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Ipotesi sulla storia del tesoro

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Academic year: 2021

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Ipotesi sulla storia del tesoro

Abbiamo ora a disposizione una serie di dati topografici e stratigrafici che ci forniscono informazioni dettagliate sulle modalità di deposizione del tesoro di Hoxne ed una serie di dati storici che lo inquadrano in un periodo assai preciso e lo caratterizzano come parte di un fenomeno più ampio, tipico di questo periodo storico stesso.

Sulla base di queste informazioni si possono elaborare delle valide ipotesi su come il tesoro fu deposto, su chi furono i suoi proprietari e quando lo sotterrarono e anche sui possibili motivi per cui venne deposto.

Data della deposizione

Sulla data della deposizione, già discussa in precedenza (pp. 91-92) e collocata genericamente in un momento compreso tra il 410 e il 480 d.C., si può ora cercare di essere più precisi mettendo insieme gli elementi numismatici, stratigrafici ed i parallelismi con altri tesori più o meno coevi rinvenuti nell'area dell’East Anglia.

Abbiamo già visto come lo stile della maggior parte dei gioielli possa essere datato alla seconda metà del IV secolo (vedi pp. 79-81) così come il nucleo principale delle monete stesse, indicando che quest’epoca doveva essere stata quella cruciale nell’accumulo degli oggetti del tesoro di Hoxne.

Dai segni di usura presenti sui gioielli stessi, si può dedurre un loro utilizzo durato almeno una quarantina d’anni. 1 Nonostante l’oro quasi puro sia molto delicato, l’usura di molti di questi gioielli è tipica, infatti, di un ripetuto utilizzo e la stessa considerazione vale anche per

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IPOTESI SULLA STORIA – DATA DELLA DEPOSIZIONE

116 alcune posate (vedi, per esempio, la rottura della collana n.5 o i segni di usura sui cucchiai).

Se l’ipotesi è corretta, si giunge dunque ad una data che è proprio quella delle ultime monete del tesoro, il che parrebbe dimostrare che la data di chiusura del contesto sia piuttosto vicina al 408 che al 480. La presenza di imitazioni provinciali di siliquae e di taglio di materiale dai bordi delle monete regolari (vedi pp. 15-16 ) fa capire che il tesoro non era stato ancora sotterrato nel momento in cui, dopo il 410, si sentì la necessità di supplire alla mancanza di monete imperiali con imitazioni locali. 2 Allo stesso tempo, tuttavia, il tesoro di Patching dimostra che certe monete dal continente ancora giungevano in Britannia nella seconda metà del V secolo d.C., pertanto dobbiamo pensare che il tesoro di Hoxne fosse stato deposto in una data non troppo lontana dal 410 e comunque di molto precedente al 480, altrimenti sarebbe assai probabile trovare nel tesoro monete ed oggetti più tardi. Anzi, la deposizione dovrebbe essere probabilmente precedente anche al 450-60, quando le imitazioni locali di siliquae così antiche non avrebbero più avuto molto senso. 3

2 Abdy, 2002, pp. 62-63.

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IPOTESI SULLA STORIA – I PROPRIETARI DEL TESORO

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I proprietari del tesoro

Nel caso del tesoro di Hoxne ci troviamo evidentemente di fronte ad una serie di oggetti accumulati nell’arco di oltre una cinquantina d’anni e possiamo pertanto dedurre che i proprietari fossero stati più di uno.

Anche dal punto di vista epigrafico, infatti, i nomi dei possessori attestati sono almeno sette: la Iuliana del bracciale n. 19, l’Aurelius

Ursicinus della serie di cucchiai 20-29, Peregrinus (cucchiai 41,42), Silvicola (cucchiai 46-49), Patanta (72), Faustinus (cucchiaio 55) ed Euherios (bicchiere).

Abbiamo già detto come sia il nome di Euherios che quello di Silvicola, fossero attestati nei tesori di Mildenhall e Thetford, anche se, più che per una possibile relazione tra questi personaggi, questa constatazione servirebbe ad attestare la presenza diffusa di tali nomi nella provincia di Britannia.

