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Al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, On. Marco Vincenzi MOZIONE. Oggetto: ABOLIZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

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Al Presidente del Consiglio Regionale del Lazio, On. Marco Vincenzi

MOZIONE Oggetto: ABOLIZIONEDELCONSIGLIOREGIONALEDELLAZIO

Premesso che - Il Consiglio Regionale del Lazio venne istituito nel 1970.

- Infiltrazioni mafiose e clientelari sono riportate fin dai tempi della sua istituzione, attraverso le dettagliate informazioni raccolte dalla commissione di inchiesta attivata nella Legislatura I, quando il primo Presidente della Regione Lazio, Girolamo Mechelli rese dichiarazioni al Comitato speciale per l’indagine su Natale Rimi il 12 ottobre 1971. Di tali scambi cartacei sono disponibili vari documenti in archivio, ma non approfonditi dettagli poiché le commissioni vengono istituite solo nel 1972. Però il lungo resoconto scritto della 70a seduta pubblica del Consiglio Regionale in data 26 luglio 1971 descrive l’atmosfera e l’ambiente nel quale si sono costruiti i primi torbidi intrecci mafia-politica.

- Dal 1971 al 2014 non vengono segnalate indagini specifiche riguardo infiltrazioni mafiose all’interno dell’istituzione regionale. Nessuna indagine interna all’amministrazione regionale è stata effettuata in questi decenni. Fino al 2014, quando scoppia lo scandalo Mafia Capitale che lambisce anche la Regione Lazio e il Consiglio Regionale del Lazio. I processi hanno chiarito ogni ipotesi di presunto coinvolgimento di importanti membri istituzionali e dirigenti regionali di alto profilo, da Marco Vincenzi a Nicola Zingaretti a Maurizio Venafro.

- Ogni anno l’Osservatorio tecnico-scientifico per la legalità e la sicurezza pubblica un tomo con l’evoluzione dei traffici delle famiglie mafiose laziali e degli interessi endemici e radicati nella nostra Regione, sia a Roma, sia sul litorale e sia nel territorio a sud della Capitale. Il business è sempre in crescita, anno dopo anno, a causa degli scarsi controlli sul territorio ma soprattutto per la lotta spesso solo “formale e propagandistica” contro la mafia. Il collante, esattamente come nel 1971, è nei rapporti corrotti fra criminalità, imprenditoria e politica, mai davvero tagliati. La Regione Lazio, sia per la presenza sul proprio territorio di Ministeri e dello stesso Governo nazionale, ma anche per il business legato ai ricchissimi finanziamenti regionali, è centrale per l’esistenza stessa delle mafie italiane e di tutte le reti criminali ad esse collegate.

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- La Commissione antimafia del Consiglio Regionale del Lazio, non essendo prevista per Statuto fra le commissioni consiliari permanenti, viene di volta in volta creata a seconda dell’attenzione mediatica, della “convenienza politica” o semplicemente le sue funzioni vengono delegate ad altre commissioni.

- Nella maggior parte delle Legislature regionali, non viene istituita. Anche nell’attuale XI Legislatura (2018-2023) non è stata elevata a rango di Commissione speciale, e le sue funzioni ricadono nella I Commissione Consiliare Permanente(Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia).

Preso atto che

- Non è mai stata avviata, ad oggi, una vera e propria lotta alla criminalità, all’usura, alle infiltrazioni mafiose, se non attraverso eventi mediatici o iniziative pubbliche di pura facciata e di semplice propaganda antimafia. La collaborazione con Libera, avviata qualche anno fa dopo lo scandalo di immagine legato a Mafiacapitale, non è stata più rinnovata, nel completo silenzio giornalistico.

