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(1)Frammento di collana d’oro a catena - Numero di inventario: MG 1994 (Num

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Academic year: 2021

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(1)

Frammento di collana d’oro a catena

- Numero di inventario: MG 1994 (Num. Vecch. Inv. IS 2).

- Misure: lunghezza cm. 21.

- Stato di conservazione: lacunosa, una delle maglie è spezzata.

- Provenienza: dagli antichi fondi del Museo Guarnacci.

- Descrizione: catena composta di diciotto grosse maglie doppie a forma di otto. Ad una delle maglie è fissato, mediante un anellino, un pendente a forma di crescente lunare (lunula).

- Commento e confronti: le collane erano generalmente a catena, qualche varietà si aveva nei fermagli. Oltre alla bulla aurea di origine etrusca, troviamo fra i pendenti più diffusi, dal periodo della repubblica all’impero, quello a crescente lunare(lunula), già noto in Grecia e molto diffuso a Roma per donne e bambini, e che veniva appeso anche al collo di animali, come usa ancora oggi sulla fronte dei cavalli. L’uso del lunare, anche se monile di grande semplicità, durerà a lungo (I secolo a. C. – III secolo d. C. ). Abbiamo un confronto puntuale con un esemplare conservato al museo di Firenze206, sia per quanto concerne il pendente, sia per il tipo di collana. Ma gli altri confronti riscontrati provengono prevalentemente dall’area laziale e campana207.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

206 Ori e argenti 1990, pag. 31, n°56.

207 Monili area vesuviana 1997, n°32 (da Pompei), tav. III, n°190 (da Oplontis), tav. XVIII, n°271 (da Ercolano), tav.

XXVII; BECATTI 1955, pag. 115, tav. CXLVII (da Pompei), n°522 (da Pompei), n°528-529-530 ; BREGLIA 1941, pag. 63, n°481, tav. XXVIII, n°4 (da Pompei); MARSHALL 1911, n°2738-2739, tav. LXI.

(2)

Collana in oro a catena

- Numero di inventario: MG 1995 (Num. Vecch. Inv. IS 7).

- Misure: lunghezza cm. 30.

- Stato di conservazione: frammentaria; superficie lucida.

- Provenienza: dagli antichi fondi del museo Guarnacci208.

- Descrizione: si compone di una serie di piccole semisfere collegate fra loro, nella parte posteriore, da maglie a forma di goccia. Al centro, pendaglio formato da elementi uguali a quelli che compongono la catena.

- Commento e confronti: sebbene anche la collana sia un monile quanto mai naturale tra gli ornamenti femminili, l’area di Volterra ne ha restituito uno scarso numero, evidentemente per il loro maggior costo rispetto a monili più piccoli quali anelli ed orecchini.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

208 Da BGV (“Registro dei donativi e acquisti”) nella sezione dell’Inventario Ormanni, anni 1789- 1817, ricostruito e redatto dal Fiumi: Anno 1797, “Nota in anticaglie provviste per il Museo”: ….b) collana composta di 52 globetti legati insieme a catenella. Se ne hanno notizie anche in CINCI 1860, pag. 187 («…e nel museo Guarnacci oltre a riscontrare tale uso nelle urne, conservasi tra le oreficerie una catenella d’oro composta di mezzi globuli lenticolari, la quale nella sua metà ne ha un filo del medesimo ordine che discende sul petto a reggere la bulla.»).

(3)

Collana d’oro a catena

- Numero di inventario: MG 1996 (Num. Vecch. Inv. IS 226).

- Misure: lunghezza cm. 8,05.

- Stato di conservazione: lacunosa.

- Provenienza: dagli antichi fondi del museo Guarnacci209.

- Descrizione: catena formata da piccole e sottili maglie doppie fittamente legate a treccia.

- Commento e confronti: era questo il tipo più diffuso di catena in oro o in argento, cosiddetto

“fiocco in fiocco” (loop in loop)210. Il filo tondo veniva piegato in modo da formare singoli anelli chiusi per saldatura, poi conformati ad arco ed agganciati l’uno all’altro. Questo tipo di base era reso più complesso raddoppiando o triplicando gli anelli o abbinando tra loro diverse catene a formare nastri. A catena finita si procedeva ad un leggero schiacciamento per martellatura, che conferiva il caratteristico aspetto a treccia. Il nostro monile ne rappresenta il tipo più semplice.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

Frammento di catenella (o pendente) in oro

- Numero di inventario: MG 1997 (Num. Vecch. Inv. IS 252).

