a faccia con la morte.
La sceneggiatura è semplice, ma d’effe o; una ricostruzione emo va, lirica, espressionista: immagini, suoni, paro- le, le ere, segni.
La storia dell’assassinio dei due giovani ha inizio a Mogadiscio, in Somalia, il 20 marzo 1994. I due giornalis si era- no reca nella regione somala per rompere il silenzio su questo Paese, riguardante la situazione economica e so- ciale e per far luce sui rappor che si erano instaura con l’Italia, per mostrare che oltre alla bella faccia che vuole far vedere il nostro Paese, la realtà è avvolta da un’ombra. Proprio il paese che avrebbe dovuto sostenerli, li ha tradi . Le indagini dicono che Ilaria e il suo reporter sono sta assassina su commissione, ma il nome del killer, a distanza di così tanto tempo, non è ancora emerso, sebbene il caso sia stato riaperto nel 2012.
Quella di Ilaria Alpi e del suo reporter è solo uno dei tan casi di giornalis che sì cercano la verità ma trovano la morte ed è una storia che non andrebbe ignorata, ma che tu dovrebbero conoscere oggi più che mai.
Ga o Elisa, Fasolato Ma lde, Ponchio Elisa, Duò Silvia 5^Bet
SCAMBIO CON LA FRANCIA: TRES BIEN!!!
“Libere riflessioni” di genitori e studen della 4^AEM che, insieme alla docente di Francese Prof.ssa Sanavia, hanno partecipato allo scambio con il Liceo IET Hoymille (maggio e se embre 2018)
“Quest’anno la nostra famiglia, per la prima volta, a se embre ha ospitato una ragazza straniera nello scambio or- ganizzato dalla docente di seconda lingua.”
“Quando a maggio Aurora era par ta per recarsi in un Paese straniero insieme ad alcuni compagni di classe e alla sua Prof. di francese, l’ansia era tanta, ma abbiamo scoperto che non è da so ovalutare nemmeno l’ansia dell’ospi- tare!”
“Ospitare, infa , comporta responsabilità nei confron del nuovo arrivato: farlo sen re bene, accolto so o ogni punto di vista, vegliando su di lui per quanto possibile.”
“Quali le conclusioni da trarre alla fine di questa “avventura”? Che l’esperienza è stata decisamente posi va in quanto ci ha permesso di rispolverare il francese imparato sui banchi di scuola, di acquisire nuovi termini e, so- pra u o, di me erci in gioco nel campo delle relazioni.”
Famiglia Grigole o
“Nella fase iniziale di questo proge o di scambio come genitrice ero un po’ perplessa, perché a mia figlia era stato assegnato un corrispondente maschio. Pensavo che questo fa o, aggravato anche dalla difficoltà di relazione lin- guis ca, avrebbe impedito la nascita di un bel rapporto d’amicizia. Invece, mi sono dovuta ricredere, poiché in Francia mia figlia è stata ospitata da una famiglia simpa ca e accogliente.”
Famiglia Spinello
“A mia figlia Aurora è stata assegnata Cai ne, una ragazza dalle mille potenzialità.
Amme o che all’inizio della proposta ero tranquilla sul fa o che avrei avuto una ragazza francese a casa, però a pochi giorni dal suo arrivo ho iniziato ad essere assalita da mille domande quali: “Cosa penserà di noi”? “Si troverà bene?” “Cosa posso prepararle da mangiare?”
Tu e queste domande si sono vola lizzate nel momento in cui ho constatato che la nostra ospite d’Oltralpe si era ambientata alla grande e apprezzava anche il più piccolo gesto fa o per lei.
Mio marito e io abbiamo avuto la possibilità, grazie alla Prof.ssa Sanavia, di essere partecipi di un’esperienza fan- tas ca che consiglio a tu i geni- tori inizialmente sce ci su que- sto proge o e che, inoltre, ci ha permesso di rinfrescare il nostro francese, unendo l’u le al dile e- vole!!!”
Famiglia Salvagnin
“Non ci saremmo mai aspe ate di affezionarci così tanto a delle persone che, prima di maggio, erano per noi delle sconosciute. Questa esperienza ci è servita non solo per incontrare persone nuove, ma anche per approfondire la conoscenza della seconda lingua da noi appresa sui banchi di scuola, il Francese.
Infa usare quo dianamente questa lingua con il proprio corrispondente per due se mane è completamente differente dallo studiare la lingua tra i banchi di scuola.
Nella se mana trascorsa in Francia presso i nostri amici, non è stato facile ambientarsi nella quo dianità di un’al- tra famiglia con abitudini diverse dalle nostre, come ad esempio l’orario della cena!
