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SEMIOTICA PROF. ILARIA TANI

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Academic year: 2022

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SEMIOTICA 2020-21

PROF. ILARIA TANI

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Semantica cognitiva

Lo studio del significato appare inscindibile dallo studio dei processi mentali attraverso i quali i contenuti semantici vengono costruiti. La semantica non è una dimensione autonoma dai processi di conoscenza.

Recupero del rapporto tra semantica, esperienza e comprensione.

Necessità di definire il rapporto tra significati e concetti (tra semantica linguistica e struttura concettuale).

Lo studio del significato viene integrato con lo studio dei processi mentali attraverso i quali i contenuti semantici vengono costruiti (plausibilità psicologica) > modelli conformi ai processi reali attraverso i quali si realizzano l’interpretazione, l’uso del linguaggio e la comunicazione.

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Per la linguistica cognitiva la razionalità è strettamente connessa alla realtà.

La percezione, intesa secondo un modello gestaltico e olistico, svolge un ruolo fondamentale nella produzione di generalizzazioni concettuali. La struttura del corpo umano interviene nella caratterizzazione del significato: alcune caratteristiche della percezione sono riflesse nel linguaggio sia a livello lessicale che a livello grammaticale.

Le componenti della grammatica non sono modulari e separate: la sintassi è strettamente connessa agli altri livelli: fonologico, morfologico e semantico.

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Teoria dei prototipi

Le categorie non sono pienamente riconducibili a strutture definite da proprietà formali.

In buona parte dipendono dalla natura del corpo umano: percezione, capacità motorie, orientamento.

Un ruolo fondamentale è svolto dalla componente immaginativa della mente (schemi, metafore, metonimie).

La categorizzazione non è un meccanismo cognitivo autonomo, ma in larga misura dipendente dall’esperienza (neurofisiologica, motoria, percettiva, culturale, mnemonica, schematica, ecc.)

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Semantica del prototipo

Modello di Eleonor Rosch (Principles of Categorization, 1978)

Il modo in cui la lingua dà forma strutturale al mondo attraverso il lessico non è arbitrario, ma dipende in parte da come il mondo stesso si presenta strutturato e in parte dai bisogni comunicativi dei parlanti:

organizzazione verticale delle categorie (livello sovraordinato, livello di base e livello subordinato

es. mobilio/sedia/sedia da cucina): la categoria di base (sedia) è la più importante perché fornisce il massimo della informazione e implica il minimo sforzo cognitivo. Inoltre sedia dà informazioni sulla funzione dell’oggetto (che cosa se ne può fare, programma narrativo); alcune delle sue parti (sedile, schienale, gambe) sono percepite come più salienti (sedile). Le categorie di base corrispondono alle parole più comuni e che vengono apprese per prime (Basic Level Categories).

organizzazione orizzontale, interna cioè alla singola categoria: oggetto più rappresentativo di una categoria (prototipo).

Es. nella categoria «uccello», passero, rondine, aquila sono membri più rappresentativi di pollo, struzzo, pinguino.

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Le categorie di base emergono per quattro motivi:

Percettivo: i membri di una categoria di base vengono percepiti nel loro insieme in modo simile (Gestalt), ne possediamo una immagine mentale; è il livello al quale la velocità di identificazione è massima; è il livello che attiva un determinato programma motorio valido per interagire con tutti i membri della categoria.

Funzionale: le funzioni culturalmente determinate sono definite al livello delle categorie di base (es. automobile), non al livello delle categorie sovraordinate (veicolo) o subordinate (auto sportiva).

Comunicativo: le categorie di base sono quelle per cui si rende più facilmente disponibile il nome, è il livello con i lessemi primari più corti e più facilmente assimilabili.

Organizzazione dell’esperienza: le categorie di base sono quelle relative al livello cognitivo, al rapporto con la realtà, che precede quello concettuale (mentale).

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Modelli cognitivi idealizzati

Strutture con cui organizziamo le conoscenze, non hanno alcuna esistenza oggettiva ma sono creati dall’attività cognitiva.

I principali modelli sono i Frames, la metafora e la metonimia.