- Misure: lunghezza cm. 2,1.

- Stato di conservazione: lacunosa.

- Provenienza: dagli antichi fondi del Museo Guarnacci211.

- Descrizione: si compone di quattro globetti in lamina leggermente schiacciati e con collarino godronato collegati da piccole maglie doppie unite a due a due. Il globetto terminale presenta un elemento a forma di tronco di cono, decorato a filigrana, con sottili baccellature.

- Commento e confronti: data la frammentarietà del pezzo non possiamo risalire che ad un mero dato di acquisizione.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

209 FIUMI 1977, catena IS 226, nel registro acquisti e donazioni dell’ultimo quarto del XIX secolo; BGV (“Registro dei donativi e acquisti”), Anno 1891, acquisto da P. Cangini catena d’oro (IS226).

210 FORMIGLI 1983; FORMIGLI 1985; FORMIGLI 1995.

211 BGV (“Registro dei donativi e acquisti”), Anno 1901: da Terzilio Barbafiera acquistato frammento di catenella (IS252).

(4)

Pendente a bulla in lamina d’oro

- Numero di inventario: MG 2013 (Num. Vecch. Inv. IS 14).

- Misure: altezza cm. 1,1.

- Stato di conservazione: integro.

- Provenienza: dagli antichi fondi del museo Guarnacci.

- Descrizione: piccola bulla rotonda, leggermente schiacciata, con doppio anello di sospensione come appiccagnolo.

- Commento e confronti: la bulla, utilizzata inizialmente dagli Etruschi, in seguito passò ai Romani che la chiamarono etruscum aurum e la utilizzarono fino al IV secolo d. C. . Dapprima doveva avere valore di amuleto contro le forze soprannaturali e dopo venne considerata soltanto un gioiello. Era destinata ai giovinetti che, giunti al diciassettesimo anno di età, la deponevano insieme alla toga pretesta e la dedicavano agli dei Lari; le fanciulle la indossavano fino al matrimonio. La bulla era segno di nascita in condizione non servile e soltanto successivamente venne concessa anche ai figli dei liberti. Il gioiello era appeso ad un filo d’oro o catena ed era costituito da due valve convesse in lamina liscia battuta. Abbiamo dei confronti con delle bulle di età romana212, ma che risultano di dimensioni maggiori della nostra, che sicuramente apparteneva ad un neonato.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

Piccolo pendente a ghianda in lamina d’oro

212 PROIETTI 1980, pag. 193, n°158; BECATTI 1955, pag. 214, nn°506-507 (due da Ercolano ed una da Ostia), tav.

CXLIV; BREGLIA 1941, pag. 90, n°917, tav. XXVII.

(5)

- Numero di inventario: MG 2014 (Num. Vecch. Inv. IS 9).

- Misure: altezza cm. 1,3.

- Stato di conservazione: leggermente schiacciato e deformato.

- Provenienza: dagli antichi fondi del museo Guarnacci. Acquistato nel 1811213.

- Descrizione: piccolo cono rovesciato in lamina, con la superficie decorata, in alto da un collarino godronato, in basso da una serie di baccellature a filigrana. All’estremità inferiore è un globetto con collarino. In alto presenta un anello di sospensione.

- Commento e confronti: gioiello che, di origine etrusca, fu appannaggio della gioventù romana. La bulla era ornamento tipico di giovinetti e fanciulle. Queste bulle, oltre che essere il chiaro simbolo dello «status» sociale di appartenenza di chi l’indossava, assumeva anche una funzione apotropaica a guisa di amuleto.

- Datazione: I secolo a.C. / I secolo d.C.

213 Come risulta da BGV (“Registro dei donativi e acquisti”), nella sezione dell’ Inventario Ormanni, anni 1789-1817 (anno 1811: nota di spese fatte in anticaglie, inserto ad annum 1814 e deliberazione di sanatoria del 23 novembre 1815, per una piccola bulla d’oro di gr.16): Anno 1811: “Spesa in anticaglie”: …una piccola bulla d’oro (pendente a ghianda).

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