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American Voices

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Testo completo

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settembre, _

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Pubblicazione promossa dalla Divisione Servizi Culturali della Città di Torino in occasione della ventiduesima edizione di Settembre Musica, con il contributo della

marna

Cassa di Risparmio di Torino

Coordinamento del progetto e redazione di Sergio Bonino con la collaborazione di Angelo Acerbi

Traduzioni di Emanuela Alverà (per i testi proiettati in Carbon-Copy Building), Annamaria Ferrerò, Paolo Martinaglia e Maria Clara Pasettl

Grafica e impaginazione Art Grafica - Attilio Broglio

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7-12 settembre 1999

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In d ice

9 I CONCERTI

15 GLI INTERPRETI

23 I TESTI

29 Musica "ingenua e sentimentale" (Enzo Restagno)

GLI AUTORI E LA MUSICA

37 John Adams

39 Bang on a Can

Michael Gordon

David Lang

Julia Wolfe

43 Michael Daugherty

47 John Harbison

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martedì 7 settembre

mercoledì 8 settembre

• ore 17

Piccolo Regio

Giacomo Puccini

Incontro con i compositori

Michael Gordon, David Lang,

Steven Mackey e Julia Wolfe

Partecipano Enzo Restagno e Roman Vlad

Mackey

Cairn, Grungy,

per chitarra elettrica

Steven Mackey, chitarra elettrica

• ore 21

Auditorium

Giovanni Agnelli

Lingotto

Ives

Quarta Sinfonia

per coro, pianoforte e orchestra

Prelude (Maestoso) Allegretto (Comedy) Fugue (Andante moderato) Very slowly - Largo maestoso

• ore 17

Piccolo Regio Giacomo Puccini

Mackey

Mozart

Mackey

Mozart

Mackey

Mozart

Mackey

Mozart

Mackey

Humble River,

Prelude

Quartetto in la magg. K. 298,

Tema Andante - Variazioni l-IV

Humble River,

Part I

Quartetto in sol magg. K. 285a,

Tempo di Menuetto

Humble River,

Part II

Q uartetto in re magg. K. 285,

Rondeau

Humble River,

Part III

Quartetto in do magg. K. 285b,

Tema Andantino - Variazioni l-IV

Humble River,

Part IV

Xenia Ensemble

Christine Anderson, violino (Mackey) Eilis Cranitch, violino (Mozart) Michele Minne, viola

Elizabeth Wilson, violoncello Monica Berni, flauto

In collaborazione con Iniziativa CAMT, Sede regionale del Piemonte

• ore 21

Oratorio di San Filippo

Torke

Javelin

(Presto)

Gordon

Sunshine of Your Love (1999)

prima esecuzione italiana

opera com missionata dall’ Ensemble Modern Orchestra

Adams

Naive and Sentimental Music (1999)

Naive and Sentimental Music M other o f the Man

Chain to the Rhythm prima esecuzione italiana

opera commissionata da Ensemble Modern Orchestra, Los Angeles Philharmonic, Sydney Symphony e Vancouver Symphony

Ensemble Modern Orchestra

Frankfurter Kantorei

Hermann Kretzschmar, pianoforte (Ives) Franck Ollu, co-direttore (Ives)

John Adams, direttore

Il concerto prevede due intervalli

Daugherty

Metropolis Symphony

Lex (Diabolical) Krypton Mxyzptik

Oh, Lois! (Faster than a speeding bullet) Red Cape Tango (Rubato)

Kernis

Invisible Mosaic III

(Presto brillante)

Hardison

Second Symphony

Dawn (Luminoso)

Daylight (Con brio, non pesante) Dusk (Poco largo, lambente) Dark (Inesorabile)

Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Alessandro Milani*, violino (Daugherty) Alberto Barletta*, flauto (Daugherty) Paolo Fratini*, flauto (Daugherty)

David Alan Miller, direttore

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• ore 17

Piccolo Regio

Giacomo Puccini

Adams

Allelujah Junction, per due pianoforti

Wolfe

Girlfriend, per ensemble

Lang

Dance/Drop, per ensemble

Gordon

aedo, per ensemble

Kernis

Air, per violino e pianoforte

Lang

Sweet Air, per ensemble

Sentieri Selvaggi

Paola Frè, flauto

Fabrizio Meloni, clarinetto Mirco Ghirardini, clarinetto basso Andrea Rebaudengo, pianoforte Andrea Dulbecco, percussioni Thomas Schrott, violino Marco Decimo, violoncello

Carlo Boccadoro, direttore e pianoforte

giovedì 9 settembre

venerdì 10 settembre

• ore 17

Piccolo Regio

Giacomo Puccini

Incontro con i compositori

Michael Daugherty, John Harbison,

Aaron Jay Kernis e Michael Torke

Partecipano Enzo Restagno e Roman Vlad •

• ore 24

Supermarket

Lounge bar music

Michael Daugherty, pianoforte

Steven Mackey, chitarra elettrica

Paolo Franciscone, batteria Saverio Miele, contrabbasso

In collaborazione con Centro Jazz Torino

giovedì 9 e venerdì 10 settembre

• ore 21

Teatro Carignano

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Teatro musicale e fumetti per quattro voci

e ensemble amplificato

Musiche di Michael Gordon, David Lang

e Julia Wolfe

Fumetti di Ben Katchor

Prima rappresentazione

mondiale

Bang-on-a-Can All Ensemble

Una commissione di

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sabato 11 settembre

domenica 12 settembre

• ore 17

Conservatorio

Giuseppe Verdi

Daugherty

Dead Elvis, per fagotto e sei strumenti

Mackey

Indigenous Instruments, per ensemble

Deal, per chitarra elettrica e ensemble

Harbison

Due libri, per voce e ensemble

Daugherty

Le Tombeau de Liberace,

per pianoforte e ensemble

London Sinfonietta

John Alley, pianoforte Louise Mott, mezzosoprano John Orford, fagotto

Steven Mackey, chitarra elettrica

Martyn Brabbins, direttore

• ore 17

Conservatorio

Giuseppe Verdi

Torke

Telephone Book, per ensemble

Kernis

Songs of Innocents, per soprano

e pianoforte

Introduction: Scene from Childhood A Good Boy

Lullaby

Table Rules for Little Folks

Simple Songs, per soprano e ensemble

Hildegard von Bingen Psalm 1

Ryokan Psalm 131

Torke

Four Proverbs, per voce femminile

e ensemble

London Sinfonietta

John Constable, pianoforte Louise Mott, mezzosoprano Nicole Tibbels, soprano

Martyn Brabbins, direttore

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7 settembre, ore 21

En s e m b l e M o d e r n Or c h e s t r a

Nata per iniziativa dell’Ensemble Modem con lo sco­ po di dedicarsi esclusivamente al repertorio per gran­ di organici del XX e XXI secolo, l’Ensemble Modern Orchestra ha debuttato nel novembre del 1998, di­ retta da Peter Eòtvòs, ad Hannover, Berlino, Vienna, Colonia, Francoforte e al Festival d ’Automne di Pari­ gi. L’Orchestra è costituita da un nucleo di solisti del­ l’ Ensemble Modern cui si affiancano giovani strumen­ tisti selezionati in tutta Europa e propone classici del secolo che volge al termine e prime esecuzioni di au­ tori affermati come di sconosciuti di talento, con un particolare riguardo all’utilizzo creativo dello spazio e di strumenti elettronici e visivi inconsueti.

Ai lavori elettronici di Helmut Lachenmann, alla pri­ ma mondiale di Walden di Goebbel e al programma del concerto della presente tournée seguiranno pro­ getti su composizioni di Elliott Carter, Harrison Birtwist­ le, Pierre Boulez e Magnus Lindberg con la guida del­ lo stesso Boulez, di Esa-Pekka Salonen, di George Benjamin e di Heinz Holliger.

L’Ensemble Modem Orchestra è riconoscente per il generoso sostegno delle fondazioni Ernst von Siemens e Hoechst, della Fondazione Culturale della Deutsche Bank e di Expo 2000 Hannover GmbH.

