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VIAGGIO DEL PAPA NEGLI USA

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L

o Spirito Santo promesso da Gesù viene donato agli apostoli riuniti nel Cenacolo.

Negli Atti degli Apostoli (2,1-11) Luca descrive la venuta dello Spirito Santo utilizzando i simboli classici che accom- pagnano l’azione di Dio: un rombo come di vento gagliardo, le lingue come di fuo- co che si dividono e si posano su ciascu- no dei presenti.

Con la venuta dello Spirito a Pentecoste e la nascita della comunità cristiana inizia in seno all'umanità una storia nuova, ro- vesciata rispetto alla storia di Babele. La torre di Babele che gli uomini erigono verso il cielo è il simbolo della tentazione dell'uomo di costruire una città senza Dio e cercare salvezza in se stessi, dal basso, con le proprie forze. Un tentativo idolatra destinato al fallimento. A Babele gli uo- mini non si intendono più, si confondono le lingue. A Pentecoste gli uomini di lin- gue diverse si incontrano e si intendono.

Uno dei compiti che lo Spirito affida alla Chiesa è di imprimere alla storia umana un movimento di riunificazione che non viene dalla forza umana ma dal- l’alto, dallo Spirito che richiede libertà, adesione interiore da parte dell’uomo.

Lo Spirito apre i discepoli sul mondo e dà loro il coraggio di proporsi in pubbli- co, di raccontare davanti a tutti <<le grandi opere di Dio>>(2,11). Lo Spirito del Risorto, oltre a donare agli uomini la pace, dona anche la forza per passare dal- la chiusura all’apertura, dalla fuga alla

“presenza” e dalla paura di dire qualcosa al farsi capire da tutti.

Lo Spirito Santo effuso sui discepoli e, tramite loro, su tutti i cristiani, ci aiuta a passare innanzitutto dal timore alla con- solazione: non a caso nella preghiera di sequenza il giorno di Pentecoste invo- chiamo lo Spirito come <<Consolatore perfetto, dolcissimo sollievo>>.

Lo Spirito Santo non è dato solo per por- tare la salvezza fino ai confini della terra;

egli è la salvezza. Non è solo un aiuto per la missione, è la vita stessa. Quando vie- ne lo Spirito Santo, ecco il miracolo! Egli mostra all’uomo un diverso volto di Dio:

il Dio che è suo alleato, non avversario, il Padre buono che non ha risparmiato per lui il proprio Figlio. Nel suo cuore spunta un sentimento nuovo: quello del figlio, e dal suo labbro esce finalmente il grido:

Abbà, Padre! Questo significa essere ri- generati e rinascere dallo Spirito.

Lo Spirito Santo è per tutta la Chiesa e per i singoli credenti principio di unione e di unità (LG 13), la Chiesa da sempre lo invoca: “Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce”.

T u t t i f u r o n o T u t t i f u r o n o T u t t i f u r o n o T u t t i f u r o n o

p i e n i d i p i e n i d i p i e n i d i p i e n i d i S p i r i t o S a n t o S p i r i t o S a n t o S p i r i t o S a n t o S p i r i t o S a n t o

Padre Angelo vescovo

C

on grande solennità il 28 aprile è stata celebrata la festa di San Panfilo, patrono della città di Sulmona

e dell’intera dio- cesi.

La Basilica Cat- tedrale non è riuscita a conte- nere i tanti fede- li, molti sono stati costretti a rimanere fuori per seguire la liturgia.

Al mo me nto

della processione una folla si è accalcata lungo viale

Roosevelt, un vero tripu- dio al santo patrono.

Monsignor Angelo Spi- na ha presieduto la so- lenne celebra- zione eucari- stica con tanti sacerdoti e i s e mi n a r is ti . Ha tenuto una profonda e toccante ome- lia.

Ecco le sue parole:

“ C a r i s s i m i fratelli e sorelle nella fede, carissimi sacerdo- t i ,

N

el pomeriggio di martedì in albis 25 marzo 2008, dalla Chiesa dell’Annun- ziata in Sulmona è partito il primo pellegrinaggio diocesano dei giovani, promosso da Sua Eccel- lenza Mons. Angelo Spi- na, in collaborazione con

Padre Vito Torrano, parro- co del Santuario Santa Maria della Libera, Don Ezio Rossi, sdb, parroco di Cristo Re a Sulmona e da Don Palmiero Amatange- lo, responsabile della pa- storale giovanile diocesa- na.

VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA VIAGGIO DEL PAPA

NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA NEGLI USA

C

on la benedizione del vescovo monsi- gnor Angelo Spina, e la posa della prima pietra sono state “tenute a battesi- mo” martedì 29 aprile le due nuove chiese che tra poco più di un anno si ag- giungeranno al patrimonio

del territorio diocesano: il complesso parrocchiale

“Maria Santissima Ausi- liatrice” in via San Polo, a Sulmona e il centro par- rocchiale “San Giovanni da Capestrano” a Torrone (nel comune di Introdac- qua).

U

n viaggio storico: è questa la definizione più adatta per l’iti- nerario negli Stati Uniti appena compiuto da Bene- detto XVI, anche se è ov- viamente troppo presto per capire in che senso questa valutazione vada compresa.

I commenti giornalistici sono già numerosissimi, innanzi tutto in America, e non è facile trovarvi un filo prevalente, se non quello, appunto, dell’importanza di questa visita, fitta di avve- nimenti e di simboli:

dall’accoglienza inusuale appena giunto sul suolo statunitense da parte dello stesso Presidente George W. Bush a quella straordi- naria alla Casa Bianca, dal

discorso generale delle Na- zioni Unite fino alla com- movente preghiera silenzio- sa a Ground Zero, in un clima grigio e freddo che è sembrato all’improvviso intonarsi, dopo alcune splendide giornate primave- rili, al ricordo dell’abisso spaventoso apertosi l’11 settembre 2001 e al racco- glimento profondo che, uni- co, ha potuto affrontare

quella tragedia nell’invoca- zione rivolta dal Papa al Creatore.

Ma la visita alla Chiesa sta- tunitense del vescovo di Ro- ma è stata appunto ricchissi- ma. Come non ripensare alle splendide e accurate liturgie che hanno scandito le gior- nate americane di Benedetto XVI? In queste celebrazioni il gregoriano e la polifonia in latino si sono mescolati con suggestione a canti so- lenni e gioiosi in diverse lingue, accompagnate anche da trombe e tamburi, sottoli- neando così la continuità e la vitalità della tradizione liturgica cattolica: dalla pre- ghiera della sera con tutti i vescovi del Paese nel san-

tuario internazionale di Wa- shington sino alle grandi messe. Nella Cattedrale ne- wyorkese di San Patrizio, certo, ma anche negli stadi delle due grandi squadre di baseball, i Nationals della capitale federale e gli Yan- kees a New York, nel Bronx, dov’era di casa il mitico Joe Di Maggio, abi- tuato a ringraziare Dio di averlo fatto , appu nto , Ramon PeraltaRamon Peralta Ramon Peralta

Maurizio NannaroneMaurizio NannaroneMaurizio Nannarone

(Continua a pag.2)

(Continua a pag.5) (Continua a pag.6)

(Continua a pag.4)

(2)

Due grandi strutture pensate “per dare ri- sposte” è stato sottolineato “in due aree di espansione”. Molti i fedeli presenti nella frazione di Introdacqua venuti insieme ai parroci e alle autorità militari e civili. Le tante persone presenti hanno partecipato al rito di benedizione dell’area degli edifici di culto e della posa della prima pietra con raccoglimento e preghiera.

Il vescovo tra le tante cose ha tenuto a sot- tolineare: “spesso sentiamo dire più case e meno chiese”, io rispondo dicendo più case si, più case per tutti, belle, funzionali, a costi accessibili soprattutto per le giovani famiglie. Ma sono necessarie nuove chiese perché la parrocchia, come dice il nome stesso, è “casa tra le case”, luogo dove ce- lebriamo i sacramenti, eventi di salvezza.

E’ nella parrocchia che facciamo scuola di comunione e di comunità.

Cosa sarebbe la nostra bella città di Sulmo- na senza le chiese? E allora più case belle come in queste località in espansione e più chiese per costruire la civiltà dell’amore.

Grazie ai vescovi monsignor De Logu e monsignor Di Falco perché hanno saputo leggere i segni dei tempi e preparare con grande impegno e sacrificio questo mo- mento di grazia.”

COMPLESSO PARROCCHIALE COMPLESSO PARROCCHIALE COMPLESSO PARROCCHIALE COMPLESSO PARROCCHIALE

“MARIA SS.MA AUSILIATRICE”

“MARIA SS.MA AUSILIATRICE” “MARIA SS.MA AUSILIATRICE”

“MARIA SS.MA AUSILIATRICE”

SULMONA SULMONA SULMONA SULMONA

Periodico della Diocesi di Sulmona-Valva Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 2 2 2 2

per mille IRPEF.