Si tratta di insiemi complessi e strutturati (Gestalt) che fanno uso di quattro principi strutturali:

Una struttura proposizionale

Una struttura di schemi di immagine

Un insieme di corrispondenze metaforiche

Un insieme di corrispondenze metonimiche

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Immagini schema

Meccanismi del livello cognitivo.

Modi di costruire il significato (e la possibilità di comprendere)

Configurati come una Gestalt, sono costituiti da un’immagine che proviene dall’esperienza della realtà e dalla sua dipendenza da una configurazione del corpo umano: schemi cinestetici, relativi alla reazione corporea e alla memoria motoria.

Esempi di immagini schema: Contenitore, Parte/Tutto, Legame, Punto di partenza/Percorso, Sopra/Sotto, Davanti/Dietro, Ordine lineare, Centro/Estremità.

La logica elementare degli schemi è ottenuta attraverso l’applicazione di alcune operazioni cognitive: sovrapposizione, focalizzazione.

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Frames

Schema o cornice concettuale: insiemi strutturati di concetti collegati tra loro in modo sistematico collocati in una rete di altri frame o cornici concettuali.

l’ipotesi è che

«particolari termini, espressioni o scelte grammaticali, siano associate nella memoria con particolari frames, in modo tale che la presenza della forma linguistica in un contesto appropriato attiva, nella mente del ricevente, un determinato frame, il quale a sua volta apre l’accesso ad un altro materiale linguistico associato allo stesso frame» (Fillmore, 1976).

Il livello linguistico lessicale rappresenta un livello della scena soggiacente che non è più di natura linguistica ma concettuale e si riferisce alla nostra esperienza del mondo, che è altamente strutturata e organizzata secondo regolarità descrivibili e prevedibili. La scena comprende esperienze, azioni, oggetti, percezioni del mondo. La possibilità di comprendere e usare la lingua riposa sulla nostra conoscenza delle scene sottostanti, cioè sul fatto che possediamo un’esperienza condivisa (e condivisibile) del mondo (Violi 1997:

283). Per capire il significato di un termine bisogna prima capire il frame soggiacente al concetto espresso da quel termine.

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Script

Copione, sequenza di azioni, cose da fare, attivate dall’uso di un’espressione linguistica

sceneggiature comuni: partecipare a un convegno, a una festa di compleanno, andare al bar, partire, ecc..

sceneggiature intertestuali, regole di genere: sequenze di un film western;

regole di una spy story ecc.

Il significato contestuale va molto al di là dei significati lessicali, ma ciò è possibile solo se l’enciclopedia provvede

a) significati lessicali in forma di istruzioni per l’inserzione contestuale b) sceneggiature

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Metafora

Distinzione tra la metafora come attività cognitiva e le espressioni metaforiche, occorrenze verbali di questa attività: il fenomeno linguistico metaforico coinvolge entrambi i livelli, quello concettuale e quello verbale.

A livello concettuale viene istituita una corrispondenza ontologica (mapping) tra un’entità che appartiene a un dominio mentale di base (Basic) e un’altra entità che appartiene ad un dominio più astratto.

Quasi ogni concetto astratto del pensiero e del linguaggio quotidiano è metaforico.

La metafora è la strategia che la ragione adotta per comprendere un dominio mentale nei termini di un altro.

La metafora non è dunque parte né della grammatica né del lessico ma del sistema concettuale: è un modo di concettualizzare la realtà. Dalle metafore dipende il nostro modo di comprendere l’esperienza e di agire.

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Ipotesi di Johnson e Lakoff (1980)

Le metafore permettono di coprire mediante un insieme ridotto di schemi concettuali elementari (strutture concettuali profonde) molteplici domini di esperienza, ancorandoli a pochi privilegiati domini di base. Tra questi schemi emerge quello della spazialità, cui vanno ricondotti schemi più specifici, come

Lo schema del contenitore (dentro-fuori)

Lo schema del cammino (da..a..)

Lo schema della verticalità (sopra-sotto)

Lo schema dell’azione (agente-agito-strumento dell’azione)

I domini di base sono quelli in cui troviamo qualità gestaltiche legate alla percezione (vista, tatto, ecc.), alla cinestesi (senso del movimento) e alla propriocezione (senso del proprio corpo). La sinestesia può essere considerata una metafora tra i domini base: si impiegano termini relativi a una modalità sensoriale per indicare qualità proprie di un’altra (es. dolce melodia, suono duro, parole taglienti, silenzi spezzati).

