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mattonibiosinteticidiversi.Unagrandevarietàdisostanzenaturalipuòesserecostruitadaunlimitatonumerodimattonidibase. mattonibiosinteticidellostessotipooppureusandounamisceladi Imattonibiosinteticiperimetabolitisecondariderivanodametabolitiprimariesonopochi.I

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Academic year: 2021

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(1)

…ma come fa la natura a sintetizzare tutte queste molecole?

I mattoni biosintetici per i metaboliti secondari derivano da

metaboliti primari e sono pochi.

I metaboliti secondari possono essere sintetizzati combinando molti

mattoni biosintetici dello stesso tipo oppure usando una miscela di

mattoni biosintetici diversi.

Una grande varietà di sostanze naturali può essere costruita da un

limitato numero di mattoni di base.

(2)
(3)
(4)

I phytochemical sono sintetizzati dalle piante in maniera costitutiva oppure come

risposta a stress biotici o abiotici; ad esempio, alla prima categoria appartengono

i carotenoidi, alla seconda gli stilbeni

(5)

Metabolismo secondario: Molecole di base

Acetilcoenzima A:

Via dell’acetato: fenoli

Acido Shikimico:

(6)

Metabolismo secondario: Molecole di base

Acido mevalonico:

Via del mevalonato: terpeni, steroidi

Alcuni amminoacidi, composti amminati

fenilalanina tirosina triptofano

Alcaloidi

(7)

I mattoni biosintetici più importanti nella biosintesi dei metaboliti

secondari sono quindi:

l’acetil

coenzima

A

(acetil-CoA),

l’acido

shikimico

e l’acido mevalonico.

Tali molecole vengono utilizzate come unità di accrescimento nelle

vie biogenetiche.

Queste vengono, perciò definite via dell’acetato, via dello

(8)

Biogenesi miste: la combinazione di mattoni biosintetici

differenti

Molti metaboliti contengono nella loro struttura una o più unità zuccherine, che possono essere anche semplici metaboliti primari come il glucosio o il fruttosio

(9)

Le sostanze naturali sono biosintetizzate attraverso una sequenza di reazioni

catalizzate da enzimi e facilitate da opportuni cofattori (NAD, FAD, UDP, PLP,CoA,

biotina).

Sebbene gli enzimi rendono possibili alcune trasformazioni piuttosto complesse e

talvolta

inaspettate,

è

generalmente

possibile

razionalizzare

attraverso

meccanismi di reazioni ben noti:

1. reazioni di sostituzione nucleofila

2. reazioni di addizione elettrofila

3. reazioni di trasposizione

4. reazione aldolica e di Claisen

5. formazioni di basi di Shiff e reazione di Mannich

6. reazioni di trasaminazione e di decarbossilazione

7. reazioni di ossidazione e riduzione e accoppiamento ossidativo fenolico

9. reazioni di glicosilazione

(10)
(11)
(12)
(13)
(14)

SITI DI ACCUMULO DEI METABOLITI

SECONDARI

(15)

Il vacuolo è rivestito da una membrana detta

TONOPLASTO

(16)

• coferimento di un elevato rapporto S/V

• regolazione dell’omeostasi cellulare

• funzione “tappabuchi”

• accumulo di sostanze di rifiuto superflue o dannose

• accumulo di metaboliti di riserva (granuli di aleurone nei semi)

• accumulo di metaboliti secondari con funzioni di relazione

per tenere lontani animali predatori

(sostanze repellenti o poco appetite,)

per attirare impollinatori o disseminatori (es. coloranti)

• accumulo di enzimi idrolitici (funzione litica)

• forza motrice per la distensione cellulare grazie al processo osmotico

FUNZIONI DEI VACUOLI

(17)

RISERVA DI METABOLITI

Gli acidi organici vengono accumulati nel vacuolo per rimuoverli da citoplasma quando sono in eccesso in quanto possono interferire in varie vie metaboliche

acido malico (mele)

acido citrico (agrumi) acido tartarico (uva) acido fumarico (girasole)

(18)

Molti metaboliti organici di riserva vengono accumulati nel vacuolo tra cui pigmenti che conferiscono i colori ai fiori alla frutta etc. (flavonoidi, antociani, flavoni e a volte tannini).

