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LA STATUA DELLA EORTUM

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(1)

ADOLFO MAlìLLLINI

LA STATUA DELLA EORTUM

IN PANO

CURIOSITÀ STORICHE

SDCÒNDA EDIZIONI')

(2)
(3)
(4)

LA STATUA DELLA FORTUNA

(5)

ADOLFO ]\IABELLINI

LA STAIFA DELLA

CURIOSITÀ STORICHE

SECONDA EDIZIONE

LA NO

TIPO 0 li A FIA LETTE ){ ARIA

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(7)

statua in bronzo (lolla Dea Fortuna s'ai^o leggera su la foiitana della maggior piazza di Fano sopra uu globo sorretto da delfini; è com¬

pletamente nuda e noU’atto di dare al vento il velo che innalza con bella disinvoltura. Quale opera d’arte non merita certo che le si attribuiscano le molte mende, delle quali fu acerbamente accusata, e non merita nemmeno tutte le troppe lodi che altri vol¬

lero liricamente innalzarle, mossi forse dalla leggenda, la quale la faceva risalire nientemeno che all’epoca romana e la diceva trovata in iscavi fatti su l’area dell’antico tempio che ancora vive soltanto nella tra¬

dizione. Appare invece chiaro l’intento dello scultore di fare opera di pura decorazione; e come la statua gli era stata commessa di mediocre grandezza, volle così che riuscisse svelta, elegante, aggraziata in ogni sua parte ed agile nell’atteggiamento. Tali sono in¬

somma, anche secondo il parere di valenti artisti, le precipue e i)iù lodevoli caratteristiche di questa statua, clic ('* una bella trovata di linea e di grazia femmi-

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iiile, cui però nuoce l’aver troppo infuso il senso della carne. E non potranno altresì sfuggire certe buone particolarità di dettaglio cercate nello studio del nudo e neinineno come appaia condotta forse con maggior maestria vista posteriormente che non di fronte; pur notando una qualche sproporzione fra il busto, troppo breve, e la lunghezza delle gambe e non approvando nemmeno ratteggiamento del ventre nella sua tur¬

gidezza eccessivamente procace. Ma nel comi^lesso, ripetiamo, il carattere di gentilezza vi prevale ed è sufficiente ad attribuirle da solo un non piccolo pregio.

Alla leggenda che fosse dell’epoca romana non si prestava più fede; ma, pur sapendone la falsità, nessuno conosceva il nome dell’artista che la fuse ed in qual anno, all’infuori di Stefano Tornarli Amiani, che nella sua inedita Guida storico-aHistica di Fano a questo proposito così fugacemente si esprimeva:

« Una Fortuna fusa in bronzo da Maestro Donnino fonditore in Sinigaglia nel 1593, che dapprima de¬

corò le scale del Municipio, posa d’un piede sovra

P Ms. nella Biblioteca Fedcriciana di Fano. L’Ainiani cosi parla della piazza e della fonte: « In figura rettangolare con un lato ad angolo saliente si estcmde questa piazza, alba quale, a dir vero, si converrebbe una serie di più nobili edifici. Da quella parte, che fiancheggia la via rettilinea del Corso, e collocat.a una fonte a pubblico servizio ed abbellimento. Questo lavoro, non ri¬

provevole del tutto, ebbe coininciainento nel 1550 e solo nel 1576 fu condotto a buon fine, essendone interrotta a quando a quando Pesecuzione dalle continue vicende guerresche, alle quali in quel torno la città nostra soggiacque. Un Francesco Ottavii Perugino nel 1698 diresse importantissimi restauri, e nel 1700, anno in che si collocarono i ])ilastri e i ferri intorno al grande bacino, vennero eseguiti nuovi lavori da un colai Alessandro Lombardi Maltese per ottenere agli sbocchi perenne abbondanza di acqua.»

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vili gruppo di (luattro delfini in marino riversanti acqua dalla bocca nel sottoposto catino e ne forma il principale ornamento ».

Il nome dello scultore si conobbe nella sua inte¬

grità soltanto quando il prof. Giusepiie Castellani pubblicò nella N^uovci llivistn Minano, del compianto Anseimo Anseimi (anno V, num, 9; settembre 1892) la copia delllstromento {Protocolli de Cancellieri, voi.