- Il Consiglio Regionale rappresenta un punto centrale di snodo, a livello istituzionale, per poter disporre di ipotetico accesso alla Giunta e al potere finanziario-esecutivo che garantirebbe linfa vitale alle mille grinfie della sanità privata senza scrupoli, ai padroni che approfittano dell’emergenza rifiuti attraverso le loro discariche, i loro inceneritori, le loro cave, agli avvoltoi speculatori edilizi che aspettano il degrado dei beni pubblici regionali (come gli ex ospedali) per poterli acquistare sotto costo e a prezzi fuori mercato, alle mille associazioni pseudoculturali, comitati e aziende nate dal nulla (con relativi prestanomi) che approfittano dei finanziamenti pubblici con bandi, concorsi e delibere fatte ad hoc per loro.

Visto che

E’ possibile individuare le seguenti criticità nel funzionamento del Consiglio Regionale del Lazio:

1) RUOLO, DIRITTI ED ATTIVITA’ DEL CONSIGLIERE REGIONALE

- I Consiglieri regionali, che da Statuto e Regolamento hanno gli stessi identici diritti e doveri per poter esercitare il loro ruolo e rappresentare al meglio il mandato elettorale ricevuto dai cittadini, in realtà sono divisi fra diverse gerarchie di potere...in alto chi è membro del partito di maggioranza, e quindi ha completo ascolto da parte degli assessori, ha accesso a uffici e privilegi della giunta, e può muoversi liberamente verso il Presidente di Regione e verso tutti i dirigenti al servizio dell’amministrazione pubblica e/o del partito di maggioranza.

Chi non fa parte del partito di maggioranza, ma fa parte della coalizione che ha permesso al Presidente di vincere le elezioni, ha altri tipi di vantaggi e ampi spazi politici/istituzionali, a seconda del peso fornito nel sostegno al Presidente di Regione in campagna elettorale (contributi economici e risultati ottenuti in termini di percentuali).

In basso ci sono i consiglieri regionali di opposizione. Nella vita istituzionale e nello stesso rapporto con i dirigenti regionali e gli uffici interni, sono considerati di serie B e quindi hanno meno spazio, meno diritti, meno voce. Addirittura prenotare una sala per fare una riunione diventa difficile fra moduli burocratici e procedure autorizzative (per i consiglieri di maggioranza basta una telefonata). Le stesse dotazioni di uffici sono differenziate, da minori spazi a disposizione agli allestimenti di minor prestigio.

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Anche fra le diverse anime dell’opposizione conta il risultato elettorale: chi fa parte di un gruppo consiliare di peso, può presentare interrogazioni, mozioni e leggi e vederle giungere in aula, o contrattare con la maggioranza l’approvazione di qualche emendamento.

Nella parte più bassa della scala gerarchica dei Consiglieri regionali ci sono i consiglieri che fanno parte di un gruppo minoritario dell’opposizione o quelli arrivati nel calderone del gruppo misto. Questi consiglieri hanno remotissime possibilità di poter vedere una proposta di legge, una mozione, un ordine del giorno o anche solo una banale risoluzione approvata nell’arco di un’intera legislatura lunga 5 anni. Quindi anche se nello Statuto e nel Regolamento sono stati codificati chiaramente diritti, democrazia, pluralismo, e uguali spazi di attività istituzionale, nei fatti e nella prassi interna dell’amministrazione, vince la discriminazione, la svalutazione, i privilegi per chi ha maggiore potere, la mancanza di democrazia e giustizia anche verso gli stessi rappresentanti eletti dal popolo.

- In Consiglio Regionale non esistono ideologie o valori, destra o sinistra…esistono solo interessi personali, più o meno evidenti. Tutti i consiglieri hanno un prezzo e sono sul mercato del migliore offerente: la spartizione delle poltrone delle Commissioni (Presidenze e Vicepresidenze), la spartizione degli Assessorati (con la “doppia poltrona” di consigliere regionale con stanze e staff in Consiglio Regionale e le prestigiose stanze e staff presso la Giunta regionale), e le Commissioni speciali create ad hoc per dare un premio a chi si è particolarmente distinto nel mercato.

