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NOSOGRAFIA ED EPIDEMIOLOGIA DEI D.S.A. IN ITALIA

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(1)

NOSOGRAFIA ED EPIDEMIOLOGIA DEI D.S.A. IN ITALIA

Dott.ssa

Dott.ssa Michela LopezMichela Lopez Responsabile clinica centro

Responsabile clinica centro D.S.AD.S.A., ., GiovinazzoGiovinazzo www.cooperativasocialearco.it

www.cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it

(2)

COSA NON SONO I DSA?

NON sono UNA MALATTIA

NON sono conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO

NON sono conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO

NON sono conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE

NON sono dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA

NON sono dovuti a DEFICIT SENSORIALI

(3)

COSA SONO I DSA?

I D.S.A:

-si manifestano in età scolare come una difficoltà di lettura, scrittura e processamento matematico;

-tali abilità non possono essere svolte in modo corretto e fluente per una difficoltà di automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo;

-i D.S.A. si manifestano in assenza di disturbi sensoriali, cognitivi, neurologici, relazionali.

(definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condivisa dall’Associazione Italiana Dislessia)

(4)

CARATTERISTICHE

SPECIFICITÀ: riguardano aspetti specifici dell’apprendimento

DISCREPANZA tra abilità cognitive (età mentale) e abilità relative ad ambiti specifici

DISTURBI EVOLUTIVI: si manifestano in età evolutiva e il deficit riguarda lo sviluppo di abilità mai acquisite e non perse a causa di eventi traumatici

ORIGINE GENETICA

DIVERSA ESPRESSIVITA’ DEL DISTURBO NELLE VARIE FASI

INSTABILITÀ (i dislessici lavorano sempre al limite delle loro risorse attentive)

(5)

DUNQUE I DSA……..

- si manifestano in soggetti normodotati, con normali capacità intellettive e sociali;

- riguardano ambiti specifici dell’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo);

- sono di origine costituzionale, cioè fanno parte del corredo genetico del soggetto;

- non sono facilmente pronosticabili prima dell’età scolare;

- accompagnano il soggetto nel corso dello sviluppo (“dislessia evolutiva”)

- non sono guaribili, ma le conseguenze funzionali si modificano attraverso adeguate misure rieducative e didattiche;

- spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche e relazionali disturbate (disturbi della condotta) e associati disturbi dell’attenzione e iperattività.

(6)

FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA…

•DISLESSIA EVOLUTIVA (DE)

•DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA)

•SINDROME DISLESSICA

Sono 3 modi per indicare una sindrome che, nella

maggior parte dei casi, non riguarda solamente la

lettura (dislessia) ma anche l’ambito della scrittura

e del calcolo

(7)

DISLESSIA EVOLUTIVA ≠≠≠≠

DISLESSIA ACQUISITA

DISLESSIA EVOLUTIVA:

primaria, costituzionale, legata a cause esistenti fin dalla nascita,

sebbene si manifesti solitamente con l’inizio della scuola; permane nel

corso dello sviluppo

DISLESSIA ACQUISITA:

secondaria a traumi o lesioni

cerebrale che danneggia un’area cerebrali specifiche impedendone il corretto funzionamento funzione

MANCA LA POSSIBILITÀ DI AUTOMATIZZARE ALCUNE

ABILITÀ PER VIA DI ANOMALIE NELLE STRUTTURE CEREBRALI CHE CONDIZIONANO FIN

DALLA NASCITA LA VITA DEL BAMBINO

PERDITA DI UNA FUNZIONE

PRECEDENTEMENTE ACQUISITA, PUÒ COMPARIRE A QUALSIASI ETÀ.

(8)

Caratteristiche fondamentali

: 1

PER DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO SI INTENDE

UNA DISABILITÀ GRAVE DELL’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA SCRITTA (CAPACITÀ DI LEGGERE E

SCRIVERE) E DEL PROCESSAMENTO MATEMATICO:

difficoltà sia nell’apprendimento delle regole che nella capacità di utilizzarle una volta acquisite (stabilizzazione)

(9)

COS’E’ UNA DISABILITÀ?

