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PROVINCIA NUORO. Progetto Definitivo Esecutivo RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

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Academic year: 2022

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PROVINCIA NUORO

MESSA IN SICUREZZA S.P. 72 “IRGOLI – CAPO COMINO”

RIFACIMENTO ATTRAVERSAMENTO STRADALE AL KM. 8 + 600 E COMPLETAMENTO ATTRAVERSAMENTO AL KM. 5 + 000

CUP:J17H19002000002 Progetto Definitivo Esecutivo RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

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INDICE

Premessa... 3

Stato di fatto ... 4

Stato di progetto ... 5

Presenza di vincoli ... 6

Espropri ... 9

Gestione dei materiali di risulta ... 9

Rinvenimenti ... 10

Interferenze ... 10

Criteri ambientali minimi ... 10

Cronologia dei lavori ... 14

Quadro economico ... 15

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Premessa

A seguito dei danni causati dal nubifragio verificatosi in data 10 e 11 Novembre 2018, lungo la S.P. n. 72 che collega il centro abitato di Irgoli con la località balneare di Capo Comino si è palesato il collasso dell'opera d'arte al km 8+600 costituita da un tubolare metallico del tipo Finsider.

Per far fronte a tali problematiche la R.A.S., con Deliberazione del n. 36/40 del 12.9.2019 ha autorizzato l’utilizzo delle risorse finanziarie, rinvenienti da definanziamenti e da rimodulazioni per il finanziamento di opere coerenti con le finalità del programma originario, ossia volte ad accompagnare lo sviluppo territoriale nel rispetto degli obiettivi del PRS, tra cui l'intervento di che trattasi individuato con numero NI.42 e avente come oggetto “Messa in sicurezza SP 72 Irgoli - Capo Comino: rifacimento attraversamento al km 8+600 e completamento attraversamento al km 5+000” dell’importo di 300.000,00 euro, individuando la Provincia di Nuoro come soggetto attuatore, per la sua realizzazione, che prevede la sostituzione dell'attuale opera d'arte.

Inquadramento stradale S.P. 72

Inquadramento territoriale S.P. 72

AREE DI INTERVENTO AREE DI INTERVENTO

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Stato di fatto

La S.P. n. 72 collega la S.P. n. 25, dal centro di Irgoli, con la S.S. n. 125 in località “Capo Comino”, frazione di Siniscola, è lunga km 20+800 ed è costituita da un’unica carreggiata a due corsie della larghezza media di m 3.75 cadauna con banchine parte in CLS e parte in terra, entrambe di larghezza variabile.

L’arteria stradale rappresenta per i centri abitati della Baronia un collegamento di primaria importanza ed è soggetta ad un intenso traffico prevalentemente nel periodo estivo.

A seguito degli eventi alluvionali del 10 / 11 Novembre 2018, lungo la S.P. n. 72 si è palesato il collasso dell' attraversamento idraulico presente al km 8+600 costituito da un tubolare metallico del tipo finsider avente un diametro di m. 3,50 e vincolato ai suoi estremi da opere di sostegno del rilevato stradale con paramenti in calcestruzzo armato.

Come si evince dalle immagini di seguito riportate si rimarca che la lesione sviluppatasi lungo la generatrice inferiore del tubolare tipo finsider ha determinato l’interruzione della sua continuità strutturale portandolo al suo collasso e generando il conseguente cedimento del sovrastante pacchetto stradale.

Tubolare in acciaio tipo finsider al Km. 8+600 della S.P. 72 (vista di monte)

Tubolare in acciaio tipo finsider al Km. 8+600 della S.P. 72 (vista di valle)

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Stato di progetto

L’intervento di progetto prevede la realizzazione di un nuovo attraversamento idraulico in calcestruzzo armato in sostituzione di quello esistente in tubolare metallico, che dovrà essere conmpletamente demolito.

L’intervento in oggetto sarà tecnicamente funzionale e tale da rispettare il miglior rapporto tra benefici e costi globali di ricostruzione, manutenzione e gestione del’opera nonché garantire nel tempo la stabilità del corpo stradale e la sicurezza dei suoi utenti.

