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Capire si può: alimentazione e giochi di movimento

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Academic year: 2022

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Capire si può: alimentazione e giochi di movimento

I bambini, che frequentano la Scuola dell’Infanzia, potrebbero avere abitudini alimentari diverse: alcuni sperimentano per la prima volta l’approccio al cibo insieme a coetanei e senza genitori, avendo lasciato la cerchia protetta dell’ambiente familiare con le sue abitudini alimentari e le sue peculiari relazioni affettive; altri potrebbero, invece, avere provato tali esperienze da scolarizzazioni precedenti. Il laboratorio “Capire si può: alimentazione e giochi di movimento”

potrebbe essere un buon momento per inserire abitudini corrette, che creino le basi per uno stile di vita alimentare sano e una predisposizione al movimento e lo sport.

Questo laboratorio nasce da alcune premesse teoriche che riporto qui di seguito. La mia prima attività didattica si focalizza sulla creazione della piramide alimentare.

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PREMESSE TEORICHE

Il bambino sviluppa identità, autonomia e salute in quanto il corpo è lo strumento di conoscenza fin dalla nascita. Con il corpo in movimento egli cerca, scopre, gioca, salta, impara ad autocontrollare i gesti e a coordinarli, sperimenta limiti e potenzialità personali, comprende i rischi dei movimenti incontrollati. Tutto ciò gli apporta benessere ed equilibrio psico-fisico.

A scuola i bambini giocano con il corpo, lo rappresentano, comunicano e si esprimono con mimica e gesti, imparano ad interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui avendone cura e rispettandolo. Muovendosi, il bambino affina le sue percezioni, la conoscenza degli oggetti e la capacità di orientarsi nello spazio. Attraverso la sana alimentazione e l’igiene personale imparano a rispettare e ad aver cura del proprio corpo. I bambini comprendono ed imparano il potenziale espressivo e comunicativo del proprio corpo attraverso le esperienze motorie, i giochi di movimento e psicomotori. Di seguito vengono riportati i traguardi descritti nelle Indicazioni, ossia gli obiettivi da raggiungere nello sviluppo del bambino in questo campo.

Traguardi per lo sviluppo della competenza: Il corpo e il movimento

Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola. Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.

Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.

Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento.

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Grazie alle Indicazioni Nazionali, la concezione per cui le arti e le attività pratiche sono destinate solo ai meno dotati vacilla perché qualunque linguaggio ha un simbolismo che deve essere conosciuto da ogni individuo per poter crescere e trovare la propria strada. Lo stesso Hirst (1974 in Fusè, Pontecorvo, 1981, pp.150-155) sostiene che «la mente non è un recipiente passivo di idee che permettono di comprendere il mondo esterno e che ha bisogno di conoscenze in ogni campo»: non tutte sono di uguale importanza, ma sul piano educativo è importante che vi siano più materie possibili per garantire uno sviluppo della razionalità più completo.

Diventa quindi importante far comprendere al bambino le molteplici modalità di comunicazione facendogliele conoscere e sperimentare in diversi ambiti (teatro, disegno, musica, arte, ecc. ); è importante far sviluppare le proprie capacità ed abilità espressive del corpo e della voce, conoscere se stesso, scoprire e saper indirizzare la propria energia ed azione in modo positivo e propositivo, scoprire e superare alcuni dei propri limiti insieme agli altri.

Nelson Mandela, presidente del Sudafrica e premio nobel per la pace, scrisse in Lungo cammino verso la libertà che «l’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l'istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione. È quello che facciamo di ciò che abbiamo, non ciò che ci viene dato, che distingue una persona da un'altra» (Mandela, 1995, p. 166)

Un altro concetto base per uno sviluppo dell’identità completo, come lo stesso Erikson (1963) sostiene nel secondo stadio della sua teoria sullo sviluppo psicosociale, è il controllo di sé, cioè una funzione pre-cognitiva essenziale, perché ognuno deve, in una certa misura, essere in grado di prendere in carico, di padroneggiare, di organizzare nel tempo e di controllare il proprio comportamento (il movimento e l’immobilità del corpo, il “focus” dell’attenzione, il ritmo del comportamento e la coordinazione degli stimoli interni ed esterni) prima di essere capace di dirigere i propri processi di pensiero in maniera cosciente, deliberata e pianificata.

