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PIANO DI GESTIONE DEI MATERIALI DEL MOLO DI SOPRAFLUTTO. Progettisti: Responsabile Unico del Procedimento: Ing. Sergio La Barbera

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Progettisti:

Geol. Roberto Feo

coordinatore dell’integrazione tra le varie prestazioni specialistiche

Dott. Chim. Dario Gallotta

Ing. Valeria Puleo

PIANO DI MONITORAGGIO DELLE PRINCIPALI COMPONENTI AMBIENTALI DEI LAVORI DI COMPLETAMENTO DEI MOLI DI SOPRAFLUTTO E DI SOTTOFLUTTO DEL PORTO DI TERMI- NI IMERESE AI FINI DELL’OTTEMPERANZA DELLE PRESCRIZIONI DEL MATTM-DVA U.PROT

DVA-2014-0006449 DEL 10/03/2014 PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA

Titolo Elaborato:

PIANO DI GESTIONE DEI MATERIALI DEL MOLO DI SOPRAFLUTTO

Codice Elaborato:

5

Responsabile Unico del Procedimento:

Ing. Sergio La Barbera

Direttore dei Lavori:

Ing. Salvatore Acquista (Molo di Sopraflutto)

Ing. Paolo Tusa (Molo di Sottoflutto)

SCALA PROGETTO ESECUTIVO

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Sommario

1 INTRODUZIONE ... 2

2 INQUADRAMENTO GENERALE... 3

2.1 Classificazione CER dei materiali rimossi ... 5

2.2 Computo e stima dei volumi dei materiali prodotti ... 8

3 FORMAZIONE DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLA DEMOLIZIONE E DEPOSITO TEMPORANEO ... 9

3.1 Caratteristiche del deposito temporaneo ... 9

3.2 Tempistiche della gestione del deposito temporaneo ... 10

4 SMALTIMENTO O RECUPERO DEI MATERIALI PRODOTTI ... 10

4.1 Operazioni di trasporto in impianto ... 11

5 RIUTILIZZO DEL MATERIALE DI RECUPERO ... 11

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1 INTRODUZIONE

Su incarico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, la Ingechim srl, società di engineering con sede in provincia di Palermo, N. REA PA-403296, codice fiscale 06619860825, ha redatto il progetto relativo al “Piano di Monitoraggio delle principali componenti ambientali dei lavori di completamento dei moli di sopraflutto e di sottoflutto del porto di Termini Imerese ai fini dell’ottemperanza delle prescrizioni del MATTM-DVA U.prot DVA-2014-0006449 del 10/03/2014 per la verifica di assoggettabilità a VIA”

In particolare, al fine di ottemperare alla prescrizione numero, 6) “Dovranno essere smaltiti in discarica autorizzata come rifiuti, previa caratterizzazione ed identificazione del codice di smaltimento, i materiali non riciclati o recuperati ai sensi della direttiva 2008/98/CE e dell’articolo 181 del D.Lgs. n.152/2006; a tal fine, prima dell’inizio dei relativi lavori, dovrà essere concordato con l’ARPA Sicilia il progetto di cantierizzazione con le modalità della caratterizzazione, deposito provvisorio e procedimento di recupero dei materiali da demolizione, ai fini della possibilità di riutilizzo di tali materiali, come previsto dal progetto, e dell’esclusione di danni per la salute e per l’ambiente; la verifica di ottemperanza sarà a carico dell’ARPA Sicilia;” del sopracitato documento è stato redatto il seguente piano di gestione dei materiali prodotti dai lavori di adeguamento della banchina esistente del molo di sopraflutto.

La gestione dei materiali è finalizzata a stabilire le modalità di formazione, raccolta, stoccaggio temporaneo, caratterizzazione e opportuno recupero o smaltimento dei rifiuti derivanti dall’intervento.