Il costo complessivo dell’opera è di Euro 2.167.600,00. Il contribu- to della CEI è di Euro 1.626.000,00 pari al 75% del co- sto, la Parrocchia e la Diocesi di Sulmo na -Valva interve ngo no per il restante 25 % pari ad Euro 54- 1.600,00. La Parrocc hia e la Dio- cesi dovranno provvedere all’ar- redame nto sia della Chiesa che dell’intero co mplesso parrocchia- le.

Con la Direzio ne dei Lavori del- l’Ing. Tirabassi Pascucci Pietro il 25 settembre 2006 ha nno avuto inizio i lavori affidati all’Impresa Di Prospero s.a.s. di Di Prospero Giacomo & C., con sede in Pesca- ra.

Oggi, martedì 29 aprile 2008, pre- senti il Presbiterio Diocesano, le Autorità Civili e Militari e il Po- polo Santo di Dio , Mo ns. Angelo Spina , Vescovo della Diocesi di Sulmo na -Valva , procede alla Be- nedizio ne dell’area e alla colloca- zio ne della Prima Pietra del co- struendo Complesso Parrocchiale.

costituzio ne la parrocc hia faceva richiesta al Comu ne di individua re e concedere u n’area per la costru- zio ne del co mplesso parrocc hiale come previsto da norme urbanisti- che. Mo ns. Giuseppe Di Falco rin- novò più volte alle Amministra zio- ni Co mu nali c he si sono succedute la richiesta urge nte di destinare u- n’area per la costruzio ne del nuovo complesso parrocchiale. Solo nel periodo di gestione Commissariale del Comu ne, co n atto ro gato del Segretario Co mu nale del Co mu ne di Sulmo na, il 23 aprile 2004 fu concessa l’area attuale di circa 4.000 mq.

Il Pro getto del nuovo Complesso Parrocchiale redatto dall’Arch. Lul- li Guglielmo fu presentato al Servi- zio Nazio nale per l’Edilizia di Cul- to della Confere nza Episcopale Ita- liana il 5 marzo 2005.

Il 30 marzo 2006, a firma dell’- Em.mo Card. Ca millo Ruini, Presi- dente della CEI, fu tras messo a Mo ns. Giuseppe Di Falco il Decre- to dell’assegnazio ne formale del contributo della Confe renza Epi- scopale Italiana per la realizzazio ne del Complesso con i fondi dell’8 dei fedeli – dev’essere nitida e a-

datta alla preghiera e alle sacre funzio ni” In questa “casa di Dio”, la verità e l’armo nia dei segni c he la costituiscono devono manifesta- re Cristo che in quel luo go è pre- sente e agisce (Cf. Conc. Ecum.

Vat. II, SC 7-122-127 ; PO 5).

Per dare risposta alle esigenze reli- giose nella zo na di nuova espansio- ne edilizia del nuovo e popoloso quartiere della zo na PEEP in Sul- mo na, co nosciuta col no me di

“Pia noro della Pote nza” Mo ns.

Salvatore Delogu vi erigeva cano- nica me nte, co n decreto del 1° ago- sto 1984 la Parrocchia Maria SS.ma Ausiliatrice. L’inc reme nto ulteriorme nte avvenuto, la distanza notevole dalla parrocchia di Cristo Re cui la popolazione interessata faceva ancora capo e le continue sollecitazioni ha nno posto l’urge n- za di realizzare un nuovo co mples- so parrocchiale per dare autono ma vita alla parrocchia eretta. Con de- creto del Ministero de gli Interni D.G.A.C. n° 413 del 7 novemb re 1986, pubblicato nella G.U. del 18 nove mbre 1986 , si otte neva il rico- noscimento civile. Fin dalla sua

I

l culto “in spirito e verità” (Gv 4,24) della Nuova Alleanza no n è le gato ad u n luo go esclu- sivo. Tutta la terra è santa e affida- ta ai figli degli uo mini. Quando i fedeli si riuniscono in uno stesso luogo , la realtà più impo rta nte è costituita dalle “pietre vive”, mes- se insieme “per la costruzio ne di un edificio spirituale” (1Pt 2,4-5 ).

Il Corpo di Cristo risorto è il te m- pio spirituale da cui sgorga la sor- ge nte d’acqua viva. Incorporati a Cristo dallo Spirito Sa nto, “noi siamo il tempio del Dio vivente” (2 Cor 6,16).

I Cristiani costruisco no edifici de- stinati al culto divino, tali chiese visibili no n sono semplici luo ghi di riunio ne, ma esse significano e ma- nifesta no la Chiesa che vive in quel luogo, dimora di Dio con gli uomini rico nciliati e u niti in Cri- sto.

“La casa di preghiera – in cui l’Eu- caristia è celebrata e conservata; in cui i fedeli si riuniscono ; in cui la presenza del Figlio di Dio nostro Salvatore, che si è offerto per noi sull’altare del sacrificio, viene ve- nerata a sostegno e consolazio ne

COMPLESSO PARROCCHIALE “SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO”

COMPLESSO PARROCCHIALE “SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO” COMPLESSO PARROCCHIALE “SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO”

COMPLESSO PARROCCHIALE “SAN GIOVANNI DA CAPESTRANO”

INTRODACQUA INTRODACQUA INTRODACQUA INTRODACQUA

L

a Parrocchia di Sa n Giovan- ni da Capestrano è stata e- retta canonica me nte da Mo ns. Giuseppe Di Falco con De- creto Vescovile del 29 giu gno 1986. Con Decreto del Ministero degli Interni D.G.A.C. n° 415 del 7 nove mbre 1986 , pubblicato nella G.U. del 19 novembre 1986, si ot- teneva il riconoscime nto civile.

Il nuovo Co mplesso Parrocc hiale di S. Giovanni da Capestrano sorge su un’area di circa mq. 11.300 sita nel Comu ne di Introdacqua, posta a confine co n il Comu ne di Sulmo na, nella fra zio ne di Torrone, lu ngo la trada provinciale omo nima. La sua posizio ne è baricentrica rispetto ad un siste ma insediativo sparso a bassa densità che interessa sui con-

fini i territori co mu nali di Sulmo- na, Introdacqua e Bu gnara. Que- sto sistema è articolato sulle Stra- de Provinciali del Torro ne e della Torre e parte della Frazio ne

“Area Bo na” di Sulmo na , per ri- compre ndere la Frazio ne

“Torro ne” in co mu ne tra Su lmo- na, Introdacqua e Bugnara, la Fra- zio ne “Ca nto ne” di Introdacqua e la Frazio ne “Banc hette” di Sul- mo na. Esso naturalme nte abbrac- cia poi un considerevole nu mero di “case sparse” collocate lungo le strade principali e secondarie, con particolare riferime nto alle

“case orto” di Introdacqua. Un sistema urbanistico con spiccate caratteristiche residenziali, costi- tuito da abitazio ni per lo più u ni-

Dalla prima pagina

L e s c r i t t e s u p e r g a m e n a i n s e r i t e n e l l e d u e p i e t r e L e s c r i t t e s u p e r g a m e n a i n s e r i t e n e l l e d u e p i e t r e L e s c r i t t e s u p e r g a m e n a i n s e r i t e n e l l e d u e p i e t r e L e s c r i t t e s u p e r g a m e n a i n s e r i t e n e l l e d u e p i e t r e

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familiari, in no tevole espansione ne gl’ultimi anni per u na do ma nda provenie nte soprattutto dalla città di Sulmo na. Gli spazi di culto esi- stenti sono rappresentati dalla Chiesetta di S. Maria delle Grazie all’Area Bo na e da quella della Madonna del Rosario a Cantone.

Esse, pur assai importa nti nella tradizio ne locale per i reside nti, sono di dimensio ni ridotte ed oggi del tutto insufficie nti per le esigen- ze di u na popola zio ne in forte cre- scita. Il nuovo Ce ntro Parrocc hiale di S. Giovanni da Capestrano do- vrà diventare u n riconoscibile ele- me nto u nifica nte delle diverse Fra- zio ni ed un forte eleme nto di ide n-

tificazio ne e radicame nto per i loro abita nti co me co mu nità par- rocchiale al di la delle diverse ap- partene nze comu nali. Per la co- struzio ne della C hiesa, ad u na p ri- ma area acquisita nel 1993 dal pri- mo parroco della Comu nità Par- rocchiale il Sac. Palmie ro A ma- tangelo, ne fu individuata e acqui- sita una più a mpia nel 1998 dal Sac. Antonio Berluti c he tenace- me nte ne fa voluto la pro getta zio- ne.

Il Pro getto del nuovo Co mplesso Parrocchiale redatto dall’Arc h. La Gatta Pietro fu presentato al Ser- vizio Nazio nale per l’Edilizia di Culto della Conferenza Episcopale

Italia na il 12 luglio 2004.