Definire i limiti del proprio corpo è una prima tappa necessaria nel processo di controllo di sé. La seconda tappa è la regolazione del comportamento in risposta a stimoli esterni. La terza tappa è il controllo del comportamento in risposta a stimoli interni: il comportamento ben controllato può essere messo al servizio dell’esame di sé e può indirizzare i processi del pensiero individuale, per migliorare l’efficacia del pensiero, dell’apprendimento e della soluzione dei problemi.

Diventa quindi importante svolgere attività e laboratori in cui ogni bambino possa esprimere la propria unicità, originalità senza essere giudicato e tenendo conto, come sostenuto da Gardner (1998), che ogni persona ha diverse intelligenze e l’una non è migliore dell’altra, ma tutte sono possibili e di eguale valore.

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Nello sviluppare questo laboratorio ho tenuto conto del fatto che all’interno degli strumenti e mezzi più stimolanti ed efficaci col bimbo, per lo sviluppo dell’identità e del suo progetto di vita, rientra soprattutto il gioco.

Frobel (1826) è stato tra i primi a comprendere il valore del gioco come modo di esprimersi del bambino, un vero e proprio lavoro dotato di significato profondo e da svolgersi con serietà. Nel gioco si manifestano attività motorie, cognitive e sociali ed attraverso si sviluppano il linguaggio, il disegno, l’attività logico-matematica. Egli lo definisce come:

«il più alto grado dello sviluppo del bambino poiché è la rappresentazione libera e spontanea dell’interno, è la manifestazione più pura e spirituale dell’uomo.[..] Esso procura gioia, libertà, contentezza, tranquillità in sé e fuori di sé, pace con il mondo[..] Un bambino che giuoca tranquillo, spontaneo, quieto, , costante fino a stancarsi fisicamente, diventerà certo un uomo attivo, tranquillo, capace di creare con sacrificio il proprio bene e l’altrui ». (p. 44)

È attraverso di esso che il bambino comincia a rapportarsi con la realtà, diventa attivo, conosce e vive emozioni intense, matura la sua indipendenza, assicura un equilibrato sviluppo emotivo e affettivo. Tutti i giochi impegnano l’attenzione, la memoria, il giudizio, estendono l’esperienza della realtà circostante, contribuendo ad approfondire la conoscenza. Il gioco è, per la psicanalisi, espressione e rappresentazione di conflitti, emozioni, pulsioni, desideri inconsci ed istinti sessuali repressi che il bambino sublima esprimendoli in forma simbolica o orientandoli su oggetti sostitutivi. Il gioco è anche manifestazione della volontà e del bisogno di crescere, di svilupparsi, di imitare il modello adulto. Per Winnicott (2001) il gioco è ponte di passaggio dalla dipendenza all’autonomia, è il mezzo per instaurare soddisfacenti rapporti affettivi con altre persone. Attraverso il gioco il bambino si allena ai comportamenti dei vari ruoli della vita e matura il senso sociale riducendo i sentimenti di egoismo ed egocentrismo.

Frabboni (2008) sostiene che il valore pedagogico del gioco va espresso nella scuola dell’infanzia con la massima flessibilità e continuità: sia come strumento di socializzazione e conoscenza della realtà (funzione adattivo- cognitiva), sia come strumento di liberazione della fantasia e dell’immaginazione infantile (funzione espressivo- creativa). Dai 3 ai 5 anni il bambino impara a condividere socialmente il gioco, a pianificare una trama, a gestire ruoli e regole di una certa complessità, ad affrontare e risolvere eventuali conflitti, ad attribuire più di un significato simbolico ad uno stesso oggetto, a rappresentare ed integrare emozioni, ansie e paure. Questa attività si presenta quindi come un potente strumento per lo sviluppo, che rende possibile l'accettazione dei limiti posti ai bisogni ed ai desideri, l'acquisizione delle prime regole sociali e morali, l'espressione di sentimenti positivi e negativi, la regolazione delle emozioni attraverso lo scambio verbale e il rapporto con gli altri.

