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Il piccolo diavolo Opera Omnia. Rivista Digitale

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Academic year: 2022

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Il piccolo diavolo Opera Omnia

Rivista Digitale

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Sette numeri ricchi di storie e racconti dalle annate del Piccolo Diavolo, ciclo dove si sono temprati gli animi dei veri milanisti. Dalla prima serie B all’alba di un ciclo

glorioso, da Giacomini a Capello, passando per Radice, Castagner e Liedholm.

Un viaggio basato su storie, rubriche speciali, curiosità, i gol più belli, le testimonianze dei tifosi che seguivano la squadra dagli spalti di San Siro o nelle trasferte in piccoli campi della provincia italiana del pallone.

Dal racconto della stagione all’occhio sulla storia, dai protagonisti a coloro che hanno fatto solo poche apparizioni, compresa una rassegna stampa d’epoca ragionata sul Milan e una disamina delle trasmissioni televisive che si occupavano di calcio in quegli anni.

L’opera omnia del Milan

quando era un Piccolo Diavolo!

Il progetto

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Il primo anno in

purgatorio

Milan retrocesso in B dalla giustizia sportiva, la notizia la diede il Tg1 per voce di Beppe Viola, il 18 Maggio 1980.

Condannati alla serie B

Stagione 1980-1981

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Condannati per la combine.

La squadra rossonera fu condannata per la combine nella partita contro la Lazio, giocata cinque mesi prima a San Siro.

Diavolo declassato nel purgatorio cadetto, per un anno di lavacro purificatore. Tra il gruppo di giocatori artefici della pronta risalita si distinse il blocco che un anno prima aveva conquistato la Stella.

L’operazione risalita venne affidata a Massimo Giacomini che aveva ben guidato il Milan nel campionato ‘79/80, con un terzo posto spazzato via dal ciclone scommesse come se niente fosse.

Il riscatto immediato

Le parole di Giacomini furono raccolte dai tifosi: il Milan tornò in A.

Nello spazio di approfondimento parleremo del Mundialito ’81 che vide in maglia rossonera, solo per 45 minuti, Johann Cruijff. Ad arricchire il tutto una lunga intervista esclusiva con Walter Novellino, autore di una grande stagione.

Nel primo numero analizzeremo le discese ardite e le risalite di quel Piccolo Diavolo, esordiente in B, che affrontò con grande impegno e dignità l’anno di cadetteria.

Il punto più basso si toccò a Taranto, quello più alto a Roma contro la Lazio, con Antonelli grande protagonista e capocannoniere stagionale della B.

Maldera, Baresi, Collovati, Tassotti

Giacomini puntò su una difesa di prima grandezza, con Aldo Maldera, Franco Baresi e Fulvio Collovati oltre a Mauro Tassotti, soffiato all’Inter di Fraizzoli e destinato ad un lunghissimo e glorioso cammino rossonero. Tra i pali arrivò Ottorino Piotti, ex Avellino. Dal vivaio approdarono in prima squadra Sergio Battistini e Alberico Evani, destinato anch'egli ad un glorioso cammino con la maglia del Milan.

Analizzeremo il primo anno in cadettetria del Milan. In questo numero si parlerà del Mundialito 1981, con Cruijff che indossò per 45 minuti la maglia rossonera. Ci sarà pure una lunga ed esclusiva intervista a Walter Novellino.

Niente piagnistei, se una squadra viene veramente amata dai propri tifosi, non può subire flessioni di affetto solo perché retrocede senza sua colpa.

Massimo Giacomini

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amara e cocente

d e l u s i o n e

L’annus horribilis rossonero termina con l’onta della seconda retrocessione scaturita dal verdetto del campo di gioco

La seconda retrocessione in B

Stagione 1981-1982

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Una stagione tremenda.

Il diavolo, quattordicesimo in classifica, ritornava tra i cadetti. Il 2° numero parlerà anche di Gigi Radice, tecnico esperto, reduce da ottimi risultati, ma che al Milan fallì clamorosamente.

L’inizio del ritiro precampionato ad Asiago (venerdì 17 luglio 1981) e la strepitosa quanto inutile rimonta di Cesena (16 maggio 1982) furono l’alfa e l’omega di una stagione tremenda. Il sigillo definitivo della disfatta arrivò dalla brutta faccenda napoletana con il pareggio finale genoano maturato in circostanze quantomeno strane. Poche ore dopo la disfatta, il presidente Farina preannunciava il rinnovamento della rosa per la stagione successiva.

