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E‐JUSTICE AND E‐LAW CONFERENCE Roma 13‐14 ottobre 2014 Corte di Cassazione

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E‐JUSTICE AND E‐LAW CONFERENCE  Roma 13‐14 ottobre 2014 

Corte di Cassazione 

 

e‐Justice and e‐Law in Supreme Courts across EU 

 

L’informatica  al  servizio  della  funzione  nomofilattica:  l’esperienza  della banca dati della Cassazione italiana. 

  (Enzo Vincenti – Consigliere della Corte)   

Quella della banca dati informatizzata di giurisprudenza, legislazione e  dottrina,  creata  e  gestita  dal  CED  (Centro  elettronico  di  documentazione)  della Corte di cassazione italiana – su cui è incentrata questa breve relazione 

‐ non è tanto  la storia di  un  progresso  meramente  tecnologico, che  pur c’è  stato e che si è tradotto in risultati di grande rilievo.  

La  storia  di  ItalgiureWeb  ‐    questa  è  l’attuale  denominazione  della  banca dati, nata come ItalgiureFind e trasformatasi in EasyFind negli anni ’90,  prima  di  divenire,  nel  2003,  per  l’appunto,  Italgiureweb  ‐    è  la  storia  di  un’idea.  

Un’idea che ha mosso i primi passi negli anni ’70 dello scorso secolo,  ma  che,  già  all’epoca,  era  tale  da  far  intuire  quali  fossero  le  sue  grandi  potenzialità ed i suoi ambiziosi obiettivi, che, forse, soltanto oggi riusciamo a  leggere chiaramente.  

Non  si  trattava  unicamente  di  coniugare  l’informatica  –  ovverosia,  la  risorsa strutturale della società post‐industriale – al diritto, così da facilitarne  i modi della conoscenza e della fruizione, come, del resto, accadeva allora in 

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quasi  tutti  i  campi  del  sapere  e  dell’agire  umano,  secondo  una  cifra  che,  dunque, non era esclusiva del sapere giuridico.  

Nel  contesto  di  tale  obiettivo,  infatti,  l’idea  era,  piuttosto,  quella  di  orientare  l’informatica  ad  un  progetto  che  avesse  come  mira  di  riportare  all’interno dello stesso sistema giudiziario il  dato giuridico, spezzando  in tal  modo  la  rigidità  di  un  accesso  ad  esso  che,  essenzialmente,  registrava  la  presenza di fonti allocate all’esterno di detto sistema (e penso ai repertori ed  alle  riviste).  Ciò  non  per  sostituirsi  a  dette  fonti  esterne  (la  cui  validità  e  vitalità non era messa in discussione), ma per affiancare ad esse un’ulteriore  strumento  che,  in  quanto  pensato  all’interno  della  giurisdizione  e,  sempre  all’interno di questa, gestito, fungesse da volano neutrale per la più estesa e  rapida fruizione del dato giuridico, da rendersi, in siffatti termini, disponibile  per  l’esperienza  giurisprudenziale  e,  quindi,  per  il  migliore  esercizio  della  giurisdizione,  nel  solco  dei  suoi  propri  caratteri  di  indipendenza  ed  autonomia, impressi dalla Costituzione italiana, ma patrimonio comune della  cultura giuridica europea.  

Ed è particolarmente significativo, quindi, che un siffatto progetto, e la  creazione della banca dati, venne realizzato proprio dalla Corte di cassazione  (tramite il CED) e cioè dall’organo giudiziario al quale l’ordinamento assegna  –  secondo  una  tradizione  condivisa  a  livello  europeo,  soprattutto  continentale – compiti di nomofilachia e cioè di interpretazione uniforme del  diritto oggettivo, in funzione di certezza del diritto stesso.  

Il  che  fornisce  l’indicazione  chiara  di  come  l’idea  non  fosse  volta  a  realizzare uno strumento di conoscenza del sapere giuridico autoreferenziale  e conchiuso all’interno del sistema giudiziario, giacché l’esigenza portante di  essere servente per l’affermazione un “diritto certo e stabile” dà la cifra del  suo  collocarsi  al  di  fuori  di  confini  determinati,  per  rendere  tangibile 

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nell’applicazione  del  diritto,  e  dunque  nella  costruzione  di  un  “diritto  vivente”, quel principio di eguaglianza che è sotteso alla vita democratica di  una  società  civile,  per  cui  la  prevedibilità  delle  decisioni  è  alla  base  di  un  trattamento uniforme dei cittadini dinanzi al Giudice. 

