PIANO TRIENNALE
DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA 2018 - 2020
Approvato con Ordinanza Presidenziale nr. 1 del 30/01/2018
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Sommario
1 Premessa
1.1 IL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) 1.2 DEFINIZIONI
1.3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2 OGGETTO
3 SOGGETTI COINVOLTI NELLA STRATEGIA DI PREVENZIONE
4 LA PREDISPOSIZIONE, ADOZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PIANO ANTICORRUZIONE 5 LA GESTIONE DEL RISCHIO
5.1 L’ANALISI DEL CONTESTO 5.2 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO 5.3 IL TRATTAMENTO DEL RISCHIO 6 MISURE DI PREVENZIONE E DI CONTRASTO
6.1 ADEMPIMENTI RELATIVI ALLA TRASPARENZA 6.2 CODICI DI COMPORTAMENTO
6.3 INFORMATIZZAZIONE DEI PROCESSI
6.4 ACCESSO TELEMATICO A DATI, DOCUMENTI E PROCEDIMENTI 6.5 MONITORAGGIO DEI TEMPI PROCEDIMENTALI
6.6 MONITORAGGIO DEI COMPORTAMENTI IN CASO DI CONFLITTO DI INTERESSI
6.7 MECCANISMI DI CONTROLLO NELLA FORMAZIONE DELLE DECISIONI DEI PROCEDIMENTI A RISCHIO 6.8 INCONFERIBILITA’ – INCOMPATIBILITA’ DI INCARICHI DIRIGENZIALI, AMMINISTRATIVI DI VERTICE 6.9 INCARICHI D’UFFICIO, ATTIVITA’ ED INCARICHI EXTRAISTITUZIONALI VIETATI AI DIPENDENTI 6.10 FORMAZIONE DI COMMISSIONI, ASSEGNAZIONI AGLI UFFICI
6.11 ATTIVITA’ SUCCESSIVA ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO (PANTOUFLAGE – REVOLVING DOORS) 6.12 WHISTLEBLOWING
6.13 PATTI DI INTEGRITA’
6.14 FORMAZIONE
6.15 ROTAZIONE DEL PERSONALE ADDETTO ALLE AREE DI RISCHIO DI CORRUZIONE 6.16 AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E RAPPORTO CON LA SOCIETA’ CIVILE 6.17 REGOLAMENTI E PROCEDURE
6.18 CONDIVISIONE
7 IL MONITORAGGIO E LE AZIONI DI RISPOSTA 8 LE RESPONSABILITA’
9 LA TABELLA DI ANALISI E GESTIONE DEL RISCHIO
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Premessa
IL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.)
Con la legge 6 novembre 2012, n. 190 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” è stato introdotto nel nostro ordinamento un sistema organico di prevenzione e contrasto della corruzione secondo una strategia articolata su due livelli: nazionale e decentrato.
A livello nazionale, un ruolo fondamentale è svolto dal Piano Nazionale Anticorruzione (PNA). Tale piano è stato predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, sulla base delle linee guida de nite dal Comitato interministeriale, e approvato con deliberazione n. 72/2013 dalla Commissione Indipendente per la Valutazione, l’Integrità e la Trasparenza (CIVIT, ora ANAC), individuata dalla legge quale Autorità nazionale anticorruzione.
Successivamente l'ANAC, con determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015, ha approvato l'Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione e con delibera n. 831 del 03 Agosto 2016 ha approvato il Piano Nazionale Anticorruzione 2016.
A livello decentrato, ogni pubblica amministrazione de nisce un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) che, sulla base delle indicazioni contenute nel PNA, rappresenta il documento programmatico fondamentale per la strategia di prevenzione all’interno dell’Ente.
Questa duplice articolazione garantisce da un lato l’attuazione coordinata delle strategie di prevenzione e contrasto della corruzione elaborate a livello nazionale e internazionale, dall’altro consente alle singole amministrazioni di predisporre soluzioni mirate in riferimento alla propria specificità.
Il Piano Nazionale Anticorruzione descrive gli obiettivi strategici e le azioni da implementare a livello nazionale nel periodo di riferimento. È nalizzato prevalentemente ad agevolare e supportare le pubbliche amministrazioni nell'applicazione delle c.d. misure legali, ovvero gli strumenti di prevenzione e contrasto della corruzione e dell'illegalità previsti dalla normativa di settore, con particolare riferimento al PTPC.
Il PNA si con gura come uno strumento dinamico che pone in atto un processo ciclico, nell'ambito del quale le strategie e le misure ideate per prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi vengono sviluppate o modi cate a seconda delle risposte ottenute in fase di applicazione a livello decentrato da parte delle pubbliche amministrazioni (c.d. feedback). In tal modo si possono progressivamente mettere a punto strumenti di prevenzione e contrasto sempre più mirati e incisivi.
Per chiarezza espositiva occorre precisare il concetto di corruzione sotteso alla normativa di settore, al PNA e al presente Piano triennale, dal momento che è importante individuare in concreto quali sono i comportamenti da prevenire e contrastare.
In tale contesto il termine corruzione esorbita dalle fattispecie disciplinate dal codice penale, poiché va inteso in un'accezione ampia che comprende l’intera gamma dei delitti contro la Pubblica Amministrazione e tutte le situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, un soggetto pubblico abusa del potere attribuitogli e, più in generale, della propria posizione al ne di ottenere vantaggi privati. In pratica rilevano tutti i casi in cui si evidenzia un malfunzionamento dell’amministrazione, nel senso di una devianza dai canoni della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, causato dall’uso per interessi privati delle funzioni pubbliche attribuite.
Per una visione organica della normativa di riferimento si rimanda al sito dell'Autorità Nazionale Anticorruzione ( http://www.anticorruzione.it). Il Consiglio di Amministrazione dell'Ente, ai sensi dell’art. 1 comma 7, della Legge 190/2012, ha nominato con atto deliberativo n. 17 del 01/04/2014, quale Responsabile della Prevenzione della Corruzione e quale Responsabile della trasparenza il Direttore dell’Ente Dott. Sig. Elio Morini.
Il presente Piano è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione con deliberazione n. 1 del 30/01/2018 .
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L’ANALISI DEL CONTESTO
L'Analisi del contesto (esterno e interno) rappresenta la prima fase del processo di gestione del rischio. Consente di acquisire informazioni utili a comprendere come possano veri carsi fenomeni corruttivi nell'ambito dell'Amministrazione proprio in considerazione delle specificità ambientali in cui si trova ad operare e delle sue caratteristiche organizzative interne.
Il contesto esterno
L’analisi del contesto esterno mira ad inquadrare le caratteristiche culturali, sociali ed economiche del territorio nel cui ambito l'Ente esplica le proprie funzioni. Ciò consente di comprendere le dinamiche relazionali che in esso si sviluppano e le in uenze (o pressioni) a cui l'Ente può essere sottoposto da parte dei vari portatori di interessi operanti sul territorio. In tal modo è possibile elaborare una strategia di gestione del rischio calibrata su specifiche variabili ambientali e quindi potenzialmente più efficace.
La posizione strategica della provincia di Verona, situata nell’asse di collegamento tra l’Italia e l’Europa, rende il territorio un punto di snodo particolarmente importante sotto il pro lo economico; tale condizione attrae le più importanti consorterie criminali nazionali. Si registra, infatti, il radicamento di organizzazioni delinquenziali di tipo ma oso interessate, in particolare, all’edilizia, all’usura, al riciclaggio ed ai reati inerenti alla Pubblica Amministrazione.
