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SABATO 28 LA COLLETTA ALIMENTARE DI SOLIDARIETÀ

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Academic year: 2022

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SABATO 28 LA COLLETTA ALIMENTARE DI SOLIDARIETÀ

Sabato 28 novembre è prevista la 19° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, un evento di solidarietà in cui migliaia di persone in tutta Italia mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo per aiutare i più poveri.

Il Pozzo di Giacobbe, insieme al Gruppo Alpini (sezione di Quarrata), sarà presente con i propri volontari presso il supermercato PAM di Quarrata per aiutare nella raccolta di alimenti.

Questi ultimi saranno poi consegnati alla sede del Banco Alimentare di Calenzano (FI) che, nei mesi successivi, penserà a redistribuirli a tutti gli Enti caritativi convenzionati, addetti alla consegna del “pacco spesa” alle famiglie bisognose del proprio territorio, segnalate dai Servizi Sociali.

La nostra Associazione che da sempre opera dalla parte degli ultimi affinché ogni essere umano possa condurre una via dignitosa, sta seguendo attualmente 59 famiglie (dato aggiornato alla scorsa settimana); purtroppo negli ultimi anni, le famiglie con difficoltà economica grave risultano in forte aumento (soprattutto tra i cittadini italiani). Diviene pertanto fondamentale l’aiuto di tutti come atto civile ma, per citare Papa Francesco anche e, soprattutto, come atto di umanità e carità cristiana.

Per chiunque, sul territorio di Quarrata, fosse interessato a dare una mano si prega di contattare la sede del Pozzo di Giacobbe Onlus al numero 0573 739626 e chiedere di Francesca.

Francesca Gori

Volontaria presso Associazione di Volontariato “Pozzo di Giacobbe-onlus”

via Fiume, 53 – Quarrata (PT)

«La fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e la dignità di tante persone. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato […]. Non possiamo compiere un miracolo come ha fatto Gesù; tuttavia possiamo fare qualcosa di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile e che ha anche la forza di un

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miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto. Continuate con fiducia questa opera, attuando la cultura dell’incontro e della condivisione. […] condividere ciò che abbiamo con coloro che non hanno i mezzi per soddisfare un bisogno così primario, ci educa a quella carità che è un dono traboccante di passione per la vita dei poveri.»

Papa Francesco, udienza del 3 ottobre 2015, in aula Paolo VI, con il Banco Alimentare.

(comunicato)

DOMENICA 29 LA XXXIII GIORNATA PER LA PACE, DELLA CULTURA E DELLA SOLIDARIETÀ

Nel quadro della XXXIII Giornata Internazionale della Pace, della Cultura e della Solidarietà che si svolgerà a Pistoia Domenica 29 Novembre p.v. con il tema “Popoli solidali, ponti di pace nel mondo col coraggio della legalità, accoglienza e riconciliazione”, avrà luogo anche il Premio Internazionale di narrativa e poesia “Giorgio La Pira”, uno degli avvenimenti letterari di spicco per la città di Pistoia. Il Premio si ispira a Giorgio La Pira, figura intramontabile della nostra storia e simbolo del Premio stesso, che in uno dei suoi tanti messaggi espresse il pensiero di “far convergere le città per far convergere le Nazioni”. Le sue parole semplici ed universali, la sua testimonianza e la sua lezione, sono il suggello di questo Concorso ed anche il grande soffio di speranza che oggi lievita le coscienze degli uomini.

Abbiamo rivolto alcune domande al Presidente del Centro Studi “G. Donati”

Giancarlo Niccolai per presentarci questa importante e iniziativa.

Oltre quattrocento sono stati i lavori letterari presentati per il vostro Premio. Con quale criterio sono stati individuati i vincitori di questa XXXIII edizione? Quali

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novità emergono in questo vasto panorama letterario?

Il Premio Internazionale “Giorgio La Pira” che il Centro G. Donati organizza da trentatré anni lo ha intitolato al Sindaco Santo di Firenze, un uomo alla continua ricerca del dialogo e costantemente impegnato in favore della pace, della solidarietà e della giustizia. Oltre 400 i lavori presentati e le commissioni giudicatrici sono state impegnate nell’individuare i vincitori. La parola scritta è stata anche in questa occasione uno strumento di crescita nonché uno straordinario veicolo di dialogo.

“Il Mondo di oggi ha bisogno sempre più di persone che sappiano convertire in investimenti di pace gli investimenti di guerra, trasformare in aratri le bombe, in astronavi di Pace i missili di guerra”. Questo messaggio di Giorgio la Pira risuona forte nella sua tragica attualità in questo tempo che ha sete di pace e giustizia.

Qual è il contributo che il Centro Donati ha dato alla nostra città e alla nostra Chiesa in questi anni per promuovere la pace tra i popoli?

Il sindaco santo, Giorgio La Pira, è ancora oggi un faro nella ricerca della pace. Lo stesso cardinale di Firenze, al termine della messa celebrata da Papa Francesco in occasione dell’ultimo convegno della Chiesa italiana, ha ricordato la sua figura.

Sia con il premio per la pace, sia con altre iniziative sul territorio pistoiese che hanno visto il coinvolgimento di figure di rilievo nazionale e internazionale per la promozione di un mondo più giusto, il Centro Donati dalla sua costituzione ha coinvolto tanti giovani in un cammino di pace e di riconciliazione fra i popoli.

Il Centro, in occasione della celebrazione delle Giornate della Pace, della Cultura e della Solidarietà, ha ricordato tante figure tra le più significative del cattolicesimo democratico italiano e certamente del giornalismo cattolico.

Possiamo rintracciare una continuità tra i tanti premiati?

La scelta dei premiati è da ricollegarsi idealmente alle precedenti “giornate”.

Personalità nazionali ed internazionali impegnate nel promuovere la pace, la solidarietà e la giustizia.

Può presentarci brevemente le personalità premiate in questa edizione? Tra di loro figurano nomi molto noti, come Romano Prodi e la Comunità di Taizè..

