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Allevamento Integrato pianura

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Academic year: 2021

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6. Conclusioni

I valori di emissione di CO 2 equivalente a 100 anni per kg di fat protein corrected milk delle analisi di ciclo di vita condotte sui quattro casi studio oscillano tra il valore minimo di 840 grammi dell’allevamento integrato di collina e il valore massimo di 995 grammi dell’allevamento biologico di collina.

Allevamento Integrato pianura

Integrato collina

Biologico pianura

Biologico collina Grammi CO 2

eq/kg FPCM 917 840 935 995

Le emissioni di gas serra sono riconducibili per circa i due terzi a fenomeni di fermentazione enterica e volatilizzazione di metano e protossido di azoto dalle deiezioni;

mentre la produzione della razione alimentare copre circa un quarto delle emissioni totali.

I valori riportati sono comparabili con altri studi condotti a livello europeo e nazionale, riportati in tabella 6.1; tali valori oscillano tra un valore minimo di 0.718 kg CO 2 /kg di latte, ed un valore massimo di 1,4 kg CO 2 /kg di FPCM (1,5 per allevamenti biologici).

Tenuto conto delle diverse situazioni ambientali, dell’unità funzionale utilizzata e dei confini del sistema stabiliti i risultati di questo studio risultano in linea con i dati riscontrati in letteratura.

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Tabella 6.1 – Risultati di studi riguardanti le emissioni di CO

2

relative alla produzione di latte bovino in Italia e in Europa.

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Criticità dei sistemi produttivi analizzati

L’emissione più consistente di gas serra, come già ricordato, è riconducibile al rilascio di gas metano prodotto per fermentazione enterica da parte delle bovine. Per questa via vengono mediamente rilasciati circa 500 grammi di CO 2 equivalente per kg di FPCM.

Il valore di emissione di gran lunga più elevato è quello dell’allevamento biologico di collina (563 grammi), mentre gli altri tre casi studio si mantengono sotto il valore medio;

questa sensibile differenza è legata sia alla minore produttività delle bovine lattifere allevate in questa condizione (7470 kg a lattazione, contro un valore medio dei quattro casi studio di 9576 kg), sia al maggior dispendio di energia delle bovine tenute al pascolo in zone acclivi, sia alla minor quantità di concentrati presenti nell’alimentazione (la normativa vigente prevede che negli allevamenti biologici si possa ricorrere all’utilizzo dei concentrati fino ad un massimo del 45% della dieta delle bovine in lattazione). In queste condizioni il miglioramento della performance ambientale (riguardo al solo impatto dei gas ad effetto serra) dell’allevamento biologico di collina è legato al miglioramento della qualità della razione alimentare somministrata alle bovine in lattazione (sia per la composizione che per la qualità dei foraggi) volta a diminuire i fenomeni di fermentazione enterica e ad ottimizzare la produttività delle bovine.

Per quanto riguarda le emissioni relative alla produzione della razione alimentare il valore

medio dei quattro allevamenti si attesta attorno a 237 grammi di CO 2 equivalente per kg di

FPCM. Anche in questo caso il valore più elevato è quello relativo all’allevamento

biologico di collina, penalizzato dalla bassa produttività delle colture biologiche rispetto a

quelle integrate, che comunque non si discosta sensibilmente dai valori degli allevamenti

biologico e integrato di pianura, il primo leggermente favorito dall’alta percentuale di auto

approvvigionamento, il secondo penalizzato dall’alta presenza di concentrati nella dieta.

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L’allevamento integrato di collina, invece, si distingue per un valore particolarmente basso di emissioni (205 grammi di CO 2 equivalente per kg di FPCM), dovuto alla combinazione di alte produttività colturali e presenza limitata di concentrati nella dieta che privilegia fieni e insilati.

Il contenimento delle emissioni di gas serra per la produzione delle razioni alimentari è ottenibile con un aumento della produttività delle colture biologiche, mentre una riduzione della quantità di mangimi nella razione porterebbe contestualmente ad un aumento dei processi di fermentazione enterica (con conseguente rilascio di gas metano).

Il contributo alle emissioni di gas serra da parte della gestione delle deiezioni è dovuto alle emissioni di metano e protossido di azoto dai siti di stoccaggio e dalle deiezioni deposte al pascolo e presenta un valore medio di 119 grammi di CO 2 equivalente per kg di FPCM.