Tale documento, che riguarda esclusivamente le lavorazioni del molo di sopraflutto, è stato redatto ai sensi del Decreto Legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”, da ora D.Lgs. 205/10; Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, di seguito indicato come D.Lgs. 152/2006; Decreto Ministeriale 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”, di seguito indicato come D.M. 05/02/1998; Decreto Ministeriale 5 aprile 2006 n.186 Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22”, da ora D.M. 186/06.

Il presente documento, che rappresenta la revisione 01/18, è stato integrato secondo quanto richiesto e concordato con ARPA Sicilia nel verbale della riunione tenutasi presso la Direzione Generale di ARPA Sicilia, via S. Lorenzo 312/G Palermo 90146 del 07/02/2018.

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2 INQUADRAMENTO GENERALE

L’intervento di adeguamento della banchina esistente del molo di sopraflutto, riportato all’interno del Progetto Esecutivo dei “Lavori di completamento del molo foraneo di sopraflutto del porto di Termini Imerese” (di seguito Progetto esecutivo sopraflutto) con la denominazione di “Intervento 3”, prevede l’abbassamento del ciglio di banchina alla quota di 2,0 m sul l.m.m., oltre che la definizione di una nuova pavimentazione, con pendenza pari ad un valore di 1,5%. L’area interessata dalle lavorazioni è la zona della banchina della diga foranea del molo di Sopraflutto, così come evidenziato in rosso nella Figura 2.1.

Figura 2.1: Ripresa satellitare (Fonte Google Earth) della banchina della diga foranea del molo di sopraflutto del porto di Termini Imerese. In rosso evidenziata l’area prevista di lavorazione.

Nello specifico, come riportato nella Tavola 5.1 “Planimetria di dettaglio e di ubicazione delle sezioni di computo” del Progetto esecutivo sopraflutto (Figura 2.2), le aree interessate dalle lavorazioni per l’abbassamento della banchina hanno un’estensione pari a 656 metri di lunghezza e 30 metri di larghezza.

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Figura 2.2: Tavola 5.1 “Planimetria di dettaglio e di ubicazione delle sezioni di computo” del Progetto esecutivo sopraflutto.

In fase di progettazione esecutiva, al fine di identificare forme, geometrie e tipologia del materiale costituente la banchina della diga foranea, sono stati condotti dei saggi che hanno permesso di ricostruire la stratigrafia della banchina esistente. Così come riportato nella Tavola 5.2 “Sezione Tipo e Particolari”

della banchina esistente del Progetto esecutivo sopraflutto (Figura 2.3), è possibile osservare i rapporti geometrici dei materiali con cui è stata realizzata la banchina. Inoltre è stato possibile classificare merceologicamente il materiale costituente l’opera e calcolare i volumi dei materiali che si verranno a produrre dalle operazioni di escavazione della banchina, al fine di poterne progettare la corretta ed opportuna gestione.

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Figura 2.3: Tavola 5.2 “Sezione Tipo e Particolari” della banchina esistente del Progetto esecutivo sopraflutto.

2.1 Classificazione CER dei materiali rimossi

Dato che il progetto prevede lo smantellamento degli strati più superficiali della banchina della diga foranea del molo di sopraflutto del porto di Termini Imerese, questi materiali devono essere considerati, ai sensi dell’art.184 comma 3-b del D.Lgs. 152/2006, rifiuti speciali poiché derivanti da attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo.

Nello specifico sono stati rilevali tre tipologie di materiali differenti che deriveranno dalle attività di smantellamento, ovvero:

• La pavimentazione stradale costituita da conglomerato bituminoso;

• Tout Venant di cava, di natura calcarenitica, posto a sottofondo dello strato bituminoso;

• Calcestruzzo posto a riempimento e protezione dei cassoni che compongono la banchina.