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Il gioco nella scuola dell’infanzia è sicuramente il mezzo più idoneo per consentire al bambino di rivelarsi a se stesso e agli altri in una molteplicità di aspetti, desideri e funzioni.

Si può concludere che un buono sviluppo dell’identità è presente quando il bambino vive serenamente il rapporto con se stesso, con gli altri e con l’ambiente, comprende le consegne che si danno; conosce il proprio corpo cioè ha un buono schema corporeo, sa usarlo con sicurezza, ha acquisito le autonomie di base come vestirsi, mangiare; parla davanti al gruppo, accetta il no e il rimprovero senza piangere: nella realtà odierna ci sono sempre più bambini abituati a pretendere ed ottenere “tutto e subito”, bambini che non conoscono i limiti e le pause. Il bambino con un buono sviluppo dell’identità ha fiducia in se stesso e nell’altro, si propone, è collaborativo, riesce ad esplorare e comprendere l’ambiente in cui si trova affrontando anche le situazioni nuove o di stress, sa esprimere e descrivere ciò che vive, ha cura di sé, dell’altro, degli oggetti e dell’ambiente che lo circonda.

Alla luce di queste premesse e dopo un’attenta osservazione della classe e delle dinamiche che si instauravano nel gruppo dei cinquenni, io come insegnante di sostegno di Marco, un bimbo di 5 anni ipovedente, mi sono resa conto che era necessario creare un contesto in cui Marco potesse divertirsi, imparare e al tempo stesso instaurare una buona relazione con i propri compagni. Nasce così l’idea con la mia tutor di elaborare all’interno di “Capire si può: alimentazione e giochi di movimento” (laboratorio per i cinquenni in cui si apprendono competenze metacognitive, conoscenze e capacità di rielaborazione rispetto ad un tema scelto dalla scuola) delle attività sia per inserire abitudini alimentari corrette e una predisposizione al movimento e lo sport sia per aiutare Marco col e nel gruppo dei pari. Sono partita da una conoscenza del bimbo, delle sue difficoltà in primis visive ma anche comportamentali, di attenzione e concentrazione sia durante un compito richiesto sia nel gioco libero ma soprattutto dai suoi punti di forza che erano sicuramente le sue strategie compensative per vedere, la simpatia, la testardaggine, la volontà di imparare e un’acuta intelligenza e capacità di comprendere velocemente i discorsi. Dopo un confronto con la mia tutor abbiamo deciso i vari incontri per trattare il tema dell’alimentazione e abbiamo scelto la costruzione della piramide alimentare come attività didattica da inserire nel portfolio. Il laboratorio è partito da un’attenta analisi del proprio corpo e di come sia fatto sia esternamente sia internamente nello specifico scoprendo quali fosse gli organi coinvolti nell’apparato digerente e come il cibo

“viaggiasse” nel corpo. Infine è stata costruita la piramide alimentare e lette delle storie per capire l’importanza di alcune buone abitudini come assaggiare tutto e mangiare in modo corretto sia a livello qualitativo sia a livello quantitativo. Il progetto rientra nel percorso della classe sia perché è all’interno di un laboratorio che tutti i cinquenni della scuola svolgono sia perché tutti i cinquenni della classe compreso Marco hanno svolto il laboratorio.

