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Parte quarta: progetto della nuova sede provinciale.

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Academic year: 2021

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PARTE QUARTA: PROGETTO DELLA NUOVA SEDE PROVINCIALE.

4.1 La struttura dell’ente.

In questo capitolo analizzeremo le attività svolte dalla Provincia di Pisa e determineremo la dotazione di spazi necessaria per il corretto svolgimento delle medesime. Per fare ciò verranno utilizzati i risultati dell’analisi degli spazi forniti dal bando di concorso integrati da analisi specifiche laddove lo si ritiene necessario.

Inizialmente ci soffermeremo sull’organizzazione funzionale di questo ente territoriale, passando in seguito a valutare i possibili sviluppi futuri in termini di competenze e attività. Partiamo dall’osservazione dell’attuale struttura della Provincia. L’Amministrazione provinciale di Pisa è caratterizzata dai seguenti Organi Istituzionali:

• il Consiglio Provinciale; • la Giunta;

• il Presidente della Provincia.

Ad essi si affianca una struttura dell’Ente che è in prima istanza determinabile sulla base delle indicazioni del DPR 494/871. Esso raggruppa le attività in quattro Aree Funzionali e un Ufficio:

• Area della Direzione Generale; • Area del Governo del Territorio; • Area delle Attività Produttive; • Area Socio Culturale;

• Ufficio Organi e Relazioni istituzionali.

Le Aree Funzionali rappresentano i grandi raggruppamenti di interesse delle funzioni interne ed esterne svolte dall’Ente, mentre il livello operativo della struttura può essere trovato nel Servizio, centro di responsabilità secondaria. Infine i singoli centri di costo, raggruppanti uno o più uffici, forniscono un quadro delle attività di base svolte dall'Ente.

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4.2 Le figure professionali e la struttura interna dell’ente.

4.2.1 Le Figure professionali.

Analogamente a quanto accade per le altre tipologie di ente pubblico, la Provincia possiede al proprio interno una classificazione dei dipendenti basata sulla distinzione in quattro classi differenziate per competenze e mansioni. Ciascuna area funzionale presenta un diverso numero di addetti e una diversa composizione tipologica del personale sulla base delle attività svolte. Viene qui di seguito esposta la determinazione delle classi di inquadramento professionale e una analisi della composizione del corpo dipendenti al gennaio 2001.

Categoria A.

Appartengono a questa categoria i lavoratori che svolgono attività caratterizzate da:

• conoscenze di tipo operativo generale (la cui base teorica si sviluppa con la scuola dell’obbligo) acquisibile attraverso esperienza diretta sulla mansione;

• contenuti di tipo ausiliario rispetto a più ampi processi produttivi/amministrativi; • problematiche lavorative di tipo semplice;

• relazioni organizzative di tipo prevalentemente interno basate su interazione tra pochi soggetti.

Esemplificazione dei profili:

• lavoratore che provvede al trasporto di persone, alla movimentazione di merci, ivi compresa la consegna e il ritiro della documentazione amministrativa. Provvede inoltre all’ordinaria manutenzione dell’automezzo segnalando eventuali interventi di natura complessa.

• lavoratore che provvede ad attività prevalentemente esecutive o di carattere tecnico manuali, comportanti anche gravosità o disagio ovvero uso e manutenzione ordinaria di strumenti ed arnesi di lavoro.

Appartengono alla categoria, ad esempio, i seguenti profili: custode, bidello.

Categoria B.

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• buone conoscenze specialistiche (la base teorica di conoscenze è acquisibile con la scuola dell’obbligo generalmente accompagnato da corsi di formazione specialistici) ed un grado di esperienza discreto;

• contenuto di tipo operativo con responsabilità di risultati parziali rispetto a più ampi processi produttivi/amministrativi; discreta complessità dei problemi da affrontare e discreta ampiezza delle soluzioni possibili;

• relazioni organizzative interne di tipo semplice anche tra più soggetti interagenti, relazioni esterne (con altre istituzioni) di tipo indiretto e formale.

• Relazioni con gli utenti di natura diretta. Esemplificazione dei profili:

• lavoratore che nel campo amministrativo provvede alla redazione di atti e provvedimenti utilizzando il software grafico, fogli elettronici e sistemi di videoscrittura nonché alla spedizione di fax e telefax, alla gestione della posta in arrivo e in partenza. Collabora, inoltre, alla gestione degli archivi e degli schedari ed all’organizzazione di viaggi e riunioni.

• lavoratore che provvede alla esecuzione di operazioni tecnico manuali di tipo specialistico quali l’installazione, conduzione e riparazione di impianti complessi o che richiedono specifica abilitazione o patente. Coordina dal punto di vista operativo altro personale addetto all’impianto.

• lavoratore che esegue interventi di tipo risolutivo sull’intera gamma di apparecchiature degli impianti, effettuando in casi complessi diagnosi, impostazione e preparazione dei lavori.

Appartengono, ad esempio, alla categoria i seguenti profili: lavoratore addetto alla cucina, addetto all’archivio, operatori CED, conduttore di macchine complesse (scuolabus, macchine operatrici che richiedono specifiche abilitazioni o patenti), operaio professionale, operatore socio-assistenziale.

Categoria C.

Appartengono a questa categoria i lavoratori che svolgono attività caratterizzate da:

• approfondite conoscenze mono-specialistiche (la base teorica di conoscenze è acquisibile con la scuola superiore) e un grado di esperienza pluriennale, con necessità di aggiornamento;

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• contenuto di concetto con responsabilità di risultati relativi a specifici processi produttivi/amministrativi;

• media complessità dei problemi da affrontare basata su modelli esterni predefiniti e significativa ampiezza delle soluzioni possibili:

• relazioni organizzative interne anche di natura negoziale ed anche con posizioni organizzative al di fuori delle unità organizzative di appartenenza;

• relazioni esterne (con altre istituzioni) anche di tipo diretto; relazioni con gli utenti di natura diretta, anche complesse, e negoziale.

Esemplificazione dei profili:

• lavoratore che, anche coordinando altri addetti, provvede alla gestione dei rapporti con tutte le tipologie di utenza relativamente alla unità di appartenenza.

• lavoratore che svolge attività istruttoria nel campo amministrativo, tecnico e contabile, curando, nel rispetto delle procedure e degli adempimenti di legge ed avvalendosi delle conoscenze professionali tipiche del profilo, la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati.

Appartengono, ad esempio, alla categoria i seguenti profili: esperto di attività socioculturali, agente di polizia municipale e locale, educatore asili nido e figure assimilate, geometra. ragioniere, maestra di scuola materna, istruttore amministrativo, assistente amministrativo del registro delle imprese.

Categoria D.

Appartengono a questa categoria i lavoratori che svolgono attività caratterizzate da:

• elevate conoscenze plurispecialistiche (la base teorica di conoscenze è acquisibile con la laurea breve o il diploma di laurea) ed un grado di esperienza pluriennale, con frequente necessità di aggiornamento;

• contenuto di tipo tecnico, gestionale o direttivo con responsabilità di risultati relativi ad importanti e diversi processi produttivi/amministrativi;

• elevata complessità dei problemi da affrontare basata su modelli teorici non immediatamente utilizzabili ed elevata ampiezza delle soluzioni possibili;

• relazioni organizzative interne di natura negoziale e complessa, gestite anche tra unità organizzative diverse da quella di appartenenza; relazioni esterne (con altre istituzioni) di tipo diretto anche con rappresentanza istituzionale; relazioni con gli utenti di natura diretta, anche complesse, e negoziale.

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Esemplificazione dei profili:

• lavoratore che espleta attività di ricerca, studio ed elaborazione di dati in funzione della programmazione economico finanziaria e della predisposizione degli atti per l’elaborazione di documenti contabili e finanziari.

• lavoratore che espleta compiti di alto contenuto specialistico professionale in attività di ricerca, acquisizione, elaborazione e illustrazione di dati e norme tecniche ai fine della predisposizione di progetti inerenti la realizzazione e/o manutenzione di edifici, impianti, sistemi di prevenzione, ecc.

• lavoratore che espleta attività progettazione e gestione del sistema informativo, delle reti informatiche e delle banche dati dell’ente, di assistenza e consulenza specialistica agli utenti di applicazioni informatiche.

