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Che le ali mettano radici e le radici volino

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Academic year: 2021

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impaginazione Clabot Gabriella

© Copyright 2020

EUT Edizioni Università di Trieste via Weiss 21, 34128 Trieste http://eut.units.it

https://www.facebook.com/EUTEdizioniUniversitaTrieste Proprietà letteraria riservata.

I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale e parziale di questa ’—„„Ž‹…ƒœ‹‘‡ǡ…‘“—ƒŽ•‹ƒ•‹‡œœ‘ȋ…‘’”‡•‹‹‹…”‘ϐ‹Žǡ le fotocopie e altro) sono riservati per tutti i paesi ISBN 978-88-5511-212-3 (print)

ISBN 978-88-5511-213-0 (online)

La collana dell’«Archivio degli scrittori e della cultura regionale», diretta da Anna Storti, pubblica testi inediti e rari presenti nel vasto patrimonio documentario custodito nell’Archivio, che è parte del Sistema Museale dell’Università di Trieste (SmaTs) e attualmente è ospitato presso il Dipartimento di Studi Umanistici. L’«Archivio degli scrittori e della cultura regionale» raccoglie un vasto materiale documentario, concernente scrittori, artisti e uomini di cultura della Regione Friuli Venezia Giulia, pervenuto a seguito di lasciti e donazioni, che è stato …ƒ–ƒŽ‘‰ƒ–‘‡†°…‘•—Ž–ƒ„‹Ž‡†ƒ’ƒ”–‡†‡‰Ž‹•–—†‹‘•‹Ǥ‘•‹•–‡‹ƒ—–‘‰”ƒϐ‹†‡ŽŽ‡‘’‡”‡ǡƒ’’—–‹ǡ diari, epistolari (relativi a Elio Bartolini, Francesco Burdin, Manlio Cecovini, Francesco de Grisogono, Fabio Doplicher, Enrico Elia, Antonio Fonda Savio, Ferruccio Fölkel, Gerti Frankl Tolazzi, Oliviero Honoré Bianchi, Geda Jacolutti, Lalla Kezich, Vito Levi, Marisa Madieri, Claudio Magris, Biagio Marin, Vladimiro Miletti, Elody Oblath, Bruno Pincherle, Scipio Slataper, Giani Stuparich, Giorgio Voghera), in alcuni Fondi bibliotecari (le biblioteche di Scipio Slataper, Dario de Tuoni, Antonio Fonda Savio, Bruno Maier, Claudio H. Martelli), e in un cospicuo —‡”‘ †‹ “—ƒ†”‹ ‡ ƒ–‡”‹ƒŽ‡ ‹…‘‘‰”ƒϐ‹…‘ †‹ ˜ƒ”‹ƒ ƒ–—”ƒ ȋ…‘’”‡•‘ ’”‹…‹’ƒŽ‡–‡ ‡Ž ‘†‘–‘‹‘ ‘†ƒƒ˜‹‘ǡ…‘ŽŽ‡œ‹‘‹•–ƒ†‹†‹’‹–‹ǡ•–ƒ’‡ǡ…ƒ”–‡‰‡‘‰”ƒϐ‹…Ї‡†‘…—‡–‹ storici di varie epoche). La presente collana intende valorizzare questo materiale pubblicando scritti presenti nell’Archivio, con la supervisione e la cura di specialisti della materia.

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EUT EDIZIONI UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Un mitteleuropeo

d’oltreoceano

Studi su Juan Octavio Prenz

a cura di

Sergia Adamo

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5

Sommario

Sergia Adamo

9 Un mitteleuropeo d’oltreoceano:

introduzione agli studi su Juan Octavio Prenz

Claudio Magris

13 Per Octavio, un anno dopo   ‘”†ƒƒ*‹”Œƒ‹©

15 Le rivelazioni quotidiane Ana Cecilia Prenz Kopušar 25 Milanesas y empanadas, ovvero,

ricordi transatlantici sulle traduzioni

  ‘”†ƒƒ*‹”Œƒ‹©‡ —ƒ…–ƒ˜‹‘”‡œ 41 Il console e la declamatrice

Elvio Guagnini

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6

Blas Matamoro 65 Elogio del lenguaraz 69 Betina Lilián Prenz

Prenz, entre el sistema y la travesura lingüística Daniel-Henri Pageaux

85 Omaggio e saluto temporaneo a Juan Octavio Prenz Miran Košuta

93 Che le ali mettano radici e le radici volino Gianni Ferracuti

97 Solo los árboles tienen raíces Ottavio Di Grazia

105 Le nostre conversazioni:

J. L. Borges e la scrittura di J. O. Prenz

Giuseppe Grilli

121 Scrivere per andare avanti:

el camino se hace al andar

Paolo Quazzolo 131 Un ricordo

Marko Kravos

135 Per Juan Octavio Prenz Sergia Adamo

139 «Il mondo è grande e ci sono spazi dove la vita è possibile»:

la letteratura secondo Juan Octavio Prenz

Omar Lara

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7

  ĕĕĊēĉĎĈĊ

155 Immagini conservate presso l’Archivio degli scrittori e della cultura

regionale

ʒˑ˓ˇ˃ː˃ʽˋ˓ˬ˃ːˋ˱ǡʤ˖˃ːʝˍ˕˃˅ˋˑʞ˓ˈː˔

159 ʙˑːˊ˖ˎˋ˓ˈ˙ˋ˕˃˕ˑ˓ˍ˃   ‘”†ƒƒ*‹”Œƒ‹©

177 Las revelaciones cotidianas Blas Matamoro

187 Elogio del lenguaraz Daniel-Henri Pageaux

191 Homenaje y despedida provisional a Juan Octavio Prenz

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Che le ali mettano radici

e le radici volino

MIRAN KOŠUTA

Quand’ebbi il piacere e l’onore di incontrarlo a Trieste per la prima volta da collega universitario – complice l’indimenticabile Giovanna Trisolini e qualche piatto di sardoni panai alla trattoria Il Salvagente ԟǡ†‹…–ƒ˜‹‘‹Šƒ•—„‹–‘…‘Ž’‹–‘Žƒƒ–—”ƒŽ‡‘••‹‘”‹…‹–à, l’armonica paradossalità. Era infatti un vivo connubio di apparenti contraddizioni: ‡–‡ ’‹…ƒ”‡•…ƒǡ ˜—Ž…ƒ‹…ƒǡ ˆ”‹œœƒ–‡ǡ ƒ ’‘•ƒ–ƒǡ ϐއƒ–‹…ƒ ’‹’ƒ ƒŽŽƒ ‹‡‘ǡ ’ƒ••‹‘ƒŽ‡ ’‘‡–ƒ ‡ ”‹ϐއ••‹˜‘ ‡”—†‹–ƒǡ ‡”‹…ƒ ƒ–‹ƒ ‡ ‹––‡Ž‡—”‘’ƒǡ–ƒ‰‘‡˜ƒŽœ‡”ǡƒ”‰‡–‹‘‡‹–ƒŽ‹ƒ‘‡Œ—‰‘•Žƒ˜‘‡‹•–”‹ƒ‘ e triestino e tanto altro ancora... Insomma: Prenz era tutto radici e vento, come ne avrebbe condensato l’essenza spirituale il sodale di ˜‡”•‘ ƒŒ‡–ƒ ‘˜‹«, autore nel 1961 di una raccolta dall’altrettanto ossimorico titolo di Korenine vetra (Radici del vento).

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Ž–‹‘ ‹ ‘”†‹‡ †‹ –‡’‘ǡ ‹Ž Ž‹„”‘ •‹ ƒˆϐ‹ƒ…ƒ ƒŽŽ‡ ‰‹à apprezzate traduzioni che hanno fatto conoscere Juan Octavio Prenz ai posteri di Cankar. In primis, ovviamente, come poeta. Tra queste ambasciatrici della lirica prenziana va data particolare menzione almeno della silloge più rappresentativa, Prostodušne malenkosti-Libertades mínimas, uscita nel ʹͲͲ͵ƒ”‘•—’ŽŒ‡’‡”‹–‹’‹†‹‘†‡ƒ…‘Žƒ–”ƒ†—œ‹‘‡‡Žƒ’”‡ˆƒœ‹‘‡ di Marko Kravos. Ma non andrebbero trascurate neppure le antologie o le edizioni miscellanee slovene di vario genere, implementate dal verbo އ––‡”ƒ”‹‘†‹…–ƒ˜‹‘ǡ…‘‡ƒ†‡•‡’‹‘‡Žͳͻͻͷ‹ŽϐŽ‘”‹Ž‡‰‹‘†‡Žˆ‡•–‹˜ƒŽ letterario internazionale Vilenica, organizzato ogni anno sul Carso triestino dalla Società degli scrittori sloveni, che ha avuto dal 1986 in poi tra i suoi prestigiosi ospiti, oltre a Prenz, anche premi Nobel quali WisÏawa Szymborska, Olga Tokarczuk o Peter Handke.

Posti sul piatto di un’ipotetica bilancia ricezionale, molto più numerosi e consistenti di quelli traduttivi ricevuti risultano tuttavia i doni letterari elargiti a piene mani da Juan Octavio Prenz tanto alla cultura slovena quanto alle altre culture dell’ex-Jugoslavia. Non solo nei panni di traduttore ma anche in quelli di critico, saggista o professore. Sappiamo: è stato docente —‹˜‡”•‹–ƒ”‹‘†‹އ––‡”ƒ–—”ƒ•’ƒ‰‘Žƒ’”‹ƒƒ‡Ž‰”ƒ†‘ǡ’‘‹ƒŒ—„ŽŒƒƒǢŠƒ …‘–”‹„—‹–‘•‹‰‹ϐ‹…ƒ–‹˜ƒ‡–‡…‘•–—†‹ǡ…”‹–‹…Їǡ’”‡ˆƒœ‹‘‹ǡ”‡…‡•‹‘‹‘ ‘‘‰”ƒϐ‹‡“—ƒŽ‹Literatura Españ‘Žƒ‡Š‹•’ƒ‘ƒ‡”‹…ƒƒ౶1 allo sviluppo