Hoechst roundation

J Die Stiftung der Hoechst AG E R N S T

VON S I E M E N S S T I F T U N G

C U L T U R A L F O U N D A T I O N D e u tsch e B a n k G ro up 0

The World Exposition Germany

Il coro Frankfurter Kantorei, fondato nel 1945 da Kurt Thomas, si è affermato nel repertorio a cappella e con accompagnamento fin dagli anni Cinquanta, sotto la guida di Helmuth Rilling e Wolfgang Schaefer. Winfried Toll, compositore e cantante eletto diretto­ re nel 1997, ha saputo coltivare il suono distintivo del coro, caratterizzato da potenza e omogeneità degni di una grande formazione non disgiunti dalla delica­ tezza e trasparenza di un ensemble a cappella. Tra tournée e registrazioni, il Frankfurter Kantorei è stato chiamato da direttori come Eliahu Inbal, Riccardo Challly, Gary Bertini, Nikolaus Harnoncourt, Lorin Maa- zel, Andrew Parrot e James Conlon a collaborare con le Orchestre della Radio di Berlino e Francoforte, dal­ la Israel Phllharmonlc, dall’Orchestra del Teatro alla Fenice e di Radio France, dalla Pittsbourgh Symphony e dal Concentus Muslcus Wien, tra Canada, Estonia, Turchia, Israele e vari centri europei.

Il pianista Hermann Kretzschmar ha studiato con Bernhard Ebert ad Hannover, dove si è diplomato nel 1985; da allora collabora con l’ Ensemble Modern. Ha lavorato con numerosi compositori contemporanei, tra cui John Cage, Karlheinz Stockhausen, György Kur- tâg e Frank Zappa. Come compositore, Kretzschmar ha firmato diverse musiche da film e ha ricevuto nu­ merose commissioni dai festival di Karlsruhe e Illin­ gen. Nel 1994 ha contribuito a fondare la HCD-pro- ductlons con cui ha registrato musica di Paul Bowles e Howard Skempton.

Mentre per le notizie su John Adams rimandiamo il lettore alla sezione “Gli Autori e la Musica” , del co­ direttore Franck Ollu diremo brevemente che, nato a La Rochelle, ha studiato corno e didattica a Parigi, divenendo membro e animatore di gruppi vicini al re­ pertorio contemporaneo come Musique Vivante e Musique Oblique e suonando con l’Ensemble Inter­ contemporain e l’Orchestre Philharmonique di Radio France. Entrato a far parte dell’Ensemble Modern nel 1990, e visitati quattro continenti anche con Vlnko Globokar e con il Pellegrini Quartet, Franck Ollu, che è anche compositore, da qualche anno, su consiglio di Peter Eòtvòs, si dedica con successo alla direzione.

E

nsemble

M

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O

rchestra

Dietmar Wlesner, flauto Christiane Albert, flauto

Rüdiger Jacobsen, flauto/ottavino Toru Tenda, flauto!ottavino Catherine Milliken, oboe Christian Hommel, oboe Antje Thierbach, oboe/corno ingl. Judith Alien, oboe

Roland Diry, clarinetto Thorsten Johanns, clarinetto John Corbett, clarinetto /sassofono Nina Janßen, clarinetto

Markus Hoßner, clarinetto

Wolfgang Stryi, sassofono!clarinetto basso Lutz Koppetsch, sassofono contralto Simon Hanrath, sassofono contralto Norlko Shimada, fagotto

Malte Refardt, fagotto

Lorelei Dowllng, fagotto!controfagotto Johannes Rupe, controfagotto Franck Ollu, corno

Joszef Hars, corno Michael Cliquennois, corno Andrew Sutton, corno Jacques Blanc, corno

William Forman, tromba!cornetta Bruce Nockles, tromba

Christopher Dicken, tromba Michael Gross, tromba Markus Schwind, tromba Masaru Gushi, tromba!cornetta Uwe Dierksen, trombone Andrew Dlgby, trombone Amos Miller, trombone

Michael Büttler, trombone Josef Juhasz, tuba Sasha Johnson, tuba Gabriele Mossyrsch, arpa Ellen Wegner, arpa

Jürgen Ruck, chitarra!chitarra elettrica Mats Bergström, chitarra elettrica Christopher Brandt, basso Pete Wilson, basso

Flermann Kretzschmar, pianoforte Ueli Wiget, pianoforte

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Freya Ritts-Kirby, violino Jagdish Mistry, violino

Marcus Barcham-Stevens, violino Maya Bickel, violino

Barbara Bultmann, violino Insa Cordes, violino Thomas Glöckner, violino Corinna Guthmann, violino Juditha Haeberlin, violino Kirsten Harms, violino Corinna Jakoby, violino Christine Krapp, violino Olvido Lama, violino Regine Neubert, violino Jane Peters, violino Tobias Rempe, violino Claudia Sack, violino Holger Schllngmann, violino Livia Schwartz, violino Heide Sibley, violino Verena Sommer, violino Ulrike Stortz, violino Hilary Sturt, violino Erika Takano, violino Swantje Tessmann, violino Sibylle Wolf, violino

Susan Knight, viola Genevlève Strosser, viola Konrad von Coelln, viola Ralf Ehlers, viola Miriam Gotting, viola Juliet Jopling, viola Julia Knight, viola David Schlage, viola Nikolaus Schliert, viola Erkkl Veltheim, viola

Eva Böcker, violoncello Michael M. Kasper, violoncello Adele Bitter, violoncello Anna Carewe, violoncello Elena Diane Cheah, violoncello Raphael Chretlen, violoncello Zoe Martlew, violoncello

Ernst Weissenstelner, contrabbasso Michael Cameron, contrabbasso Joseph Carver, contrabbasso Anne Hofmann, contrabbasso Johannes Nled, contrabbasso Michael Tiepold, contrabbasso

F

rankfurter

K

antorei Soprani Claudia Ackermann Andrea Geuder Susanne Herrmann Ulrike Krekel Christine Rehm Ulrlka Settele Kathrin Schmitt Carolin Stilz Contralti Andrea Braun Dorothea Gail Gabriela Gerke-Engel Jeannine Görde Gudrun Rampini Doscha Sandvoß Mechthild Schimitt Bettina Schumacher Tenon Sebastian Geist Stefan Mosler Jörg Prothmann Franz-Josef Rathgeber Cornelius Roth Daniel Roth Gerhard Roth

Klaus Stefan Scheuermann

Bassi Meinolf Bunsmann Nils Cooper Jürgen Dietrich Karsten Koch Jochen Kratschmer Hans-Joachim Ostmann Hans Joachim Schulze Joachim Siegel

P

ersonaletecnico

Bernd Layendecker, stage manager Boris Langer, tecnico del suono

Erik Hein, Jacob Kucera, Matthlas Rumpf,

tecnici di palcoscenico

8 settembre ore 17

Xe n ia En s e m b l e

A dare vita, con il debutto al Festival Settembre Mu­ sica del 1995, allo Xenia Ensemble è stato il comu­ ne interesse di quattro muslciste di differenti nazio­ nalità, ma Italiane di adozione, verso II repertorio ca­ meristico e la musica contemporanea. Le qualità del­ la loro formazione, che spesso si apre alla collabora­ zione di altri solisti e gruppi come l’HiMiard Ensemble, hanno suscitato l’ammirazione del pubblico di San Pietroburgo e di Tashkent (Uzbekistan), del Ravenna Festival come dell’Accademia Filarmonica di Bolo­ gna, e in Svizzera, Germania e Spagna. Alla promo­ zione in Italia di nuovi autori come Giya Kancheli, Ge­ rald Barry e Dmitri Yanov-Yanovsky, lo Xenia ha af­ fiancato l’attenzione per la didattica, avviando que­ s t’anno Il “Corso europeo di musica da camera” per giovani strumentisti.