• lavoratore che espleta attività di istruzione, predisposizione e redazione di atti e documenti riferiti all'attività amministrativa dell’ente, comportanti un significativo grado di complessità, nonché attività di analisi, studio e ricerca con riferimento al settore di competenza.

Immagine 4.01: suddivisione dei dipendenti per settori e categorie.

Fanno parte di questa categoria, ad esempio, i profili identificabili nelle figure professionali di: farmacista, psicologo, ingegnere, architetto, geologo, avvocato, specialista di servizi scolastici, specialista in attività socio assistenziali culturali e dell’area della vigilanza,

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giornalista pubblicista, specialista in attività amministrative e contabili, specialista in attività di arbitrato e conciliazione, ispettore metrico, assistente sociale, segretario economo delle istituzioni scolastiche delle Province.

Il complesso dei dipendenti della Provincia è suddiviso tra le differenti aree funzionali in rapporto alle attività loro attribuite. Una sintesi della situazione al gennaio 2001 appare nelle immagini 4.01 e 4.02.

Immagine 4.02: Distribuzione delle figure professionali all'interno del personale di ogni Area Funzionale.

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La divisione in centri di responsabilità e centri di costo risulta una indicazione interessante per individuare il modo con cui l'organizzazione dell'Ente viene applicata nella gestione delle attività correnti.

La macrostruttura dell’ente è rappresentata nella tabella seguente.

Area socio culturale Area governo del territorio

Area attività produttive

Presidente

Direzione generale Ufficio organi e relazioni istituzionali

A sua volta gli organi interni della Provincia possono essere suddivisi in sotto settori (centri di responsabilità secondaria e centri di costo), anch’essi illustrati negli schemi che seguono.

Ufficio organi e relazioni istituzionali.

Centro Resp. secondaria sistema istituzionale locale e banca dati Centro Resp. secondaria

servizio Polizia provinciale Centro Resp. secondaria servizio

segreteria Presidente e Giunta

CC politiche comunitarie

CC polizia provinciale

CC supporto agli organi di governo CC sviluppo e informazione agli enti

locali

Centro di responsabilità primaria Ufficio organi e relazioni istituzionali

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Area Attività produttive.

Centro Resp. secondaria servizio sviluppo economico

CC gestione politiche di concertazione CC sostegno alle imprese e al

commercio

CC sviluppo e tutela patrimonio forestale

Centro Resp. secondaria ser. agroalimentare e formazione

CC sviluppo e tutela patrimonio zootecnico e cerealicolo

CC servizio statistico

Centro di responsabilità primaria. Area Attività Produttive

CC supporto amministrativo contabile

Centro Resp. secondaria Servizio produzioni agricole

CC sviluppo e tutela patrimonio agricolo CC sviluppo rurale

Centro Resp. secondaria servizio politiche del lavoro

CC collocamento ordinario e straordinario

CC orientamento al lavoro

Centro Resp. secondaria servizio patto territoriale Centro Resp. secondaria

servizio turismo Centro Resp. secondaria servizio

formazione professionale

CC gestione e controllo formazione professionale

CC turismo CC programmazione e formazione

professionale CC patto territoriale

Area Direzione generale.

Centro di responsabilità primaria. Area Direzione generale

CC supporto amministrativo contabile CC Organizzazione e controllo CC provveditorato, gare, contratti,

sicurezza sul lavoro

CC Gestione informatica, hardwere e software

CC supporto Consiglio provinciale

Centro Resp. secondaria Servizio risorse

Centro Resp. secondaria Servizio affari legali e servizi generali

CC contabilità e servizi fiscali CC Bilancio e reperimento risorse CC contensiosio, R.S., valutazione e

formazione

CC gestione del personale

CC servizi generali, archivio e protocollo CC relazioni con il pubblico CC servizi legali e gestione rischi

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Area Governo del territorio.

Centro Resp. secondaria servizio urbanistica Centro Resp. secondaria

servizio edilizia Centro Resp. secondaria

Servizio viabilità

CC tutela ambiente epolitiche energetiche

Centro Resp. secondaria servizio ambiente e sviluppo sostenibile

CC trasporti e TPL

CC sviluppo e tutela patrimoni ittico e faunistico

Centro Resp. secondaria servizio difesa della fauna

CC edilizia: gestione e manutenzione CC viabilità, gestione e

manutenzione CC urbanistica

Centro di responsabilità primaria. Area Governo del territorio

CC supporto amministrativo contabile

Centro Resp. secondaria servizio difesa del suolo

CC difesa del suolo, idraulica e bonifica CC progettazione e direzione lavori

CC protezione civile

Area Socio culturale.

Centro Resp. secondaria servizio politiche sociali

CC politiche sociali e rapporti con il terzo settore

CC osservatorio sociale e politiche dell'immigrazione CC biblioteca e sistema bibliotecario

territoriale

CC beni e attività culturali CC attività e impianti sportivi Centro Resp. secondaria Servizio scuola e cultura CC servizi di supporto all'autonomia

scolastica

Centro di responsabilità primaria. Area Socio culturale CC supporto amministrativo

contabile

CC diritto allo studio e supporto alla didattica

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Sulla base delle indicazioni emerse in precedenza si può schematizzare l’organizzazione attuale della Provincia secondo un modello che ne indica le relazioni principali e raggruppa le funzioni. L’insieme di funzioni raggruppate è stato e verrà in seguito indicato con il termine di Area Funzionale.

4.2.3 Le competenze della Provincia.

La provincia, in seguito alle profonde mutazioni in atto, assume oggi un ruolo strategico in tutto il sistema delle Autonomie. Grazie al conferimento di nuove funzioni e nuovi ruoli, essa si configura come punto di riferimento nella politica di gestioni dell’area vasta e nella programmazione a scala territoriale.

Il primo passaggio di questa evoluzione é da trovare negli articoli 2,3,4 della Legge 142/90: essa spezza il principio dell’omogeneità e riconosce agli enti locali autonomia di statuto e regolamento, affidando alla provincia le funzioni incardinate sul territorio alla scala inferiore alla regionale, e quindi ben oltre i limiti poco operativi delle divisioni amministrative.

Su questa base si é impiantato il disposto della Legge 59 del 1997 che individua negli enti locali i destinatari finali di tutte le funzioni amministrative non espressamente destinate allo Stato. Il principio sul quale si basa questa riorganizzazione é dunque quello della sussidiarietà: le funzioni devono essere collocate al livello più basso possibile, compatibilmente con le caratteristiche strutturali dell’ente. Le Provincia é certamente l’Ente che maggiormente beneficia dei cambiamenti emersi in questi ultimi anni, rafforzata e strategica rispetto al panorama locale. Uno dei principi per questo sviluppo era già presente nella Legge 142, che all’Art. 14 cercava di individuare dei soli settori di riferimento, lasciando ampia possibilità di riorganizzazione successiva. La suddetta legge individuava poi le nuove funzioni propulsive per lo sviluppo delle attività provinciali nella politica del territorio e nell’ambiente, (tipicamente di pertinenza dell’area vasta) nonché nei servizi socio culturali. Un ulteriore recente rafforzamento delle competenze deriva poi dal DLGS 112/98, che rende la provincia promotrice delle attività economiche sul territorio, passando attraverso l’acquisizione delle competenze sul mercato del lavoro, la caccia e la pesca. In parallelo a queste attribuzioni vi sono stati una lunga serie di interventi strutturali, come ad esempio la Legge 127/97 che individua chiaramente le funzioni dirigenziali, e più recentemente i chiarimenti introdotti dalla Legge 256/99.

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Si ricorda anche il DLGS 469/1997 che istituisce il sistema integrato per il collocamento, attraverso i “Centri per l’Impiego”. Riprendiamo il DLGS 112/98: esso é la reale ossatura della nuova Provincia come centro dell’Area vasta. Ciò implica che, mentre alla Regione compete un ruolo di pianificazione politica, alle Province spetta tutta l’organizzazione pratica delle politiche sul territorio, ad una scala sovracomunale. In sintesi la Provincia:

• si configura come riferimento per la gestione delle funzioni di area vasta;

• possiede poteri programmatici su un ampio ventaglio di settori, dall’energia alla protezione civile alla formazione ed istruzione;

• assume una funzione di sussidiarietà rispetto al Comune (se questo non riesce a svolgere determinate funzioni, esse possono essere acquisite dalla Provincia).