Il 10 ge nnaio 2006 , a firma dell’Em.mo Card. Camillo Ruini, Presidente della CEI, fu trasmesso a Mons. Giuseppe Di Falco il De- creto dell’assegnazio ne fo rmale del contributo della Confe renza Epi- scopale Italiana per la realizzazio ne del Complesso con i fondi dell’8 per mille IRPEF.

Il costo co mplessivo dell’opera è di Euro 1.647.979,70. Il co ntributo della CEI è di Eu ro 1.235.984,78 pari al 75% del costo, la Parrocchia e la Diocesi di Sulmo na-Valva in- tervengo no per il restante 25% pari ad Euro 411.994,92. La Pa rrocchia e la Diocesi dovranno p rovvedere

all’arredame nto sia della Chiesa che dell’intero complesso.

Con la Direzio ne dei Lavori dell’Arch. La Gatta Pietro il 23 agosto 2006 ha nno avuto inizio i lavori affidati all’Imp resa Di Pro- spero s.a.s. di Di Prospero Giaco- mo & C., con sede in Pescara.

Oggi, martedì 29 aprile 2008, pre- senti il Presbiterio Diocesano, le Autorità Civili e Militari e il Popo- lo Santo di Dio, Mo ns. Angelo Spi- na, Vescovo della Diocesi di Sul- mo na-Valva, procede alla Benedi- zio ne dell’area e alla collocazione della Prima Pietra del costruendo Complesso Parrocchiale.

Periodico della Diocesi di Sulmona-Valva Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 3 3 3 3

del Vescovo

SABATO 10 MAGGIO SABATO 10 MAGGIO SABATO 10 MAGGIO SABATO 10 MAGGIO

11.00: Carapelle Calvisio presiede l’Eucarestia e la processione 15.30: Alfedena Benedizione della Chiesa e celebrazione Eucaristica 17.30: Roccacasale presiede la celebrazione della Confermazione 21:00: Cattedrale di Sulmona presiede la Veglia di Pentecoste DOMENICA 11 MAGGIO

DOMENICA 11 MAGGIO DOMENICA 11 MAGGIO DOMENICA 11 MAGGIO

11.00: Palena presiede la celebrazione della Confermazione 14.30: Partecipa alla celebrazione dei 100 anni del sig. Arcangelo

17.00: Popoli Chiesa S. Lorenzo presiede la celebrazione della Conferma- zione

LUNEDI’ 12 MAGGIO LUNEDI’ 12 MAGGIO LUNEDI’ 12 MAGGIO LUNEDI’ 12 MAGGIO

11.00: Goriano Sicoli presiede la celebrazione Eucaristica e la processione festa Santa Gemma

17.00: Partecipa al convegno sul volontariato – Comunità Montana Sulmo- na

MARTEDI’ 13 MAGGIO MARTEDI’ 13 MAGGIO MARTEDI’ 13 MAGGIO MARTEDI’ 13 MAGGIO

10.30: Seminario di Chieti presiede l’incontro regionale dei direttori degli uffici delle comunicazioni sociali

16.30: Udienze in episcopio MERCOLEDI’ 14 MAGGIO MERCOLEDI’ 14 MAGGIO MERCOLEDI’ 14 MAGGIO MERCOLEDI’ 14 MAGGIO

10.30: Barrea visita alla casa parrocchiale e alla casa degli anziani 17.00: Incontra i pellegrini di Isernia a Castelvecchio Subequo

GIOVEDI’ 15 MAGGIO GIOVEDI’ 15 MAGGIO GIOVEDI’ 15 MAGGIO GIOVEDI’ 15 MAGGIO

Partecipa al convegno sui laici promosso dal Pontificio Consiglio per i laici – Albano (RM)

VENERDI’ 16 MAGGIO VENERDI’ 16 MAGGIO VENERDI’ 16 MAGGIO VENERDI’ 16 MAGGIO

Partecipa al convegno sui laici promosso dal Pontificio Consiglio per i laici – Albano (RM)

SABATO 17 MAGGIO SABATO 17 MAGGIO SABATO 17 MAGGIO SABATO 17 MAGGIO

Partecipa al convegno sui laici promosso dal Pontificio Consiglio per i laici – Albano (RM)

17.30: Sulmona Cattedrale presiede la celebrazione della Confermazio- ne

19.00: Sulmona S. Filippo presiede la celebrazione della Confermazione DOMENICA 18 MAGGIO

DOMENICA 18 MAGGIO DOMENICA 18 MAGGIO DOMENICA 18 MAGGIO

11.00: Sulmona S. Francesco di Paola presiede la celebrazione della Confermazione

16.30: Popoli presiede la celebrazione Eucaristica nella chiesa della SS.Trinità

18.30: Chiesa Annunziata presiede la celebrazione della Confermazione LUNEDI’ 19 MAGGIO

LUNEDI’ 19 MAGGIO LUNEDI’ 19 MAGGIO LUNEDI’ 19 MAGGIO

Mattina: partecipa al percorso a piedi da Castel di Sangro ad Isernia con i pellegrini devoti di S.Pietro Celestino di Isernia

Pomeriggio: presiede la celebrazione Eucaristica nella Cattedrale di Iser- nia

MARTEDI’ 20 MAGGIO MARTEDI’ 20 MAGGIO MARTEDI’ 20 MAGGIO MARTEDI’ 20 MAGGIO

Mattina: Udienze in Episcopio

17.00: Relazione alla Università della libera età

19.00: Partecipa alla presentazione del libro l’autobiografia di Celestino V

Pratola—Processione della Madonna della Libera.

La preghiera del Santo Rosario non è una semplice ripetizione litanica di parole ma è il momento dell’incontro con Maria; è il luogo in cui Madre e figlio percorrono insieme la strada che conduce a Dio. In questa preghiera tutto il popolo cristiano, i poveri e i semplici insieme ai dotti; in un

unico anelito e ad una sola voce, parla a Maria con parole prima di invocazione e poi di contemplazione.

Nel Rosario tutti impariamo ad accostarci a quella giovane fanciulla di Nazaret con fami- liarità e semplcità e in questo dialogo impariamo a guardare ai misteri della vita di Gesù con lo sguardo di colei che gli fu più vicina.

Avviene così che durante la preghiera del Santo Rosario, salutando la Madre, contem- pliamo il Figlio. Mentre ripetiamo il sa- luto dell’angelo ci immergiamo nella vita di Cristo, imparando a guardarla alla luce del Sì di Maria piena di fiducia in Dio.

“Tu sei benedetta fra le donne e benedet- to è il frutto del tuo seno, Gesù” sono le parole che incessantemente ripetiamo lungo tutta la nostra preghiera e che por- giamo a Maria nella gioia della nascita di

suo Figlio, nel supremo atto d’amore del- l’ultima cena, nel dolore straziante della sua morte in croce, nel vederlo glorioso e raggiante il giorno della risurrezione. In tutti questi eventi impariamo dalla Madon- na a credere che quel Dio fattosi uomo manterrà le sue promesse ed entrerà nelle nostre vite per “trasformare il nostro la- mento in danza” (cfr. Salmo 29).

Tante persone, tante famiglie si raccolgo- no in preghiera per la recita del Santo Ro- sario; così facendo inseriscono tutta la loro giornata e il loro piccolo si nella grande onda del Si di Maria che giunge sempre al cuore di Dio. Mese di maggio, mese di Maria, prendiamo in mano la corona e il Santo Rosario.

Riportiamo una testimonianza:

“Un compagno di viaggio”

Se dovessi esprimere ciò che il Santo Ro- sario è nella mia vita, direi: “un insepara- bile compagno di viaggio”. All’inizio del cammino di conversione mi sentivo spinta ad appartarmi in casa per pregarlo, pur non avendolo mai fatto prima e ricordo ancora il pellegrinaggio ad un Santuario mariano durante il quale, con gioia e desiderio grande, sgranavo la corona avvertendo

tutto l’amore e la presenza di Maria.

Da allora questa preghiera mi accompa- gna in ogni momento della giornata e in ogni situazione di vita. Nella recita comu- nitaria né sperimento la forza di interces- sione e la sua capacità di creare e ricreare comunione.

Nei momenti di prova mi affido a Maria attraverso la preghiera del Rosario con la certezza che ella mi provvede pace e forza d’animo e mi mostra la via di uscita che io, nella mia fragilità, non vedo. Il Rosa- rio è come un’ancora gettata in un mare in tempesta!

Al Rosario affido le pene di tanti fratelli e sorelle malati, afflitti, preoccupati, che il Signore mette sul mio cammino, fiduciosa che la Mamma Celeste, quale potente Re- gina, se ne fa carico ottenendo per ciascu- no le grazie necessarie secondo il cuore di Dio. Il Rosario è anche il modo migliore che trovo per ringraziare il Signore per ogni suo intervento provvidenziale nella mia e altrui vita.