O.M.S: “RIDUZIONE O PERDITA DI CAPACITÀ

FUNZIONALI CONSEGUENTI A UNA MENOMAZIONE”

(ad. Es: perdita di capacità motorie in seguito a danno cerebrale)

E SE UNA DISABILITÀ NON E’ RICONDUCIBILE AD ALCUNA MENOMAZIONE?

Solitamente la si giustifica con mancanza di esercizio, di volontà, di motivazione

(10)

RIDEFINIAMO…

• ABILITÀ: capacità di mettere in atto una serie di azioni, spesso in sequenza tra loro, in modo rapido ed

efficiente, per raggiungere uno scopo col minimo dispendio di risorse

COME SI ACQUISISCE?

 Prerequisiti o predisposizione di partenza

 Esposizione agli stimoli adeguati

 Esercizio (a parità di condizioni tanto più frequente è l’esercizio tanto più rapida l’acquisizione)

(11)

DISABILITÀ

INCAPACITÀ DI COSTRUIRSI UNA ROUTINE DI AZIONI CHE RENDA FACILE IL

RAGGIUNGIMENTO DI UN DETERMINATO SCOPO.

Può dipendere da 3 condizioni:

-Mancanza dei prerequisiti di partenza -Scarsa esposizione agli stimoli

-Mancanza di esercizio (allenamento)

(12)

DUNQUE….

- STIMOLAZIONE ADEGUATA - ESERCIZIO ADEGUATO

DOBBIAMO PENSARE CHE CI SIANO DELLE

CARENZE NELLA PREDISPOSIZIONE DI BASE,

SCARSAMENTECONTROLLABILE RISPETTO

ALLE ALTRE 2 CONDIZIONI

(13)

COSI’ NEI DSA:

- POICHÈ VI È UNA CONDIZIONE DI PARTENZA DEFICITARIA, LE STIMOLAZIONI E L’ESERCIZIO NON SONO SUFFICIENTI PER RENDERE STABILE L’APPRENDIMENTO: necessità di una stimolazione più intensa e di esercizio quotidiano

- GROSSO DISPENDIO DI ENERGIE NELLO SVOLGIMENTO DI COMPITI PER ALTRI AUTOMATICI: i dislessici lavorano sempre al limite delle risorse attentive

- CONSEGUENZE NEGATIVE ANCHE SULLE COMPETENZE METACOGNITIVE (es. automonitoraggio e autocorrezione)

(14)

Caratteristiche fondamentali

: 2

I DSA NON SONO UNA MALATTIA, MA PIUTTOSTO UNA DISFUNZIONE

CONGENITA DI ALCUNE AREE DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE:

in questo senso, dunque, non vi è una cura

(15)

Caratteristiche fondamentali

: 3

I DSA NON SONO ATTRIBUIBILI:

- A MENOMAZIONI SENSORIALI (vista, udito..)

- A SCARSA INTELLIGENZA (mentre a lungo termine vi può essere una compromissione delle abilità cognitive secondaria al disturbo specifico)

- A PROBLEMI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI (che potrebbero invece esserne un effetto)

- A PROBLEMI SOCIO-CULTURALI (i DSA sono diffusi in egual modo tra le diverse classi socio economiche)

(16)

Caratteristiche fondamentali

: 4

I DSA HANNO UN PATTERN DI ESPRESSIVITÀ CHE SI MODIFICA NEL TEMPO, IN RELAZIONE:

-ALLE DIVERSE RICHIESTE DELL’AMBIENTE SOCIO- EDUCATIVO,

- ALLE DIVERSE FASI DELL’APPRENDIMENTO DELLA LETTO-SCRITTURA,

-AI DIVERSI COMPENSI FUNZIONALI CHE I SOGGETTI, AUTONOMAMENTE O IN RIABILITAZIONE, METTONO IN ATTO

(17)

Caratteristiche fondamentali

: 5

I DSA SI MANIFESTANO CON GRADI DIVERSI DI DIFFICOLTÀ E INTACCANO

DIFFERENTI ABILITÀ:

ogni dislessico è diverso da un altro!