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8 settembre ore 21

Or c h e s t r a Sin f o n ic a Na z io n a l e d e l l a Rai

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della

R

aiha ori­ gine dall’unificazione del primo complesso sinfonico dell’Ente radiofonico pubblico, fondato a Torino nel 1931, con le successive Orchestre di Roma e di Mila­ no e la formazione cameristica “Alessandro Scarlatti” di Napoli. Il nuovo complesso nasce nel 1994, tenuto a battesimo da Georges Prêtre e da Giuseppe S p o ­ poli.

In Italia, oltre alla normale stagione sinfonica inver­ nale e primaverile e alla serie di appuntamenti cameri­ stici di “ Domenica Musica” , l’Orchestra Sinfonica Na­ zionale della RAI tiene concerti nelle principali città e per i festival di maggior prestigio. Numerosi anche gli appuntamenti all'estero, concretizzati, oltre che in di­ verse singole manifestazioni, nelle tournée in Giappo­ ne, Germania, Inghilterra e Irlanda, Francia, Spagna, alle Canarie, in Svizzera e nel recente lungo tour in Sud America nel contesto della manifestazione “ Lati­ na 99” .

Dal 1996 Ellahu Inbal ha assunto la carica di Diret­ tore onorario dell’Orchestra mentre un’intensa colla­ borazione è stata avviata con Jeffrey Tate, che nel 1998 è divenuto Primo direttore ospite. Altre presenze si­ gnificative sono state quelle di Carlo Maria Glulini, Ric­ cardo Challly, Semyon Bychkov, Mstislav Rostropovi- ch, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch e Giuseppe Sinopoli.

David Alan Miller è nato a Los Angeles, ha studiato direzione d ’orchestra presso la Julliard School di New York, è stato Direttore musicale per la New York You- th Symphony dal 1982 al 1988, ottenendo un presti­ gioso successo personale, e Direttore associato pres­ so il Los Angeles Philarmonic Instltute, debuttando con questa formazione nella stagione 1987/88 in sostitu­ zione di André Previn. Divenuto Direttore musicale della Albany Symphony orchestra nel giugno 1992, ha qui potuto sviluppare il suo interesse nell’esplorare nuovi repertori e idee che hanno portato inoltre alla creazio­ ne di due piccoli ensemble Interni all’orchestra, uno di repertqrio barocco e uno classico. Nel maggio 1988 ha diretto la prima mondiale di Black and White di Michael Torke, con il New York City Ballet e in questi ultimi dieci anni ha collaborato con orchestre statuni­ tensi da Chicago a San Francisco, con la Hannover Staatsoper e la sinfonica di Barcellona, diretto forma­ zioni australiane e dell’Estremo Oriente e inciso con l’Albany Symphony, la London Slnfonletta e la Lon­ don Symphony.

Gordon. Sono In fase di attuazione I progetti editoriali di una raccolta di interviste ai maggiori compositori viventi, a cura di Boccadoro, di un cd con musiche degli autori protagonisti e di una antologia di nuova musica Italiana.

9 e 10 settembre, ore 21

Ba n g o n a Ca n

Di che cosa sia Bang on a Can - festival, ensemble, “esplorazioni” nella musica e nell’arte - e del suoi di­ rettori artistici Michael Gordon, David Lang e Julia Wolfe si potrà leggere più oltre, nella sezione “Gli Autori e la Musica” ; qui di seguito presentiamo gli altri protagonisti di questa inconsueta performance.

Bob McGrath, figura di rilievo del teatro underground newyorkese, è II direttore artistico del Ridge Theater e ne ha curato le produzioni sin dalla fondazione. Tra le sue realizzazioni più recenti figurano Charlie in the House of Rue di Robert Coover e Alice in Bed di Su­ san Sontag, presso l’American Repertory Theater, ol­ tre all’opera Chaos di Michael Gordon e Matthew Maguire e metterà presto in scena un lavoro sull’arti­ sta outsider Henry Darger di Mac Wellman.

9 settembre, ore 17

Se n t ie r i Se l v a g g i

Raccogliendo l’esperienza di una trasmissione di Ra­ dio Popolare, nel 1997 un gruppo di giovani musicisti ha iniziato a percorrere quei Sentieri selvaggi che attraversano la creatività musicale contemporanea in continuo dialogo con generi, stili e tradizioni anche esterni alla sfera della musica colta. Da allora il grup­ po, che si raccoglie intorno a Carlo Boccadoro, che ne è il direttore, Angelo Miotto e Filippo Del Corno, ha dato vita, tra Milano, Torino e Roma, a concerti dedi­ cati a giovani autori italiani come Ludovico Einaudi, Carlo Galante e Giovanni Sollima, oltre agli stessi Boc­ cadoro e Del Corno, e a festival di “voci americane” come quelle di Glass, Reich, Adams, Wolfe, Lang e

Nato nel 1951 a Brooklyn, Ben Katchor ha iniziato a collaborare con piccole te­ state di fumetti non ancora ventenne, continuando a in­ tegrare gli studi di arte e let­ teratura con questa attività. Specializzatosi in tecniche di stampa ha fatto parte per dieci anni di un gruppo di grafici prima di pubblicare autonomamente una propria rivista di fumetti e di lanciar­ si come illustratore e carto­ onist. Le sue strisele Julius

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Da uno stesso progetto possono nascere due edifici identici

che differenti storie, in differenti quartieri, possono rendere

diversissimi. I fumetti di Ben Katchor, i cantanti-attori e gli

strumentisti, le musiche di Gordon, Lang e Wolfe ci raccon­

tano le vite parallele di due di questi “palazzi carta carbone“

attraverso le storie di chi li abita, l’uno in un quartiere ricco,

l’altro in un sobborgo degradato.

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presenta

THE CARBON-COPY BUILDING

“Comic book opera” commissionata da Settembre Musica e

realizzata con il contributo del National Endowment for thè Arts (USA) Musica di Michael Gordon, David Lang, Julia Wolfe

Testi e disegni di Ben Katchor Regia di Bob McGrath direzione musicale scene progetto luci progetto diapositive costumi film design ingegnere del suono consulente di produzione Portinaio, Fattorino Philiph Emetine, Raccoglitore di chewingum Emanuel Majuscule, Semele Outfielder Architetto, Manager, Cameriere chitarra elettrica percussioni tastiere, campionatore clarinetti produzione coordinamento produttore esecutivo stage manager tecnico del suono tecnico immagini consulente di produzione aiuto direzione artistica organizzazione Martin Goldray Fred Tietz Howard S. Thies Laurie Olinder Rachel Comey, Jennifer A. Cooper, Laurie Olinder Bill Morrison Andy Cotton Daniel Zippl Theo Bleckmann Tony Boutte Katie Geissinger Toby Twining John Benthal David Cossin Martin Goldray Bohdan Hilash Sophie Haviland Leo Janks Kenny Savelson Judy Tucker John Plenge Andrew Hankock Kevin Cunningham Jill Schnurmacher

a Can

Michael Gordon, David Lang, Julia Wolfe

Kenny Savelson, Christine Williams, Jennifer Johung

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10 settembre, ore 24

Da u g h e r t y e Ma c k e y a l Su p e r m a r k e t

Notizie su Michael Daugherty e Steven Mackey si trovano nella sezione “Gli Autori e la Musica” . La ricerca di un equilibrio tra la tradizione jazzistica e le suggestioni contemporanee caratterizza l’attività del batterista e percussionista Paolo Franciscone, in­ segnante presso il Centro jazz di Torino. Fra spetta­ coli teatrali e trasmissioni televisive, ha suonato, tra gli altri, con Claudio Fasoli, Tiziana Ghiglione, Riccar­ do Zegna, Gianni Basso e Norma Winstone; in trio con il fisarmonicista Gianni Coscia e il chitarrista Fran­ co Cerri ripropone musiche di Gorni Kramer.

Saverio Miele è approdato al jazz ben prima di di­ plomarsi in contrabbasso, e a varie esperienze didat­ tiche ha affiancato una lunga attività in orchestre clas­ siche, in teatro, ad esempio per Totem di Baricco, e all’interno di “anomale” formazioni di jazz, come l’Oi- seaux e il Meridian Quartet o le Voci di Corridoio, che strizzano l’occhio ad altri generi musicali.