(19)

Cellula di uva

Parete cellulare

pectine membrana

Antocianine

Tannini glucosio

(20)

Esempi

colchicina

e

vinblastina

bloccano

la

proliferazione

cellulare;

atropina

,

scopolamina

,

caffeina

,

papaverina

,

cocaina

,

efedrina

,

morfina

,

nicotina

agiscono a livello del sistema

nervoso centrale e periferico;

stricnina

,

aconitina

hanno

effetti tossici.

colchicina Colchicum autumnale atropina Atropa belladonna

SEGREGAZIONE DI METABOLITI

a) ALCALOIDI:

Alcuni METABOLITI SECONDARI vengono riversati nel vacuolo come sostanze di rifiuto anche se vengono poi riutilizzati in altre vie metaboliche.

(21)

b) GLICOSIDI: sono composti formati da uno zucchero (il più comune è il glucosio) complessato ad una molecola non zuccherina.

In generale sono sostanze di sapore amaro e abbastanza diffuse. Possono essere anche molto tossici

SEGREGAZIONE DI METABOLITI

Digitalis purpurea

digitossina

(22)

b) GLICOSIDI: glicosidi cianogenici che liberano per idrolisi acido cianidrico. presenti nelle mandorle amare, mele, pesche, susine (amigdalina), nel sambuco, nel granoturco e nel sorgo (murrina), in varie Leguminose.

(23)

CROMOPLASTI

Sono plastidi colorati per la presenza di

abbondanti pigmenti chiamati

CAROTENOIDI o XANTOFILLE che conferiscono loro i colori giallo, arancione e rosso. Non sono fotosintetici.

Nei cromoplasti è presente un sistema esteso di membrane, non ci sono grana ed i pigmenti possono essere associati alle membrane o essere nello stroma sotto forma di cristalli, corpi filamentosi o goccioline.

Sono presenti in fiori, frutti in maturazione (pomodori, peperoni), foglie senescenti e radici.

SEGREGAZIONE DI METABOLITI

La foto riprodotta mostra una cellula di epidermide di peperone rosso ingrandita 400 volte. I numerosi corpi di colore rosso aranciato sono appunto i cromoplasti.

(24)

SITI DI ACCUMULO DEI METABOLITI

SECONDARI

(25)

• Apparentemente simili alle normali epidermidi riversano all’esterno

sostanze, in genere oli essenziali  petali dei fiori  funzione di

richiamo per gli insetti impollinatori

Epidermidi ghiandolari indifferenziate

Convallaria majalis

(26)

Sono presenti in molte piante e sono diversi per forma, struttura e funzioni Si originano per estroflessione delle cellule epidermiche (tessuto tegumentale):

PELI O TRICOMI del tessuto tegumentale

Parte epigea

Tricomi non ghiandolari

Tricomi ghiandolari

cellule morte a maturità

Funzione di rivestimento e protezione da agenti:

Abiotici disidratazione, eccessiva illuminazione), biotici (insetti, fitofagi, funghi patogeni), Protezione e dispersione dei semi, Significato tassonomico

peli ghiandolari, uni- o pluricellulari, nei quali tutte o alcune cellule secernono uno o più metaboliti secondari. Questi peli sono costituiti da cellule vive

(27)

Tricomi ghiandolari (cellule vive) Funzione di difesa (peli urticanti) Funzione nella riproduzione (nettari)

Funzione di escrezione (ghiandole saline delle alofite) Funzione nella nutrizione (ghiandole digestive)

Funzione di adesione (ghiandole adesive)

(28)

Le sostanze elaborate vengono riversate

all'esterno della cellula terminale del

pelo, tra la parete cellulare e la cuticola

che la riveste. Essendo la cuticola molto

fragile, al minimo tocco si rompe facendo

uscire la sostanza prodotta dal pelo

ghiandolare.