Camminare con il Rosario è vivere mano nella mano con Maria, una mano di Ma- dre che guida, sostiene, rialza, corregge, protegge e indica la via maestra per amare Gesù.

IL SANTO ROSARIO IL SANTO ROSARIO IL SANTO ROSARIO IL SANTO ROSARIO

“Dolce catena che ci rannoda a Dio”

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Alle ore 15.00 nella Chiesa dell’An- nunziata, il vescovo ha accolto con molta gioia i numerosi partecipanti al pellegrinaggio, consegnando a tutti un foulard di colore celeste, manifestando la bellezza di essere in comunione e di camminare uniti sui passi della fede e dell’amore, frater- namente nella gioia di Cristo Risor- to. Il Vescovo ha tenuto a sottoline- are che il grande pellegrinaggio lo ha fatto Dio verso l’umanità invian- do alla Vergine Maria l’Angelo a portare l’annuncio dell’Incarnazio- ne. Dal “sì” detto da Maria è stato possibile la venuta di Dio tra gli uo- mini.

Erano circa 400 i partecipanti tra giovani, bambini e “giovani in spiri- to”, i sacerdoti della diocesi e reli- giose, che dalla chiesa dell’Annun- ziata, preceduti da una grande icona della Madonna della Libera e dalla croce in legno, portata a spalla dal vescovo, dai sacerdoti, dai giovani hanno attraversato le vie di Sulmona per proseguire verso Pratola.

La croce segno che precede e ac- compagna le giornate mondiali della gioventù ha attraversato il territorio

con una particolare caratteristica di cielo sereno, di cime imbiancate, di alberi esplosi nei fiori e nei colori della primavera, di cuori giovani, colmi di speranza e di gioia nell’af- frontare il cammino.

I giovani salesiani e scout della par- rocchia di Cristo Re hanno animato durante il tragitto durato due ore con la musica e i canti. Durante il cam- mino il clima di allegria, di sempli- cità, di condivisione, di conoscenza è stato molto forte. Arrivati alle por- te di Pratola Peligna, il vice- Sinda- co ha accolto il vescovo, i sacerdoti, i ragazzi e molti cittadini del paese hanno aspettato e salutato affettuo- samente i partecipanti alla marcia.

Dopo una sosta di ristoro nel cortile dei padri maristi a Pratola, il pelle- grinaggio si è concluso nel Santua- rio della Madonna della Libera, do- ve centinaia di persone della Valle Peligna attendevano l’arrivo dei gio- vani.

Don Luigi Giovannoni, salesiano della comunità di Ortona, ha tenuto una riflessione sui giovani di oggi e in particolare il posto che Cristo occupa nella loro vita oggi. “Voi siete i giovani dell’oggi e non del futuro, come vogliono farvi crede- re…Siete oggi persone vive e impe- gnate… non bisogna lasciarsi sugge- stionare dai profeti di sventura che parlando dei giovani del futuro e li ingannano sull’oggi della vita”. Ri- prendendo le parole del Santo Padre

“Invierò su di voi lo Spirito Santo”, che guiderà le giornate mondiali della gioventù a Sidney in Australia, ha sottolineato come nell’oggi è ne- cessario essere uomini e donne, gio- vani di speranza per dare luce ad un mondo opaco, a vivere il calore del- la vita con i gesti semplici della condivisione e dell’amore. Non ri-

piegati su se stessi, ma aperti alla forza dello Spirito che tutto muove e rinnova.

A conclusione dell’evento, il Vesco- vo ha condiviso con tutti la bellezza di essere Chiesa e di continuare il cammino intrapreso nella comunio- ne, della gioia del momento trascor- so insieme e di vedere tanta felicità nelle persone presenti. Un bambino, ha detto il vescovo, ci ha dato l’e- sempio più bello: “Stava mangiando un pezzo di pizza, venendomi incon- tro mi ha teso una mano, ma non voleva la mia mano, voleva prende- re la croce pettorale che pendeva e lasciando di mordere la pizza, ha baciato il crocifisso. Ci ha insegnato con quel gesto semplice, innocente, carico di significato, che l’uomo ha bisogno del Signore Gesù e anche di pane. Lasciare un boccone per esse- re sfamati da Gesù parola di verità e di vita. Questo nostro cammino vuo- le sottolineare la nostra fame della Parola di Dio, della sua amicizia che rincuora e che dà speranza”.

La Protezione Civile, i Vigili Urba- ni, i Carabinieri, la Croce Rossa hanno permesso che la manifesta- zione andasse nel migliore dei modi con la loro costante vigilanza. An- che il Comitato festeggiamenti della Madonna della Libera si è molto attivato per non far mancare un mo- mento di ristoro e di convivialità, da tutti molto gradito e apprezzato.

Riportiamo delle testimonianze di giovani che hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano:

Il pellegrinaggio svoltosi dalla Chie- sa dell’Annunziata di Sulmona a Pratola Peligna ha suscitato in me una gioia profonda. Tanti ragazzi, tante persone giovani di cuore, han- no percorso un tratto della Valle Peligna, immersi nella natura, con- dividendo tanti problemi e emozio- ni…

In Chiesa della Madonna della Libe- ra, Sua Eccellenza, don Ezio, don Luigi hanno parlato dei giovani, di noi giovani, non speranza di domani ma la speranza di oggi, testimoni e nuovi profeti della risurrezione di Cristo. Un momento che vorrei rivi-

vere al più presto perché ho risco- perto il valore importantissimo del dialogo e l’importanza di stare in- sieme come i primi cristiani che si volevano e sono un invito forte a noi perché sappiamo volerci più be- ne.

MATTEO

Il pellegrinaggio è stato un modo per noi giovani di ritrovarci insieme e comunicare tra noi perché al gior- no d’oggi il dialogo è quello che manca tra i giovani. Sono contento che molti giovani e meno giovani hanno risposto così numerosi a que-

sto incontro. Stando insieme ad altri ragazzi ho avuto modo di conoscere le loro idee e gli otto chilometri a piedi sembravano appena otto metri.

Mi hanno colpito molto le parole di don Luigi Giovannoni che diceva

“che non dobbiamo prendercela sempre con i giovani perché loro sono la speranza

di oggi non del domani”. Spero che questo pelle- grinaggio si svol- gerà anche nei prossimi anni e che all’interno di esso ci siano testi- monianze e opi- nioni da parte dei giovani per i gio- vani.

PIERCARLO

Sono contenta di aver fatto questa esperienza perchè camminando con gli altri ho ritrovato e riscoper- to una dimensione temporale diver- sa, che mi ha dato la possibilità di conoscere altre persone e di condivi- dere con loro momenti di gioia e di riflessione.

Lungo il cammino mi sono liberata anche da quei pensieri e stati d'ani- mo che appartengono alla mia routi- ne quotidiana.

L'accoglienza ricevuta dal Comitato

della Madonna della Libera di Pra- tola, ci ha mostrato la loro calorosa ospitalità e quin- di l'importanza ad aprire la propria casa e il cuore agli altri.

Spero di ripetere questa esperienza e mi auguro che la partecipazione dei giovani sia sempre più numerosa.

SIMONA

Per me la giornata di ieri è stata un’opportunità.

Innanzitutto quella di am- mirare quanto sia bello il nostro ter- ritorio, aiutati da un timido sole che ha preso dopo tanto il posto della pioggia. E poi quella di sentirsi gio- vani cristiani in mezzo alla gente, e non solo nel segreto di una parroc- chia. Condividere, da fratelli, lo spi- rito giovane di chi sa mettersi in cammino per riscoprire ogni volta la gioia vera di Gesù. Perché insieme è tutto più bello!!

FRANCESCA

Il primo pellegrinaggio diocesano verso Pratola Peligna ha rappresen-

tato l’itinerario che dobbiamo percor- rere quotidianamente per incontrare il Cristo, re di amore e di speranza, fa- cendoci accompagnare dalla dolce presenza di Maria Santissima Vergi- ne Immacolata. Nel giorno in cui Ge- sù compie il suo viaggio dall’eternità al grembo materno di Maria, noi tutti

esultiamo in grande spirito di comu- nione proclamando la gioia della sua resurrezione ed intonando con voce unanime l’alleluia pasquale. Tutto ciò infatti si è manifestato prima nel legno della croce, dono di grazia, miracolo d’amore e strumento di sal- vezza eterna; poi nei fratelli che Dio nostro Padre ci ha fatto incontrare, così da poter condividere con loro il memoriale della Pasqua. Pertanto a conclusione di questo intervento non posso che rappresentare la giornata del 25 marzo come grande dono del Signore che, attraverso le genti, i par-

roci ed il vescovo ci ha comunicato la grandezza del suo amore ed il fa- scino della sua misericordia, invitan- doci sia a guardare continuamente al cielo durante il nostro pellegrinaggio terreno, ma soprattutto a donare co- stante attenzione al nostro prossimo divenendo in questo modo autentici testimoni di fede ed evangelizzatori del suo amore.

