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volume 20, numero 3, 2005 RELAZIONI

Microbiologia Medica 122

S8.4

APPROCCIO DIAGNOSTICO ALLA PATOLOGIA NEUROLOGICA VIRALE ACUTA

Pauri P.

U.O. Virologia, Azienda Ospedaliero

- Universitaria Ospedali Riuniti, via Conca 71, 60022 Ancona

È ormai ampiamente dimostrato che una diagnostica eziologica rapida delle patologie neurologiche acute virali del Sistema Nervoso Centrale ha una ricaduta positiva sulla gestione del paziente individuale, oltre ad essere efficace dal punto di vista dei costi-benefici, in quanto permette una terapia antivirale specifica, riducendo anche il ricorso ad una serie di prestazioni costose (TC, RMN), l’uso di terapie empiriche ed eventualmente la durata della degenza, in caso di pro-gnosi tendenzialmente favorevole (TOSV, EV). Dopo le prime entusiasmanti applicazioni della PCR su liquor negli anni ‘90, oggi esiste consenso in lette-ratura nel ritenere che i metodi molecolari, ed in parti-colare la PCR, sono ormai diventati il gold standard per la diagnosi di queste forme. Sono anche entrate nell’uso corrente diverse varianti della PCR classica one-step, come la nested (TOSV, EV), la duplex/multi-plex, la consensus (erpetici), con lo scopo di aumenta-re la sensibilità e specificità, risparmiaaumenta-re aumenta-reagenti, effettuare uno screening rapido contemporaneamente per più agenti virali. Le tecniche real-time recente-mente introdotte, che permettono lo studio della carica virale nel liquor, sono utili sia a scopo prognostico che per monitorare l’effetto della terapia antivirale (HSV, VZ, CMV, HIV).

La misurazione della produzione intratecale di anticor-pi è ancora considerata un valido approccio, anche se tardivo (10-12 giorni dall’esordio dei sintomi), da uti-lizzare come conferma dei metodi molecolari. Nell’epoca della Medicina basata sulle Evidenze (EBM) è necessario che il microbiologo clinico cono-sca la sensibilità e specificità dei metodi molecolari utilizzati e il valore predittivo in termini di rapporti di verosimiglianza (LR), allo scopo di fornire allo specia-lista clinico richiedente una probabilità post-test revi-sionata sulla base delle performances dei test utilizza-ti. Infatti le caratteristiche di sensibilità e specificità ancora non ottimali dei metodi molecolari non permet-tono di escludere, in pazienti con alta probabilità pre-test di meningo-encefalite sulla base di dati clinici e RMN, un ruolo eziologico dell’agente ricercato, in caso di negatività su liquor.

Il ruolo del microbiologo clinico è inoltre cruciale all’interno della implementazione locale di Linee Guida per la costruzione di Percorsi assistenziali

con-divisi con i diversi specialisti coinvolti nella gestione del paziente.

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