Qualche  indicazione  sul  funzionamento  e  sulla  portata  attuale  della  banca  dati  può  rendere  ancor  più  chiara  la  lettura  retrospettiva  che  ho  cercato di delineare. 

ItalgiureWeb è costruito per archivi nei quali, secondo specifici settori,  è raccolta la documentazione giuridica: in particolare (ma senza voler essere  esaustivi),  legislazione  nazionale  ed  eurounitaria,  giurisprudenza  civile  e  penale  della  Corte  di  cassazione  (ciascuna  comprensiva  di  un  archivio  massime  –  e  cioè  la  raccolta  di  principi  di  diritto  enunciati  dalla  Corte  ed  estratti dai magistrati addetti all’Ufficio del massimario della stessa Corte di  cassazione  –  ed  un  archivio  di  sentenze  per  esteso),  giurisprudenza  della  Corte  costituzionale  (anch’essa  su  due  archivi,  come  per  quella  di  Cassazione), giurisprudenza dei giudici di merito, giurisprudenza della Corte  di  giustizia  e  della  Corte  europea  dei  diritti  dell’uomo,  giurisprudenza  delle  supreme magistrature amministrative (Consiglio di Stato e Corte dei conti) e,  infine, la dottrina (con le indicazione di dove reperire sulle riviste giuridiche  di  respiro  nazionale  gli  scritti  di  approfondimento  giuridico  ed  i  commenti  alla giurisprudenza). 

Si tratta, però, di “archivi organizzati” e non separati, che consentono  di pervenire al cd. “dato giuridico globale” (espressione felice coniata da uno  dei primi direttori del CED), ossia il frutto che nasce da una rete di rinvii per  cui è consentita la navigazione non solo tra documenti di uno stesso archivio,  ma anche tra archivi diversi.  

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Ciò  in  base  a  numerose  chiavi  di  accesso  e  di  ricerca,  interagenti  tra  loro, le quali, negli anni, sono state implementate, affinate e rese di agevole  utilizzazione,  ruotando  –  al  di  là  delle  chiavi  che  si  servono  di  riferimenti  identificativi determinati (anno e numero della legge o della sentenza, parti  od  estensore  di  quest’ultima  e  così  via)  –  intorno  all’interrogazione  per  parola‐chiave (con stringhe di ricerca che arrivano a combinare sedici lemmi,  in  forza  dei  quali  reperire  le  corrispondenze  testuali  o  concettuali  sia  all’interno dei documenti archiviati in formato word, sia in quelli in formato  pdf).  

Peraltro,  il  sistema  è  anche  in  grado  di  elaborare  un  cd.  “modello  di  comportamento  collettivo”  e  cioè  di  memorizzare  le  connessioni  logiche  utilizzate nella ricerca testuale da parte di ciascun utente, per poi fornire agli  utenti successivi suggerimenti puntuali per gli schemi di ricerca.  

Alcuni  numeri  possono  essere  utili  per  comprendere  a  fondo  l’importanza e le capacità complessive di ItalgiureWeb. 

Gli utenti registrati al sistema sono attualmente circa 42mila, dei quali  gli  utilizzatori  effettivi  nell’ultimo  anno  almeno  17mila  utenti,  tra  cui  circa  12mila  magistrati  di  ogni  ordine  e  grado  e  per  il  resto  appartenenti  alle  professioni (avvocati e notai) ed alla pubblica amministrazione. 

In  Italgiureweb  sono  archiviate,  attualmente,  circa  510mila  massime  civili  e  162mila  massime  penali,  nonché  400mila  sentenze  civili  e  531mila  sentenze penali; oltre 750mila riferimenti di dottrina e quasi 40mila sentenze  per ciascuna delle due Corti europee (Lussemburgo e Strasburgo)  

Negli  ultimi  anni  l’attenzione  si  è  polarizzata,  specialmente,  sulla  realizzazione  e  l’arricchimento  proprio  degli  archivi  della  giurisprudenza  sovranazionale  (EURIUS  e  CEDU),  contenenti,  rispettivamente,  la  giurisprudenza della Corte di giustizia europea e quella della Corte europea dei 

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diritti umani, nella consapevolezza dell’importanza che riveste la conoscenza e  la  diffusione  di  tali  dati  nella  costruzione  del  dialogo  tra  le  Corti  europee  e  la  Corte di cassazione, che è Corte Suprema, e in vista della realizzazione di quello  spazio  comune  giuridico  destinato  ad  essere  il  più  fertile  humus  per  una  maturazione dei diritti fondamentali.  