Anche quest’anno i premiati sono personalità ed esperienze che sono un segno visibile di come la pace sia possibile e richieda persone impegnate costantemente

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in percorsi di solidarietà, legalità, giustizia e pace.

Fra i premiati figurano Romano Prodi, che nel suo impegno politico ha costantemente operato come artigiano della pace (pensiamo anche solo alla questione albanese di fine anni ’90, la crisi algerina sempre di quegli anni, è da presidente della commissione europea la gestione misurata e saggia delle guerre in Kosovo, Afghanistan e Iraq); il Corpo della Guardia di Finanza per il suo impegno nelle missioni di pace e la sua costante attività a tutela della legalità; la Casa della carità “Angelo Abriani” per il suo impegno per i poveri, riconosciuto anche dal cardinale di Milano C.M.Martini; la Comunità monastica ecumenica di Taizé, parabola di comunione, per la sua testimonianza di una riconciliazione fra cristiani delle diverse confessioni; la Rondine Cittadella della pace come promotrice di percorsi per la risoluzione dei conflitti internazionali anche attraverso la formazione alla pace di tanti giovani.

Questa edizione prevede anche una menzione speciale per alcune note iniziative della nostra Diocesi. Può motivarci questa scelta?

Il comitato del Centro Donati ha deciso, come del resto anche negli anni precedenti, di sottolineare come nella nostra città operino persone e siano presenti iniziative che aiutano a rendere Pistoia luogo di incontro e di servizio per la pace e la giustizia a favore dei più fragili, i giovani. Per questo la decisione di fare una particolare menzione di un’opera diocesana, il Centro Giovani che a partire dalla sua costituzione grazie alla intuizione profetica del vescovo Scatizzi e fino a oggi ha operato servendo le marginalità e quelle periferie verso le quali il Papa continuamente richiama la nostra attenzione. Poi il Doposcuola della parrocchia di Montale, che compie quest’anno il primo lustro dalla sua costituzione, che coinvolgendo la comunità cristiana a un servizio attivo e gratuito al servizio dei piccoli e dei ragazzi è stato capace di rafforzare relazioni di amicizia e solidarietà. Esperienze che la chiesa e la nostra comunità deve sostenere e promuovere anche nell’impegno che nuove ne possano nascere.

Il Centro richiama l’ attenzione sull’importanza di fare memoria. Dimenticare il passato mette a rischio il futuro di tutti. Quali iniziative ha intrapreso in merito?

Numerose sono le iniziative programmate e realizzate dal Centro Studi Donati, soprattutto sul versante della pace e della solidarietà promuovendo il dialogo

“interreligioso” nonché, puntuali iniziative culturali non dimenticando mai, il filo conduttore che sta al centro del Centro G. Donati.

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Lei è anche direttore del periodico di informazione edito dal Centro Studi. Come è nato questo vostro organo di stampa?

Sin dall’inizio della costituzione dell’Associazione, si è dato vita alla realizzazione di un periodico “Dibattito Democratico” aperto a quanti desiderino manifestare il proprio pensiero su i maggiori importanti problemi del momento. Quindi una

“voce” che si è fatta “ascolto” in questi anni.

Daniela Raspollini

IN MEMORIA DI DON FURIO: LA TESTIMONIANZA DI DON MARINO MARINI

Ho iniziato a conoscere don Furio Fabbri quando il Vescovo, nel 1973, mi inviò come cappellano, nella parrocchia del S. Cuore a Montemurlo: una realtà già grande, ma in continua crescita, perché arrivavano, per motivi di lavoro, nuove famiglie da molte parti d’Italia, in particolare dal Meridione, richiamate dall’industria tessile in continua espansione.

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Sono rimasto, insieme a lui 6 anni, fino al 1979, quando la Parrocchia aveva ormai raggiunto dodicimila abitanti. Sono stati 6 anni di intenso impegno pastorale.

La catechesi, la liturgia, l’attenzione a persone e famiglie bisognose, agli anziani e ai malati, attraverso la S. Vincenzo Parrocchiale, il gruppo Missionario che aiutava, in modo particolare, Mons. Rino Carlesi vescovo di Balsas, il gruppo per la pastorale del mondo del lavoro, la collaborazione con la Confraternita della Misericordia, la scuola cattolica delle suore del Sacro Cuore, erano le linee portanti dell’attività pastorale di don Fabbri.

Una attenzione tutta particolare era rivolta ala pastorale giovanile. Chi può dimenticare i campi estivi e anche invernali al Melo per i ragazzi e gli adolescenti e i campi estivi per i giovani sulle Dolomiti! Don Fabbri, a Montemurlo, era riuscito a formare uno dei gruppi giovanili più vivi della nostra Diocesi.

Quello che mi ha sempre impressionato è stata la sua capacità di svolgere un intenso, direi infaticabile lavoro pastorale, derivante non solo dalle sue energie fisiche, ma anche da quella forza interiore che deriva dalla cura della vita spirituale: la fedeltà alla preghiera quotidiana, l’amore per la parola di Dio, meditata, interiorizzata, l’amore per l’Eucaristia, presenza in mezzo a noi di Gesù risorto, “Maestro e Buon Pastore: Via Verità e Vita“.

Da allora, anche se ho lasciato Montemurlo per andare parroco a Tobbiana, il mio rapporto di amicizia con don Furio, non si è mai interrotto, essendo anche io entrato a far parte dell’Istituto dei Paolini Gesù Sacerdote, fondato dal Beato Giacomo Alberione.

Siamo andati tante volte insieme agli incontri regionali di spiritualità, agli esercizi spirituali. Don Furio è stato per me un punto di riferimento, un padre a cui rivolgermi nel cammino della vita spirituale e delle scelte pastorali da compiere nelle varie parrocchie dove sono stato trasferito dal Vescovo per essere al servizio della Diocesi.