ANDREA

La giornata di ieri è stata molto buo- na circa il numero di partecipanti.

Una famiglia che si è mossa nella semplicità, nella gioia, pregando, cantando, divertendosi, conoscendo- si, stando insieme. Mi è piaciuta mol- to l’accolgienza ricevuta a Pratola, significativa perché gli esponenti ci- vili erano presenti.

Molto incisivo e opportuno il mo- mento di preghiera e riflessione che abbiamo vissuto nel Santuario della Madonna della Libera, di famiglia in cammino verso una meta non solo terrena ma che ci invita sempre a camminare verso l’infinito, dove ci attende una meta eterna nel cammino dello spirito.

DON ROBERTO, sdb

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autorità tutte, è bello ritrovarci oggi uniti nell’amore di Dio in questa chiesa, sia il mondo civile che quello religioso attorno a San Panfilo patro- no della nostra città di Sulmona e dell’intera Diocesi di Sulmona- Val- va. Oggi è la festa di tutti.

Quattordici secoli ci separano da que- sto vescovo, eppure continuiamo a riunirci attorno a lui in questa basili- ca cattedrale. E non lo facciamo per un semplice ricordo storico o un pas- seggero gesto di devozione.

C’è un motivo più profondo che ci spinge a venire in cattedrale: tutti lo intuiamo anche se ogni volta dobbia- mo come ricomprenderne la ragione.

Non è una presenza stanca, quella di San Panfilo, ma una presenza viva, che parla ancora. Tutti, indistinta- mente, sappiamo che senza questa memoria Sulmona si sentirebbe come orfana. Ecco perché è bene che attor- no a lui ci raccogliamo tutti per ri- prendere nuovo vigore. La storia di San Panfilo è esemplare ed è bene ricordarla e meditarla. Ringrazio quanti, nel passato e ai nostri giorni, hanno scritto e pubblicato volumi sulla vita di San Panfilo perché ci permettono di ripercorrere il tempo e dissetarci ad una sorgente viva.

San Panfilo è stato il quarto vesco- vo della nostra diocesi di Sulmona- Valva dal 682 al 701. Nato nel nostro territorio, dopo la sua morte venne subito proclamato santo.

I tempi in cui venne chiamato a guidare questa diocesi non erano faci- li. Egli fu confessore della fede con- tro l’eresia ariana, diffusa nella valle Peligna dai Longobardi. L’eresia a- riana consisteva nel fatto che veniva negata la divinità della seconda per- sona della Santissima Trinità, ritenuta creata dal Padre, mentre i primi con- cili avevano condannato questa eresia affermando che il Cristo, la seconda persona della Santissima Trinità non è creato dal Padre, ma generato e per- ciò è Dio da Dio, luce da luce. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. San Panfilo fermo e forte nella fede con- fessò la vera dottrina tra le tante tri- bolazioni e svolse con determinazio- ne e successo il ruolo di evangelizza- tore operoso e tenace sempre fedele alla Chiesa.

Fu uomo di pace in quanto riuscì con la sua autorevolezza a riconcilia- re i due corpi capitolari di Corfinio e Sulmona. Il popolo tanto lo amò per la sua vita intensa di preghiera e per l’amore alla povertà e per la carità verso i poveri e i derelitti della città e del territorio che ogni giorno bussa- vano alle porte della sua chiesa.

Alla sua morte fu subito dichiarato santo a motivo dell’eroicità delle vir- tù della fede, della speranza e della carità nell’esercizio del ministero

pastorale della diocesi di Sulmona- Valva.

Il suo corpo è custodito e venerato in questa basilica cattedrale a lui dedica- ta, parte in un’urna sotto l’altare della cripta e parte nel veneratissimo busto d’argento che riproduce la sua immagi- ne.

Cari fratelli e sorelle, queste brevi note della vita di San panfilo sono de- cisive per comprendere non solo la storia della nostra città affidata alla sua protezione, ma anche la nostra stessa vita.

La parola di Dio della liturgia del giorno, tratta dagli Atti degli Apostoli, riportando le parole di Paolo agli an- ziani di Efeso sottolineava: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posto come vescovi a pascere la chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue” (At 20,17-18).

E’ necessario vegliare su noi stessi, ossia condurre una vita esemplare nel- l’amore e a custodire questa nobile e splendida città di Sulmona e questa intera nostra Diocesi perché venga li- berata dal male e viva nella pace.

San Panfilo, vescovo santo, continua a vegliare ancora oggi su di noi contro

“lupi rapaci” che non risparmiano il gregge.

Volgiamo i nostri occhi verso di lui e impariamo ad amare Sulmona come lui l'ha amata, come ha amato i piccoli, i giovani, le famiglie, gli anziani. Egli assieme a Gesù ci ripete le parole del Vangelo: "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le peco- re. Il mercenario invece, che non è pa-

store e al quale le pecore non appar- tengono, vede venire il lupo, abban- dona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un merce- nario e non gli importa delle pecore”.

Sa Panfilo ha fatto sue queste paro- le. Ha accolto l'amore di Gesù e lo ha trasmesso con la testimonianza della sua vita ai sulmonesi del suo tempo.

Oggi siamo noi a doverci trasmette- re l'un l'altro questo stesso amore. Ma non è scontato viverlo. Sì, non è faci- le amare, non è spontaneo voler bene agli altri. L'amore vero dobbiamo invocarlo da Dio e accoglierlo nel nostro cuore come fece San Panfilo.

Così cambieremo la nostra vita e quella della nostra città. Dobbiamo far crescere l'amore nelle nostre case e nelle nostre famiglie, l’amore fede- le e indissolubile tra gli sposi: i nostri bambini infatti vogliono vedere noi più grandi vivere nella pace e nell'ar- monia uniti nel bene; i nostri anziani hanno diritto a vivere l'ultimo tratto della loro vita circondati dall'amore e non raffreddati dalla solitudine. E i giovani debbono sognare un futuro più sereno, e fin da ora debbono spendere la loro vita in una prospetti- va più solidale.

Care sorelle e cari fratelli, non si tratta di vuote esortazioni moralisti- che. Oggi, raccolti attorno al Santo vescovo e patrono, sappiamo di avere le energie spirituali ed umane per guardare con speranza il futuro di questa nostra città. Lo so bene che non mancano i problemi sia sul ver- sante sociale che su quello economi- co. La situazione della nostra città e del territorio, come quella internazio- nale condizionano la nostra vita. Ma sappiamo anche che separati gli uni dagli altri non andremo molto lonta- no. C'è bisogno di una solidarietà nuova tra tutti noi, tra tutte le diverse

componenti della nostra città per gua- dare assieme il futuro. Uniti nell’a- more di Dio ce la faremo.

Le condizioni ci sono tutte, a parti- re da questa memoria di San Panfilo che ci richiama a quell'ama dare la sua stessa vita per gli altri. Se ci stringiamo in un sentimento più soli- dale l'oggi e il futuro di questa nostra città è senza dubbio più prospero e più sereno. La lunga storia culturale e sociale di Sulmona è un patrimonio da cui possiamo ancora attingere ide-

ali e forza. E vorrei dire che, alle fami- glie,ai nostri giovani, spetta un compito particolarmente importante in questo momento storico; penso in particolare a quelli delle nostre scuole perché sognino un mondo nuovo di pace e di solidarietà, perché stiano in alto, non per rinchiuder- si in difesa di una rocca ma per guardare ancora più lontano. Care famiglie, cari amici più giovani solo affondando le radici nelle profondità dell'amore possia- mo allargare i rami della vita. E a voi è chiesto sin da ora di partecipare alla co- struzione del futuro di tutti.

San Panfilo è una fonte viva di ispira- zione per noi, per questa nostra città.

L'amore che lo ha guidato è una linfa forte che sa muovere ancora oggi i nostri cuori. Assieme a lui usciremo per le stra- de di questa nostra città, non resteremo chiusi nelle piccole sacrestie dei vari interessi di parte, e costruiremo un nuo- vo futuro, una nuova speranza per tutti.

Il Signore Gesù sta davanti a noi e ci guida come buon pastore. E noi con il salmista siamo certi che non manchere- mo di nulla, “su pascoli erbosi ci fa ripo- sare e ad acque tranquille ci condu- ce” (Sal 22).

Mentre ringrazio tutti voi, i sacerdoti, i diaconi, le religiose, i seminaristi, i canonici e il parroco della cattedrale, il Comitato San Panfilo per la promozione dei festeggiamenti, voglio ora comunica- re a tutti che, con impegno e determina- zione renderemo questa basilica catte- drale, già ricca di fede, di storia e di ar- te, più bella con il nuovo impianto elet- trico, i finestroni, il descialbo e il resta- turo di tutti gli stucchi, la tinteggiatura generale e sei nuovi dipinti su tela in questo anno 2008. Vuole essere questo un segno di amore alla nostra chiesa cat- tedrale di San Panfilo, chiesa madre di tutte le chiese della diocesi. Voglio co- municare anche che domani alle ore 10.30 benediremo la posa della prima pietra alla nuova erigenda chiesa di Ma- ria Santissima Ausiliatrice in Sulmona e

alle 11.30 faremo la stessa cosa per la chiesa di San Giovanni da Capestrano.

