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CAPITOLO III FRAMMENTI DECORATI

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Academic year: 2021

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CAPITOLO III

FRAMMENTI DECORATI

I frammenti decorati coprono una piccola percentuale del campione studiato. Si possono distinguere alcune categorie.

III.1. Decorazioni impresse

La decorazione impressa è rappresentata da un unico esemplare numero 78 (Fig.8 e Fig. 2 a, tav. 2), ovvero due frammenti contigui (orlo e parete): esso presenta sulla parete esterna dell’olla , circa 1 cm al di sotto dell’orlo, due impressioni digitali di dimensioni non perfettamente omogenee; si può ritenere che queste impressioni, rappresentino un perpetuarsi di un’antichissima tradizione decorativa, in linea con quanto è stato più volte osservato circa la ceramica

comune, ovvero il suo riproporre (e riattualizzare) Fig.8 forme e motivi di lontana ascendenza.

III.2 Decorazioni plastiche

Questa categoria è rappresentata da tre frammenti appartenenti a due ollette: la numero 44 (Fig.9 e Fig. 4 a, tav. 4) presenta due bugnette applicate sulla parete esterna al di sotto dell’orlo, mentre la numero 64 (Fig.10 e Fig.4 b, tav. 4) una bugnetta in una posizione similare.

Questi esemplari possono essere verosimilmente ricondotti ad una categoria ben nota a Populonia, ovvero quella delle olle con tre bugne (o tratti verticali); essa comprende olle di dimensioni diverse (in molti casi con un’altezza compresa tra 7 e 10 cm), di forma globulare od ovoide, con orlo ingrossato o meno e a profilo arrotondato, fondo piatto o leggermente concavo e le tre bugne applicate sulla spalla (talvolta, in alternativa, tre tratti verticali ravvicinati incisi). Esemplari di questo tipo sono diffusi quasi esclusivamente a Populonia e nel suo comprensorio (per esempio tre, tornite, provengono da Quercianella) e per questo motivo si è portati a credere che si tratti di una produzione esclusiva della metropoli etrusca.

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Sono state avanzate diverse interpretazioni. Data la ricorrenza per le bugne (o i tratti) del numero tre e tenuto conto del fatto che le olle sono tutte di forma simile e di dimensioni scalate, esse potrebbero rappresentare un sistema di misurazione di peso o di capacità; in questo caso quindi le bugne non sarebbero altro che un’unità di misura.

Fig.9 Fig.10

Le bugne possono essere spiegate anche come una sorta di segno distintivo della produzione di questi vasi o come un contrassegno del loro

contenuto.27

L’attribuzione dei due esemplari alla categoria appena descritta si basa su una serie di osservazioni.

E’ vero che non sono verificabili alcune delle caratteristiche tipiche di questa classe (come per esempio la forma del corpo); però, soprattutto per quanto riguarda l’olletta numero 44, (essendosi conservata di questa una porzione più ampia di parete), è lecito ipotizzare che si trattasse di un vaso di dimensioni piuttosto contenute e di forma globulare. Per nessuno dei frammenti sono attestate bugne in numero di tre e questo potrebbe far nascere dei dubbi circa la loro appartenenza alla categoria sopra descritta: tuttavia si può ragionevolmente affermare che la mancanza di due bugne nel primo caso e di una nel secondo sia dovuto semplicemente alla conservazione di una parte abbastanza esigua del corpo del vaso e quindi alla conseguente perdita di parte del motivo decorativo originario. Inoltre il contesto di rinvenimento, cioè il quartiere industriale, luogo votato ad attività non solo minerarie ma anche artigianali e produttive, e l’impasto

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grezzo, che qualifica questi vasi come ceramiche d’uso, potrebbero

confermare tale interpretazione.

III.3 Contrassegni alfabetici

Questa categoria comprende sigle e segni alfabetici incisi sulle pareti, sull’orlo, sul piede o sul fondo interno di olle e ciotole-coperchio.

III.3.1 Segni alfabetici isolati

L’uso di contrassegnare i vasi con segni alfabetici è attestato fin dal VII- inizi VI sec a.C.: è quindi un fenomeno di lunga durata per il quale tuttavia ancora non si è giunti ad una spiegazione univoca. Soprattutto per quanto riguarda le età più antiche esso potrebbe essere correlato ad una volontà di esibire, anche solo con lettere singole, la padronanza della scrittura, non generalizzata e per questo caricata di un’aurea di prestigio ed investita di connotazioni magiche, religiose, oscure. Le lettere incise potrebbero anche essere frutto di un’esercitazione pratica di scrittura oppure di incisione e quindi in qualche modo uno strumento didattico. Non mancano interpretazioni di ordine più pratico. Le lettere, realizzate come elementi fissi di una sequenza, potrebbero essere state utilizzate: come segni distintivi di proprietà o di una particolare produzione vascolare; per il conteggio dei vasi o di carichi di oggetti; come unità di misura di capacità, con una corrispondenza di ogni segno ad un numero; per facilitare il montaggio di oggetti complessi.28

Sulla parete esterna dell’olla numero 33 (Fig.11 e Fig. 8 b, tav. 8), in corrispondenza dell’orlo, si osserva un segno a tridente inciso, corrispondente alla lettera χ. L’uso di incidere questo segno alfabetico isolato sulla parete o sul fondo dei vasi è attestato in tutta l’Etruria, da nord a sud. A Gravisca si trova su una ciotola acroma, ma anche su fondi

e piedi di vasi in bucchero e in bucchero grigio, sul piede di un cratere

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