Inoltre durante l’esecuzione dei lavori dovrà essere assicurata la transitabilità della strada interessata senza aggravi di sorta che intralcino il potenziale flusso veicolare con particolare riguardo alla normale conduzione delle attività agro- pastorali presenti in loco.

L’attraversamento idraulico verrà ricostruito in calcestruzzo Rck 32/40 armato da realizzarsi in opera, con sezione idraulica rettangolare netta pari a 4.00 m x 4.00 m di lunghezza pari a 20 metri con muri d’ala a prospetto trapezio per l’accompagnamento del rilevato inclinati per favorire l’imbocco e lo sbocco delle acque superficiali a protezione delle sponde e del rilevato stradale.

L’opera insisterà su un'unica platea di fondazione dello spessore di 50 cm. su cui si eleveranno le pareti dello scatolare ed i muri d’ala di ingresso e di uscita entrambi dello spessore di 40 cm.

Sebbene la platea di fondazione insista su un fondo in roccia si prevede a maggior tutela la realizazione di un “taglione”

in c.a. a protezione della stessa sia all’imbocco che allo sbocco dello scatolare, oltre a ciò saranno previste delle scogliere di massi naturali a protezione dell’opera e dei rilevati stradali poste in coontinuo con i muri d’ala a monte ed a valle dell’attraversamento.

L’impalcato sarà realizzato mediante pannelli alveolari da 42 cm di spessore e soletta collaborante da 5 cm armato con rete elettrosaldata da 8 mm passo 200 mm.

Le dimensioni dell’opera d’arte scaturiscono dalla relazione idraulica e dalla relazione di dimensionamento e verifica statica facenti parte del seguente progeto definitivo esecuito ed a cui si rimanda per eventuali dettagli.

La sezione idraulica, dimensionata per l’evento corrispondente a un tempo di ritorno di 200 anni consentirà il deflusso delle acque con un franco rispetto all’intradosso dell’impalcato pari a 2,62 m

Il dimensionamento dei pannelli alveolari è stato eseguito considerando il carico previsto dalla NTC 2018 per ponti di prima categoria, ossia un doppio asse da 300 kN. Il pannello è stato scelto su base tabellare e verificato analiticamente.

Evidentemente sarà cura del fornitore giustificare le inevitabili differenze rispetto al dimensionamento di progetto con le verifiche puntuali del prodotto offerto.

Successivamente si procederà al rinterro dello scatolare fino al raggiungimento delle quote della strada esistente avendo cura di compattare il rilevato, realizzare gli strati di sottofondazione stradale, stendere il pacchetto di pavimentazone prescritto in progetto e posizionare le barriere di sicurezza e la segnaletica orizzontale.

Gli interventi di completamento sull’attraversamento della S.P. n. 72 al Km 5+000 riguardano esclusivamente la stesa del manto di usura di 3 cm. per una lunghezza di 20 metri ed il posizionamento dei pannelli di rete a completamento delle barriere a bordo già posizionate ai bordi della strada.

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Presenza di vincoli

L’area sulla quale insiste l’attraversamento idraulico della S.P. n. 72 al Km 8+600 è disciplinata come segue:

 Nel Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) fa parte del sub-bacino Posada-Cedrino (sub-bacino 5).

Nel P.A.I. Hg rischio frane art. 8 l’area interessata ricade all’interno della zona Hg 0 – Aree di pericolostà frana nulla Nel P.A.I. Hi rischio idraulico l’area interessata dagli interventi non ricade all’interno di aree a pericolosità idraulica Nel P.A.I. Hi rischio idraulico art. 8 l’area interessata dagli interventi non ricade all’interno di aree a pericolosità idraulica

Nel P.S.F.F. l’area interessata dagli interventi non ricade all’interno di aree a pericolosità idraulica.

Pertanto l’opera d’arte stradale interessa un reticolo idrografico per il quale non sono state determinate le aree di pericolosità idraulica, le cui aree di esondazione sono definite con il solo criterio geomorfologico di cui all’articolo 30 bis, quale misura di prima salvaguardia finalizzata alla tutela della pubblica incolumità,con una fascia di tutela su entrambi i lati a partire dall’asse, di profondità L variabile in funzione dell’ordine gerarchico del singolo tratto (in questo aso numero di Horton Stahler pari a 3) con una profondità di 50 m.