Tricomi ghiandolari esterni

camera sottocuticolare di un pelo capitato di geraneo

(29)

Il secreto di queste cellule si accumula tra la parete esterna della cellula e la cuticola, formando, una bolla (Lavanda, Timo, Menta).

(30)

Origanum vulgare L.

Thymus vulgare L.

Secernono oli essenziali che emanano profumi balsamici a cui è dovuto

l'odore caratteristico della macchia mediterranea

nelle piante aromatiche

Melissa officinalis L. Salvia officinalis L.

(31)

Il

prodotto

principale

della

secrezione della Cannabis sativa

(Cannabaceae)

è

il

tetraidrocannabinolo (THC)

(32)

Peli urticanti di Urtica dioica (Dicotiledoni)

Questi peli sono costituiti da una cellula ghiandolare (che secerne un liquido irritante) rigonfia alla base, e notevolmente assottigliata all'apice. Le pareti nella porzione apicale sono silicizzate, mentre per il resto sono calcificate. La parte basale della cellula ghiandolare è rivestita e sorretta da un basamento formato da cellule parenchimatiche ed epidermiche.

(33)

Squama ghiandolare di luppolo: a in via di sviluppo; b matura, con la cuticola sollevata dall’accumulo di secreto

Humulus lupulus- Cannabaceae

pianta coltivata per la produzione di birra

Squame

ghiandolari

:

hanno

un

peduncolo corto unicellulare e una

testa con numero variabile di cellule,

con o senza camera sottocuticolare

(34)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Si dividono in:

1. A cellule isolate o gruppi di cellule

2. Tasche e canali secretori

3. Canali laticiferi

I prodotti secreti permangono all’interno della cellula, localizzate nei vacuoli che possono essere piccoli e numerosi o pochi e grossi

(35)

la formazione dell’olio avviene a livello dei

tilacoidi, poi si accumula nel vacuolo che si

gonfia fino ad occupare tutto il volume della

cellula  morte della cellula  pareti

suberificate

Cellule a oli

TESSUTI SECRETORI INTERNI

a cellule isolate o a gruppi

Cinnamomum camphora

Laurus nobilis

(36)

Le tasche ed i canali sono

spazi intercellulari

in cui si riversano e si

accumulano i secreti delle cellule circostanti (epitelio ghiandolare)

Gli escreti sono terpeni volatili, balsami, gommoresine, lattici, gomme o

mucillagini

Le tasche sono cavità sprovviste di una parete propria e in funzione

della natura del secreto si dividono in:

a)

Tasche lisigene

b)

Tasche schizogene

c)

Tasche schizolisigene

d)

Canali resiniferi

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Tasche e canali secretori

(37)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Tasche e canali secretori

Tasche lisigene

: derivano da gruppi di cellule secretrici che per lisi

originano una cavità ripiena dei prodotti della loro attività

pericarpo degli agrumi Tasca

(38)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Tasche e canali secretori

Tasche

schizogene

:

derivano

da

successive divisioni di una cellula madre

e reciproco, mutuo allontanamento

delle cellule figlie che riversano nella

cavità da esse delimitate il secreto

citoplasmatico (es. foglie di eucalipto,

chiodi di garofano).

(39)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Tasche e canali secretori

Tasche schizolisigene

: hanno origine

mista. All’inizio si formano come quelle

schizogene ma lo sviluppo è dovuto a

graduale lisi delle cellule secretrici

(Ruta graveolens)

(40)

Canali

resiniferi

:

tipici

delle

Gimnosperme. Lunghi tubi circondati

da cellule ghiandolari, che producono

resina che gettano nel canale (canale

schizogeno).