Le attività investigative hanno documentato la capacità di in ltrazione, nel tessuto economico, di soggetti a liati alla “ndrina”, con estese rami cazioni, oltre che nel Veneto, in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. Le indagini hanno consentito di accertare attività illecite, attuate con metodi ma osi, condotte attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti di cosche o intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia (lavori ed opere pubbliche).
Sul territorio si registra, inoltre, la presenza di alcuni imprenditori attivi nel settore edile e dei trasporti, legati ad organizzazioni criminale della 'ndrangheta, con rami cazioni nel nord Italia, dedite all’usura ed alla frode fiscale, aggravata dalla finalità di aver agevolato un’associazione mafiosa.
In merito a quest’ultimo fenomeno, la provincia di Verona costituisce uno dei centri nevralgici per gli scambi di narcotico, proveniente dall’estero e destinato ad alimentare molteplici mercati nazionali.
Nella provincia di Verona, nell’anno 2013, sono state eseguite 243 operazioni antidroga con il sequestro di kg 173,46 di sostanze stupefacenti; sono state, altresì, segnalate all’Autorità Giudiziaria 367 persone.
Il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è gestito da organizzazioni, prevalentemente composte da albanesi, pakistani, peruviani e italiani, responsabili, anche di possesso e fabbricazione di documenti falsi.
Cittadini di origine cinese si rendono responsabili di sfruttamento della prostituzione di connazionali, spesso clandestine, e di introduzione e commercializzazione nel territorio nazionale di merce contraffatta e non conforme agli standard di sicurezza europei.
Nell’ambito dell’attività predatoria, in particolare nelle rapine, sono risultati attivi soggetti romeni, serbi, marocchini e italiani.
La delittuosità complessiva nel 2013, rispetto all’anno precedente, è in incremento del 3,1%.
Si rileva un lieve aumento dei furti in genere (+0,1%), in particolare dei furti in abitazione (+5,0 % rispetto al 2012); in decremento le rapine (-3,2%). L’azione di contrasto ha fatto registrare un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente. Il totale degli stranieri denunciati nell’anno è aumentato del 3,4% rispetto al 2012.
I furti di rame registrano un incremento del 8,8 % rispetto all’anno precedente.
Il contesto interno
Il “Soggiorno per Anziani Villa Sprea” si trova ad Illasi (VR), in Piazza Baldo Sprea 18, nel centro del paese.
Situato in zona collinare, lungo la strada che porta in Lessinia, è circondato dal verde ed è immerso nella tranquillità.
Il “Soggiorno per Anziani Villa Sprea”, eretto in ente morale con il reale Decreto dell’8 febbraio 1877, fu attivato nel 1878 con sede nel Comune di Illasi in piazza Sprea, 18, è stato fondato dal Sacerdote Don Bonifacio col suo testamento olografo del 30 novembre 1852.
Successivamente, a seguito della fusione avvenuta nell’anno 1989, giusto Decreto della Regione del Veneto n. 1766, del 18 settembre 1989, fu costituita la Casa dell’Accoglienza “Baldo Sprea”, frutto dell’unione dei due enti Soggiorno per Anziani “Villa Sprea” e Scuola Materna “San Giuseppe”, mantenendo quale sede, l’edificio storico della Casa di Riposo.
La Struttura è organizzata in tre nuclei funzionali ed omogenei in base al pro lo degli ospiti, ed ha una capacità ricettiva di 84 posti letto. Il Soggiorno per Anziani, pur avendo ottenuto un’autorizzazione al funzionamento per complessivi 84 posti letto, convenzionati con la Regione del Veneto. Il servizio per non autosufficienti è convenzionato con l’AULSS 9 Scaligera di Verona.
Programmazione, direzione e controllo della gestione
Il vertice dell’attività gestionale Casa dell’Accoglienza “Baldo Sprea” risiede nella gura del Direttore che dirige tutto il personale, progetta l’attività interna ed esterna alla Struttura, espone i piani di sviluppo strategico al Presidente del CdA per la necessaria approvazione, attiva i livelli sotto ordinati al ne di pervenire all’attuazione dei piani stessi e di elaborare ed utilizzare strumenti idonei a verificare l’efficacia delle azioni ed il conseguimento degli obiettivi.
Attività del Servizio
La mission della Casa dell’Accoglienza “Baldo Sprea” si esplicita nella funzione di “Centro Servizi per anziani non autosufficienti ed autosufficienti”.
L’attività piani cata dalla Direzione si realizza all’interno di 5 Aree che da lei dipendono direttamente e che in alcuni casi hanno anche un’attività autonoma, non collegata ai poteri decisionali della Direzione stessa (vd. Funzionigramma). Le aree sono:
A. Area Amministrativa B. Area Servizi Generali C. Area Socio-Assistenziale D. Area Sanitaria E. Area sicurezza
Queste aree si articolano a loro volta in aggregati sotto ordinati caratterizzati dall’avere ciascuno un proprio obiettivo speci co - privilegiando in ogni caso la logica del lavoro d’equipe e della
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multidisciplinarietà - denominati Servizi. Questi fungono da raggruppamenti di azioni, piuttosto che da centri di decisioni, poiché la loro programmazione e la loro gestione sono demandate al livello organizzativo immediatamente superiore (Area), utilizzando eventualmente provvedimenti di delega da parte della Direzione.
I servizi relativi alle Aree Socio Assistenziale e Sanitaria rivestono un importante ruolo operativo ed è pertanto necessario suddividerli in ulteriori aggregazioni speci camente orientate allo svolgimento delle attività di tipo pratico a capo delle quali viene designato un Coordinatore di Servizio a diretto contatto con la Direzione.
Le funzioni (Servizi) esercitate all’interno delle diverse Aree sopra identificate sono le seguenti:
Area Amministrativa
Si occupa di funzioni amministrative e di gestioni collaterali rispetto a quelle principali. Si suddivide in tre servizi:
1) Servizio Amministrativo 2) Servizio gestione del persone 3) Servizio Economato.
Sono di competenza dell’Area Amministrativa tutte le pratiche amministrative e contabili relative alla gestione dell’Ente, degli ospiti e dei dipendenti. In particolare il Servizio gestisce tutto lo sviluppo dei flussi finanziari, per qualsiasi motivo originati, i beni dell’ente, i rapporti amministrativi con gli ospiti ed i dipendenti, gli adempimenti obbligatori – contabilità, fiscalità, ecc.
Area Servizi Generali
L’Area Servizi Generali raggruppa tutte le attività tecniche di supporto, necessarie all’assistenza degli ospiti e al funzionamento della struttura. Quest’area si suddivide in cinque Servizi:
a) Servizio assistente sociale b) Servizio lavanderia piana c) Servizio lavanderia ospiti d) Servizio manutenzione e) Servizio cucina f) Servizio pulizie
Area Socio-Assistenziale e Area Sanitaria
All’interno di queste aree sono e ettuate tutte le prestazioni che costituiscono l’oggetto principale dell’attività della Struttura, caratterizzate da elevata integrazione sociosanitaria. Sono composte da professionalità sanitarie e sociosanitarie e sociali di vario genere caratteristica questa che ne determina la complessità.
Area Socio Assistenziale
All’interno dell’area socio assistenziale si esplicano l’attività fondamentali rivolte agli ospiti della struttura residenziale, del centro diurno ed agli anziani del territorio.
I servizi presenti all’interno dell’area sono:
a) Servizio assistenziale b) Servizio animatore c) Servizio psicologo
Nel servizio assistenziale vengono svolte attività rivolte al soddisfacimento dei bisogni primari dell’ospite e al mantenimento e/o recupero delle capacità individuali.
I servizi di animazione e quello di supporto psicologico hanno l’obiettivo di riabilitare, ripristinare o mantenere le condizioni siche e relazionali degli ospiti, utilizzando le tecniche della terapia psicologica, occupazionale, dell’animazione e della rieducazione.