Il nome più frequente è quello di Aurelius Ursicinus, che era probabilmente stato uno dei principali proprietari degli oggetti del tesoro e forse anche uno degli ultimi, visto il numero notevole di cucchiai di sua proprietà. Le fonti storiche parlano di diversi Ursicini per la seconda metà del IV/inizio V secolo d.C., ma non abbiamo agganci sicuri per identificare quello del tesoro di Hoxne, così come gli altri nomi che compaiono nel tesoro sono troppo comuni per poter azzardare identificazioni. 4

Anche se potrebbe esser che l’ultimo proprietario degli oggetti li avesse ereditati e acquisiti tutti contemporaneamente tramite eredità o dono, l’ipotesi assai più probabile è che questi oggetti appartenessero da diverse generazioni ad un unico nucleo familiare costituito da più

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IPOTESI SULLA STORIA – I PROPRIETARI DEL TESORO

118 persone e che, al momento in cui il tesoro fu deposto, più di una persona stava utilizzando tali oggetti. 5

I gioielli, ad esempio non sono connotati particolarmente come maschili ed anzi, ad eccezione degli anelli, tutti gli altri gioielli sono senza dubbio destinati ad una o più donne. 6

Allo stesso tempo, tuttavia, il vasellame da tavola attesta numerosi proprietari di sesso maschile, suggerendo dunque che i pezzi del tesoro di Hoxne facevano sicuramente parte di un patrimonio di tipo familiare, destinato all’utilizzo di più persone ma non necessariamente accumulato tutto in un momento. Certi oggetti come l’ansa di vaso in argento a forma di tigre o i cucchiai più rovinati e spaiati, provenivano forse da generazioni precedenti ed erano stati ricevuti in eredità o come doni. Il vaso di cui la tigre costituiva l’ansa, per esempio, poteva essersi danneggiato molto tempo prima della deposizione del tesoro ed era stato separato dall’ansa stessa che invece era stata conservata come oggetto di valore. Allo stesso modo i cucchiai spaiati potrebbero essere ciò che rimaneva di serie più antiche ed acquisite, solo in parte, tramite matrimoni o eredità.

Due sono gli elementi che comunque rimangono certi, riguardo ai proprietari degli oggetti del tesoro di Hoxne: questi personaggi erano sicuramente appartenenti ad un elevato ceto sociale ed erano cristiani. La cristianità, denotata dall’insistente simbologia su molti dei pezzi del tesoro, era ormai la normalità in quest’epoca e nonostante esistano tesori coevi connotati tipicamente come pagani, come quello di Thetford, sono questi ultimi a costituire un’eccezione. 7

5 Abdy, 2002, p. 59; Guest, 2005, p. 18. 6 Johns, 1996, p. 56.

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IPOTESI SULLA STORIA – I PROPRIETARI DEL TESORO

119 Gli elementi che più di tutti connotano i proprietari come di alto rango sociale sono, non solo l’intrinseco valore degli oggetti stessi e il fatto che i metalli siano purissimi e la loro lavorazione altamente sofisticata, ma anche certi appellativi come il “domina” riferito alla Iuliana del bracciale n. 19. 8 Il metallo prezioso era sempre stato altamente monopolizzato dalla Corte Imperiale e in una società così rigidamente gerarchizzata come quella romana, veniva poi ridistribuito in maniera tale che il suo possesso significava sempre una qualche forma di connessione col potere politico o comunque con i ranghi più elevati della società. 9

Un altro elemento sicuro, ricavabile dalle iscrizioni in latino, è che siamo in un’epoca in cui ancora i proprietari di tale tesoro si sarebbero definiti come “Britanni” e facevano parte del mondo latinizzato di quella provincia. 10

Visto il luogo in cui il tesoro venne sotterrato, lontano da centri abitati di grandi dimensioni e del tutto isolato, anche se in prossimità di un asse viario importante, si potrebbe ipotizzare che il nucleo familiare a cui appartenne il tesoro di Hoxne facesse parte di quella classe benestante di proprietari terrieri che viveva in villae di campagna assai sofisticate e ricche. 11