Il significato non si crea dal nulla, trae origine dall’esperienza corporea e non c’è un modo unico per accedere al significato.

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Metafora e vita quotidiana

La metafora non è uno scarto dal linguaggio normale (referenziale) a fini poetici e letterari, ma un meccanismo operante a qualsiasi livello della lingua quotidiana.

Es.: Parole usate per descrivere il trasferimento di oggetti fisici servono a descrivere la comunicazione: Dammi un’idea; Se mi viene un’idea, Ordina i tuoi pensieri

Es: Il concetto di discussione è concepito come una guerra:

La tua posizione è indifendibile

Ha attaccato i punti deboli

Ha demolito tutta la tua argomentazione

Dovete usare strategie persuasive

Es.: L’amore è descritto come un viaggio:

Questo amore non avrà mai fine

Siamo arrivati ad un vicolo cieco

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Per la semantica cognitiva il linguaggio è per sua natura metaforico: il meccanismo della metafora fonda l’attività linguistica che definisce l’uomo come animale simbolico.

Regole e convenzioni nascono per ridurre la ricchezza metaforica.

Enfasi sul carattere motivato del linguaggio

La metafora è fondante (physis)

In questo caso tutto è metafora e la stessa metafora non può essere descritta che metaforicamente.

Per la semantica denotativa la metafora è un guasto, uno scarto, un meccanismo di rinnovamento del sistema linguistico retto da regole e convenzioni. Il significato letterale fonda gli usi metaforici

Enfasi sull’arbitrarietà del segno

La metafora è fondata (nomos)

In questo caso, la teoria linguistica non riesce a spiegare davvero cosa sia la metafora, come e cosa riesca a significare.

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La metafora: una questione aperta

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metapherein=trasportare. Sostituzione di una parola con un’altra il cui significato è in una relazione di somiglianza con la prima (Jakobson:

asse delle similarità), similitudo brevior.

Es.: è un pozzo di scienza brillava per disinvoltura.

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Nella ricerca contemporanea

Crescente attenzione per la funzione euristica, conoscitiva della metafora

Ivor Angstrom Richards, The Philosophy of Rhetoric, 1936 (La filosofia della retorica, 1967)

Max Black, Models and Metaphor, 1962 (Modelli, archetipi, metafore, 1983)

Andrew Ortony, Metaphor and Thought, 1993

Nella prospettiva pragmatica:

Grice

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Metafora come logica sensoriale

Ortony

La metafora è usata per esprimere qualcosa di altrimenti inesprimibile (metafore sinestetiche: “musica luminosa”, “parole dure”, ecc.)

Serve a predicare in modo compatto un fascio di proprietà (Cacciari 1998)

È evocatrice di immagini e perciò adatta a esprimere l ’ esperienza soggettiva.

In generale consente di descrivere il nuovo attraverso il riferimento al già familiare (strumento dell’accordo).

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Max Black: concezione interattiva

Si contrappone alle seguenti concezioni:

Teorie ornamentali: metafora come artificio esornativo, fatto di stile, non di senso.

Teorie sostitutive: recupero della dimensione semantica, circoscritta però alla dimensione del nome, non della frase.

Teorie comparative: metafora come comparazione abbreviata;

questione della somiglianza: la similarità è data nel linguaggio o è costituita negli atti di parole?

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Concezione interattiva della metafora:

incontro tra un veicolo (metaforizzante) e un tenore (metaforizzato) da cui scaturisce un concetto inedito, non riducibile ai termini di partenza.

Il veicolo funziona come un filtro che, applicandosi al tenore, ne ridefinisce la struttura. Ciascuno dei due termini della metafora porta con sé un “sistema di possibili luoghi associabili”, il cui incontro produce un “flash of insight” che costituisce un incremento conoscitivo della metafora.

Es.: “un oceano di latte frappato”: tenore=nebbia; veicolo=“oceano”, “latte frappato”.