11 e 12 settembre, ore 17

Lo n d o n Sin f o n ie t t a

Definita recentemente dal «Sunday Times» il migliore ensemble di musica moderna della Gran Bretagna, la London Sinfonietta può variare la propria formazio­ ne da un esiguo numero di solisti a un organico or­ chestrale pieno, ma si basa su un nucleo di sedici so­ listi principali. Alle soglie della sua trentaduesima sta­ gione, con la guida del nuovo Direttore musicale, Oli­ ver Knussen, la London Sinfonietta continua a pro­ porre programmi che affiancano i più brillanti nuovi nomi alle più consolidate figure del panorama musi­ cale di questo secolo; nella sua sede lodinese della Queen Elizabeth Hall come sui palcoscenici nazionali e stranieri ha suonato più di 125 nuove composizioni appositamente commmissionate, e ha tenuto a bat­ tesimo in Inghilterra circa 250 altri brani.

Nel suo lavoro di promozione musicale, fin dagli anni Ottanta, per opera di Gillian Moore, responsabile della Direzione artistica, la London Sinfonietta non ha trascurato neppure i programmi educativi rivolti a car­ cerati, disabili, anziani, minoranze etniche, bambini e studenti, aggiudicandosi per questo motivo alcuni dei tanti premi ottenuti.

Londinese di nascita, John Alley ha compiuto il pro­ prio tirocinio musicale come corista all’Abbazia di We- stminster, dopo gli studi alla Guilhall School of Music. La sua ambizione di divenire pianista da camera e ac­ compagnatore è stata contrastata dal fortunoso in­ contro con il mondo delle orchestre e degli ensemble cameristici britannici, che lo ha fatto approdare alla Chamber Orchestra of Europe e alla London Sinfo­ nietta e lo ha portato a conquistarsi un ruolo di primo piano presso la London Symphony Orchestra. John Constable ha studiato con Harold Craxton alla Royal Academy of Music, dove attualmente insegna, e copre il ruolo di Pianoforte principale nella London Sinfonietta sin dalla sua fondazione nonché di Primo clavicembalo dell’Academy of St Martin in thè Fields. Come pianista da camera, accompagnatore e solista,

ha suonato nelle più importanti sale da concerto di Europa, Giappone e Stati Uniti, tenendo a battesimo con Lucy Shelton Of challenge and o f love di Elliott Carter, di cui al clavicembalo ha anche eseguito più volte il Doppio Concerto. Numerose sono le sue rea­ lizzazioni discografiche, tra queste, il cd per viola e pianoforte con Paul Silverthorne, l’integrale dei songs di Stravinsky e Carter con la Shelton e, al clavicem­ balo, Così fan tutte con la direzione di Sir Simon Rat- tle e Don Giovanni, una delle ultime realizzazioni di Sir Georg Solti.

Louise M oti si è diplomata al Royal College of Music nel 1996 e, dopo aver vinto numerosi premi come il Lies Askonas Singing Prize, l’Irina Barinova Award, il Redvers Llewellyn Prize per Bach e Haendel e il Cari Rosa Trust Award, si sta specializzando con Marga­ ret Kingsley. Ha in repertorio il Requiem di Duruflé, il Lux Aeterna di William Mathias e i ruoli operistici di Nancy in Albert Herring, della Moglie di Forester in The Cunning Little Vixen e di Khivria nella Fiera di So- rocintsy di Musorgskij. Recentemente ha ottenuto in­ gaggi prestigiosi nel Requiem di Mozart di Bath Ab- bey e per il ruolo di Marlinchen nella prima mondiale di The Juniper Tree di Roderick Watkin, con la Lon­ don Sinfonietta, in occasione della Biennale di Mona­ co e dell’Almeida Opera.

Dal 1971 a oggi John Orford ha ricoperto il ruolo di primo fagotto nelle più importanti orchestre londinesi, e ha suonato per otto anni nella BBC Symphony Or­ chestra prima di entrare a far parte della London Sin­ fonietta come prima parte, nel 1982. Dal 1984 è do­ cente presso la Royal Academy of Music e la Guildhall School. Come solista, ha interpretato colonne sonore televisive e cinematografiche e la frequentazione del repertorio contemporaneo non gli impedisce di suo­ nare il Concerto per fagotto di Mozart con The London Virtuosi.

Nicole Tibbels ha studiato francese alla Sheffield Uni­ versity e canto alla Guildhall School. Il suo repertorio operistico va dalla Regina della Notte alla Alice del Falstaff e ha cantato in occasione di prime esecuzioni di opere di Berio, Bryars, Lloyd, Maxwell Davies, Ny- man, oltre a danzare per la Rambert e Richard Alston Dance Company. Ha lavorato per la radio, la televi­ sione e il cinema (Wish you were here) e recentemen­ te ha interpretato Fido nel Paul Bunyan di Britten alla Royal Opera, Arie di Donatoni con la BBC Symphony Orchestra, Siencium di John Harle al Festival di Sali­ sburgo e Porgy & Bess a Oxford.

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L

ondon

S

infonietta

Helen Keen, flauto/ottavino/flauto contralto 11 e 12/9 Melinda Maxwell, oboe!corno inglese 11 e 12/9 Mark van de Wlel, clarinetto!clarinetto basso 11 e 12/9 Andrew Sparling, clarinetto 12/9 Simon Haram*, sassofono contralto 12/9 Bradley Grant, sassofono tenore 12/9

John Orford*, fagotto 11/9

Richard Berry, corno 11 e 12/9 James Rattigan, corno 11/9

John Wallace*, tromba 11/9

David Purser*, trombone 11/9

David Powell, tuba 11/9

Joan Atherton*, violino, scordatura violin 11 e 12/9 Hilaryjane Parker, violino 11 e 12/9 Paul Silverthorne*, viola 11 e 12/9 Anssl Karttunen, violoncello 11 e 12/9 Lynda Houghton, contrabbasso 11 e 12/9

Helen Tunstall*, arpa 11 e 12/9 John Alley, pianoforte, celesta, sintetizzatore 11 e 12/9 John Constable*, pianoforte 12/9

David Hockings*, percussioni 11 e 12/9 Richard Benjafleld, percussioni 11/9

SOUND Intermedia, suoni

* prime parti

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7 settembre

B

ethany (dalla Quarts Sinfonia di Charles Edward Ives) Watchman, tell us o f the night,

What the signs’ o f promise are: Traveller, o ’er you’ mountain's height, See that Glory beaming star!

Guardiano, raccontaci della notte, dicci quali sono i segni della promessa. Viandante, dalla tua cima lontana Ammira la stella raggiante di gloria! Watchman, ought o f joy or hope,

Traveller, yes, it brings the day, Promised day o f Israel.

Dost thou see its beauteous ray?

Guardiano, servono gioia o speranza; Sì, viandante, le reca il giorno: Il giorno promesso di Israele. Lo vedi il suo vago raggio?

11 settembre

D

ue

L

ibri

(John Harbison)

Eugenio Montale, da Le Occasioni, 1939 Libro 3

XIII

La gondola che scivola in un forte bagliore di catrame e di papaveri, la subdola canzone che s’alzava da masse di cordame, l’alte porte rinchiuse su di te e risa di maschere che fuggivano a frotte

-una sera tra mille e la mia notte è più profonda! S’agita laggiù uno smorto groviglio che m ’avviva a stratti e mi fa eguale a queirassorto pescatore d ’anguille dalla riva.