Anche nelle parrocchie di Vicofaro e nella più piccola di San Baronto, don Furio è stato punto di riferimento per tanti fratelli e sorelle, non solo laici, che hanno trovato in lui un Padre spirituale che ha donato con larghezza il seme della parola di Dio nello spirito dell’apostolo Paolo:”Tutto io faccio per il Vangelo“.

Nella “famiglia Paolina” è stato apprezzato e stimato a livello nazionale, e tante volte, veniva chiamato a compiere il servizio della predicazione degli “esercizi

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spirituali” a sacerdoti, religiosi e laici.

Il suo carattere forte, le sue battute argute, possono, talvolta, aver dato fastidio a qualcuno, ma quando c’era bisogno di un aiuto concreto, nello spirito della carità pastorale, potevi sempre contare su di lui.

Vogliamo rendere grazie a Dio, perché don Furio è stato un fedele ministro di Cristo. Vogliamo anche accogliere con tanta fede le parole dell’apostolo Paolo:

“nulla, neppure la morte, potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù“.

Don Marino Marini

CRESCE L’ORDINE

FRANCESCANO SECOLARE

Domenica 22 novembre alle ore 15, si terrà un incontro delle Fraternità Francescane di Pistoia presso il monastero delle Clarisse (Piazzetta Santo Stefano, Pistoia). Alle ore 16.00 durante la santa messa presieduta da Padre Gianfranco ofmc, Valeria Bellucci e Luciana Bartolini saranno ammesse nell’ordine francescano secolare.

La patrona dell’ordine francescano secolare è Santa Elisabetta di Ungheria (1207 – 1231), la cui festa liturgica cade il 17 novembre, ma sarà ricordata particolarmente questa Domenica. Elisabetta, seppure fosse una regina visse nella povertà evangelica come terziaria francescana. Divenuta presto vedova si consacrò a Dio, operando la carità verso i bisognosi con grande umiltà e fondando per loro anche un ospedale.

Sull’ esempio di Santa Elisabetta saranno in cammino alla sequela di Cristo le due nuove consorelle Luciana e Valeria. Attraverso la loro testimonianza oggi possiamo comprendere quanto sia sempre attuale la proposta di san Francesco e quanto sia importante per un laico appartenere ad un ordine religioso.

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L’Ordine francescano secolare è composto da laici che, vivendo nel loro stato di vita, vivono nel mondo la regola di Francesco d’Assisi.

Luciana racconta così la sua esperienza nella fraternità:

Questo cammino è iniziato un’estate di 5 anni fa, durante una serata tra amici dell’associazione di volontariato di cui faccio parte da 19 anni, l’AICAT (associazione club alcologici territoriali) in cui fui invitata ad andare alla Verna. Io dissi di sì, attirata dall’idea di passare alcuni giorni con amici in montagna e nient’altro, ma lì, invece, sentii qualcosa che non avevo mai provato in vita mia: la Fede che avevo cercato da giovane. Sentii la presenza di Nostro Signore in quei luoghi così cari e importanti per San Francesco.

Tornando a casa i miei familiari notarono il mio cambiamento e fu lì che decisi di intraprendere il cammino di fede frequentando il gruppo terziario francescano della Chiesa di San Francesco, dove ero già stata da giovane.

Mi ha colpito l’accoglienza della fraternità. Dopo 20 anni di volontariato, attraverso due associazioni di cui faccio parte, l’AICAT e Solidarietà e Rinnovamento, che si occupa di disagio mentale, ho sperimentato nell’OFS un’accoglienza che si differenzia per l’unione con la Spiritualità. Perché nella vita spirituale si percepisce un cuore, un calore ancora più grande perché dato dalla presenza di Dio.

Ritrovarsi nel gruppo terziario del Giovedi, che frequento da 5 anni, mi ha dato conoscenza, arricchimento interiore, unione con i fratelli, le sorelle e Dio. Avere

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come guida Padre Claudio ofm conv è stato molto importante, perché è un ottimo teologo.

Essere ammessi all’ordine vuol dire che il mio cammino di Fede, seguendo il pensiero di San Francesco, viene riconosciuto. Vuol dire a tutti gli effetti entrare a far parte di una Grande Famiglia, piena di profonda Spiritualità. Inoltre è l’avverarsi di un desiderio forte che mi ha accompagnato in questi 5 anni.

“Ho Iniziato questo cammino seguendo l’esempio di mio marito, ci racconta Valeria. Lui si era “riavvicinato” con grande gioia al Signore:

partecipavamo insieme a tutti gli incontri della fraternità e, dopo la sua morte, ho iniziato un percorso. Mi sono trovata molto bene in questa grande famiglia dove si respira una vera fraternità nella semplicità. Il Signore ci chiede di vivere il Vangelo ogni giorno seguendo la Sua Parola e di stare alla Sua sequela.

L’ ammissione è il primo passo per poi prendere seriamente un impegno nella fraternità e, dopo un percorso di formazione, divenire terziaria francescana.

Daniela Raspollini

Francesco d’Assisi ha scoperto il Vangelo come un modo per vivere la vita. Da religiosi come da secolari, da laici come da sacerdoti o diaconi, da uomini, donne, ragazzi…

«Ad ognuno dava una regola di vita»… solitamente con queste parole di un biografo di Francesco d’Assisi si spiega la nascita di un Ordine per secolari contemporanea all’avvio del I Ordine per i frati e alle monache del II Ordine.

Vivere il Vangelo di Gesù sulle orme di Francesco nella quotidianità, non scegliendo una forma di “separazione”, ma “mescolandosi”, impastandosi alla vita di ogni uomo ed ogni donna. Questa l’ambiziosa promessa che i francescani secolari fanno a Dio e alla Chiesa con un atto pubblico.

Cercando una relazione profonda e significativa con ogni creatura, i francescani secolari vivono tra il “piano superiore” dello stretto contatto con il Signore Gesù nella dimensione contemplativa che apre all’azione trasformante dello Spirito santo, e la strada, luogo di appartenenza alla città degli uomini.

La chiamata alla vita di fraternità sta a fondamento della scelta nell’OFS.

