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Persona, globalizzazione e democrazia partecipativa. Piero Di Giorgi. Milano: Franco Angeli, 2004

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Persona, globalizzazione e democrazia partecipa- tiva. Piero Di Giorgi. Milano: Franco Angeli, 2004 (recensione)

Mariella Saverino

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www.narrareigruppi.it – Etnografia dell’interazione quotidiana. Prospettive cliniche e sociali, vol. 4, n° 2, settembre 2009

Narrare i gruppi

Etnografia dell’interazione quotidiana

Prospettive cliniche e sociali, vol. 4, n° 2, settembre 2009

ISSN: 2281-8960 Rivista semestrale pubblicata on-line dal 2006 - website: www.narrareigruppi.it

Titolo completo dell’articolo

Persona, globalizzazione e democrazia partecipativa. Piero Di Giorgi. Milano:

Franco Angeli, 2004 (recensione)

Autore Ente di appartenenza

Mariella saverino

Psicologa Brescia

Pagine 332-334 Pubblicato on-line il 12 settembre 2009 Cita così l’articolo

Saverino M. (2009). Persona, globalizzazione e democrazia partecipativa. Piero Di Giorgi. Milano: Franco Ange- li, 2004 (recensione). In Narrare i Gruppi, vol. 4, n° 2, settembre 2009, pp. 332.334 - website:

www.narrareigruppi.it

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recensione

Persona, globalizzazione e democrazia partecipativa. Piero Di Giorgi. Milano: Franco Angeli (2004), pp. 128, € 16,00

L’interessante testo di Piero Di Giorgi possiede già nel suo titolo “Per- sona, globalizzazione e democrazia partecipativa” il tentativo di declinare que- ste tre accezioni, che a prima vista sembrerebbero tra loro inconciliabili e con- traddittoriamente anteposte, nell’obiettivo di costruire una società globale di diritti che garantisca a tutti i cittadini eguaglianza sia di iniziali condizioni di partenza che di approdi di risultati. La democrazia, difatti, è realizzata realmen- te quando coniuga in sé libertà ed eguaglianza e cioè quando tutti hanno la possibilità di partecipare effettivamente all’amministrazione della comunità e quando la sovranità venga esercitata da tutti su ciascuno e da ciascuno su tutti.

L’attuale processo di globalizzazione del mondo interessa non solo gli aspetti

di produzione, di commercializzazione e di consumo ma investe tutti gli aspetti

della vita andando ad intaccare i processi identitari, di coscienza e di formazio-

ne/informazione. L’economia globale, cui viene dedicato il primo capitolo di

questo libro, ha determinato il passaggio dai principi del Welfare a quelli del

Workfare, in questa ultima forma di stato le persone e la loro occupazione so-

no diventate, al pari dei prodotti, una materia prima da usare e di cui disfarsi

seguendo la logica del profitto. Il lavoro, che rappresenta per l’individuo il di-

ritto di cittadinanza primaria in quanto è la prima manifestazione di sé, un a-

spetto della propria identità e del ruolo che ciascuno svolge nella società, viene

assimilato, dunque, alle merci mentre la disoccupazione e l’introduzione del

precariato e della flessibilità del lavoro producono insicurezza e vanno ad inci-

dere su aspetti basilari della vita degli individui quali l’autonomia e

l’indipendenza condizionando scelte fondamentali quali lo sposarsi e l’avere dei

figli. Il secondo capitolo cerca di mostrare come il modello neoliberista sfrena-

to aggravi le ragioni del sottosviluppo dei paesi del Sud del mondo sfruttando

le risorse di questi ultimi per pagare i loro debiti con i paesi ricchi mettendo,

inoltre, sempre più a rischio l’ecosistema globale. Il terzo e il quarto capitolo si

propongono di mettere in luce come lo scadimento della qualità della vita

nell’era della globalizzazione sia il risultato dell’allargamento del mercato e del

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benessere collettivo. Viviamo in un mondo in cui tutto viene mercificato dalle stesse merci, allo sport, al sesso, alle relazioni fra uomini. Siamo in presenza di una libertà apparente, le scelte sono già determinate per tutti nell’omologazione di tutti gli aspetti della vita e del pensiero. L’ideologia del prodotto, che ha co- me fine quello di trovare i consumatori, alimenta il bisogno ossessivo di pro- durre e di consumare, lo spreco e il bisogno di lavorare fino all’instupidimento, anche quando non è più una necessità reale. Anche il tempo libero, un aspetto della vita che prima era dedicato al riposo e al divertimento, adesso si esaurisce nell’ acquistare oggetti. L’avere ha preso il posto dell’essere, travolgendo i sen- timenti più intimi e minando alla base le relazioni interpersonali.

Il tema affrontato nel quinto e nel sesto capitolo è la costruzione di una socie- tà di diritti, in particolare vengono indicati alcuni percorsi per una globalizza- zione che parta dal basso e che abbia come fondamento il rispetto dei diritti sia individuali che sociali e di bisogni universali e irrinunciabili, per un mutamento non solo sul piano economico e della struttura di potere ma anche sul piano della cultura e della formazione, della vita e del suo senso. Per l’attuazione di questo mutamento l’autore afferma che è necessario ristabilire il primato della politica, intendendo con ciò la possibilità di tutti di partecipare veramente all’amministrazione della comunità. La politica è il luogo dove si decide il no- stro modo di vivere, dove si compiono delle scelte che riguardano la nostra li- bertà, i nostri diritti, il nostro benessere e malessere sociale.

La partecipazione comunitaria è in grado di innescare un circolo virtuoso che porterà ad un aumento dei livelli di consapevolezza per esercitare una cittadi- nanza attiva e per stimolare la coscienza dell’importanza della solidarietà e della vita comunitaria in termini di incremento della responsabilità civica e sociale.

Solo la consapevolezza può portare ad una messa in discussione del sistema at-

tuale delle cose per invertire l’ottica economicista che equipara l’economia di

mercato ad una società di mercato. Si tratta di stabilire un nuovo patto sociale

che sorge da un uso razionale delle risorse, del controllo dei consumi e della

demografia e da una più equa distribuzione planetaria. Nell’ultimo capitolo si

evidenzia l’importanza che l’educazione può svolgere nel determinare questo

mutamento sociale. Una scuola che educa ad una coscienza critica, alla solida-

rietà, al rispetto dei diversi punti di vista, alla non violenza e alla pace crea degli

individui consapevoli dei propri diritti e doveri e dell’uguaglianza della dignità

delle diverse persone. Ciò favorisce la formazione del cittadino d’Europa e del

mondo capace di superare ogni visione unilaterale dei problemi, di avere una

consapevolezza critica del mondo in cui vive e di possedere un’etica della re-

sponsabilità improntata alla democrazia e alla partecipazione.

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