(18)

““““LA LA LA DISLESSIALA DISLESSIADISLESSIADISLESSIA ÈÈÈÈ UNA COMBINAZIONE UNA COMBINAZIONE UNA COMBINAZIONE UNA COMBINAZIONE UNICA DI TALENTI E INEFFICIENZE, UNICA DI TALENTI E INEFFICIENZE, UNICA DI TALENTI E INEFFICIENZE, UNICA DI TALENTI E INEFFICIENZE, CAPACIT

CAPACITCAPACIT

CAPACITÀÀÀÀ E DIFFICOLTE DIFFICOLTE DIFFICOLTE DIFFICOLTÀ”À”À”À”

• impossibilità di trovare un dislessico uguale ad un altro

• importante programmare l’intervento in base alle caratteristiche del singolo

• importante valutare i punti di forza

individuali

(19)

SOTTOTIPI DI DSA

DISLESSIADISLESSIA

(“disturbo specifico che si manifesta come una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura”)

DISGRAFIADISGRAFIA

(“disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica”)

DISORTOGRAFIADISORTOGRAFIA

(“disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica”)

DISCALCULIADISCALCULIA

(“disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e nell’elaborazione dei numeri”)

(20)

NOSOGRAFIA ED EPIDEMIOLOGIA DEI D.S.A. IN ITALIA

Dott.ssa

Dott.ssa Michela LopezMichela Lopez Responsabile clinica centro

Responsabile clinica centro D.S.AD.S.A., ., GiovinazzoGiovinazzo www.cooperativasocialearco.it

www.cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it

(21)

FATTORI DI RISCHIO (generici)

• PRESENZA DI DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO IN FAMIGLIA (anche in assenza di diagnosi)

• CAMBIAMENTO DI UMORE NEL BAMBINO IN RELAZIONE ALL’INIZIO DELLA SCUOLA

• OPPOSITIVITÀ DURANTE DETERMINATI COMPITI PIUTTOSTO CHE ALTRI

(22)

INDICATORI DI RISCHIO

ETÀ PRESCOLARE

SUPERATI I 3 ANNI IL BAMBINO MOSTRA DIFFICOLTÀ FONOLOGICHE (es.

tavolo = tabolo; farfalla = tafalla)

LA FREQUENZA DEL NIDO O DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA NON HA INFLUENZATO LA RISOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ LINGUISTICHE

DIFFICOLTÀ NEI GIOCHI METAFONOLOGICI (es. rime, un bastimento carico di….)

DIFFICOLTÀ NELLA DENOMINAZIONE RAPIDA (es. denominazione rapida di colori)

CARENZE NELLA MEMORIA A BREVE TERMINE FONOLOGICA (ripetizione di suoni, numeri, parole)

DIFFICOLTÀ GRAFICHE (DISEGNO, PREGRAFISMO)

GOFFAGINE E DIFFICOLTÀ NELLA MOTRICITÀ FINE

(23)

INDICATORI DI RISCHIO

FINE PRIMA ELEMENTARE

IL BAMBINO MOSTRA DIFFICOLTÀ NELL’ASSOCIARE UN SUONO A UN SEGNO (e viceversa)

LA LETTURA E LA SCRITTURA SONO MOLTO LENTE, STENTATE

LA GRAFIA IN STAMPATO MAIUSCOLO NON È FACILMENTE LEGGIBILE

NON RIESCE A RICONOSCERE PICCOLE QUANTITÀ

NON RIESCE A LEGGERE E SCRIVERE NUMERI ENTRO IL 10

NON RIESCE A SVOLGERE SEMPLICI CALCOLI ENTRO IL 10 (ANCHE COL SUPPORTO DI OGGETTI)

(24)

INDICATORI DI RISCHIO :

DIFFICOLT

DIFFICOLT À À DI LETTURA: DI LETTURA:

• • lentezza ed esitazioni lentezza ed esitazioni

• difficoltà nel riconoscimento di diversi caratteri tipografici

• confusione tra lettere simili fonologicamente o morfologicamente

• omissione, inversione, aggiunta di lettere e sillabe

• perdita della riga e salto della parola

• distanza dal testo e postura particolare per leggere

• comprensione del testo (?)