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(tratto da http://www.ofs.it/ )

È MORTO DON FURIO FABBRI

Stanotte è morto don Furio Fabbri.

Oggi, dalle ore 16, sarà esposto nella Chiesa di San Baronto. Qui si svolgeranno i funerali, presieduti dal vescovo Tardelli lunedì 23 novembre, alle ore 10.

Don Furio era nato il 15 aprile 1927 a Seano (Carmignano-Prato). Ordinato sacerdote il 29 giugno 1951 ha svolto importanti incarichi diocesani. Dal 1951 al 1953 è stato insegnante presso il Seminario di Pistoia, quindi vicerettore fino al 1959, anno in cui è stato nominato parroco di Montemurlo.

Nel 1981 Don Furio è diventato Rettore del Seminario di Pistoia e parroco di San Martino in Campo (1981-1989). Lasciato l’incarico di Rettore nel 1985, è stato nominato parroco della Parrocchia di Vicofaro. Qui ha svolto per dieci anni servizio pastorale, fino al 1995 quando è stato spostato a San Baronto. Nel 2004 aveva assunto anche la cura pastorale, in qualità di parroco, di San Giorgio a Porciano.

Don Furio ha svolto anche altri incarichi diocesani: nel 1982 è stato delegato diocesano per i laici, nel 1994 Delegato per la Federazione Italiana Esercizi Spirituali, mentre dal 1 marzo 2009 ha svolto anche il delicato ministero di esorcista della Diocesi.

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PRONTI AL VIA PER LA GMG!

Quando Papa Francesco chiama, i giovani rispondono. E rispondono numerosi! Nonostante fosse un venerdì sera, serata di uscita e divertimento per la maggior parte dei giovani, il primo incontro di preparazione e lancio per la nostra diocesi di Pistoia della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia ha visto il tutto esaurito in seminario. Duecento giovani provenienti da tutta la diocesi, hanno riempito il seminario con il loro entusiasmo e la voglia di partire.

La serata è iniziata sulle note di Jesus Christ You are my life, accompagnati dal bravissimo coro dell’unità pastorale di Montemurlo, all’insegna della gioia che è propria dei giovani che partecipano alla GMG. Subito dopo è stato proiettato un video della storia della GMG, in modo tale che i ragazzi che sono alla loro prima esperienza, potessero assaporare e comprendere cosa significhi essere chiesa nel mondo, unita per incontrare la persona di Gesù attraverso l’incontro con il Papa e milioni di altri coetanei.

Per rendere più viva la storia, due giovani hanno dato la loro testimonianza dell’esperienza vissuta: Sr. Claudia della comunità di Gerusalemme e Gabriele, i quali attraverso le loro parole hanno cercato di comunicare la gioia e la pace interiore che un evento come la GMG porta in sé. Nei loro occhi brillava quella luce di un incontro speciale e personale con il Signore, che hanno saputo custodire a distanza di anni, continuando il loro cammino di fede una volta tornati a casa.

Dopo queste testimonianze è stato intonato l’inno della GMG di Cracovia dal titolo

“Beato il cuore che perdona”. «Solo il perdono riporterà, pace nel mondo» queste alcune delle parole del testo, così attuali e dirompenti ancor più pensando che negli stessi istanti in cui i ragazzi cantavano, in Francia stavano morendo giovani innocenti, una sorta di riposta di amore all’odio e alla violenza.

Il tema della GMG 2016 che il Papa ha scelto è oggi più che mai una sfida per il mondo dei giovani che non si deve arrendere mai all’odio, ma sempre più unito deve saper amare il prossimo. Il nostro vescovo Fausto è intervenuto con l’invito a riflettere su tre parole: insieme, gioiosi e misericordiosi. Tre parole fondamentali per camminare insieme verso la GMG e per prepararsi al

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meglio a questo evento mondiale.

Francesco

Il sito italiano dedicato alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia è online! Tutto ciò che riguarda la GMG per i gruppi italiani passerà dall’indirizzo: www.gmg2016.it.

Sul sito ci saranno le informazioni più importanti su programma, iscrizioni, gemellaggi, pellegrinaggi, festa degli italiani. Ma non solo. Ci saranno approfondimenti tematici relativi alla cultura polacca, alle beatitudini, approfondimenti che aiutino la meditazione soprattutto nei tempi liturgici forti e strumenti da usare nel corso dell’anno anche negli incontri di gruppo.

Un altro capitolo è rappresentato dal Giubileo dei Ragazzi che si celebrerà a Roma dal 22 al 25 aprile, ma che si inserisce pienamente nel percorso verso la

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GMG, dedicata proprio alla misericordia. Insieme al Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, il Servizio Nazionale si occuperà della Segreteria organizzativa dell’evento.

Sul sito ci saranno sia le informazioni generali logistiche che il materiale di approfondimento tematico.

(fonte: SNPG)

PRONTI AL VIA PER LA GMG!

Quando Papa Francesco chiama, i giovani rispondono. E rispondono numerosi! Nonostante fosse un venerdì sera, serata di uscita e divertimento per la maggior parte dei giovani, il primo incontro di preparazione e lancio per la nostra diocesi di Pistoia della Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia ha visto il tutto esaurito in seminario. Duecento giovani provenienti da tutta la diocesi, hanno riempito il seminario con il loro entusiasmo e la voglia di partire.

La serata è iniziata sulle note di Jesus Christ You are my life, accompagnati dal bravissimo coro dell’unità pastorale di Montemurlo, all’insegna della gioia che è propria dei giovani che partecipano alla GMG. Subito dopo è stato proiettato un video della storia della GMG, in modo tale che i ragazzi che sono alla loro prima esperienza, potessero assaporare e comprendere cosa significhi essere chiesa nel mondo, unita per incontrare la persona di Gesù attraverso l’incontro con il Papa e milioni di altri coetanei.