.‘10, c. :19 t.), col quale il 14 luglio 1590 *) veniva com¬

messa per il prezzo di scudi settantacinque la fu¬

sione della statua a Maestro Donnino d’Ambrosio Ambrosi di Urbino (f 21 settembre 1599). Benché nell’istromento lo scultore si obbligasse a dar la

1) Eccolo: « Dio XIIIJ ineiisis Jxilii lóDO. In sala iiiagua palati!

(l.iioruiii Prioruiii. P.ntibvis D. Hicroii. Ouara di Salt., Baldassai 1 a- iietio di Spi’raoiigarina et Pompilio Fiorentini testibns etc. Persoli.1.

constitutus D. Donnìnun Ambro.mitt Urbinns scnlptor sponte et o.i inel. modo ]). se et eins beredes et succ. promisit m. D.nis Cons.

Priorib., electis super Acquednctis pnb.cis D.nis Bartol. Ammiano, Luca Hercol., Ugolino de Pilis et Ant. Gallassio, cum p.ntia et consensu D.D. Refer. et Dep. Co.is mibnpic Cancellario ]).ntibus di fare a tutte sue spese una Statua di Fortuna di Bronzo da darseli però da la M. Co.itii d’altezza di iiiedi tre et tutto se¬

condo la forma et modello p.ntato da lui et accettato da li sudd.

SS. Conf. Priori, Eletti et off.ali die gli l’banno restituita sigil¬

lata con il proj). sigillo del co.e con oblig’o di liaversela a ri])or- tare in tal maniera in mano di loro SS. insieme con detta statua, la quale egii promette di liaver data fatta et finita con tutto le sue proporzioni et circostanze secondo in d. modello in termine di sei mesi prossimi a venire rimossa ogni eccettione p. prezzo et nome di prezzo di scudi settantaciiuiue mozzi, li ciuali detti SS. Priori, Eletti et off.ali promettono darli et iiagarli in q.to modo cioè al ji.nte ]). arra, et a buon conto scudi ventiiiuattro, cli’esso M. Donnino confessa d’iiaver liavuti et ricevuti in con¬

tanti p. mano di m. Gio. Frali. Bertozzi, et il restante la iiietA.

l’iiarà quando mostrar^ d. Statua in cera, o terra, e gli altri quando riiarrò consegnata compita come di sopra. Que om. et

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statua ('.om])iiita entro sei mesi, questa non potò esser consegnata cJie tre ajini più tardi e precisa- mente a'primi di marzo del 1594, come appare dalla partita di saldo che reca la data deir 8 marzo di queiranno ^). La ragione di questa lentezza si deve certamente ricercare nelle molte ditfìcoltù che rAm- brosi incontrò nella fusione ciregli ne faceva in 8i- nigaglia; onde dovette spesso ricorrere al Comune per denari e per metallo, come pur fa sapere il Ca¬

stellani. E Camillo Flavio in una sua lettera da 8i- nigaglia del 18 maggio del 1592 -) informava il Co¬

mune, dopo esserne stato richiesto, come avesse par-

singula (l.(i ])artos proniiscrunt et obligavcrunt bine inde sicut in aiiip.ri forma Cane. As.licae et iurant(‘S et rogant(^s. Pro quo 1). Donnino Ant. Bartlioliniis Diirantinus S])ont(‘. et ])rinei])al. et in soliduin se obligans iìdeiussit, ])rout obligans ut in ani]), for¬

ma ete. Quelli lideiussorem d. 1). Donninus ])romisit indemnem eonservar(‘. S(‘. obligans ut sup. iurans et rogans. »

^) « Adì 8 marzo lobi. M.‘^ Donino Ambrosii scultore da Ur¬

bino scud. otto (d b.ni cin(|uantadoi ]). rcìsto delli scudi settanta- cinque gli forno jiromessi ]). la statua d. Fortuna fatta (d. data da lui ultimam. in bronzo conforme alla sua ])romessa j). instro.

in Cane, comjuitatogli i demari che lui ha r(‘-cevuto in più volte^

a buon conto et scudi doi (d. b.ni otto ch’im])ortano libre tren- tauna di bronzo r(‘statogli in mano d(‘lla (luantità datagli p. fare detta open'a. a ragiom», di b.ni (piattro la libra.»

Archivio di Fano, C<iriv(j(j\o: Ambasciatori (ul Oratori ( busta 18.1592-1599).— Camillo Flavio fu, come il ])adr(»- Gio.