I settori nei quali il DLGS 112 ha operato il conferimento di nuove funzioni sono essenzialmente riferibili a tre macro aree:

• gestione del territorio, ovvero pianificazione territoriale ed urbanistica, lavori pubblici, protezione civile e trasporti;

• attività economiche e produttive, ovvero commercio, artigianato, industria e turismo; • servizi sociali, ovvero tutela della salute, servizi socio assistenziali, beni ed attività

culturali ed istruzione scolastica.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, ecco le varie funzioni attribuite all’ente intermedio dal DLGS 112. Se la regione mantiene un ruolo prevalentemente di coordinamento, al comune spetta il ruolo fondamentale di erogare i servizi al cittadino.

Altra innovazione della L 112/98 è l’individuazione di un unico settore organico per le materie relative a “territorio, ambiente e infrastrutture”, segno evidente della volontà di superare una visione settoriale dei problemi e di considerare l’ambiente in modo integrale, in un’ottica di concertazione e non contrapposizione.

Il settore dell’edilizia pubblica non è invece incentivato dalla 112, che limita le province al ruolo di verifica del fabbisogno abitativo.

Un ulteriore apporto di competenze dalle regioni deriva infine dal DLGS 469/97, riguardante la riforma del sistema del collocamento. La provincia, a seguito della riforma, gestisce ed eroga i servizi connessi ai compiti e alle funzioni relative al collocamento tramite i Centri per l’Impiego, da distribuire in bacini con utenza non inferiore a 100.000 abitanti. Questi servizi erogati dovranno essere gestiti in modo manageriale, in quanto sarà necessario favorire l’incontro e la mediazione tra domanda e offerta, coinvolgendo attivamente i privati. Il DLGS 469, all’art. 6, impone alle Province l’istituzione di una unica commissione a livello

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provinciale, presieduta dal Presidente della Provincia, che deve soprintendere all’efficacia e l’efficienza delle misure prese per l’attività di intermediazione dei Centri. La provincia assume anche un ruolo di coordinamento sul tema rispetto a Comuni e Comunità Montane. Infine alla Provincia vengono rafforzati anche i settori dei servizi alla persona e alla comunità, ovvero il coordinamento a livello sovracomunale delle attività amministrative che riguardano la valorizzazione delle strutture di base, l’assistenza, il volontariato, i presidi sul territorio, gli aiuti agli strati deboli della popolazione.

La Toscana, nell’Art.4 della L.R.88/1998, attribuisce espressamente un ruolo rilevante alle province, differenziandosi così rispetto ad altre regioni che incentrano invece l’attenzione sui poteri dei comuni: ciò comporta che una gran parte delle attribuzioni citate dal DLGS 112 sono effettivamente trasferite alle province toscane.

In particolare possono essere individuate le seguenti competenze:

Industria

LR 87/1998; funzioni amministrative concernenti la concessione e l’erogazione alle imprese industriali di agevolazioni, sovvenzioni, incentivi e contributi, anche comunitari.

Viabilità

LR 88/1998; progettazione, costruzione, manutenzione e gestione delle strade e della rete viaria regionale, ad esclusione di strade e autostrade.

Servizi sanitari LR 85/1998; non sono conferite specifiche funzioni alle province.

Servizi sociali LR 85/1998; viene richiamato quanto disposto dalla LR 10/1997.

Sulla base di queste nuove competenze e degli aspetti di semplificazione amministrativa propri delle riforme Bassanini è possibile configurare un nuovo scenario di riferimento per il funzionamento dell’Ente Provincia di Pisa.

4.2.4 Le Funzioni.

Le funzioni principali che dovranno essere svolte nell’organismo edilizio sede della futura Amministrazione Provinciale di Pisa sono relative ai compiti istituzionali e sono in seguito descritte dettagliatamente: ad esse si possono affiancare funzioni complementari di supporto (sportelli bancari o postali, servizi di ristorazione, ecc). Le funzioni principali possono essere definite come quelle essenziali a definire lo scopo del progetto e derivano dagli obiettivi per

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esso prefissati sulla base delle considerazioni preliminari già svolte. Una loro possibile classificazione è la seguente:

• fornire servizi ai cittadini in forma singola e/o liberamente associata;

• fornire servizi al territorio amministrato e agli enti pubblici e privati che vi operano; • fornire servizi all’area vasta;

• consentire il funzionamento istituzionale dell’ente.

Ciascuna di queste funzioni principali implica una serie di funzioni ancora prioritarie ma di ordine inferiore definibili funzioni analitiche – gestione fisica dei servizi, programmazione di occasioni di incontro, informazione sulle attività dell’ente ecc – le quali a loro volta sono ulteriormente scindibili in funzioni tecniche – messa a disposizione di spazi per la collettività, indire conferenze stampa, fornire attività di sportello, archiviare i dati, ecc – .

Sulla base delle attività possono essere qualificate le varie unità ambientali, caratterizzate da determinati requisiti comuni ai settori di appartenenza, da specifici requisiti ambientali e da determinate prestazioni attese.

Vediamo quindi le principali unità spaziali delle attività che verranno svolte all’interno dell’organismo edilizio per garantire l’espletamento delle funzioni descritte.

L’area funzionale è la struttura più generale nell’ambito della organizzazione dell'Ente: al suo interno trovano posto i centri di responsabilità e i centri di costo, nonché le unità operative che soddisfano alle funzioni istituzionali e tecnico amministrative.

Le aree funzionali, individuate gia precedentemente, sono cinque: direzione generale, ufficio organi e relazioni istituzionali, ara socio-culturale, area attività produttive, governo del Territorio.

Dall'analisi delle esigenze delle singole aree funzionali sono emersi gli obiettivi particolari del progetto in seguito descritti.

L’ambito funzionale è il luogo definito da una o più attività compatibili o finalizzate all'espletamento di una stessa funzione. A differenza delle aree funzionali esse non sono connesse agli aspetti organizzativi dell'Ente ma riguardano più genericamente le attività semplici che vi si svolgono. Ciascuna area funzionale sarà caratterizzata dalla presenza di più ambiti funzionali. Ciascun ambito funzionale sarà a sua volta caratterizzato da una o più unità ambientali caratterizzate da specifici requisiti tecnici. Nel passare al progetto tali unità ambientali verranno tradotte in unità spaziali.

Gli ambiti funzionali individuati sono: • aree istituzionali;

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• aree di supporto;

• aree per il lavoro d'ufficio; • aree di sportello;

• aree di accesso;

• aree per servizi accessori; • area Biblioteca;

• sala giunta; • sala consiglio; • sala concertazione;

A questi si aggiunge una ambito funzionale diffuso, il connettivo, che verrà caratterizzato mediante una serie di unità ambientali dedicate.

Diamo una breve descrizione delle specificità dei singoli ambiti funzionali.

Immagine 4.03: rappresentazione schematica del rapporto tra aree funzionali, ambiti funzionali, unità ambientali e organismo edilizio.

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Le aree rappresentative sono quegli spazi all’interno dell’istituzione caratterizzati da funzioni di tipo rappresentativo collettivo ed individuale, necessarie per lo svolgimento dei compiti istituzionali e politici.

L’immagine e la qualità percepibile sono elementi fondamentali per caratterizzare questi spazi come “biglietto da visita” dell'Ente. Le principali unità ambientali che verranno previste in questo ambito funzionale sono:

• spazi di interazione collegiale diretta, • spazi di interazione collegiale mediata, • spazi di interazione individuale.

Le aree per il lavoro d'ufficio costituiscono gli spazi destinati alle attività tecnico-amministrative della Provincia, basate sul lavoro individuale e di gruppo e sull'organizzazione dell’Ente in centri di responsabilità, centri di costo e unità operative. Le principali unità ambientali che verranno previste in questo ambito funzionale sono:

• spazi di lavoro collettivi, • spazi di lavoro semi-collettivi, • spazi di lavoro individuali.

L’area di supporto ospitano, come dice il nome stesso, le attività di supporto al lavoro di ufficio, ed in particolare archivi, attrezzature e funzioni tecniche richieste per il corretto espletamento del lavoro di ufficio. Le principali unità ambientali che verranno previste in questo ambito funzionale sono:

• spazi di elaborazione ed archiviazione; • spazi di servizio.