Nell’ambito dell’Area Socio-Assistenziale, si manifestano anche le attività pratiche del Servizio Medico-Sanitario, mentre sono funzionali e di supporto all’intera Area tutti i servizi dell’Area Servizi Generali.
Tutte le attività di competenza dei diversi servizi di quest’area vengono coordinate dalla gura del Coordinatore di Servizio. Questa gura presiede individualmente la Funzione di Coordinamento di Servizio e quella di Coordinamento di nucleo.
Area Sanitaria
L’area Medico-Sanitario: raduna le competenze professionali di tipo medico e sanitario, necessarie per pervenire alla diagnosi ed attivare il percorso terapeutico degli ospiti. Si compone di quattro servizi:
a) Servizio medico b) Servizio riabilitativo c) Servizio infermieristico
Il servizio medico è diretto dal Coordinatore Medico del Distretto dell’ULSS 20 di Verona, che nell’ambito delle proprie speci che funzioni, per la maggior parte gravate da responsabilità personale, agisce in autonomia rispetto al vertice direzionale L’attività in questo Servizio si manifesta a tutti i livelli, da quello programmatorio a quello operativo. Attualmente il Servizio si compone di un Medico convenzionato.
Al Servizio infermieristico è deputato a conseguire direttamente l’obiettivo dell’assistenza sanitaria agli ospiti. E’ caratterizzata da un’attività svolta in équipe multidisciplinare e dalla necessità di un’elevata integrazione e versatilità dei suoi componenti, necessaria a garantire il successo delle speci che azioni rivolte agli ospiti. Oltre alla diretta erogazione delle terapie, a questo servizio compete anche la gestione delle risorse farmaceutiche della Struttura, dal punto di vista dell’ordinazione, della registrazione, del mantenimento e dell’eventuale corretto smaltimento dei farmaci, nonché l’archiviazione delle cartelle cliniche.
I servizio riabilitativo ha l’obiettivo di riabilitare, ripristinare o mantenere le condizioni fisiche dell’ospite, utilizzando le tecniche professionali della terapia della riabilitazione.
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Area sicurezza
L’area sicurezza dipende direttamente dalla Legale Rappresentante e fa riferimento per l’espletamento delle attività di sua competenza alla Direzione dell’ente. Sono di competenza dell’RSPP (di nomina esterna) tutte le attività tipiche necessarie alla gestione del sistema di prevenzione e protezione aziendale in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Organigramma della Casa dell’Accoglienza “Baldo Sprea”
Funzionigramma delle figure coinvolte nella redazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione della Casa dell’Accoglienza “Baldo Sprea”
Area Figura
professionale
Ruolo e responsabilità
AREA DIRIGENZIALE
Direzione Dott. Maurizio
Pastorello
Esercita le attribuzioni conferitegli dal CDA;
È organo gestionale ed è responsabile del raggiungimento dei risultati e degli obiettivi fissati dal Consiglio di Amministrazione;
È responsabile e capo di tutto il personale del Centro Servizi a qualsiasi qualifica funzionale ascritto;
Cura la corretta esecuzione delle decisioni dell’organo consiliare emanando disposizioni operative;
Sovrintende a tutte le attività della Centro Servizi;
Fornisce al CdA gli elementi di conoscenza e valutazione tecnica necessari per l’analisi del grado di soddisfacimento dei servizi erogati;
Elabora proposte, relazioni, pareri, documenti, provvedimenti amministrativi e regolamentari;
Mantiene il necessario coordinamento dei vari servizi al fine di garantire un armonioso ed economico utilizzo delle risorse dell’IPAB;
Compie ogni altro incarico affidato direttamente dal CdA.
Responsabile qualità Morini Elio
In base alle politiche e agli obiettivi della qualità, definiti dalla Direzione, il Responsabile qualità si occupa di:
Espletare tutte le attività connesse alla definizione del sistema "qualità aziendale”;
Fornire supporto nella definizione della struttura organizzativa;
Partecipare alla predisposizione delle procedure aziendali e alla redazione delle istruzioni operative;
Collaborare alla validazione di metodologie e tecniche per il controllo di qualità dei processi e dei servizi;
Programmare e realizzare attività di monitoraggio (audit interni) sui processi e sulle aree funzionali, per assicurare che esse si svolgano nel rispetto delle procedure del sistema "qualità aziendale" predefinito;
Pianificare le attività di controllo e miglioramento del processo, con tecniche e strumenti adeguati allo scopo;
Partecipare alle attività di riesame del sistema qualità e alla redazione del relativo rapporto;
Controllare i costi della qualità ed effettuare analisi di fattibilità;
Individuare soluzioni organizzative adeguate e sviluppare procedure interne;
Rilevare e de nire i bisogni informativi interni all'azienda per il controllo delle prestazioni e il rispetto delle procedure, curandone la divulgazione;
AREA Responsabile Esercita attività amministrativa e/o contabile all’interno dell’IPAB sulla base delle direttive di massima impartite dal CdA. L’attività consiste
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AMMINISTRATIVA amministrativo Morini Elio
nell’istruttoria formale di atti e procedimenti anche complessi ed integrati, nell’elaborazione di dati e nella ricerca e proposta di soluzione dei problemi attinenti a materie di fornitura di beni e servizi, approvvigionamenti vari, e quant’altro riferibile al settore di competenza. Detta attività comporta la conoscenza di norme e procedure e si estende no all’interpretazione delle stesse. Sovrintende e coordina ogni attività inerente al settore amministrativo dell’IPAB, predisponendo provvedimenti, atti, procedure e relazioni di notevole grado di di coltà, garantendone il rispetto della normativa vigente. Assicura la maggior tempestività possibile nella fornitura di quanto richiesto dai singoli servizi/attività dell’IPAB. Predispone piani e programmi destinati ad una razionale politica di acquisizione di beni e servizi necessari per il regolare svolgimento dei servizi dell’Ente, ricerca le soluzioni migliori, anche attraverso indagini di mercato, per garantire il miglior rapporto prezzo-qualità dei medesimi, nel rispetto delle norme vigenti in materia. Assicura il rispetto delle speci che norme di settore nell’ambito dei procedimenti amministrativi di competenza. Nell’ambito delle funzioni proprie del profilo, espleta ogni altro incarico affidato dal CdA.
Addetto alla gestione del personale
Brugnoli Alessandra
Esercita attività le proprie attività all’interno dell’Area Amministrativa. In particolare si occupa della gestione del personale e stipendi, in riferimento alle direttive di massima indicate dalla Direzione e dal Responsabile Amministrativo. La gestione comprende tutte le attività connesse al personale al fine di un aggiornamento costante di tutti i dati attinenti al trattamento giuridico, economico, contributivo e pensionistico dei dipendenti ed ogni quant’altro sia implicitamente comprensibile in materia. L’attività consiste nell’istruttoria formale di atti e provvedimenti, comportanti procedure anche complesse, nonché l’interpretazione e l’applicazione delle norme giuridiche vigenti, in materia. In particolare:
Verifica la razionalità dell’organizzazione del personale inserito nei servizi, dando relazione alla Dirigenza;
Coordina la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati inerenti i costi del personale ai ni delle periodiche valutazioni di risultato e delle programmazioni;
Collabora con la dirigenza nella interpretazione degli istituti contrattuali (che dal medesimo vengono poi applicati autonomamente);
Segue l’iter ed istruisce le procedure per tutti i livelli di contrattazione sindacale;
Assume responsabilità diretta per le attività cui è preposto;
Formula proposte operative per l’organizzazione del lavoro nelle attività di competenza e per la semplificazione amministrativa;
Addetto alla Segreteria Turco Chiara
Esercita attività amministrativa e/o contabile all’interno del Servizio di segreteria sulla base delle direttive di massima impartite dall’Economa Generale.