XIV

Infuriatale o grandine? Fa strage di campanule, svelle la cedrina. Un rintocco subacqueo s’avvicina, quale tu lo destavi, e s’allontana. La pianola degl’inferi da sé accelera I registri, sale nelle sfere del gelo... - brilla come te quando fingevi col tuo trillo d ’aria Lakmé nell’Aria delle Campanelle. XV

Al primo chiaro, quando subitaneo un rumore di ferrovia mi parla di chiusi uomini in corsa nel traforo del sasso illuminato a tagli da cieli ed acque misti; al primo buio, quando il bulino che tarla la scrivania rafforza il suo fervore e il passo del guardiano s’accosta:

al chiaro e al buio, soste ancora umane se tu a intrecciarle col tuo refe insisti.

XVI

Il flore che ripete dall’orlo del burraio non scordarti di me,

non ha tinte più liete né più chiare dello spazio gettato tra me e te. Un cigolìo si sferra, ci discosta, l’azzurro pervicace non ricompare.

Nell’afa quasi visibile mi riporta all’opposta tappa, già buia, la funicolare.

Libro 4 XVII

La rana, prima a ritentar la corda dallo stagno che affossa

giunchi e nubi, stormire dei carrubi conserti dove spenge le sue fiaccole un sole senza caldo, tardo al fiori ronzìo di coleotteri che suggono ancora linfe, ultimi suoni, avara vita della campagna. Con un soffio l'ora s’estingue: un cielo di lavagna si prepara a un irrompere di scarni cavalli, alle scintille degli zoccoli. XVIII

Non recidere, forbice, quel volto, solo nella memoria che si sfolla, non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempre.

Un freddo cala... Duro il colpo svetta. E l’acacia ferita da sé scrolla

Il guscio di cicala

nella prima belletta di Novembre. XIX

(26)

la rédola nel fosso, su la nera correntia sorvolata di libellule; e II cane trafelato che rincasa col suo fardello In bocca,

oggi qui non mi tocca riconoscere; ma là dove II riverbero più cuoce e II nuvolo s’abbassa, oltre le sue pupille ormai remote, solo due fasci di luce In croce.

E il tempo passa

...m a così sla. Un suono di cornetta dialoga con gli sciami del querceto. Nella valva che II vespero reflette un vulcano dipinto fuma lieto. La moneta incassata nella lava brilla anch’essa sul tavolo e trattiene pochi fogli. La vita che sembrava vasta è più breve del tuo fazzoletto.

XX

12 settembre

S

ongsof

I

nnocents (Aaron Jay Kernis) Introduction: Scene from Childhood dal sanscrito, India (Llbro I)

Krishna went out to play Mother

and he ate dirt Is that true Krishna No

who said it

your brother Balarama Not true

look at my face Open you mouth he open it

and she stood speechless inside was

the universe may he protect you A Good Boy

da Stevenson (Libro I) I woke before the morning, I was happy all the day, I never said an ugly word, but smiled and stuck to play. And now at last the sun is going down behind the wood,

And I am very happy,

for I know that I ’ve been good. Lullaby

(Libro II)

My dear cock-adoodle, my jewel, my Joy,

My darling, my honey, my pretty sweet boy,

Before I do rock th,ee with soft lullaby,

Give me they dear lips to be kissed, kissed, kissed.

C

anti degli

I

nnocenti

(trad. Annamaria Ferrerò)

Introduzione: Scene d ’infanzia

Krlshna uscì a giocare Mamma

E mangiò della terra È vero Krlshna No

chi l’ha detto tuo fratello Balarama Non è vero

guardami in faccia Apri la bocca lui la aprì

e lei restò senza parole dentro c ’era

l’universo

possa egli proteggerti

Un bravo bambino

Mi sono alzato prima dell’alba, sono stato felice tutto il giorno, non ho detto una sola cattiva parola, ho sorriso e giocato tutto il tempo. E ora infine che il sole

tramonta dietro II bosco, sono così felice

perché so di esser stato bravo.

Ninna nanna

Stella mia, gioia, tesoro mio, mio dolce, dolce piccino,

(27)

Table Rules for Little Folks 1858 circa, anononimo (Libro I)

In silence I must take my seat, And give God thanks before I eat; Must for food in patience wait, Till I am asked to hand my plate; I must not scold, nor whine nor pout, Nor move my chair nor plate about; With knife, or fork, or napkin ring, I must not play, nor must I sing. I must not speak a useless word, For children should be seen, not heard; I must not talk about my food,

Nor fret if I don't think it good. I must not say, ‘The bread is old, ’

‘The tea is ho t,' ‘The coffee’s cold’; My mouth with food I must not crowd, Nor while I’m eating speak aloud; Must turn my head to cough or sneeze, And when I ask, say ‘If you please’;

The tablecloth I must not spoil, Nor with my food my fingers soil; Must keep my seat when I have done, Nor round the table sport nor run; When told to rise, then I must put My chair away with noiseless foot; And lift my heart to God above, In praise for all his wondrous love.

S

imple

S

ongs(Aaron Jay Kernis) 1. Hildegard of Bingen (1098-1179)

Holy Spirit, giving life to all life, moving all creatures, root o f all things, washing them clean, wiping out their mistakes, healing their wounds, you are our true life, luminous, wonderful, awakening the heart from its ancient sleep. 2. The Book of Psalm (Psam 1)

Blessed are the man and woman who have grown beyond their greed and have put an end to their hatred and no longer nourish illusions. But they delight in the way things are

and keep their hearts open, day and night. They are like trees planted near flowing rivers,

which bear fruit when they are ready. Their leaves will not fall or wither.

Everything they do will succeed. 3. Ryokan (1758-1831)

First days o f spring - the sky

is bright blue, the sun huge and warm. Everyting's turning green.

Carrying my m onk’s bowl, I walk to the village to beg for my daily meal.

The children spot me at the temple gate

Regole di comportamento a tavola p er bambini

Devo stare seduto in silenzio,

e ringraziare Dio prima di cominciare a mangiare; devo aspettare il mio turno con pazienza, finché non mi viene chiesto di porgere il piatto; non devo borbottare, lagnarmi, né mettere il broncio, non devo muovere la sedia, né giocherellare con il

[piatto, il coltello, la forchetta o II portatovagliolo;

non devo giocare, non devo cantare. Non devo parlare a vanvera,

perché i bambini vanno guardati, non sentiti; non devo fare commenti sul cibo,

non lamentarmi se non lo trovo buono. Non devo dire; “Il pane è vecchio” , “Il tè è caldo”, “Il caffè è freddo”; non devo fare bocconi troppo grossi, né parlare con la bocca piena;

devo voltare la testa per tossire o starnutire, e quando voglio qualcosa devo chiederlo

[“per favore”; non devo macchiare la tovaglia,

né sporcarmi le dita mangiando,

devo restare seduto anche quando ho finito, non scherzare né correre intorno al tavolo; quando mi danno il permesso di alzarmi,

devo mettere la sedia a posto senza fare rumore; e nel mio cuore rivolgere una preghiera a Dio per ringraziarlo del suo meraviglioso amore.

C

anti degli

I

nnocenti

(trad. Annamaria Ferrerò)

1. Ildegarda di Bingen (1098-1179) Santo Spirito,

che dai vita a ogni vita, che animi ogni creatura, radice di ogni cosa, che purifichi ogni essere lavando I peccati, chiudendo le ferite, tu sei la nostra vera vita, luminosa, meravigliosa, tu che risvegli il cuore dal suo antico torpore.

2. Libro dei Salmi (Vlll?-lll? secolo a.C.) (Salmo 1) Beati l'uomo e la donna

che hanno abbandonato ogni avidità, e hanno dimenticato gli odii

e non nutrono più illusioni.

Ma si compiacciono delle cose per come sono e tengono I cuori aperti, giorno e notte. Saranno come alberi piantati lungo corsi d ’acqua,

che daranno frutto a suo tempo e le loro foglie non cadranno mal;

riusciranno tutte le loro opere. 3. Ryokan (1 7 5 8 - 1831)

Primi giorni di primavera - il cielo è

azzurro e luminoso, il sole immenso e caldo. Ogni cosa rinasce.

Con la mia ciotola di monaco, cammino

[verso II villaggio a elemosinare II mio cibo quotidiano.