A supportare quest’ipotesi si può citare un’interessantissima constatazione effettuata dal Tomlin nell’ambito dell’analisi delle iscrizioni degli oggetti del tesoro: proprio Tomlin fa infatti notare che tra i nomi delle iscrizioni, quello di Aurelius Ursicinus doveva suonare antiquato nel V secolo e si a addice di più ad un personaggio della

8 Abdy, 2002, p. 59; Guest, 2005, p. 26.

9 Guest, 2005, pp. 22-26; Hobbs & Jackson, 2010, pp. 149,152. 10 Snyder,1998, pp. 251-252.

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120 categoria nobiltà-proprietà terriera che non ad un membro del governo o ad un ufficiale dell’esercito. 12

Interessante è anche la teoria espressa dal Warner sui proprietari del tesoro di Hoxne che, sebbene rimanga in un campo puramente ipotetico, potrebbe essere supportata dalla serie di avvenimenti storici che coinvolsero la Britannia a partire dalla seconda metà del IV secolo (vedi pp. 99-107). Warner afferma infatti che, poiché il nucleo principale delle monete del tesoro si data ad un periodo compreso tra il 394 e il 405 d.C., e comunque anche quelle più antiche post-datano l’arrivo del conte Teodosio in Britannia, inviato nella provincia per sedare la barbarica conspiratio del 367, si potrebbe pensare che il primo nucleo del tesoro fosse appartenuto ad una ricca famiglia benestante arrivata in Britannia proprio in quell’epoca a seguito dell’Imperatore stesso. 13 Il nome Ursicinus, tuttavia, al momento non ha agganci storici che possano supportare una tale teoria ed è più cauto affermare che il nucleo familiare che possedeva gli oggetti del tesoro, immediatamente prima della sua deposizione, fosse sicuramente abbiente, ma più probabilmente appartenente ad una ricca famiglia di proprietari terrieri romano-britannici, della tipologia dei decuriones menzionati da San Patrizio a proposito del fratello (vedi p. 107). 14

12 Tomlin in Johns, 2010, p. 168. 13 Warner, 1996, pp. 58-59. 14 Snyder, 1998, pp. 228-230.

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

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Possibili motivazioni della deposizione

Per quanto riguarda le possibili ragioni che stanno alla base della deposizione del tesoro di Hoxne e sulle ragioni per cui il tesoro non venne più recuperato, è assai difficile avere certezze.

I dati di fatto ci dicono, tuttavia, che il tesoro fu certamente sotterrato con l’intento di essere recuperato, vista la cura con cui gli oggetti furono deposti ed il loro valore intrinseco, pertanto certe ipotesi come quella secondo cui in un clima di scoraggiamento generale, dettato dall’insicurezza caratteristica del primo trentennio del V secolo, i proprietari si fossero volutamente sbarazzati delle loro ricchezze e le avessero sotterrate per non recuperale mai più, o quella secondo cui gli oggetti sarebbero stati ormai fuori tempo perché antiquati e inutili, sono rigorosamente da scartare. 15 Il metallo era un bene troppo prezioso nell’antichità perché si pensasse di sotterrarlo e non riciclarlo e l’unico motivo per cui oggetti metallici potevano essere abbandonati definitivamente nel suolo erano certe pratiche rituali-religiose, che però possiamo con sicurezza scartare nel caso di Hoxne.16

La spiegazione più logica a cui si penserebbe, considerati i dati storici che possediamo per il primo trentennio del V secolo d.C. (che ci parlano di instabilità politica, pesanti incursioni barbariche e attacchi di pirateria) e considerato il fatto che il tesoro di Hoxne non è un caso isolato, è quella di una guerra importante che portava i cittadini a sotterrare i loro beni preziosi nella speranza di salvarli dalle orde di barbari in arrivo. 17

15 Le due ipotesi si trovano esposte rispettivamente in Casey, 2002, p. 56 e Guest,

2005, pp. 31-32.