L’attività consiste nell’istruttoria formale di atti e procedimenti anche complessi ed integrati, nell’elaborazione di dati e nella ricerca e proposta di soluzione dei problemi attinenti alle materie proprie del settore amministrativo. Detta attività comporta la conoscenza di norme e procedure e si estende fino alla interpretazione delle stesse.
AREA SOCIO ASSISTENZIALE
Assistente sociale Spigato Arianna
Su indicazione della Direzione, svolge le seguenti funzioni:
Cura ed organizza il lavoro di assistenza agli ospiti per quanto attiene i rapporti con il personale, anche volontario, operante all’interno del servizio;
Concretizza piani e programmi di carattere ricreativo e culturale allo scopo predisposti dall’Amministrazione, in stretta collaborazione con gli Educatori-Animatori;
Gestisce le pratiche di ammissione e di trasferimento degli ospiti in casa di riposo e nei servizi territoriali forniti dall’Ente, collaborando nei rapporti con i familiari;
Partecipa alle riunioni delle UOI (Unità Operativa Interna) e delle UOD (Unità Operativa Distrettuale) in nome e per conto dell’Ente;
Predispone studi e ricerche sull’utenza del servizio, sul livello dei servizi resi, elaborando anche proposte di intervento a medio/lungo periodo;
Segnala all’ufficio competente ogni disfunzione che verifica nell’espletamento del suo incarico;
Si rapporta, unitamente al Coordinatore di Servizio, per le problematiche relative alle speci che competenze e per le questioni attinenti la qualità dei servizi, con la Superiora Pro Tempore;
Tiene i rapporti con gli ospiti, con particolare riferimento a quelli con disagio sociale, con i parenti degli ospiti e con i responsabili di reparto relativamente alle materie di propria competenza;
Promuove e predispone i provvedimenti di carattere sociale diretti a migliorare e mantenere il benessere sico degli ospiti, in relazione agli obiettivi e ai programmi definiti dal Consiglio Generalizio e dalla Superiora Pro Tempore;
E ettua ricerche ed elaborazione dati per conto dell’Amministrazione predisponendo programmi e progetti di intervento anche a medio/lungo periodo;
Svolge la propria funzione in posizione di staff con la Direzione, anche con riferimento a problematiche di carattere generale.
L'analisi del contesto interno si sostanzia nella “mappatura dei processi” ovvero la ricerca e descrizione dei processi attuati all'interno dell'Ente al ne di individuare quelli potenzialmente a rischio di corruzione, secondo l'accezione ampia contemplata dalla normativa e dal PNA.
La mappatura dei processi è stata e ettuata con riferimento a tutte le aree che comprendono ambiti di attività che la normativa e il PNA considerano potenzialmente a rischio per tutte le Amministrazioni (c.d. aree generali di rischio) ovvero:
Acquisizione e progressione del personale 1 Reclutamento
2 Progressioni di carriera
3 Conferimento di incarichi di collaborazione Affidamento di lavori, servizi e forniture 1 Definizione dell’oggetto dell’affidamento
2 Individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento 3 Requisiti di qualificazione
4 Requisiti di aggiudicazione 5 Valutazione delle offerte
6 Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte 7 Procedure negoziate
8 Affidamenti diretti 9 Revoca del bando
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10 Redazione del cronoprogramma 11 Varianti in corso di esecuzione del contratto 12 Subappalto
13 Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto
Concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati;
Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;
Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni
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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Per ciascun processo inserito nell'elenco di cui sopra è stata effettuata la valutazione del rischio, attività complessa suddivisa nei seguenti passaggi:
identificazione analisi
ponderazione del rischio
L’identificazione del rischio
I potenziali rischi, intesi come comportamenti prevedibili che evidenzino una devianza dai canoni della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa per il conseguimento di vantaggi privati, sono stati identificati e descritti mediante:
consultazione e confronto con i Responsabili dei Settori e il personale Amministrativo;
ricerca di eventuali precedenti giudiziari (penali o di responsabilità amministrativa) e disciplinari che hanno interessato l’amministrazione negli ultimi 5 anni;
indicazioni tratte dal PNA, con particolare riferimento agli indici di rischio indicati nell’Allegato 5 e alla lista esemplificativa dei rischi di cui all’Allegato 3.
I rischi individuati sono sinteticamente descritti nella colonna “RISCHIO” della “Tabella di Analisi e Gestione del Rischio”.
L’analisi del rischio
Per ogni rischio individuato sono stati stimati la probabilità che lo stesso si veri chi e, nel caso, il conseguente impatto per l’Amministrazione. A tal ne ci si è avvalsi degli indici di valutazione della probabilità e dell’impatto riportati nell’Allegato 5 del PNA.
Indice di valutazione della probabilità
Discrezionalità Il processo è discrezionale?
No, è del tutto vincolato 1
E’ parzialmente vincolato dalla legge e da atti amministrativi (regolamenti, direttive, circolari) 2
E’ parzialmente vincolato solo dalla legge 3
E’ parzialmente vincolato solo da atti amministrativi (regolamenti, direttive, circolari) 4
E’ altamente discrezionale 5
Rilevanza esterna Il processo produce effetti diretti all’esterno dell’amministrazione di riferimento?
No, ha come destinatario finale un ufficio interno 2
Sì, il risultato del processo è rivolto direttamente ad utenti esterni alla p.a. di riferimento 5
Complessità del processo Si tratta di un processo complesso che comporta il coinvolgimento di più amministrazioni (esclusi i controlli) in fasi successive per il conseguimento del risultato?
No, il processo coinvolge una sola p.a. 1
Sì, il processo coinvolge più di 3 amministrazioni 3
Sì, il processo coinvolge più di 5 amministrazioni 5
Valore economico Qual è l’impatto economico del processo?
Ha rilevanza esclusivamente interna 1
Comporta l’attribuzione di vantaggi a soggetti esterni, ma di non particolare rilievo economico (es.: concessione di borsa di studio per studenti) 3
Comporta l’attribuzione di considerevoli vantaggi a soggetti esterni (es.: affidamento di appalto) 5
Frazionabilità del processo Il risultato finale del processo può essere raggiunto anche effettuando una pluralità di operazioni di entità economica ridotta che, considerate complessivamente, alla fine assicurano lo stesso risultato (es.: pluralità di affidamenti ridotti)?
No 1
Si 5
Controlli Anche sulla base dell’esperienza pregressa, il tipo di controllo applicato sul processo è adeguato a neutralizzare il rischio?
Sì, costituisce un efficace strumento di neutralizzazione 1
Sì, è molto efficace 2
Sì, per una percentuale approssimativa del 50% 3
Sì, ma in minima parte 4
No, il rischio rimane indifferente 5
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Indice di valutazione dell'impatto
Impatto organizzativo Rispetto al totale del personale impiegato nel singolo servizio (unità organizzativa semplice) competente a svolgere il processo (o la fase di processo di competenza della p.a.) nell’ambito
Fino a circa il 20% 1
Fino a circa il 40% 2
Fino a circa il 60% 3
Fino a circa il 80% 4
Fino a circa il 100% 5
Impatto economico Nel corso degli ultimi 5 anni sono state pronunciate sentenze della Corte dei conti a carico di dipendenti (dirigenti e dipendenti) della p.a. di riferimento o sono state pronunciate sentenze di risarcimento del danno nei confronti della p.a. di riferimento per la medesima tipologia di evento o di tipologie analoghe?