Tu o sommato per noi questa è stata un’avventura, perché non sapevamo cosa ci avrebbe a eso in terra stranie- ra!!! Ora però possiamo affermare di esserci molto diver te e di aver trascorso due se mane bellissime in compa- gnia dei nostri coetanei francesi. Un’esperienza che rimarrà impressa nella nostra memoria. Provare per crede- re!!!”
Aurora Grigole o, Sofia Guzzo Aurora Salvagnin ,Giada Spinello, Lisa Zoccole 4^aem
VISITANDO NAPOLI
Napoli è una ci à affascinante, piena di sfacce ature, fa a di sole e mare e ricca di storia ed arte, che trasme e passione, fantasia e libertà.
Uno spe acolo contornato dalla maestosità del Vesuvio che veglia costantemente su Napoli, la protegge e la cu- stodisce. E’ cao ca e movimentata, animata dal chiasso dei merca al quale si aggiunge la presenza di auto e moto da qualsiasi parte, che creano concer di clacson in ogni angolo e per questo a Napoli il semaforo rosso non è un divieto, solo un consiglio.
Trasme e umanità, infa gli abitan sono sempre pron ad accogliere con il sorriso sulle labbra e il buon umore i visitatori.
Capitale della pizza, tanto è vero che i napoletani su questo non scherzano. Le più rinomate pizzerie di Napoli si sfidano a suon di margherite o napoletane, un tour fa o di mozzarella e pomodoro è un must per tu .
Visitare Napoli non è facile. Le cose da vedere sono tante ed inaspe ate come i quar eri che vanno esplora cen - metro per cen metro.
Il centro storico, a differenza di tan centri storici di ci à d'arte, appar ene ancora ai suoi abitan che lo vivono in ogni sua manifestazione, pur essendo visitato e fotografato tu i giorni dai turis . I monumen da vedere a Napoli sono tan ssimi, così come i musei di importanza internazionale.
Come se non bastasse è contornata da uno scenario mozzafiato ed arricchita da un patrimonio ar s co e archi- te onico, che le ha permesso di entrare a far parte del Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Tesoro di felicità, di civiltà e di cultura ma purtroppo anche un luogo di desolazione e malaffare, l’opinione della maggior parte delle persone è spesso e volen eri nega va, ma Napoli è una ci à che bisogna conoscere e vivere prima di giudicare.
Destro Alice, Pole Francesca, Schiopli Andreea 5^Bet
Napoli racchiude una bellezza unica, che va oltre il grande colonnato di Piazza Plebiscito e l’imponente Galleria Umberto I, è un mondo da raccontare che prende e affascina dal primo istante con le sue bellezze. Molte per- sone sono andate oltre i luoghi comuni su questa ci à; infa negli ul mi anni i flussi turis ci nel capoluogo campa- no si sono incrementa a vista d’occhio. Perdersi in un “gomitolo” di strade e vicoli, vedere una Napoli “pura”, quella dei panni stesi fuori dai balconi, della musica che risuona dalle finestre e dei negozi più variopin è un’occa- sione imperdibile […]
Il tramonto a Napoli è un’emozione unica. Tu o ciò che raccontavano i grandi poe è tu a verità: dopo il caos ci adino è d’obbligo rilassarsi sorseggiando un aperi vo accompagnato - chi lo sa? - da un arancino o un panze- ro o ammirando l’arrivederci del sole per far spazio alla vita no urna.
Napoli resta nel cuore di tu , come per noi della classe 5^bet dell’is tuto turis co di Piove di Sacco. Eravamo in- decisi nel sceglierla come meta per la nostra gita scolas ca ma torna a casa non abbiamo avuto rimpian per la decisione presa […]
Grigole o, Callegaro, Mazzucato, Molin 5^Bet
[…] E’ bello pensare come questa metropoli sia diventata una ci à turis ca: un tempo veniva «saltata» dai viag- giatori in transito verso la Cos era, Pompei, Capri, Ischia; ora è diventata un luogo di soggiorno, migliorando so o il profilo del lavoro e della sicurezza. Mol turis vengono dall’estero; ma mol vengono dal resto del Sud, di cui Napoli è più che mai tornata capitale, non solo dal punto di vista calcis co.
Questa ci à rimarrà sempre nei cuori di chi l’ha visitata: il sapore della pizza in bocca, qualcosa di afrodisiaco e perfe o, che solo a Napoli si può provare, i rumori e i suoni delle strade affollate, i clacson impazzi , le auto disposte su cinque corsie anziché due, gli odori provenien dai negozi e dai ristoran , il profumo intenso degli agrumi e il limoncello, i colori e il diale o degli abitan , i paesaggi che lasciano senza fiato dando un senso di totale libertà.