La prova è che i Consiglieri regionali passano da un partito all'altro, a seconda della convenienza del momento, ma soprattutto quando si avvicina la fine della legislatura, potendo così scegliere quale è il miglior partito dove conviene piazzarsi alla fine della legislatura per potersi ricandidare.

- Il passaggio da un gruppo consiliare all’altro è prassi. Infatti gli eletti in un partito il giorno della nomina a consigliere regionale sono in minima parte quelli che restano nello stesso partito fino all’ultimo giorno della legislatura.

- Nei mesi precedenti alle elezioni amministrative comunali, l’attività regionale si riduce al minimo, perché “non ufficialmente” i consiglieri regionali sono impegnati in attività elettorale a sostegno dei candidati del loro partito. Eticamente è scorretto e fuori luogo, considerato il fatto che queste persone sono pagate per lavorare ogni giorno in Regione su temi di interesse dei cittadini, non per sostenere per 30 o 60 giorni i candidati del loro partito, dimenticandosi di lavorare come Consiglieri regionali per tutto il periodo delle elezioni comunali.

- Quando poi si arriva ad 1 anno dal termine del mandato regionale, si rallenta “non ufficialmente” tutta l’attività del Consiglio Regionale, questa volta però per permettere ai consiglieri regionali di andare nelle piazze (ricordandosi solo ora dei propri elettori) per sostenere in prima persona ogni attività per agevolare la propria ricandidatura. E’ quindi come se i Consiglieri lavorassero in Regione 4 anni e poi l’ultimo anno (se non gli ultimi 2) lavorassero per sé stessi e per la propria ricandidatura.

2) PRASSI, SBILANCIAMENTO POTERE LEGISLATIVO-ESECUTIVO E REVISIONE NORME FUNZIONAMENTO

- Il potere legislativo (Consiglio Regionale) viene esercitato dal potere esecutivo (Giunta Regionale).

La maggior parte delle delibere e delle proposte di legge sono di origine non consiliare, ma di giunta.

Questo contraddice un principio base dell’assetto democratico istituzionale, ed è un grave ed

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insanabile problema nel processo legislativo, che snatura il senso stesso e l’esistenza del Consiglio Regionale, che perde autonomia e potere.

Inoltre le possibilità che una legge venga portata avanti da un firmatario di opposizione sono enormemente minori rispetto ad una proposta di legge presentata da un consigliere di maggioranza.

Di questo non c’è nulla su Statuto e Regolamento (che garantiscono invece la non discriminazione di chi presenta una proposta di legge, nell’unico interesse dei cittadini).

Spesso le leggi più inutili, o propagandistiche, che creano meno problemi alle correnti interne del partito di governo, arrivano in aula.

- nonostante le evidenti carenze e criticità dello Statuto regionale e del Regolamento (anacronistici ormai sotto moltissimi aspetti), nessuna forza politica intende intende procedere ad una loro revisione per non rovinare gli equilibri fra maggioranza ed opposizione, fra Consiglio e Giunta, ma nemmeno tentare di trovare gli strumenti adeguati per limitare la cosiddetta “dittatura della maggioranza”, sempre più evidente legislatura dopo legislatura.

3) MANOVRA DI BILANCIO e COLLEGATO AL BILANCIO

- Ogni manovra economica e finanziaria, anche senza alcun motivo di tempistica di approvazione o di rallentamento a causa di un numero spropositato di emendamenti da parte delle opposizioni, viene sempre approvata con un “maxiemendamento” bilndato di giunta, che blocca ogni possibile discussione e qualsiasi attività di modifica della proposta di giunta.

