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RASSEGNA  STAMPA   15

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Academic year: 2022

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RASSEGNA  STAMPA  

 

FareComunicazione  

 

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RASSEGNA STAMPA

48° Congresso Nazionale SIVeMP

e

Convegno SIMeVeP-ISS - Food safety e Food Security

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Servizio andato in onda su SKY TG24 il 6_11_2015

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I veterinari a congresso. Grasselli: “Inserire stabilmente giovani laureati non specializzati nei processi lavorativi delle Asl”

E' l'appello promosso dal segretario generale del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica. Si chiede che

i Dipartimenti di Prevenzione diventino sede di formazione specialistica dei giovani veterinari di sanità pubblica e

di attivare borse di studio e percorsi formativi specialistici remunerati da svolgere presso il Ssn. E poi al Governo:

"Spesa sanitaria italiana sia in linea con Ue". LA RELAZIONE DI GRASSELLI

04 NOV - Difendere la conquista del Servizio Sanitario Nazionale è certamente un impegno che va rinnovato e per il quale anche la veterinaria pubblica

manifesterà nelle prossime settimane con tutte le altre organizzazioni sindacali dei medici dirigenti e convenzionati che hanno indetto sciopero nazionale unitario per il prossimo 16 dicembre. E’ questo il messaggio che parte dal Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica (SIVeMP) in corso a Roma.

Il primo fronte su cui non si può cedere, anche per i veterinari pubblici, è quello delle risorse e del finanziamento. Il Governo, sottolineano, sta ancora

definanziando il Ssn in un momento storico in cui l’evasione fiscale vale 130 miliardi. E ricordano che la Corte dei conti anche quest’anno ha ribadito che ha raggiunto un livello “non compatibile con la nostra economia e con nessun

sistema veramente democratico. La sanità pubblica pesa per il 75% in media sui bilanci regionali ed è il campo di scontro più duro delle spending review e dei tagli, sempre lineari, che si succederanno senza sosta. Nemmeno le Regioni intendono far finta di niente, tant’è che il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha espresso in modo inequivocabile il dissenso generale".

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“Se come dice il Premier il paese sta avviandosi verso una crescita – afferma Aldo Grasselli, Segretario Generale del SIVeMP -, chiediamo un’inversione di rotta e che il rapporto tra PIL e spesa sanitaria italiana sia equivalente a quello medio dei Paesi dell’UE. In rapporto al Pil la spesa sanitaria italiana è più bassa di quella greca nonostante la crisi del paese ellenico. Nel 2013 i greci hanno investito in sanità, tra pubblico e privato, il 9,2% del loro Pil, l'Italia si è fermata all'8,8%, nulla in confronto con il 16,4% degli Stati Uniti”.

Contestualmente - secondo i veterinari di medicina pubblica riuniti in Congresso - si dovrà affrontare sul piano lavorativo una nuova fase di passaggio

generazionale che si scontrerà con una progressiva riduzione degli spazi di

agibilità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Non ci si potrà sottrarre al cambiamento senza il quale ci sarà una inevitabile involuzione. “Ci troviamo di fronte ad un momento storico - sottolinea Grasselli - in cui si assiste ad un inesorabile invecchiamento del personale che non può andare in pensione a fronte della disoc-cupazione dei giovani Veterinari che non possono essere assunti dove servono a causa del blocco del turnover. Per noi non è eretico pensare di inserire stabilmente giovani veterinari non specializzati nei processi lavorativi delle Asl”.

Le richieste del Sindacato:

►Il Governo riveda il Fondo Sanitario e finanzi adeguatamente il rinnovo dei contratti

►Il Governo e le Regioni devono portare il finanziamento della Prevenzione almeno ai livelli di spesa degli altri paesi UE.

►Le Regioni devono dotarsi presso ogni assessorato un livello di governo della prevenzione in cui siano garantite le professionalità della veterinaria pubblica in sanità animale, Igiene zootecnica e Igiene degli alimenti di origine animale, Igiene urbana veterinaria.

►Le Asl devono rispettare i criteri organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione articolati nelle specifiche discipline mediche e veterinarie.

►I Dipartimenti di Prevenzione devono diventare sede di formazione

specialistica dei giovani veterinari di sanità pubblica. A questo fine Ministero della Salute – Regioni – ASL – IZS devono definire una valida programmazione dei fabbisogni di unità lavorative veterinarie nelle tre distinte aree di

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specializzazione: sanità animale, igiene degli alimenti di origine animale, igiene degli allevamenti.