La metafora è un meccanismo operante nel linguaggio di ogni giorno, che crea e manifesta nello stesso tempo il nostro modo di vedere la realtà.

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Ma che cos’è il “sistema dei luoghi associati”?

Un insieme generico di stereotipi o di connotazioni associate a un semema?

Perché la metafora dovrebbe selezionare alcune e non altre di queste connotazioni associate?

Di che natura è questo insight?

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Posizione di Eco

La metafora mette in discussione tutta la linguistica, perché mostra un meccanismo semiotico presente in tutti i sistemi di segni e non specifici del linguaggio verbale: la metafora verbale rinvia ad esperienze visive, acustiche, tattili, olfattive.

La metafora interessa come strumento di conoscenza additiva e non sostitutiva. Il che non significa studiarla in termini di condizioni di verità.

La metafora rientra nel fenomeno della finzione (menzogna): si fa finta di fare asserzioni, ma si vuole sul serio asserire qualcosa di vero al di là della verità letterale.

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Limiti delle definizioni tradizionali della metafora

Sono spesso tautologiche: definiscono la metafora attraverso altre metafore (dislocazione, salto, trasporto, spostamento).

Non distinguono adeguatamente metafora, sineddoche e metonimia e rinviano alla nozione inanalizzata di contenuto concettuale.

Considerano i tropi come singole parole senza inserirli in un’analisi contestuale.

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Aristotele

Necessità di un ritorno alla prima teoria della metafora, da cui derivano tutte le teorie successive:

Metafora come trasferimento a un oggetto del nome che è proprio di un altro (Poetica, 1457-1459a); nome generico per i tropi.

Il trasferimento avviene

1. Dal genere alla specie (genus pro specie: Quivi s’è ferma la mia nave:

/fermare/ per «ancorare» > sineddoche generalizzante in Sigma per il Gruppo µ); vedi anche /animali/ per «uomini»: albero di Porfirio, definizione povera.

2. Dalla specie al genere (sineddoche species pro genus: mille e mille gloriose imprese: /mille e mille/ per «molte» > sineddoche particolarizzante in Sigma per il Gruppo µ)

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3. Da specie a specie: metafora a tre termini (propriamente: specie-genere- specie: il dente della montagna: la cima sta al genere aguzzo come vi sta il dente: A:B=C:B). Es. di Aristotele: /Poi che con l’arma di bronzo gli attinse la vita/; /Poi che con la coppa di bronzo recise l’acqua/, dove /attingere/ e /recidere/ sono due casi del genere «togliere»: passaggio da specie a specie.

A ben vedere questo caso rientra nel quarto tipo, perché si tratta sempre di una proporzione a quattro termini, anche se non esplicitata: la cima sta alla montagna come il dente sta alla bocca.

4. Per analogia: metafora basata su una proporzione a quattro termini (B:A=D:C) (La vecchiaia è la sera della vita: “La vecchiaia (B) sta alla vita (A) come la sera (D) sta al giorno(C);

Questa formula spiega anche le catacresi: metafore che colmano vuoti della lingua (es. collo della bottiglia, gambe del tavolo).

In entrambi questi tipi sono in gioco similarità e opposizioni > sviluppi della metaforologia successiva.

Problema: cosa si trasferisce e cosa si perde? Via vai di proprietà, condensazione.

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Dizionario / Enciclopedia

Differenza di statuto logico tra le proprietà messe in gioco dai primi due tipi di metafore e dagli ultimi due:

I primi due tipi si basano su una descrizione semantica di tipo dizionariale (proprietà concettuali, semantiche: semi comuni – modo ∑ per il Gruppo µ)

gli ultimi due su una descrizione semantica di tipo enciclopedico (proprietà empiriche, semiologiche: parti comuni – modo ∏ per il Gruppo µ).

Vegetale Albero

Pioppo/Faggio/Pino

Necessità di una considerazione più flessibile dei rapporti fra proprietà dizionariali e proprietà enciclopediche, suddivise secondo necessità contestuali.

Fusto Rami Foglie

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Proprietà Sigma Proprietà Pi Imbarcazione

Nave Di legno, con chiglia, vele, ecc.