Lo squalo scozzese

Le parole di Joe Jordan colpirono nel segno: divenne sin da subito l'idolo di quei tifosi che non avrebbero mai abbadonato il Milan seguendone le sorti ovunque. Joe Jordan fu il primo straniero a vestire la maglia rossonera dopo la riapertura delle frontiere.

L'attaccante scozzese cominciò bene la sua avventura milanese con un gran gol in un derby di Coppa Italia.

I guai del Milan partirono da un attacco asfittico mal supportato da un centrocampo lento e compassato, mentre la difesa pagò la lunga assenza di Baresi. Il buon finale di campionato non bastò per raggiungere la salvezza.

Il buon finale non bastò

L’ultimo scampolo di stagione vide un Milan all’altezza del suo blasone. Dalle vittorie con Genoa e Avellino (grazie a due gol di Maldera), i rossoneri trassero linfa vitale per agganciare l'autobus salvezza. A frenare l’entusiasmo furono i pareggi con Cagliari e Torino. Poi arrivò la domenica di un giorno da cani.

L’approfondimento sarà dedicato alla Mitropa Cup, conquistata dal Milan il 12 maggio ’82, quattro giorni prima della retrocessione in B. Si parlerà di Joe Jordan e della sfortunata parentesi occorsa a Franco Baresi.

Ringrazio i tifosi per l’affetto dimostratomi al mio arrivo all’aeroporto di Linate. Ho pochi denti ma basteranno per azzannare l’Inter

Joe Jordan

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pronto riscatto

r o s s o n e r o

Castagner guiderà la riscossa rossonera.

Il Milan centrerà il primo posto in serie B senza troppi patemi d'animo.

La nuova risalita dai cadetti

Stagione 1982-1983

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Capitan Baresi

Nel secondo campionato di B fu Ilario Castagner, tecnico del Perugia dei miracoli 78/79, a guidare la squadra rossonera. Dall’Inter giunsero Aldo Serena, Giancarlo Pasinato e Nazzareno Canuti. Joe Jordan ritrovò la via del gol con continuità, Franco Baresi, a 22 anni, venne promosso capitano: inizio di un lungo cammino costellato da tanti momenti di gloria. La prima di Baresi con la fascia da capitano, che avrebbe portato fino al termine della sua carriera, nel giugno 1997, coincise con la giornata iniziale del campionato cadetto 1982/83.

Jordan e Battistini

Racconteremo quella grande stagione del diavolo tra i cadetti, con 19 vittorie, 16 pareggi e 3 sconfitte. L’attacco fu stratosferico: 77 gol all’attivo, record per la serie B. Battistini fu il miglior marcatore rossonero stagionale, davanti ad un rivitalizzato Jordan. Fu la prima stagione di Silvano Ramaccioni, dirigente che avrebbe attraversato anche gli anni magniloquenti del diavolo berlusconiano.

Tratteremo il cammino rossonero nella Coppa Italia, conclusosi contro il Verona ai quarti di finale, e l'esperienza nella 2°

edizione del Mundialito, con le prestazioni contro Flamengo, Juventus e Inter.

Una sconfitta e due cinquine

Tra gli elementi più continui ci furono anche Sergio Battistini, Andrea Icardi e Alberico Evani, non tralasciando Vinicio Verza, altro nome nuovo in rosa, autore di gol di elevata fattura.

Tra le partite che hanno fatto epoca c’è la sconfitta interna con la Cavese ma anche due cinquine: la prima rifilata al Bologna e la seconda alla Lazio.

Racconteremo quella grande stagione del diavolo tra i cadetti, con 19 vittorie, 16 pareggi e 3 sconfitte. Tratteremo il cammino rossonero nella Coppa Italia e l'esperienza nella 2° edizione del Mundialito. In quella stagione Franco Baresi diventerà capitano.

Fu un Milan dal gioco a tratti spettacolare, capace di centrare senza patemi il primo posto nel campionato di B: 77 gol all'attivo, record per la serie B

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il diavolo veste

b l i s s e t t

Luther Blissett, il Pelè al contrario, il calciatore capace di sbagliare anche i gol più facili. L'altro straniero fu Eric Gerets.

L'anno di Gerets e Blissett

Stagione 1983-1984

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Il Pelè al contrario

Luther Blissett, il bidone perfetto arrivato nel nostro calcio. Il Pelè all’incontrario, l’attaccante che sbagliava anche i gol più facili. Luther Blissett, proveniente dal Watford di Elton John, prese il posto di Joe Jordan. All’inizio incoraggiante seguì poi un prosieguo devastante contrassegnato da errori grossolani. Il rendimento del numero 9 arrivò a livelli di simpatiche canaglie, con topiche in rapida sequenza. Bastava dargli la sfera per avere risate assicurate: Blissett superava in velocità un paio di avversari poi s’incartava e scodellava il pallone oltre la tribuna.