 Sottoposta a Vincolo paesaggistico di cui al D.lgs. N°42 del 22.01.2004;

 P.P.R. della R.A.S.: l’area interessata dall’intervento ricade nell’ambito di paesaggio n°21 - “Baronia”- Fg. 483 sez. III Aree seminaturali “Praterie”;

Nel PUC vigente la zonizzazione dell’area interessata ricade in area a destinazione agricola (“E5” - Aree marginali per attività agricola)

 Nella cartografia vigente delle Aree Tutelate della Regione Sardegna l’attraversamento ricade all’interno della fascia di rispetto dei 150 m. dei corpi idrici superficiali

Di seguito si riportano gli inquadramenti dell’area oggetto di intervento in ambito ATRS, PAI, PPR, PUC, PGRA, PSFF.

Aree Tutela Regione Sardegna - Inquadramento S.P. 72

AREE DI INTERVENTO

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PAI aree Hg - Inquadramento S.P. 72

PAI aree Hi art. 8 - Inquadramento S.P. 72

PUC - Inquadramento S.P. 72

AREE DI INTERVENTO

AREE DI INTERVENTO

AREE DI INTERVENTO

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Piano Gestione Rischio Alluvioni pericolo frana - Inquadramento S.P. 72

Piano Gestione Rischio Alluvioni pericolo piena - Inquadramento S.P. 72

PPR - Inquadramento S.P. 72

AREE DI INTERVENTO

AREE DI INTERVENTO

AREE DI INTERVENTO

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PSFF - Inquadramento S.P. 72

Espropri

Le opere di progetto sono previste su aree di proprietà del Comune di Irgoli, pertanto non sono previste le procedure di esproprio con il riconoscimento delle relative indennità ai sensi del D.P.R. 327/2001.

Gli elaborati di progetto contengono sia la planimetria catastale con le superfici interessate dall’intervento. Verranno chieste, ove indispensabile, le necessarie autorizzazioni per consentire I'accesso ai siti di intervento agli eventuali gestori privati.

A lavori eseguiti dovrà essere ripristinato lo stato dei luoghi utilizzati per gli accessi.

Inquadramento catastale intervento km 8+600 S.P. 72

Gestione dei materiali di risulta

In attuazione dell'art. 36 del Capitolato generale d'appalto D.M. 145/2000, i materiali provenienti da escavazioni o demolizioni sono di proprietà della Stazione Appaltante. L'Appaltatore deve eventualmente trasportarli e regolarmente

AREE DI INTERVENTO

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accatastarli in discarica autorizzata intendendosi di ciò compensato coi prezzi degli scavi e delle demolizioni relative.

Inoltre le aree per lo stoccaggio provvisorio dei materiali derivanti dalle lavorazioni del cantiere saranno all’interno della stessa area di pertinenza del cantiere. Le stesse verranno anche utilizzate per il deposito dei materiali necessari per la costruzione delle nuove opere.

Rinvenimenti

Al rinvenimento di tutti gli oggetti di pregio intrinseco ed archeologico che si rinvenissero nelle demolizioni, negli scavi e comunque nella zona dei lavori, si applica l'art. 35 del Capitolato generale d'appalto D.M. 145/2000; essi spettano di pieno diritto alla Stazione Appaltante, salvo quanto su di essi possa competere allo Stato. L'Appaltatore dovrà dare immediato avviso dei loro rinvenimento, quindi depositarli negli uffici della Direzione dei Lavori che redigerà regolare verbale in proposito, da trasmettere alle competenti autorità.

Per quanto detto, però, non saranno pregiudicati i diritti spettanti per legge agli autori della scoperta.

Interferenze

Per una migliore e più corretta individuazione delle problematiche relative ad opere interferenti, sono stati eseguiti i necessari sopralluoghi finalizzati ad individuare, sulla cartografia di base del progetto, tutte le potenziali interferenze visibili quali linee elettriche, telefoniche, ecc.

Sulla base dei controlli visivi effettuati non sono state individuate interferenze con le opere previste in progetto.

