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HotHouse Platform that encourages new relationships with tamed environments through art research www.hothouseseries.com

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Academic year: 2021

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HotHouse

Platform that encourages new relationships with tamed environments through art research

www.hothouseseries.com

HotHouse è un progetto fondato nel 2018 da Giovanna Repetto che, partendo dalla propria ricerca legata al paesaggio, riflette sulle potenzialità e sui limiti della natura addomesticata.

Il progetto ruota attorno alla struttura dell’orto botanico, con focus sulla serra, quale custode e rappresentante della massima espressione dell’artificiale nella sua corsa all’imitazione del reale. Tali architetture hanno infatti reso possibile la nascita di paesaggi ibridi trasportando flore di diversi climi in uno spazio condiviso: piccole enclave naturali all’interno delle città, delicati ecosistemi a sé stanti, tenuti in vita da botanici, giardinieri e macchine. HotHouse si sviluppa partendo dalle caratteristiche del sito che lo ospita: l’orto botanico; in apparenza cristallizzato, si rivela in costante e lento cambiamento, luogo di evolu- zione e di ibridazione accelerata, parallela. Il progetto si inserisce allora come piattaforma per la ricerca artistica favorendo nuovi linguaggi e interazioni che, tramite la metodologia sperimentale, trasformano l’orto in un luogo di discussione interdisciplinare aperta oltre i limiti architettonici delle serre.

Se la diffusione degli orti botanici ha raggiunto un così vasto numero di centri urbani, presentando in ognuno di essi flore considerate addomesticate, è allora possibile che tali paesaggi atopici diventino in futuro le uniche –  e ultime – tracce dell’archeologia del paesaggio? Attraverso il progetto si vuole perciò guardare agli orti botanici come a dei paesaggi fantastici che, tramite le serre, permettono la convivenza di esemplari tropicali, desertici o alpini in spazi distanti pochi centimetri tra loro. L’orto botanico diventa una soglia tra reale e irreale, tra interno ed esterno, tra due mondi che coesistono autonomamente, isolati l’uno dall’altro per mezzo della struttura architettonica della serra che ne delimita lo spazio e ne blocca lo scorrere del tempo nelle loro forme di distanze geografiche e di stagioni.

Da queste premesse muove HotHouse, portando artisti contemporanei a riflettere su temi come natura artificiale, dislocazione, enclave e innesto all’interno degli orti botanici, la cui storia può essere integrata e interpretata attraverso una nuova dialettica; viene così proposta al pubblico un’altra visione del concetto di paesaggio oggi, quale risultato della sua decontestualizzazione, del rapporto uomo-natura e delle criticità marcatamente contemporanee che minacciano l’ambiente in cui viviamo. Il progetto si articola in una serie di mostre composte da installazioni temporanee e da performance di artisti che entrano in dialogo sia con gli orti e la loro storia, sia con i ricercatori e i botanici che in essi lavorano.

Per maggiori info

www.hothouseseries.com info@hothouseseries.com Instagram: @hothouse_series Facebook: facebook.com/hothouseseries/ Giovanna Repetto (Padova, 1990) è artista visiva e curatrice;

vive e lavora a Torino.

Dopo la laurea in Progettazione e Gestione dei Beni Culturali presso l’Università di Padova ha conseguito il diploma in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA, Milano). Ha lavorato presso il Museo di Scienze Archeologiche e d’Arte di Padova, ha collaborato con riviste di settore come ATP Diary come assistente editoriale e coordinando la redazione di Artissima Live (Torino). Come curatrice ha collaborato con il progetto Dolomiti Contemporanee (Belluno) e fa parte del team curatoriale del Live Programme di DAMA (Torino). Dal 2014 ad oggi ha fondato e porta avanti una serie di progetti indipendenti quali: Immaginarioproject (2014), PALCO (2016) e HotHouse (2018).

I suoi lavori sono stati esposti in istituzioni quali Fondazione Francesco Fabbri (Treviso), Isola Art Center (Milano) e Frigoriferi Milanesi (Milano).

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HotHouse #1

Les Doigts En Fleur

Marina Cavadini

La prima mostra proposta da HotHouse si sviluppa negli spazi dell’Orto Botanico di Torino e si intitola “Les Doigts En Fleur”, primo solo show dell’artista Marina Cavadini, curata da Giovanna Repetto.