E ora, mentre affidiamo la nostra città di Sulmona e l’intera Diocesi sotto il pa- trocinio di San Panfilo, concludo richia- mando a me e a voi le parole della pre- ghiera iniziale: "O Dio, che hai reso gran- de il vescovo san Panfilo nell’amore ver- so i poveri e per lo splendore dei miraco- li, concedici di imitare gli esempi della sua carità e di essere liberati da ogni av- versità con la sua protezione. Amen>>.

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Yankee.

Proprio nei due stadi trasfor- mati in grandi chiese, ma anche nei campi del seminario di San Joseph, gremiti di giovani entusiasti e nelle strade di New York – dove si sono accalcate a ogni passaggio del Papa molte migliaia di persone, desidero- se di vederlo anche solo per un atti- mo – il Papa ha avvertito fisicamen- te la vicinanza dei cattolici america- ni, in una comunione plurale di lin- gue e culture diversissime tra loro.

E impressionanti sono stati pure il saluto del personale delle Nazioni Unite – che Benedetto XVI ha in- contrato dopo il discorso ai rappre- sentanti di quasi duecento Paesi e che nella stessa grande aula stracol- ma gli ha tributato ripetute ovazioni – e l’incontro, tanto semplice quan- to cordiale e toccante, con la comu- nità ebraica nella sinagoga newyor- kese di Park East, che al Papa ha richiamato quella di Nazaret dove il giovane Gesù apprese e fu chiamato a spiegare le Scritture.

Con il suo viaggio Benedet- to XVI ha voluto dunque manifesta- re la sua amicizia agli Stati Uniti, grande Paese laico per amore della religione, ma anche celebrare un cattolicesimo solido e vitalissimo nonostante difficoltà anche gravi:

come quelle derivanti dallo scanda- lo degli abusi sessuali nei confronti di molti minori da parte di uomini di Chiesa; una vicenda – in parte anche strumentalizzata – per la qua- le il Papa ha più volte dichiarato la sua addolorata incredulità e la sua vergogna, espresse di persona anche ad alcune vittime. Un cattolicesimo che in poco più di due secoli è dive- nuto sempre più importante e in- fluente nella comunione della Chie- sa e che certamente è stato appog- giato e rinvigorito dal vescovo di Roma. Un cattolicesimo che a sua volta ha sostenuto Benedetto XVI, come lui stesso ha voluto dichiarare al canale cattolico della Sirius Sa- tellite Radio di New York: sono venuto “per confermare i miei fra- telli nella fede, ma ora devo dire che i cattolici americani stanno con- fermando me nella mia fede”. Guar- dando a Cristo, la cui speranza – e lo si è visto in quei giorni americani – è nel cuore di ogni essere umano.

N

ei giorni dal 15 al 21 aprile 2008 il Santo Padre Bene- detto XVI si è recato in viaggio apostolico negli Stati Uniti D’America. Tra gli appuntamenti di questa visita pastorale ha avuto un’importante rilevanza l’incontro con i membri dell’Assemblea Gene- rale dell’Organizzazione delle Na- zioni Unite il venerdì 18 aprile, du- rante il quale il Papa ha pronuncia- to il suo discorso di cui sottolineo quanto segue.

I principi della relazione interna- zionale

Gli obiettivi fondamentali dell’Or- ganizzazione delle Nazioni Unite sono: la ricerca della pace universa- le, della giustizia, il rispetto della dignità della persona e l’aiuto uma- nitario. Nonostante tanto si è fatto per raggiungere queste finalità, si constatano in tanti luoghi della ter- ra guerre, ingiustizie, oltraggi alle persone e indifferenza verso le ne- cessità umane, dunque, è urgente tenere sempre presente nella co- scienza dei popoli questi principi per garantire lo sviluppo delle loro potenzialità e assicurare così una serena armonia della propria vita.

Inoltre, è impellente non lasciare le decisioni ai problemi mondiali nelle mani di alcuni ma è doveroso l’in- tervento dell’intera comunità inter- nazionale.

Bene comune e ricerca scientifica In seguito il Santo Padre rievoca due grandi esigenze per assicurare il benessere dei popoli: il bene co- mune e la ricerca scientifica. Per quanto riguarda il bene comune di- ce è necessario l’intervento respon- sabile di tutti, ovverosia assumere ognuno i propri diritti e doveri, agi- re con prontezza nel rispetto delle leggi e con solidarietà per venire incontro ai paesi poveri affinché essi non siano trascurati.

Nell’affrontare la ricerca scientifica e tecnologica Benedetto XVI, invita a svilupparla con intelligenza, nel rispetto della creazione e sulla soli- da base etica, perché solo in questo modo si evidenzia l’autentica stima e sacralità della vita.

Proteggere la dignità dell’uomo e della donna

La crescente sensibilità universale verso la difesa della dignità umana è un dato di fatto. La globalizzazio- ne oggi ci da la possibilità di essere e di vivere come una grande fami- glia universale e di operare in favo- re della protezione responsabile dei diritti umani. Un primo dovere, evi- denzia il Papa, di ogni Stato è quel- lo di proteggere la propria popola- zione perché siano rispettati i diritti della persona. Quando un paese non lo può fare deve intervenire la co- munità internazionale sulla base delle norme giuridiche stipulate nella Carta delle Nazioni Unite, pertanto è necessario agire per pre- venire e controllare i conflitti me- diante il dialogo, la diplomazia e la riconciliazione. Il principio della

“responsabilità di proteggere” rag- giungerà il suo scopo ultimo nella misura in cui la persona sia consi- derata cioè che è: immagine del suo Creatore.

Dichiarazione Universale dei Di- ritti dell’Uomo

Ricorda il Santo Padre che la Di- chiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo mette al centro la perso- na umana con i propri diritti, doveri e dignità da rispettare come garan- zia per raggiungere il bene comune e quindi per “valutare il rapporto tra giustizia e ingiustizia, sviluppo e povertà, sicurezza e conflitto”. Di fronte a tante forme di violazione

dei diritti dell’uomo, occorre rein- terpretare i fondamenti della Di- chiarazione e ugualmente sforzarsi per applicarla sulla solida base del- la giustizia e della solidarietà.

Dialogo interreligioso

Nell’impegno comune per valoriz- zare e vivere i diritti umani, non può mancare il rispetto per l’innata dimensione religiosa della persona e il suo destino trascendente, ambe- due queste particolarità favoriscono la conversione del cuore e permet- tono di evitare la violenza, il terro- rismo e i conflitti armati, e induco- no a promuovere la giustizia, la pa- ce e la fratellanza.

Le Nazioni Unite sono anche chia- mate a stimolare il dialogo interre- ligioso con la stessa veemenza che anima il vasto campo sociale, poli- tico, economico e culturale. Il dia- logo interreligioso aiuta ad una convivenza pacifica e solidale tra i popoli a condizione che “la sfera re ligi o s a s ia te nu ta s e p a ra ta dall’azione politica”.

Inoltre i credenti contribuiscono al bene comune dei popoli mediante il rispetto della verità, di una convi- venza pacifica, della difesa dei di- ritti dell’uomo e di conseguenza della riconciliazione.

Libertà religiosa

Sua Santità Benedetto XVI con for- za ricorda che tra i diritti umani c’è quello della libertà religiosa, le per- sone nei diversi contesti culturali devono trovare lo spazio per pro- fessare liberamente il proprio credo e senza rinnegare la fede, contribui- re efficacemente al bene dell’ordine sociale.

La Chiesa e l’ONU

Il Papa sottolinea come la sua pre- senza e quella della Santa Sede nel- le Nazioni Unite è un segno eviden- te di volere contribuire e aiutare la realizzazione piena degli obiettivi dell’ONU. La Chiesa è disposta e attenta ad offrire la secolare espe- rienza di relazione umanitaria alla comu nità interna zio nale. Questa collaborazione è radicata nel rico- noscimento della dimensione tra- scendente della persona e, pertanto, a stimolare e a favorire il percorso individuale e comunitario, della ricerca di Dio nel cammino di fede.

Qui il Santo Padre vede la garanzia per la costruzione di un mondo mi- gliore dove le generazioni future potranno trovare pace, sviluppo e rispetto dei diritti umani.

L’impegno assai grande dei cristia- ni per l’edificazione di un mondo a misura di uomo scaturisce dall’ope- ra salvifica di Gesù Cristo e a parti- re da questa convinzione di fede essi si mettono a disposizione per lavorare in favore del bene dell’uo- mo.