Per rendere più viva la storia, due giovani hanno dato la loro testimonianza dell’esperienza vissuta: Sr. Claudia della comunità di Gerusalemme e Gabriele, i quali attraverso le loro parole hanno cercato di comunicare la gioia e la pace interiore che un evento come la GMG porta in sé. Nei loro occhi brillava quella luce di un incontro speciale e personale con il Signore, che hanno saputo custodire a distanza di anni, continuando il loro cammino di fede una volta tornati a casa.

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Dopo queste testimonianze è stato intonato l’inno della GMG di Cracovia dal titolo

“Beato il cuore che perdona”. «Solo il perdono riporterà, pace nel mondo» queste alcune delle parole del testo, così attuali e dirompenti ancor più pensando che negli stessi istanti in cui i ragazzi cantavano, in Francia stavano morendo giovani innocenti, una sorta di riposta di amore all’odio e alla violenza.

Il tema della GMG 2016 che il Papa ha scelto è oggi più che mai una sfida per il mondo dei giovani che non si deve arrendere mai all’odio, ma sempre più unito deve saper amare il prossimo. Il nostro vescovo Fausto è intervenuto con l’invito a riflettere su tre parole: insieme, gioiosi e misericordiosi. Tre parole fondamentali per camminare insieme verso la GMG e per prepararsi al meglio a questo evento mondiale.

Francesco

Il sito italiano dedicato alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia è online! Tutto ciò che riguarda la GMG per i gruppi italiani passerà dall’indirizzo: www.gmg2016.it.

Sul sito ci saranno le informazioni più importanti su programma, iscrizioni, gemellaggi, pellegrinaggi, festa degli italiani. Ma non solo. Ci saranno approfondimenti tematici relativi alla cultura polacca, alle beatitudini, approfondimenti che aiutino la meditazione soprattutto nei tempi liturgici forti e strumenti da usare nel corso dell’anno anche negli incontri di gruppo.

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Un altro capitolo è rappresentato dal Giubileo dei Ragazzi che si celebrerà a Roma dal 22 al 25 aprile, ma che si inserisce pienamente nel percorso verso la GMG, dedicata proprio alla misericordia. Insieme al Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, il Servizio Nazionale si occuperà della Segreteria organizzativa dell’evento.

Sul sito ci saranno sia le informazioni generali logistiche che il materiale di approfondimento tematico.

(fonte: SNPG)

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A PIEDI VERSO ROMA ..SULLE

STRADE DELLA FEDE E

DELL’OSPITALITÀ

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In Cattedrale l’accoglienza di un pellegrino speciale

Al suono delle campane il pellegrino Francisco Sancho è stato accolto nello scenario di piazza Duomo, attraverso l’incantevole affaccio di di via degli Orafi, attorniato da un drappello di accompagnatori che hanno condiviso con lui il cammino nel tratto pistoiese dell’antica Romea strata e attorniato da una piccola folla di curiosi richiamati dal concerto festoso che dall’alto del campanile del Duomo si diffondeva per tutta la città.

Sulla porta principale della cattedrale, spalancata come le braccia di Cristo che accolgono ogni uomo che cerca Dio con cuore sincero, l’Arciprete ha offerto il bacio della pace: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore“! Poi ha accompagnato Francisco nel pellegrinaggio all’interno del Duomo, nella “casa”

del Padre. Prima di tutto alla cappella del Santissimo Sacramento: al cuore dell’indicibile amore di Dio “che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio“, alla custodia del pane eucaristico che sostenta il cammino terreno della Chiesa. Quindi alla cappella di San Jacopo dove, ai piedi dello stupendo altare d’argento, era stata eccezionalmente collocato il reliquiario di Lorenzo Ghiberti, prezioso custode della reliquia di San Giacomo il Maggiore. Lì è avvenuto il gesto significativo della lavanda dei piedi al pellegrino, secondo l’usanza degli antichi monasteri dove l’Abate in persona accoglieva i pellegrini lavando loro i piedi segnati dalla fatica del cammino. Con questo gesto, appreso dallo stesso Gesù che nell’ultima cena lavò i piedi ai suoi discepoli, abbiamo riconosciuto non solo un fratello da servire, ma lo stesso Signore Gesù che ha detto: “Ero pellegrino e mi avete ospitato“.

Abbiamo pregato insieme e invocato la benedizione di Dio sul cammino di Francisco fino a Roma, mèta del suo pellegrinaggio. Dopo aver venerato la reliquia e invocata la protezione di San Jacopo, Patrono dei pellegrini, Francisco è stato accompagnato alle altre sante reliquie custodite in Duomo: di fronte al braccio di San Zeno, titolare della chiesa cattedrale e davanti corpo incorrotto di Sant’Atto, il vescovo che fece arrivare a Pistoia la reliquia di Compostella. Francisco ha confessato di aver provato, dinanzi alla reliquia di San Giacolmo, la stessa emozione provata a Santiago de Compostela dove ha vissuto per molti anni. Non solo, ma anche la reliquia di San Zeno ha suscitato in lui una grande emozione dal momento che Francisco ha trascorso a Verona alcuni anni della sua vita e da quella città è iniziato il suo pellegrinare per l’Europa cristiana.

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A Pistoia, il pellegrino Francisco, ha trovato il crocevia della sua vita: la strada di Santiago in Galizia e quella di Verona nel Veneto si congiungevano lì, nella nostra Cattedrale! Ecco cosa differenzia un turista o un semplice viandante da un pellegrino: la vita come un mistero che si rivela cammin facendo. ‘Per agros‘, letteralmente “andar per campi”, non su una strada comoda e nemmeno su un sentiero già tracciato, ma per terreni inesplorati, come quelli del cuore dell’uomo.

Don Luca Carlesi

L’ACCOGLIENZA ALLA MENSA DELLA CARITAS

“Camminando s’apre cammino” (A. Paoli)

Questa potrebbe essere la frase, titolo e riassunto dell’incontro avuto con Francisco presso la mensa “don Siro Butelli“. In un luogo d’incontro fra persone, dove ogni giorno assistiamo alla “convivialità delle differenze”, l’incontro con il pellegrino di Vicenza ci è sembrato a dir poco opportuno.

