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E‐JUSTICE AND E‐LAW CONFERENCE Corte di cassazione 13 – 14 ottobre 2014 Saluto del Procuratore generale Gianfranco Ciani

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E‐JUSTICE AND E‐LAW CONFERENCE  Corte di cassazione 13 – 14 ottobre 2014   Saluto del Procuratore generale Gianfranco Ciani 

 

Rivolgo  un  cordiale  saluto  a  tutti  i  presenti,  in  particolare  agli  ospiti  degli  altri  paesi dell’Unione europea.  

Mi compiaccio con gli organizzatori per l’oggetto di questo importante convegno  internazionale  che  si  svolge  nell’ambito  del  semestre  di  presidenza  italiana  dell’Unione europea. 

La  tecnologia  informatica  è  già  molto  presente  nella  nostra  vita  quotidiana  e  lo  sarà  sempre  più  in  futuro  quando  il  mondo  sarà  in  mano  alle  generazioni  nate  nell’epoca digitale. 

In  questa  prospettiva  l’informatica,  che  ha  già  un  ruolo  di  assoluto  rilievo  nel  panorama  dell’amministrazione  della  giustizia,  è  destinata  ad  assumere  in  essa  un’importanza  sempre  maggiore  sia  come  informatica  giuridica,  sia  come  informatica giudiziaria. 

Opportunamente,  dunque,  in  ambito  europeo  vengono  affrontate  le  tematiche  poste  dalla  sempre  maggiore  diffusione  dell’informatica  e  delle  sue  enormi  potenzialità. 

Essa, infatti, può costituire in ciascun paese uno strumento di riduzione dei costi  della  giustizia:  si  pensi  alle  economie  derivanti  dalla  digitalizzazione  dei  fascicoli  processuali,  conseguenti  alla  riduzione  delle  copie  cartacee  degli  atti  in  essi  contenuti. 

Non  solo:  l’uso  dell’informatica  può  contribuire  a  ridurre  i  tempi  di  durata  del  processo, problema al quale l’Italia è molto sensibile atteso che è tra i paesi europei  con  maggiore  durata  dei  processi,  sia  civili  che  penali,  e  che  più  volte  è  stata  censurata in sede europea e dalla CEDU. 

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Per  questo  nel  nostro  Paese  dal  30  giugno  2014  è  stato  introdotto  il  processo  civile  telematico  dal  quale  si  spera  di  conseguire  risultati  positivi  in  termini  di  riduzione dei costi e dei tempi del processo. 

Sul  versante  sovranazionale,  che  qui  maggiormente  interessa,  l’informatica  contribuirà a dare ulteriore impulso alla creazione di uno spazio giuridico europeo di  libertà, giustizia e sicurezza. 

Invero,  essa  permette  a  tutti  i  paesi  dell’Unione  di  disporre  delle  banche  dati  giuridiche  degli  altri  paesi  in  materia  di  legislazione,  giurisprudenza  e  di  dottrina,  anche se restano le barriere linguistiche, il che può dare un contributo decisivo alla  reciproca conoscenza degli ordinamenti. 

Ma,  soprattutto,  consente  una  più  tempestiva,  direi  immediata,  trasmissione  di  atti processuali da un paese all’altro ove ad essi debba essere data esecuzione in un  paese diverso da quello di emissione. 

Dato  il  pericoloso  espandersi  della  criminalità  sovranazionale  tale  problema  assume  particolare  rilevanza  in  materia  penale,  nella  quale  si  impone  una  sempre  più  intensa  collaborazione  ed  integrazione  fra  gli  stati  membri  dell’Unione  e  la  elaborazione di regole comuni che agevolino il riconoscimento dell’efficacia di taluni  atti di indagine in tutti i Paesi.  

La  Procura  generale  della  Cassazione,  attraverso  il  suo  ufficio  per  gli  affari  internazionali, ha avuto ed ha parte attiva in tutte le istanze consultive del Consiglio  d’Europa  e  dell’Unione  europea  nelle  quali  si  dibattono  le  tematiche  relative  alla  giustizia.   

Pertanto  anche  la  giustizia  digitale  costituisce  un  focus  tematico  centrale  di  particolare interesse per la sua attività istituzionale. 

Come ho già avuto modo di sottolineare nell’intervento svolto  all’Assemblea  generale  della  Corte  sull’amministrazione  della  giustizia  nell’anno  2013  spetta  ai   giuristi, ai magistrati in particolare, verificare quanto è stato sino ad oggi costruito e 

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quanto  resta  da  costruire,  anche  nel  nostro  paese,  per  l’Europa  del  diritto  e  dei  diritti.  

Nella  medesima  occasione    ho  avuto  modo  di  osservare    quanto  sia  importante,  nell’ambito  degli  uffici  del  pubblico  ministero,    l’adozione  di  buone  prassi  in  tema  di  digitalizzazione,  con  particolare  riferimento  ai  riti  alternativi    e  all’adozione di appositi  moduli organizzativi. 

La  Procura  generale,  che  è  convinta  della  necessità  di  una  sempre  maggiore  diffusione  dell’informatica  negli  uffici  giudiziari,  sarà,  quindi,    nell’ambito  delle  sue  competenze  e  delle  sue  professionalità,  sempre  più  impegnata  su  questo  terreno,  promuovendo la più ampia e leale collaborazione su questi temi. 

L’incontro  di  questi  giorni,  su  un  tema  di  grande  rilevanza  ed  attualità,   affronterà  problematiche tecnologiche di particolare complessità,  come l’esigenza  di  costante  promozione  dell’innovazione  e  il  conseguente  adeguamento  degli  strumenti  giuridici, ovvero l’ampia e diversificata problematica della tutela dei dati  personali  giudiziari,  l’importanza  dei  flussi  informativi  a  fini  organizzativi  e  la  sicurezza dei sistemi e dei trattamenti.   

La  dimensione  europea  dei  problemi  giuridici  dell’informatica,  vista  nel  suo  duplice aspetto di e‐Law (informatica giuridica) ed  e‐Justice (informatica giudiziaria)  corrisponde sempre di più ad una prospettiva evolutiva precisa che include gli uffici  giudiziari e gli utenti dei servizi giudiziari in un comune spazio giuridico europeo. 

Al riguardo vorrei anche sottolineare l’importanza della elaborazione del portale  europeo  della  giustizia  elettronica,    concepito  come  un  vero  e  proprio  “sportello  unico” per informazioni sulla giustizia europea e l'accesso ai procedimenti giudiziari  europei. 

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Ho  parlato  prima  di  banche  dati  giuridiche;  in  questo  settore  la  Corte  di  cassazione è stata all’avanguardia in Europa creando fin dai primi anni 70 del secolo  scorso  archivi  di  giurisprudenza,  dottrina  e  legislazione  messi  a  disposizione  degli  operatori giuridici, degli utenti del servizio giustizia, di altre istituzioni dello Stato, e  che  sono  stati  oggetto  di  studio,  per  l’originalità  della  loro  impostazione,  anche  all’estero. 

Nello spirito di innovazione che ha sempre caratterizzato la Corte, ed al quale la  Procura  generale  non  ha  mancato  e  non  mancherà  di  contribuire  attivamente,   formulo a tutti i miei calorosi auguri di buon lavoro. 

   

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