(28)

and happily crowd around, dragging at my arms till I stop. I put my bowl on a white rock, hang my bag on a branch.

First we praid grasses and play tug-of-war, then we take turns singing and keeping

[a kick-ball in the air: I kick the ball and they sing, they kick and I sing. Time is forgotten, the hours fly.

People passing by point at me and laugh; “Why are you acting like such a fool?” I nod my head and don’t answer I could say something, but why?

Do you want to know w hat’s in my heart? From the beginning of time: just this! ju st this! 4. Rumi

You are the notes, aad we are the flute. We are the mountain, you are the sounds

[coming down. We are the pawns and kings and rooks

you set out on a board: we win or we lose. We are lions rolling and unrolling on flags. Your invisible wind carries us through the world. 5. The Book of Psalms (Psalm 131)

Lord, my mind is not noisy with desires, and my heart has satisfied its longing. I do not care about religion

or anything that is not you. I have soothed and quieted my soul,

like a child at its mother’s breast. My soul is as peaceful as a child

sleeping in its mother’s arms.

F

our

P

roverbs

(Michael Torke)

I. Better a dish o f herbs where love is than a fatted ox and hatred with it.

II. Drink water from your own cistern, running water from your own well.

Flow may your water sources be dispersed abroad, streams o f running water in the streets?

When you lie down, she will watch over you, and when you wake, she will share your concerns; wherever you turn, she will guide you.

Let your fountain be yours alone, not one shared with strangers; and have jo y o f the wife o f your youth, your lovely hind, your graceful doe.

III. One man pretends to be rich, yet has nothing; another pretends to be poor, yet has great wealth.

IV. There is jo y for a man in his utterance; a word in season, how good it is!

A cheerful glance brings jo y to the heart; good news invigorates the bones. Even in laughter the heart may be sad, and the end o f jo y may be sorrow.

e mi si fanno Intorno festosi,

mi tirano per le braccia finché non mi fermo. Appoggio la ciotola su una roccia bianca, appendo a un ramo la sacca.

Prima preghiamo e giochiamo al tiro alla fune, poi a turno cantiamo e palleggiamo:

10 calcio la palla e loro cantano,

[loro calciano e io canto. Così dimentico II tempo, le ore volano.

La gente che passa mi indica e ride: “ Perché ti comporti da stolto?” Annuisco con la testa e non rispondo. Potrei dire qualcosa, ma perché? Volete sapere cosa c’è nel mio cuore?

Dall’inizio del tempo: solo questo! solo questo! 4. Rumi

Tu sei le note, noi siamo II flauto

noi siamo la montagna, tu i suoni che scendono. Noi siamo i pedoni e I re e le torri

che tu hai disposto sulla scacchiera:

[vinciamo o perdiamo. Siamo leoni arrotolati o srotolati sulle bandiere, 11 tuo vento invisibile ci porta per il mondo. 5. Salmi (Salmo 131)

Signore, la mia mente non è ingombra di desideri, e il mio cuore ha soddisfatto le sue brame. Non m’interessa la religione

né nessun’altra cosa all’infuon di te. Ho placato e acquietato la mia anima,

come un bimbo svezzato in braccio alla madre. La mia anima è in pace come un bambino

addormentato in braccio a sua madre.

Q

uattro proverbi

(trad. Annamaria Ferrerò)

I. Un piatto di verdura con l’amore è meglio di un bue grasso con l’odio.

(Proverbi: 15, 17) II. Bevi l'acqua della tua cisterna

e quella che zampilla dal tuo pozio,

perché le tue sorgenti non scorrano al di fuori e i tuoi ruscelli nelle pubbliche piazze.

Quando cammini ti guiderà, quando riposi veglierà su dite, quando ti desti ti parlerà. Ma siano per te solo

e non per degli estranei insieme a te. Sia benedetta la tua sorgente,

trova gioia nella donna della tua giovinezza: amabile cerva, graziosa gazzella.

(Proverbi: 5, 15-16; 6, 22; 5, 17-18) III. C ’è chi è ricco e non ha nulla;

c ’è chi è povero e ha molti beni.

(Proverbi: 13, 7) IV. È una gioia per l’uomo saper dare una risposta;

quanto è gradita una parola detta a suo tempo! Uno sguardo sereno allieta il cuore;

una notizia lieta rianima le ossa. Anche fra II riso il cuore prova dolore e la gioia può finire in pena.

(29)
(30)
(31)

M usica "in g e n u a e s e n tim e n ta le "

n e ll'A m e ric a di o g g i e di ieri

Naive and sentimental music, il titolo di un nuo­

vo componimento orchestrale di John Adams

inserito in un concerto diretto e ideato dal com­

positore stesso, allude a un dilemma attraver­

so il quale si possono leggere in filigrana le più

intriganti contraddizioni della musica america­

na di ieri e di oggi.

Bisogna dare atto a John Adams di avere

scelto acutamente il suo titolo e così pure il pro­

gramma che dirigerà alla testa dell’Ensemble

Modern di Francoforte. Vediamoli dunque da

vicino questo titolo e questo programma: Char­

les Ives con la sua Quarta sinfonia, Michael Gor­

don con Sunshine o f Your Love e Naive and

Sentimental Music dello stesso Adams. L’idea

di richiamare in maniera esplicita il titolo del

saggio di Schiller, Sulla poesia ingenua e sen­

timentale, non è da poco ma non è nemmeno

nuova per il compositore americano, che in al­

tri casi, vedi Harmonienlehre e Kammersym-

phonie, non ha esitato a ricorrere nei suoi com­

ponimenti a titoli celebri di Schoenberg.

Nelle pagine del suo saggio Schiller enun­

ciava un principio estetico infinitamente fertile,

capace di interpretare situazioni di volta in vol­

ta diverse. La poesia “ingenua” e quella “senti­

mentale” appartengono a due diverse epoche

e condizioni dello spirito e hanno entrambe un

fondamentale punto di riferimento nella natu­

ra. Ingenua è la forza creativa del genio che

vive in un’intatta simbiosi con la natura, qual­

cosa come una ideale condizione “primitiva” la

cui perfezione si nutre di quella teoria delle età

del genere umano di Giambattista Vico che tan­

to influì sui pensatori romantici. La condizione

“sentimentale” è caratterizzata dalla consape­

volezza della perdita di quella felice ingenuità:

conseguenza di quella perdita è la nostalgia che

si traduce nella condizione “sentimentale” del

rimpianto.

All’interno di questo schema di pensiero si

possono leggere i vari capitoli della storia della

civiltà e, perché no, anche quelli della storia del­

la musica. Isaiah Berlin, per esempio, lo ha fat­

to molto bene in un bell’articolo sul genio mu­

sicale del giovane Verdi, che a lui stava parti­

colarmente a cuore come ultimo esempio di

“poesia ingenua” in campo musicale.

Adesso è John Adams che ci invita a riflet­

tere con il titolo di questo suo nuovo

componi-TWIUGHT-

TH E F IN A L DIS­ APPEARANCE O F THE w s LATE- EDITIONS AMD THE

(32)

mento, ma non si tratta soltanto di una provo­

cazione intellettuale, bensì di un’allusione espli­

cita al travaglio di un compositore che cerca di

aprire a se stesso nuove vie.

Per cogliere il dilemma alla radice bisogna

ricordare che John Adams, pur essendo anco­

ra relativamente giovane (ha solo 52 anni), già

da parecchi anni occupa una posizione di ri­

lievo nello scenario della musica contempora­

nea. Colse infatti ampi consensi con alcuni la­

vori orchestrali e teatrali che lo qualificarono

come un brillante seguace della cosiddetta

corrente “minimalista” . Era un minimalista più

accurato ed evoluto, ma continuando su quel­

la strada che gli aveva procurato tanti succes­

si, sarebbe andato incontro alla condizione di

epigono di un linguaggio che altri avevano for­

giato prima di lui. Si mise dunque a cercare

una nuova strada, e da quel momento la ric­

chezza di riferimenti culturali nella sua opera

non ha fatto che crescere. Questo non vuol dire

che Adams abbia deciso di diventare un com­

positore neoclassico e neppure un neoroman­

tico, anche se le sue creazioni più recenti sono

caratterizzate da un ritorno nitido all’orizzonte

tonale e da una passione crescente per le gran­

di stagioni della musica romantica, contemplate

però con intelligente distacco.

