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L'incendio e le procedure di esodo

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Academic year: 2021

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(1)

Corso di formazione in materia di salute e sicurezza dei Lavoratori

ai sensi dell'art. 37 c. 2 del decreto legislativo 9 aprile 2008 e s.m.i

Formazione Specifica

conforme ai contenuti dell'accordo Stato-Regioni Rep. Atti n. 221/CSR del 21/12/2011

L'incendio

e le procedure di esodo

“Francesco Alberghetti”

PROFESSIONALE PER L’INDUSTRIA E L’ARTIGIANATO – TECNICO INDUSTRIALE LICEO SCIENTIFICO

Via San Benedetto, 10 - tel. 0542 691711 - fax 44296 - 40026 - Imola BO - Codice fiscale 02103431207

(2)
(3)

L’incendio è un fuoco di cui si è perso il controllo

L’incendio è un tipico esempio di rischio

trasversale:

in qualunque ambiente di lavoro esiste la

probabilità che si creino le condizioni favorevoli all’innesco di una fiamma

L’incendio è caratterizzato da tempi di sviluppo rapidi, che richiedono interventi e

azioni veloci: bisogna essere preparati ad affrontare

l’emergenza per non mettere a repentaglio la propria e

l’altrui incolumità

Importanza della FORMAZIONE Importanza della

PREVENZIONE

(4)

Il pericolo: è una fonte di possibile danno fisico alle persone

Il rischio: è la probabilità che si verifichino eventi che producono danni fisici alle persone.

La sicurezza: è l’attività finalizzata a minimizzare i rischi.

La combustione: è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con l’ossigeno, accompagnata da sviluppo di calore, fiamma, di gas, fumo e luce.

L’incendio: combustione sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppa senza limitazioni nello spazio e nel tempo.

La fiamma: combustione di gas con emissione di luce

Il combustibile: sostanza solida, liquida o gassosa nella cui composizione molecolare sono presenti elementi quali il carbonio, l’idrogeno, lo zolfo, ecc.

Alcune definizioni...

(5)

Alcune definizioni...

Attenzione! Non confondere lo scoppio con l’esplosione!

SCOPPIO: rottura di un contenitore o costruzione risultante da uno aumento di pressione interna, prodotto da un fenomeno fisico (espansione per effetto termico, compressione di fluido, ...), oltre i loro

ESPLOSIONE: combustione (reazione chimica) molto rapida con elevata velocità del fronte di fiamma, che avviene con produzione di calore, luce, ed un forte aumento di pressione.

(6)

C

x

+ O

2

 CO + CO

2

+ sottoprodotti e fumo

La combustione è una rapida reazione chimica di ossidazione ad andamento esotermico e con la caratteristica presenza della fiamma, con emissione cioè di radiazioni termiche visibili ed invisibili.

calore

(7)

SOLIDI: carta, legno, tessuti, paglia, gomma, plastica, ecc.

LIQUIDI: alcool, benzine, oli, vernici, resine, ecc.

GASSOSI: metano, GPL, idrogeno, acetilene, butano, ecc.

COMBUSTIBILI

(8)

COMBURENTE

• Il comburente è la sostanza che permette al combustibile di bruciare; si tratta generalmente dell’ossigeno contenuto nell’aria allo stato di gas.

O

2

Molecola di ossigeno

• L’ossigeno è presente nell’aria nella percentuale

del 21% circa.

(9)

CALORE O SORGENTE D'INNESCO

Le fonti di innesco possono essere suddivise in quattro categorie:

accensione diretta: quando una fiamma, una scintilla o altro materiale

incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno (es. operazioni di taglio e saldatura, mozziconi di sigaretta, resistenze elettriche, cariche statiche, ecc.);

accensione indiretta: quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico (es. correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala, propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici, ecc.);

attrito: quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali;

autocombustione o riscaldamento spontaneo: quando il calore viene

prodotto dallo stesso combustibile come lenti processi di ossidazione, reazioni chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza di aria, azione biologica.