- Il maxiemendamento che arriva direttamente dall’Assessore al Bilancio, contiene le modifiche contrattate con la maggioranza e spesso anche con parte dell’opposizione. Viene “calato” sempre dopo 2 o 3 giorni di discussione, di notte, senza apparente motivo od urgenza. Quando questa azione antidemocratica accade, decadono in una volta sola tutti gli emendamenti dell’opposizione, bloccando ogni tipo di discussione o attività emendativa, che rappresenta l’unico modo per un Consigliere Regionale di modificare il bilancio regionale, per altro già molto limitato nelle sue modifiche.

- Con il maxiemendamento la maggioranza annulla ogni emendamento ostruzionistico. I pochi emendamenti delle opposizioni che vengono approvati sono quelli piu' inutili e frutto sempre di uno scambio.

- Il bilancio si approva l'ultimo giorno possibile, di notte, non lasciando il tempo alle opposizioni di leggerlo. Il giorno migliore è sempre fra il 29 e il 31 dicembre, per costringere le opposizioni ad una maratona notturna all’ultimo minuto, con la minaccia incombente che “se non si approva il bilancio entro il 31/12 si bloccano i finanziamenti della Regione a cittadini ed imprese”.

- Il cosiddetto “collegato al bilancio” viene di prassi approvato fra luglio ed agosto, strategicamente, sempre in una maratona notturna. Il collegato al bilancio primaverile/estivo è il modo per mettere a posto molti conti rimasti in sospeso dall’approvazione dell’ultimo dell’anno, e viene inserita ogni tipo di richiesta locale da parte dei Consiglieri. Il collegato al bilancio è una sorta di manovra omnibus, un minestrone di marchette utile a far cadere qualche briciola di finanziamento alle associazioni e ai comitati sui territori che hanno eletto i singoli Consiglieri.

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4) RUOLO DELLE OPPOSIZIONI

- Le opposizioni sono sempre allineate con la maggioranza...è difficile ricordare emendamenti ostruzionistici o battaglie degne di questo nome. Anche l'opposizione approfitta delle Presidenze di commissione, delle poltrone delle commissioni speciali create ad hoc, e del personale “in piu'” che si puo' assumere.

5) AUDIZIONI IN COMMISSIONE

- Le audizioni scomode al partito di maggioranza non si svolgono. Difficilmente dopo solleciti, pressioni, mail da parte dei cittadini, si riescono ad ottenere audizioni su temi delicati o con persone non ben volute dal partito di governo.

- I dirigenti regionali e i Direttori generali delle Asl che vengono chiamati in Commissione ad effettuare relazioni o rispondere a domande dei Consiglieri di opposizione, sono sempre allineati ai diktat del partito di maggioranza e non racconteranno mai criticità, problemi o si assumeranno mai la

responsabilità di errori durante il loro operato. La prova è che i più obbedienti ricevono una

valutazione (o spesso una auto-valutazione) di massimo punteggio, e quindi un benefit economico e/o la loro riconferma nella posizione dirigenziale attuale, se non una promozione. Ci sono casi di

coraggiosi dirigenti regionali che hanno avuto il coraggio di raccontare difficoltà e problemi della loro attività, criticando l’indifferenza e la corruzione morale-politica della Giunta regionale (l’esempio è la Presidente della Consulta Regionale per la Salute Mentale) che sono mobbizzati, non ricevono rimborsi spese e nemmeno si trovano per loro uffici e personale per poter svolgere le attività istituzionali alle quali sono chiamati.

- le audizioni nelle Commissioni consiliari sono selezionate non per urgenze relative a reali problemi segnalati dai cittadini, ma per i vantaggi politico/elettorali derivanti dal tema in discussione e dalla forza lobbistica dell’associazione, ente o comitato audito. Spesso sono tavoli di lavoro puramente formali, inutili, che però servono ai Consiglieri per ottenere vantaggi da un Assessore oppure per vantarsi della propria influenza e della propria immagine.

6) ATTI IN DISCUSSIONE E VOTAZIONE IN AULA

- Mozioni e ordini del giorno si votano senza leggerli. Addirittura le proposte di legge, composte da decine di articoli, si votano senza averle lette nemmeno una volta.