No 1
Si 5
Impatto reputazionale Nel corso degli ultimi 5 anni sono stati pubblicati su giornali o riviste articoli aventi ad oggetto il medesimo evento o eventi analoghi?
No 0
Non ne abbiamo memoria 1
Si, sulla stampa locale 2
Si, sulla stampa nazionale 3
Si, sulla stampa locale e nazionale 4
Si, sulla stampa locale, nazionale e internazionale 5
Impatto organizzativo, economico e sull’immagine A quale livello può collocarsi il rischio dell’evento (livello apicale, livello intermedio o livello basso) ovvero la posizione/il ruolo che l’eventuale soggetto riveste nell’organizzazione è elevata, media o bassa?
A livello di addetto 1
A livello di collaboratore o funzionario 2
A livello di dirigente di ufficio non generale ovvero di posizione apicale o di posizione organizzativa 3
A livello di dirigente di ufficio generale 4
A livello di capo dipartimento/segretario generale 5
I punteggi riferiti alla frequenza della probabilità e l’importanza dell’impatto sono stati graduati recependo integralmente i valori indicati nel citato Allegato 5 del PNA, di seguito riportati:
Valori e Frequenze della Probabilità Valori e importanza dell’Impatto 0 = nessuna probabilità
1 = improbabile 2 = poco probabile 3 = probabile 4 = molto probabile 5 = altamente probabile
0 = nessun impatto 1 = marginale 2 = minore 3 = soglia 4 =serio 5 = superiore
Ad ogni risposta relativa alla domanda è stato assegnato il relativo punteggio e il totale relativo a Probabilità e Impatto è stato calcolato con la media aritmetica tra somma e numero delle domande.
Infine, il valore numerico assegnato alla probabilità e quello attribuito all'impatto sono stati incrociati per determinare il livello complessivo di rischio connesso a ciascun processo analizzato.
Tali dati sono riportati rispettivamente nelle colonne “PROBABILITA’”, “IMPATTO” e “VALORE RISCHIO” della “Tabella di Analisi e Gestione del Rischio”.
La ponderazione del rischio
L’analisi svolta ha permesso di classi care i rischi emersi in base al livello numerico assegnato. Conseguentemente gli stessi sono stati confrontati e soppesati (c.d. ponderazione del rischio) al fine di individuare quelli che richiedono di essere trattati con maggiore urgenza e incisività.
Per una questione di chiarezza espositiva e al ne di evidenziare gra camente gli esiti dell'attività di ponderazione nella relativa colonna delle tabelle di gestione del rischio, si è scelto di graduare i livelli di rischio emersi per ciascun processo, come indicato nel seguente prospetto:
IMPATTO
PROBABILITA' 1 2 3 4 5
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
5 MEDIO ALTO ALTISSIMO ALTISSIMO ALTISSIMO
4 MEDIO MEDIO ALTO ALTO ALTISSIMO
3 BASSO MEDIO MEDIO ALTO ALTISSIMO
2 MOLTO BASSO BASSO MEDIO MEDIO ALTO
1 MOLTO BASSO MOLTO BASSO BASSO MEDIO MEDIO
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
DEFINIZIONI
Corruzione : uso a ni privati delle funzioni pubbliche attribuite ad un soggetto al ne di ottenere vantaggi privati ovvero inquinamento dell’azione amministrativa da esterno, sia che tale azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo;
P.T.P.C.T. (Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza): programma di attività, con indicazione delle aree di rischio e dei rischi speci ci, delle misure da implementare per la prevenzione in relazione al livello di pericolosità dei rischi specifici, dei responsabili per l’applicazione di ciascuna misura e dei tempi;
Rischio : effetto dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico e, quindi, sull’obiettivo istituzionale dell’ente, dovuto alla possibilità che si verifichino eventi corruttivi qui intesi:
sia come condotte penalmente rilevanti ovvero;
comportamenti scorretti in cui le funzioni pubbliche sono usate per favorire interessi privati ovvero;
inquinamento dell’azione amministrativa dall’esterno;
Evento : il verificarsi o il modificarsi di un insieme di circostanze che si frappongono o si oppongono al perseguimento dell’obiettivo istituzionale dell’ente;
Gestione del rischio : strumento da utilizzare per la riduzione delle probabilità che il rischio si verifichi;
Processo : insieme di attività interrelate che creano valore trasformando delle risorse (input del processo) in un prodotto ( output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all'amministrazione (utente).
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
OGGETTO
All'interno della cornice giuridica e metodologica posta dalla normativa di settore e dal PNA, il presente Piano descrive la strategia di prevenzione e contrasto della corruzione elaborata dalla Casa dell'Accoglienza "Baldo Sprea" con riferimento al triennio 2018-2020.
Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPCT) è un documento programmatico che, previa individuazione delle attività dell’Ente nell’ambito delle quali è più elevato il rischio che si verifichino fenomeni corruttivi e di illegalità in genere, definisce le azioni e gli interventi organizzativi volti a prevenire detto rischio o, quanto meno, a ridurne il livello.
Tale obiettivo viene perseguito mediante l’attuazione delle misure generali e obbligatorie previste dalla normativa di riferimento e di quelle ulteriori ritenute utili in tal senso.
Da un punto di vista strettamente operativo, il Piano può essere de nito come lo strumento per porre in essere il processo di gestione del rischio nell'ambito dell'attività amministrativa svolta dalla Casa dell'Accoglienza "Baldo Sprea".
In quanto documento di natura programmatica, il PTPCT deve coordinarsi con gli altri strumenti di programmazione dell'Ente, in primo luogo con il ciclo della performance.
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
SOGGETTI COINVOLTI NELLA STRATEGIA DI PREVENZIONE
Ruolo Responsabilità/Posizione di lavoro c/o l’Ente
Competenze sulla prevenzione della corruzione
Organo di indirizzo politico- amministrativo e di controllo
Consiglio di Amministrazione
Nomina il responsabile per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza
Adotta il Piano Triennale della prevenzione della corruzione e quello della Trasparenza e integrità e valuta le relazioni di monitoraggio sull’attuazione comunicate dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione
Propone alla Direzione indirizzi specifici per la diffusione di azioni e politiche anticorruzione Responsabile della
Prevenzione e della Corruzione
Direttore Propone al C.d.A gli atti e i documenti per l’adozione del Piano triennale della prevenzione della corruzione e di quello della Trasparenza e Integrità e ne garantisce il monitoraggio e l’attuazione
Elabora la relazione annuale sull’attività svolta e ne assicura la pubblicazione
Cura la predisposizione, la diffusione e l’osservanza del codice di comportamento dei dipendenti In qualità di responsabile della Trasparenza e Integrità promuove l’applicazione del relativo programma Responsabile della
Trasparenza
Direttore Svolge le funzioni indicate dall’articolo 43 del decreto legislativo n. 33 del 2013;
Raccorda la propria attività con quella svolta dal Responsabile della prevenzione della corruzione anche ai ni del coordinamento tra il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) e il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI).
Responsabili dei servizi Dirigenti / Posizioni organizzative
Partecipano al processo di gestione del rischio, in particolare per le attività indicate all’art. 16 del d.lgs. n. 165/2001
Il Nucleo di Valutazione e gli altri organismi di controllo interno
Partecipano al processo di gestione del rischio;
Nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti, tengono conto dei rischi e delle azioni inerenti alla prevenzione della corruzione;
Svolgono compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (articoli 43 e 44 d.lgs. 33/2013);
Esprimono parere obbligatorio sul Codice di comportamento e sue modificazioni (articolo 54, comma 5, d.lgs. 165/2001).
Ufficio Procedimenti Disciplinari (U.P.D.)