Battista, ])atrizio fanese (f circa il 1558), valente nella filosolia e iKjlla medicina e buon lettcu'ato, e ne juibblicò la jiarafrasi la M(der(t()loc^ ArMoteiLs Llbroa (Fano, 1591, ^"enezia, 1594:, Fano, 1()01); (*gli stesso com|)os(‘>un’op(‘ra al suo aj)])arir(‘ assai lodata : la mcujal IflppocratÌH Col Uhram, de. aere^ a(pLli< et /oc/.s*

Para'phrasls (Venezia, 159G). Scrisse anche in ven-si latini e si ha di lui un’epigramma nella Spirai respoasorum di Adriano Negusanti (cfr. lìlblìoteca Picena, tomo IV, jiag, 181).

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!)

lato a iM." Donnino o avesse anello vislo la sl;alna

« gettata, solo (.‘he nella sua pura i-ozze/za, se beiH;

Niuando sia ridotta a rifiniineiito sia pei’ riuscir bella »;

o seguitava: «Ora si tratta sollecitarlo et rissoluta- inente nvha jn-oniesso d’averla dar coin])iuta per tutto giugno prossimo »: aggiungeva inlìne ai signoià dei (Co¬

mune: « lo non mancarò di solicitarlo anco con ogni im¬

portunità acciò restino in quanto che posso serviti da me». Ma lo scultori' non potè manteiu'ri' la sua liai'ola, anche perchè la fusione si ripetè con cattivo ('sito per ben ipiattro o ciiupie volte, conu' si rih'va da una cui'iosa e inh'ressante supiilica diretta c'ssa pure al Confalonlere e ai Priori di Fano da Fla¬

minio Franee.scucci, datata da Sinigaglia. (> novi'inliri?

lòt):;. la (luale si trova fra le carte Amiani (h'ila P)il)liot('ea Fc'derieiana in una copia di mano ch'ilo stesso Stc'fano 'romani Amiani.

Messer Flaminio assicura dunque' subito « per a- verla veduta, e tocca » <’he « la Fortuna è g('ttala et è bellissima ('t è gi'ande mezzo pic'de più della misura che fu data al masti'o ». la (piale, sc.'condo l’istromento, dovc'va essere di tre pic'di. F continua poi: « F ben vero che ella è senz.a il bi-ac'cio sinistro ])(']• mancamento del metallo, c't ogni volta che le SS. VV. volessc'i'o sui)i)lire al mancamento di cpiesto metallo, in fi'a due giorni se gli giusteria il braccio che sar('l)l)e di (piindcmi libbre di metallo al più, et in termine di vinti vintieinque giorni la sarebbe in Fano; ma se h' SS. loro non suppliscono a (pu'sto mancamento, credo che. per dei mesi non si farà, pei'chè nanzi che elha sia rinetta et con (piello me¬

tallo che lovarà. il M. d’attorno alla lìgura ])cr get¬

tare il detto l.)raccio, ci andc'rà tempo assai; e questo è (pianto gli posso dire sopra tal fatto. ]\1. Donino

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IO —

dt'sicleroriu olu', le Sig'j;'. V. .MAI. et llLiiU' «-ii ;iiii- tas.se de un poco de denaro, questo saria. eonie a dire di tre o quattro scudi, percliè il poveretto si truova molto male ])er liavei- fatto molte spese nel i^’ettare la detta. tìi>ura da. quattro eimpie volto; et invero a. (piello che mi ha raccotitato il Sig". Matteo |V|

in casa del (|uale si è g'ettata, a, me pare che sia.

stato un miracolo che detta, statua, non è potuta venii’ bene, perchè nel ma,i*‘gior caloj'e della, fornace il modello si a."hiacciava. come non fosse mai stato sul fuoco, et il i)overo maestro ei‘a disperato, et da.

ultimo hanno fatto benedire la fornace, il metallo e la forma, e cosi |)ei- gi-azia. di Dio la. statua è ve¬

nuta belli.ssima, salvo del braccio, come ho detto di sopra, per mancamento del metallo ». '^IVu’mina. poi con una ])erorazione che, nella sua inj>'enuità, è di una efficacia grande nel dipingei’ci al vivo lo povere (.‘ondizioni in cui trovavasi l’artista: « Le Sig. V.re potranno far intendere agli Eletti della Fonte che la statua è tatto et il bisogno del maestro, et non man-

•cate di pregare loro che vogliano suplire a detto mancamento e bisogno del povero maestro; che vi dico cei'to che lui è in grandissimo bisogno, perchè g'ii ha, bisognato inijiegnare molte cosette per fare lioi’a questa figura e poi“ vivere, e se ella non gli veniva bene questa volta, lui era, risoluto di non v^'olerne lare altro; ma (piando l’ha v'oduta che è \'o- nuta bene e bella, vi dico che il poveretto sia risu¬

scitato da moi-te a vita; siccome credo che h^ SS.

