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Molte alterazioni cerebrali, così come modificazioni periferiche del metabolismo, sono in comune a numerose patologie psichiatriche, pertanto la possibilità di discriminare classi di patologie costituisce un elemento di specificità dell’analisi

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Academic year: 2021

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Testo completo

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4-DISCUSSIONE

I risultati rappresentano i dati preliminari di uno studio il cui scopo è stato quello di utilizzare un approccio proteomico per ricercare potenziali biomarcatori utili a differenziare il profilo di pazienti psicotici rispetto a controlli patologici.

I pazienti finora reclutati sono stati sottoposti ad una estesa e completa valutazione clinica che ha confermato l’appartenenza ai gruppi. In particolare, i gruppi si differenziano significativamente nei punteggi della PANSS e della YMRS, piu`

elevati nei pazienti con psicosi acuta.

In questo studio esplorativo il profilo proteico e` stato analizzato con metodica di separazione delle proteine attraverso elettroforesi bidimensionale ottenendo 2 pool per ogni gruppo, questo a causa del basso numero dei campioni che non consentiva uno studio dei singoli casi. Nonostante questo, l’analisi per pool consente una buona separazione tra i due gruppi, in particolare l’analisi multivariata ha individuato un numero di spot differenzialmente espressi, tra cui il 1083 che raggiunge livelli di q value e p value altamente significativi. Per formulare ipotesi sul significato di tali differenze sarà necessario aumentare il campione, analizzare separatamente i singoli casi e in ultima analisi identificare quali proteine sono responsabili di tali differenze.

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Inoltre, dalla PCA emerge una ulteriore divergenza all’interno dei pool dello stesso gruppo come evidenziato dal valore della seconda componente t2 (19.7%). In altri termini, non solo i pazienti psicotici presentano un profilo proteico diverso dai pazienti non psicotici, ma anche all’interno degli stessi gruppi sono presenti alcune differenze anche se non significative, che potrebbero permettere una caratterizzazione ancora piu` precisa dei singoli casi.

In letteratura un solo studio ha confrontato il profilo proteomico globale tra categorie diagnostiche, depressione e schizofrenia, rispetto a volontari sani (Domenici, 2010). Molte alterazioni cerebrali, così come modificazioni periferiche del metabolismo, sono in comune a numerose patologie psichiatriche, pertanto la possibilità di discriminare classi di patologie costituisce un elemento di specificità dell’analisi. Altri studi molto recenti, inoltre, sono orientati ad analizzare l’influenza dello stato di malattia (ad esempio la fase di eutimia nel disturbo bipolare, Herberth et al, 2011) sul profilo proteomico.

I pazienti reclutati al momento, ad eccezione di uno, sono in trattamento farmacologico, pertanto non si può escludere che le differenze riscontrate siano dovute anche alla terapia. Per escludere tale ipotesi sarà necessario procedere all’identificazione delle proteine differenzialmente espresse.

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4.1 Direzioni future

Questo studio costituisce un’analisi preliminare esplorativa di un campione reclutato nel contesto del protocollo “Ricerca di biomarcatori proteici in pazienti con disturbo dello spettro schizofrenico” attualmente in corso presso l’AOPU e il Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia, Farmacologia e Biotecnologie dell’Università di Pisa. I futuri obiettivi di tale studio saranno :

• ampliare il campione di soggetti già reclutati nei gruppi con psicosi acuta e controlli psichiatrici al fine di ottenere un accoppiamento dei soggetti secondo la metodica caso-controllo

• reclutare un gruppo di volontari sani con cui confrontare i due gruppi al fine di verificare se le differenze nell’espressione proteica siano ascrivibili alla diagnosi

• reclutare un gruppo di pazienti con diagnosi di schizofrenia o disturbo bipolare psicotico o disturbo schizoaffettivo in una fase di remissione della sintomatologia psicotica al fine di valutare l’influenza della fase di malattia sul’espressione proteica.

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