(25)

INDICATORI DI RISCHIO

DIFFICOLT

DIFFICOLTÀÀ DI SCRITTURA:DI SCRITTURA

lentezza

difficoltà nel copiare dalla lavagna e nel dettato

difficoltà ad usare armoniosamente lo spazio del foglio

confusione tra i diversi caratteri tipografici

confusione tra lettere simili (es. p-b, d-b, m-n)

omissione, inversione, aggiunta di lettere e sillabe

disgrafia (macroscrittura e microscrittura)

errori ortografici: gruppi consonantici complessi, digrammi ortografici (sc, gl), doppie, accenti, uso dell’h, apostrofo.

uso della punteggiatura inadeguato o assente

difficoltà nel costruire testi lessicalmente ricchi e sintatticamente complessi

(26)

INDICATORI DI RISCHIO

DIFFICOLT

DIFFICOLTÀÀ NEL CALCOLO:NEL CALCOLO

errori nella copia, nella scrittura e nella lettura di numeri (es. 13-31)

numerazioni orali (avanti e reverse)

calcoli a mente e fatti aritmetici

memorizzazione delle procedure del calcolo nelle 4 operazioni

memorizzazione delle tabelline

discriminazione di segni grafici

memorizzazione dei termini delle figure geometriche, delle formule

problem solving aritmetico (?)

(27)

INDICATORI DI RISCHIO

ALTRE DIFFICOLT ALTRE DIFFICOLTÀ:À:

difficoltà a imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario

difficoltà nella memorizzazione di filastrocche e poesie

difficoltà nella memorizzazione e nel recupero funzionale delle sequenze automatiche (mesi, giorni, stagioni…)

problemi di memoria a breve termine

difficoltà di orientamento temporo-spaziale

difficoltà di attenzione, distraibilità, affaticamento

difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere (in particolare nella componente ortografica più che orale)

difficoltà nella lettura della musica

goffaggine, difficoltà nella motricità fine, problemi di discriminazione dx/sx

(28)

EPIDEMIOLOGIA

- le difficoltà di apprendimento scolastico riguardano il 10-20% della popolazione in età scolare

- la prevalenza dei disturbi specifici di apprendimento (dislessia,

disgrafia e disortografia, discalculia) viene posta dalla maggioranza degli autori tra il 2 ed il 10%

- in Italia, dove esiste un sistema linguistico trasparente, la

prevalenza viene valutata tra il 2,5 e il 10 % a seconda degli a autori

Stella, Levi e Soresi: 2,5-3,5 % ; Curci e Ruggerini (3.65%); Mazzotta (4.35%) e Tressoldi (5-10%).

- prevalenza nel sesso maschile (rapporto M/F = 3/1)

(29)

EPIDEMIOLOGIA

secondo il DSM IV

• AUTISMO: 2-20 CASI SU 10000

• RITARDO MENTALE: 1 CASO SU 100

• BALBUZIE 0,8-1 CASO SU 100

• DISTURBO ESPRESSIVO DEL LINGUAGGIO:

3-7 CASI SU 100 (in età scolare)

• DSA: 2-10 CASI SU 100

(IN ITALIA CIRCA 5%)

(30)

EZIOLOGIA

•1^ ipotesi: nei soggetti affetti da DSA vi è stata una fase durante la quale è stata inadeguata l’acquisizione di presupposti importanti (ad esempio, per la lettura, può essere stata deficitaria l’acquisizione dello sviluppo spaziale, fonologico, motorio etc.):

questa fase è poi stata superata ma ha

determinato, a distanza, l’effetto patologico

(31)

EZIOLOGIA

•2^ ipotesi (attualmente la più accreditata):

i DSA sono la conseguenza funzionale di una peculiare struttura neurobiologica

che comporta probabilmente un deficit di transcodifica unico per i diversi ambiti della lettura, della scrittura e del calcolo, che

potrebbe essere identificato nell’alterazione

dei tempi di processamento degli stimoli

visivi e acustici

(32)

A SOSTEGNO DELL’IPOTESI BIOLOGICA….

• • FAMILIARIT FAMILIARIT À: il rischio di dislessia per i parenti À di primo grado si colloca tra il 35% e il 65%.

• • STUDI SUI GEMELLI: maggiore concordanza di STUDI SUI GEMELLI sintomi di DSA nei gemelli monozigoti (dal 71%

al 100%) rispetto ai gemelli eterozigoti (49-52%).