Svolge i procedimenti disciplinari nell’ambito della propria competenza (articolo 55 bis d.lgs. 165/2001);
Provvede alle comunicazioni obbligatorie nei confronti dell’autorità giudiziaria (art. 20 d.P.R. n. 3 del 1957; art.1, comma 3, l.
20/1994; art. 331 c.p.p.);
Propone l’aggiornamento del Codice di comportamento;
Opera in raccordo con il Responsabile per la prevenzione della corruzione per quanto riguarda le attività previste dall’articolo 15 del d.P.R. 62/2013 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”.
Dipendenti dell’Ente Tutti i dipendenti a tempo indeterminato e determinato
Partecipano al processo di gestione del rischio
Osservano le misure contenute nel PTPCT e nel Codice di comportamento Segnalano eventuali situazioni di illecito
Collaboratori Tutti i collaboratori, a qualsiasi titolo dell’Ente
Osservano le misure contenute nel PTPCT e nel Codice di comportamento Segnalano eventuali situazioni di illecito
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Legge 6 novembre 2012, n. 190 recante “ Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione ”;
D.Lgs. 31.12.2012, n. 235 “ Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, n. 190 ”;
D.Lgs. 14.03.2013, n. 33 “ Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e di usione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione di commi 35 e 36 dell’art. 1 della l. n. 190 del 2012 ” e successivi aggiornamenti;
D.Lgs. 08.04.2013, n. 39 “ Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell'articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190 ”;
D.P.R. 16.04.2013, n. 62 “ Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 ”;
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IL TRATTAMENTO DEL RISCHIO
La fase di trattamento del rischio è il processo finalizzato a intervenire sui rischi emersi attraverso l’introduzione di apposite misure di prevenzione e contrasto.
Con il termine “misura” si intende ogni intervento organizzativo, iniziativa, azione, o strumento di carattere preventivo ritenuto idoneo a neutralizzare o mitigare il livello di rischio connesso ai processi amministrativi posti in essere dall’Ente.
Talvolta l’implementazione di una misura può richiedere delle azioni preliminari che possono a loro volta con gurarsi come “misure” nel senso esplicitato dalla de nizione di cui sopra. Ad esempio, lo stesso PTPCT è considerato dalla normativa una misura di prevenzione e contrasto finalizzata ad introdurre e attuare altre misure di prevenzione e contrasto.
Tali misure possono essere classificate sotto diversi punti di vista. Una prima distinzione è quella tra:
“misure comuni e obbligatorie” o legali (in quanto è la stessa normativa di settore a ritenerle comuni a tutte le pubbliche amministrazioni e a prevederne obbligatoriamente l’attuazione a livello di singolo Ente);
“misure ulteriori” ovvero eventuali misure aggiuntive individuate autonomamente da ciascuna amministrazione. Esse diventano obbligatorie una volta inserite nel PTPCT.
Va data priorità all’attuazione delle misure obbligatorie rispetto a quelle ulteriori. Queste ultime debbono essere valutate anche in base all'impatto organizzativo e nanziario connesso alla loro implementazione.
Talune misure presentano poi carattere trasversale, ossia sono applicabili alla struttura organizzativa dell’ente nel suo complesso, mentre altre sono, per così dire, settoriali in quanto ritenute idonee a trattare il rischio insito in specifici settori di attività.
Nelle pagine successive vengono presentate, mediante schede dettagliate, le misure di prevenzione e contrasto definite dal presente Piano.
Per facilità di consultazione dette misure sono elencate nel seguente prospetto riepilogativo e corredate da un codice identi cativo così da consentirne il richiamo sintetico nelle colonne “Misure attuate” e “Misure da attuare o migliorare” della “Tabella di Analisi e Gestione del Rischio” inserita.
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LA PREDISPOSIZIONE, ADOZIONE E AGGIORNAMENTO DEL PIANO ANTICORRUZIONE
Il PTPCT costituisce lo strumento attraverso il quale l’amministrazione sistematizza e descrive un “processo nalizzato a formulare una strategia di prevenzione del fenomeno corruzione” come sopra definita.
Con questo strumento viene piani cato un programma di attività coerente con i risultati di una fase preliminare di analisi dell’organizzazione dell’Ente, sia sul piano formale che rispetto ai comportamenti concreti, in buona sostanza al funzionamento della struttura in termini di “possibile esposizione” a fenomeni di corruzione.
Il PTPCT è soggetto a revisione entro il 31 gennaio di ogni anno trattandosi di documento programmatico dinamico a scorrimento, che pone in atto un processo ciclico, nell'ambito del quale le strategie e le misure ideate per prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi sono sviluppate o modi cate a seconda delle risposte ottenute in fase di applicazione. In tal modo è possibile perfezionare strumenti di prevenzione e contrasto sempre più mirati e incisivi sul fenomeno.
Il Piano Nazionale Anticorruzione, come ribadito anche in occasione dell'aggiornamento 2015, prevede che, al ne di realizzare un'e cace strategia preventiva, il PTPCT deve essere coordinato rispetto al contenuto di tutti gli altri strumenti di programmazione presenti nell'Amministrazione e, innanzitutto, coerente con il piano della performance. Per questo motivo, potrebbe essere previsto un aggiornamento del Piano in corso d'anno per integrarlo con la reportistica relativa alla performance, come previsto dalla normativa.
Il Piano è stato predisposto dall’RPCT in collaborazione con i Responsabili degli Uffici e dei Settori, in collaborazione con il personale coinvolto nelle aree di maggior rischio.
Ai fini dell'adozione/aggiornamento del PTPCT i Dirigenti possono trasmettere al Responsabile della prevenzione eventuali proposte inerenti al proprio ambito di attività.
Lo schema preliminare predisposto per l’adozione/aggiornamento del PTPCT viene presentato, prima dell’approvazione, ai Dirigenti / Posizioni Organizzative e al Nucleo di Valutazione per eventuali osservazioni nonché pubblicato sul sito web dell’Ente ai sensi della Misura M16 per il coinvolgimento degli Stakeholder, con la possibilità di accogliere eventuali osservazioni anche nel corso dell’anno, per l’aggiornamento dell’anno successivo.
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LA GESTIONE DEL RISCHIO
Si è detto che il PTPCT può essere definito come lo strumento per porre in essere il processo di gestione del rischio nell'ambito dell'attività amministrativa svolta dall’Ente.
Il processo di gestione del rischio de nito nel presente Piano ha recepito, con opportuni adattamenti, la metodologia (ispirata ai principi e alle linee guida UNI ISO 31000:2010) de nita dal Piano Nazionale Anticorruzione del 2013 nonché le ulteriori indicazioni contenute nell'aggiornamento predisposto dall'ANAC con determinazione n. 12 del 28.10.2015.
Il processo si è sviluppato attraverso le seguenti fasi:
1) Analisi del contesto (esterno e interno);
2) Valutazione del rischio per ciascun processo;
3) Trattamento del rischio.
Gli esiti e gli obiettivi dell'attività svolta sono stati compendiati nella “Tabella di Analisi e Gestione del Rischio” inserita nel Piano al capitolo 9.
Di seguito vengono dettagliatamente descritti i passaggi del processo in argomento, evidenziandone con finalità esplicativa il collegamento alle succitate tabelle di gestione del rischio.