Il SIVeMP chiede inoltre:

►Di attivare borse di studio e percorsi formativi specialistici remunerati da svolgere presso il SSN in collaborazione tra i Ministeri Università e Salute, le Università, le ASL e gli IZS, al fine di generare una formazione sul campo da affiancare a quella didattica classica il cui titolo finale di specialista resti di competenza dell’Università

►Di garantire una riserva dei posti da mettere a concorso per l’incardinamento nella dirigenza veterinaria a favore di specialisti ambulatoriali in servizio e per chi si sarà specializzato con la formazione sul campo presso il SSN

►Di impedire che l’attuale deriva del Task Shifting trasferisca atti medici veterinari a professionalità non competenti

"La Veterinaria Pubblica - sottolinea il sindacato - non è repressione episodica ma prevenzione, studio, ricerca e valutazione e gestione dei rischi, con

rimozione delle cause di non conformità spesso in alleanza con allevatori ed imprenditori del settore agroalimentare leali e disposti al cambiamento".

Per questi motivi, in questo Congresso, i veterinari pubblici intendono avviare una riflessione, anche attraverso una tavola rotonda alla quale prenderanno parte i rappresentanti delle istituzioni della sanità e del pubblico impiego sul tema

“Dirigenza Medica e Veterinaria - Nuovo modello cercasi”. Anche il Congresso SIVeMP darà il suo contributo sull’appropriatezza, ma questa volta si discuterà anche di appropriatezza organizzativa, sia delle strutture in cui i sanitari operano, sia dei processi lavorativi, delle autonomie e delle responsabilità professionali e dirigenziali.

04 novembre 2015

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I veterinari a congresso/2. “Ripartire dalla specificità della dirigenza e sciogliere al più presto il nodo delle competenze”

Per i rappresentanti dei sindacati il contratto rappresenta uno spartiacque decisivo. Ma Giancarlo Rucco, dirigente Aran, avverte: “Bisogna evitare assolutamente di nutrire aspettative messianiche nello strumento della

contrattazione, è necessario coltivare il senso della misura per non diffondere illusioni”.

05 NOV - I futuri assetti e la tenuta complessiva del Ssn sono legati

inscindibilmente al tema della contrattazione, destinato a disegnare nuovi

equilibri e a riscrivere il futuro di milioni di lavoratori. Uno snodo cruciale che ha rappresentato l’argomento di discussione della tavola rotonda ‘Dirigenza

medica e veterinaria del Ssn. Nuovo modello cercasi’, svoltasi durante il 48° Congresso Nazionale della SIVeMP.

“E’ intenzione conservare un’area specifica per la dirigenza medica nella nuova configurazione – garantisce Gianfranco Rucco, Responsabile Tecnico per la Contrattazione del Ssn – Si tratta quindi di un’opzione che si staglia con

concretezza all’orizzonte. Per definire il percorso sono però necessari gli appositi atti di indirizzo e una compatta condivisione verso questo approccio anche sul fronte sindacale. Tuttavia – avverte – nel futuro la contrattazione non assumerà una valenza più forte di quella attuale, poiché stiamo attraversando una stagione non semplice. Bisogna quindi evitare assolutamente di nutrire aspettative

messianiche nello strumento della contrattazione, è necessario coltivare il senso della misura per non diffondere illusioni”.

Anche perché, osserva Vincenzo Pomo - coordinatore della Sisac, “siamo alle prese con una tornata che riguarderà esclusivamente gli aspetti normativi e che

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non contemplerà incrementi contrattuali come avvenuto in passato”. A livello sistemico ci sono però alcuni nodi fondamentali che paiono ancora insoluti.

“Innanzitutto la mancata equiparazione tra i veterinari e gli altri specialisti convenzionati”. Resta poi l’annoso problema dei costi standard “che risultano ben studiati per la parte ospedaliera, ma sono inesistenti per quella territoriale.

Allo stato attuale è quindi impossibile misurarli e applicarli per i servizi veterinari”.

“Non dimentichiamoci mai che il contratto è composto da una parte normativa e da una parte economica – ricorda Alessandra Di Tullio, coordinatore della Fassid – In questo senso è davvero assurdo, un autentico paradosso, che i soldi per i contratti vengano inseriti nello stesso Fondo che contiene anche le risorse destinate ai cittadini”. Altro aspetto cruciale è quello legato alle competenze. “E’

necessario capire al più presto se verranno affrontate e definite con il Comma 566 o nel contratto. E’ un punto da chiarire immediatamente, altrimenti rischiamo che questi aspetti vengano declinati a livello regionale o addirittura in sede di singola azienda. E si tratta di un rischio da evitare a ogni costo”.

Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac, mette in guardia.

“Sarebbe sbagliato riportare le questioni sollevate dal Comma 566 all’interno del contratto. Il pericolo è che poi finiscano nel comparto e non nella dirigenza”. Altra priorità riguarda “la battaglia per onorare il contratto, soprattutto in periferia. Oggi è infatti in corso una delegittimazione delle organizzazioni sindacali a tutti i livelli e proprio in quest’ottica si inscrive la tendenza a sposare una pericolosissima decentralizzazione che lo svuoterebbe nell’applicazione e nei contenuti”.

Al centro del dibattito non può che collocarsi la formazione. “Va riscritta per quanto concerne l’accesso alle lauree sia in Medicina che in Veterinaria – ragiona Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici – Serve che la laurea sia abilitante sin dall’inizio, altrimenti il sistema finisce inevitabilmente per

penalizzare i giovani che spesso si trovano senza nulla in mano”. Allo stesso tempo “è irrinunciabile portare avanti una strenua difesa della dirigenza,

altrimenti rischiamo che le Regioni ci pongano allo stesso livello delle professioni sanitarie e non possiamo permetterlo. La gestione del personale non può infatti essere affidati ad altri che non siano i dirigenti medici”.

Gennaro Barbieri  

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Grasselli (SIVeMP): Occorre difendere la conquista del nostro SSN

04/11/2015 in News

Con la Relazione di Aldo Grasselli aperto oggi a Roma il 48° Congresso dei veterinari pubblici

Difendere la conquista del Servizio Sanitario Nazionale è certamente un impegno che va rinnovato e per il quale anche la veterinaria pubblica manifesterà nelle prossime

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settimane con tutte le altre organizzazioni sindacali dei medici dirigenti e convenzionati che hanno indetto sciopero nazionale unitario per il prossimo 16 dicembre. E’ questo il messaggio che parte dal Congresso Nazionale del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica (SIVeMP) in corso a Roma. Il primo fronte su cui non si può cedere, anche per i veterinari pubblici, è quello delle risorse e del finanziamento. Il Governo, infatti, sta ancora definanziando il Ssn in un momento storico in cui l’evasione fiscale vale 130 miliardi. La corte dei conti anche quest’anno ha ribadito che ha raggiunto un livello “non compatibile con la nostra economia e con nessun sistema veramente democratico”. La sanità pubblica pesa per il 75% in media sui bilanci regionali ed è il campo di scontro più duro delle spending review e dei tagli, sempre lineari, che si succederanno senza sosta. Nemmeno le Regioni intendono far finta di niente, tant’è che il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha espresso in modo inequivocabile il dissenso generale. “Se come dice il Premier il paese sta avviandosi verso una crescita – afferma Aldo Grasselli, Segretario Generale del SIVeMP -, chiediamo un’inversione di rotta e che il rapporto tra PIL e spesa sanitaria italiana sia equivalente a quello medio dei Paesi dell’UE. In rapporto al Pil la spesa sanitaria italiana è più bassa di quella greca nonostante la crisi del paese ellenico. Nel 2013 i greci hanno investito in sanità, tra pubblico e privato, il 9,2% del loro Pil, l’Italia si è fermata all’8,8%, nulla in confronto con il 16,4% degli Stati Uniti”. Contestualmente – secondo i veterinari di medicina pubblica riuniti in Congresso – si dovrà affrontare sul piano lavorativo una nuova fase di passaggio generazionale che si scontrerà con una progressiva riduzione degli spazi di agibilità della dirigenza medica, veterinaria e

sanitaria. Non ci si potrà sottrarre al cambiamento senza il quale ci sarà una inevitabile involuzione. “Ci troviamo di fronte ad un momento storico – sottolinea Grasselli – in cui si assiste ad un inesorabile invecchiamento del personale che non può andare in pensione a fronte della disoccupazione dei giovani Veterinari che non possono essere assunti dove servono a causa del blocco del turnover. Per noi non è eretico pensare di inserire stabilmente giovani veterinari non specializzati nei processi lavorativi delle ASL”.

Le richieste del Sindacato:

Il Governo riveda il Fondo Sanitario e finanzi adeguatamente il rinnovo dei contratti.

Il Governo e le Regioni devono portare il finanziamento della Prevenzione almeno ai livelli di spesa degli altri paesi UE.

Le Regioni devono dotarsi presso ogni assessorato un livello di governo della prevenzione in cui siano garantite le professionalità della veterinaria pubblica in sanità animale, Igiene zootecnica e Igiene degli alimenti di origine animale, Igiene urbana veterinaria.