VV. intendei'anno meglio [ler una sua. » fja lettera dell Ambrosi non ci è pervenuta; sa])piamo invece che la domanda tu tavorevolmento accolta, jierchè nei libri della hbfferendaria (voi. 128, c-. ;>07) tro¬

viamo intatti un ultimo acconto di scudi ciiupic pia-

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is’Jtli ili SUO lì(l(‘iussoi’o ]\i. Aiiloiiio i’>ai‘toliiii, con I;i.

data del 20 dicembre JbDH «per compiere la. statua di bi-oiizo p(>r la foidana. di, piazza con obligo a d."

Aiitoiiio di reiidcreeiio et di dar (‘onducta in Fano compita». Fj nei lìltvi della TìepourUiria [\o\.2\\, <.‘,12) alla, stessa, data si ag'giunge clic i IM.' S.' Ib'iori et eletti « hanno concordato che d.“ Ant.'" oblighi de suo propi'io che tra un mese et mezo la statoua sia conduta in Fano et compita ».

I.,a statua, linalmente fu compiuta, davvero e ar¬

ia vo in Fano, come si disse, a'primi del marzo lólM, non senza le fos.se ])er due scudi ag’giunta da M.

Antonio (lalderaro ') la vela di .^ao vaiao; ma sembi'ò non opi)ortuno adornarne la fonte, ])er la quale era stata api)ositamente fusa, perchè aiiiiarve for.se troppo immodesta, a causa della sua nudità; e fu collocata inve(*e in una nicchia, a capo le scale del J*alazzo pubblico; come si l’ileva. dalla, i)roposta, fatta nel Consiglio speciale del 18 novembre IbOb ( Consigli, voi. lld, c. GO t. j da Adriano Negusanti che « deduxit ad notitiam Consilii, (piod statua Fortuna'., qiue facta tuit et cum non parva ex])ensa,, iacet spreta et de- specta non sine deterioramento, et quod cogitavit cani ])onere in porticu seu lodia, huius Palatio (sic) l)ro ornamento (lieti poiticus, qua, occasione hone- staretur et aptaretur illa fornix scala> (]iue modo est tui’pis visiti»; e tpd, dove rimase lunghi anni, il in maggio IGOG {Depositaria, voi. 222, c. 140 t.) la comjdetù di uìut palla di pietra ,1/." niatheo scavpelino, che ue ebbe in c'ompenso dieci grossi. Fu soltanto nel 1^11 che, ])er deliberazione consigliare del 17 maggio

‘ì Cfr. G. Ca.stki.i.a.ni, ixrt. eìt. tura ttirìsta Miscna,\, p:ig. ir>;5).— Fom* (pici M. Autonio Bnrtoliui suo lHÌoins.sorcV

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fu posla sopi'a la foiilana, perchè, dico V. iM. Aiiiiaiii *).

« lo persone idiote, credendola una ininiagine di una (|ualche santa, Vadoravano nel salire le scale con atti ostei’iori di i-eligione ». K si rileva infatti dal voi.

‘221, c. 138 della Depo.sitarùi che furon pagati « adì 2(1 maggio IGll a M.“ (lio Magni e suoi (•ompagni grossi IG p. haver fatto rarinatura alla fonte di IMazza pei‘

potervi mettere su la Fortuna» e «adì 12 giugno a j\l.“ Vincenzo Cloretti da Pesaro grossi sedici p. haver dipinto la vela della Fortuna ch’è stata messa sop.'^

la, fonte di Piazza ».

Ma nemmen (pii fu lasciata in paco, jicrchè in¬

nanzi tutto nel 1639 ( deliberazioni consigliari 20 e 22 agosto) corse pericolo d’esser fusa per « fare una statua di rilievo di bronzo dell'Tmmagine della P>.