Si trovano in tutta la pianta, disposti

verticalmente e radialmente. Alcune

piante (es. Astragalus gummifer)

hanno la capacità di formare gomma

(polimero isoprenico)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Tasche e canali secretori

(41)

Sono costituiti da cellule isolate ed allungate, oppure serie di cellule allungate e fuse assieme in tessuti più complessi con parete cellulosica, poco citoplasma, molti nuclei. Contengono un liquido acquoso chiamato latice (dal latino, latex = succo) che può variare in composizione

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Canali laticiferi

Il latice è un liquido acquoso nel quale, disciolte, emulsionate, in sospensione colloidale o anche allo stato solido, sono contenute numerosissime sostanze: zuccheri, acidi organici e inorganici, grassi, mucillagini, tannini, proteine, cere, resine, gommo-resine, glucosidi, oli essenziali, steroli, balsami, carotenoidi, alcaloidi

Di solito il latice è bianchissimo, solo in qualche caso è colorato

Per il forte stato di turgore dei laticiferi, il latice esce abbondantemente quando la pianta subisce una lesione e, all’aria, esso tende ad imbrunire ed a rapprendersi più o meno rapidamente a seconda della sua ricchezza in enzimi ossidanti e in sostanze idrofobe, che si separano, sotto forma di coagulo, lasciando un siero acquoso (facile estrazione)

(42)

TESSUTI SECRETORI INTERNI

Canali laticiferi

I laticiferi apociziali o non articolati si formano per divisione ripetuta del nucleo non seguita dalla formazione di pareti di separazione sono costituiti da cellule singole, molto allungate e conformate a tubo lunghi anche parecchi metri

Tessuto laticifero apociziale di Euphorbia sp. (Dicotiledoni)

I Laticiferi sinciziali o articolati

derivano da file longitudinali di cellule sovrapposte le cui pareti trasversali di separazione vengono eliminate, mentre altre vengono perforate o anche rimangono intatte fusione di singole cellule prima separate

Tessuto laticifero sinciziale reticolato (Papaver somniferum)

(43)

Il latice secco di

Euphorbia

resinifera

costituisce l’euforbio,

una droga usata in medicina

veterinaria

come

revulsivo,

starnutatorio (contiene acido

euforbico e resine)

(44)

Il papavero da oppio (

Papaver somniferum

) contiene un latice che sgorga

in forte quantità dalle incisioni opportunamente fatte sui suoi frutti

immaturi. Contiene circa una trentina di diversi alcaloidi: morfina,

codeina, narcotina, laudanina, papaverina

Esso viene raccolto rappreso sulle pareti stesse dei frutti sotto forma di

un materiale bruno di consistenza cerosa 

pani di oppio

(45)

SITI DI ACCUMULO DEI

METABOLITI SECONDARI

(46)

Da

FARMACOPEA UFFICIALE

(47)

La droga contiene una sostanza chimica chiamata “principio attivo” (o

meglio un fitocomplesso), il quale è in grado di sviluppare un’attività

biologica ad azione farmacologica a fini terapeutici (farmaci), benèfici

(probiotici, vitamine,) o tossici (veleni).

DROGA

VEGETALE

(48)

SOSTANZA ATTIVA PRINCIPALE

SOSTANZE ATTIVE COMPLEMENTARI

SOSTANZE NON ATTIVE COMPLEMENTARI: i tannini ad esempio ritardano l’assorbimento del p.a.

SOSTANZE NON ATTIVE INDIFFERENTI: sostanze inerti quali i normali costituenti delle droghe vegetali: zuccheri, proteine, sali, etc

SOSTANZE NON ATTIVE INDESIDERATE: sostanze che possono alterare il principio attivo (enzimi), o che possono ostacolare l’estrazione del principio attivo (cere o grassi), o che conferiscono proprietà indesiderate al preparato estrattivo (resine, clorofilla)

SOSTANZE DISOSTEGNO DEI VEGETALI: per esempio cellulosa e lignina che però non sono solubili nei comuni solventi di estrazione E’ l’insieme di tutte le sostanze contenute nella droga

(49)

DROGA

VEGETALE

(50)

le droghe organizzate sono quelle che presentano una struttura cellulare (radici,

fusti, fiori, foglie, frutti e semi). Conoscendo le loro proprietà e magari

essicandole, si può procedere a varie preparazioni di “somministrazione” della

droghe, come ad esempio infusi, tisane, decotti, impacchi, ecc.