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Le ASL devono rispettare i criteri organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione articolati nelle specifiche discipline mediche e veterinarie.

I Dipartimenti di Prevenzione devono diventare sede di formazione specialistica dei giovani veterinari di sanità pubblica. A questo fine Ministero della Salute – Regioni – ASL – IZS devono definire una valida programmazione dei fabbisogni di unità lavorative veterinarie nelle tre distinte aree di specializzazione: sanità animale, igiene degli alimenti di origine animale, igiene degli allevamenti.

Il SIVeMP chiede inoltre:

Di attivare borse di studio e percorsi formativi specialistici remunerati da svolgere presso il SSN in collaborazione tra i Ministeri Università e Salute, le Università, le ASL e gli IZS, al fine di generare una formazione sul campo da affiancare a quella didattica classica il cui titolo finale di specialista resti di competenza dell’Università.

Di garantire una riserva dei posti da mettere a concorso per l’incardinamento nella dirigenza veterinaria a favore di specialisti ambulatoriali in servizio e per chi si sarà specializzato con la formazione sul campo presso il SSN.

Di impedire che l’attuale deriva del Task Shifting trasferisca atti medici veterinari a professionalità non competenti.

La Veterinaria Pubblica non è repressione episodica ma prevenzione, studio, ricerca e valutazione e gestione dei rischi, con rimozione delle cause di non conformità spesso in alleanza con allevatori ed imprenditori del settore agroalimentare leali e disposti al cambiamento. Per questi motivi, in questo Congresso, i veterinari pubblici intendono avviare una riflessione, anche attraverso una tavola rotonda alla quale prenderanno parte i rappresentanti delle istituzioni della sanità e del pubblico impiego sul tema

“Dirigenza Medica e Veterinaria – Nuovo modello cercasi”. Anche il Congresso

SIVeMP darà il suo contributo sull’appropriatezza, ma questa volta si discuterà anche di appropriatezza organizzativa, sia delle strutture in cui i sanitari operano, sia dei processi lavorativi, delle autonomie e delle responsabilità professionali e dirigenziali.  

           

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Sivemp: anche i veterinari pubblici scioperano accanto ai medici

«Difendere la conquista del Servizio sanitario nazionale è certamente un impegno che va rinnovato e per il quale anche la veterinaria

pubblica manifesterà nelle prossime settimane con tutte le altre organizzazioni sindacali dei medici dirigenti e convenzionati che hanno indetto sciopero nazionale unitario per il prossimo 16

dicembre». E' il messaggio che parte dal Congresso nazionale del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica (Sivemp), in corso a Roma. Il primo fronte su cui non si può cedere, anche per i

veterinari pubblici, «è quello delle risorse e del finanziamento. Il

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Governo, infatti, sta ancora definanziando il Ssn in un momento storico in cui l'evasione fiscale vale 130 miliardi». «Se come dice il premier il Paese sta avviandosi verso una crescita - afferma Aldo Grasselli, segretario generale del Sivemp - chiediamo un'inversione di rotta e che il rapporto tra Pil e spesa sanitaria italiana sia

equivalente a quello medio dei Paesi dell'Ue. In rapporto al Pil la spesa sanitaria italiana è più bassa di quella greca, nonostante la crisi del Paese ellenico».

Nel 2013 i greci hanno investito in sanità, tra pubblico e privato, il 9,2% del loro Pil, l’Italia si è fermata all’8,8%, «nulla in confronto con il 16,4% degli Stati Uniti». Contestualmente - secondo i

veterinari - si dovrà affrontare sul piano lavorativo una nuova fase di passaggio generazionale che si scontrerà con una progressiva

riduzione degli spazi di agibilità della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Insomma, non ci si potrà sottrarre al cambiamento. «Ci troviamo di fronte ad un momento storico - sottolinea Grasselli - in cui si assiste ad un inesorabile invecchiamento del perso-nale che non può andare in pensione a fronte della disoccupazione dei giovani

veterinari che non possono essere assunti dove servono a causa del blocco del turnover. Per noi non è eretico pensare di inserire

stabilmente giovani veterinari non specializzati nei processi lavorativi delle Asl».

