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Academic year: 2021

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Conclusioni

Nel corso di questo lavoro è stata approfondita l’importanza del «network approach» nella sociologia contemporanea. L’insieme degli studi che rientrano in questa prospettiva sono accomunati dalla convinzione che i fenomeni sociali possano essere analizzati attraverso lo studio delle dimensioni strutturali, composte dalle reti di relazioni che si sviluppano tra i diversi attori sociali. Questa impostazione ha permesso di integrare alla tradizionale analisi degli attributi individuali, l’aspetto relazionale e dinamico della società. Nella molteplicità di impostazioni differenti e l’importante mole di materiale oggi disponibile, in questo ambito sono stati trattati con particolare attenzione due temi: da una parte il rapporto tra il sé e la struttura reticolare e dall’altra il rapporto tra questa e la società.

In questo ambito la «metafora geometrica», e in particolare l’uso metaforico del termine “rete”, ha una particolare importanza. Storicamente Simmel è uno dei primi studiosi che parla di «metafora geometrica» e sviluppa i suoi studi in base a questa, nella convinzione che la società derivi dagli individui e che questi si sviluppino dalle associazioni. In questo modo le strutture sociali rappresentano la chiave di lettura dei cambiamenti della società, anticipando di molti anni l’assunto secondo cui le strutture delle relazioni tra gli attori hanno importanti conseguenze sia sugli individui che sull’intero sistema, su cui si basa la Social Network Analysis.

Questo filone di studi parte proprio dalla concettualizzazione del “non fisico” in termini di “fisico” tramite l’uso metaforico del concetto di “rete”. Ma, a differenza di quello che molti critici sostengono, la SNA non si limita ad applicare questa metafora alla realtà ma fa un ulteriore “passo” che consiste nell’operativizzazione di questa stessa metafora per renderla applicabile in ambito empirico. La SNA è un insieme di tecniche di analisi strutturale secondo cui la spiegazione dei fenomeni sociali deve partire dall’analisi delle relazioni che legano gli elementi piuttosto che limitarsi allo studio degli attributi individuali. L’azione dell’attore sociale viene considerata in relazione a determinati vincoli strutturali e non in termini di libertà di scelta, anche se la forma che le relazioni sociali assumono viene in parte spiegata come il risultato di scelte fatte dagli attori. Tra il network e l’attore sociale c’è un rapporto ricorsivo: né prevale la struttura sull’azione degli attori, né quest’ultima è

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considerata libera da qualsiasi vincolo. E proprio questo aspetto offre la possibilità di far convergere la SNA e la teoria della strutturazione di Giddens, sebbene non ci sia nessuna comunanza terminologica. La teoria della strutturazione nasce con l’obiettivo di studiare le cause e i processi sociali superando la divisione tra oggettivismo e soggettivismo così profondamente radicata nella teoria sociale. in particolare Giddens offre due livelli teorici attraverso cui comprendere i meccanismi di strutturazione: da una parte la circolarità delle pratiche d’azione che contribuiscono alla co-costruzione della struttura sociale, dall’altra il concetto di sistema sociale, la cui definizione ha molte somiglianze con l’idea di struttura sociale su cui è basata la SNA

Oltre che in senso metaforico il termine “rete”può essere considerato come un

«modello di organizzazione». In questo caso l’attenzione si sofferma non tanto sull’oggetto fisico rappresentato dal termine, ma sulla sua particolare struttura, che in questo caso è formata da «fili intrecciati», che possono essere rappresentati da nodi interconnessi tra loro. A questo diverso livello di astrazione si pongono gli studi di Castells sul rapporto tra reti tecnologiche e configurazioni sociali. Secondo questo studioso la società contemporanea, che chiama «società in rete», si articola seguendo un nuovo modello organizzativo, strutturato secondo la logica reticolare. Gli elementi che la compongono, come i mercati finanziari, l’economia, il sistema di comunicazione, la criminalità, i movimenti sociali, sono prevalentemente organizzati secondo una struttura reticolare. Infatti, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione, la struttura reticolare, da tempo presente nella società, ha superato uno dei suoi limiti più importanti che consisteva nella difficoltà di gestire la sua complessità ed ha gradualmente eliminato le forme di organizzazione centralizzate e gerarchiche. Tutto ciò si ripercuote nelle diverse componenti della società, come il mondo del lavoro, l’organizzazione del tempo e dello spazio, sulla formazione dell’identità individuale e collettiva, sulla cultura e sull’organizzazione politica.

Quello che sembra emergere è un mondo polarizzato tra «Net» e «Self». Mentre la Rete, estesa in flussi globali, domina, il Sé sta attraversando una grande crisi e sembra poter reagire al momento solo ritirandosi in «comunità resistenziali». Il Sé rimane prigioniero della sfera locale che è assorbita nella logica globale della Rete con scarse possibilità di agire. Le persone non sono più capaci di aggregarsi per

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difendere i propri interessi. Le classi sociali si sono disgregate in una molteplicità di

«tribù» ed anche la classe operaia sembra dissolversi in una massa disarticolata di lavoratori individualizzati. Svanisce anche il concetto di società civile come conseguenza della crisi dello stato-nazione che sembra non riuscire a ripensare le proprie dinamiche per adattarsi alla nuova logica dei flussi. Siamo così in una società che si sviluppa seguendo due lunghezze d’onda diverse: il potere e la debolezza, il globale e il locale, lo spazio dei flussi e lo spazio dei luoghi, la Rete e il Sé. L’unica speranza che Castells concede ai suoi lettori sono i «movimenti resistenziali», come il femminismo e l’ambientalismo, che sembrano capaci di rimanere fuori dalla logica dominante e creare nuove identità collettive e nuovi significati.

È in questo ambito che diviene particolarmente urgente analizzare gli effetti che questi cambiamenti hanno a livello individuale. Sono stati per questo analizzati i lavori di Wellman dedicati all’«individualismo reticolare» e agli effetti che Internet ha sui rapporti personali. Una particolare attenzione è stata dedicata al passaggio dalle «little boxes» alla «networked society» evidenziato da questo studioso, secondo cui l’organizzazione sociale si sviluppa sempre più in relazione a network personali dei soggetti piuttosto che intorno ai gruppi o alle comunità locali. Le nuove tecnologie dell’informazione sono gli strumenti che hanno permesso la liberazione degli individui dalle strutture tradizionali e l’attivazione di networks sempre meno determinati dalla prossimità geografica e dalle strutture sociali. Come sottolineato da Wellman le comunità non si dissolvono in questa realtà, ma continuano ad esistere e ad avere un ruolo di primaria importanza nella socializzazione degli individui. Alla base di questa osservazione c’è il tentativo di cessare di analizzare le comunità in termini di vicinato per mettere a fuoco i legami sociali che la compongono nella loro generalità, grazie alla prospettiva reticolare. Grazie a questo cambiamento di prospettiva viene rivalutato anche il ruolo delle comunità virtuali, a cui gli studiosi hanno guardato con sospetto per molti anni. Dalle ricerche condotte da Wellman e dai suoi collaboratori emerge che Internet è un mezzo attraverso cui le persone si scambiano non solo informazioni ma anche supporto sociale di diversi tipi. Nella maggior parte dei Paesi sviluppati la comunicazione mediata dal computer è collegata alla vita quotidiana delle persone, non è una realtà a sé stante e alienante.

Ma le nuove tecnologie dell’informazione non si stanno diffondendo in maniera

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uniforme né nei diversi Paesi né all’interno di ognuno di questi, andando così ad aggiungersi ai meccanismo di esclusione sociale e discriminazione già esistenti.

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