Senza infamia né lode

Così riportava la lettera che il presidente Giuseppe Farina scrisse ed indirizzò al giocatore rossonero.

Nell’ultima parte del campionato Blissett trovò con maggior frequenza la via del gol ma non bastò per strappare la riconferma.

Si palerà anche di Gerets e della sua permanenza brevissima in maglia rossonera. Inoltre, ricorderemo alcune amichevoli di quella stagione, tra cui quella contro il Real Madrid nel novembre 1983. 

Una stagione senza infamia e senza lode, con il Milan collocatosi a fine annata in una posizione di media classifica.

Arrivano Gerets e Spinosi

Il secondo straniero fu Eric Gerets, difensore di notevole esperienza, nazionale belga. Tra i nuovi arrivati anche l’ex romanista Luciano Spinosi, utilizzato da Castagner nel ruolo di stopper. La stagione, inaugurata da un pesante ko ad Avellino, proseguì con alti e bassi e con la squadra in una tranquilla posizione di classifica.

Luther Blisset ed Eric Gerets arrivano al Milan. Parleremo

approfonditamente delle loro storie calcistiche. Tra le menzioni anche alcune partite particolari e significative per il periodo come la gara amichevole con il Real Madrid.

Caro Blissett, quando sbagli a due passi dalla porta mi sembra di sognare

Giuseppe Farina

(11)

la stagione di

h a t e l e y

In panchina tornerà il Barone Nils Liedholm. In squadra arriveranno i due inglesi Mark Hateley e Ray Wilkins

Il Milan conquista il derby

Stagione 1984-1985

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Hateley e Wilkins

Con il ritorno di Liedholm in panchina ed una campagna acquisti azzeccata, il Milan visse una stagione d’alta classifica.

Lasciato partire Blissett, arrivò la coppia inglese composta dall’attaccante Mark Hateley e dal centrocampista Ray Wilkins. Due giocatori che assicurarono qualità e continuità di rendimento, entrando nel cuore dei tifosi in brevissimo tempo. Tra le date diventate storiche c'è il 20 gennaio 1985: l'esordio di Paolo Maldini in prima squadra. Il figlio del capitano della prima Coppa dei Campioni rossonera scese in campo nella ripresa sul campo dell’Udinese, contribuendo al pareggio.

Un campionato di vertice

La stagione vide il Milan sempre a ridosso delle posizioni di vertice. Tra le migliori prestazioni quella contro il Verona futuro campione d’Italia, costretto sulla difensiva per novanta minuti. Fu il campionato del gol di chiappa di Virdis alla Juventus e della zampata finale di Verza nel derby di ritorno, che gabbò Bergomi e Zenga.

Quel Milan centrò la qualificazione in Coppa Uefa arrivando pure in finale di Coppa Italia. Parleremo di Agostino Di Bartolomei, l’ex capitano della Roma vicecampione d’Europa passato in maglia rossonera, seguendo Liedholm.

Un gol iconico

Uno dei momenti cult del campionato arrivò il 28 ottobre 1984: la domenica del derby in cui Attila prese l’ascensore e annichilì l’ex Collovati. L’istante dello stacco di testa rimarrà come una delle immagini sacre del milanismo militante.

In panchina ritorna Nils Liedholm, in squadra si aggregano i due inglesi Mark Hateley e Ray Wilkins. Il 20 gennaio del 1985 esordisce in prima squadra Paolo Maldini, figlio di Cesare, destinato ad un lungo e glorioso cammino, come il padre, con la maglia rossonera sulle spalle.

Mark non sovrastò un avversario qualunque. Sovrastò Collovati, il giovane cresciuto nel Milan che scelse i cugini dopo la nostra retrocessione. Perfetto.

(13)

L'anno del trio

v i r o h a

Il campionato di Pietro, Paolo e Mark.

Sarà anche la stagione dell'addio di Farina con Berlusconi a fare capolino

Virdis, Rossi e Hateley

Stagione 1985-1986

(14)

La contestazione

Annata di travagli societari e tempeste che misero a dura prova le coronarie dei tifosi milanisti. L’inizio della grande crisi che porterà alla fine della gestione di Giuseppe Farina nel dicembre ’85 dopo il ko con i modesti belgi del Waregem, corsari a San Siro, con la complicità della direzione di gara a dir poco scadente.