Gli atti si votano a favore se il proponente fa parte della maggioranza, si bocciano se sono

dell'opposizione. a prescindere dai contenuti dell'atto stesso. E’ cronaca di aula vedere l'Assessore (o direttamente il Presidente della Regione) alzare la mano con il pollice rivolto verso alto o verso il basso, come gli antichi imperatori romani al colosseo per decidere la vita o la morte di un gladiatore. I consiglieri di maggioranza obbediscono sempre agli ordini, senza sapere nemmeno cosa stanno votando. Non è mai accaduto, ed è sempre cronaca di aula, che ad un parere “positivo”

dell’Assessore, i consiglieri di maggioranza votassero “contrario”: eseguono semplicemente gli ordini...se l’Assessore da’ parere positivo, si vota a favore, senza sapere nemmeno cosa si sta votando.

- Le interrogazione urgenti a risposta immediata in aula, anche di natura oggettivamente urgente, ricevono una risposta da parte dell'Assessore (a nome della Giunta) assolutamente generica in meno

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di 3 minuti dicendo che va tutto bene. Il Presidente del Consiglio non entra mai nel merito della risposta e non verifica mai in merito al dovere di un Assessore nel rispondere in modo puntuale e completo ad una domanda ufficiale scritta posta da un Consigliere.

- Caso ben peggiore per le interrogazione urgenti su un caso grave, a risposta scritta: l'Assessore a nome della giunta risponde dopo almeno 5 mesi in modo generico dicendo che va tutto bene.

Ricordiamo che le interrogazioni rappresentano uno dei pochi strumenti che ha un Consigliere Regionale di opposizione per vigilare sull’attività della Giunta: se le domande non trovano mai risposte, è snaturato il senso stesso del mandato del Consigliere, nonché l’importanza democratica che la minoranza possa verificare la correttezza dell’operato della maggioranza.

- Nessun ordine del giorno o mozione approvata in Consiglio verrà mai presa in considerazione dalla Giunta. Proprio perché la Giunta procede senza tenere conto, nei fatti, delle indicazioni provenienti dal Consiglio, considerandolo prettamente un peso istituzionale e un rallentamento non

necessario...creando un forte problema di assetto democratico.

- Troppo spesso la verifica del numero legale, richiesta dalle opposizioni, è utilizzata strumentalmente per ottenere qualcosa in cambio, di solito emendamenti favorevoli all’opposizione stessa. Se la maggioranza non ha il numero legale capita che si tenga in sospeso la seduta, anche 30 minuti, in attesa che i capigruppo di maggioranza richiamino i loro consiglieri fuori dall’aula, o direttamente a casa...in modo da essere presenti per votare. Superato il momento critico, i Consiglieri di maggioranza tornano alle loro “attività” fuori dall’aula consiliare.

7) SEDUTE DI COMMISSIONE

- Un Consigliere può non partecipare mai per i 5 anni della Legislatura a nessuna seduta di Commissione e nessuno gli dirà mai nulla. Ci sono Vicepresidenti di commissioni (quindi con personale assunto e pagato con soldi pubblici per “aiutare” il Consigliere alla sua attività in Commissione) che non hanno partecipato mai a nessuna convocazione in 5 anni.

- I pareri delle Commissioni non sono mai vincolanti. Nel 99% dei casi sono favorevoli alle decisioni prestabilite della Giunta. Un esempio lampante sono i diversi casi di nomine dei Direttori Generali delle Asl: un caso rarissimo di un parere negativo della competente Commissione sanita’ non ha avuto alcun effetto, il nome già deciso dalla Giunta è stato comunque confermato dal Presidente di Regione senza tener minimamente conto del parere del Consiglio Regionale.

- Il ruolo dei Vicepresidenti di Commissione è pressocchè nullo, ma tutti ambiscono ad avere almeno 1 vicepresidenza per poter disporre di migliori uffici e del personale in più che può essere assunto (di solito “amici” che si sono distinti nell’aiutare il Partito o il Consigliere durante la campagna elettorale).