16 Guest, 2005, p. 32. 17 Abdy, 2002, p. 64.

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

122 Gli storici sono concordi nell’affermare che la deposizione di tesori, soprattutto quelli contenenti monete, è una pratica diffusa in tutte le epoche, ma aumenta vertiginosamente nei periodi critici, per esempio quelli segnati da guerre su larga scala o lotte e guerriglie, e non sarà certo un caso che i tesori di fine IV ed inizio V secolo d.C. siano così concentrati proprio in quest’area dell’Inghilterra sud-orientale che era quella più vessata dalla venuta degli Angli e dei Sassoni da oltremare.18 Anche questa spiegazione, tuttavia, non è completamente soddisfacente se consideriamo che sia dal punto di vista archeologico, sia da quello dei dati storici ricavabili dalle fonti, la venuta dei “barbari” e la loro occupazione del territorio britannico, avvenne per gradi e non con un’improvvisa ondata di distruzioni. Ci furono sì dei picchi di attacchi più critici (per esempio la “barbarica conspiratio“ del 367), ma un’invasione barbarica improvvisa implicherebbe una certa fretta nella deposizione dei tesori stessi, fretta che sembra mancare completamente a coloro che misero insieme gli oggetti del tesoro di Hoxne che, anzi, programmarono la deposizione con cautela ed ordine e si recarono volutamente in un’area agricola del tutto isolata, probabilmente non vicinissima al luogo abitativo abituale, il che implica, a maggior ragione, una pianificazione.

Se si inverte momentaneamente la prospettiva e per un attimo ci si concentra non tanto sul fatto che il tesoro fosse stato sotterrato, ma sul fatto che non fosse mai stato recuperato, notiamo immediatamente che l’elemento del non recupero doveva essere preponderante nell’East-Anglia della prima metà del V secolo d.C.: il numero dei tesori risalenti a quest’epoca ammonta a più di un centinaio, quindi dobbiamo pensare che non solo fosse una pratica molto comune quella di

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

123 sotterrarli, ma anche che fosse molto comune il fatto di non poterli recuperare. 19

Non è quindi detto che le lotte contro i barbari e le guerre tra quel che rimaneva del popolo romano della Provincia e i nuovi arrivati fossero tanto il motivo per cui i ricchi cittadini seppellissero i loro beni, ma parrebbe piuttosto che questo possa essere il motivo per cui poi, di fatto, i tesori non potessero più essere recuperati.

Anche l’ipotesi di un’autorità centrale, che in un momento di crisi ed indecisione politica potrebbe aver imposto tasse ai cittadini più ricchi, che quindi si sbarazzarono di molti dei loro oggetti preziosi, è molto interessante, ma forse un po’ fuori tempo, soprattutto se si pensa che in questi anni quel che manca è proprio un’autorità centrale. 20

Se guardiamo al dato più ovvio, ossia all’unico vero nuovo elemento che distingue il periodo dalla metà del IV secolo in poi dai precedenti, questo non può essere altro che il progressivo collasso dell’autorità centrale romana, determinato in un primo tempo dalla lunga serie di usurpatori che utilizzarono l’esercito per i propri scopi più che a difesa della Provincia stessa e, in secondo luogo, dall’ “abbandono ufficiale” della provincia da parte dell’autorità centrale imperiale.

E’ chiaro che la necessità di privarsi delle proprie ricchezze e di nasconderle è certamente dettata da una situazione di emergenza, ma “emergenza” non implica soltanto l’arrivo di barbari e guerre, elementi che, del resto, esistevano già da molto tempo.

Se ci si mette nell’ottica di un benestante cittadino possidente della provincia di Britannia, la parola emergenza potrebbe significare anche

19 Guest, 2005, pp.29-31.

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

124 il continuo susseguirsi di Imperatori-usurpatori, alternati a continue spedizioni punitive degli Imperatori regolari che di volta in volta eliminavano quei membri dell’alta società che per i vari usurpatori avevano parteggiato. I cittadini benestanti e i ricchi possidenti saranno stati divisi tra chi rimaneva fedele all’Impero e chi considerava gli usurpatori più efficaci per proteggere i propri interessi e quelli della propria Provincia, ma sia usurpatori che Imperatori si susseguivano con troppa velocità perché la situazione potesse essere stabile ed in questo consisteva la principale insicurezza ed “emergenza” dei cittadini.