Partì la contestazione dei tifosi.

Cominciò a fare capolino nelle cronache della stampa sportiva il nome di Silvio Berlusconi. Il patron di Canale 5 rileverà la maggioranza del Milan pochi mesi dopo, insediandosi nei primi mesi del 1986.

Paolo Rossi

Il colpo di mercato fu Paolo Rossi, pallino costante di Farina dagli anni 70.

In rossonero arrivò un Pablito lontano anni luce dall’eroe del Mundial di Spagna, che in attacco si affiancherà aVirdis e Hateley: il trio Viroha. L’unica domenica alla sua altezza fu quella del derby d’andata, ad inizio dicembre ’85.

Una sua doppietta marchiò il 2-2 finale contro i nerazzurri. La squadra rimase impantanata nella mediocrità, chiudendo al settimo posto. Tra i momenti migliori spiccò il 3-0 inflitto ai francesi dell’Auxerre. Focus su alcune partite di quella stagione, a partire dal derby d’andata, non tralasciando alcuni momenti topici che ebbe inevitabili strascichi al di fuori del campo da gioco.

Focus sui dirigenti

Si parlerà di alcuni dirigenti rossoneri che contrassegnarono l’ultima fase della presidenza Farina: da Rosario Lo Verde, che rimase alcune settimane al vertice societario, al vicepresidente Gianni Nardi il quale diede un aiuto economico al Milan nelle difficili settimane d’inizio

’86.

Arriva Paolo Rossi che farà squadra con Virdis e Hateley componendo il trio Viroha. Si parlerà di quella stagione travagliata con le contestazioni al presidente Giuseppe Farina il quale lascerà la guida del Milan dopo qualche mese. L'imprenditore Silvio Berlusconi inziava a fare capolino.

Da quel ko scaturì il big-bang che avrebbe portato al Milan Silvio Berlusconi. L’alba di una nuova era stava per spuntare

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l'alba del milan

v i n c e n t e

Arrivederci Piccolo Diavolo orgoglio casciavit, benvenuto grande Milan.

Annunciati Gullit e Van Basten.

Big bang Berlusconi

Stagione 1986-1987

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Finisce un ciclo

E' la stagione della conclusione del ciclo del Piccolo Diavolo, iniziato nel 1980.

Dopo l’insediamento alla guida del Milan pochi mesi prima, Silvio Berlusconi e la sua squadra misero in atto la prima campagna acquisti senza badare a spese.

Arrivarono nomi altisonanti: dal portiere Giovanni Galli, titolare della nazionale italiana ai mondiali messicani, all’ala Roberto Donadoni strappato alla Juventus.

Da Firenze giunse anche Daniele Massaro, in difesa l’ex romanista Dario Bonetti e in avanti Nanu Galderisi, punta del Verona scudettato. Liedholm venne confermato in panchina.

Capello conquista un posto in Uefa

Una soluzione interna, quella di Fabio Capello in panchina, che portò ad un epilogo felice, con la vittoria nello spareggio Uefa contro la Sampdoria, disputato a Torino, deciso ai supplementari con un gol di Massaro. La conquista della qualificazione Uefa diede un senso alla stagione, altrimenti destinata ad essere incolore.

Pietro Virdis si laureò capocannoniere del campionato siglando pure il gol decisivo contro il Barcellona nella 3°

edizione del Mundialito vinta dal Milan, dimostrando ancora il suo portentoso fiuto del gol.

Con l'arrivo dell'imprenditore milanese Silvio Berlusconi finisce l'era del Piccolo Diavolo, al quale non mancò mai l'affetto dei veri tifosi casciavit.

Alla fine di quella stagione la società annunciò l'acquisto di Gullit e Van Basten. Il Milan si avvia a conquistare il tetto del mondo del pallone.

Alla fine del campionato il Milan annunciò l’acquisto degli

olandesi Gullit e Van Basten:

il diavolo si avviava verso una nuova grandezza

Liedholm esonerato

La stagione partì male, con l’Ascoli capace di espugnare San Siro. Liedholm trovò la quadratura giusta ma in primavera, dopo alcuni risultati negativi, Berlusconi lo esonerò, affidando la panchina a Fabio Capello.

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Il racconto minuzioso della stagione Interviste a giocatori

Focus sulle partite Focus su un giocatore Racconti dei tifosi

Avvenimenti dell’epoca Storie inedite

Aneddoti Curiosità

Rassegna stampa ragionata Foto della stagione

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