Varie fogge

Caravella Di legno, con chiglia, vele, ecc.

Foggia particolare

La semantica e la retorica contemporanee hanno cercato di sfuggire a un modello ad albero per adottare un modello ad assi ortogonali, con le Proprietà Sigma (concettuali) sull’asse delle ordinate e le Proprietà Pi (empiriche) sull’asse delle ascisse:

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Su questo modello si basa la distinzione tra sineddoche e metonimia:

se la sineddoche è il genere per la specie, si giustifica perché per nominare la caravella si parli delle navi di Colombo, ma è consentita anche una sineddoche da specie a genere: la caravella di Cook salpava verso l’Australia; il destino degli animali razionali (per il destino umano).

Invece nel caso della metonimia (i legni di Colombo) nomino l’oggetto attraverso una delle sue proprietà empiriche o enciclopediche:

nomino la materia per l’oggetto.

Aristotele evitava una serie di problemi derivanti da queste distinzioni, perché non distingueva tra sineddoche, metafora e metonimia ma solo tra quattro specie di metafora.

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Nel modello di Aristotele Eco (pp. 161-165) mette in luce un errore e una illuminazione:

Aristotele cambia gioco:

I primi tre tipi riguardano il funzionamento della produzione e della interpretazione della metafora;

Il quarto riguarda cosa la metafora ci fa conoscere, in che cosa accresce la conoscenza dei rapporti tra le cose.

La proporzione aristotelica è lo schema astratto e infinitamente riempibile di una conoscenza che è molto più ricca. La tradizione metaforologica successiva assume la teoria della proporzione come spiegazione del meccanismo metaforico (> sequela di tautologie: «La metafora è quella cosa che ci consente una conoscenza analogica, cioè metaforica»). Cade l’intuizione più interessante di Aristotele: far metafore significa cogliere la somiglianza delle cose: «è segno di una naturale disposizione dell’ingegno».

La comprensione delle metafore attiva un andirivieni ermeneutico (con diversi movimenti inferenziali: abduzione o ipotesi, induzione, deduzione): a partire dalla similitudine si ipotizza un codice che la renda plausibile, ampliando così il modo di vedere il metaforizzato ma anche il mondo dell’autore.

La proporzione fondante non esiste prima della metafora. La conoscenza metaforica è conoscenza di dinamismi del reale: le metafore migliori sono quelle che mostrano la cultura in azione, i dinamismi stessi della semiosi.

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Tesauro

Cannocchiale aristotelico, 1655

Ripresa del modello aristotelico: metafora termine generico per ogni tipo di tropo.

La creatività metaforica non è immediata, richiede esercizio e lavoro:

studio di cataloghi, antologie, emblemi (imitazione del già detto, intertestualità)

Combinatoria: sistema del contenuto organizzato in modo enciclopedico, a partire dalle categorie di Aristotele.

Diversamente da Aristotele, distingue piano ontologico e piano linguistico: i trasferimenti metaforici non sono più garantiti da rapporti ontologici ma dalla struttura del linguaggio: i nodi più alti diventano classemi o selezioni contestuali dei nodi più bassi

> sistema gerarchizzato di semi, rete di interpretanti, semiosi illimitata.

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Vico

La scienza nuova, 1744 (cap. Della logica poetica)

Andamento metaforico del linguaggio aurorale: nativa relazione onomatopeica tra parole e cose, riferimento alle parti del corpo (dimensione naturale).

Attenzione per la diversità delle lingue: «le lingue, come i costumi, nascono dalla risposta dei gruppi umani all’ambiente materiale in cui vivono»; tutti i gruppi umani condividono la stessa logica del linguaggio, ma «hanno guardato a questi universali materiali con aspetti diversi, vale a dire hanno diversamente pertinentizzato il loro universo».

Il lavoro metaforico è sempre motivato: la proposta catacretica avviene «per trasporti di nature o per proprietà naturali o per effetti sensibili».

Antropologia culturale: condizioni storiche, nascita e varietà degli indici categorici su cui giocano le metafore

Lingua degli dei: ammasso irrelato di sineddochi e metonimie.