Le aree di sportello sono fortemente caratterizzate dal rapporto con il cittadino, che deve trovare in questi luoghi la necessaria efficienza del servizio richiesto in condizioni idonee di comfort ambientale. Le principali unità ambientali che verranno previste in questo ambito funzionale sono:

• spazi di interazione diretta utente-operatore; • spazi di interazione mediata utente-operatore.

Le aree di accesso costituiscono un ambito funzionale caratteristico di un edificio che si voglia proporre come un centro di servizi aperto alla comunità e alle sue esigenze: il comfort ambientale, la sicurezza e la qualità percepita degli spazi sono elementi indispensabili per qualificare questi spazi. Appartengono a questo ambito anche gli spazi di supporto alla

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mobilità pubblica e privata, che devono essere adeguatamente studiati, al pari degli altri. Le principali unità ambientali che verranno previste in questo ambito sono:

• spazi per la mobilità pedonale;

• spazi per la mobilità privata su gomma; • spazi di scambio tra modalità di trasporto; • aree di accesso e distribuzione operatori; • area di accesso e distribuzione utenti;

Nel caso in esame la gran parte di tali aspetti sono stati ampiamente trattati nel capitolo precedente.

Alle aree per servizi accessori appartengono tutte quelle attività integrative che verranno previste per qualificare ulteriormente l'organismo edilizio e migliorarne i caratteri gestionali. La loro individuazione nel bando di concorso era lasciata alla libertà del progettista: servizi di ristorazione, ricreativi e sportivi, commerciali e finanziari possono essere introdotti ad uso tanto degli utenti esterni quanto degli operatori interni all'Ente.

La nuova biblioteca provinciale pubblica si pone come un elemento qualificante dell'intervento. Per questo motivo essa verrà descritta con maggiore approfondimento successivamente.

La sala della Giunta è il luogo di concertazione per eccellenza; essa si differenzia dagli ambiti funzionali descritti in precedenza per la sua identità e la particolare attenzione che dovrà essere posta alla sua ubicazione. Mentre infatti i suoi requisiti ambientali saranno comuni alle aree di interazione collegiale diretta, è opportuno che questo spazio sia dotato di una dotazione tecnologica e una qualità delle finiture superiore.

In analogia della sala Giunta anche la sala del Consiglio avrà caratteristiche analoghe a quelle delle aree di interazione collegiale mediata, sebbene in questo caso dovranno essere predisposte maggiori attenzioni alle problematiche di sicurezza, benessere ambientale in caso di lunghe permanenze, accessibilità per il pubblico (almeno 20 persone) come previsto dalla legislazione vigente. E' opportuno che questo spazio sia dotato di una elevata dotazione tecnologica e qualità delle finiture.

Lo spazio di concertazione, infine, sarà caratterizzato dalla stessa dotazione tecnologica delle sale della giunta e del consiglio, eventualmente anche superiore; dovrà garantire la possibilità di realizzare video conferenze, l’illustrazione mediante supporto informatico di progetti e la proiezione di filmati o immagini. Dovrà essere sufficientemente ampia per garantire la

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presenza di telecamere e giornalisti. La qualità delle finiture dovrà essere elevata, e di aspetto complessivo formale e gradevole.

Fatta questa breve panoramica sui singoli ambiti, vediamo le caratteristiche di ogni area funzionale e la dotazione di spazi necessaria allo svolgimento delle funzioni previste.

4.3 Le aree funzionali.

Se gli ambiti funzionali omogenei caratterizzano le funzioni che si attuano nell'organismo edilizio sulla base della loro compatibilità ambientale, ciascuna istituzione ha una propria organizzazione aziendale che si ripercuote necessariamente sulla forma degli spazi.

Le Aree funzionali vengono determinate proprio con questo scopo. La fase informativa ha consentito di ipotizzare una possibile organizzazione funzionale per l’Ente, visualizzabile con schemi e diagrammi di relazione. In un lavoro di gruppo iterativo svolto durante la fase di stesura del bando di concorso sono state sviluppate alcune soluzioni alternative, discusse al fine di individuare una ipotesi di rappresentazione di un plausibile schema funzionale per la futura sede l’Ente. In esso è stata individuata una divisione delle competenze principale tra servizi al territorio e servizi al cittadino. A questa si affiancano una serie di funzioni speciali che derivano dalle nuove competenze di coordinamento territoriale dell’Ente.

Dall'analisi delle possibili soluzioni è emerso che:

• i servizi di interesse territoriale nell'ambito dell’Area Vasta andranno sempre più a costituire un elemento di contrazione del processo amministrativo e pertanto dovranno avere una relazione diretta con le funzioni politiche e decisionali;

• è necessario prevedere uno spazio di incontro tra il cittadino ed il politico – uno sportello per il pubblico – che costituisca un momento di trasparente visibilità sul funzionamento dell’Ente;

• le relazioni con gli Enti portatori di interessi collettivi dovranno essere separate da quelle tradizionali di sportello;

• la Provincia dovrà rappresentare anche un luogo di supporto alle attività di associazioni a carattere socio-culturale presenti sul territorio, al fine di consentire un dialogo più semplice con il livello decisionale e politico.

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Oltre alle scelte strategiche del progetto, riassunte negli obiettivi generali appena esposti, la fase informativa della ricerca si è concentrata sulle esigenze particolari delle singole aree funzionali, anche a mezzo dell'attività dell’apposito organismo tecnico costituito in seno alla Provincia come supporto al gruppo di ricerca. Questa attività si è svolta mediante interviste dirette e approfondimenti svolti con i referenti delle singole aree, la cui sintesi riguardo agli obiettivi particolari del progetto è riportata qui in seguito.

4.3.1 Area Direzione Generale.

L’area Direzione Generale costituisce il cuore organizzativo dell'Ente e pertanto coordina e dialoga con tutte le altre aree funzionali. Non si prevedono specifiche variazioni nelle attività svolte se non quelli derivanti dall'aumento di carico di lavoro indotto dalle mutate competenze delle altre aree.

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È da rilevare la necessità di spazi per riunioni e colloqui di gruppo, sempre più frequenti nella gestione dell'area, nonché la necessità di controllo e gestione delle informazioni interne, mediante un progetto dettagliato dell'archivio, del protocollo e dei sistemi di comunicazione interna.

Gli ambiti funzionali che caratterizzano questa Area sono:

• aree istituzionali: il Direttore Generale, il Segretario Generale e gli altri Dirigenti; necessitano di spazi di relazione significativi e rappresentativi

• aree di supporto: sale riunione e attrezzature varie;

• aree per il lavoro d'ufficio: attività di segreteria e di amministrazione, attività a maggiore grado di specializzazione;

• aree di sportello: protocollo, informazioni e controllo degli accessi.

4.3.2 Ufficio Organi e Relazioni Istituzionali.

Per soddisfare le esigenze delle relazioni istituzionali la sede della Provincia dovrà essere dotata in primo luogo di spazi di rappresentanza, sale di accoglienza per gli ospiti istituzionali e non, luoghi rappresentativi che siano un “biglietto da visita” per l'Ente. Le sale di riunione devono essere piuttosto diffuse ed attrezzate: tra queste almeno una dovrebbe essere organizzata come sala stampa (in media in la Provincia organizza due conferenze stampa al giorno). È inoltre necessario prevedere sale di riunione accessibili dall'esterno e indipendenti dal resto della struttura: si devono infatti garantire spazi per riunioni e dibattiti pubblici organizzati da gruppi consiliari, ed è utile consentire l'uso di una parte della struttura per un orario diverso da quello della sede nel complesso, compreso tra le 7 e le 18.

Passando alle attività istituzionali, alcune indicazioni coinvolgono la sala del Consiglio. Questa deve essere per Legge aperta al pubblico, anche se oggettivamente non è utile prevedere più di 20 posti, separati dalla zona dei consiglieri. Inoltre il consiglio ha una sua vita autonoma da quella della Giunta: pertanto devono essere previsti spazi per i gruppi consiliari (attualmente sette), dotati di sale di riunione e personale di supporto. La Giunta necessita di spazi per gli assessori; questi saranno forniti di una zona di rappresentanza, dove possa essere svolta una attività politica individuale, nonché di una postazione funzionalmente connessa con le aree loro delegate. Il Presidente necessita invece di una segretaria particolare e di una segreteria di supporto. Occorre inoltre tenere presente che le attività degli assessori,

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della presidenza e le atre attività istituzionali devono essere coordinate in modo unitario per garantire un funzionamento omogeneo ed efficiente dell’Ente.