(10)

PARAMETRI DELLA COMBUSTIONE

T di accensione T di accensione

T teorica di combustione

T teorica di combustione

Aria teorica di combustione Aria teorica di

combustione

Potere calorifico Potere calorifico T di infiammabilità

T di infiammabilità Limite di infiammabilità

e di esplosività Limite di infiammabilità

e di esplosività

La combustione è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali dei quali sono i seguenti:

(11)

TEMPERATURA E LIMITI DI INFIAMMABILILITA'

• E’ la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili

emettono vapori infiammabili che possono incendiarsi in caso di innesco.

• Tali limiti individuano il campo di infiammabilità all’interno del

quale si ha, in caso di innesco, l’accensione e la propagazione della fiamma nella miscela.

Categoria A: liquidi molto infiammabili (temperatura di infiammabilità < 21°C) Categoria B: liquidi infiammabili (temperatura di infiammabilità > 21°C e < 65°C)

Categoria C: liquidi combustibili, divisi in olii combustibili (65°C < Temp. lnf. < 125°C) ed olii lubrificanti (Temp. Inf. > 125°C)

Categoria A: liquidi molto infiammabili (temperatura di infiammabilità < 21°C) Categoria B: liquidi infiammabili (temperatura di infiammabilità > 21°C e < 65°C)

Categoria C: liquidi combustibili, divisi in olii combustibili (65°C < Temp. lnf. < 125°C) ed olii lubrificanti (Temp. Inf. > 125°C)

SOSTANZE TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA’ (°C)

GASOLIO 65

ACETONE -18

BENZINA -20

ALCOOL ETILICO 13

TOLUOLO 4

OLIO LUBRIFICANTE 149

SOSTANZ E

Campo di infiammabilità (% in volume)

limite inferiore limite superiore

ACETONE 2,5 13

AMMONIAC A

15 18

BENZINA 1 6,5

GASOLIO 0,6 6,5

IDROGENO 4 75,6

(12)

LIMITI DI INFIAMMABILITA’/ESPLODIBILITA’

(% IN VOLUME)

Sono la più bassa e la più alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto o al di sopra della quale non si ha accensione/esplosione in presenza di innesco.

ARIA PURA 100%

% L.I.I.(E).

% L.S.E. LIMITE SUPERIORE DI INFIAMMABILITA’

(ESPLOSIVITA’) LIMITE INFERIORE DI INFIAMMABILITA’

(ESPLOSIVITA’)

COMBUSTIBILE LIQUIDO O SOLIDO 100%

(13)

T ACCENSIONE

E’ la minima temperatura alla quale la miscela combustibile-comburente

inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza apporto di

calore o di energia dall’esterno.

T COMBUSTIONE

E’ il più elevato valore di temperatura che è possibile raggiungere nei

prodotti di combustione di una

TEMPERATURA DI ACCENSIONE E TEMPERATURA DI COMBUSTIONE

SOSTANZE TEMPERATURA DI ACCENSIONE (°C)

valori indicativi

ACETONE 540

BENZINA 250

GASOLIO 220

IDROGENO 560

ALCOOL METILICO

455

CARTA 230

LEGNO 220-250

GOMMA SINTETICA

300

METANO 573

SOSTANZE TEMPERATURA DI COMBUSTIONE (°C teorici)

IDROGENO 2205

METANO 2050

PETROLIO 1800

PROPANO 2230

(14)

IL PROCESSO DI COMBUSTIONE

(15)

E’ il potenziale termico della totalità dei materiali contenuti in uno spazio compresi i rivestimenti dei muri, dei pavimenti e dei soffitti pannellati.

Il carico d’incendio si esprime(va) convenzionalmente in Kg di legno equivalente (potere calorifico del legno 4.400 Kcal/Kg = 18.48 MJ/Kg).

NUOVA DEFINIZIONE SECONDO D.M. 9/3/2007

1.3. Carico d'incendio. Potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Il carico di incendio è espresso in MJ; convenzionalmente 1 MJ è assunto pari a 0,054 chilogrammi di legna equivalente.