Il vero problema con cui si misura Adams è

proprio quello manifestato dal titolo dal quale

ha tratto spunto questa riflessione: la moder­

na musica americana, ma anche quella di ieri,

è ingenua o sentimentale? Per applicare util­

mente la categoria dell’Ingenuità alla musica

americana bisogna innanzitutto considerare in

che misura la musica di questo o quell’autore

procede con fiducia verso il nuovo senza trop­

po lasciarsi condizionare dalle eredità culturali.

In questo senso il grande patriarca dell’in­

genuità musicale americana è Charles Ives, che

tanto insisteva bel dichiararsi un musicista di­

tre occupazioni. Il rifiuto del professionismo non

ha in questo caso nulla a che vedere con l’ari­

stocratica tradizione dei dilettanti di musica del­

l’età barocca; si colloca piuttosto su uno sfon­

do etico che finisce col separare nettamente

l’attività del musicista dalla dimensione della

prassi quotidiana. È una scelta gravida di con­

seguenze etiche ed estetiche tra le quali spic­

ca il desiderio di operare in condizioni di totale

libertà, lontano da tutti quei compromessi che

la scelta della musica come professione Inevi­

tabilmente comporta.

Un orientamento del genere è un po’ diffici­

le da comprendere, specialmente ai giorni no­

stri, ma è perfettamente conseguente con ta­

luni principi etici della società americana ai quali

Ives si sentiva profondamente attaccato. Per

questo personaggio così fieramente inventivo

l’esigenza di costruirsi una posizione solida e

rispettabile nella società veniva

prima di qualsiasi altra aspira­

zione, anche di quella di realiz­

zare i propri progetti musicali. In

questa dimensione di libertà ga­

rantita dallo svolgim ento di

un’altra attività (Ives si occupa­

va di assicurazioni), il composi­

tore poteva aprirsi a tutte le

chance dello sperimentalismo e

viverle con fede e candore inat­

taccabili. Non doveva cercare

consensi e nemmeno fare car­

riera, non doveva quindi anda­

re in cerca di quegli aggiornamenti linguistici e

di quelle mode culturali che tanto spesso fini­

scono col tarpare le ali ai compositori, ed è in

questa prospettiva di decondizionamento cul­

turale, oggi quasi incomprensibile, che ci si

deve collocare per comprendere la portata della

sua musica.

Operando In un orizzonte così scevro da

condizionamenti materiali e culturali Ives potè

essere, più di un secolo dopo le enunciazioni

di Schiller, un formidabile esemplare di musici­

sta “Ingenuo” e incarnare fino in fondo quella

tendenza allo sperimentalismo sorretta da for­

ti motivazioni Ideali che è sempre stata così

tipica della civiltà americana.

Altri musicisti seguirono, sia pure in maniera

diversa, lo stesso impulso. Conlon Nancarrow

andò a comporre nel deserto dove poteva tran­

quillamente cercare di trasferire sulle bande per­

forate della pianola meccanica i suoi utopici po-

llrltmi e Harry Partch si costruì con le sue mani

gli strabilianti strumenti capaci di manifestare il

In the future

(33)

P o tre b b e , a p rim a v is ta , s e m b ra re s c o n ta to l’a s c riv e re J o h n C a g e , p e r v ia d e l s u o ra p p o r ­ to c o n la n a tu ra , a lla c a te g o r ia d e i c o m p o s ito ­ ri “ in g e n u i” , m a n o n è c o s ì. C a g e rip e te v a s e m ­ p re “ le t s o u n d s b e th e m s e lv e s ” , p o ic h é p e r lui tu t t o e ra n a tu ra lm e n te s u o n o in q u a n to o g n i e v e n to a c u s tic o p o s s e d e v a u n a s u a a u to n o ­ m ia; m a il rito rn o a lla c o n d iz io n e n a tu ra le dei s u o n i, l’ im m e rs io n e nei s ile n z i e il fe rv o re m is ti­ c o di is p ira z io n e z e n lui li in te n d e v a , a lm e n o in p a rte , c o m e un g e s to p o le m ic o c o n tr o le o r g a ­ n iz z a z io n i c u ltu ra li u ffic ia li, c o n tr o un m o d o di c o n c e p ir e e p ra tic a re la m u s ic a e, p iù in g e n e ­ ra le la c u ltu ra , c h e a v e v a fin ito c o n l’ irrig id irs i in un s is te m a a rid o e s o ffo c a n te . A lla b a s e d e l­ le fe rv id e p ro v o c a z io n i di C a g e c ’e ra la n o s ta l­ g ia p e r u n a c o n d iz io n e p e r d u ta e tu tto q u e s to fin iv a c o n l’o rie n ta re la s u a v ita di in te lle ttu a le e la s u a o p e ra di m u s ic is ta n e lla d ire z io n e “ s e n ti­ m e n ta le ” .

Più v ic in o a lla c a te g o r ia s c h ille ria n a d e ll’ in ­ g e n u ità s e m b r a in v e c e un m u s ic is ta c h e p u re d a C a g e ric e v e tte im p u ls i e s u g g e s tio n i a d ir p o c o fo n d a m e n ta li: M o rto n F e ld m a n . L’ u s o p o ­ e tic is s im o d e l s ile n z io e di te m p i d ila ta ti fin o q u a s i a ll’ im m o b ilità c h e s e p p e fa re n e lla s u a m u s ic a ig n o ra n o q u a ls ia s i s u g g e s tio n e m is tic a e o rie n ta le ; n a s c o n o s e m p lic e m e n te d a l d e s i­ d e rio di ritro v a re u n a c o n d iz io n e p e rd u ta d e lla s e n s ib ilità , u n a c o n d iz io n e di tip o in fa n tile n e lla q u a le l’ u n iv e rs o a c u s tic o si s c h iu d e c o m e u n a re a ltà m is te rio s a m e n te v ib ra n te , s c o n fin a ta , ir­ ra g g iu n g ib ile e p e rc iò m e ra v ig lio s a m e n te s c o n ­ v o lg e n te . Il fa tto s te s s o d i m e tte re a lla b a s e d e lle p ro p ria p o e tic a m u s ic a le q u e s to in te n s o d e s id e r io d i r in a s c ita , fin is c e p e r c o llo c a r e l’o p e ra m u s ic a le di F e ld m a n n e lla c a te g o ria del “ s e n tim e n ta le ” . L a d ic o to m ia d i S c h ille r n o n c o n s e n te e c c e z io n i, è v e ro , m a n o n si p u ò n e ­ g a re c h e la c a p a c ità d e lla m u s ic a di F e ld m a n di a llu d e re a un o r iz z o n te n a tu ra le in c o n ta m i­ n a to s ia tr a le p iù g ra n d i c h e la m u s ic a d e l n o ­ s tro te m p o a b b ia p r o d o tto . S u lla b a s e di q u e s te p o c h e e s o m m a rie in ­ d ic a z io n i p o te te p ro v a re a s itu a re i c o m p o s ito ­ ri a m e ric a n i n e ll’u n a o n e ll’a ltra c a te g o ria . D o v e m e tte re a d e s e m p io S a m u e l B a rb e r e A a ro n C o p la n d ? D o v e G e rs h w in e C h a rlie P a rk e r? D o v e E llio tt C a rte r e M o rto n F e ld m a n ? D o v e S te v e R e ic h e T e rry R ile y? E in fin e , d o v e i tre c o m p o s ito r i d e l s o d a liz io di B a n g o n a C a n e A a ro n J a y K e rn is ? D o v e M ic h a e l T o rk e e J o h n H a rb is o n ? E a n c o ra , d o v e M ic h a e l D a u g h e rty e S te v e n M a c k e y ?

