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Burnout Scolastico e comorbilità psichiatrica

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Academic year: 2021

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Burnout Scolastico e comorbilità psichiatrica

In letteratura emergono numerosi studi che mirano a sondare il rapporto esistente tra la sindrome del burnout e la psicopatologia. In particolare, l’interesse si sta rivolgendo verso il burnout

scolastico (Kiuru et al., 2008). Negli ultimi anni alcuni studiosi hanno tentato di effettuare questo tipo di misurazione. In particolare Schaufeli et al. (2002) hanno apportato delle modifiche al tradizionale Maslach Burnout Inventory per poterlo utilizzare nelle Università; per esempio, la domanda «Mi sento emotivamente svuotato dal mio lavoro?» è stata cambiata in «Mi sento emotivamente svuotato dal mio studio?». Invece, Riceti, Barbozza e Beresin (2007) hanno

indagato i livelli di Burnout in 102 studenti della Facoltà di Infermieristica dell’Università brasiliana, dimostrando che il 76% degli studenti riporta alti livelli di riduzione nella realizzazione

professionale, il 26,46% riporta livelli di esaurimento emotivo e il 29,40% di depersonalizzazione. E’ possibile che l’insorgenza della sindrome da burnout negli studenti universitari, che molto spesso essa può provocare un calo di motivazione, induca gli stessi ad abbandonare gli studi universitari.

Tuttavia il burnout spesso, non si manifesta da solo, poiché varie sono le tipologie di disturbo che possiamo riscontrare in comorbidità con esso, occorre chiarire se rappresentano condizioni prodromiche rispetto al burnout oppure conseguenti. Dahlin e Runeson (2007) nel loro studio prospettico, hanno cercato di rispondere ai quesiti proposti focalizzando la loro attenzione su un campione di studenti di medicina nei loro primi tre anni di Università. Questi autori partono dal presupposto che la conoscenza sulla prevalenza del distress mentale fosse ridotta; in un campione inglese di studenti di medicina, la morbosità psichiatrica trovata fu del 16% (Guthrie et al., 1998), in un campione svedese dal 14 al 19% degli studenti di medicina avevano sperimentato almeno un episodio depressivo durante il precedente anno accademico (Vaez, 2004) e in Italia la prevalenza di morbosità psichiatrica individuata fu del 22.3% (GHQ-12) (Grassi e Magnani, 2000). Gli studenti di medicina rappresentano un gruppo ideale poiché hanno la tendenza a trascurarsi in condizione di stress, maturando sia disturbi fisici che psicologici (Tyssen et al., 2004), ossia in modo del tutto diverso a come gestirebbero il paziente con disagio (Hooper, Meakin e Jones, 2005). Inoltre molti studi evidenziano che gli studenti di medicina si caratterizzano per alti livelli di depressione ancor prima di cominciare l’esperienza universitaria (Zoccolillo, 1986). Il campione di Dahlin e Luneson

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(2007), inizialmente formato da 113 studenti, venne sottoposto a tre misurazioni annuali. Durante ciascuna misurazione compilarono cinque questionari:

- HP5-i (Gustavsson et al., 2003): comprensivo di 20 item e finalizzato all’indagine della personalità, secondo i cinque punti del Big Five (Estroversione, Nevroticismo/Affettività Negativa, Apertura al mondo, Coscienziosità/Impulsività e Psicoticismo);

- HESI (Dahlin, 2005): questionario di valutazione delle condizioni di studio dal quale gli autori ricavano tre sotto-aree (Preoccupazioni per il futuro/capacità, Carico di studio e

Possibilità economiche);

- OLBI (Demerouti, 2001): per valutare il burnout attraverso due sott-aree (Esaurimento e

Disengagement);

- PBSE: per valutare il livello di autostima basata sulla performance; - MDI (Beach, 2001): per l’autovalutazione della depressione.

Inoltre, dopo la terza misurazione, 81 studenti sui 102 rimasti coinvolti, vennero sottoposti al Mini International Neuropsychiatric Interview che, in accordo con il DSM-IV, permette la diagnosi di alcuni disturbi di asse I (Depressione maggiore, Depressione distimica, Ipo-maniacalità e/o episodi di maniacalità, Fobia sociale, Disturbo d’ansia generalizzato, Abuso e dipendenza da alcol o Bulimia nervosa) (Sheehan, 1998). Dalla conduzione dell’intervista emerse che il 27% (n=21)

soddisfacevano i criteri per almeno una diagnosi e, tra questi, 3 ebbero un contatto continuo con un professionista a causa delle difficoltà percepite e 6 chiesero aiuto durante i tre anni. Fenomeni di comorbidità si sono verificati solo in quattro studenti: due con fobia sociale e disturbo d’ansia generalizzato, uno con fobia sociale e abuso di alcol e uno con episodi maniacali e dipendenza da alcol. Dal punto di vista del burnout sono stati individuati due sotto-gruppi: un gruppo ha riportato alti livelli di burnout universitario (47%) mentre l’altro (53%) bassi livelli. I soggetti con alto livello di burnout avevano un background caratterizzato da una storia di depressione più frequente rispetto ai soggetti con basso livello di esaurimento e disengagement. La correlazione tra il burnout e la morbosità psichiatrica fu pari a 0.017.

L’analisi dei dati fatta sul gruppo con “high burnout” ha permesso di rilevare quei fattori che sembrano esporre in modo significativo sia ad alti livelli di esaurimento che di disengagement al terzo anno. Tra questi troviamo il tratto Impulsività, la sintomatologia depressiva, Preoccupazioni

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psicopatologico al terzo anno risultano essere: alti livelli di Autostima centrata sulla performance, la presenza di una sintomatologia depressiva, alti livelli di Disengagement al primo anno.

Questo studio, oltre a cercare di individuare una correlazione significativa tra burnout e

comorbidità psichiatrica, offre uno spunto di riflessione rispetto all’importanza di prevenire, già dal primo anno, affinché negli anni successivi non vi sia un ulteriore peggioramento del quadro sintomatologico (Tissen et al., 2001). Inoltre, il fatto che del 25% (n=20) degli intervistati con diagnosi psichiatrica, solo 9 soggetti chiesero aiuto psicologico chiarisce che il distress mentale sia un aspetto sottostimato (Dahlin e Runeson, 2007).

Quali sono le modalità di intervento che possono concretamente essere di aiuto sia in un ottica preventiva che terapeutica sul burnout e sulle sue eventuali comorbidità psichiatriche?

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