CAPITOLO 6
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6. CONCLUSIONI
I risultati ottenuti dagli esperimenti condotti in vitro dimostrano che una strutturazione adeguata delle membrane in PDMS si è rivelata uno strumento in grado d’influenzare positivamente l’orientamento e la migrazione delle cellule di Schwann.
Queste caratteristiche consentono di pensare a questi tipi di scaffold per indirizzare la rigenerazione nervosa utilizzandoli nei condotti nervosi artificiali da applicare in campo sperimentale e clinico.
Visto il ristretto numero di animali utilizzati e l’obiettivo di valutare solamente le fasi precoci della rigenerazione nervosa, è possibile trarre unicamente delle conclusioni preliminari per quanto riguarda la parte sperimentale in vivo.
Sebbene l’ingegnerizzazione degli scaffold sia attualmente di facile realizzazione, un’alternativa valida agli autoinnesti ancora deve essere identificata e testata sull’uomo anche se diverse soluzioni proposte tendono a ridurre rapidamente le distanze fra gli autograft e la tubulizzazione artificiale.
Gli scaffold biomimetici mimano la conformazione strutturale della ECM presente negli autoinnesti, come la topografia anisotropa che imita le colonne orientate delle cellule di Schwann.
Per riuscire però nell’intento di costruire un condotto nervoso artificiale in grado di garantire una buona qualità di rigenerato per grosse perdite di sostanza nervosa (>50 mm) è importante creare una camera biologica isolata dell’esterno dove far interagire le SC e le cellule nervose con il substrato di sostegno, con le proteine permissive e con i fattori di crescita. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di modelli sperimentali sono da tenere in considerazione anche i limiti legati al tipo di animali usati. I piccoli animali sono comunemente utilizzati ed indispensabili nello studio della rigenerazione nervosa, tuttavia i roditori in generale hanno capacità
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rigenerativa nettamente superiore agli esseri umani ed ai mammiferi in generale.
Viste le limitazioni intrinseche dei condotti nervosi artificiali attualmente in commercio, ci è parso interessante esplorare alcune recenti e potenziali alternative all’utilizzo dei autograft.
In un prossimo futuro i progressi legati all’ingegneria tissutale dei condotti nervosi artificiali possono sfociare nella produzione di sostituti artificiali degli autoinnesti.
Tuttavia gli attuali prodotti dell’ingegnerizzazione dei materiali non hanno dimostrato di incidere in misura significativa sui risultati sperimentali e cosa più importante ancora non sono stati testati clinicamente.
In futuro i progressi dell’ingegneria tissutale possono portare all’utilizzo nell’ambito clinico di condotti nervosi artificiali, tuttavia, sulla base dei dati attualmente disponibili, occorre utilizzare con cautela questo tipo di tubulizzazione nelle grandi perdite di sostanza nervosa e nelle lesioni dei tronchi di grande calibro.