Tra le attività in sviluppo vi è quella delle Politiche Comunitarie, servizio che coordina numerosi progetti in supporto agli Enti locali e per cui si prevede un progressivo aumento di competenze. Vista l'importanza che questa attività riveste per l'utenza, essa dovrebbe essere posta in relazione funzionale diretta con il servizio di relazione con il pubblico.

Infine un servizio peculiare dell'ufficio Organi e Relazioni Istituzionali è la Polizia Provinciale. Nato come guardia venatoria, oggi questo corpo assume il ruolo di polizia giudiziaria.

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Pertanto il corpo di Polizia Provinciale necessiterà sempre più di relazioni con il pubblico (multe, denuncie, ecc.) e di una struttura dotata di misure di sicurezza e protezione conformi agli standard del Ministero della Difesa per le caserme e i presidi.

Saranno inoltre utili gli spazi di rappresentanza e spogliatoi, considerando che il corpo svolge anche una attività di rappresentanza nelle manifestazioni pubbliche. Giova ricordare che il tempo di uso degli spazi per la Polizia deve essere svincolato da quello del resto della struttura. Gli ambiti funzionali che caratterizzano questa Area sono:

• Aree istituzionali: la presidenza, il consiglio e la giunta con le relative attività istituzionali necessitano di spazi adeguati;

• Aree di supporto: sale riunione e relative attrezzature;

• Aree per il lavoro d'ufficio: attività di segreteria e di amministrazione, attività a maggiore grado di specializzazione.

4.3.3 Area Socio Culturale.

Questa area funzionale è al momento organizzata sulle due sedi di Piazza Vittorio Emanuele e del complesso Marchetti. Tra le attività svolte nell'Area Socio Culturale sono di particolare rilevanza le attività di supporto agli istituti scolastici, nonché il mantenimento e la gestione della biblioteca provinciale. A causa delle frequenti attività collegiali, legate ad esempio al coordinamento delle attività culturali sul territorio, è necessario disporre di spazi di riunione per capienze variabili tra i 250 e i 60 posti, oltre che sale per riunioni limitate ad un massimo di 15 soggetti. L'area Socio Culturale opera spesso in collaborazione diretta con l'area Attività Produttive per ciò che riguarda gli aspetti della formazione professionale, nonché l'area Governo del Territorio per ciò che riguarda l'edilizia scolastica.

Gli ambiti funzionali che caratterizzano questa area sono:

• aree istituzionali: i Dirigenti necessitano di spazi di relazione significativi e rappresentativi;

• aree di supporto: sale riunione e attrezzature di supporto;

• aree per il lavoro d'ufficio: attività di segreteria e di amministrazione, attività a maggiore grado di specializzazione;

• aree di sportello: attività di supporto all'istruzione scolastica; • area Biblioteca provinciale.

(22)

Immagine 4.06: schema degli ambiti dell’area Socio Culturale.

4.3.4 Area Attività Produttive.

L’area Attività Produttive è caratterizzata dalle competenze di controllo e supporto alle attività economiche sul territorio, nonché al coordinamento dell'offerta lavorativa mediante il collocamento professionale e all'informazione mediante la gestione parziale dell’informagiovani. Inoltre le competenze dell'area comprendono altri settori di forte crescita come il turismo (mediante la parziale gestione dell’azienda di promozione turistica).

Pertanto l'area funzionale deve essere dotata di ulteriori spazi per la gestione di riunioni e attività collegiali, sempre più frequenti, nonché di una maggiore funzionalità degli spazi. Giova ricordare che l'attività della formazione professionale è anche attività di supporto verso i Comuni e altri Enti per i quali la Provincia svolge una attività di sussidio.

Mentre in passato questa attività veniva svolta mediante convenzioni per incarichi definiti, oggi si tende a fornire una formazione diretta per i dipendenti di tali Enti, in modo da consentire loro di sopperire alle carenze di competenze rilevate. Tra queste attività di supporto c'è ad esempio l'informatizzazione del personale tecnico relativamente all’uso di software

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specifici: per queste attività è necessaria almeno una sala attrezzata con video e computer per lezioni di informatica (con capienza dai 20 alle 30 postazioni).

Immagine 4.07: schema degli ambiti dell’area Attività Produttive.

I principali ambiti funzionali che caratterizzano questa area sono:

• aree istituzionali: i Dirigenti necessitano di spazi di relazione significativi e rappresentativi;

• aree di supporto: sale riunione e attrezzature di supporto;

• aree per il lavoro d'ufficio: attività di segreteria e di amministrazione, attività a maggiore grado di specializzazione ed in particolare attività di progettazione e riproduzione grafica;

• aree di sportello: spazi specifici per il collocamento e la formazione professionale, gestione di licenze e permessi.

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L'area Governo del Territorio presenta un significativo aumento delle competenze prodotto dalla riorganizzazione degli Enti locali. Inoltre alcuni settori verranno potenziati in quanto se ne prevede un forte sviluppo nel futuro prossimo. Tra questi il servizio di gestione del Sistema Informativo Territoriale (SIT), la gestione delle strade afferite alla provincia dopo la dismissione dell'ANAS, le competenze ambientali e idrauliche che erano proprie del Genio Civile (anche esso dismesso), della Motorizzazione Civile, nonché il sempre più frequente ricorso alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA).

Immagine 4.08: schema degli ambiti dell’area Governo del Territorio.

È dunque necessario prevedere un incremento di dotazione organica di personale che avrà ricadute sulla dotazione prevista di spazi. Inoltre le attrezzature di alcuni servizi dovranno essere implementate con attrezzature per la stampa e la visualizzazione di cartografie in modo da utilizzare al meglio la base di dati del SIT. Tra le carenze al momento già evidenziate nella attuale sede di via Nenni c'è la mancanza di spazi di archiviazione, soprattutto per le informazioni interne all’Ente che ne costituiscono l'archivio vivo.

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• aree istituzionali: i Dirigenti necessitano di spazi di relazione significativi e • rappresentativi

• aree di supporto: sale riunione e attrezzature di supporto

• aree per il lavoro d'ufficio: attività di segreteria e di amministrazione, attività a • maggiore grado di specializzazione ed in particolare attività di progettazione e • riproduzione grafica.

• aree di sportello: spazi specifici per la gestione di licenze e permessi

4.4 La nuova biblioteca provinciale.

L'opportunità di localizzare nell'ambito del nuovo complesso anche la Biblioteca Provinciale nasce dal considerare le funzioni ad essa connesse per la vita dell'intero complesso Cisanello - Parco Centrale. L'assenza di strutture simili nella zona giustifica la realizzazione di un centro di studio e di consultazione che sia parte integrante del sistema bibliotecario pisano, rivolgendosi prevalentemente ai residenti del quartiere (tra cui molti studenti), ai fruitori delle case dello studente localizzate nella periferia Est di Pisa, al fruitori dell’area ospedaliera e commerciale limitrofa. Il futuro insediamento nell'Area di intervento anche di una parte della attuale Biblioteca Comunale offre l'opportunità di prevedere, in una prospettiva di lungo periodo, una espansione del centro bibliotecario, che si verrebbe a configurare come il più consistente della Città.

Questa previsione risulta giustificata dagli studi condotti che evidenziano la notevole concentrazione di studenti universitari nella periferia Est di Pisa, dove si stima la presenza del 19,3 % degli studenti fuori sede.

Riprendendo le considerazioni già svolte nell'analisi delle esigenze dell'Area socio – culturale, i principali requisiti funzionali della Biblioteca Provinciale saranno:

• capacità di funzionamento autonomo dal resto della sede;

• collocazione delle collezioni librarie di maggiore interesse in scaffali direttamente accessibili al pubblico;

• disponibilità di sale di consultazione di documenti multimediali, microfilm e simili; • numero adeguato di posti a sedere e di postazioni telematiche;

• salette di studio per lavori di gruppo; • sala attrezzata per teleconferenze;

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• spazio espositivo per i periodici correnti ed annessa emeroteca;

• spazi per l’esposizione delle nuove accessioni e per mostre temporanee.

Immagine 4.09:distribuzione degli studenti universitari a Pisa.