IL CARICO D'INCENDIO

(16)

LO STATO DI AGGREGAZIONE

Lo stato di aggregazione della materia è importante ai fini della combustione di un materiale perché:

» un solido o un liquido non brucia mai!

» un vapore o un gas brucia rapidamente.

SOLIDI E LIQUIDI SOLIDI E LIQUIDI

VAPORI E GAS VAPORI E GAS

UN SOLIDO O UN LIQUIDO PER BRUCIARE DEVE ESSERE PRIMA VAPORIZZATO DAL CALORE

UN SOLIDO O UN LIQUIDO PER BRUCIARE DEVE ESSERE PRIMA VAPORIZZATO DAL CALORE

(17)

PRINCIPALI CAUSE D’INCENDIO

(Statistiche per danni > 50.000 €)

• Guasti elettrici (38%)

• Incendi dolosi (27%)

• Eventi esterni (7%)

• Autocombustione (4%)

• Guasti meccanici (4%)

• Lavori a caldo (3%)

• Sigarette (3%)

• Impianti di riscaldamento (3%)

• Impianti di aspirazione (2%)

• Errori operativi (2%)

(18)

Dalla combustione si liberano generalmente i seguenti prodotti:

gas di combustione (ossido di carbonio, anidride carbonica, acido cianidrico, fosgene, idrogeno solforato, anidride solforosa, ecc.);

fiamma;

calore;

fumo.

PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE (dannosi per l'uomo)

Nota.

Fra i prodotti della combustione, degno di nota è il FOSGENE.

Il fosgene è un gas altamente tossico, è presente in tutti gli incendi dove vi sono materiali che contengono cloro. La presenza di tale gas è da temere particolarmente,

Si consiglia l’uso di autoprotettori negli incendi in luoghi chiusi.

(19)

PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE (dannosi per l'uomo)

• Tra i prodotti della combustione il fumo è sicuramente il più pericoloso.

• Il fumo si produce essenzialmente perché la combustione avviene in carenza di ossigeno o perché sono presenti forti quantità di umidità nel combustibile che brucia.

• Il fumo è la causa principale dello scadimento della visibilità, dell’insorgere del panico e dello stato

confusionale nelle persone coinvolte nell’incendio.

• Il fumo occulta la segnaletica e ritarda l’uscita del personale aumentando così il rischio di asfissia.

• Il fumo ostacola le operazioni di salvataggio delle persone, la localizzazione dei focolai, impedendo di fatto l’estinzione dell’incendio.

• Il fumo è costituito in ogni caso da gas asfissianti e tossici.

(20)

I principali effetti dell’incendio sull’uomo sono:

anossia (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell’aria);

azione tossica dei fumi;

riduzione della visibilità;

azione termica.

EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO

(21)

PREVENZIONE

Insieme delle misure atte a ridurre la probabilità che un incendio si verifichi.

PROTEZIONE ATTIVA

Insieme dei sistemi atti ad intervenire tempestivamente ed attivamente

sull’incendio, estinguendolo o impedendo che assuma dimensioni fortemente distruttive (richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto).

PROTEZIONE PASSIVA

Insieme delle caratteristiche costruttive degli edifici, capaci di consentire una riduzione intrinseca delle conseguenze dell’incendio(non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto).

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

(22)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

MISURE PREVENTIVE

MISURE PREVENTIVE

PREVENZIONE INCENDI

MISURE PROTETTIVE

MISURE PROTETTIVE

GESTIONE SICUREZZA (norme esercizio, registro controlli)

GESTIONE SICUREZZA (norme esercizio, registro controlli)

IMPIANTI A REGOLA D’ARTE (elettrici, termici, tecnologici) IMPIANTI A REGOLA D’ARTE

(elettrici, termici, tecnologici)

PROTEZIONE PASSIVA (caratteristiche costruttive) PROTEZIONE PASSIVA

(caratteristiche costruttive)

PROTEZIONE ATTIVA (sistemi antincendio) PROTEZIONE ATTIVA

(sistemi antincendio)

(23)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO - PREVENZIONE -

COSA NON FARE:

deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o facilmente combustibili;

accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente);

negligenza nell’uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;

inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature;

impianti elettrici sovraccaricati e non periodicamente controllati;

riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate;

apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate;

utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili;

ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche varie;

fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere;

negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione;

ecc.

