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Attuazione del Recovery Plan: semplificazione, subito, non deregulation. Il documento-appello di 80 sindaci

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Academic year: 2022

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Un’Italia più semplice per la rinascita Documento dei sindaci

La sfida dei prossimi mesi per l’Italia si può riassumere in una sola parola: velocità. Dovremo saper impiegare in tempi rapidi i fondi a disposizione per la rinascita economica e sociale del Paese.

È fondamentale, per una forza riformista come il Partito Democratico, diventare il motore politico di un Paese più semplice e più veloce.

Sta a noi dimostrare che il rispetto delle regole può e deve convivere con la semplicità e il dinamismo; sta a noi capire che la velocità, soprattutto in questo periodo storico, è democratica.

Del resto lo stiamo vedendo nella campagna di vaccinazione: i paesi più veloci recuperano prima la libertà, riprendono a crescere e sostengono così l’occupazione. Vediamo anche che le ingiustizie globali e la lentezza nell’approvvigionamento dei vaccini sta creando un mondo a diverse velocità e ciò aumenterà le diseguaglianze e creerà nuove tensioni, legate soprattutto all’aumento dei flussi migratori.

L’Italia ha una mole impressionante di risorse da spendere per gli investimenti pubblici e privati: Pnrr, risorse europee 2021-2027, residui delle risorse europee 2014-2020, fondo di coesione, bilancio ordinario dello Stato, accordi di programma da rinnovare con le principali Società (Rfi, Anas, ecc.), risorse di Cassa depositi e prestiti ed altro ancora.

Per la prima volta dopo decenni, il problema non sono le risorse, ma riuscire a spenderle velocemente per realizzare progetti strategici. Dovremo saper usare ‘cum grano salis’ questa montagna di euro celermente e in modo efficace per non perderli, per rilanciare subito la ripresa economica, per ridurre l’enorme debito pubblico incrementato dalla pandemia e per sostenere il lavoro e i più deboli garantendo a tutti il diritto alla salute.

La velocità è democratica perché se un cittadino o una famiglia hanno bisogno di un sussidio o di un paracadute per gestire un momento di difficoltà, il tempo in cui lo si ottiene è determinante.

Stiamo parlando di bisogni primari, di quelle necessità che devono essere soddisfatte per vivere senza perdere la propria dignità.

La velocità è democratica perché, se per ottenere i bonus fiscali legati all’edilizia (ecobonus 110%, sismabonus, bonus facciate ecc.) taglieremo le procedure e le tempistiche, avremmo rimesso in moto davvero (e subito) un’edilizia sana, che trasforma il costruito, rendendolo efficiente e migliorando l’ambiente.

Rimettere subito in moto l’edilizia significa determinare un effetto immediato su tutta l’economia, dall’impiantistica alla termoidraulica, dal mobile d’arredo agli infissi, tanto per fare semplici esempi. Cosa c’è di più democratico di creare immediatamente lavoro di qualità per tanti nel segno della sostenibilità ambientale e dell’innovazione?

La velocità è democratica perché se gli investimenti pubblici partiranno davvero, avranno un effetto moltiplicatore nell’economia reale e segneranno un nuovo rinascimento italiano.

Dobbiamo prendere atto che le norme attuali, a partire dal Codice degli Appalti, non funzionano. Per portare a compimento un lavoro pubblico da un milione di euro occorrono in media cinque anni; per un lavoro da cento milioni in media ne passano quindici.

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Se i tempi continueranno ad essere questi, non rilanceremo un bel niente: andremo a schiantarci.

Occorre dimezzare tempi e procedure, ridurre i pareri, introdurre il silenzio-assenso e l’appalto integrato, ridurre i ricorsi.

È fondamentale, inoltre, permettere assunzioni immediate di giovani tecnici che consentano di sviluppare subito la progettazione necessaria: più risorse verranno destinate ai progetti dei comuni e prima e meglio verranno investite.

La velocità non è solo democratica, ma anche etica perché è proprio nell’eccesso di burocrazia che alligna e prospera la corruzione, livellando verso il basso la competitività e danneggiando le imprese sane e il tessuto economico.

In tutte le procedure possibili occorre invertite il meccanismo dei controlli: basta controlli preventivi con tempi lunghissimi e inconciliabili con progetti concreti e investimenti di sviluppo.

Occorre introdurre il meccanismo standard dell’autocertificazione, con controlli successivi e sanzioni pesanti per chi tradisce la fiducia dello Stato e della pubblica amministrazione.

Si può fare, si è fatto: nei comuni lo abbiamo sperimentato più volte con i buoni spesa per l’emergenza sociale durante la pandemia. Se avessimo seguito l’iter classico i tempi si sarebbero allungati a dismisura e non saremmo riusciti a placare la tensione sociale. I controlli fatti ex post, inoltre, hanno fatto emergere al massimo uno 0,5% di irregolarità.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è impegnato formalmente con l’Europa per attuare le riforme che consentiranno all’Italia di ripartire davvero: pubblica amministrazione, appalti, procedure ambientali, giustizia, in primis.

Il filo conduttore di questa spinta riformatrice sarà la velocità e l’esigenza di avere finalmente un sistema- Paese più semplice e dinamico.

Il Pd non solo dovrà sostenere questo sforzo, ma dovrà diventarne il perno, dimostrando costantemente e concretamente che le regole e la rapidità possono e devono convivere in uno stato moderno.

Se così non sarà, assisteremo per settimane, per mesi, alle sparate demagogiche di una certa destra che proporrà, strumentalmente, solo una pericolosa deregulation, evitando il confronto sui temi reali.

Sfidiamoli sui temi concreti, se si sottrarranno smaschereremo la loro demagogia.

La velocità, in questa fase storica, è democratica. La sinistra riformista la faccia diventare una sua bandiera, per una vera rinascita dell’Italia.

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