 

     

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Veterinari , 75% agenti infettivi derivano da animali

Serve approccio 'olistico' per affrontare antibiotico resistenza

(ANSA) - ROMA, 05 NOV - Dalla Sars all'aviaria, dalla mucca pazza all'influenza suina, il 75% degli agenti infettivi 'emergenti' che minacciano la salute

dell'uomo derivano da animali. Per questo la salute degli uni ha conseguenze importante sugli altri, anche perché strettamente collegata a uno dei maggiori problemi di sanità pubblica, la resistenza agli antibiotici. E' quanto emerso al convegno "Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della prevenzione primaria", organizzato dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) e dall'Istituto Superiore di Sanità. "Le malattie dell'uomo generate dagli alimenti - ha affermato Aldo Grasselli, presidente SIMeVeP - sono in aumento e i livelli di prevenzione e protezione dei

consumatori devono essere costantemente adeguati ai rischi". Per farlo,

servono risorse da destinare alla ricerca, alla formazione e alla comunicazione sulla sicurezza alimentare e, sottolinea Grasselli, "una gestione che sappia comprendere gli effetti moltiplicatori della catena alimentare, il fitto reticolo di interconnessioni esistenti". Un 'approccio olistico' è necessario, ad esempio, per fronteggiare la sempre più frequente resistenza dei germi agli antibiotici che, in Europa, causa la morte di 25mila persone l'anno. "Un fenomeno preoccupante - sottolinea Carlo Signorelli, presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) - a cui hanno contribuito sia le prescrizioni inappropriate da parte dei medici, sia l'eccessivo utilizzo di antibiotici negli allevamenti animali. I due fattori hanno fatto guadagnare all'Italia il secondo posto in Europa, dopo la Grecia, per antibioticoresistenza (dati ECDC)". Per questo, conclude, è "importante sviluppare il concetto di 'One health', ovvero unire le forze di chi si occupa di questioni mediche, veterinarie e ambientali".

(ANSA).

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Lorenzin , diritto ad alimentazione sana è inalienabile Salute e sicurezza alimentare non possono essere scisse

(ANSA) - ROMA, 5 NOV - "Il diritto ad un'alimentazione adeguata è un diritto inalienabile della persona". A ricordarlo, pochi giorni dopo la chiusura di Expo 2015, è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in un messaggio al convegno

"Food Safety and Food Security" in corso presso l'Istituto Superiore di Sanità (Iss).

"In Italia - spiega il ministro - il graduale abbandono del regime dietetico 'mediterraneo' a vantaggio di stili alimentari meno salutari, ha portato, tra l'altro, ad un incremento dell'obesità, fattore di rischio conosciuto per malattie tra cui il diabete, l'ipertensione, malattie cardiovascolari e diversi tipi di cancro".

"Un'alimentazione scorretta e inadeguata, infatti, - prosegue - oltre a incidere sul benessere psico-fisico, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per l'insorgenza di numerose malattie. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un terzo delle malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitati grazie ad un'alimentazione sana ed equilibrata".

Tuttavia, conclude Lorenzin, "salute e sicurezza alimentare non possono essere scisse" e sicurezza è intesa anche come "difesa dai pericoli delle contraffazioni alimentari". Per questo la lotta a queste ultime è "priorità della politica

europea". (ANSA).

       

     

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Cibo sicuro, la via maestra per la salute pubblica. Ricciardi: Iss in prima fila per fare sistema

Garantire a tutti l'accesso all'acqua e al cibo sarà una sfida cruciale per i prossimi decenni, a patto che il cibo in questione sia controllato e sicuro. E a questa sfida partecipano, a pieno titolo, i medici veterinari del Servizio

sanitario nazionale che si sono confrontati a Roma con le Istituzioni, i consumatori e gli imprenditori delle filiere agro-zootecnico-alimentari nazionali in occasione del convegno "Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della prevenzione primaria", organizzato dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e dall'Istituto Superiore di Sanità.

Mentre la Food Safety rappresenta la sicurezza degli alimenti, ed è il

prerequisito che autorizza l'impiego dell'acqua e di ogni prodotto vegetale o animale quale alimento, la Food Security è invece la disponibilità sufficiente di cibo sano e nutriente. «Quando si parla di spreco alimentare - hanno

spiegato gli esperti - si tende a sottovalutare che gli sprechi più rilevanti

possono essere generati dalle patologie animali, dalle condizioni dell'ambiente e dai metodi di produzione e lavorazione che possono contaminare o

adulterare i cibi. Sappiamo che il 60% di tutti gli agenti infettivi e il 75% degli

agenti infettivi "emergenti" dell'uomo hanno origine zoonotica, ossia derivano

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da animali». Il controllo delle zoonosi è considerato di importanza prioritaria per l'Unione Europea che, con la Direttiva 2003/99/CE (che include il

problema dell'antibiotico resistenza), ha dato gli indirizzi per la loro

sorveglianza da parte degli Stati Membri. Ma per fare controlli serrati servono fondi che, mai come oggi, in sanità non sono abbastanza.