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A ciascuno di questi materiali è stato attribuito uno specifico Codice Europeo dei Rifiuti o CER, tutti rientranti nel capitolo 17, ovvero “Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione”:

Conglomerato bituminoso: CODICE CER 17 03 02 “miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01”

Tout Venant di cava: 17 05 04 “terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03”

Calcestruzzo: 17 01 01 “cemento”

Per quanto riguarda il materiale calcarenitico, posto a sottofondo della pavimentazione stradale, questo è escluso dal campo di applicazione delle “terre e Rocce da Scavo” ai sensi del comma 2 dell’art 3 del Decreto del Presidente della Repubblica 13 giugno 2017, n.120 “Regolamento recante la disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164”. Infatti il sopracitato comma recita:

“Sono esclusi dall'ambito di applicazione del presente regolamento i rifiuti provenienti direttamente dall'esecuzione di interventi di demolizione di edifici o di altri manufatti preesistenti, la cui gestione è disciplinata ai sensi della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”.

Tali codici CER andranno comunque verificati attraverso l’esecuzione di analisi chimico fisiche su eluati prodotti dal campionamento del rifiuto tal quale, ai sensi dell’art. 1 del DM 05/02/98. Infatti su tali materiali andranno eseguite delle verifiche analitiche finalizzate alla caratterizzazione chimico fisica, effettuate secondo metodiche standardizzate o riconosciute valide a livello nazionale, comunitario o internazionale da laboratori di comprovata esperienza.

Il campionamento sui materiali prodotti e le analisi dovranno saranno effettuate in occasione del primo conferimento all'impianto di recupero o smaltimento e qualvolta dovessero presentarsi “anomalie” rispetto a quanto previsto in fase di progettazione esecutiva, ovvero ogni 12 mesi qualora le fasi di smantellamento dovessero perdurare nel tempo.

Ai fini dell'esecuzione del test di cessione, ai sensi dell’art. 9 del DM 05/02/98, il campionamento dei materiali sarà effettuato in modo da ottenere un campione rappresentativo secondo le norme UNI 10802,

"Rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi — Campionamento manuale e preparazione ed analisi degli eluati". l test di cessione andranno effettuati seguendo l'appendice A alla norma UNI 10802, secondo la metodica prevista dalla norma UNI EN 12457-2. Sull’eluato prodotto dal test di cessione, effettuato sui diversi materiali prodotti, andranno ricercati gli analiti riportati nella tabella 2.1 e il valore di concentrazione ottenuto confrontato con il valore tabellare riportato nella stessa.

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Tabella 2.1: Analiti e concentrazioni limite da ricercare nell’eluato proveniente dai test di cessione dei materiali di demolizione della banchina della diga foranea del molo di Sopraflutto del porto di Termini Imerese ai sensi dell’allegato 3 al DM 05/02/1998

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2.2 Computo e stima dei volumi dei materiali prodotti

Dall’analisi del progetto esecutivo sopraflutto e, nello specifico, dalle Tavole 5.1 e 5.2 e dall’Elaborato 10.1

“Elaborati economici – Computo metrico estimativo” è possibile ricostruire una stima dei volumi prodotti per le tre categorie di materiale derivante dalle attività di demolizione, così come riportato in tabella 2.2.

Tabella 2.2: Stima dei volumi prodotti dalle attività di smantellamento della banchina della diga foranea del molo di sopraflutto

Voce computo metrico estimativo (Elaborato 10.1)

Descrizione lavorazione

Pavimentazione stradale costituita da conglomerato bituminoso

Tout Venant di cava, di natura

calcarenitica, posto a sottofondo dello strato bituminoso

Calcestruzzo posto a riempimento e protezione dei cassoni che compongono la banchina Miscele bituminose

diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01

Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03

Cemento

n. 17 03 02 17 05 04 17 01 01

29 pozzetti 89

46 scavo giunti 47

54 scarificaz. pavimentazione

banchina 473

55 scarificaz. pavimentazione

banchina 2,520

57 scavo fondaz. banchina 9,450

58 demolizione massiccio

cassoni 2,755

59 scavo fondaz. banchina 1,063

74 ciglio banchina 160

86 scavo trincea x cavidotti 701

96 scavo trincea x fognatura 367

106 alloggiam. corpi illumin. 7

122 demoliz. muro in pila di massi 527

146 cavidotti 280

totali in mc 2,993 12,164 3,282

18,438

totali in ton. 5,237 19,462 7,876

32,575

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3 FORMAZIONE DEI RIFIUTI DERIVANTI DALLA DEMOLIZIONE E DEPOSITO TEMPORANEO