Vergine del SS.mo Rosario » secondo un voto tatto

f) P. M. Amwkì, Mt'iitoi'ic isfoi’ìc/tc ili Fano; Piuio, bcoiiio'di, 17;')!; voi. 11, ])!(<>•. 2Ó!). l,ii (hitii i)t>rò, i-h’(‘,!>-li poiu', del ldl4 è (>rrou(“a, coinc, royiilla dalla dclihcra'/ione consigliare del 17 maggio 1(511, elu^ puro ò. da Ini eitat.a : « Oongr(‘g.ali li Ab' 8.''*

Prioid, cioè il .Sig. .Jao. Aniiani et il Sig. Aurelio beon.ardi in ahscnza del Sig. Frano. SiinomSti, malato di oliiragra. insieme, con l’infra.tti eletti sop.'' lo fonti pnbbliolie Sig. Filippo P>orgo- g(‘lli et il tla]). Cannilo JMli et il sod. Sig‘. Jao. oonui Priore et oome uno delli eletti, fatta la p.''" propostii et banto maturo disoorsu fra detti Sig.‘* Priori et eletti sopra la statua della For¬

tuna. di bronzo, ohe molti anni sono fu fatta fare p(“r tc-mn-e sopra la fontana di Piazza, è stata m(>ssa in un nioobio in capo della loggia del palazzo del Magistrato, dove molti oIkì non sanno (luel che sia la, riveriscono come cosa santa, il clu' eom’A grande errore, cosi il Sig. Gir. Gabrielli ne ha. fatto caso <li co¬

scienza al Mag.'", finalin.*'' di comune concordia fu d(!cretato et ordinato che d.^ statua si levi di d.» luogo et si faccia metter sopra la. sod.‘‘ fonte, al quale effetto hi fatta. It. decretorno et ordiuorno che si facciano li doi termini di pietra che vi mancano con la ])ielra che ('“ ueU'horto d<>’ Sig." Priori.

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diilhi Coimiiiilà sin dal IGdO nel timore che la pesto, estesasi in queiranno quasi per tutta l'Ttalia., non infierisse anclie ivi Fano, clve ne rimase tutta\da e- sonte *)• Fu data infatti « facoltà di farla taro airill.mo Magistrato et officiali colla statua della Fortuna esi¬

stente in Referendaria '^) applicandovi altro metallo del Comune con facoltà di applicarci il denaro del- reredità del Cantarini ». Questo si leggo nel Soinmario degli Atti Comlgìiavi (Archivio Comun., Sezione Amiani, n. 4), dove con quelle parole sono l'iassunte le due discussioni, che si conservano in minuta e per esteso ne’ FrainiiienU, copie e minute d’atti Consigliaci (n. 2d8, fase. Id); di qui si rileva pure come il 22 agosto, dopo che Pietro Petrucci n’ebbe mostrato al Consiglio il modello ed ebbe projvosto per la fondita con la statua 0 gli altri bronzi la spesa di scudi 200, di¬

chiarasse Pietro Negusanti non sembrargli quel mo¬

dello di conveniente grandezza e proponesse perciò una maggiore spesa fino a scudi dOO, affinchè l’opera

« confìciatur et magnificentice et altitudinis jvropor- tionatcc desiderio huius civitatis ». Ma «le guerre, dico l’Amiani ^), e le gravissime imposizioni fattesi dalla Sede Apostolica impedirono di questa pia riso¬

luzione Teffetto » ; così solo nel IGól si potò a grande stento eseguire la statua in stucco, cdie fu posta con solennità nella Loggia del Palazzo, là forse dove prima era. collocata la statua della Fortuna

‘) Amiani, og. di., voi. H, pap. 272.

2) (iiiest(‘. jiarolo iiossono far su|)pon’c clic la statua tasso stata allora, po’ Soliti sonqioli di moralità, ritolta dalla Ibnto, oomo lo, aooaddi^ por la stossa ragiono aiudio in appresso ; non può tut¬

tavia avm-si dubbio su la .sua identità.