«Siamo ormai in una fase - precisa Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità - nella quale dobbiamo farci bastare quello che abbiamo, evitare gli sprechi e recuperare tutto il recuperabile per reinvestirlo. Ma con le risorse che abbiamo nel nostro settore, dobbiamo fare più "sistema" e su

questo il nostro istituto si sta già muovendo. Proprio in sanità, è l'Iss l'unica realtà nazionale che integra salute animale, salute umana e ambientale

insieme». E parlando di Food Safety non poteva mancare il tema della carne rossa, al centro del recente rapporto Oms. «Non è un caso se il nostro Paese - aggiunge Ricciardi - è quello con un'aspettativa di vita maggiore. L'evidenza scientifica, infatti, ci dice che la dieta mediterranea è quella che

maggiormente tutela la salute di ogni individuo. Bisogna essere equilibrati nelle scelte alimentari, senza lasciarsi abbagliare da falsi miti e mode

passeggere che, spesso, mettono in pericolo anche la crescita dei più piccoli».

Anche il ministro Beatrice Lorenzin, nel messaggio inviato ai relatori del convegno, ha voluto sottolineare l'importanza di avere alimenti sani e sicuri.

«Un'alimentazione scorretta e inadeguata - ha avvertito il ministro - rappresenta uno dei principali fattori di rischio per numerose malattie.

Secondo l'Oms, infatti, circa un terzo della malattie cardiovascolari e dei tumori potrebbero essere evitate grazie ad una corretta e sana alimentazione».

Rossella Gemma

         

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La sicurezza alimentare è una scelta strategica

di Aldo Grasselli (presidente della Società italiana di Medicina veterinaria preventiva)

Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della

prevenzione primaria Il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale. Il

mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente e ad acqua pulita è una

violazione della dignità umana L’Esposizione Universale di Milano, Expo

2015 “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita” è stata ideata per indicare nuove

frontiere scientifiche e tecnologiche e addirittura nuove strategie ambientali,

socioeconomiche e geopolitiche, nuovi stili di vita adatti a migliorare la storia

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futura dell’uomo sulla terra partendo dal “cibo”. Garantire a tutti l’accesso all’acqua e al cibo sarà la sfida cruciale dei prossimi decenni. Non è casuale che sia stata assegnata all’Italia l’edizione “Nutrire il Pianeta, Energie per la Vita”, sarebbe stato strano il contrario se è vero, come è vero, che siamo il Paese che ha il patrimonio gastronomico più amato nel mondo. Ma non si trattava in questa vicenda di accontentarsi di promuovere i nostri prodotti. Si trattava, piuttosto, di cogliere l’occasione per diventare protagonisti di un processo di conservazione e insieme di rinnovamento delle idee tradizionali di alimentazione e produzione sostenibile e disponibile.

L’impatto del cambiamento climatico sulle produzioni agro-zootecnico- alimentari, la necessità di produrre abbastanza riducendo l’impatto

ambientale, risparmiando acqua, conservando le foreste, riducendo l’uso di fito e zoo farmaci, preservando la biodiversità, la bellezza e la stabilità ambientale, conservando le culture rurali e le tradizioni agro-zootecnico- alimentari è una sfida della modernità. A questa sfida partecipano a pieno titolo i medici veterinari del Servizio sanitario nazionale che si confronteranno a Roma il 5 novembre nel convegno organizzato dalla Società Italiana di

Medicina Veterinaria Preventiva e dall’Istituto Superiore di Sanità dal titolo:

“Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della prevenzione primaria”.

La Food Safety rappresenta la salubrità degli alimenti. È il prerequisito che autorizza l’impiego dell’acqua e di ogni prodotto vegetale o animale quale alimento. La Food Security è la disponibilità sufficiente di cibo sano e

nutriente. Non è possibile soddisfare i bisogni alimentari se si producono cibi non sicuri che devono essere distrutti o che posso fare danni alla salute di chi li consuma. Quando si parla di spreco alimentare si tende a sottovalutare che gli sprechi più rilevanti possono essere generati dalle patologie animali, dalle condizioni dell’ambiente e dai metodi di produzione e lavorazione che

possono contaminare o adulterare i cibi.