Questa è Napoli.
DA BARBIANA A NAPOLI: ALLA RICERCA DELLE PERIFERIE UMANE
LA NOSTRA INTERVISTA ALLA DS DELL’IIS DE NICOLA, DOTT.SSA CATERINA RIGATO
Noi ragazze del giornalino Young Voices abbiamo realizzato un’intervista alla nostra Preside, Caterina Rigato che ha partecipato ad un seminario di studio promosso da “Insegnare-Educando”, una rete che lavora a raverso a vità di formazione e di studio su tema che di natura educa va. Questa esperienza si è svolta nei giorni 7-8-9 se embre 2018 a Napoli e ha fa o riferimento agli insegnamen di don Milani, che prendeva i bambini dalle proprie abitazio- ni e li ospitava nella parrocchia di Barbiana per offrire loro un’opportunità educa va. L’argomento affrontato è la dispersione scolas ca ossia quel fenomeno che consiste nella mancata frequenza della scuola e nell’abbandono precoce dei banchi scolas ci. Oltre alla nostra dirigente a questo proge o hanno partecipato professori prove- nien da tu a Italia, che si sono addentra nelle periferie umane di Napoli.
Buongiorno Preside, grazie per averci dato l’opportunità di approfondire queste tema che che toccano in prima persona noi ragazzi e che lei ha potuto percepire a pelle. Ci racconta di questo seminario a cui ha partecipato?
E’ stata un’esperienza molto forte per me e davvero straordinaria. Non si è tra ato del solito seminario di studio dove si sta sedu ad ascoltare: il venerdì pomeriggio abbiamo visitato il quar ere Sanità, famoso per il degrado e l’abbandono scolas co, nel quale il gruppo ha avuto l’opportunità di conoscere Padre Loffredo che ha recuperato dei ragazzi di strada, portandoli a scoprire le catacombe di S. Gennaro, patrimonio ar s co ines mabile che fino ad allora era rimasto trascurato. Ques ragazzi aderendo all’inizia va di Padre Loffredo, si sono cos tui in coope- ra ve e a raverso finanziamen vari sono riusci a rendere nuovamente agibili e visitabili le catacombe salvandosi così dalla dispersione scolas ca e da quelle scelte di vita pericolose che si aprono davan a chi non ha alterna ve.
Padre Loffredo afferma che se ai ragazzi si dà uno scopo, un sogno, i ragazzi ci sono anche se gli adul spesso guar- dano ai giovani con pregiudizio. “… i ragazzi hanno iniziato a studiare storia dell'arte e hanno preso in mano la ge- s one delle catacombe, facendo riscoprire un tesoro storico culturale alla ci à.
Oggi le catacombe di San Gennaro sono una realtà di fa o, un proge o riuscito di rilancio sociale e i numeri parla- no da soli; la coopera va Paranza ges sce le catacombe dando lavoro a 50 giovani che hanno imparato le lingue, hanno creato un’orchestra e una piccola casa editrice, organizzano incontri e aperi vi culturali. Gli ingressi nel 2017 sono sta 104 mila contro gli o omila del 2009.
CRIGATO CRIGATO
E’ vero che è stata anche a Scampia?
Il sabato ma na io sono stata alle Vele di Scampia. Le Vele di Scampia sono delle costruzioni che furono proge ate con un certo pensiero urbanis co, cioè di creare delle stru ure di aggregazione con i fondi che la provincia aveva ricevuto dopo il terremoto dell'Irpinia. Ques grandi edifici sono sta poi occupa in maniera abusiva. Si è creata una situazione di degrado che è andata via via aumentando in mancanza della cura del bene comune e Scampia è diventata una delle più grandi piazze di spaccio d'Italia con ragazzi che non vanno a scuola sin da bambini. I padri di famiglia sono quasi tu in carcere o agli arres domiciliari e le madri sono costre e a lavorare per mantenere in un qualche modo la situazione.
Sappiamo che Scampia è un luogo pericoloso, inaccessibile. Come siete entra ? Lei è rimasta scossa da quello che ha visto?
Nelle Vele non si può entrare perché è pericolosissimo; io ho potuto accedervi, perché eravamo accompagna da uno che abita in quel luogo: Davide Cerullo, un uomo straordinario che è stato un camorrista, che è stato in carcere ed è “stato sparato”, come dice lui.