8) ATTIVITA’ DI AULA E VOTAZIONI

- Nessuna seduta di aula inizia in orario: ritardo fisso da 30 minuti a 3 ore. A volte per semplice disinteresse nel rispettare i tempi (dimostrando la mancanza del senso dello Stato e del proprio ruolo

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istituzionale), la maggior parte delle volte per aspettare i Consiglieri di maggioranza perchè prima delle 11-12 non arrivano in aula, e quindi manca il numero legale.

- E’ possibile entrare in aula, firmare la presenza, e andarsene subito. Ad un Consigliere Regionale nessuno dirà mai nulla.

- Per il Presidente della Regione è prassi non venire mai in aula, e come scusa egli invia una

comunicazione generica nella quale afferma di avere un impegno istituzionale da qualche altra parte.

Cosi’ è conteggiato sempre presente ai fini del numero legale.

E’ presente in aula solo in occasioni speciali, per fare propaganda in merito all’approvazione di qualche legge.

- I Consiglieri regionali votano senza sapere cosa stanno votando: il capogruppo da’ la linea e i consiglieri si attengono a votare a favore (emendamenti, leggi o atti di maggioranza) e a bocciare tutti gli atti delle opposizioni.

- Gli Assessori danno parere positivo o negativo, e i consiglieri di maggioranza senza alcun approfondimento, dibattito o riflessione, votano esattamente come dice l’Assessore, rinunciando al loro ruolo di verifica dell’attivita’ di giunta.

- E’ accaduto più di una volta che a causa della distrazione dei Consiglieri di maggioranza che non alzano la mano, sia stato approvato un emendamento delle opposizioni. In questi casi il Presidente procede a ripetere la votazione utilizzando la sua facoltà per la quale “non è chiaro l’esito del voto”.

Naturalmente alla seconda votazione di un emendamento a tutti gli effetti già bocciato ufficialmente dall’aula, i Consiglieri di maggioranza richiamati all’ordine, lo approvano.

9) NOMINE

- le nomine vengono ratificate dall’aula, ma la selezione spetta al Presidente della Regione. Dovrebbe essere invece l’aula, con tutte le forze politiche, a valutare le reali competenze, l’esperienza, il merito e le capacità di un candidato. Ma il Consiglio Regionale ratifica sempre ogni nome proposto dalla Giunta.

- le Presidenze delle Commissioni vengono assegnate per opportunita’ politica, e la maggioranza dei commissari e’ comunque sempre a favore della maggioranza di governo della Regione. Quindi nessuna legge o nessuna proposta viene approvata se non con l’autorizzazione della maggioranza.

- le Commissioni di valutazione (dirigenti regionali spesso selezionati, assunti e promossi nella loro carriera dal partito di maggioranza), che ricevono la rosa di nomi dei candidati, vengono sempre fortemente “influenzate” nella scelta del vincitore vicino al partito di potere. In molti casi il vincitore non ha alcuna esperienza o competenza per svolgere la nuova mansione, essendosi occupato fino al giorno prima di temi e attività completamente diverse (e spesso con risultati discutibili).

Considerato che

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- Gli atti di Giunta molto spesso si sovrappongono a proposte di atti di Consiglio Regionale, rendendo vano ogni attivita’ legislativa. Se esiste una proposta di legge di un Consigliere, vale di più e viene superata da una delibera di Giunta, senza discussione o confronto.

- Il livello di efficienza del Consiglio Regionale è estremamente basso: ogni seduta inizia con un ritardo medio di 1 ora e si sospende dopo poche ore (a volte dopo pochi minuti) senza alcun motivo. A volte la “pausa pranzo” arriva a durare anche 3 ore, senza alcuna comunicazione da parte del Presidente del Consiglio riguardo i motivi delle lunghe attese o dei

rinvii direttamente delle sedute alla settimana successiva.