Lingua degli eroi: produzione di metafore come catacresi: invenzione di un termine nuovo a partire da due già noti e uno presupposto ma inespresso.

Lingua degli uomini: basata sulla convenzione

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La metafora ha carattere conoscitivo e si basa sulla capacità di vedere le somiglianze. Ci fa vedere (ci mette sotto gli occhi) un diverso modo di organizzare le cose, ovvero ci propone una nuova organizzazione categoriale. Le proprietà su cui gioca la metafora non sono reali ma culturali.

Capire una metafora è un’azione con una sua processualità, non un fare puntuale come l’insight di Black.

La metafora ha una portata logica (la metafora è un calcolo, una proporzione) e concettuale (opera su unità semantiche piene, cariche del loro formato enciclopedico); il luogo della metafora è il pensiero; appartiene a una teoria del significato.

Ha un legame con la percezione: il tema aristotelico della somiglianza ha sollecitato nelle teorie contemporanee il problema del ruolo della percezione nel meccanismo metaforico. Vedi teoria di Lakoff e Johnson: i concetti metaforici sono condizionati dalla costituzione percettiva umana e strutturano interi campi semantici.

Ha una dimensione inter-categoriale (sviluppi nella teoria del blending:

Fauconnier e Turner).

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Proporzione e condensazione

Nominando una cosa col nome di un’altra le si nega delle qualità che le sono proprie (narcotizzazione) e se ne enfatizzano altre (magnificazione).

Due immagini si sovrappongono, due cose divengono diverse eppure riconoscibili > ircocervo concettuale.

L’effetto della proporzione è simile a quello che Freud ha chiamato

“condensazione”: cadono i tratti che non coincidono e si rafforzano quelli comuni (sogno, motto di spirito). La condensazione può essere descritta in termini di acquisto e perdita di proprietà o semi.

I processi di condensazione mostrano la povertà della spiegazione proporzionale.

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Unità dell’ analisi semantica greimasiana Metalinguaggio descrittivo

Lessema = lemma di un dizionario, potenzialità di significazione; prodotto dallo sviluppo storico di una lingua; es. uomo, donna, alto, lungo, largo, ecc. il lessema è composto da un insieme di semi (unità minime di contenuto).

Sema o figura semica = unità minima di contenuto (cfr. femi o tratti distintivi), parte del lessema, relazionale e non sostanziale; il suo valore si determina sempre all’interno di una categoria semantica (esempi di semi: femminile/maschile; verticale/orizzontale;

esteriorità/interiorità)

Nucleo semico = insieme dei semi (nucleari) di un lessema, minimo semico permanente (invariante); es. NS del lessema testa: estremità, superatività.

Semi contestuali (Classemi): selezione contestuale di semi; accezioni particolari di un termine che dipendono dal suo inserimento nella catena sintagmatica dell’enunciato;

es. Testa di un corteo / Rompersi la testa / carrozza di testa, ecc.): i classemi modificano il nucleo semico nei diversi contesti (varianti), producendo diversi effetti di senso;

Semema = risultato della combinazione di nucleo semico e classemi.

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Rappresentazione componenziale e pragmatica del testo

Ricerca di una spiegazione del meccanismo metaforico basata su una semantica componenziale in formato di enciclopedia e che tenga conto anche delle regole di una semantica del testo.

Una semantica dizionariale consente di capire il funzionamento della sineddoche ma non della metafora.

La rappresentazione componenziale in forma di enciclopedia assume la forma di un reticolo di proprietà non organizzate gerarchicamente > semiosi illimitata: ogni segno è definito da altri segni, definiti a loro volta da altri segni.

Nella rappresentazione enciclopedica la similarità fra due semi o proprietà semantiche è data dal fatto che in un sistema del contenuto tali proprietà vengono nominate dallo stesso interpretante, indipendentemente dal fatto che gli oggetti nominati designati da quell’interpretante presentino similarità percettive (es.: uso dell’interpretante/bianco/ per designare il colore dei denti e quello delle pecore).

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La metafora però mette in gioco non solo similarità ma anche opposizioni: vedi esempio /la coppa di Ares/ /lo scudo di Dioniso/: la coppa e lo scudo sono simili per forma (concava e rotonda) ma opposti per funzione (pace/guerra).