(24)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO - PREVENZIONE -

L'accumulo di scarti di lavorazione deve essere evitato ed ogni scarto o rifiuto deve essere rimosso

(25)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO - PROTEZIONE PASSIVA -

Insieme delle misure di protezione che non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto.

Obiettivo: limitare gli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo (garantire l’incolumità dei lavoratori, limitare gli effetti nocivi di prodotti della combustione, contenere i danni a strutture, macchinari, beni).

Esempi:

- distanze di sicurezza;

- muri tagliafuoco, schermi, etc.;

- strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio;

- materiali classificati per la reazione al fuoco;

- sistemi di ventilazione;

- sistema di vie d’uscita commisurato al massimo affollamento ipotizzabile dell’ambiente di lavoro e alla pericolosità delle lavorazioni;

- ...

(26)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO - PROTEZIONE ATTIVA -

Insieme delle misure di protezione che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto.

Obiettivo: la precoce rilevazione dell’incendio, la segnalazione e l’azione di spegnimento dello stesso.

Esempi:

- Estintori;

- Rete idrica antincendi;

- Impianti di rivelazione automatica d’incendio;

- Impianti di spegnimento automatici;

- Dispositivi di segnalazione e d’allarme;

- Evacuatori di fumo e calore;

- ...

(27)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

Quando l’incendio è scoppiato è possibile, almeno nei primi minuti, intervenire con mezzi estinguenti adeguati (difesa attiva).

In un tipico ambiente di lavoro, gli strumenti a disposizione dell’intervento contro i focolai di incendio sono gli estintori portatili.

Gli estintori portatili sono mezzi estinguenti di limitato peso (< 20 kg) e ingombro e quindi ridotto potere estinguente.

Vanno usati soltanto su principi di incendio localizzati e comunque se si è ricevuta

adeguata istruzione.

(28)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

Come funzionano gli estintori?

Un incendio può svilupparsi se sono presenti contemporaneamente:

- Combustibile - Comburente - Temperatura

l’azione dell’estintore è diretta ad eliminare una di queste tre componenti

L’estintore, a seconda del tipo di estinguente può agire per - Separazione/esaurimento combustibile

- Soffocamento

- Raffreddamento

- Inibizione chimica

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

Separazione (esaurimento del combustibile):

allontanamento o separazione della sostanza combustibile dal focolaio d’incendio

Soffocamento:

separazione del comburente dal combustibile o riduzione della

concentrazione di comburente in aria Raffreddamento:

sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a quella necessaria al mantenimento della combustione

(30)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

Gli incendi vengono distinti in quattro classi principali, secondo lo stato fisico dei materiali combustibili, con una ulteriore categoria che tiene conto delle particolari caratteristiche degli incendi di natura elettrica.

CLASSE DI

FUOCO DESCRIZIONE AGENTI ESTINGUENTI

A fuochi secchi di sostanze solide (carta, legno, tessuti, gomma, plastica, ecc.)

polvere, schiuma, (anidride carbonica effetto scarso)

B fuochi di liquidi infiammabili (benzina, solventi, ecc.) o di solidi liquefabili

polvere, schiuma, anidride carbonica, halon ecologica

C fuochi coinvolgenti gas infiammabili (metano, GPL, acetilene, idrogeno, ecc.)

polvere, (schiuma effetto scarso), anidride carbonica, halon ecologica

D fuochi coinvolgenti materiali e sostanze

piroforiche (sodio, potassio, magnesio, ecc.) polveri speciali

(31)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

Le originarie 4 classi sono diventate 5 con l'aggiornamento della norma UNI EN 3- 7:2008 e UNI EN 2:2005 che ha introdotto la classe F.

Classe F Fuochi che interessano mezzi di cottura (oli e grassi vegetali o animali) in

apparecchi di cottura.

