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Pari opportunità. canoni di bellezza, sport, pubblicità, social media ed ecomafie

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Academic year: 2022

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Pari opportunità

canoni di bellezza, sport, pubblicità, social media ed ecomafie

Giulia Ramos, Agnese Roselli, Gloria Tamborini, Giulia Toniolo, Gaia Sangiovanni, Chiara Sola

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Pari Opportunità

Abbiamo scelto di parlare di pari opportunità, in particolar modo di come i media e le altre forme di comunicazione e rappresentazione influenzino la società e il modo di concepire le figura della donna e dell’uomo, in quanto in una società come la nostra, i mezzi di

comunicazione di massa sono

fondamentali e le informazioni sono accessibili a tutti perciò è importante che la divulgazione avvenga in modo chiaro, efficace e soprattutto attenta al genere.

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Canoni di bellezza femminili

Il canone di bellezza, è l'ideale estetico riguardante il corpo che viene

riconosciuto dalla società. E’

strettamente legato all'epoca e alla

situazione culturale, economica e sociale di un popolo. Raccoglie le migliori e più desiderabili caratteristiche di bellezza fisica.

E’ sempre esistito ma è destinato a

mutare in relazione al trasformarsi delle mode, dei costumi e delle consuetudini sociali e culturali.

Nel corso degli ultimi anni le variabili socioculturali hanno assunto un ruolo centrale nei modelli patogenetici di anoressia e bulimia.

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Canoni di bellezza maschili

Gli standard di bellezza maschili, specialmente nella moda, sono molto cambiati attraverso il tempo, ma è cambiato anche quello che ci si aspetta degli uomini per avere un certo appeal sulle donne. Nell’industria del marketing gli uomini sono soliti imbottire i pantaloni per apparire il più virile possibile, proprio perché una delle maggiori insicurezze dell’uomo, in questa industria, è quella delle proprie

dimensioni. Mark Simpson coniò il termine metrosexual,che rappresenta l’uomo potente, che lavora in città e di cui l’unico appeal su cui si basa sono i soldi e il carisma. Non tutti i maschi etero però seguono questo tipo, come per esempio Harry Styles. Ogni epoca è

caratterizzata da un “maschio tipo” che va dal tipico body builder degli anni 70’ al ragazzo intellettuale e misterioso del 2010.

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La donna nello sport

Lo sport non è sempre stato aperto a tutti, infatti nell’antichità la donna non poteva partecipare nè da atleta nè da spettatrice nelle gare visto che la sua figura era legata alla sfera domestica e subordinato alla

procreazione. Vediamo che con il passare del tempo piano piano essa riuscirà a migliorare la sua posizione ma con molti ostacoli

difficili da superare. Lo sport è stato per gran parte della storia,considerato sinonimo di potere,sacrario dell’eccellenza e la donna per potervi accedere, doveva rinunciare alla

femminilità e guadagnare mascolinità. Poi si arriverà al concetto di “stereotipo” ovvero la tendenza a collocare qualcuno entro certo categorie. Da questo termine molti fattori tra cui lo sport verranno considerati alcuni da femmina e altri da maschio.

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Disparità di genere nello sport

Ci siamo rese conto che ci sono sport che sono considerati strettamente maschili o femminili e questo ha portato a varie discriminazioni per entrambi i sessi,

abbiamo analizzato in particolare due casi, quello di Annalisa Moccia, un arbitro donna, siamo infatti venute a conoscenza delle

parole rivolte a di lei da parte di un

telecronista durante una partita di calcio di una squadra maschile dove stava arbitrando la ragazza. L’altro caso preso in

considerazione è stato quello del piccolo George, il figlio di William e Kate, il bambino infatti è stato oggetto di scherno e di risate da parte di una conduttrice di un programma televisivo americano per il semplice fatto che ha una passione per la danza classica. La nostra speranza è quella di abbattere i pregiudizi ed eliminare tutte queste discriminazioni.

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Sessismo nella pubblicità

È stato spesso affermato che la pubblicità sia lo specchio della società in cui si vive e che ne rappresenti le idee e i valori più comuni. Se così fosse, analizzando attentamente i

contenuti attualmente proposti da alcune campagne pubblicitarie, qualcuno potrebbe sollevare dei dubbi sulla direzione che la nostra società pare stia prendendo. I

messaggi lanciati dalle pubblicità abbondano di doppi sensi, allusioni sessuali e donne sottomesse, o addirittura rese schiave,

completamente assoggettate alla volontà e ai desideri dell’uomo. Celebre e molto discusso a suo tempo fu il caso di un manifesto di Dolce&Gabbana, in cui appariva una donna immobilizzata a terra da un uomo mentre altri attorno a lui osservavano la scena.

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Sessismo nei social

Non solo oggetto sistematico di violenze, molestie, disparità economiche e

revenge porn, ma anche tra i bersagli principali dell’hate speech: le donne continuano a essere vittime di una società profondamente maschilista e sessista, nei luoghi pubblici, all’interno delle mura domestiche e anche sul web.

A questo proposito è stato organizzato uno studio riguardante il “sessismo da tastiera” che aveva come obiettivo analizzare la diffusione e le

caratteristiche dell’odio di genere online. Il quadro che ne è emerso è molto preoccupante: su circa 42.000 post e tweet analizzati, più di 1 su 10 (il 14%) è offensivo, discriminatorio o hate speech.

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Le Ecomafie ECOMAFIA:

Un neologismo coniato per la prima volta da legambiente, associazione ambientalista, che definisce tutte le attività illegali delle organizzazioni di stampo mafioso che arrecano danni all’ambiente.

Tra le attività delle ecomafie compaiono: il traffico illegale e lo smaltimento illegale dei rifiuti, pericolosi e non, ma anche il traffico di buste shoppers illegali, l’abusivismo edilizio su larga scala, incendi boschivi e illegalità nel mercato dell’agro alimentare. Questo insieme di crimini ambientali frutta alle ecomafie un indotto milionario.

La lombardia,da sola, con 88 ordinanze di custodia cautelare, colleziona più arresti per reati ambientali di : campania,puglia,calabria e sicilia messe insieme. il business

complessivo è di 19,9 mld di euro e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld.

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