Di qui la rilevanza di una semantica dei casi (cfr. Tesnière, Greimas, Fillmore, Bierwisch): Soggetto agente, Oggetto su cui l’agente esercita la sua azione, Contro-Agente, Strumento usato dall’agente, Proposito o scopo dell’azione ecc.

Analisi di casi per i verbi (predicati):

Es.: Vulnerare: Agente (umano), Oggetto (umano), Strumento (arma), Proposito (ferita)

Analisi di casi per i sostantivi (argomenti)?

Agente (causa), Materia (da manipolare), Forma (da imporre), un Fine (proposito) (cfr. quattro cause aristoteliche: efficiente, formale, materiale e finale).

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Metonimia

Una rappresentazione enciclopedica in termini di casi elimina la differenza tra sineddoche e metonimia: se tutto il sistema enciclopedico si organizza attorno a una unità culturale, non esistono nozioni fuori del contenuto concettuale. Allora il semema albero conterrà i semi foglia (parte del tutto: componente morfologica) e seme (causa o origine).

La metonimia diventa la sostituzione di un semema con uno dei suoi semi (/Bere una bottiglia/ Mangiare una scatola di cioccolatini/), o di un sema con il semema cui appartiene (/Piangi o Gerusalemme/ per

«pianga il popolo di Israele» perché tra le proprietà enciclopediche di Gerusalemme deve esserci «città santa degli ebrei»).

Queste sostituzioni metonimiche sono casi di «spostamento» (Freud):

su questi scambi si opera la metafora (come sullo spostamento si opera la condensazione).

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/casa/ > Forma (tetto), A (cultura), M (mattoni), Funzione (rifugio)

Se la si considera dal punto di vista delle funzioni posso parlare di rifugio (per casa) o di casa (per rifugio); se considero le sue caratteristiche formali, posso nominarla come /tetto/ o viceversa.

Il rapporto casa/rifugio è sempre stato considerato metonimico e quello casa/tetto sineddotico.

Le marche che riguardano la Forma appaiono privilegiate (sineddoche), le altre marche (materia, causa, fine) riguardano la sostituzione metonimica.

Spiegazione: la percezione visiva o di caratteristiche morfologiche è prioritaria rispetto ad altri tipi di giudizi, basati su inferenze successive, che ci portano a considerare altri aspetti, ‘esterni’ all’oggetto: cause, destinazione, ecc.

Per questo la sineddoche particolarizzante (basata sul rapporto di un oggetto con le sue parti) ha ottenuto uno status privilegiato.

Esempio della coppa: possiamo non sapere di cosa è fatta o a cosa serve, ma riconosciamo immediatamente che è rotonda e concava.

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Topic, frames, isotopie

Categorie della semantica testuale. Fattori del contesto, che consentono di restringere l’enciclopedia a una rete parziale che funzionerà come una ‘spalliera svedese’ per sostenere e spiegare gli scambi metonimici e i loro esiti metaforici.

Topic = tema

Isotopia = percorso interpretativo

Es. /Luigi non ha problemi di sopravvivenza perché attinge alle ricchezze paterne/:

topic = risorse di Luigi;

frame: ‘vita senza preoccupazioni economiche’

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Metafore banali e metafore aperte

Borges (Historia de la eternidad,1953) menziona due indovinelli (kenningar) basati su metafore ‘difficili’:

/L’albero da sedere/

/La case degli uccelli/

Es. 1:

/Albero/: F (tronco, fronde, verticale, ecc.), A (natura), M (legno), P (frutti)

Da sedere: informazione contestuale

Attivazione di una abduzione: selezione di semi; verticale/orizzontale

> Panca: F (orizzontale), A (cultura), M (legno), P (sedersi)

La marca (legno) è comune a /albero/

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Elaborazione di un albero di Porfirio

Albero e panca si identificano su un nodo alto (legno) e si oppongono su un nodo basso: condensazione attraverso spostamenti. Esito: metafora povera > non si apprende molto.