Le malattie dell’uomo generate dagli alimenti sono in costante aumento e i livelli di prevenzione e protezione dei consumatori devono essere

costantemente adeguati ai rischi. Con il termine “One World-One Health- One

Medicine” si intende rappresentare che la salute dell’uomo non è disgiunta

dalla salute animale e dalla salute del pianeta. Le sfide per assicurare il diritto

al cibo vedono i veterinari in prima linea nell’impedire la diffusione della

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patologie che possono decimare gli animali allevati e nella produzione di alimenti sani e di elevata qualità che possano avere vaste opportunità commerciali.

I veterinari di medicina pubblica ritengono che sia arrivato un momento

cruciale - accentuato anche da Expo 2015 - che richiede una forte innovazione e risorse da destinare alla ricerca, al trasferimento dei suoi esiti, alla

formazione e alla comunicazione sul tema della sicurezza alimentare, ponendo l’accento sull’azione coordinata delle professioni sanitarie che devono

interagire - dal campo alla tavola - nel settore della prevenzione primaria, a cominciare da medici e veterinari dei dipartimenti, dei servizi e degli istituti del Servizio sanitario nazionale. Expo 2015 ha reso evidente e ineludibile che occorre quanto prima mettere in agenda un piano d’intervento preventivo strutturale per combattere gli sprechi e le perdite alimentari, per tutelare la biodiversità, per considerare il rapporto tra energia, acqua, aria e cibo in modo unitario e dinamico, finalizzato a contrastare il cambiamento climatico. È sempre più importante affrontare i problemi locali inserendoli in una scala globale e comprendere che i problemi globali possono generare effetti molto seri sul nostro territorio, problemi di carattere economico e di carattere

sanitario. Una visione nazionale deve però essere recuperata in termini di equivalenza dell’intervento preventivo. I dipartimenti di prevenzione che operano sul campo devono recuperare un ruolo di primaria importanza nella tutela olistica della salute dei cittadini.

Occorre, inoltre, che la medicina preventiva superi una logica emergenziale, e agisca per piani di intervento non formali e burocratici ma di riconosciuto valore scientifico, che siano oggetto di sistematica revisione da parte dei medici e dei veterinari. I problemi legati al cibo hanno assunto una rilevanza nella vita delle popolazioni che non può essere affidata solo a un approccio emergenziale e normativo e regolamentare, occorre una gestione intelligente che sappia comprendere gli effetti moltiplicatori della catena alimentare, il fitto reticolo di interconnessioni e interdipendenze. Un approccio olistico occorre ad esempio per l’antibiotico resistenza, uno dei problemi di più ampia portata per la sanità globale, che riguarda anche la salute animale e la salubrità alimentare. La società e i decisori che governano la sanità regionale e

nazionale devono capire che le politiche sanitarie per la prevenzione dei rischi e delle patologie non si possono trascurare per troppo tempo se non si

vogliono subire danni gravi, ingentissimi e largamente diffusi.  

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Food Safety e Food Security: scenari futuri e

ineludibile evoluzione della prevenzione primaria

05/11/2015 in News

Grasselli (Simevep): I dipartimenti di prevenzione che operano sul campo devono recuperare un ruolo di primaria importanza nella tutela olistica della salute dei cittadini. Occorre, inoltre, che la medicina preventiva superi una logica emergenziale, e agisca per piani di intervento non formali e burocratici ma di

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riconosciuto valore scientifico, che siano oggetto di sistematica revisione da parte dei medici e dei veterinari».

Garantire a tutti l’accesso all’acqua e al cibo sarà una sfida cruciale per i prossimi decenni. La mancata disponibilità di questi beni è una violazione della dignità umana.

Fondamentale è anche garantire cibo sano. A questa sfida partecipano a pieno titolo i medici veterinari del Servizio sanitario nazionale che si confrontano oggi a Roma con le Istituzioni, i consumatori e gli imprenditori delle filiere agro-zootecnico-alimentari

nazionali in occasione del convegno “Food Safety e Food Security: scenari futuri e ineludibile evoluzione della prevenzione primaria”, organizzato dalla Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e dall’Istituto Superiore di Sanità. La Food Safety rappresenta la sicurezza degli alimenti, è il prerequisito che autorizza l’impiego dell’acqua e di ogni prodotto vegetale o animale quale alimento. La Food Security è invece la disponibilità sufficiente di cibo sano e nutriente. Non è possibile soddisfare i bisogni alimentari se si producono cibi non sicuri che devono essere distrutti o che posso fare danni alla salute di chi li consuma. Quando si parla di spreco alimentare si tende a sottovalutare che gli sprechi più rilevanti possono essere generati dalle

