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Le lacrime di Ulisse informazioneL’altrainformazioneL’altra

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Academic year: 2022

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«Ivi il buon cane, di turpi zecche pien, corcato stava. Com’egli vide il suo Signor più presso e benché tra quei cenci, il riconobbe […]. Ed Argo, il fido can, poscia che visto ebbe dopo dieci anni Ulisse, gli occhi nel son della morte chiuse».

L’Italia è sempre stata attenta a regolamentare norme sulla tutela degli animali d’af- fezione, condannando gli atti di crudeltà e di abbandono con largo anticipo sugli altri Paesi.

Nel 1991 viene istituita l’anagrafe canina per combattere il randagismo, nel 2004 si emettono disposizioni dettagliate sul divieto di maltrattamento e di impiego di cani per la produzione di pellicce con il supporto del codice di procedura penale che san- ziona fino all’arresto i trasgressori.

Nel 2007 la Comunità Europea con il Regolamento 1523, che integra le disposizio- ni della Legge 189, vieta il commercio di pellicce di tali animali.

In questo quadro normativo, raramente così completo, sembra essere meno difficile l’applicazione di leggi, che lasciano minimo spazio a escamotage o dubbi interpre- tativi.

Eppure le difficoltà operative esistono se viene a mancare la collaborazione fra tutte le parti coinvolte.

È mattino presto quando giunge al Servizio Veterinario una segnalazione telefonica, che denuncia uno strano movimento di cani presso un’abitazione rurale, dove vive una famiglia di cinesi.

Più esattamente si dichiara che sono presenti all’interno del recinto cani, che, a distanza di poche settimane scompaiono, per ricomparirne successivamente altri di differente taglia e razza.

Ultimo cane avvistato un pastore tedesco.

Viene informato il Comando della Stazione dei Carabinieri che controlla la zona con la richiesta di un sopralluogo congiunto per verificare la veridicità della segnalazione.

Passano i giorni e alla successiva sollecitazione il Maresciallo risponde con tono macchiettistico alla Arbore, da “volante uno a volante due”, che un sopralluogo è stato fatto, ma nell’ara antistante l’abitazione non sono state rinvenute spoglie o brandelli sparsi di animali, ma solo alcuni cani tenuti a catena, per cui è tutto a posto.

Ad un certo punto il Maresciallo, deluso del fatto di non aver visto una scena da

“Casa dei 1.000 corpi”, taglia corto suggerendo di passare il caso alla Polizia Municipale.

Altri contatti, altra lunga attesa, con il dubbio che di quel pastore tedesco presente al momento della segnalazione, non restino altro che i prosciutti a stagionare.

Si passa allora ad altri Uffici e si provvede a informare una figura influente in Comune e, come d’incanto, la Polizia Municipale si attiva immantinente fissando un appuntamento con i Servizi Veterinari per un sopralluogo congiunto. Ubi major minor cessat!

Polizia Municipale e Veterinario ASL, accompagnato da un operatore tecnico, tro- vano nel giardino dell’abitazione un unico cane di grossa mole alla catena e una signora cinese dichiara di esserne la proprietaria.

Il sapiente Veterinario tiene una lectio magistralis sui doveri e obblighi del posses- sore e istruisce la signora sul come e dove fare per ottemperare agli obblighi di legge.

Forse tutta questa storia si basa su un sillogismo troppo legato ai luoghi comuni: i cinesi mangiano i cani - in quella casa ci sono cinesi con dei cani - i cinesi di quel- la casa mangiano i cani.

Una sola cosa mi “perplime”. Al momento del congedo la signora cinese ferma per un braccio il sapiente veterinario e gli chiede all’orecchio: «Cosa mi succede se ingoio miclochip?».

Le lacrime di Ulisse

Pensieri critici di

Caterina Pennesi

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