In conclusione Benedetto XVI, rin- grazia l’Assemblea per la possibili- tà avuta di rivolgere la sua parola e assicura la sua preghiera per impe- trare da Dio l’aiuto affinché l’ONU raggiunga il suo nobile compito di lavorare per la pace e la prosperità dell’intera umanità.

R ifle ssio ni sul D isc or so di Be ne det t o X VI a ll’ Or g a nizza zio ne de lle N a zio ni U nit e

UNO STRALCIO DELLA PREGHIERA UNO STRALCIO DELLA PREGHIERA UNO STRALCIO DELLA PREGHIERA UNO STRALCIO DELLA PREGHIERA

DEL PAPA A GROUND ZERO DEL PAPA A GROUND ZERODEL PAPA A GROUND ZERO DEL PAPA A GROUND ZERO

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Dio di pace, porta la tua pace nel nostro mondo violento:

pace nel cuore di tutti gli uomini e le donne

e pace tra le Nazioni della Terra.

Volgi verso la tua via d’amore quanti hanno il cuore e la mente consumati dall’odio.

Confortaci e consolaci rafforzaci nella speranza

e donaci la saggezza e il coraggio per lavorare instancabilmente per un mondo

in cui regnino pace e amore veri tra le Nazioni e nel cuore di tutti.

(da “L’Osservatore Romano” del 21- 22 aprile 2008) G.M.V.

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VIAGGIO A MALTA DEL NOSTRO VESCOVO VIAGGIO A MALTA DEL NOSTRO VESCOVO VIAGGIO A MALTA DEL NOSTRO VESCOVO VIAGGIO A MALTA DEL NOSTRO VESCOVO

I

l nostro vescovo mons. Angelo Spina si è recato a Malta dal 10 al 14 aprile. Lo abbiamo intervistato sull’argo me nto.

Perché si è recato a Malta?

Diverse sono state le motivazio ni che mi hanno portato a Malta. Pri- ma fra tutte l’a micizia di lu nga data con mo ns. Charles Vella, sa- cerdote di Malta che ha lavorato molto all’ospedale San Raffaele di Mila no co me co nsulente etico e tanto ha fatto per i co nsultori fa- milia ri e le famiglie a Malta e in Italia. Da oltre 20 a nni ha co ntri- buito alla mia forma zio ne ai pro - blemi del Counseling e della pa-

storale familiare. Tante volte mi aveva invitato e ora si è potuto concretizzare questo desiderio in occasione anc he dell’a nno paoli- no. San Paolo naufra gò sull’isola di Malta, venne accolto con cor- dialità dai maltesi e a loro annu n- ciò il Va ngelo così come ci riferi- scono gli Atti de gli Apostoli al capitolo 28. Mons. Vella mi ha ospitato per questi giorni a casa

sua. A queste motivazio ni se ne aggiu ngo no altre: l’inco ntro co n il mio Arcivescovo mo ns. Dini reca- tosi a Malta per studiare l’inglese.

Ho voluto inco ntrarlo pe r ricevere tanti co nsigli utili e sperime ntare la comu nio ne. So no andato a nc he per esaminare la possibilità per il prossimo anno di porta re i semina- risti teologi della diocesi di Sul- mo na per u n mese a studiare l’in- glese in scuole qualificate e anche per trovare il luogo che dovrebbe

lasciati lì per problemi di lavoro e di famiglia. Mi sono recato a pre- gare sulla to mba del sa nto George Prega , u n sa nto straord inario c he agli inizi del novece nto, in u n a m- biente povero spinto dall’a more di

insegna re la Parola di Dio a tutti, di mettere la Bibb ia in ma no alla ge nte anc he se no n colta. La sua vita vissuta con gra nde umiltà e con u n cuore pie no di carità verso i più poveri lo fanno essere un santo conosciuto e amato da tutti i maltesi.

Cosa le è sembrata Malta?

Una terra bellissima, co n la sua storia e con la presenza dei Cava- lieri di Malta che, in passato han- no saputo dare un assetto architet- tonico di notevole interesse alla città, ma anc he dife ndere la fede cristiana a costo della propria vita.

Il clima mite , primaverile, il mare con il suo colore de nso, i paesaggi sono stati per me una scoperta del- la bellezza della natura e dell’arte con cui l’uomo sa esprimersi.

ospitarli. Avendo la diocesi di Mal- ta un elevato nume ro di sacerdoti ho chiesto ai vescovi di Gozo e di Mal- ta se è possibile avere qualche sa- cerdote “fidei donu m” per la nostra diocesi di Sulmo na c he ne ha ta nto bisogno.

Chi ha incontrato in questo v iag- gio?

Tantissime persone. Ricordo con molto piacere l’inco ntro co n il Pre- sidente della Repubblica Maltese Edward Fe nec h Adami nel Palazzo del Governo. Interessante la conver- sazione soprattutto sui cambiame nti socio–culturali in atto a Malta dove, la famiglia tie ne è c’è u n forte se n-

so di rispetto della vita, infatti, no n c’è la legge dell’aborto e del divo r- zio. I ta nti pro getti messi in ca mpo nel rispetto tra la C hiesa e lo Stato lasciano intravedere spiragli di spe- ranza per tutti. Ho inco ntrato, alla Nunziatura Apostolica, il Nu nzio mo nsignor Tommaso Caputo da po- co Nunzio a Malta e in Libia. Inte n- so è stato lo scambio di vedute sui temi della Chiesa nel Mediterra neo

e nei paesi a forte presenza isla mi- ca. Ho incontrato il vescovo di Go- zo mo ns. Mario Grec h, giovanissi- mo , che sta lavora ndo molto be ne per creare stili di vita comu nitari.

Ho inco ntrato l’Arcivescovo di Malta mo nsigno r Paolo Cre mo na, carissimo amico co n cui ho fatto insie me a Roma il corso per i nuovi vescovi. Nello scambio delle espe- rienze ho potuto co glie re la sua sol- lecitudine per la Chiesa maltese ric- ca di fede, di religiosità, ma biso-

gnosa di eva ngelizza zio ne per- ma ne nte per far fro nte al mo ndo che ca mbia. Bellissimo è stato l’incontro co n le coppie di sposi del Cana Moveme nt, fo ndato da mo ns. Vella, ho avuto la possibi- lità di parlare a lo-

ro con la traduzio - ne simulta nea dal- l’italiano al malte- se. La mia lu nga esperienza nel set- tore della pastorale familiare comu ni- cata a loro con u na brevissima sintesi è stata accolta favo- revolme nte e co n entusiasmo. La do- me nica insie me a mo ns. Dini e mo ns.

Vella abbiamo visi- tato la comu nità

degli italia ni residenti a Malta celebrando co n loro l’Eucarestia e vivendo un inco ntro di fraterni- tà e di scambio di opinio ni sulla vita maltese e italia na. A coro na- re gli inco ntri c’è stato anc he quello della celebrazione del cin- quantesimo di u n sacerdote, do n

Giuseppe Sultana, c he è stato per 35 anni a Prato. Mome nto di fede e di gioia con tanti sacerdoti e con i fedeli c he gli ha nno fatto una grande festa.

Oltre questi incontri così signi- ficativ i cosa ha fatto ancora?

Ho visitato la casa dei bambini orfani tenuta dalle suore che ogni giorno aiuta no a crescere 54 bambini alcu ni dei quali di qual- che mese. Sono i figli dei profu - ghi o dei ge nito ri c he li ha nno

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Mons. Spina—Mons. Vella e Mons. Dini

Mons. Spina ricevuto dal Presidente della Repubblica di Malta

Intervento di Mons. Spina al Cana Movement

Mons. Spina visita l’orfanotrofio a Malta

Mons. Spina ricevuto da S.E. Tommaso Caputo Nunzio Apostolico in Libia e a Malta

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Domenico Lanci

P

er co r r en d o l ’au to str ad a A25 Roma- Pescar a, si at- tr aver sa ad un cer to pun to una galler ia d i circa cinqu e ch i- lom etri, dopo d i ch e l’uscita per Cocu llo. Per chi non conosce la stor ia di quel luo go, quella se- gnaletica può destar e m erav i- glia. Cocu llo inf atti è tra i più p icco li co muni della provin cia d ell’Aqu ila con cir ca 300 ab i- tan ti. Ma se uno passa d a quelle p arti il pr imo Gioved ì d i Mag- gio, si accor ge ch e quella uscita f atica molto ad assorb ire la lun- ga f ila di au to che v i si d ir ige.

Tra le case di quel su ggestivo p aesello c’è un san tuar io d ive- nu to polo di attr azion e per m i- gliaia e m igliaia d i v isitator i proven ien ti da tu tto il mondo.

I l pr imo Gioved ì d i Mag- gio a Cocu llo si celebra inf atti la f esta d i S. Dom enico, celebre mon aco Ben edettino. La su a v ita e il suo peculiar e potere tau ma- tur gico hanno inter essato non so lo p ellegr in i e turisti ma an- che stud iosi d i grand e prestigio.