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MISURE DI PREVENZIONE E DI CONTRASTO
Oggetto misura Codice identificativo misura
ADEMPIMENTI RELATIVI ALLA TRASPARENZA M01
CODICI DI COMPORTAMENTO M02
INFORMATIZZAZIONE DEI PROCESSI M03
ACCESSO TELEMATICO A DATI, DOCUMENTI E PROCEDIMENTI M04
MONITORAGGIO DEI TEMPI PROCEDIMENTALI M05
MONITORAGGIO DEI COMPORTAMENTI IN CASO DI CONFLITTO DI INTERESSI M06
MECCANISMI DI CONTROLLO NELLA FORMAZIONE DELLE DECISIONI DEI PROCEDIMENTI A RISCHIO M07
INCONFERIBILITA’ – INCOMPATIBILITA’ DI INCARICHI DIRIGENZIALI, AMMINISTRATIVI DI VERTICE M08
INCARICHI D’UFFICIO, ATTIVITA’ ED INCARICHI EXTRAISTITUZIONALI VIETATI AI DIPENDENTI M09
FORMAZIONE DI COMMISSIONI, ASSEGNAZIONI AGLI UFFICI M10
ATTIVITA’ SUCCESSIVA ALLA CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO (PANTOUFLAGE – REVOLVING DOORS) M11
WHISTLEBLOWING M12
PATTI DI INTEGRITA’ M13
FORMAZIONE M14A
ROTAZIONE DEL PERSONALE ADDETTO ALLE AREE DI RISCHIO DI CORRUZIONE M15
AZIONI DI SENSIBILIZZAZIONE E RAPPORTO CON LA SOCIETA’ CIVILE M16
REGOLAMENTI E PROCEDURE M17
CONDIVISIONE M18
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Scheda misura M01: ADEMPIMENTI RELATIVI ALLA TRASPARENZA
Ai sensi dell’articolo 43 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “ All'interno di ogni amministrazione il responsabile per la prevenzione della corruzione, di cui all'articolo 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190, svolge, di norma, le funzioni di Responsabile per la trasparenza ”.
Nell’ambito della discrezionalità accordata dalla norma e della propria autonomia organizzativa, la Casa dell'Accoglienza "Baldo Sprea" ha previsto la coincidenza tra le due figure.
Considerato che la trasparenza è una misura fondamentale per la prevenzione della corruzione, vanno individuati e indicati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del D. Lgs 33/2013.
Normativa D. Lgs. 33/2013
art. 1, commi 15, 16, 26, 27, 28, 29, 30,32, 33 e 34, L. 190/2012 Capo V l. 241/1990
Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
Caricamento e aggiornamento dei dati nelle sezioni dell’Amministrazione Trasparente secondo le tempistiche indicate dalla normativa Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Descrizione
Ai sensi dell’articolo 43 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “ All'interno di ogni amministrazione il responsabile per la prevenzione della corruzione, di cui all'articolo 1, comma 7, della legge 6 novembre 2012, n. 190, svolge, di norma, le funzioni di Responsabile per la trasparenza ”.
Nell’ambito della discrezionalità accordata dalla norma e della propria autonomia organizzativa, la Casa dell'Accoglienza "Baldo Sprea" ha previsto la coincidenza tra le due figure.
Considerato che la trasparenza è una misura fondamentale per la prevenzione della corruzione, vanno individuati e indicati i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati ai sensi del D. Lgs 33/2013.
Responsabili
Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT): Sig. Elio Morini Incaricati alla pubblicazione in Albo online:
Elio Morini Alessandra Brugnoli Chiara Turco
Incaricati alla pubblicazione in Amministrazione Trasparente:
Elio Morini Alessandra Brugnoli Chiara Turco
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Scheda misura M02: CODICI DI COMPORTAMENTO
Lo strumento dei codici di comportamento è una misura di prevenzione molto importante al fine di orientare in senso legale ed eticamente corretto lo svolgimento dell’attività amministrativa.
L’articolo 54 del d.lgs. n. 165/2001, come sostituito dall’art. 1, comma 44, della l. n. 190/2012, dispone che la violazione dei doveri contenuti nei codici di comportamento, compresi quelli relativi all’attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare.
La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti.
Normativa
Art. 54 d.lgs. 165/2001, come sostituito dall’art. 1, comma 44, l. 190/2012
D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”
Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
Si rimanda integralmente alle disposizioni di cui al d.P.R. 62/2013 sopra citato.
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Adottata Descrizione
Lo strumento dei codici di comportamento è una misura di prevenzione molto importante al fine di orientare in senso legale ed eticamente corretto lo svolgimento dell’attività amministrativa.
L’articolo 54 del d.lgs. n. 165/2001, come sostituito dall’art. 1, comma 44, della l. n. 190/2012, dispone che la violazione dei doveri contenuti nei codici di comportamento, compresi quelli relativi all’attuazione del Piano di prevenzione della corruzione, è fonte di responsabilità disciplinare.
La violazione dei doveri è altresì rilevante ai fini della responsabilità civile, amministrativa e contabile ogniqualvolta le stesse responsabilità siano collegate alla violazione di doveri, obblighi, leggi o regolamenti.
Responsabili
Dirigenti, posizioni organizzative, dipendenti e collaboratori dell’Ente per l’osservanza;
Direttore, Ufficio Ragioneria, Ufficio Economato, Ufficio Personale, RPCT e UPD per le incombenze di legge e quelle previste direttamente dal Codice di comportamento.
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Scheda misura M03: INFORMATIZZAZIONE DEI PROCESSI
Come evidenziato dallo stesso Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), l’informatizzazione dei processi rappresenta una misura trasversale di prevenzione e contrasto particolarmente efficace dal momento che consente la tracciabilità dell’intero processo amministrativo, evidenziandone ciascuna fase e le connesse responsabilità.
Azioni
Facendo riferimento alle attività, con relativo grado di rischio, individuate nel tabelle allegate al PTPC, verifica del grado di informatizzazione delle attività stesse (tanto più alto il grado di rischio, tanto più è prioritaria l'esigenza di informatizzazione).
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
In esecuzione Termine
Programmazione in corso Descrizione
Come evidenziato dallo stesso Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), l’informatizzazione dei processi rappresenta una misura trasversale di prevenzione e contrasto particolarmente efficace dal momento che consente la tracciabilità dell’intero processo amministrativo, evidenziandone ciascuna fase e le connesse responsabilità.
Responsabili Direttore
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Scheda misura M04: ACCESSO TELEMATICO A DATI, DOCUMENTI E PROCEDIMENTI
Rappresenta una misura trasversale particolarmente efficace dal momento che consente l’apertura dell’amministrazione verso l’esterno e quindi la diffusione del patrimonio pubblico e il controllo sull’attività da parte dell’utenza.
Normativa d.lgs. 82/2005
art. 1, commi 29 e 30, l. 190/2012 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) D. Lgs. 97/2016
D. Lgs 33/2013 Azioni
Preparazione organizzativa e procedimentale per l'entrata in vigore della riforma della normativa sulla trasparenza (c.d. FOIA – Freedom of information act) di cui al D.Lgs 33/2013 aggiornato dal D.Lgs 97/2016
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Adottato Termine
Aggiornamento delle procedure entro il 31/03/2018 Descrizione
Rappresenta una misura trasversale particolarmente efficace dal momento che consente l’apertura dell’amministrazione verso l’esterno e quindi la diffusione del patrimonio pubblico e il controllo sull’attività da parte dell’utenza.
Responsabili Direttore
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Scheda misura M05: MONITORAGGIO DEI TEMPI PROCEDIMENTALI
Dal combinato disposto dell’art. 1, comma 9, lett. d) e comma 28 della legge n. 190/2012 e dell’art. 24, comma 2, del d.lgs. n. 33/2013 deriva l’obbligo per l’amministrazione di provvedere al monitoraggio del rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti, provvedendo altresì all’eliminazione di eventuali anomalie.
I risultati del monitoraggio periodico devono essere pubblicati e resi consultabili nel sito web istituzionale.