La norma UNI EN 2:2005 definisce le classi di fuoco, suddividendo in 5 classi i diversi tipi di fuoco, in relazione al tipo di combustibile, non definisce una classe particolare per i fuochi in presenza di un rischio dovuto all'elettricità.

Pertanto la norma non comprende i fuochi di "Impianti ed attrezzature elettriche sotto tensione" (vecchia classe E) in quanto, gli incendi di impianti ed attrezzature elettriche sono riconducibili alle classi A o B.

Gli estinguenti specifici per questi incendi sono costituiti da polveri dielettriche, CO2, i sostituti degli halon, mentre non devono essere usati acqua e schiuma!

(32)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

(34)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

CONTRASSEGNO DISTINTIVO (ETICHETTA) DI UN ESTINTORE A POLVERE

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

(37)

MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

MODALITÀ D’USO DEGLI ESTINTORI

N.B. Come si evince

dall’immagine, con la mano sinistra l’operatore afferra la leva fissa posta sotto la leva di intercettazione, con la destra estrae la

spina di sicurezza.

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

MODALITÀ D’USO DEGLI ESTINTORI

Come è stato accennato in precedenza, l’estintore portatile è un mezzo per l’estinzione del principio d’incendio. In genere l’incendio ha uno sviluppo alquanto repentino soprattutto in determinate condizioni: tipo di combustibile, presenza di

correnti d’aria favorevoli, geometria del locale ecc., in questa prima fase l’azione di un estintore portatile ben utilizzato può

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTTILI

MODALITÀ D’USODEGLI ESTINTORI

PROCEDURA DI ESTINZIONE CON ESTINTORE A CO2

Foto 1

L’operatore impugna l’estintore e si prepara all’attacco del fuoco.

Foto 2

Si dirige sul fuoco sopravento, come si evince dalla direzione delle

fiamme ed aziona l’estintore.

Foto 3

Sparge in modo circolare il gas sul focolare eliminando la possibilità per il combustibile di ossigenarsi, quindi ottiene l’estinzione.

ATTENZIONE! La CO2 FUORIESCE A – 72 °C!

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI PORTATILI

MODALITÀ D’USODEGLI ESTINTORI

PROCEDURA DI ESTINZIONE CON ESTINTORE A POLVERE

Foto 1

L’operatore è pronto per attaccare il fuoco con un estintore a polvere.

Foto 2

Inizia l’erogazione dell’estinguente posizionandosi sopravento.

Foto 3

Si dirige sul fuoco spargendo la polvere alla base delle fiamme a ventaglio, al fine di coprire l’intera superficie interessata.

La polvere esplica la propria azione estinguente per inibizione chimica, soffocamento e raffreddamento

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: GLI ESTINTORI CARRELLATI

Durate di funzionamento da 20 fino a 100 s!

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: ESTINZIONE CON ACQUA

L’acqua si distingue fra gli estinguenti per l’ampio campo di applicazione e per le sue qualità fisiche a contatto con il fuoco.

Ogni Kg di acqua versata nell’incendio sottrae

teoricamente 2.67 MJ (640 KCal) di energia termica per poterlo vaporizzare.

ll volume in vapore di un Kg di acqua è pari a 1600 litri circa.

IL BAGNAMENTO DI UNA SUPERFICIE INTERESSATA DAL FUOCO LA MANTIENE ALLA TEMPERATURA

MASSIMA DI EVAPORAZIONE DELL’ACQUA cioè 100 gradi Centigradi.

IL BAGNAMENTO DI UNA SUPERFICIE INTERESSATA DAL FUOCO LA MANTIENE ALLA TEMPERATURA

MASSIMA DI EVAPORAZIONE DELL’ACQUA cioè 100 gradi Centigradi.

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: ESTINZIONE CON ACQUA

Azione estinguente:

Raffreddamento: azione principale svolta soprattutto su incendi di materiali solidi, superfici e strutture.

Soffocamento: azione svolta grazie all’enorme volume di vapore generato.

Miscelazione: nei combustibili miscibili in acqua si raggiungono concentrazioni tali da renderli inoffensivi (alcool 7/1 v/v, acetone 30/1 v/v).