†‡ŽŽǯ‹•’ƒ‹•–‹…ƒ•Ž‘˜‡ƒ‡ǡ’”‹ƒƒ…‘”ƒǡ†‹“—‡ŽŽƒŒ—‰‘•Žƒ˜ƒǢŠƒ…—”ƒ–‘˜ƒ”‹‡ antologie di poesia spagnola o, specularmente, di poesia dell’ex-Jugoslavia in traduzione spagnola, tra le quali spicca già nel 1977 la pionieristica

Poetas contemporaneos de Yugoslavia…ЇŠƒ‡†‹ƒ–‘ϐ‹‘ƒŽŽƒ’‡”—˜‹ƒƒ

Lima il meglio dell’allora moderna lirica slava nei Balcani.

Ma è da Hermes traduttivo, da magrelliano “traslocatore” del verbo ’‘‡–‹…‘…Ї —ƒ…–ƒ˜‹‘”‡œŠƒ†‹•’‡•ƒ–‘ϐ‹‘”ƒƒŽŽ‡އ––‡”‡•Ž‘˜‡‡ doni di alto rilievo artistico. Non fosse per lui e le sue creative riscritture †‡‹ Ž‘”‘ ˜‡”•‹ǡ ƒ—–‘”‹ ˆ‘†ƒ‡–ƒŽ‹ …‘‡ ‘Œœ‡ ”ƒƒ”ǡ ƒ‡œ ‡ƒ”–ǡ ƒ‡ƒŒ…ǡ”‡‰‘”–”‹šƒǡƒŒ‡–ƒ‘˜‹«, Tone Pav«ek, Ciril Zlobec, Marko Kravos e molti altri non avrebbero ancora, come invece hanno, voce e risonanza spagnola. Così come latiterebbe nella lingua di Neruda e Borges il musicalissimo, ma impegnativo canto del massimo poeta sloveno, il romantico France Prešeren, reso nel 2003 dal rispettoso e intrepido Prenz nell’interezza della sua opera e del suo sembiante semantico-formale, con dunque tutta la sua complessa interazione tra pomen e zvenǡ•‹‰‹ϐ‹…ƒ–‘

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95 e suono. Perché –”ƒ•’‘‡†‘’‘‡•‹ƒԟ’‡”‘”‹•Ǥ‘˜ƒ‹†‹••‘Ž—„‹Ž‡

ƒƒŽ‰ƒƒ†‹•‹‰‹ϐ‹…ƒ–‘‡•—‘‘ƒ’’—–‘ԟ‘……‘””‡«condensar y respetar aspectos formales del original», come ha ben consigliato l’assonante Octavio nell’articolo Traducir a France Prešeren.

A questa già copiosa messe traduttiva e autoriale, maturata dalle pendici del Triglav al Vardar, si è ƒˆϐ‹ƒ…ƒ–‘ †‹ ”‡…‡–‡ ‹Ž …‹–ƒ–‘ Ž‹„”‘

Samo drevesa imajo korenine, versione slovena di Solo los árboles tienen raíces. Un’opera che ha fatto apprezzare ai vicini lettori per la prima

volta anche il talento narrativo di Juan Octavio Prenz. Dopo La favola di

Innocenzo Onesto, il decapitato (1990) e Il signor Kreck (2006), ancora

in attesa della loro auspicabile traduzione slovena, la sua terza prova romanzesca appare forse la più consonante per temi e sensibilità al contiguo lettore. Gli parla infatti di volti, vite, destini, eventi ben radicati anche nell’immaginario storico e culturale sloveno: il comune passato ƒ—•–”‘—‰ƒ”‹…‘ǡ Žƒ …‘’‘•‹–ƒǡ ’Ž—”‹ƒǡ ‹†‡ϐ‹‹–ƒ ‹†‡–‹–à istriana di frontiera, l’emigrazione in Argentina che ha coinvolto nel Novecento con la famiglia Croce, Kriā, Kreuz o Cruz pure decine di migliaia di sloveni, prima per ragioni economiche, poi per motivi politici.

Così, nell’effervescente, picaresco e godibilissimo narrato di Prenz, il brulicante microcosmo umano di Ensenada de Barragán si rivela in realtà un metaforico macrocosmo: un theatrum mundi, un caleidoscopio dell’intero universo in cui trovano naturale collocazione anche piccoli ƒ •‹‰‹ϐ‹…ƒ–‹˜‹ ˆ”ƒ‡–‹ †‹ •Ž‘˜‡‹–à. Non stenta il lettore di Samo

drevesa imajo korenine a riconoscersi perciò ”‹ϐއ••‘ǡ •’‡……Š‹ƒ–‘ǡ …‘‡

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