La valorizzazione dei rifiuti derivanti da demolizione è strettamente connessa al metodo con cui questa fase è stata organizzata, nonché dalla qualità dei prodotti stessi. Il materiale indirizzato alla fase di smaltimento o recupero, infatti, deve essere il più possibile omogeneo. A questo scopo dovrà essere condotta una demolizione di tipo selettivo, effettuando lavorazioni che interessino orizzonti della banchina composizionalmente omogeni. Lo smantellamento andrà eseguito in tre fasi distinte per tipologia di materiale:

• Fase uno: Scarificazione ed asportazione della pavimentazione stradale costituita dal conglomerato bituminoso, con codice CER 17 03 02

• Fase due: Asportazione del materiale calcarenitico, posto a sottofondo della pavimentazione stradale, con codice CER 17 05 04

• Fase tre: Smantellamento della massiccio in calcestruzzo posto a riempimento e protezione dei cassoni che compongono la banchina, con codice CER 17 01 01

All’interno dell’area di cantiere andranno individuate delle zone destinate a deposito temporaneo ai sensi dell’art. 183 comma bb del D.Lgs. 152/06 e ss.mm..ii. Tale zona rappresenta il deposito preliminare in cui avviene il raggruppamento dei rifiuti e la raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, ai fini del trasporto di detti rifiuti in un impianto di smaltimento o trattamento. I rifiuti, derivanti dai lavori di demolizione della banchina, devono essere raccolti per tipologia omogenea e dovranno essere ben identificabili da tabelle riportanti il codice CER attribuito e la denominazione completa del rifiuto.

Le aree di deposito temporaneo dovranno essere adeguatamente mappate all’interno dell’area di cantiere, prevedere una chiara perimetrazione ed essere controllate in ragione del “principio di precauzione e prevenzione”.

3.1 Caratteristiche del deposito temporaneo

I materiali di escavo andranno protetti dagli agenti atmosferici al fine di evitare il percolamento di fluidi all’interno dei cumuli prodotti. I cumuli inoltre andranno posti in zone in cui il suolo risulta essere impermeabilizzato. Qualora il ricovero in aree protette non sia logisticamente possibile, dovrà essere previsto un sistema di regimentazione e raccolta delle acque meteoriche. Le acque drenate andranno

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raccolte ed analizzate prima dell’immissione nella rete di raccolta fognaria o di essere condotte a smaltimento.

Per quanto riguarda i cumuli categorizzati con codice 17 05 04 “terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03” e per i materiali con codice CER 17 01 01 “cemento” qualora risultino essere pulverulenti, andrà evitato il trasporto eolico, attraverso l’installazione di nebulizzatori attivati all’occorrenza.

3.2 Tempistiche della gestione del deposito temporaneo

I rifiuti risultati non pericolosi in fase di caratterizzazione devono successivamente essere avviati allo smaltimento o alle operazioni di recupero secondo una di questa due modalità:

• con cadenza trimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito (Criterio Temporale)

• quando il deposito raggiunga i 30 metri cubi (Criterio Quantitativo)

Quelli che sono invece risultati come rifiuti pericolosi devono essere avviati allo smaltimento in discarica opportuna secondo una di questa due modalità:

• con cadenza bimestrale, indipendentemente dalle quantità in deposito (Criterio Temporale)

• quando il deposito raggiunga i 10 metri cubi (Criterio Quantitativo)

In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il quantitativo limite, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno.