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Es. 2:

/casa/: F (rettangolare), A (cultura), M (terra, inorganico), P (riparo)

/uccelli/: F (alati), A (natura), M (terra, organico), P (volare, aria)

/aria/: F(informe), A (natura), M (aria), P (non riparo)

Nella comparazione /casa/ /aria/ tuti i semi sono in opposizione

Produzione di una serie di inferenze che allargano l’enciclopedia attraverso la sovrapposizione di frames. Metafora aperta, più efficace della precedente perché in questo caso la ricerca non si arresta immediatamente.

Funzionamento simile a quello individuato da Freud nel motto di spirito.

Non si può più parlare propriamente di proporzione (cfr. Aristotele).

L’eventuale proporzione (aria: uccelli = casa:umani) è semmai la sintesi finale dell’ispezione interpretativa.

La somiglianza o dissimiglianza delle proprietà non è né questione ontologica né percettiva, ma semiotica: la lingua deve già aver individuato certi semi come interpretanti del termine in questione: la metafora nasce su un tessuto di cultura già detta.

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La riuscita della metafora dipende dal formato socioculturale dell’enciclopedia dei soggetti interpretanti (semiosi illimitata).

Le metafore richiedono un ricco tessuto culturale, un universo del contenuto già organizzato in reti di interpretanti che decidono della similarità e della dissimilarità delle proprietà.

A sua volta questo universo di contenuto viene ristrutturato in nuovi nodi di similarità e dissimilarità dalla produzione metaforica.

Condizioni di insorgenza di invenzioni metaforiche:

a) Un contesto capace di rivitalizzare una catacresi o una metafora spenta

b) Ricorso a diverse sostanze semiotiche che reinventano una metafora spenta (Modigliani reinventa visivamente la metafora /Collo di cigno/)

c) Un tropo spento può valere come nuovo per chi vi si accosti con sguardo fresco

d) Una nuova esperienza può portare un soggetto ad arricchire il proprio semema (es. rosa).

Ma anche queste esperienze metaforiche primarie si innestano su un preesistente tessuto semiotico.

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Anche le metafore più ingenue sono fatte con detriti di altre metafore (pragmatica dell’interpretazione).

La metafora non si lascia definire in modo semplice (salto, sostituzione, similitudine abbreviata, analogia). Il processo della sua produzione e interpretazione è complesso e tortuoso.

La metafora è lo strumento che ci consente di capire meglio il codice.

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Eco, Metafora e semiotica interpretativa,

in A.M. Lorusso, Metafora conoscenza, 2005

La metafora presuppone un significato letterale

Non si dà spiegazione della metafora se non accettando una qualche semantica componenziale. Tuttavia una interpretazione della metafora richiede una semantica componenziale che non sia basata solo su semi dizionariali ‘atomici’, bensì su rappresentazioni semantiche in forma enciclopedica.

La metafora non descrive un mondo possibile, come se dire che l’uomo è una canna pensante implicasse un universo in cui gli uomini sono canne. La metafora è tale proprio perché gli uomini non sono canne. Che una espressione sia metaforica è provato dal fatto che, se la prendo letteralmente, appare falsa.

Le proprietà su cui gioca la metafora non sono reali ma culturali.

L’interpretazione metaforica è un processo abduttivo.

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Sotto l’apparente corto circuito metaforico (per cui la similarità tra due termini pare scattare per la prima volta) sta un tessuto ininterrotto di contiguità culturalizzate.

Non discutiamo ora se queste contiguità siano date da precedenti metonimie, metafore, sineddochi. Sono possibilità di aggancio su proprietà definite e predefinite come simili, e si può inventare una metafora perché il linguaggio, nel suo processo di semiosi illimitata, costituisce una rete polidimensionale di queste connessioni possibili.

L’immaginazione metaforica altro non è che un raziocinio che percorre in fretta i sentieri del labirinto semantico, e nella fretta perde il senso della loro struttura ferrea. L’immaginazione ‘creativa’ compie esercizi spericolati solo perché esiste una griglia culturale che la sostiene e le suggerisce i movimenti grazie alla sua rete. La griglia è la Lingua come Cultura, è l’Enciclopedia. Su di essa la Parola gioca, o fa esercizi, per conoscere meglio la cultura e, solo attraverso di essa, il mondo come ce lo rappresentiamo.

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