Negli allevamenti che operano una separazione solido-liquido delle deiezioni (allevamenti di pianura) le emissioni di gas serra sono più elevate e sono dovute in gran parte al rilascio di metano. Gli allevamenti di collina che invece stoccano le deiezioni tal quali hanno valori di emissione più contenuti ed il contributo maggiore viene dal protossido di azoto.

Rinunciare alla separazione solido-liquido per gli allevamenti che la operano significherebbe ridurre le emissioni di CO 2 equivalente, ma anche peggiorare la qualità delle deiezioni da spandere sui campi e non riuscire ad abbattere il contenuto di nitrati in esse contenuti.

Per quanto riguarda i contributi minori alle emissioni il dato che più differenzia gli

allevamenti è quello relativo all’assorbimento elettrico di macchine mungitrici e refrigeranti,

ma le condizioni tecniche legate alla differente dimensione degli allevamenti di pianura e

collina vincolano all’utilizzo di tecnologie diverse non intercambiabili fra loro.

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Emissioni per lattazione

Nel corso dell’elaborazione dei dati di emissione dei quattro casi studio sono stati prodotti anche i risultati relativi al periodo di una intera lattazione; questi danno un idea delle emissioni degli allevamenti indipendentemente dalla produttività delle bovine lattifere.

Emissioni di CO2 eq totali per lattazione

5041

4645 4513

4207 1657

226 875

211 115

528

324

598 2415

1824

1783

1719 386

111

409

198 741

584

635

501

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 4000 4500 5000 5500 6000 6500 7000 7500 8000 8500 9000 9500 10000 10500 11000

Integrato Pianura Integrato Collina BIO pianura BIO collina

KgCO2eq

Altro

Auto Produzione razione alimentare Produzione razione alimentare N2O da deiezioni

CH4 da deiezioni

Fermentazione enterica

Figura 6.1 – Emissioni di CO

2

equivalente per bovina per lattazione.

Prevedibilmente gli impatti complessivi dei quattro allevamenti vengono ribaltati, a favore degli allevamenti meno intensivi e biologici.

L’allevamento integrato di pianura, intensivo e ad alta produttività di latte, emette 10356 kg di CO 2 equivalente per capo per lattazione, cioè il 21% in più rispetto alla media complessiva dei quattro allevamenti.

L’allevamento che invece risulta a minor emissione di CO 2 equivalente per lattazione è

quello biologico di collina, a minor produzione di latte, con 7434 kg di CO 2 equivalente per

capo per lattazione.

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Tra i due valori estremi si collocano l’allevamento integrato di collina (7918 kg) e l’allevamento biologico di pianura (8539 kg).

Altri impatti

Nella trattazione fin qui svolta sono state valutate solamente le emissioni di gas ad effetto serra prodotte dall’allevamento di bovine lattifere in diversi ambienti e con diverse modalità di allevamento. Il sistema ambientale e sociale in cui tali attività sono inserite è però molto più complesso e merita di essere analizzato secondo diversi punti di vista.

Come già è stato accennato in precedenza, azioni volte a ridurre le emissioni di gas serra potrebbero peggiorare altri importanti impatti sul sistema ambientale.

Per esempio l’eliminazione dei trattamenti di separazione solido-liquido delle deiezioni bovine ridurrebbe le emissioni di CO 2 equivalente degli allevamenti, aumentando però la concentrazione dei nitrati nel letame utilizzato per lo spandimento su terreno. Anche l’aumento di produttività delle bovine lattifere porterebbe ad un abbassamento dei valori di emissione di CO 2 per chilogrammo di fat protein corrected milk, ma alcuni studi evidenziano come un’intensificazione della produzione porti generalmente ad un aumento dell’eutrofizzazione e dell’acidificazione dei suoli (impatti locali). Inoltre nel confronto tra le diverse metodologie di allevamento (biologico - integrato), dovrebbe trovare spazio un’analisi degli impatti dei cosiddetti “inquinanti emergenti”, tra cui rivestono notevole importanza negli allevamenti integrati le sostanze chimiche derivanti dall’uso di farmaci veterinari.

Lo studio degli impatti a scala globale delle attività di allevamento, quindi, dovrebbe

essere affiancato alla valutazione degli impatti su scala locale.

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