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: ESTINZIONE CON ACQUA

CONTROINDICAZIONI ALL'USO DELL'ACQUA PER SPEGNERE INCENDI:

Negli impianti elettrici in tensione (elettrocuzione).

Sui metalli e sostanze chimiche che idrolizzano (esplosioni).

Tutti i liquidi infiammabili.

CONTROINDICAZIONI ALL'USO DELL'ACQUA PER SPEGNERE INCENDI:

Negli impianti elettrici in tensione (elettrocuzione).

Sui metalli e sostanze chimiche che idrolizzano (esplosioni).

Tutti i liquidi infiammabili.

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

PROTEZIONE ATTIVA: riassunto mezzi estinguenti

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MISURE DI SICUREZZA ANTINCENDIO

ATTENZIONE ALL'UTILIZZO

DEI MEZZI DI SPEGNIMENTO SULL'UOMO!

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

CHE COS’È L’EMERGENZA

• Si può definire emergenza tutto ciò che appare come condizione insolita e pericolosa che può presentarsi in modi e tempi non completamente prevedibili.

• Si può perciò dire che l’emergenza:

– è un fenomeno non interamente codificabile;

– può evolvere con rischi a persone o cose;

– richiede un intervento immediato.

(49)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

POSSIBILI CASI IN CUI SI VERIFICA L’EMERGENZA NEI LUOGHI DI LAVORO

L’emergenza può verificarsi in seguito ad accadimenti causati da attività interna all’ambiente di lavoro, per esempio:

incendi di varia origine e natura;

esplosioni conseguenti a gas, vapori infiammabili od altri materiali;

infortuni (asfissia, traumi meccanici, elettrocuzione, ustioni, avvelenamento, ecc.);

rilasci di componenti o prodotti tossici o radioattivi;

malfunzionamenti tecnici di impianti generali (acqua, gas, energia elettrica, ecc.).

O causati da eventi esterni, come ad esempio:

terremoti, crolli, frane, smottamenti, …

condizioni metrologiche estreme: tromba d’aria, neve, allagamenti, alluvioni, … inquinamenti ambientali, …

coinvolgimento in incidenti aerei, ferroviari, …

altre catastrofi naturali o provocate: allentati, sommosse, minaccia armata, …

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

Considerati i lunghi tempi di attesa degli interventi esterni, l’evoluzione positiva dell’emergenza dipenderà in gran parte dal corretto e tempestivo intervento dell’organizzazione locale (interna od eventualmente in consorzio con altre aziende limitrofe).

Venire a conoscenza dell’evento (in maniera dettagliata ed in tempi rapidi).

Conoscere i pericoli ed i rischi tipici dei possibili eventi e le modalità di approccio all’intervento.

Saper decidere se attivare subito il sistema di evacuazione e salvataggio delle persone presenti.

– Attivare le modalità operative di intervento (interne e/o esterne) secondo modelli predefiniti.

(51)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

Gli obiettivi del piano di emergenza aziendale possono così essere definiti:

• salvataggio e protezione delle persone (salvataggio, pronto soccorso, evacuazione, ...);

• contenimento e rapido controllo dell’incidente;

• minimizzazione dei danni ai beni e all’ambiente;

• bonifica dell’ambiente.

(52)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

Gli addetti alla lotta antincendio devono:

• recarsi sul luogo dell’incendio;

• spegnere prontamente l’incendio o ridurne gli effetti;

• mettersi a disposizione del coordinatore dell’emergenza;

• mettersi a disposizione dei soccorritori esterni per eventuale

collaborazione.

(53)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

L’addetto alla chiamata dei soccorsi esterni deve:

attendere istruzioni precise dal coordinatore per l’eventuale

intervento del Vigili del Fuoco ai quali dovrà comunicare i seguenti dati:

– nome dell’azienda, indirizzo e numero di telefono;

– nome proprio e qualifica;

– natura dell’incendio (tipo di materiale che brucia);

– gravità dell’incendio (piccolo - medio - grave);

– presenza anche dubbia di persone in pericolo;

– eventuale percorso da seguire per raggiungere agevolmente l’azienda.