Le droghe non organizzate invece sono elaborati vegetali, fisiologici o patologici

(liquidi, molli o solidi) che non hanno prevalente struttura cellulare (gemme,

succhi, latice)

DROGA

VEGETALE

(51)

VALERIANA (VALERIANA OFFICINALIS)

PARTE USATA : radici

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e

titolato in acidi sesquiterpenici totali calcolati come acido valerenico min

0,42%(Farmacopea Italiana)

PROPRIETA' TERAPEUTICHE: azione sedativa e ipnoinducente (SNC) e azione

spasmolitica a livello intestinale.

(52)

GINSENG (PARAX GINSENG )

PARTE USATA:radice

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA:estratto secco nebulizzato

e titolato in ginsenosidi totali calcolati come ginsenoside Rg1 min 1,5% (schede ESCOP , OMS),

PROPRIETA' TERAPEUTICA: azione sul SNC miglioramento della memoria,

dell'attenzione , del tono, dell'umore, azione adattogena ai fattori stressogeni esterni. Immunostimolante, ipoglicemizzante, antiossidante.

(53)

PASSIFLORA

(PASSIFLORA INCARNATA)

PARTE USATA: parti aeree

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco nebulizzato e

titolato in flavonoidi calcolati come iperoside min 0,3%

PROPRIETA' TERAPEUTICHE: azione sedativa sul SNC, soprattutto a livello dei

centri del sonno e della zona motoria del midollo spinale. Perciò azione sedativa ed ansiolitica, spasmolitica a livello gastroenterico.

(54)

CAMOMILLA (

CHAMOMILLA RECUTITA)

PARTE USATA: capolini

PREPARAZIONE FARMACEUTICA CONSIGLIATA: estratto secco idroalcolico

ad alto titolo ottenuto per estrazione dei capolini con alcool al 70% con un titolo in apigenina non inferiore all'1,2% .

PROPRIETA' TERAPEUTICA: antinfiammatoria, spasmolitica, sedativa,

cicatrizzante, antibatterica, gastroprotettiva.

(55)

DROGA VEGETALE non organizzata: SUCCO

Dall’incisione di una foglia di aloe, si

ottiene una sostanza gelatinosa e

trasparente

(conservata

nei

parenchimi acquiferi) dalle molteplici

proprietà terapeutiche (lassativo)

(56)

(Principio attivo) Metabolita secondario

Droga

(57)

Droga foglie e sommità fiorite Campo d'impiego Medicinale, fitocosmesi, gastronomia Principi attivi Olio essenziale tannini

(58)

Agrumi

:

esperidio

epicarpo con tasche Schizolisegene (ghiandole Oleifere)

mesocarpo bianco e spugnoso, endocarpo tappezzato di peli a maturita' carnosi.

Oli essenziali: derivati terpenici

(limonene) aromatizzante, antisettico; Flavonoidi (esperidina, apigenina,

Cianidina) responsabili del sapore degli agrumi.

(59)

l termine officinale è un termine esclusivamente procedurale e indica quelle

piante inserite all'interno di elenchi ufficiali come utilizzabili dalle

officine

farmaceutiche

, a prescindere dal fatto che queste piante abbiano o meno

proprietà di tipo medicinale.

PIANTE OFFICINALI

Il termine pianta medicinale indica invece quelle piante che contengono sostanze utilizzabili direttamente a scopo terapeutico o come precursori in emisintesi che portino a sostanze attive.

(60)

Sono considerate piante officinali piante

medicinali, aromatiche e da profumo

inserite negli elenchi specifici e nelle

farmacopee dei singoli paesi.

Le piante officinali, ad esempio, sono

quelle usate per conferire a sciroppi o a

caramelle il gusto di fragola, arancia,

limone, ecc.; aromatizzanti alimentari

Scorze di agrumi

Frutti essiccati

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