L’approccio interdisciplinare e sperimentale dell’artista si presta per avviare un dialogo tra il progetto e il contesto degli orti botanici: la sua pratica presenta così per

l’occasione un’interazione sia con le specie vegetali sia con gli elementi architettonici delle serre presenti nel sito. Il Giardino dell’orto botanico, le Serre Tropicale, delle Succulente e del Sud Africa, oltre alla nuova Serra di Mol- tiplicazione, divengono perciò teatro della performance prevista per l’opening di “Les Doigts En Fleur” e per la video installazione disponibile per tutto il periodo di apertura della mostra.

L’artista ha scelto alcuni elementi architettonici con cui relazionarsi e ha individuato una selezione di piante presenti all’interno dell’orto botanico di cui ha campionato i colori e studiato le specifiche caratteristiche. Il tipo di rapporto che si va ad instaurare con l’ambiente-serra è di tipo simbiotico e la sua restituzione sono delle

immagini mimetiche, in cui entità organiche e inorganiche, umane e non umane si compenetrano, sia attraverso il contatto sia attraverso il camouflage.

In “Les Doigts En Fleur” – letteralmente “Le Dita In Fiore” –  le dita fioriscono, sfumano e diventano spine, diventano foglia attraverso una collezione di accessori in lattice, lycra, tulle e silicone. Un tableau vivant attiva così l’interazione con la flora e l’architettura dell’Orto Botanico di Torino. Il lavoro dell’artista diviene connettore e dispositivo per attuare una forma di contaminazione reciproca. Attraverso dei picchi di tensione crea delle pulsioni che seducono e attraggono al pari della scoperta di un nuovo fiore. Questa logica fa parte di un processo che viene presto rivolto a tutto ciò che si può percepire all’interno dell’orto botanico. L’interazione dei performer suggerisce un nuovo modo di guardare e sentire il paesaggio, accompagna lo spetta- tore attraverso le serre a temperature diverse per poi farlo tornare negli spazi aperti che, da contesto silente, divengono ora coprotagonisti di una dialettica sensoriale.

Per maggiori info

www.hothouseseries.com info@hothouseseries.com

Con il patrocinio di Maggior sostenitore

In collaborazione con

Progetto grafico a cura di Dallas Con il sostegno di

Instagram: @hothouse_series Facebook: facebook.com/hothouseseries/ Marina Cavadini (Milano, 1988) è un’artista interdisciplinare che lavora tra Chicago e Milano. Ha conseguito una laurea triennale in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, una laurea specia- listica (con lode) in Arti Visive e Studi Curatoriali presso NABA di Milano ed una laurea magistrale in scultura presso la School of the Art Institute di Chicago. Marina è assegnataria della Eldon Danhausen Fellowship for Sculpture (2017). Ha ricevuto borse di studio da Ox-Bow (2017) e dalla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano –  Dalla memoria alla materia Award (2013). Le sue opere sono state esposte in istituzioni quali Sullivan Galleries (Chicago, IL), Hyde Park Center (Chicago, IL), Joan Flasch Artists’ Book Collection (Chicago, IL), In/habit roving art series (Chicago, IL), La Triennale di Milano (Milan, IT), Parco Arte Vivente (Turin, IT), Isola Art Center (Milan, IT), 77 (Milan, IT), Palazzo dei Giureconsulti (Milan, IT), e Frigoriferi Milanesi (Milan, IT).

Performer: Alberto Nidola, Arianna Spada, Bea Viinamäki, Chiara Talarico, DEMETRA (Dimitri Gadaldi), Francesca Mariano, Bikaï Giada Ngo hell, Ginevra Ghiaroni, Giorgia Castellano, Giulia Kapelanczyk, Jing Li, Mara Roberto, Mariacristina Cavagnoli, Mattia Giordano, Michelangela Battistella, Olga Canavesio, Yu Tian, Zhou Yixue.

La mostra, scelta anche per rappresentare l’orto torinese in occasione del Fascination of Plants Day 2019, durante l’opening del 18 maggio presenta una performance dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

“Les Doigts En Fleur” rimane poi aperta fino al 18 giugno proponendo un’installazione video all’interno della nuova Serra di Moltiplicazione. La mostra è visitabile secondo i normali orari di apertura dell’Orto Botanico di Torino: da lunedì a venerdì in orario 9-12, sabato

pomeriggio in orario 15-19 e domenica e festivi in orario 10-13 e 15-19. Per visitare la mostra è previsto il biglietto d’ingresso all’Orto Botanico, gratuito nella sola data dell’opening.

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