■*) Amiani, op. di., voi. Il, pag. 287.

f) Di <iuesta statua in sfneco si ha ricordo negli Atti Consi-

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— li

Scongiurato così quel pericolo^ potò rimanere in¬

disturbata sul suo piedistallo sino al 14 maggio 1794, quando, come si api)rende da un Diario ms. (1792- 1849) del fanese Tommaso Massarini ^), ne fu tolta

« per essere troppo scandalosa, egli scrive, e portata al palazz;o pubblico; tanto più che in detta piazza doveva predicarsi in occasione della porcisione (de) di penitenza, che in quel giorno doveva farsi col semibusto di S. Paterniano, per implorare dalbAltis-

glìarl (1()51, c. 29) c nei libri della ( voi. 265. cc. 51 c 52), dove il 30 a])rile 1651 ò registrato che ebbe «M."" Pietro Giorgetti iiioratore scudi ciiupie e baiocchi 15 jxu* maestria, cal¬

cina, gesso et rena per il iiichio per poner la statua del S.ino Kosario» e il successivo 24 maggio che ebbe «M.‘^ Frane.*’ Car- vinoni scultore scudi dodici di ])auli X ])er scudo per futura della statua della Sant.ma Vergine del San.mo Rosario». Ricorda rAmiani (II, pag. 287) che «fu ])ortata solennemente a ca])o le scale del Palazzo e si trovò ])resente alla devota funzione il Car¬

dinale Vidman legato d’Urbino». — Non è ptn da confondersi con Taltra statua della Madonua, scolj)ita in marmo, che tuttora sussiste e che sin dal 1579 fu, come narra rAmiani ( IT, p. 248), collocata a spes(5 di Pietro Martinozzi sotto le loggia del Pa¬

lazzo del Podestà allinchè le milizie urbane, costituite contro la continua minaccia delle invasioni di banditi e delle quali egli era il Capitano, all’aurora e alla s(H’a la venerassero. Ed (‘.eco la delibe.ra consigliare del 28 gmmaio di ([ueh’anno: « Viene ac¬

colta l’offerta di M/^Lodovìco Architetto d’Urbino di fare la statua della Madonna in scoltura marmorea da i)orsj sotto il Palazzo del ]^)destà per scudi 35 e i 10 scudi di Ihetro Mar¬

tinozzi s’impieghino nell’ornam(‘.nto d(41a nicchia che il/.*’ Fran¬

cesco scalpellino si obbliga di fare per detta somma secondo il disegno dato da il/.*’ Lodovico ». La statua, trasportata nel 1849 sotto il Voltone Malatestiano, nel 1920 fu con senso d’arte re¬

staurata dallo scultore concittadino prof. Ettore Bernacchia.

1) Questo Diario è ora conservato presso la famiglia Severi di Fano, che qui debbo ringraziare per avermelo fatto conoscere;

ne fece parola Luigi Masetti nelle sue Memorie sulla Federlciaìia

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IT) —

siino la grazia di liberarci dal llagello del terroinoto, che ogni giorno affliggeva (c. 8 t.) ».

Giungiamo così al 12 giugno 1799, cioè al giorno dell’attacco e della presa di Fano per parte dei con¬

federati Moscoviti, Turchi ed insorgenti, in cui, se¬

condo lo stesso Diario (c. 28), la nostra statua subì la sua maggior disavventura per essere stata « de¬

rubata e spezzata in parte ».

Nel 1804 si deliberò dalla Magistratura fanese di ricollocarla al suo solito posto, senza però pensare ad un possibile superiore diniego. Infatti il 29 agosto di quell’anno il Cardinal Consalvi scriveva al Gover¬

natore di Fano che Sua Santità voleva s’ingiun¬

gesse « ai PP. RR. immediatamente di non permet¬

tersi in veruna maniera questa innovazione e di dare conto nel tempo stesso come si sieno proposti di ciò fare, subito che non potevano ignorare che se sotto il pontiticato della Sa. Me. di Pio VI si volle ten-

(Fauo, Lan.a, 187;i, i)ag‘. 8); o, in nna sua lettera inedita (22 luglio ’71) a Stefano "Poinani Aniiani scriveva che il Massarini fu « famigiio di Casa Avveduti ed uno d(“.i così detti (juattro ti- vangelisti del suo tempo ». TI ])(!riodo che questo diario abbraccia è quello che corre dall’anno 1792 al 1849 e le minute notizie che contiene, riguardanti specialmente gli anni della invasione francese, lo rendono con altre molte svariatissime assai notevole ed utile, agli studiosi della nostra storia locale. Mi piace qui an¬

cora riferire ciò che ivi si ricorda alla data del 19 gennaio 1822 a proposito del bellissimo putenle, attribuito finora al Sansovino, mentre è probabile sia d’un suo allievo Jacopo Colonna vene¬

ziano, e ebe dal cortile del chiostro di S. Paterniano fu di re¬

cente trasferito nel giardinetto della piazza I.,(;opardi : « Verso le ore 6 di notte rovinò la parte- superiore della bellissima cisterna nel cortile di S. Paterniano, o])era del celebre Sansovino. I^’.ar- chitrave e la statua caddero nelPintern-o del jmzzo e le quattro colonne che si spezzarono caddero al di fuori ».