E’ stato bellissimo parlare di passi, di strada percorsa, di delusioni e scoraggiamenti. Abbiamo condiviso insieme il racconto di tanta fatica di fronte ad una salita impossibile o di tanta gioia di fronte ad un raggio di sole inaspettato. Ci siamo ritrovati a pensare…così è la vita! Francisco cammina su una strada fisica e noi per la strada delle vite delle tante persone, ospiti presso i nostri servizi.

La mensa è da sempre un luogo di accoglienza e di accompagnamento.

L’accoglienza senza barriere è il nostro segno distintivo, ma non è fine a se stessa. Gli uomini e le donne che entrano nei servizi Caritas sono presi per mano cercando di valorizzare le capacità e le potenzialità e rendere la possibilità di camminare in autonomia.

La condivisione del poco, del cibo semplice, è stata l’arricchimento della serata.

Francisco ci ha ricordato il bisogno dell’essenziale. Uno zaino troppo pesante, seppur ricco di cose, può essere solo di ostacolo ad un cammino agile e sicuro.

Francisco è stato un incontro di sguardi, fra persone su strade diverse, che s’incontrano in un crocevia per condividere insieme il pasto. Ognuno porterà con sè la preghiera per l’altro, certi di incontrarsi ancora a prossimo bivio. Buon cammino a Francisco e a tutti coloro che ogni giorno hanno il coraggio di camminare per le strade non battute della vita.

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Sara Lupi

Il maratoneta della fede attraversa la nostra Diocesi

(Del lungo, ma emozionante resoconto di Nedo Ferrari, ci siamo riservati di pubblicare, per motivi di spazio, soltanto alcuni passaggi).

In questi giorni è stato salutato con grande entusiasmo e partecipazione popolare il passaggio inusuale di un pellegrino attraverso le nostre montagne e la città di Pistoia diretto a Roma.

Le domande più frequenti che la gente si poneva stupita di fronte a questo evento erano: ma chi è? Da dove viene? Dove va? Perché lo fa? … E le risposte suscitavano ancora più stupore ed incredulità.

Francisco Sancho è il nome del pellegrino. Spagnolo, anzi catalano di Barcellona, 45 anni, ha incontrato sul cammino di Santiago di Compostella una ragazza italiana e, sei anni fa, l’ha seguita a Vicenza dove lavora come maitre in un ristorante; un tipo di lavoro che gli permette periodi anche lunghi di libertà che lui impiega a camminare su tutte le strade di pellegrinaggio europee. Mi racconta di essere stato 26 volte a Compostella utilizzando itinerari diversi.

Sabato 14 Novembre con la folta delegazione di Cutigliano, con tanto di bandiera, saliamo ai quasi 1700 metri del passo della Croce Arcana, porta di ingresso alla Toscana, dove ci sarà l’incontro con la delegazione di Fanano che accompagnerà Francisco dal versante modenese. Aspettiamo un po’ poi veniamo a sapere che ci sarà un ritardo perché il pellegrino, per una caduta, ha un forte dolore ad un ginocchio che lo tormenta. Aspettiamo al tiepido sole novembrino e finalmente il piccolo gruppo arriva ed è tutto uno scambio di sorrisi e di robusti abbracci di benvenuto e di arrivederci.

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…Ci guardiamo ed è fiducia a prima vista, mi racconta la sua disavventura, lo rassicuro che troverà tutta l’assistenza di cui avrà bisogno, allora lui minimizza il dolore, capisco che non vuole sentirsi un peso, vuol disturbare il meno possibile.

Gli spiego che avrà un’accoglienza semplice ma calorosa dalla gente della montagna, risponde che il pellegrino mai chiede, sempre ringrazia …

E’ il momento di scendere a valle, la strada è bella e attraversa le assolate praterie del crinale, il panorama è mozzafiato : a nord si vedono le Alpi, a sud la Toscana è coperta da un candido strato di nebbia e si intravede, lontanissimo, il monte Amiata. Dopo una sosta per il pranzo alla Doganaccia e un paio d’ore di cammino finalmente vediamo i tetti di Cutigliano dove il pellegrino è accolto dal sindaco Tommaso Braccesi e da una delegazione degli Alpini per la firma della credenziale, poi seguono la Messa nella pieve di San Bartolomeo, una affollata e allegra cena al ristorante ed il pernottamento nella canonica da don Sergio Agostini.

La giornata di Domenica inizia presto, verso le sette un gruppo di volontari del C.A.I. di Maresca con l’assessore Alice Sobrero ed i volontari dell’associazione culturale Valle Lunae vanno a prendere in consegna il pellegrino per accompagnarlo nell’attraversamento del comune di San Marcello. L’alzataccia è dovuta al desiderio di Francisco di ascoltare la messa delle dieci a San Marcello, ma il percorso è lungo ed il ginocchio fa ancora male.. e poi ci sono le persone che a Pratale e a Lizzano si sono premurate di rifocillare i pellegrini con colazione e spuntino. Precedo Francisco alla chiesa di San Marcello sperando che arrivi in tempo. La messa è già iniziata … Poi sento dei rumori fuori dalla porta della pieve, esco, è lui, ci abbracciamo, lo rassicuro, c’è tempo anche per fare la Comunione, sorride ed entra in chiesa, i fedeli cantano, don Cipriano Farcas annuncia l’ingresso del pellegrino, parte un lungo applauso, Francisco ha un posto riservato vicino all’altare, è emozionato e un po’ imbarazzato, si gira, mi invita a stargli vicino. Io sono più imbarazzato ed emozionato di lui! Che bello!

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Francisco viene invitato a raccontare ai fedeli la sua esperienza. Dice che il suo è un pellegrinaggio di ringraziamento perché due persone a lui molto vicine sono guarite da terribili malattie e che il cammino è una ricerca interiore dove è facile incontrare Cristo nelle persone che si trovano lungo la via, una ricerca dell’essenziale che fa comprendere che spesso si vive solo alla ricerca della ricchezza materiale a scapito di quella interiore. Dice che è partito da Czestochowa l’otto Settembre per arrivare a Roma l’otto Dicembre per l’apertura del Giubileo. Spera di incontrare il Papa.