Criteri ambientali minimi

Nella valutazione delle scelte progettuali si è tenuto conto dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) che rientrano nel Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (PAN-GPP), e tengono conto di quanto contenuto nelle Comunicazioni su Consumo e Produzione Sostenibile (COM 397-2008) e sul GPP (COM 400- 2008), adottate dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea.

Tali criteri ambientali si definiscono “minimi” in quanto, devono, tendenzialmente, permettere di dare un’indicazione omogenea agli operatori economici in modo da garantire, da un lato, un’adeguata risposta da parte del mercato alle richieste formulate dalla pubblica amministrazione e, dall’altro, di rispondere agli obiettivi ambientali che la Pubblica Amministrazione intende raggiungere tramite gli appalti pubblici.

Il GPP (Green Public Procurement) rappresenta uno dei principali strumenti adottati per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile, stabilendo criteri di acquisto nella Pubblica Amministrazione che tengono conto degli impatti ambientali che i beni acquistati possono avere nel corso del loro ciclo di vita, dall’estrazione della materia prima fino allo smaltimento del rifiuto.

Particolare attenzione nello sviluppo della progettazione è stata data al rispetto dei requisiti ambientali minimi, che devono riguardare le fasi di progettazione, costruzione, uso e fine vita dell’opera e dei suoi componenti, con riferimento ai seguenti temi ambientali:

 Consumo di energia,

 Uso di fonti energetiche rinnovabili,

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 Gestione dei rifiuti,

 Gestione delle acque,

 Tutela del territorio,

 Benessere degli utenti.

Nella progettazione e realizzazione dei lavori il rispetto dei CAM si basa su una buona analisi e valutazione degli impatti ambientali e sui seguenti aspetti fondamentali:

1. USO DELLE RISORSE NATURALI

a. riduzione dei consumi di risorse naturali (energia)

b. utilizzo di materiali non convenzionali (riciclati, sottoprodotti, artificiali) c. riutilizzo di terre e rocce di scavo

d. durabilità e riciclabilità del costruito

2. PROTEZIONE DEGLI ECOSISTEMI NATURALI a. riduzione delle emissioni inquinanti

b. riduzione della produzione di rifiuti c. riduzione dell’uso di sostanze pericolose d. gestione delle acque meteoriche 3. PROTEZIONE DELLA SALUTE UMANA

a. riduzione delle temperature di lavorazione.

Per quanto attiene lo sviluppo della progettazione, come i successivi livelli, questa si basa sui seguenti criteri di base:

 Specificare le informazioni ambientali dei prodotti scelti e fornire la documentazione tecnica;

 Prescrizioni atte a garantire la rispondenza dei prodotti in fase di esecuzione;

 Almeno il 50% del peso dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati, escludendo gli impianti, dovrà essere sottoponibile, a fine vita, a demolizione selettiva ed essere riciclabile o riutilizzabile. Di tale percentuale, almeno il 15% dovrà essere costituito da materiali non strutturali.

 Il contenuto di materia recuperata o riciclata nei materiali utilizzati, anche considerando diverse percentuali per ogni materiale, deve essere pari ad almeno il 15% in peso valutato sul totale di tutti i materiali utilizzati. Di tale percentuale, almeno il 5% deve essere costituita da materiali non strutturali.

La percentuale di materia riciclata deve essere dimostrata tramite una delle seguenti opzioni:

a) una dichiarazione ambientale di Tipo III (EPD), conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025, come EPDItaly o equivalenti;

b) una certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa, come ReMade in Italy®, Plastica Seconda Vita o equivalenti;

c) una certificazione di prodotto rilasciata da un organismo di valutazione della conformità che attesti il contenuto di riciclato attraverso l’esplicitazione del bilancio di massa che consiste nella verifica di una dichiarazione ambientale auto dichiarata conforme alla norma ISO 14021.

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Qualora l’azienda produttrice non fosse in possesso delle certificazioni richiamate ai punti precedenti, è ammesso presentare un rapporto di ispezione rilasciato da un organismo di ispezione, in conformità alla ISO/IEC 17020:2012, che attesti il contenuto di materia recuperata o riciclata nel prodotto. In questo caso è necessario procedere ad un’attività ispettiva durante l’esecuzione delle opere.

Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di esecuzione dei lavori.