E’ l’un ico S an to al mondo ad esser e “ornato ” dur ante la pro- cessione con serpen ti viv i. P er- f ino i f edeli, tr a cu i simpatici r agazzi, am ano po r tar e, con m alcelata o sten tazione, serp enti in mano o attor cigliati al collo.

Come fossero r ar i ex voto . Ma ch i er a S. Domen ico?

Tra le b io grafie scr itte su d i lu i, m er ita maggior atten zion e quel- la d el monaco Giov anni, suo fe- d ele d iscepo lo. I l San to nasce a Fo ligno nella m età d el seco lo X e muor e a Sor a il 22 genn aio 1031. Desidero so di solitud ine lascia la città natale e si r itira pr esso Scandr iglia ( RI) , dove fonda il monastero d i S. S alva- tore. Quind i, si trasfer isce nell’- aquilano. Qu i er ige il monastero d i S. P ietro d el Lago. S i sposta po i in altr e lo calità d’Abru zzo f erm andosi, secondo docum en ta- te r icer che, an ch e a Cocu llo. In- f ine si tr asf er isce in Camp ania.

Fonda nuovi monaster i, tr a cui il p iù impor tan te è quello d i Sor a, dove muor e il 22 gennaio 1031.

I l suo aposto lato si d istin gue n ell’esor tare alla carità fr aterna, alla san tità del m atr imonio e al- la pen iten za. Mo lti accorrono da lu i per ottener e gu ar igion e. La f esta si celebra il 22 gennaio.

Gli abitan ti della v alle d el Lir i r icorrono alla su a inter cessione p er scon giurare la gr andin e e le tempeste. Ma v ien e invocato an- che con tro il morso dei can i ar- r abbiati e dei serp en ti.

Propr io contro il morso d ei serpen ti S . Dom en ico v iene invocato n ella cittad ina abru zze- se. Di lui si conservano nel san- tuar io due r eliquie: un dente e un f erro d ella su a mu la.

Nelle br ev i no te b io graf i- che ripor tate in preced en za, ab- b iamo detto che S. Dom en ico

mor ì il 22 genn aio. Com e m ai a Cocu llo la festa si fa il pr imo Gioved ì d i Maggio? Nino Ch ioc- chio offr e un a spiegazione p lau- sib ile al rigu ardo : " Nel 1824 il cl ero co cullese rivolse una p eti- zion e per otten ere una duplica- zion e del rito a Maggio …L e po- polazioni d elle vicin e local ità in fatti, p er qu ella data (22 gen- na io ), sono imped it e a raggiun- g ere la Ch iesa situata n elle montagne”. E così, f in dai prim i anni dello scorso seco lo la festa v ien e f issata al pr imo Giov ed ì di Maggio.

L’u so atip ico d i mettere in torno alla statu a gr appoli di serp enti, e d i v eder e fed eli aggi- r arsi tr a la fo lla e in pro cessione con serp en ti in m ano, ha suscita- to enor me in teresse in studiosi d i religiosità popo lare e d i an- tropolo gia. Da dove è scatur ita qu esta in so lita d evo zion e? I l quesito h a stimo lato la r icer ca di stud iosi d i f am a co me Alfonso Mar ia Di No la ( morto nel 1997), G i u s ep p e P r o f e t a, Em i l i an o Gian cr istof aro e tan ti altr i.

Dai loro con tr ibuti si so- no avute inform azion i d i gr ande r ilev an za su lla pr esen za del ser- p ente n ella v ita dei popo li e nel- le r eligion i. I l tema, per l’in te- r esse che suscitav a, ha fatto sì che a Co cu llo sor gesse negli an- n i ’80 il “Cen tro S tudi Tr ad izio- n i Popo lar i Al fonso D i Nola”.

Pun tualm en te, gli Atti dei con- v egn i ven gono pubblicati d alla

“Riv ista Abru zzese”.

Ma no i non ci siamo pro- posti d i soff erm arci su i v ar i si- gn if icati e simbo lism i attr ibu iti al “serpen te” n elle cu lture dei popoli. Anch e nella Bibb ia la pr esen za d i questo r ettile occupa uno sp azio r ilevan te.

I p ellegr in i che v anno al san tuar io d i Co cullo, proven ienti sopr attutto d all’Abru zzo, d alla

Campan ia, dal Molise e dal La- zio , esprimono la loro religiosità in sv ar iate form e. Alcune po- tr ebbero f ar p ensare alla super- stizion e. Tu ttavia stanno a dimo- str ar e che il cu lto h a rad ici anti- che e r ich iam a i temp i in cu i la m ed icin a ben poco poteva contro cer ti m ali. Le p erson e allora r i- correv ano f iduciosi ai san ti. Co- m e per il morso d i serpen ti. An- che nella Bibbia gli ebrei nel de- ser to f ecero r icor so a Mo sè per esser e lib er ati d ai serp enti v ele- nosi. In qu ella cir costan za fu in- n alzato n ell’accamp am en to, per ord ine d i Dio, un serp ente di bron zo . Chi ven iva morso , basta- v a ch e gu ardasse in quella dire- zion e p er salvarsi. Lo stesso Ge- sù si r ifà a quella f igur a v etero- testam en tar ia p er ind icare se stesso quando sarebb e stato cro- cifisso. “Allora - d isse - attirerò tu tti a m e! ”. Di qu i, si spiega lo str ano r ito d ei serp i n ella festa d i S. Dom en ico. Il d esid er io di

“v ed ere” il San to con tornato di serp enti f a sgor gare nell’an imo d ei fed eli la segr eta invo cazione d i essere liber ati d ai mali della v ita. E - d iciamo lo pure - d i ser- p enti, sebben e in tesi in modo allegor ico, non man cano certo n ella so cietà od ierna. Nessuno p u ò n e g ar e la p r es en za d i

“serpen ti v elenosi” ch e insid iano la felicità d ell’uomo, la san tità d el m atr imon io, la salu te d ell’a- n im a e del corpo. Un altro m ale che non avev a eff icaci cure nel p assato era il do lore d i d enti.

Nel san tuar io d i Co cullo si con- serv a un mo lare d i S. Dom en ico.

Non a caso da seco li è sorta una curio sa usan za. In un an go lo v i- cino al por tone d ’in gresso, si r ipete sen za sosta il r ito della catenella. I fed eli, a turno, ad- d entano la catena d i una p icco la c a m p an a f a cen d o l a su o n ar e.

Questa usan za secondo la trad i- zion e, h a il potere di pr eserv are

d al mal d i d en ti.

P iù vo lte sono andato alla f esta d i Co cullo. Ho avu to sempr e un a stran a sen sazion e n e l v e d e r e i l S a n t o

“cir condato” d i serpen ti. La pro cessione pro ced e a m alap e- n a tr a un a enorme fo lla ch e sp in ge da tu tti i lati. Tra i d e- vo ti f anno spicco quelli ch e incedono con don i ar tistica- m en te conf ezionati.

Sono espr essioni della p iù ge- nu ina religiosità. Una form a d i cred en za ch e of fre ampio sp a- zio alla catech esi. I l nuovo par- ro co, don Car min e Caione, gio- v ane e prep arato, son sicuro che si adop erer à per increm en- tare e m igliorare la f esta in onore di S. Dom en ico .

B rev e inte rv is ta a l Ves cov o d i Su lm o n a - V a lv a M o ns . Ang e lo Spina

C o me g iudic a, Ec ce lle nza, la Fes ta di S. Do me nico a Co - c ullo?

E’ u na fes ta di e no rme impo r- ta nza c he la c hies a acc o glie e fa vo risce. O ltretutto , cos titui- sc e u n v a nto p er C ocu llo. In p iù , offre l’op po rtu nità d i e - v a nge lizza re il popo lo sa nto d i D io sulle ve rità d ella fed e , a n- nu nc ia ndo l’a mo re d i D io e la sa lv e zza po rtata da l Signo re G esù , c he ci ha libe ra ti d alla mo rsa d i v ele no de l pec ca to , c hia ma ndoc i a lla v ita nuo va d ella G ra zia. So tto il p ro filo a ntrop olo gic o trae o rigine da te mp i re mo ti. D i qu i l’inte res - se d i fede li, d i c u riosi e d i s tu - d iosi da tu tto il mo nd o.

N o n sa rebbe a uspic abile pre - dis po rre po te nti a lto pa rla nti lungo la process io ne ?

Q ua lc osa s i fa. C erto , si p uò fa re di più. Ma o cco rre re bb e ro a mp lific a zio ni da stad io.

IL SANTO ORNATO CON SERPENTI IL SANTO ORNATO CON SERPENTI IL SANTO ORNATO CON SERPENTI

Periodico della Diocesi di Sulmona-Valva Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 Maggio 2008 8 8 8 8

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