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DESCRIZIONE DEL LABORATORIO

Il laboratorio è iniziato nel mese di ottobre del 2015 e si è concluso nel maggio del 2016. Si svolgeva con cadenza settimanale in un’aula con tutti i cinquenni compreso Marco. Nel laboratorio, dopo aver disegnato la sagoma di Marco su di un cartellone grande, abbiamo individuato con i bimbi le varie parti del corpo esterne attraverso un’attenta osservazione di se stessi allo specchio o nel confronto con l’altro e discusso sul loro funzionamento. Dopo vari incontri abbiamo ridisegnato la sagoma di Marco e individuato e discusso sugli organi e parti del corpo interno e relative funzioni anche usando delle app appositamente ricercate sull’argomento. Il passaggio successivo ha previsto un’analisi più dettagliata dell’apparato digerente e del viaggio del cibo nel corpo ed infine la costruzione della piramide alimentare con particolare attenzione alle varie categorie; negli ultimi incontri sono state lette delle storie per capire l’importanza di alcune buone abitudini come assaggiare tutto e mangiare in modo corretto sia a livello qualitativo sia a livello quantitativo.

I campi d’esperienza coinvolti sono stati il corpo e il movimento ed il sé e l’altro in quanto ognuno di loro ha potuto conoscere meglio se stesso sia individualmente sia nel confronto con l’altro così da creare una comunità di apprendimento in cui l’insegnante è solo un facilitatore della conoscenza e delle relazioni tra i bimbi. Come le stesse Indicazioni Nazionali riportano, nella scuola dell’infanzia vi è un passaggio dall’io al tu per poi arrivare al concetto di “noi”, cioè di vivere insieme una relazione in cui i due mondi dell’io e del tu si incontrano per crearne uno unico, condiviso, da vivere insieme. I comportamenti, le culture, le regole che appaiono e sono talvolta molto differenti tra loro si incontrano nella relazione in un clima di accoglienza e accettazione dell’altro e del suo mondo e offrendo così la possibilità, attraverso il confronto e la condivisione, di scoprire l’alterità.

L’obiettivo a lungo termine è includere il bimbo ipovedente nel gruppo dei cinquenni in maniera attiva, intraprendente e collaborativa. Attraverso questo laboratorio, il bimbo può conoscere il proprio corpo e il relativo funzionamento, la piramide alimentare e delle buone e abitudini ma soprattutto creare relazioni positive con i propri compagni, i quali diventano attivi aiutanti della maestra e del compagno stesso soprattutto nei momenti di difficoltà o di conflitto.

CONTESTO

La sezione è formata da 25 bambini tra i 3 e i 5 anni. Il laboratorio si svolge col gruppo dei cinquenni che è composto da 10 bambini di cui 4 bambine e 6 bambini tra cui Marco, un bimbo ipovedente.

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OBIETTIVI

L’obiettivo principale del laboratorio sull’alimentazione è conoscere il proprio corpo, nello specifico come funziona l’apparato digerente e da quali organi è composto, il cibo e la relativa piramide alimentare ed infine, attraverso la lettura di storia, avere un primo approccio ad una sana alimentazione che passa attraverso delle abitudini alimentari equilibrate.

Gli obiettivi del laboratorio sull’alimentazione sono:

 Prendere coscienza del proprio corpo e del suo funzionamento

 Aiutare i bambini a prendere coscienza dell’importanza del cibo per la loro crescita

 Favorire nel bambino la conoscenza dei vari alimenti e delle loro principali funzioni

 Aiutare i bambini ad avere un approccio corretto con il cibo e un atteggiamento positivo e attivo rispetto al momento del pasto, stimolando la loro curiosità e motivare i nuovi comportamenti alimentari.

 Cooperare e interagire positivamente nel gruppo soprattutto con il bimbo ipovedente

 Sviluppare e potenziare le capacità di memoria, attenzione e concentrazione

 Potenziare l’autostima e l’autoefficacia attraverso l’individuazione delle proprie risorse personali e l’individuazione delle proprie abitudini alimentari

 Sviluppare la capacità di interagire positivamente con gli altri, la cooperazione per aiutarsi a vicenda senza pregiudizi o giudizi ma nel rispetto delle proprie e altrui difficoltà e potenzialità.