• • PREDOMINANZA NEL SESSO MASCHILE: PREDOMINANZA NEL SESSO MASCHILE

differenza sensibile di incidenza fra i due sessi

(mas vs fem = 3:1)

(33)

ALTERAZIONE STRUTTURALI E FUNZIONALI NEL CERVELLO DI INDIVIDUI DISLESSICI

• Studi autoptici: differenze a livello del corpo genicolato laterale del talamo (diversa distribuzione di cellule

piccole e grandi)

• Tecniche neuroradiologiche (TAC e RMN): anomalie strutturali nella distribuzione delle asimmetrie tra

emisfero dx ed emisfero sx

• Tecniche neuroradiologiche (RMF e PET):

anomalie funzionali: riduzione del metabolismo del

glucosio e anomalie nel flusso cerebrale dell’emisfero sx;

attivazione di aree differenti durante i compiti di natura fonologica)

(34)

Suggestiva convergenza di dati neuroanatomici e neurofisiologici a favore di un’organizzazione e

di un funzionamento cerebrale atipici in pazienti con dislessia evolutiva

MA AL DI LÀ DELLE CAUSE

E’ ESSENZIALE INDIVIDUARE I PROCESSI DEFICITARI

per allestire di un percorso riabilitativo

individualizzato ed efficace.

(35)

• Dagli studi funzionali emerge:

L’alterazione di alcuni gruppi di cellule>>> la loro capacità di sincronizzare gli eventi potrebbe

essere alterata, per cui tutto ciò che è troppo veloce non verrà eseguito correttamente.

• Dunque >>>> spesso il dono più bello che

possiamo fare al ragazzo con DSA è quello del tempo: il tempo di comprendere la richiesta e il tempo di organizzare la sua risposta.

IL DISLESSICO HA TEMPI DIVERSI

IL DISLESSICO HA TEMPI DIVERSI!

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NOSOGRAFIA ED EPIDEMIOLOGIA DEI D.S.A. IN ITALIA

Dott.ssa

Dott.ssa Michela LopezMichela Lopez Responsabile clinica centro

Responsabile clinica centro D.S.AD.S.A., ., GiovinazzoGiovinazzo www.cooperativasocialearco.it

www.cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it dsa.arco@cooperativasocialearco.it

(37)

COMORBIDITÀ

• Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (sintomi di inattenzione, iperattività, impulsività) che potenzia le difficoltà nell’adattamento scolastico e talora costituisce l’unico aspetto recepito dall’ambiente sociale ;

• Disturbo Oppositivo-Provocatorio: favorisce il disadattamento scolastico e talvolta può essere

secondario ad esperienze frustranti vissute dal bambino a causa di insuccessi nella didattica ;

• Disturbi della Condotta e inerenti all’area della devianza sociale, eventualmente associati ad abuso di sostanze e comportamenti delinquenziali spesso in rapporto con

situazioni scadenti sul piano di vita sociale.

(38)

COMORBIDITÀ

• Disturbi d’ansia nelle varie articolazioni: attacchi di panico, disturbo di ansia di separazione, fobie semplici, fobia sociale. Questi disturbi possono condurre a ritiro da scuola, per periodi transitori o prolungati, ed interferiscono sulle possibilità di trattamento e recupero delle difficoltà nel settore didattico;

• Disturbi somatoformi, anch’essi possibili espressioni di reazioni secondarie agli insuccessi e alle frustrazioni in campo didattico, possono generare disadattamento e ritiro scolastico;

• Disturbi dell’umore, secondari a disturbi specifici dell’apprendimento o componente di disturbi aspecifici, possono condurre a ritiro sociale e a comparsa di idee suicide.