A Scampia ha aperto una ludoteca per offrire alle mamme e ai bambini la possibilità di uno spazio di incontro
“sano” e si è preoccupato di creare un doposcuola per i ragazzi.
La ma na lui, a volte, entra negli appartamen , prende i vari bambini e li porta a scuola perché le mamme non ci pensano.
Io sono rimasta profondamente colpita quando ha raccontato che il primo “bravo” che ha ricevuto in vita sua è stato da parte di un boss del quar ere. Iniziò, perciò, sin da bambino un’ esistenza di spaccio, che lo ha portato in carcere. Una volta in carcere iniziò la sua azione di recupero e riconversione. Adesso scrive libri, è un fotografo e incontra gli studen ; prossimamente verrà nel nostro Is tuto per parlarci un po’ delle sue esperienze.
A Scampia ha aperto una ludoteca per offrire alle mamme e ai bambini la possibilità di uno spazio di incontro
“sano” e si è preoccupato di creare un doposcuola per i ragazzi.
La ma na lui, a volte, entra negli appartamen , prende i vari bambini e li porta a scuola perché le mamme non ci pensano.
Questa è la figura straordinaria di un uomo che ha toccato il fondo ed è riuscito ad risalire in superficie, e ancora una volta come don Milani ci insegna, il recupero è possibile.
A Scampia ho visto delle cose che mi hanno scosso profondamente e a cui stento a credere: ho visto bambini di 6, 7, 8 anni giocare in mezzo a cumuli di immondizia con topi enormi; ho visto adul che si facevano di eroina o cocai- na con iniezioni sulle gambe di fronte ai bambini, ho visto scri e sui muri che inneggiavano alla droga, alla mor- te ,con bambini che ci giocavano so o. Davide Cerullo ci ha de o che è possibile uscire da questa situazione e che è importante capire che non è uno sceneggiato televisivo, ma è la realtà di tu i giorni; “è uno Stato che ci ha ab- bandonato, che non si preoccupa se i ragazzini non vanno a scuola, che non si preoccupa se qui ci sono degli adul che si fanno di droga di fronte ai bambini, o se vengono ammazza ragazzi.” L'educazione, l'istruzione hanno un potere di recupero straordinario, se tu noi capissimo che con l'istruzione si può cambiare il mondo, sarebbe tu o più semplice. Queste sono tes monianze che lo dimostrano.
Altre tappe significa ve?
Abbiamo visitato il Quar ere Barra dove ho incontrato Cesare Moreno che fa parte dell’associazione Maestri di Strada, educatori che vanno nelle strade e nelle piazze di spaccio, avvicinano i ragazzi e vanno nelle scuole per dare supporto e sostegno ai ragazzi che fanno fa ca ad affrontare la vita scolas ca. I maestri di strada hanno creato il gruppo “Genitori Solidali”, formato da mamme e nonne che svolgono un’azione di supporto ai ragazzi abbandona-
. Cesare Moreno ed altri docen hanno creato il proge o CHANCE che perme e di intervenire in strada per aiuta- re i ragazzi e offrire loro un’istruzione.
Il tema principale di questo seminario è stata dunque la dispersione scolas ca. Si tra a di un fenomeno legato alla società che scoraggia o al pessimismo dei ragazzi?
La dispersione scolas ca al Nord Italia è inferiore rispe o a quella del Sud; e ciò è dovuto sopra u o alla facilità di entrare nel mondo del lavoro, alla società e alla cultura. A fare la differenza sono il sistema culturale e il contesto sociale. Non è colpa dei ragazzi se la famiglia, il contesto, spingono in una certa direzione. A Scampia tu o rema contro, tu o spinge a evitare la scuola. Il nostro contesto è cara erizzato da un apporto diverso; il livello culturale in Veneto si è innalzato, la scuola è considerata essenziale; le famiglie ci tengono. Soltanto la scuola, infa , può fare la differenza, perché insegna ad essere cri ci e a dis nguere il bene dal male. A Napoli ne ho avuto la prova incontrando dei tes moni che hanno dimostrato che cambiare si può grazie alla forza di volontà e alla crescita cul- turale.
La nostra intervista è terminata. Ringraziamo la nostra Dirigente per il tempo che ci ha dedicato e per averci confi- dato di svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione: “Voi crescete, io cresco”. E, sopra u o, come ci inse- gna Don Milani la scuola non può, non deve accantonare i ragazzi; deve essere opportunità di risca o, di afferma- zione e di realizzazione.
Giada Borgatello, Mar na Callegaro, Airin Marangon, Laura Molin, Sendy Zampieri