Con riferimento all’aspetto formale la nuova biblioteca dovrà essere riconoscibile dall’esterno dell'organismo edilizio della Provincia, configurandosi come un elemento di attrazione nell'area, visibile dal passante e palesemente aperta al pubblico. È auspicabile che la Biblioteca diventi un centro vivo e accogliente, luogo di studio, eventualmente aperto sulle aree verdi esterne, sia per finalità di semplice curiosità che per ricerca, un luogo familiare per l'intero quartiere.

La necessità di pensare ad uno sviluppo nel tempo del centro bibliotecario porta a introdurre un necessario requisito di flessibilità, legato anche al rapido trasformarsi delle tecnologie informative e documentarie. Il libero accesso del pubblico agli scaffali delle raccolte e la loro possibile trasformazione impongono spazi interni altamente flessibili non solo nelle aree aperte al pubblico.

I magazzini librari e il deposito di materiali andranno situati fuori terra, ai vari piani della Biblioteca, e/o in parte interrati.

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Le condizioni ambientali termoigrometriche ottimali nelle aree di consultazione accessibili al pubblico sono assicurate da una temperatura compresa tra 20°C invernali e 26°C estivi con grado di umidità relativa ottimale tra il 45% e il 55%.

Immagine 4.10: schema generale dell’organizzazione funzionale della biblioteca.

La progettazione dell’edificio dovrà essere tale da massimizzare il rinnovo naturale e l’impiego di tecniche di recupero energetico, tenendo inoltre in considerazione l’esigenza di impedire la penetrazione dei raggi solari diretti nei periodi più caldi. Nei magazzini librari è necessaria la realizzazione di un impianto di controllo del clima che garantisca il mantenimento della temperatura tra i 18°C e i 21°C con un’umidità relativa prossima al 50%. Il fattore di ricambio in tali zone non dovrà essere inferiore a 1 vol/h. A causa della notevole differenza di condizioni climatiche tra tali zone e le altre, soprattutto in condizioni estive, sarà opportuno prevedere locali di disimpegno tali da consentire un passaggio più graduale tra diverse condizioni ambientali.

Nelle sale per esposizioni e riunioni, negli uffici e negli spazi di supporto si applicheranno i requisiti descritti per le unità ambientali equivalenti.

(28)

Particolare cura deve essere infine posta all’isolamento acustico degli impianti che dovrà essere tale da garantire un livello di rumorosità di fondo non superiore a 25 dB nelle aree silenziose e negli ambienti di lavoro in genere, e non superiore a 35 dB nelle altre zone.

Devono inoltre essere previsti idonei impianti di rilevazione e spegnimento incendi a idranti collegati a gruppi di pressurizzazione e alla riserva idrica antincendio che potrà anche essere comune a tutto il complesso, purché di volume adeguato. Nei magazzini e nelle zone di conservazione dovranno essere previsti impianti di spegnimento a gas in modo tale da preservare l’integrità delle opere conservate.

Per evitare che i visitatori escano dalla biblioteca con materiali non precedentemente denunciati, deve essere installato un impianto di rilevazione antitaccheggio, per il controllo dei documenti in uscita.

La scelta dell’illuminazione ottimale per la Biblioteca rappresenta un problema importante e complesso che riguarda diversi aspetti: il comfort della lettura, la conservazione del libro, la percezione dell’ambiente interno e l’impatto architettonico della Biblioteca. Per ognuno di questi aspetti il progetto dovrà combinare, a seconda dei luoghi, le sorgenti artificiali e l’illuminazione naturale. Quest'ultima deve costituire ovunque un riferimento per la percezione dello scorrere del tempo. Essa può essere progettata con un attento studio dell'esposizione, considerando ad esempio che le facciate a nord non ricevono i raggi solari e pertanto possono risultare ottimali per la lettura al tavolo.

L’illuminazione artificiale permette di completare e di sostituire puntualmente quella del giorno (tavoli di lettura, scaffali, banchi delle isole di assistenza, informazione, prestito). Qualunque sia il tipo di lampade e di corpi illuminanti, l’illuminazione di una biblioteca è un argomento delicato, determinato dall’esigenza di comfort visivo per la lettura di documenti di forma e tipo diversi (carta stampata, immagini digitali, testi su schermo), disposti su supporti diversi (scaffali, tavoli, segnaletica).

È opportuno prevedere per tutti i posti di lettura al tavolo appositi collegamenti con la rete elettrica e dati, in modo da consentire l'utilizzo di computer portatili e altri dispositivi di videoscrittura. Nelle zone studio i tavoli saranno anche dotati di illuminazione puntuale.

4.5 Relazioni funzionali generali della nuova sede.

A seguito delle considerazioni emerse dall'analisi degli obiettivi generali e particolari del progetto è possibile individuare uno schema funzionale della nuova Sede.

(29)
(30)

L’organizzazione dell'organismo edilizio si svolge su tre livelli:

• il primo riguarda le attività di sportello, ovvero i servizi al cittadino; • il secondo riguarda la struttura tecnico - amministrativa;

• il terzo riguarda l'apparato istituzionale e politico, con le sue relazioni esterne.

Le comunicazioni tra questi livelli sono basate sulle relazioni funzionali evidenziate negli obiettivi precedentemente descritti: in particolare si noti la presenza di una forma di comunicazione diretta tra cittadino e livello politico per mezzo di uno sportello informativo di relazioni con il pubblico.

Il cuore del modello è costituito da un ambito funzionale di supporto per la concertazione, luogo dove attuare quei procedimenti tipici della concentrazione del procedimento che saranno alla base del futuro ruolo di coordinamento svolto dall'Ente territoriale.

Le relazioni istituzionali esterne dovranno avere un canale riservato e rappresentativo.

Lo schema della totalità delle relazioni che intercorrono tra i vari organi è rappresentato nella figura nella pagina seguente. In esso gli ambiti funzionali riquadrati mediante tratteggio dovranno avere cicli di attività separabili dal resto della struttura, mentre le linee continue rappresentano le relazioni funzionali dirette tra le unità; le linee tratteggiate rappresentano le relazioni attuabili in modo flessibile (sia diretto, che mediato).

4.6 Dimensionamento degli spazi.

Il calcolo delle esigenze dimensionali si è basato sulla deduzione, in base alla manualistica e all’analisi tipologica di organismi edilizi significativi, dei seguenti parametri principali:

• superficie di occupazione esclusiva: è la superficie utile netta richiesta per le funzioni di stretta pertinenza di ciascuna area funzionale ed è stata calcolata in rapporto ai futuri occupanti e alle attività che svolgeranno nell’ambito dell’Ente;

• superfici comuni: sono le superfici nette complementari per lo svolgimento delle attività di una o più Aree funzionali: tra esse vi sono gli spazi di connettivo, quelli destinati alle funzioni tecniche e al lavoro di gruppo. Tali superfici si prestano ad una ottimizzazione, da assumersi come obiettivo di progetto.

Per le varie aree funzionali, essendo in pratica degli edifici per uffici, sono state determinate le dimensioni degli spazi in funzione del numero di utilizzatori.

(31)

Diverso è il metodo di operare per l’ufficio organi e relazioni istituzionali il quale presenta una serie di destinazioni legate alle variazioni tecnico-politiche alle quali l’ente è soggetto e che non sono solamente legate al numero dei loro utilizzatori. Vediamole in particolare. Inizialmente ragioniamo sulla composizione del Consiglio Provinciale. Questa e regolamentata dalla DL 267 del 18 agosto 2000 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” che all’art.36 disciplina il numero di componenti del Consiglio Provinciale. Per una Provincia come Pisa che ha un numero di abitanti compreso tra 300000 e 700000 il numero di consiglieri è fissato pari a trenta. È difficile pensare ad un aumento del numero dei consiglieri in funzione dell’aumento del numero di residenti dato che quest’ultimi sono di poco superiore alle 330000 unità. È comunque lecito pensare ad un maggior numero di posti in Consiglio per cautelarci rispetto a possibili future variazioni legislative.

Il Consiglio ha poi un presidente che deve disporre di un ufficio privato. I gruppi consiliari devono avere un ufficio di rappresentanza e di lavoro. Attualmente i gruppi sono sette. Anche se il numero può aumentare in genere i più piccoli tra essi sono composti da una o due persone e quindi non necessitano di grandi spazi.