(39)

L’evoluzione nel tempo

(40)

EVOLUZIONE A DISTANZA DELLA DIFFICOLT

EVOLUZIONE A DISTANZA DELLA DIFFICOLTÀÀ NEGLI NEGLI APPRENDIMENTI SPECIFICI (letto

APPRENDIMENTI SPECIFICI (letto--scrittura)scrittura)

• Miglioramento del controllo del linguaggio scritto (inteso come acquisizione dei meccanismi di decodifica), con miglioramento nella correttezza più significativo rispetto a quello nella velocità

• Permanenza delle difficoltà di controllo delle regole più complesse (ad es. ortografiche), solitamente fino alla fine della scuola media

• Miglioramento nell’elaborazione dei testi (grazie anche ad un maggiore controllo della tecnica)

• No grossi cambiamenti nella comprensione

(41)

PERSISTENZA DI DIFFICOLTÀ QUALI:

• Difficoltà a prendere appunti

(“Quando scrivo è come se il mio cervello andasse più veloce della mia mano”)

• Persistere di una brutta grafia

• Cali di attenzione (soprattutto durante compiti di letto- scrittura)

• Povertà lessicale nell’elaborazione testuale (tendenza ad usare solo le parole che si conoscono con certezza, testi brevi, più tempo per l’autocorrezione)

(42)

Esiti psico-sociali

• Frequente abbandono scolastico alla fine della scuola dell’obbligo

• Minore chance sul lavoro degli adulti con DSA (anche perché spesso scelgono corsi di studi meno impegnativi)

• Minor autostima, ansia, insicurezza e maggiori preoccupazioni per la carriera

• Dichiarata insoddisfazione rispetto al percorso scolastico indipendentemente dagli studi intrapresi

(43)

EVOLUZIONE DEL DISAGIO PSICOLOGICO:

miglioramento dello stato di benessere in età adulta

• Riduzione del disagio psicologico, dell’ansia, della depressione alla fine del periodo scolare, grazie al diminuire della pressione e delle richieste ambientali

• Affinamento delle strategie di compensazione,

grazie alla maggior consapevolezza dei propri

limiti e punti di forza: alcune ricerche

sottolineano un nesso tra i risultati ottenuti e il

riconoscimento delle proprie difficoltà

(44)

Elisa, 28 anni, laureata in storia, consulente finanziaria: “ora con i numeri ci lavoro quotidianamente e la calcolatrice mi è di grande aiuto. A volte sbaglio e non sempre riesco a correggermi … allora mi scuso e dico che ho avuto un momento di stanchezza. Insomma, me la cavo”

Patrik, 24 anni, laureando in ingegneria meccanica: “certe volte sono disinnamorato. Ci metto tanto lavoro nelle relazioni e mi torna il commento che il lavoro è buono, ma grammatica e ortografia lasciano a desiderare”

Peter 42 anni, laureato in storia dell’arte: “grazie alla psicoterapia all’università mi ero in un certo senso liberato dalle negatività. Mi restava il problema di prendere appunti e scrivere, ma ho messo a punto varie strategie”

Mattia, 43 anni, restauratore: “ Da poco tempo a mio figlio è stata fatta la diagnosi di dislessia e finalmente ho saputo dare un nome alle difficoltà che anche io ho sempre avuto”

Fabio, 25 anni, studente in psicologia e barista: “ora che conosco il mio vero problema voglio provare a superarlo ma con qualche riserva: se un giorno dovessi capire che la mia strada si interrompe non affronterò più le frustrazioni, non ho più risorse per affrontare le mie difficoltà, farò altre cose, lavori manuali, ma continuare così no, non credo di riuscirci”

(45)

IO: Se la tua dislessia ti avesse lasciato qualcosa di buono, cosa sarebbe?

P:…..forse….beh…..posso dire che

LA DISLESSIA MI HA INSEGNATO A LA DISLESSIA MI HA INSEGNATO A LA DISLESSIA MI HA INSEGNATO A LA DISLESSIA MI HA INSEGNATO A PRENDERE SCHIAFFI SENZA SENTIRE PRENDERE SCHIAFFI SENZA SENTIRE PRENDERE SCHIAFFI SENZA SENTIRE PRENDERE SCHIAFFI SENZA SENTIRE DOLORE

DOLORE DOLORE DOLORE

P., 24 anni

(46)

BIBLIOGRAFIA

• Lopez L., Le basi biologiche della dislessia (www.aiditalia.org)

• Stella G. (2001), IN CLASSE CON UN ALLIEVO CON DISORDINI DELL’APPRENDIMENTO,

Milano, Fabbri Editori;

• LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 – Nuove norme

in materia di disturbi specifici di apprendimento

in ambito scolastico

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