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

L’allertamento e l’intervento deve prevedere:

l’individuazione delle persone chiave;

l’individuazione delle persone incaricate alla lotta antincendio;

l’individuazione del coordinatore che deve essere unico;

l’individuazione di un sistema di preallarme (se necessario) in modo da avvertire le persone interessate senza allarmare gli altri;

l’individuazione di un sistema di allarme, diviso per reparti o zone operative, per l’informazione immediata di tutte le persone operanti nella zona di pericolo.

Chi scopre l’incendio deve segnalare l’evento agli addetti all’antincendio:

• presenza anche dubbia di persone in pericolo;

• esatta ubicazione dell’incendio.

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

In accordo con il coordinatore in loco, provvedere a:

• togliere tensione all’intero impianto o parte di esso;

• arrestare l’eventuale impianto di aria condizionata o ventilazione;

• intercettazione di gas e/o liquidi infiammabili o combustibili;

• provvedere allo sfollamento delle persone tramite ricognizione (nei reparti) e verifica dei presenti (nei punti di raccolta);

• sgombrare l’accesso all’azienda per facilitare l’ingresso dei mezzi di soccorso e provvedere all’apertura dei cancelli carrabili.

Il personale addetto al primo soccorso deve

provvedere al soccorso di eventuali infortunati e se necessario richiedere l’ambulanza.

(56)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

I lavoratori devono:

• mettere in sicurezza le attrezzature del proprio posto di lavoro;

• chiudere porte e finestre;

• accertarsi che non resti qualcuno nei locali;

• non attardarsi per alcun motivo nelle stanze a recuperare effetti personali o altri oggetti;

• raggiungere, senza correre, il punto di raccolta previsto;

• verificare di esserci tutti;

• se il reparto non è interessato dall’incendio, attenersi al piano di emergenza aziendale.

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

• Al fine di acquistare agilità si consiglia alle donne, che calzano scarpe con tacchi alti, di togliersi le stesse prima di accedere alle scale.

• A meno che non venga esplicitamente richiesto, non spostare le auto in sosta nei cortili, ma allontanarsi rapidamente a piedi.

• Nel caso si venga raggiunti dal fumo all’interno dei locali,

allontanarsene camminando chini o strisciando sul pavimento avendo posto un fazzoletto (possibilmente bagnato) sulla bocca e sul naso a protezione delle vie respiratorie.

• Disponendo di indumenti di lana (cappotti, sciarpe, scialli, pullover, ecc...) si consiglia di avvolgerli sul testa in modo da non esporre i capelli al fuoco.

(58)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

• Nel predisporre il piano di emergenza, il datore di lavoro deve prevedere un’adeguata assistenza alle persone diversamente abili eventualmente presenti.

• Si evidenzia inoltre che, in generale, gli ascensori non devono essere utilizzati per l’esodo, salvo che siano stati appositamente realizzati per tale scopo; in particolare, poi, le persone

diversamente abili possono utilizzare un ascensore solo se è predisposto per l’evacuazione o è di tipo antincendio, inoltre tale impiego deve avvenire solo sotto il controllo di personale

pienamente a conoscenza delle procedure di evacuazione.

• Informazioni più dettagliate

sull’assistenza alle persone diversamente abili sono contenute nell’allegato VIII del

D.M. 10 marzo 1998 e nella Circolare n. 4 dell’1 marzo 2002.

(59)

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO NORME COMPORTAMENTALI

Nel seguito si descrivono alcuni comportamenti cautelativi a carattere generale, che potranno essere applicati al meglio con la conoscenza dei luoghi ed a seguito di specifica informazione e/o formazione antincendio:

comportarsi secondo le procedure pre-stabilite (ove esistono);

se si tratta di un principio di incendio, valutare la situazione determinando se esiste la possibilità di estinguere immediatamente l’incendio con i mezzi a portata di mano;

in caso contrario, dare immediatamente l’allarme ai Vigili del Fuoco (tel.