Normativa
art. 1, commi 9, lett. d) e 28, l. 190/2012;
art. 24, comma 2, del d.lgs. 33/2013 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
I Responsabili degli Uffici provvedono al monitoraggio del rispetto dei termini relativi ai procedimenti di competenza, con la periodicità fissata dal RPCT e avvalendosi dell'apposito modello.
Il RPCT cura la pubblicazione sul sito web, sez. Amministrazione trasparente, del risultato del monitoraggio periodico.
Il RPCT, sulla base della reportistica pubblicata, valuta i casi di sforamento dei termini procedimentali superiori al 5% sul totale dei processi trattati; in tal caso il Responsabile dell’Ufficio interessato dovrà relazionare al RPCT indicando le motivazioni dello sforamento.
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Da implementare Termine Entro il 31/12/2018 Descrizione
Dal combinato disposto dell’art. 1, comma 9, lett. d) e comma 28 della legge n. 190/2012 e dell’art. 24, comma 2, del d.lgs. n. 33/2013 deriva l’obbligo per l’amministrazione di provvedere al monitoraggio del rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti per la conclusione dei procedimenti, provvedendo altresì all’eliminazione di eventuali anomalie.
I risultati del monitoraggio periodico devono essere pubblicati e resi consultabili nel sito web istituzionale.
Responsabili
RPCT, Responsabili di Ufficio
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Scheda misura M06: MONITORAGGIO DEI COMPORTAMENTI IN CASO DI CONFLITTO DI INTERESSI
L’articolo 1, comma 9, lett. e) della legge n. 190/2012 prevede l’obbligo di monitorare i rapporti tra l'Amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere.
A tal fine, devono essere verificate le ipotesi di relazione personale o professionale sintomatiche del possibile conflitto d’interesse tipizzate dall’articolo 6 del d.P.R. n. 62/2013 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” nonché quelle in cui si manifestino “gravi ragioni di convenienza” secondo quanto previsto dal successivo articolo 7 del medesimo decreto.
Normativa
art. 1, comma 9, lett. e), l. 190/2012 artt. 6 e 7 d.P.R. 62/2013 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
Nel caso si verifichino le ipotesi di cui sopra, la segnalazione del conflitto da parte del dipendente deve essere scritta e indirizzata al Direttore il quale, esaminate le circostanze, valuta se la situazione realizzi un conflitto di interesse idoneo a ledere l’imparzialità dell’azione amministrativa. Egli deve rispondere per iscritto al dipendente che ha effettuato la segnalazione, sollevandolo dall’incarico oppure motivando le ragioni che gli consentono comunque l’espletamento dell’attività.
Nel caso in cui sia necessario sollevare il dipendente dall’incarico, lo stesso dovrà essere affidato dal Direttore ad altro dipendente ovvero, in carenza di dipendenti professionalmente idonei, il Direttore dovrà avocare a sé ogni compito relativo a quel procedimento.
Qualora il conflitto riguardi il Direttore, a valutare le iniziative da assumere sarà una commissione esterna.
Nel caso in cui il conflitto di interessi riguardi un collaboratore a qualsiasi titolo, questi ne darà comunicazione al Direttore.
Gli eventuali casi e le soluzioni adottate dovranno essere evidenziate annualmente in occasione della reportistica finale relativa al PDO Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Da implementare Termine Entro il 31/12/2018 Descrizione
L’articolo 1, comma 9, lett. e) della legge n. 190/2012 prevede l’obbligo di monitorare i rapporti tra l'Amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere.
A tal fine, devono essere verificate le ipotesi di relazione personale o professionale sintomatiche del possibile conflitto d’interesse tipizzate dall’articolo 6 del d.P.R. n. 62/2013 “Codice di comportamento dei dipendenti pubblici” nonché quelle in cui si manifestino “gravi ragioni di convenienza” secondo quanto previsto dal successivo articolo 7 del medesimo decreto.
Responsabili
RPCT, Direttore, Responsabili di Ufficio e tutti i dipendenti
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Scheda misura M07: MECCANISMI DI CONTROLLO NELLA FORMAZIONE DELLE DECISIONI DEI PROCEDIMENTI A RISCHIO
L’articolo 1, comma 9, lett. b) della legge n. 190 del 2012 prevede per le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione l’attivazione di idonei meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire detto rischio.
Normativa
art. 1, comma 9, lett. b) l. 190/2012 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
Tanto più elevato è il grado di rischio dell'attività, come indicato nelle tabelle allegate al PTPC, tanto più alta deve essere l'attenzione del Dirigente nel suddividere, laddove possibile, le fasi dei procedimenti tra più soggetti, cioè: il responsabile dell'istruttoria, il responsabile del procedimento, il responsabile del provvedimento.
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Adottata per i principali procedimenti, da implementare per i rimanenti Termine
Entro il 31/12/2018 Descrizione
L’articolo 1, comma 9, lett. b) della legge n. 190 del 2012 prevede per le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione l’attivazione di idonei meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire detto rischio.
Responsabili
RPCT, Direttore, Responsabili di Ufficio
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Scheda misura M08: INCONFERIBILITA’ – INCOMPATIBILITA’ DI INCARICHI DIRIGENZIALI, AMMINISTRATIVI DI VERTICE
Normativa d.lgs. 39/2013
Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) delibera ANAC n. 833 del 3 agosto 2016 Azioni
Acquisizione, all'atto del conferimento dell'incarico, delle dichiarazioni relative alla insussistenza delle cause di inconferibilità o incompatibilità individuate dal decreto legislativo 39/2013 (per gli incarichi dirigenziali e amministrativi di vertice, acquisizione annuale delle sole dichiarazioni sulla insussistenza delle cause di incompatibilità). Secondo le indicazioni contenute nella apposite Linee guida ANAC, la modulistica fornita per la resa delle dichiarazioni in argomento deve essere predisposta in modo tale da consentire al soggetto dichiarante di indicare gli eventuali incarichi ricoperti nonché eventuali condanne subite per reati commessi contro la pubblica amministrazione.
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Adottato Responsabili
Ufficio Ragioneria, Ufficio Economato, Ufficio Personale per il conferimento degli incarichi dirigenziali.
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Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2018 - 2020
Scheda misura M09: INCARICHI D’UFFICIO, ATTIVITA’ ED INCARICHI EXTRAISTITUZIONALI VIETATI AI DIPENDENTI
L’articolo 53, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 165/2001 prevede che “…con appositi regolamenti emanati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con i Ministri interessati, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, sono individuati, secondo criteri differenziati in rapporto alle diverse qualifiche e ruoli professionali, gli incarichi vietati ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2 ”.
Normativa
art. 53, comma 3-bis, D.Lgs. 165/2001 art. 1, comma 58-bis, l. 662/1996 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) Azioni
Prevedere appositi criteri al fine di valutare le richieste di autorizzazione allo svolgimento di incarichi di natura occasionale da parte dei dipendenti dell’Ente;
Censire i casi relativi all'anno in corso di intervenuta autorizzazione, indicando i soggetti privati a favore dei quali i dipendenti sono stati autorizzati a svolgere incarichi extraistituzionali, i periodi e gli emolumenti (adottando gli opportuni accorgimenti per la tutela della privacy del dipendente), indicando se i medesimi incarichi siano stati affidati anche negli anni precedenti.
Note
Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati dal presente Piano Stato attuazione
Da Implementare Termine Entro il 31/12/2019 Descrizione
L’articolo 53, comma 3-bis, del decreto legislativo n. 165/2001 prevede che “…con appositi regolamenti emanati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, di concerto con i Ministri interessati, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, sono individuati, secondo criteri differenziati in rapporto alle diverse qualifiche e ruoli professionali, gli incarichi vietati ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2 ”.
Responsabili
Ufficio Ragioneria, Ufficio Economato, Ufficio Personale