Nell’archivio CEDU sono presenti, in lingua inglese e/o francese, tutte le  decisioni  emesse  negli  ultimi  dalla  Corte  di  Strasburgo,  ma  per  un  numero  importante  di  decisioni,  quelle  più  significative,  il  CED  della  Cassazione  provvede  alla  redazione  di  ampi  abstracts,  in  lingua  italiana.  L’attività  di  implementazione dell’archivio avviene al più alto livello, con la partecipazione  non  solo  dei  magistrati  della  Cassazione,  ma  anche  di  esperti  designati  dalla  Corte costituzionale, dal Ministero della giustizia, dalla Presidenza del Consiglio  dei ministri e dalla Camera dei deputati, oltre a giovarsi dell’apporto di giovani  e selezionati laureati.  

Ciò  non  ha  comunque  distolto  il  CED  dal  progetto  di  massimizzare,  secondo una logica di circolarità del sapere giurisprudenziale, anche la più vasta  conoscenza della giurisprudenza dei Tribunali e delle Corti di merito nazionali,  attraverso  non  già  una  immissione  indiscriminata  della  relativa  documentazione giuridica, bensì tramite una ponderata selezione dei contenuti  rilevanti  della  giurisprudenza  presente  su  tutto  il  territorio.  In  questa  prospettiva è pensata, dunque, la riattivazione del relativo archivio (chiamato,  per l’appunto, MERITO), fermo ormai da qualche tempo. 

Last  but  non  least,  mi  preme  porre  l’attenzione  sulla  recentissima 

realizzazione da parte del CED di “SentenzeWeb”, un sistema di ricerca libera – frutto  della  pluridecennale  esperienza  di  ItalgiureWeb  ‐  di  tutte  le  sentenze  civili (e prossimamente anche delle sentenze penali), nel testo integrale, della  Corte  di  cassazione  pubblicate  negli  ultimi  cinque  anni;  motore  di  ricerca 

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innovativo,  dalla  navigazione  assai  friendly,  accessibile  da  chiunque  –  senza  limitazioni ‐ attraverso il sito web della Corte (cortedicassazione.it).  

Il sistema funziona da solo dai primi di settembre scorso, ma conta già un  accesso  giornaliero  di  oltre  10mila  contatti;  cifra,  questa,  assai  indicativa  del  successo  che  l’iniziativa  ha  comunque  incontrato  presso  la  indifferenziata  platea degli utenti.  

A  tal  riguardo,  credo  che  la  reale  dimensione  delle  aspettative  e  dello  spirito che ha animato tale progetto sia stata ben delineata dalle parole con cui  il  Primo  Presidente  della  Corte  ha  voluto  presentare  la  nascita  di 

“SentenzeWeb”  sul  sito  della  Corte  stessa,  evidenziando  come  la  prospettiva 

“di  una  sempre  maggiore  diffusione  della  conoscenza  della  giurisprudenza  all’interno del corpo sociale” – nella quale si colloca il sistema di libero accesso  alla recente giurisprudenza di legittimità ‐ non è solo “di immediato interesse,  ma  anche  di  lungo  respiro”  ed  essa  “non  si  raccorda  esclusivamente  ad  una  logica  di  trasparenza,  pur  presente  in  questa  scelta”,  perché  “avere  la  possibilità di conoscere appieno la giurisprudenza della Cassazione è uno degli  elementi  che  concorrono  al  rafforzamento  dei  valori  della  stabilità  e  certezza  del diritto e, quindi, alla costruzione di una società migliore”. 

Dunque  –  e  concludo  ‐  quell’idea  che  –  circa  cinquant’anni  orsono  –  aveva dato vita a ItalgiureWeb non era ‐ come si è cercato di spiegare ‐ miope e  refrattaria  ad  aprirsi  verso  l’esterno,  bensì  un’idea  illuminata  e  vitale,  capace  tuttora di dare forza e senso ad ogni intervento innovativo che l’informatica è  in grado di apprestare per la più ampia e migliore diffusione del dato giuridico.   

   

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