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volume 20, numero 3, 2005 RELAZIONI

Microbiologia Medica 126

S9.4

LE DETERMINAZIONI QUANTITATIVE NELLA DIAGNOSI E NELLA PROGNOSI DELLE INFEZIONI DA Papillomavirus Cattani P.

Istituto di Microbiologia,

Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma

I Papillomavirus (HPV) sono al centro di un costante interesse per l’elevata prevalenza delle infezioni geni-tali e per la loro stretta associazione con il carcinoma della cervice.

Il ruolo oncogeno svolto dai Papillomavirus dipende essenzialmente dall’aumentata espressione dei due oncogeni virali E6/E7 i cui prodotti, interferendo con i meccanismi di controllo del ciclo cellulare, partecipa-no in maniera determinante al processo di trasforma-zione ed immortalizzatrasforma-zione.

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volume 20, numero 3, 2005 RELAZIONI

Microbiologia Medica 127

genotipi “ad alto e basso rischio” di evoluzione della lesione associata.

Da un punto di vista diagnostico, gli obiettivi principa-li sono, dunque, quelprincipa-li di identificare le infezioni per-sistenti da genotipi “ad alto rischio”, valutare la carica virale e l’espressione genica virale, allo scopo di indi-viduare lesioni a rischio di evoluzione maligna. Nonostante il tipo di campione clinico utilizzato per la ricerca dei Papillomavirus presenti una serie di proble-matiche, le piu’ recenti metodiche di amplificazione genica, come la Real-time PCR ed RT-PCR, permetto-no un approccio quantitativo ed inpermetto-novativo nella dia-gnosi di laboratorio delle infezioni da HPV.

Per valutare questo aspetto è stato condotto uno studio che associa alla determinazione quantitativa del DNA virale quella dell’RNA, in particolare dei trascritti E6 ed E7 dei quattro principali HPV oncogenici (HPV 16, 18, 31, 33). Sono state selezionate 300 pazienti con sospetta o documentata infezione da HPV ed i risultati ottenuti dalle diverse determinazioni sono stati correla-ti con il quadro citologico.

Dai dati ottenuti risulta che la determinazione di tra-scritti virali in pazienti nelle quali non sono ancora evi-denziabili alterazioni citologiche potrebbe rappresen-tare un nuovo e precoce marcatore dell’attività del virus e del suo potenziale oncogeno. Al contrario, l’as-senza di mRNA di E6/E7 in pazienti con persistente presenza di DNA virale suggerisce una controllata espressione genica virale e quindi una probabile natu-rale risoluzione dell’infezione.

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