I reali motivi spesso sono la mancanza del numero legale (i Consiglieri di maggioranza sono

“fuori ufficio” o a casa) oppure perché si svolgono litigiose riunioni di maggioranza che bloccano l’attività di tutto il Consiglio Regionale. Le opposizioni non sono mai informate delle attività fuori dall’aula che rallentano i lavori, e ogni volta attendono comunicazioni “ufficiali” che non arrivano, ma solo “voci di corridoio”.

Appreso che

- I tempi di discussione del Consiglio Regionale sono lunghi, anche quando si discutono provvedimenti urgenti, a causa di trattative fra maggioranza ed opposizione, ma soprattutto per trovare il compromesso fra le diverse correnti dei partiti che compongono la maggioranza.

- I costi di gestione di questo dinosauro amministrativo sono estremamente rilevanti: staff amministrativo e di “supporto” estremamente sproporzionato rispetto all’attivita’ necessaria, staff dei Consiglieri, staff delle Commissioni, indennita’ e benefici, rimborsi. Il sindacato interno, invece che effettuare verifiche e controlli, preferisce difendere lo status quo e i privilegi dei vecchi dirigenti barricati dentro le loro pluri-funzioni e le loro posizioni organizzative.

- Le nomine all’interno del Consiglio Regionale si svolgono per vantaggio politico, non per competenza o merito. Infatti il sistema di valutazione dei risultati e delle performance è fortemente manipolato.

- Molti incarichi in merito alla trasparenza, all’anticorruzione, agli organismi di valutazione e controllo, sono prettamente formali, di facciata, ed assegnati alle solite persone che sono solite organizzarsi nella spartizione della rotazione degli incarichi.

- Riguardo gli appalti, non esiste un vero e proprio controllo sulla trasparenza e sui costi, ed esistono appalti ed esternalizzazioni a ditte esterne assolutamente dispendiosi e senza alcuna giustificazione o tentativo di efficientamento della spesa.

Rilevato che

- I cittadini residenti nel Lazio non ricevono alcun vantaggio o beneficio dall’attività del Consiglio Regionale. E’ possibile ipotizzare, e dimostrare, addirittura un danno agli interessi generali dei cittadini stessi, che si ripercute attraverso la discriminazione nell’accesso ai servizi e ai finanziamenti regionali.

- La situazione è particolarmente peggiorata nella precedente legislatura (X) e nell’attuale (XI), poiché sotto la Presidenza di Regione Zingaretti I e Zingaretti II (Partito Democratico), nonché con le Presidenze del Consiglio Leodori, Buschini e Vincenzi (Partito Democratico), è peggiorato il disequilibrio consiglio-giunta sempre e solo a favore di quest’ultima, snaturando la stessa relazione fra potere legislativo e potere esecutivo e stravolgendo il ruolo dei Consiglieri Regionali, che

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non svolgono più attività di INDIRIZZO e CONTROLLO sull’attività di Giunta, ma come meri esecutori dei suoi voleri.

Tanto premesso, visto e considerato il Consiglio Regionale del Lazio IMPEGNA

il Presidente della Regione Lazio, On. Nicola Zingaretti a:

- Avviare tutte le iniziative necessarie per l’abolizione del Consiglio Regionale del Lazio, considerati i suoi eccessivi costi sulle casse pubbliche, la sua scarsa rappresentatività nella difesa degli interessi reali dei cittadini, la sua inefficacia nel produrre atti e leggi che abbiano un reale e favorevole impatto sulla vita dei cittadini residenti nella Regione Lazio, e la sua inutilità nello svolgere il mero compito di ratificare delibere, nomine e decisioni già prese autonomamente dalla Giunta regionale e dal Presidente di Regione.

Roma, 02/06/2022

Il Consigliere Davide Barillari

firmato digitalmente

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