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PRIMA SEGNALAZIONE IN ITALIA DI CLINOSTOMUM SPP. IN PESCE PERSICO (PERCA FLUVIATILIS) NEL LAGO DI ENDINE (BERGAMO)

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Atti del

XXIV CONVEGNO

NAZIONALE S.I.P.I.

Società Italiana di Patologia Ittica

TORINO, 11-13 ottobre 2018

Castello del Valentino

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PRIMA SEGNALAZIONE IN ITALIA DI CLINOSTOMUM SPP. IN PESCE PERSICO (PERCA FLUVIATILIS) NEL LAGO DI ENDINE (BERGAMO)

Menconi V.1, Riina M.V.1, Pastorino P.1, Cortinovis L.2, Acutis P.L.1, Prearo M.1

1Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Torino; 2Medico Veterinario, Bergamo

Il lago di Endine si trova nell’alta Val Cavallina in provincia di Bergamo e viene classificato come lago glaciale, caratterizzato da una profondità media particolarmente bassa di 5,1 metri. Il lago, con una tipica forma allungata, è situato a 340 s.l.m. ed è alimentato da numerosi torrenti montani; presenta un unico emissario, il fiume Cherio. Nel lago di Endine sono presenti numerose specie ittiche, infatti riveste una particolare attrazione per le attività alieutiche. La specie ittica maggiormente pregiata è rappresentata dal pesce persico (Perca fluviatilis) che entra nel ciclo biologico di alcune zoonosi parassitarie dulciacquicole di notevole interesse come la difillobotriasi e la clinostomosi. Quest’ultima rappresenta una possibile zoonosi dove non sono ancora stati registrati casi umani in Italia; infatti, nel ciclo biologico dei Clinostomatidi l'uomo può fungere da ospite accidentale, consumando preparazioni a base di pesce crudo o poco cotto infestato. La malattia nell’uomo è stata segnalata per la prima volta in Corea nel 1995 e successivamente in Giappone ed Israele. La clinostomosi umana si manifesta con faringiti, laringiti e dolori a carico della gola, dove il parassita si può localizzare causando anche fenomeni ulcerativi. Nel ciclo biologico, i trematodi adulti si localizzano a livello di bocca/gola in alcune specie di uccelli ittiofagi; le uova eliminate in ambiente acquatico schiudono liberando il miracidio che nuotando attivamente raggiunge un mollusco gasteropode. Il parassita all'interno dei gasteropodi compie diverse fasi di sviluppo fino lo stadio di cercarie che rappresentano lo stadio infettante per gli ospiti ittici, in cui penetrando attivamente, sviluppano lo stadio di metacercaria.

Il presente studio riporta i dati preliminari di un monitoraggio volto a valutare lo stato sanitario delle specie ittiche presenti nel lago di Endine. Il primo campionamento è stato eseguito nel settembre 2018, con il prelievo di 30 pesci persico trasportati in laboratorio subito dopo la pesca in contenitori termici. I pesci sono stati sottoposti ad esame parassitologico generale con particolare attenzione alla ricerca di parassiti nelle masse muscolari tramite sfilettamento. L'esame macroscopico delle masse muscolari ha evidenziato la presenza di cisti biancastre del diametro di circa 2 mm contenenti una metacercaria. La prevalenza riscontrata è stata del 26,6% (8 pesci infestati su 30 analizzati) con un’intensità di infestazione media di 1,25 (max 3 - min 1) parassiti per ospite. I parassiti trovati sono stati excistati e fissati in alcool 70°C: due metacercarie sono state congelate e sottoposte a identificazione genetica di specie mediante sequenziamento diretto del gene che codifica per la citocromo ossidasi subunità I (COI), impiegato quale marcatore biomolecolare.

Dai precedenti monitoraggi sanitari nei laghi subalpini, condotti dal nostro gruppo di ricerca, non sono mai stati isolati dei digenei Clinostomatidi in fauna ittica lacustre; inoltre, dalla bibliografia consultata non vengono descritte infestazioni da metacercarie di Clinostomum spp. in Perca

fluviatilis. Il lago di Endine rappresenta un’attrazione per la pesca sportiva ed il pesce persico, nei

paesi rivieraschi, viene comunemente consumato come carpaccio; associando questi fattori ai valori di prevalenza ottenuti, il rischio zoonotico diventa tangibile e porta alla necessità di programmare campionamenti successivi per evidenziare il reale rischio. La valutazione del grado di infestazione della fauna ittica lacustre anche nei bacini minori resta un punto focale nella gestione del rischio per parassiti zoonotici dulciacquicoli che rappresentano attualmente delle patologie neglette, ancora poco conosciute sia da parte dei consumatori che da parte degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale. Urge una maggiore conoscenza di tale problematica per una sua gestione più consapevole.

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