P e r in tro d u rre a lc u n i d e i c o m p o s ito ri più g io ­ v a n i c h e c o m p a io n o in q u e s ta lis ta si d e v e

c h ia m a re in c a u s a un p e rs o n a g g io s im p a tic o e in te llig e n te c o m e J a c o b D ru c k m a n . Q u e s to e c ­ c e lle n te m u s ic is ta , m o r to nel 1 9 9 6 , s v o ls e a n ­ c h e u n a p re z io s a a ttiv ità d id a ttic a d iv e n ta n d o , nel 1 9 7 6 , p ro fe s s o re di c o m p o s iz io n e a ll’ U n i­ v e rs ità di Yale. Q u i, tr a il 1 9 8 0 e il 1 9 8 4 , e b b e c o m e a llie v i D a v id L a n g , J u lia W o lfe , M ic h a e l G o rd o n , M ic h a e l T o rk e , A a ro n J a y K e rn is , M i­ c h a e l D a u g h e rty (tu tti p re s e n ti n e lla n o s tra ra s ­ s e g n a d e lle “A m e ric a n V o ic e s ”) n o n c h é B e tty O liv e ro e R o b e rt B easer. N o n si p u ò fa re a m e n o di c o n s ta ta r e c h e g ra n p a rte d e lla p iù s ig n ifi­ c a tiv a re a ltà m u s ic a le s ta tu n ite n s e di o g g i è u s c ita d a lla s u a s c u o la . M a c h i e ra J a c o b D ru c k m a n ?

(34)

r-na, o a n c h e

Chiaroscuro

, c o m m is s io n a to e d i­ re tto nel 1 9 7 6 d a L o rin M a a z e l, p e r re n d e rs i c o n to c h e si h a a c h e fa re c o n un m u s ic is ta di g ra n d e q u a lità .

N e g li a n n i O tta n ta D ru c k m a n o rg a n iz z a v a a N e w Y o rk l’ “ H o riz o n F e s tiv a l” ; P ie rre B o u le z a v e v a la s c ia to d a p o c o la d ire z io n e d e ll’O rc h e ­ s tra F ila rm o n ic a , e D ru c k m a n c e rc ò di s o s titu ­ ire la p r e c e d e n te e p iù s e v e ra lin e a c u ltu ra le c o n u n ’a ltra , p iù v a ria e a p e rta , c h e n o n d i­ s d e g n a v a a ffa tto le p r o p o s te n e o ro m a n tic h e e m in im a lis te . D ru c k m a n e ra c o lto e lu n g im ira n ­ te e le a v v e n tu re d e lla m u s ic a c o n te m p o ra n e a le a v e v a v is s u te tu tte in p rim a p e rs o n a . P er anni e ra s ta to un s e g u a c e c o n v in to d e lla m u s ic a s e ria le , m a a p a rtire d a g li a n n i S e tta n ta c o m in ­ c iò a in c lu d e re n e lla s u a m u s ic a n u m e ro s e e filtr a tis s im e s u g g e s tio n i c h e p ro v e n iv a n o d a l p a s s a t o . L e s ta g io n i c h e o r g a n iz z a v a p e r l’ “ H o riz o n F e s tiv a l" n o n e ra n o l’e s p re s s io n e di un s e n tim e n to p o le m ic o c o n la le a d e rs h ip p re ­ c e d e n te , m a n a s c e v a n o d a u n a c a p a c ità di s in ­ te s i c h e s a p e v a a c u ta m e n te s p in g e re lo s g u a r­ d o v e rs o l’a v v e n ire . V e d ia m o c o m e D ru c k m a n è in g ra d o di c o m ­ p e n d ia r e e ffic a c e m e n te q u e s to p e n s ie r o in p o c h e rig h e :

Fio sempre pensato che i momenti rivoluzionari nella storia della musica si sono visti insidiare da una sorta di movimento sotterraneo che finisce col contrastare le vanità intellettuali dei compositori. Si può dire che ciascuno di questi contestatori ha preso posizione contro le realizzazioni più altisonanti del suo tempo... Non c ’è dubbio che ci troviamo oggi in una fase di profondo cambiamento. Basta considerare per un mo­ mento il mondo della musica pop e la cultura giovani­ le in genere, con le sue risorgenze di misticismo, di religiosità e di culti astrologici. Noi compositori co­ minciamo di nuovo a parlare di moralità della musica

o di esperienze esaltanti. Quando siamo colpiti da un brano musicale ricominciamo a usare l’aggettivo b e l­ lo che da parecchi anni avevamo smesso di usare. Sono convinto che molti di noi sono in cerca di espe­ rienze del genere e non vedo ragione alcuna per non aggiungere tutto questo alle sofisticatezze che abbia­ mo conquistato negli anni trascorsi.

N o n v ’è d u b b io c h e gli e x a llie vi h a n n o p re s o in p a ro la il lo ro m a e s tro a g g iu n g e n d o c o n la m a s ­ s im a lib e rtà tu tte le s u g g e s tio n i del m o n d o c o n ­ te m p o ra n e o , a n c h e q u e lle q u o tid ia n e c o n i loro fe n o m e n i p iù d iffu s a m e n te c o n s u m is tic i, ai più c o n s o lid a ti s u b s tra ti c u ltu ra li. L’o riz z o n te in cu i si s itu a n o le p r o p o s te m u s ic a li di A a ro n K er- nis, M ic h a e l T o rk e , d e i tre c o m p o s ito r i di B a n g o n a C a n , di M ic h a e l D a u g h e rty , di S te v e n M a c - k e y e a n c h e d e llo s te s s o J o h n A d a m s , è in c re ­ d ib ilm e n te v a s to m a tu tte q u e lle m a n ife s ta z io ­ ni m o s tra n o , p u r tr a s ig n ific a tiv e d iffe re n z e , un e le m e n to c o m u n e d a to d a i d e s id e rio di fa rla fin ita c o n q u a ls ia s i tip o di s c h e m a tis m o c u ltu ­ rale.

S te v e n M a c k e y , J o h n A d a m s e J o h n F la rb i- s o n s o n o n e lla n o s tra ra s s e g n a d e lle “A m e r i­ c a n v o ic e s ” le s o le c h e n o n s c a tu r is c o n o dal fo y e r a lim e n ta to d a J a c o b D ru c k m a n e s ta n n o a d im o s tra re c o n la q u a lità d e lla lo ro m u s ic a q u a n to v a s ta e q u a s i in a ffe rra b ile s ia la v a rie tà d e lla m u s ic a a m e ric a n a di o g g i.

E s s e n d o n a to nel 1 9 3 8 , J o h n F la rb is o n è il p iù a n z ia n o d e i tre e p o s s ia m o d e fin irlo , c o n t u tta la s im p a tia e l’a m m ira z io n e c h e m e rita , un c la s s ic o e s e m p la re di in te lle ttu a le a m e r ic a ­ n o a lla m a n ie ra di u n a v o lta . È n a to nel N e w J e rs e y , ha s tu d ia to a P rin c e to n , h a a v u to in ­ c o n tr i s ig n ific a tiv i c o n d e i c la s s ic i d e lla v e c c h ia a v a n g u a rd ia a m e ric a n a c o m e R o g e r S e s s io n e W a lte r P is to n , è in p o s s e s s o di u n a s o fis tic a ­ ta c u ltu r a le tte ra ria c h e gli c o n s e n te di d ia lo ­ g a re m u s ic a lm e n te c o n i v e rs i di M o n ta le e di H o e id e rlin , m a è a n c h e un e c c e lle n te p ia n is ta ja z z e la s u a o p e r a su un s o g g e tto tr a tto d a

II

grande Gatsby

d i F ra n c is S c o tt F itz g e ra ld , a n ­ d rà in s c e n a al M e tro p o lita n di N e w Y o rk p r o ­ p rio nei g io rn i in c u i S e tte m b re M u s ic a a lle s ti­ s c e la s u a ra s s e g n a di v o c i a m e ric a n e .

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