1) Archivio di Pano, Rof/istri, 17 (c. 1491.).

(

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— IG —

laro la ineclesiina innovazione, no fu richiesto al me¬

desimo il permesso, che por ben giusti riflessi venne onninamente negato ». 11 IMagistrato rispose allora al (lovernatore ') che « la dimitteute Magistratura avea ciò ideato di fare, mossa da quei motivi che risul¬

tano dalla lettera scritta a Mons. Arcivescovo. Ve¬

scovo di Fano nunzio in Vienna, di cui coi)ia si an¬

nette ^). l^er quanto poi l’odierno Magistrato ha cercato d’indagare se il Pubblico avesse procurato dalla Sa.

Meni, di Pio VI il permesso di tale ricollocazione, non consta da alcun pubblico registro una tal do¬

manda e meno perciò che fosse negata ». Ma l’B set¬

tembre il Card. Consalvi rci)licava2): «Qualunque sia il tempo in cui fu rimossa dalla fontana di'cotosta piazza la statua in bronzo della Fortuna, e comunque sia che non esista nei Registri del Pubblico la me¬

moria del permesso richiesto per il di lei ricolloca- mcnto c della negativa datane dalla Sa. Me. di Pio VI la Santità di nostro Signore resta fermo nella deter¬

minazione già presa e comunicata a V. S. con dispaccio del 29 del pass." agosto, cui perciò sarà di Lei cura fare avere il suo effetto ».

Dovette dunque attendere ben altri novo anni;

e finalmente il 2;i novembre 18i;i potè ritornare al suo posto d’onore, com’oggi la vediamo, sul globo sorretto dai delfini; sotto tale data troviamo infatti nel medesimo Diario del Massarini la nota seguente:

« Fu daH’ottonaro Eustachio Albcrtini fanese fuso il braccio destro in bronzo alla statua, della Fortuna

*) Archivio di Fano, 17 (c. lóOr.).

‘^) Non conosciamo il tenore, di (piesta lettera, che non ci è pervcniuta.

•q Archivio di Fano, Jirglstri, 17 (c. 1521.).

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elle era «ituata sopra, là pubblica fonie in Piazza, g-ià atterrata e rotta dai Turchi al loro ingresso nel 1799, per riporsi ove ])ritna ora situata, molto ])iii che è rinvenuto l antico piedistallo ».

Nè qui va. ])assato sotto silenzio come nel mo¬

vimento insurrezionale del ISdl delle tre bandiere tricolori, innalzate in Fano in quei primi e tanto fu- g’aci entusiasmi di liliertè, una fosse collocata appunto su questa nostra statua, quasi a l'ender grazie alla Dea per il concesso aiuto e a intercederne per l’avve¬

nire la protezione; e come ne fosse tolta prima an¬

cora del ripristinamento del governo teocratico ^).

Cosi finalmente ebbero termine le varie peregri¬

nazioni di questa statua e i molti e non lieti suoi casi.

*) Questa noti/àa 6 tolta dalla minuta della lettera del Gon- laloniere di Fano (2() a))rile ’dl ) al Delc'g’ato Apostolico Cattaui, il quale il 21 del mese stesso richiedeva « il ritiro di tutte le l)andiere ed altri emblemi clu*- avevano servito nella ])assata ribellione » ( ArcMvio Comuiude).

È lame (|ui per ultimo aggiungere che nel 19J}) dietro pro- ])osta d(d i)rof. Vittorio Menegoni, direttore della B.. Scuola d’Arte.

di Fano, n sotto la sua sapicnite direzione, la statua, insieme a tutta la fontana, fu restaurata de’ molti danni causati dal tempo, così da esser ricondotta alla sua primitiva bellezza.

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^ oc^

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L. 1, 50

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