115);

non tentare di iniziare lo spegnimento con i mezzi portatili se non si è sicuri di riuscirvi;

intercettare le alimentazioni di gas, energia elettrica, ecc., per gli impianti attinenti i locali interessati dall’incendio;

limitare la propagazione del fumo e dell’incendio chiudendo le porte di accesso e/o dei compartimenti;

iniziare l’opera di estinzione solo con la garanzia di una via di fuga sicura

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non sostare o procedere su terreno cosparso di materiali facilmente incendiabili (segatura, carta, erba disseccata, sterpaglie, liquidi infiammabili etc.);

non sostare o passare in vicinanza di recipienti chiusi, o bombole, contenenti liquidi o gas, perché il calore prodotto dall’incendio può provocare un’abnorme aumento della pressione interna, con possibilità di scoppio;

non utilizzare ascensori o montacarichi (a causa di guasti o interruzioni di energia elettrica, possono trasformarsi in trappole mortali);

all’interno di edifici, nel fuggire da locali ove si è sviluppato un incendio, non lasciare mai le porte aperte, ma richiuderle accuratamente; anche una porta di legno, chiusa, può evitare per un certo tempo i seguenti rischi:

la propagazione del fumo ai locali contigui e sovrastanti, con grave ostacolo all’esodo di altre persone;

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

NORME COMPORTAMENTALI

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la propagazione dell’incendio per irraggiamento termico o per braci e faville trasportate da moti convettivi;

la propagazione di masse di gas caldi combustibili, che possono improvvisamente incendiarsi in altre zone, con grave rischio per le persone, e creazione di nuovi focolai d’incendio;

nel caso in cui le fiamme investano direttamente una persona, e gli abiti prendano fuoco, non correre assolutamente, per non alimentare ulteriormente il fuoco, ma, in dipendenza della situazione esistente, agire in uno dei seguenti modi:

avvolgersi, o farsi avvolgere da un soccorritore, in una coperta o in tessuti non facilmente combustibili;

togliersi rapidamente gli abiti in fiamme;

rotolarsi a terra per spegnere il fuoco per soffocamento;

utilizzare un estintore portatile d’incendio.

LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO

NORME COMPORTAMENTALI

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO NORME COMPORTAMENTALI

Se, in caso d’incendio, ci si trova all’interno di un edificio invaso da fumo, e se le vie di esodo sono percorribili, bisogna portarsi all’aperto (o in un luogo sicuro), rapidamente, e seguendo per quanto possibile le seguenti regole:

non usate l’ascensore;

se attraversate zone con molto fumo, è bene chinarsi e avvicinarsi il più possibile al pavimento; infatti verso terra l’aria è più fresca e respirabile, e la visibilità è maggiore;

non disponendo di maschere antigas, proteggere bocca e naso con un fazzoletto ripiegato più volte, meglio se bagnato.

in caso di perdita di orientamento, o di improvvisa impercorribilità

delle vie dì esodo, cercate la finestra più vicina, ed apritela o rompete il vetro; ciò servirà ad aerare l’ambiente, farà fuoriuscire il fumo,

potrà essere utile per segnalare la vostra presenza e posizione

all’interno dell’edificio, ed in molti casi può costituire una valida via di fuga (piani bassi, terrazze, etc.); ricordate che alcune volte le finestre

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LE PROCEDURE DI EMERGENZA E DI ESODO NORME COMPORTAMENTALI

Se un gruppo di persone si trova all’interno di un edificio invaso dal fumo, la cosa più importante da fare è evitare l’insorgere del panico; a tal fine una persona che intende assumere la guida del gruppo per favorirne l’evacuazione o il ricovero in un luogo sicuro, deve seguire le seguenti indicazioni:

stroncare sul nascere ogni isterismo;

non sottovalutare la situazione, ma dimostrare comunque di essere fiduciosi per la soluzione prospettata;

se esiste un piano di emergenza, e se ne conoscono i contenuti, attuare le azioni previste per la situazione in atto;

spiegare alle altre persone cosa occorre fare, a voce alta e pacata, mostrandosi decisi e consapevoli;

non rientrare nell’edificio fino a quando non vengono ripristinate le normali condizioni di sicurezza.

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