patologie animali, dalle condizioni dell’ambiente e dai metodi di produzione e

lavorazione che possono contaminare o adulterare i cibi. Sappiamo che il 60% di tutti gli agenti infettivi e il 75% degli agenti infettivi “emergenti” dell’uomo hanno origine zoonotica, ossia derivano da animali. Il controllo delle zoonosi è considerato di importanza prioritaria per l’Unione Europea che, con la Direttiva 2003/99/CE (che include il problema dell’antibiotico resistenza), ha dato gli indirizzi per la loro sorveglianza da parte degli Stati Membri. «Le malattie dell’uomo generate dagli alimenti – afferma Aldo Grasselli, Presidente della SIMeVeP – sono in costante aumento e i livelli di prevenzione e protezione dei consumatori devono essere

costantemente adeguati ai rischi. Con il termine ‘One World-One Health-One Medicine’

si intende infatti rappresentare che la salute dell’uomo non è disgiunta dalla salute animale e dalla salute del pianeta». I veterinari di medicina pubblica pubblici sono in prima linea nell’impedire la diffusione della patologie che possono decimare gli animali allevati e nella produzione di alimenti sani e di elevata qualità che possano avere vaste opportunità commerciali. Per questo ritengono che sia arrivato un momento cruciale – accentuato anche da Expo 2015 – che richiede una forte innovazione e risorse da destinare alla ricerca, al trasferimento dei suoi esiti, alla formazione e alla

comunicazione sul tema della sicurezza alimentare, ponendo l’accento sull’azione coordinata delle professioni sanitarie che devono interagire – dal campo alla tavola – nel settore della prevenzione primaria, a cominciare da medici e veterinari dei

dipartimenti, dei servizi e degli istituti del Servizio sanitario nazionale. «Se da una parte è sempre più importante affrontare i problemi locali inserendoli in una scala globale e comprendere che i problemi globali possono generare effetti molto seri sul nostro

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territorio – prosegue Grasselli -, dall’altra una visione nazionale deve però essere recuperata in termini di equivalenza dell’intervento preventivo. I dipartimenti di prevenzione che operano sul campo devono recuperare un ruolo di primaria importanza nella tutela olistica della salute dei cittadini. Occorre, inoltre, che la medicina preventiva superi una logica emergenziale, e agisca per piani di intervento non formali e burocratici ma di riconosciuto valore scientifico, che siano oggetto di sistematica revisione da parte dei medici e dei veterinari. I problemi legati al cibo hanno assunto una rilevanza nella vita delle popolazioni che non può essere affidata solo a un approccio emergenziale e normativo e regolamentare. Occorre invece una gestione intelligente che sappia comprendere gli effetti moltiplicatori della catena alimentare, il fitto reticolo di interconnessioni e interdipendenze – sottolinea Grasselli -. Un approccio olistico occorre ad esempio per l’antibiotico resistenza, uno dei problemi di più ampia portata per la sanità globale, che riguarda anche la salute animale e la salubrità alimentare. Un problema che solo in Europa causa la morte di circa 25 mila persone ogni anno». Expo 2015 si è appena concluso ma il messaggio che rappresenta il suo lascito è destinato a rimanere e a farsi sempre più forte. L’Esposizione Universale ha reso evidente e ineludibile che occorre quanto prima mettere in agenda un piano

d’intervento preventivo strutturale per combattere gli sprechi e le perdite alimentari, per tutelare la biodiversità, per considerare il rapporto tra energia, acqua, aria e cibo in modo unitario e dinamico, finalizzato anche a contrastare il cambiamento climatico.

«Non è eccessivo dire che i temi della disponibilità alimentare, della sicurezza degli alimenti, della corretta alimentazione e della nostra capacità di soddisfare gli attuali bisogni di cibo senza compromettere la possibilità alle generazioni future di soddisfare i propri, sono tra i temi sui quali si giocherà il futuro della specie umana – dichiara

Umberto Agrimi, Responsabile del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità. È su questi argomenti che la SIMeVeP e l’ISS hanno voluto organizzare questo convegno, nella consapevolezza che in un mondo che i progressi culturali, scientifici e tecnologici hanno reso sempre più ‘piccolo’, diventa ineludibile la necessità di affrontare le problematiche sanitarie attraverso un approccio olistico che guarda alla salute in termini globali. Ci guida un sentire comune verso l’apertura alle ‘sfide di salute’ che si profilano in un settore

complesso e in continuo divenire come quello del ‘cibo’. Sfide – conclude Agrimi – che possono essere affrontare e vinte solo attraverso la valorizzazione e l’integrazione delle competenze che, pur nella loro specializzazione, devono lavorare assieme».  

       

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