Nei componenti, parti o materiali usati non devono essere aggiunti intenzionalmente:

1. additivi a base di cadmio, piombo, cromo VI, mercurio, arsenico e selenio in concentrazione superiore allo 0.010% in peso.

2. sostanze identificate come “estremamente preoccupanti” (SVHCs) ai sensi dell’art.59 del Regolamento (CE) n.

1907/2006 ad una concentrazione maggiore dello 0,10% peso/peso.

3. sostanze o miscele classificate o classificabili con le seguenti indicazioni di pericolo:

 come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione di categoria 1A, 1B o 2 (H340, H350, H350i, H360, H360F, H360D, H360FD, H360Fd, H360Df, H341, H351, H361f, H361d, H361fd, H362);

 per la tossicità acuta per via orale, dermica, per inalazione, in categoria 1, 2 o 3

 (H300, H301, H310, H311, H330, H331)

 come pericolose per l’ambiente acquatico di categoria 1,2, (H400, H410, H411)

 come aventi tossicità specifica per organi bersaglio di categoria 1 e 2 (H370, H371, H372, H373).

Mentre nella fase realizzativa i criteri di base per l’esecuzione dei lavori sono:

 rispetto del progetto

 varianti migliorative

 clausole sociali

 garanzie

 verifiche ispettive

 piano particolareggiato delle lavorazioni

 piano di gestione dei rifiuti

 rimozione del cantiere

 olii lubrificanti

 veicoli per il trasporto di persone e merci

 macchine ed attrezzature di cantiere

 demolizioni e rimozioni dei materiali

 prestazioni ambientali

 materiali utilizzati nel cantiere

 personale di cantiere.

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Ferme restando le norme e i regolamenti più restrittivi (regolamenti urbanistici e edilizi comunali, ecc.), le attività di cantiere garantiranno le seguenti prestazioni:

 per tutte le attività di cantiere e trasporto dei materiali devono essere utilizzati mezzi che rientrano almeno nella categoria “veicolo ecologico migliorato (EEV)”=veicolo equipaggiato con un motore conforme ai valori limite di emissione di osservanza facoltativa di cui alla riga C delle tabelle al punto 6.2.1 dell’ allegato I alla direttiva 2005/55/CE;

 saranno adottate misure per aumentare l’efficienza nell’uso dell’energia nel cantiere e per minimizzare le emissioni di gas climalteranti, con particolare riferimento all’uso di tecnologie a basso impatto ambientale (lampade a scarica di gas a basso consumo energetico o a led, generatori di corrente eco-diesel con silenziatore, pannelli solari per l’acqua calda, ecc.).

Relativamente agli aspetti esecutivi delle lavorazioni, la cantierizzazione sarà organizzata con mezzi operanti sul terreno, le lavorazioni di rimozione degli strati superficiali del terreno verranno eseguite con escavatore cingolato di media potenza, i materiali di risulta, non reimpiegabili, verranno caricati su idonei automezzi e trasportati a discarica.

Le lavorazioni di scavo e movimento terra, verranno eseguite sempre con escavatore cingolato di media potenza; altri mezzi e macchinari che si prevede verranno utilizzati per la realizzazione dell’opera sono pale meccaniche cingolate, dumper, escavatori gommati e autocarri.

Trattandosi di un cantiere temporaneo e/o mobile di piccole dimensioni non si prevedono aree appositamente delimitate e destinate a ricovero mezzi e/o deposito di materiali, si dovranno prevedere delle aree di deponia per il provvisorio accantonamento, in cumuli separati, del terreno inerte da riporto e terreno organico per substrato di inerbimento, dei materiali provenienti dagli scavi, in attesa di riutilizzo in loco.

Per gli operatori di cantiere si prevede l’installazione di un bagno chimico.

Per quanto concerne il carburante e gli oli lubrificanti per i mezzi meccanici, verranno portati sul luogo dell’utilizzo quando necessario e immediatamente impiegati, non è previsto stoccaggio di prodotti lubrificanti in cantiere.

Non verrà effettuato alcuna manutenzione dei mezzi in sito, queste operazioni verranno demandata ad apposite ditte specializzate presso le loro strutture.

I mezzi d’opera possono raggiungere il cantiere tramite la viabilità secondaria presente.