4 SMALTIMENTO O RECUPERO DEI MATERIALI PRODOTTI

I rifiuti prodotti nelle operazioni di smantellamento della banchina della diga foranea del molo di Sopraflutto del porto di Termini Imerese, una volta messi a dimora in deposito temporaneo all’interno dell’area di cantiere, saranno indirizzati alle procedure di avviamento ad impianti di smaltimento o recupero.

In fase di progettazione esecutiva, attraverso la comparazione degli oneri di accesso a smaltimento ed i costi di trasporto, si è individuato per lo smaltimento o recupero l’impianto iscritto al Registro della Provincia Regionale di Palermo (articolo 216. comma 3, D.L.vo 152/06) al numero 295 CLG (Costruzioni Lavori Generali) s.r.l. sito in Contrada Molara snc, 90018 Termini Imerese PA, CF 05654130821, PIVA IT05654130821, codice ATECO (IT2007) “Recupero e preparazione per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, industriali e biomasse (383230)”. L’impianto è posto in prossimità dell’asse viario dell’agglomerato industriale di Termini Imerese, ad una distanza stradale dall’area di cantiere di 11,3 km.

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4.1 Operazioni di trasporto in impianto

Il Trasporto dal deposito temporaneo all’impianto di smaltimento o recupero andrà effettuato da un operatore iscritto all’Albo dei Gestori Ambientali ai sensi dell’art. 212 del D.Lgs 152/06.

I mezzi che effettueranno il trasporto dei materiali dovranno rispettare l’articolo 164, comma 1 del Codice della Strada che stabilisce: "Il carico dei veicoli deve essere sistemato in modo da evitare la caduta o la dispersione dello stesso; da non diminuire [...]". Al fine di mitigare la dispersione dei materiali da conferire in discarica, la ditta dovrà adottare tutte quelle cautele (e.g. l’uso di teloni), che impediscano al carico trasportato di disperdersi, anche mediante la polverizzazione, nell’aria.

Ai sensi dell’art. 193 del D.Lgs152/06 andrà redatto e compilato il FIR (Formulario di Identificazione Rifiuto) per ogni trasporto in quattro copie. La prima copia dovrà essere conservata dal produttore del rifiuto per cinque anni; la quarta copia dovrà essere riconsegnata al produttore del rifiuto entro tre mesi dalla data di avvenuto trasporto. Il FIR dovrà contenere minimo le seguenti indicazioni:

• nome ed indirizzo del produttore dei rifiuti e del detentore;

• origine, tipologia e quantità del rifiuto;

• impianto di destinazione;

• data e percorso dell'istradamento;

• nome ed indirizzo del destinatario.

5 RIUTILIZZO DEL MATERIALE DI RECUPERO

I materiali inerti derivanti dalla demolizione della banchina della diga foranea del molo di Sopraflutto del porto di Termini Imerese, potranno essere riutilizzati in sito come materiale di riempimento, dopo opportune operazioni di recupero eseguite dall’impianto di smaltimento e recupero.

I materiali recuperati dovranno essere conformi alle norme UNI specifiche per lo scopo finale e certificati in seguito ad analisi chimico-fisiche, come previsto dall'Allegato 3 al D.M. 5/02/1998.

Infatti, qualora le caratteristiche dei materiali recuperati siano compatibili con le necessità strutturali dell’opera ed “ambientalmente” compatibili, nel progetto esecutivo molo sopraflutto è stato individuato l’impiego di questi materiali all’interno della nuova costruzione del Molo Martello, come materiale costituente il conglomerato cementizio “Calcestruzzo Ciclopico”. Nella tavola progettuale 4.2 (Figura 5.1) ne è riportata la sezione tipo.

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Figura 5.1: Tavola 4.2 “Sezione Tipo” del nuovo Molo Martello del Progetto esecutivo sopraflutto.

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