Il fenomeno dell’abbandono delle villae (già citato in precedenza) che comincia a verificarsi in maniera massiccia proprio a partire dalla metà del IV secolo d.C. e si intensifica all’inizio del secolo successivo, è sicuramente da mettere in relazione con la quantità di tesori depositati in quest’epoca. 21 Evidentemente i membri della ricca classe sociale dei proprietari terrieri si allontanarono dalle villae, o per recarsi nei centri abitativi di maggiori dimensioni per sentirsi più protetti sia dai barbari che dalle varie purghe che si susseguirono, o, addirittura, si spostarono sul continente alla ricerca di una situazione politica più stabile oppure ancora, dopo il 410, alla ricerca di un Impero che ormai in Britannia non esisteva formalmente più. Ed infatti a partire dal V secolo d.C. l’archeologia attesta che la maggior parte delle villae era stata abbandonata. 22

Non può essere infatti un caso che il fenomeno dei tesori sia così intenso in quest’epoca, proprio nell’area più romanizzata dell'isola e che era quindi anche l'area da cui stava iniziando lo sgretolamento della Provincia romana stessa: i tesori devono necessariamente essere

21 de la Bédoyère, 2006, p. 74; Hobbs & Jackson, 2010, pp. 153-154. 22 Snyder, 1998, p. 225; Hobbs & Jacksons, 2010, p. 154.

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

125 messi in relazione con il processo di progressivo collasso dell’autorità romana in Britannia. Il fatto poi che molti dei tesori non siano mai stati recuperati mette sicuramente in gioco un elemento cruento, probabilmente determinato dalle incursioni dei barbari e dalle violente lotte intestine tra i vari personaggi che si susseguirono al potere.

Il tesoro di Hoxne testimonia che i proprietari dei gioielli si curarono di togliere dagli anelli le gemme e dalle collane i ciondoli o i pendagli, oggetti di piccole dimensioni che evidentemente non complicavano viaggi e movimenti, perciò uno spostamento dei proprietari dal luogo in cui avevano fino a quel momento vissuto parrebbe implicito nella deposizione del tesoro di Hoxne. 23 E’ assai probabile che i proprietari del tesoro avessero da tempo programmato tale spostamento e che il tutto fosse dettato dalla necessità di mettersi al riparo da una società che stava completamente cambiando tra massacri continui dettati dal succedersi di “tiranni”, guerre contro i barbari e progressiva perdita di contatti con l’Impero centrale.

Sia che i proprietari del tesoro fossero stati membri della classe politica, sia che fossero stati semplici proprietari terrieri, evidentemente sentirono la necessità di mettersi al riparo da una tale situazione.

Un passo della Cronaca Anglosassone, una serie di annali scritti in Inglese Antico di epoca assai più tarda (fine del IX secolo d.C.), che si riferisce all’anno 418 d.C., pare dare forma definitiva a questa ipotesi: “in questi anni, i Romani riunirono tutti i tesori che si trovavano in Britannia, molti dei quali li nascosero sottoterra cosicché nessuno dopo di loro potesse trovarli, altri li portarono con loro in Gallia”. 24

23 Johns, 2010, pp. 32-33.

24 Il passo riportato in lingua originale e così tradotto da Paul Casey in Casey, 2002,

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IPOTESI SULLA STORIA – POSSIBILI MOTIVAZIONI DELLA DEPOSIZIONE

126 Pare che si possa scorgere, in queste parole, un collegamento diretto tra l'abbandono alla terra dei propri oggetti di valore e uno spostamento fisico dei cittadini abbienti verso centri abitati di maggiori dimensioni o addirittura sul continente per sfuggire evidentemente alla crisi della Provincia, nell'attesa di un momento migliore per tornare a recuperarli.

Non sappiamo se anche coloro che decisero di sotterrare il tesoro di Hoxne fossero tra i personaggi del mondo romano-britannico che si spostarono sul continente. Quel che è sicuro è che, nonostante lo spostamento fosse stato ipotizzato come temporaneo, di fatto non riuscirono più a ritornare.

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