 Ampliare la capacità di interagire e creare un legame con i ragazzi diversamente abili riconoscendo la disabilità e promuovendo un atteggiamento positivo e di inclusione del soggetto in tutte le attività

 Garantire la partecipazione al fine di esprimersi e di realizzare esperienze di successo

COMPETENZE EUROPEE

Comunicazione nella madrelingua; imparare ad imparare, competenze sociali e civiche;

CAMPI DI ESPERIENZA Il sé e l’altro; il corpo e il movimento; la conoscenza del mondo

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DESCRIZIONE DELL’ATTIVITA’ DIDATTICA Costruzione della piramide alimentare La costruzione della piramide alimentare è stata fatta in più incontri:

1. Ricerca materiale: il gruppo dei cinquenni ha ritagliato dai cataloghi dei vari supermercati i cibi ed è stato interessante osservare quali cibi riconoscessero e conoscere le loro abitudini alimentari. Per Marco l’attività è stata la medesima con il contributo dell’educatrice sensoriale. Per la spiegazione iniziale ho impiegato 5 minuti mentre per la ricerca il tempo è stato 50 minuti.

2. Divisi in gruppi di tre bimbi abbiamo suddiviso il cibo nelle varie categorie.

Dopo aver compreso attraverso una poesia quali sono le categorie ed individuato quali cibi rientrano in esse (15 minuti) , a turno chiedevo ad ogni gruppo di portare nel cestino indicato tutti i ritagli che riportavano cibi che facevano parte di quella categoria (40 minuti). La poesia usata è la seguente:

Per crescere, correre e saltare correttamente devi mangiare. Nella pasta e nel pane ci sono i carboidrati, sentirai che energia dopo averli mangiati. Ricorda che gli zuccheri

vanno consumati con moderazione meglio mangiarli a colazione.

Le proteine della carne, delle uova e del pesce, sono indispensabili per chi cresce.

Le vitamine di frutta e verdura aiutano gli anticorpi a far paura.

Latte e formaggio devi consumare, se le ossa vuoi rinforzare, ma non mangiare grassi in quantità avrai il problema dell’obesità, e per restare sano fai tanto movimento

ne trarrai un gran giovamento.

3. Elaborazione grafica: ogni bimbo doveva attaccare su di un foglio i ritagli di cibo relativi alla categoria richiesta, ad esempio nel foglio dei carboidrati dovevano attaccare la pasta, il pane, il riso o disegnare ciò che mangiano di quella categoria.

Questa fase è stata svolta in 3 incontri da 50 minuti.

4. Costruzione della piramide alimentare: dopo aver compreso le varie categorie e quali cibi rientrano in ognuna di esse (15 minuti), abbiamo disegnato una grande piramide alimentare su un cartellone e abbiamo discusso sul consumo adeguato del cibo (45 minuti). Dopo abbiamo discusso e analizzato che alla base della piramide ci devono essere: movimento e sport, l’uso di prodotti tipici, la convivialità e il rispetto per la stagionalità. Infine ogni bimbo ha ricevuto la propria piramide alimentare e disegnato e colorato gli elementi essenziali. Per Marco è stata riprodotta una

piramide alimentare in A3 e al posto di disegnare è stato chiesto di incollare al posto corretto gli alimenti.

MATERIALE

Per la costruzione della piramide alimentare sono stati usati i seguenti materiali: cataloghi dei vari supermercati, forbici, colla e un’apposita scheda (vedi allegato).