Al termine dei lavori le aree di cantiere verranno ripristinate e riportate allo stato ante-operam e le aree di deponia saranno opportunamente ripulite dai rifiuti di ogni genere. .

Si procederà quindi all’arieggiamento del terreno, al riporto di fertilizzanti organo-minerali e alla successiva semina di un miscuglio di semente contenente graminacee e leguminose.

Fatto salvo che dovranno essere prestati tutti gli accorgimenti possibili per evitare gocciolamenti o piccoli sversamenti, non essendo pavimentate le superfici delle aree di cantiere, in caso di presenza di sostanze impregnanti il terreno, questo verrà asportato e idoneamente smaltito secondo le modalità previste dalla normativa vigente in base al tipo di sostanza rilevata.

Verrà successivamente riportato nuova terra vegetale, utilizzando il primo strato umico di scotico accantonato da superfici soggette ad occupazione definitiva.

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Per quanto concerne i materiali, da utilizzare per l’esecuzione dell’opera, questi devono corrispondere fedelmente alle specifiche di capitolato ed essere i migliori disponibili sul mercato.

Le scelte progettuali inerenti i materiali sono cadute su quelli più idonei al tipo di utilizzo tale da garantire alti livelli di qualità e resistenza nel tempo.

I materiali inerti e lapidei devono provenire da cave regolarmente autorizzate presenti nel territorio in cui si realizza l’opera o nel territorio regionale. La linea generale che verrà seguita nei vari livelli progettuali è quella di garantire un elevato standard di recupero, riuso e riciclo di tutti i materiali derivanti da demolizioni e disfacimento dei manufatti esistenti.

I materiali di risulta derivanti da lavorazioni di pulizia, movimento terra e demolizioni, saranno opportunamente quantificati e misurati; qualora non reimpiegabili per nuove lavorazioni, dovranno essere conferiti in discarica, regolarmente autorizzata e controllate e/o in impianti dedicati, e gestiti secondo le disposizioni del D.Lgs 152/2006 s.m.i..

Nella fase realizzativa durante le operazioni di cantiere sarà onere e cura dell’impresa esecutrice eseguire i lavori nel pieno rispetto di tutte le prescrizioni e le indicazioni previste dalle direttive regionali in materia di inquinamento acustico ambientale e del relativo piano comunale di zonizzazione acustica, qualora adottato dall’Ente.

L’esecutore dei lavori avrà inoltre l’obbligo di gestire i rifiuti prodotti durante l’attività di cantiere secondo le disposizioni del Regolamento Comunale sui Rifiuti e del D.Lgs 152/2006 s.m.i..

Tutti i materiali di risulta dovranno essere caricati e trasportati, con automezzi allo scopo autorizzati, ad apposito impianto autorizzato al trattamento, recupero e/o smaltimento.

Cronologia dei lavori

L’analisi delle lavorazioni necessarie alla realizzazione dell’intervento ha consentito prevedere un tempo di realizzazione pari a 60 giorni naturali e consecutivi.

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Quadro economico

Il quadro economico del progetto stralcio ammonta a complessivi euro 300.000,00.

A) Lavori e oneri

a1) Lavori a corpo € 207 466,29

a2) oneri della sicurezza € 3 455,65

SOMMANO A € 210 921,94

B) Somme a disposizione della stazione appaltante per:

b1) Spese ingegneristiche progettazione D.L. sicurezza € 19 342,56

b2) CNPAIA su b1 € 773,70

b3) IVA spese tecniche e CNPAIA (b1+b2) € 4 425,58

b4) Incentivi 2% art. 113 comma 2) del D. Lgs. 50/2016 € 4 218,44

b5) Contribuzioni ANAC (ex AVCP) € 225,00

b6) IVA su lavori e sicurezza € 46 402,83

b7) Accordi bonari € 2 200,00

b8) Studio geologico compresa IVA e oneri previdenziali € 4 000,00

b9) Collaudo statico (compreso Cassa e Iva) € 3 500,00

b10) Imprevisti ed arrotondamenti € 3 989,95

SOMMANO B € 89 078,06

IMPORTO TOTALE LAVORI (A+B) € 300 000,00

Riferimenti

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