Da Roma ripartirà subito per andare ad Assisi e poi a Santiago di Compostella quindi a Trondheim in Norvegia al santuario di San Olav per chiudere il cerchio dei tre principali luoghi di pellegrinaggio medievali. Infine arriverà a Czestochowa per il Natale del 2016 dopo 14 mesi di cammino e 12000 chilometri percorsi a piedi … Segue un lungo applauso dei fedeli che con don Cipriano intonano in suo onore l’Inno della Madonna Nera e dopo la Messa, gli testimoniano, uno ad uno, il loro affetto … e ci sono baci ed abbracci per tutti!, Riprendiamo il cammino verso Pistoia…

Nel frattempo il sole ha sconfitto definitivamente le brume mattutine. Cerco di emozionare Francisco ancora di più, lo invito a fermarsi nel bosco prima di una curva della strada e lo avverto che dopo quella curva la montagna finirà e scoprirà un modo diverso: la Toscana della vite e dell’ulivo. Mi fermo, lo lascio andare avanti da solo, lo ritrovo dopo qualche minuto seduto, gli occhi lucidi, di fronte ad un paesaggio infinito. Laggiù c’è Pistoia con la cupola ed il campanile, più oltre Firenze, di cui si intravede il cupolone del Brunelleschi, in mezzo in un tripudio di colori, prati verdissimi, le nostre colline argentate dagli olivi, le viti, il bosco di tutti i colori della tavolozza del più grande Pittore, case, borghi. Nel silenzio i sente il guaito di un cane, il canto degli uccelli, il rumore delle foglie che cadono, un paesaggio senza tempo. Mi guarda, si alza, mi abbraccia forte, ringrazia …. Ringrazio lui.

…Si è tolto le scarpe e mi mostra le suole finite dopo i primi 2000 chilometri, aspetto fra qualche giorno un amico che me ne porti un altro paio, mi dice… Ci sediamo su una panchina e gli anticipo che anche a Pistoia ci saranno tante persone che aspettano di incontrarlo e gli ricordo che a Pistoia c’è dal 1145 una reliquia autentica di San Giacomo Apostolo arrivata da Compostella.

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Arrivati a Pistoia, dopo una festosa accoglienza in Porta al Borgo, tutti insieme ci dirigiamo verso la Cattedrale, attraversando idealmente le porte delle tre antiche cerchie murarie. Mi allontano mentre entriamo in via degli Orafi, chiamo al telefono don Luca Carlesi per il segnale prestabilito e, come per incanto, nel momento dell’ingresso in piazza del Duomo le campane della cattedrale iniziano a suonare a distesa e contemporaneamente si apre la vista di quello splendido spazio. Ci fermiamo un attimo per godersi questo momento e per riprendersi dall’emozione. Guardo la sua felicità, mi sembra che tremi. “Stammi vicino”, mi chiede, prendendomi un braccio.

Don Luca ci attende sulla porta della cattedrale e prende in consegna il pellegrino con un abbraccio, lo accompagna a pregare insieme nella cappella del Santissimo Sacramento, poi nella cappella di San Rocco avviene l’incontro con la Reliquia di San Jacopo, per l’occasione straordinariamente esposta davanti all’Altare d’argento e, dopo una preghiera di ringraziamento, ha luogo il rito emozionante della lavanda e del bacio dei piedi del pellegrino, massima testimonianza della sacralità dell’accoglienza … Segue la benedizione del viandante e il silenzio si trasforma in gioia, ritornano i sorrisi e mi sembra di vedere sui volti di noi presenti una serenità nuova.

Sull’Altare d’argento viene posto il timbro sulla credenziale, poi don Luca presenta a Francisco le reliquie contenute nel reliquiario aureo del Ghiberti, dice che quella di San Jacopo è quella posta più in alto e consiste in una porzione de cranio dell’Apostolo che combacia perfettamente con la parte mancante del corpo venerato a Compostella…

L’accoglienza a Francisco procede nel contiguo Palazzo Comunale, dove è in corso il Consiglio.

Il sindaco Samuele Bertinelli riceve il pellegrino in una sala del palazzo ed esprime profonde considerazioni sul significato del pellegrinaggio laico e

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religioso, ma anche la volontà del Comune di contribuire con un impegno forte alla realizzazione della ROMEA STRATA, ritenuta essenziale anche per un deciso rilancio dei territori attraversati.

Anche la cena preparata presso i locali del Tempio dai volontari della Caritas diventa un’occasione per Francisco di toccare con mano un altro tipo di accoglienza che la Diocesi, con un forte sostegno del Comune, esercita verso strati di popolazione (non solo straniera) sempre più vasti.

Arriva il momento dei saluti. Francisco dice che non avrebbe mai pensato che Pistoia ed il suo territorio fossero così belli e ricchi di tesori, che ricorderà sempre le tante persone che lo hanno accolto in questi giorni con calore ed entusiasmo sinceri, mi prega di portare loro il suo saluto, mi invita a raggiungerlo per camminare insieme fino a Roma per il Giubileo, dice che ripasserà da queste parti a Gennaio sul cammino verso Santiago di Compostella, ci rivedremo sicuramente

… ringrazia tutti.

GRAZIE a te, Francisco il pellegrino, che con il tuo cammino di fede e di speranza ci hai fatto riflettere sull’essenziale, ci hai scaldato i cuori con i tuoi robusti abbracci e ci hai donato un attimo di silenzio in questo orribile mondo che grida dolore.

La ROMEA STRATA ( http://www.romeastrata.it/ ) nasce da una idea di don Raimondo Sinibaldi dell’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza.