METODOLOGIA

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Per la prima parte del laboratorio abbiamo analizzato il corpo sia esternamente che internamente, il relativo funzionamento e nello specifico l’apparato digerente, discutendo ed elaborando graficamente. Nel disegno a grandezza bimbo abbiamo riportato ciò che hanno detto i bimbi, i nomi delle varie parti del corpo mentre nella scheda data il bimbo doveva rielaborare il disegno grande e adattarlo. La discussione implica processi linguistici e socio-cognitivi rilevanti per l’acquisizione di nuove strategie e conoscenze più complesse. Se essa è regolata dall’insegnante in modo diretto diventa il modello ideale di un’interazione per sviluppare competenze cognitive e relazionali. Bisogna considerare che la discussione assume un ruolo fondamentale fin dalle prime esperienze comunicative del bambino con i genitori e con i pari. A 4- 6 anni i turni di parola sono brevi e contengono quasi sempre un solo elemento informativo per questo è importante che l’insegnante, per far interiorizzare una tematica, sia in grado di fare richieste il più possibile alla portata dei bambini, in modo tale da produrre risposte più articolate e pertinenti alla domanda. Per la costruzione della piramide abbiamo prima ritagliato sui giornali, poi suddiviso il cibo nelle varie categorie e infine abbiamo costruito la piramide alimentare.

Per le letture abbiamo scelto due storie: una su di un bimbo che mangiava tutto e l’altra su di un bimbo “un po schizzinoso”. Dopo una lettura animata della storia, abbiamo discusso su di essa per comprendere quali sono delle buone abitudini alimentari e comportamenti adeguati nei confronti del cibo; infine abbiamo fatto un disegno.

VALUTAZIONE

La valutazione alla scuola dell’infanzia non prevede né giudizi né voti quindi non ho previsto né griglie di osservazione specifiche, né ho elaborato un diario di bordo ma l’ho svolta all’inizio dell’anno scolastico per conoscere i bimbi, le loro dinamiche relazionali e le loro competenze a livello di attenzione, conoscenza di se stessi, memoria, creatività. Nello specifico per questa attività ho svolto un osservazione sistematica di ogni cinquenne e nello specifico del momento del pasto tenendo presenti i punti di partenza, le diverse situazioni esperienziali, i diversi ritmi di sviluppo, nonché le caratteristiche psicologiche (es. timidezza) e sociali (es. autocontrollo) di ciascuno. Durante l’anno, attraverso un continuo e attento confronto con la mia tutor, abbiamo osservato i cambiamenti, come gestivano il momento del pasto in quanto hanno compreso l’importanza di assaggiare tutto anche le verdure, cibo più ostico per loro, di finire il cibo e di classificare nelle varie categorie i cibi proposti dal menù del giorno. E’ stato molto interessante e gratificante vedere l’evolversi: dei bimbi, delle relazioni soprattutto tra alcuni di loro, in quanto si stavano modificando in maniera attiva, sana e collaborativa. Tenuto conto di questo posso dire che la verifica degli apprendimenti, si è svolta durante il momento del pranzo quando i cinquenni mi

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parlavano del cibo, della piramide e di come funzionasse l’apparato digerente anche a distanza di settimane. La metodologia ha permesso ai bambini di confrontarsi, con la mediazione dell’insegnante, utilizzando i contenuti posseduti e appresi da un incontro all’altro. In questo modo la partecipazione degli alunni è risultata più attiva. I bambini, inoltre, hanno avuto la possibilità di apprendere una metodologia di lavoro utile per altri argomenti, come ad esempio il lavoro di gruppo. Alcuni concetti sono stati difficili da comprendere, per questo si è reso necessario presentare gli argomenti in maniera semplice e facendo esempi concreti.

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POESIA UTILIZZATA NEL LABORATORIO

Per crescere, correre e saltare correttamente devi mangiare.

Nella pasta e nel pane ci sono i carboidrati, sentirai che energia dopo averli mangiati.

Ricorda che gli zuccheri vanno consumati con moderazione meglio mangiarli a colazione.

Le proteine della carne, delle uova e del pesce,

sono indispensabili per chi cresce.

Le vitamine di frutta e verdura aiutano gli anticorpi a far paura.

Latte e formaggio devi consumare Se le ossa vuoi rinforzare,

ma non mangiare grassi in quantita’

o avrai il problema dell’obesita’, e per restare sano fai tanto movimento

ne trarrai un gran giovamento.

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PIRAMIDE ALIMENTARE USATA NEL LABORATORIO

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