La Giunta Provinciale è composta da Presidente e VicePresidente più un numero massimo di dieci assessori. In genere il numero di assessori è sempre il massimo, quindi dovranno essere previste i rispettivi uffici privati.

Le commissioni consiliari si dividono in:

• commissioni permanenti, in numero massimo di cinque; per ognuna di esse è presente un Presidente che necessita di uno spazio specifico privato;

• commissioni provvisorie, nominate dal consiglio per periodi di tempo limitati e finalizzate all’analisi di problematiche temporanee; per i loro presidenti non è necessario destinare uno spazio specifico, difficilmente quantificabile visto il carattere aleatorio delle stesse commissioni.

Per il regolare svolgimento delle commissioni dovrà essere prevista una stanza apposita con le medesime caratteristiche dimensionali e di finitura della stanza della giunta.

Oltre a questi ambienti sarà lasciato uno spazio senza specifiche destinazioni da utilizzare per necessità temporanee (aumento dei gruppi consiliari, commissioni provvisorie, rappresentanza, ecc).

Gli stesori del bando di progetto e la Provincia stessa hanno fissato il limite massimo di superficie netta in 20000mq per la totalità della sede. La quantificazione numerica degli spazi dovrà quindi tener conto di tale limitazione.

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Ufficio: ORGANI E RELAZIONI ISTITUZIONALI

Spazi esclusivi.

Unità

ambientale personen° Unitarimq. Tot. mq. Occupazione esclusiva Note

O.R.I.1 spazi di lavoro

semi collettivo 16 12 192 si

uffici per 3-4 operatori

3 30 90 si uffici dirigenti

O.R.I.2 spazi di lavoro

individuale

10 30 300 si uffici assessori

20 2,5 50 si sala Giunta

Provinciale

60 4 240 si sala Consiglio Provinciale

O.R.I.3 spazio di interazione collegiale mediata - - 75 si concertazioneSala

O.R.I.4 spazi riservati - - 300 si sale gruppi consiliari

O.R.I.5 spazi di elaborazione e di archiviazione 34 6 204 si Archivi cartacei e spazi di lavoro accessori

Totale spazi esclusivi (mq): 1451

Spazi accessori. 34 1,4 47,6 no sala per riunioni collegiali - - 50 no sala stampa O.R.I.6 spazi di interazione collegiale mediata - - 50 no accoglienza sala ospiti O.R.I.7 spazi di interazione collegiale diretta 34 2,1 71,4 no sale riunione di medie dimensioni (15-40 utilizzatori)

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O.R.I.8 spazi di relazione per utenti e/o operatori 34 0,9 30,6 no disimpegni ingressi e O.R.I.9 spazi di collegamento, cavedi e impianti di comunicazione 34 4 136 no connettivo di servizio, rete, impianti,locali per server, hub,

ecc.

O.R.I.10 servizi 34 1,3 44,2 no servizi igenici

Totale spazi accessori (mq): 430

POLIZIA PROVINCIALE

O.R.I.11 uffici polizia

provinciale 19 12 228 si uffici

O.R.I.12 spazi di lavoro collettivo 19 9 171 si

u.r.p. polizia, sale, spazi di rappresentanza,

spogliatoi, servizi

Tot. spazi polizia provinciale (mq): 399

PRESIDENZA O.R.I.13 Presidenza - - 200 - presidenza e segreteria particolare del presidente

Totale spazi presidenza (mq): 200

ORGANI E RELAZIONI

ISTITUZIONALI: Totale spazi 2480 (mq)

Area funzionale: DIREZIONE GENERALE

(34)

Spazi esclusivi. Unità

ambientale personen° Unitarimq. Tot. mq. Occupazione esclusiva Note

D.G.1 spazi di lavoro

collettivo 29 5 145 si -

D.G.2 spazi di lavoro semi collettivo 76 12 912 si uffici per 3-4 operatori

D.G.3 spazi di lavoro individuale 3 30 90 si uffici dirigenti

D.G.4 spazi di elaborazione e di archiviazione 108 6 648 si Archivi cartacei e spazi di lavoro accessori

Totale spazi esclusivi (mq): 1795 Spazi accessori. D.G.5 spazi di interazione collegiale mediata 108 0,7 75,6 no sala per riunioni collegiali D.G.6 spazi di interazione collegiale diretta 108 2,1 226,8 no sale riunione di medie dimensioni (15-40 utilizzatori) D.G.7 spazi di relazione per utenti e/o operatori 108 0,9 97,2 no ingressi e disimpegni D.G.8 spazi di collegamento, cavedi e impianti di comunicazione 108 4 432 no connettivo di servizio, rete, impianti,locali per server, hub,

ecc.

D.G.9 servizi 108 1,3 140,4 no servizi igenici

Totale spazi accessori (mq): 972

(35)

DIREZIONE GENERALE:

Totale spazi 2767 (mq)

Area funzionale: SOCIO CULTURALE

Spazi esclusivi. Unità ambientale persone mq. Unitari mq. Tot. Occupazione esclusiva Note

S.C.1 spazi di lavoro collettivo 9 5 45 si biblioteca supporto

S.C.2 spazi di lavoro

semi collettivo 42 12 504 si

uffici per 3-4 operatori

S.C.3 spazi di lavoro individuale 3 30 90 si uffici dirigenti

S.C.4 spazi di interazione diretta utente-operatore - - 24 si uffici dirigenti S.C.5 spazi di elaborazione e di archiviazione 54 6 324 si Archivi cartacei e spazi di lavoro accessori

Totale spazi esclusivi (mq): 987 Spazi accessori. S.C.6 spazi di interazione collegiale mediata 54 0,7 37,8 no sala per riunioni collegiali S.C.7 interazione spazi di collegiale diretta 54 2,1 113,4 no sale riunione di medie dimensioni (15-40 utilizzatori) S.C.8 spazi di relazione per utenti e/o operatori 54 0,9 48,6 no disimpegni ingressi e

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S.C.9 spazi di collegamento, cavedi e impianti di comunicazione 54 4 216 no connettivo di servizio, rete, impianti,locali per server, hub,

ecc.

S.C.10 servizi 54 1,3 70,2 no servizi igenici

Totale spazi accessori (mq): 486

SOCIO CULTURALE

Totale spazi 1473 (mq)

Area funzionale: GOVERNO DEL TERRITORIO

Spazi esclusivi. Unità ambientale persone mq. Unitari mq. Tot. Occupazione esclusiva Note

G.T.1 spazi di lavoro collettivo 73 5 365 si apporti futuri spazi per

G.T.2 spazi di lavoro semi collettivo 79 12 948 si uffici per 3-4 operatori

G.T.3 spazi di lavoro

individuale 5 30 150 si uffici dirigenti

G.T.4 spazi di elaborazione e di archiviazione 157 6 942 si Archivi cartacei e spazi di lavoro accessori

Totale spazi esclusivi (mq): 2405 Spazi accessori. G.T.5 spazi di interazione collegiale mediata 157 0,7 109,9 no sala per riunioni collegiali

(37)

G.T.6 spazi di interazione collegiale diretta 157 2,1 329,7 no sale riunione di medie dimensioni (15-40 utilizzatori) G.T.7 spazi di relazione per utenti e/o operatori 157 0,9 141,3 no disimpegni ingressi e G.T.8 spazi di collegamento, cavedi e impianti di comunicazione 157 4 628 no connettivo di servizio, rete, impianti,locali per server, hub,

ecc.

G.T.9 servizi 157 1,3 204,1 no servizi igenici

Totale spazi accessori (mq): 1413

GOVERNO DEL TERRITORIO:

Totale spazi 3818 (mq)

Area funzionale: ATTIVITA' PRODUTTIVE

Spazi esclusivi.

Unità

ambientale personen° Unitarimq. Tot. mq. Occupazione esclusiva Note

A.P.1 spazi di lavoro collettivo 48 5 240 si

form.

professionale-collocamento

A.P.2 spazi di lavoro semi collettivo 107 12 1284 si uffici per 3-4 operatori

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A.P.4 spazi di elaborazione e di archiviazione 161 6 966 si Archivi cartacei e spazi di lavoro accessori

A.P.5 specialistici spazi 48 6 288 si

accesso e formazione per il collocamento

Totale spazi esclusivi (mq): 2958 Spazi accessori. A.P.6 spazi di interazione collegiale mediata 161 0,7 112,7 no sala per riunioni collegiali A.P.7 spazi di interazione collegiale diretta 161 2,1 338,1 no sale riunione di medie dimensioni (15-40 utilizzatori) A.P.8 spazi di relazione per utenti e/o operatori 161 0,9 144,9 no disimpegni ingressi e A.P.9 spazi di collegamento, cavedi e impianti di comunicazione 161 4 644 no connettivo di servizio, rete, impianti,locali per server, hub,

ecc.