Il fine è la rivalutazione delle grandi vie di pellegrinaggio italiane e delle loro infrastrutture di accoglienza sul modello spagnolo, sia per il recupero delle strutture religiose spesso inutilizzate, sia come elemento di sviluppo dei territori attraversati, ma soprattutto per la rivalutazione del pellegrinaggio come metodo di ricerca interiore e di fede, strumento e veicolo di pace e di

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incontro.

I paesi interessati al momento sono la Polonia, la repubblica Ceca, l’Austria, la Slovenia e l’Italia. In Italia il percorso proveniente dal Baltico attraverso la Polonia si chiama via Romea Allemagna e, attraversando tutto il Friuli, collega il Passo del Tarvisio a Concordia Sagittaria dove incontra la via Romea Aquileiense che proviene dalla Slovenia . A Concordia le due strade entrano nel Veneto e confluiscono nella via Romea Annia che conserva tale nome fino a Badia Polesine e raccoglie lungo il suo percorso la via Romea Magna che proviene da Vicenza. A Badia Polesine la strada diviene via Romea Longobarda, che raggiunge l’Abbazia di Nonantola presso Modena per poi dirigersi in Toscana attraversando gli Appennini e giungere a Pistoia, dove è conservata la reliquia di San Jacopo, e da qui raggiunge San Miniato dove si immette nella Via Francigena per Roma o in direzione opposta per Santiago di Compostella.

Il progetto è stato presentato agli oltre 150 comuni attraversati che stanno deliberando il percorso ed ai Vescovi delle Diocesi interessate che lo hanno approvato. Il progetto è stato presentato ai Sindaci toscani a Pistoia il 29 maggio 2015 ed a Sua Eccellenza il Vescovo di Pistoia a Cutigliano il 23 agosto 2015 ottenendo l’approvazione di tutti.

Dott. Arch. Nedo Ferrari

Via Boccherini 1 – 51100 Pistoia nedo.ferrari@libero.it

INFORMAZIONI UTILI &

PROGRAMMA

L’Assemblea Sinodale Diocesana è ormai alle porte.

Di seguito indichiamo l’orario, il programma e alcune informazioni utili per lo svolgimento dell’assemblea.

INFORMAZIONI UTILI

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GIOVEDI’ 19 Novembre 2016

E’ importante arrivare prima dell’inizio dell’assemblea, alle 17.30, per completare l’iscrizione.

I delegati devono passare dalla segreteria all’ingresso della chiesa, per ricevere il badge di accesso alla Chiesa, senza il quale non si può entrare.Riceverete inoltre una cartellina con i materiali (Instrumentum laboris, programma e varie).

OGNUNO DEVE PORTARSI DA CASA LA CENA AL SACCO, che sarà consumata nei locali della Chiesa.

Per il parcheggio si può usare gratuitamente quello del Seminario vescovile (circa 120 posti macchina) dove potrete lasciare la macchina per poi raggiungere la chiesa a piedi in 5-10 minuti.

L’accesso con la macchina al parcheggio del Seminario è da Via Bindi 16, angolo Viale Petrocchi (entrare nel passo carrabile della Casa dell’Anziano e proseguire lungo la strada privata fino all’ingresso del Seminario).

La macchina potrà essere ripresa alla fine della serata entro le ore 23, ora di chiusura del seminario vescovile.

PROGRAMMA E ORARI DELL’ASSEMBLEA DIOCESANA Chiesa di San Francesco (Pistoia)

Giovedì 19 Novembre 2016 17.30: Arrivi

18-18.30: Preghiera e intronizzazione del Vangelo 18.40: Saluti e introduzione del Vescovo

19-19.20: Presentazione dei lavori di gruppo 19.30-21.15: Lavori di Gruppo

20.15-20.45: Cena al sacco nei gruppi 21-22.15: lavori di Gruppo

Venerdì 20 Novembre 2016 18-18.30 : Preghiera

18.40-19.30 : Riporto dei lavori dei gruppi 19.40-20.15 : Cena al sacco

20.30-22.15 : Dibattito in Assemblea

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ASSEMBLEA SINODALE DIOCESANA: INFORMAZIONI UTILI

L’Assemblea Sinodale Diocesana è ormai alle porte.

Di seguito indichiamo l’orario, il programma e alcune informazioni utili per lo svolgimento dell’assemblea.

INFORMAZIONI UTILI

GIOVEDI’ 19 Novembre 2016

E’ importante arrivare prima dell’inizio dell’assemblea, alle 17.30, per completare l’iscrizione.

I delegati devono passare dalla segreteria all’ingresso della chiesa, per ricevere il badge di accesso alla Chiesa, senza il quale non si può entrare.Riceverete inoltre una cartellina con i materiali (Instrumentum laboris, programma e varie).

OGNUNO DEVE PORTARSI DA CASA LA CENA AL SACCO, che sarà consumata nei locali della Chiesa.

Per il parcheggio si può usare gratuitamente quello del Seminario vescovile (circa 120 posti macchina) dove potrete lasciare la macchina per poi raggiungere la chiesa a piedi in 5-10 minuti.

L’accesso con la macchina al parcheggio del Seminario è da Via Bindi 16, angolo Viale Petrocchi (entrare nel passo carrabile della Casa dell’Anziano e proseguire lungo la strada privata fino all’ingresso del Seminario).

La macchina potrà essere ripresa alla fine della serata entro le ore 23, ora di chiusura del seminario vescovile.

PROGRAMMA E ORARI DELL’ASSEMBLEA DIOCESANA Chiesa di San Francesco (Pistoia)

Giovedì 19 Novembre 2016

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17.30: Arrivi

18-18.30: Preghiera e intronizzazione del Vangelo 18.40: Saluti e introduzione del Vescovo

19-19.20: Presentazione dei lavori di gruppo 19.30-21.15: Lavori di Gruppo

20.15-20.45: Cena al sacco nei gruppi 21-22.15: lavori di Gruppo

Venerdì 20 Novembre 2016 18-18.30 : Preghiera

18.40-19.30 : Riporto dei lavori dei gruppi 19.40-20.15 : Cena al sacco

20.30-22.15 : Dibattito in Assemblea

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