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Dl lavoro, Pd e governo spaccati. Intanto è allarme cassa 

integrazione

di Adolfo Spezzaferro | 31 marzo 2014 | lavoro | 0 commenti  Sul fronte del lavoro la situazione è critica. In  attesa che il governo Renzi incassi il parere del  Parlamento sul suo progetto di rilancio del settore  – giovedì alla Camera in commissione Lavoro si  svolgerà l’audizione informale di Andrea  Fumagalli, Donata Gottardi, Valerio Speziale,  Michele Tiraboschi, Tiziano Treu, nell’ambito  dell’esame del disegno di legge C. 2208 governo,  Dl 34/2014, disposizion i urgenti per favorire il  rilancio dell’occupazione e per la semplificazione  degli adempimenti a carico delle imprese – , i  numeri sono allarmanti. Infatti, se si supera la cassa integrazione in  deroga, come ha annunciato di voler fare il governo, e tutti i lavoratori in cigd perderanno il lavoro ci saranno  almeno 130 mila nuovi lavoratori disoccupati. È l’allarme lanciato dall’associazione Lavoro&Welfare che  promuove per domani un momento di riflessione su “La cassa integrazione: che cos’è, come funziona, chi la  finanzia, come si può riformare”, le cui conclusioni sono affidate proprio al presidente della commissione  Lavoro di Montecitorio Cesare Damiano. Nel documento elaborato per l’occasione si ripercorre il funzionamento degli ammortizzatori sociali  paragonando il modello italiano con la normativa degli altri Paesi europei. “L’importo totale delle prestazioni  erogate durante l’anno 2012 per trattamenti di integrazione salariale straordinaria in deroga­ si legge –  ammonta a 815 milioni di euro, la copertura per la contribuzione figurativa è pari a 691 milioni di euro e i  contributi incassati risultano di 35 milioni di euro. La media Ue dei contributi versati da datori di lavoro e  lavoratori e’ del 56,8% del totale delle entrate dei sistemi di protezione, mentre il finanziamento pubblico  rappresenta il 39,1%. In Italia la quota di risorse pubbliche è più alta e rappresenta il 43,8% e l’incidenza dei  contributi sociali è pari al 54,4%: più nel dettaglio, si legge nel documento, i contributi a carico dei datori di  lavoro rappresentano il 39% (oltre la media Ue del 36,7%) mentre quelli a carico dei lavoratori è del 15,6%  (media Ue 20,1%). L’Italia per la spesa per gli ammortizzatori “si colloca all’ultimo posto dei paesi piu’ sviluppati”, ma in rapporto al  Pil la spesa risulta nella media europea. Bassi risultano invece gli investimenti nei sussidi di disoccupazione:  la spesa in Italia è pari allo 0,8% del Pil, quando la media Ue è del 1,7%. Lavoro &Società rileva poi che le ore  di cassa degli anni della crisi (2008­2013) evidenziano che lo spessore della crisi è “il più profondo di sempre  dalla nascita della Repubblica “e che il ruolo di compensazione della cassa integrazione “ha funzionato,  sostenendo lavoratori e imprese. I lavoratori coinvolti hanno avuto una decurtazione del proprio salario intorno a  ottomila euro l’anno ciascuno al netto delle tasse e il sistema economico ha dovuto rinunciare a circa quattro  miliardi l’anno. ­­­ RICEVI IL GIORNALE VIA E­MAIL, clicca su ­­­

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Insomma, tirando le conclusioni, il ruolo della cassa “è stato positivo” e quella in deroga ha permesso di  intervenire “in situazioni economiche gravi in settori non coperti dalla normativa della cigs”. Inoltre “il sistema di  protezione sociale nel nostro Paese non presenta un costo maggiore rispetto al resto dei Paesi Ue”. Intanto non mancano forti attriti tra i partiti di coalizione. A seguito dei forti mal di pancia interni al Pd, Renzi  potrebbe rivedere alcune norme del dl, fatto che ovviamente non va giù al Nuovo centro destra. Pertanto, trovare la quadra sul lavoro sarà un banco di prova importante per la tenuta di un esecutivo delle  larghe intese sempre più a firma Renzi piuttosto che Pd­Ncd.

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