A.P.10 servizi 161 1,3 209,3 no servizi igenici

Totale spazi accessori (mq): 1449

ATTIVITA' PRODUTTIVE

(39)

Per il conteggio della totalità degli spazi ai valori ricavati dalle tabelle precedenti si devono aggiungere le superfici di:

• Biblioteca provinciale: 3500 mq;

• Sala per riunioni per almeno 500 utilizzatori (2.10 mq/persona): 1050 mq.

Riassumendo è possibile rilevare che le superfici necessarie per ospitare le aree funzionali con le rispettive competenze più le altre componenti sono computabili in 19495 mq, che rientra nel limite imposto dalla committenza.

La sala per riunioni – Auditorium – è da prevedersi frazionabile in almeno due parti per consentire una variabilità di capienza tra le 100 e le 500 persone e la possibilità di attività contemporanee.

4.7 Principi di progettazione antisismica e conseguente scelta della tipologia edilizia.

Ora che sono stati esaminati gli aspetti relativi alle necessità e alla conseguente dotazione di spazi della nuova sede provinciale passiamo alla scelta dalla tipologia edilizia più adatta a soddisfarne le esigenze.

È necessario ricordare che le scelte sulla geometria dell’edificio devono soddisfare contemporaneamente due obbiettivi: garantire la delimitazione degli ambienti così come sono stati illustrati precedentemente e permettere la sosta degli autoveicoli al piano interrato. In ogni caso devono essere sempre rispettati i principi di regolarità per le costruzioni in zona sismica, gia illustrati nel capitolo secondo, che adesso vengono riassunti brevemente:

• semplicità strutturale: cioè l’esistenza di percorsi chiari e diretti per la trasmissione delle azioni – carichi verticali o azioni sismiche – dal punto in cui sono applicate fino alle fondazioni attraverso tutti gli elementi che compongono l’edificio (travi, pilastri, tamponamenti);

• uniforme distribuzione dei carichi, verticali o sismici, e degli elementi resistenti; in zona sismica in particolare occorre curare l’uniformità delle masse;

• regolarità in pianta: coincidenza tra baricentro delle masse e baricentro delle rigidezze, ottenibile principalmente alla simmetria della pianta dell’edificio;

• regolarità in elevazione, ovvero evitare tutte le brusche variazioni di rigidezza o di massa da un piano all’altro.

(40)

A questi principi di regolarità si può aggiungere una sintetica serie di valutazioni sulla geometria degli edifici e sulle caratteristiche dei vari sistemi costruttivi, al fine di ottimizzare la risposta dell’edificio al terremoto.

Per progettare gli edifici in superficie è necessario andare a delineare alcune linee specifiche di progettazione antisismica.

Le onde sismiche che interessano un edificio sono diverse e provengono da varie direzioni pertanto la forza orizzontale impressa da un sisma si può considerare come la somma di diverse onde, cioè di diversi moti armonici semplici.

Se con uno di questi moti armonici si raggiunge la risonanza l’edificio è destinato a crollare. È quindi necessario andare a realizzare edifici che abbiano un periodo proprio di vibrazione lontano dal periodo caratteristico dei fenomeni sismici che storicamente sono avvenuti nella zona.

Statisticamente i terremoti italiani hanno un periodo di oscillazione variabile tra 0.80-1.00 sec e pertanto occorrerebbe costruire edifici con periodi propri di vibrazione distanti da tali valori. Un edificio basso (3-4 piani) o molto rigido ha in genere un periodo proprio inferiore a quello di un terremoto e in caso di sollecitazione sismica vibra insieme al terreno con una accelerazione delle masse pressoché identica a quella del terreno. Un edificio alto (oltre 10 piani) o molto flessibile ha un periodo relativamente alto e in caso di terremoto la sua struttura molto elastica seguirà il moto del terreno deformandosi di conseguenza in modo consono alla tipologia e ai materiali adottati: in questo caso le sollecitazioni nella struttura dipendono principalmente dal valore degli spostamenti piuttosto che da quello delle accelerazioni, quest’ultime nell’edificio inferiori che a quelle del terreno.

Il valore del periodo proprio di vibrazione di un edificio dipendono da più fattori, principali e complementari. I fattori principali sono quelli che danno l’impronta caratteristica all’edificio posizionandolo in una determinata zona della scala di vibrazione: forma geometrica in pianta, rapporto altezza larghezza, altezza totale, tipologia strutturale, materiali impiegati.

I fattori complementari sono meno incidenti rispetto ai precedenti ma comunque possono condizionare in maniera sostanziale il comportamento dinamico d’insieme: altezza di interpiano, caratteristiche del tamponamento e dei tramezzi, giunti di dilatazione, ecc.

In zona sismica è inoltre importante dare all’edificio buone capacità di dissipazione dell’energia, in quanto questo permette di diminuire le sollecitazioni (maggiore è l’energia dissipata minore è quella che va a sollecitare gli elementi resistenti) e inoltre, durante la fase dissipativa il periodo proprio dell’edificio tende a diminuire allontanandosi dai valori vicini alla risonanza.

(41)

I fenomeni dissipativi sono essenzialmente due: lo smorzamento (capacità di dissipare di energia) e la duttilità (capacità degli elementi di ampie deformazioni prima del collasso). Le potenzialità di un edificio in termini di dissipazione energetica sono quindi fondamentali e trovano la giusta considerazione nella scelta del sistema costruttivo e dei materiali, unita a una progettazione degli elementi resistenti (in particolare dei nodi e dei collegamenti) finalizzata all’ottenimento di un comportamento di tipo plastico.

Fondamentale è anche la rigidezza degli elementi verticali. Le azioni orizzontali vengono distribuite alle strutture verticali dai solai che per le tali sollecitazioni possono essere considerati dei sistemi perfettamente rigidi nel loro piano. Conseguentemente gli elementi più rigidi assorbono una quota maggiore delle sollecitazioni orizzontali. Tale proprietà può essere sfruttata per compensare deficienze di regolarità strutturale: posizionando elementi verticali molto rigidi (pareti, nuclei) in determinati punti si può diminuire o addirittura annullare un’eventuale eccentricità tra baricentro delle masse e delle rigidezze.

Il problema della rigidezza non è quindi un problema assoluto ma relativo ed inoltre non può essere semplificato nella valutazione dei soli elementi cosiddetti “strutturali” ma deve tener conto di tutto ciò che comporta un notevole aumento della rigidezza, in particolare i tamponamenti.

Un tipologia strutturale che bene si adatta alle richieste di rigidezza e resistenza di costruzioni di media altezza (fino a 5-6 piani) in zona sismica è quella di edificio a setti portanti. Le pareti verticali (in genere in c.a.) sono di facile ed economico inserimento e si sposano bene con le classiche strutture intelaiate, in acciaio o in c.a.; nelle strutture in acciaio i setti possono essere realizzati anche in modo reticolare, risultando leggeri ma rigidi.

La struttura a setti portanti è detta anche a pareti di taglio, evidenziando così la caratteristica statica di avere una grande resistenza a questo tipo di sollecitazione. Quanto detto è valido purché i setti raggiungano le fondazioni e non siano interrotti, per dar luogo a pilastri, al piano terra ed eventualmente anche nel sottostante piano interrato; in questo caso le azioni del sisma sarebbero disastrose per effetto della creazione del cosiddetto piano debole, rappresentato appunto dal piano pilastrato che risulta più debole di quelli sovrastanti. Oltre alla concentrazione di sollecitazioni nei nodi dei pilastri del piano debole, tale discontinuità rende più flessibile tutto il sistema facendone aumentare il periodo proprio di vibrazione avvicinandolo a quelli più pericolosi, ed inoltre sono limitate o quasi nulle le possibilità dissipative dell’energia sismica per l’elevata rigidezza dei sovrastanti piani di setti, con conseguente mancanza di variazione della frequenza propria dell’edificio nel corso del sisma.

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