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(1)RINGRAZIAMENTI Perché la biologia? Non lo so

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Academic year: 2021

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RINGRAZIAMENTI

Perché la biologia? Non lo so.

Anche se può sembrare banale, non so se ho scelto io la biologia o se è la biologia che ha scelto me. Che cosa è che affascina così tanto noi biologi?

Ci sarebbero migliaia di risposte di circostanza, ma tutte comunque caratterizzate da una vena poetica, atta a nobilitare questa splendida disciplina. Comunque si cerchi di descrivere la biologia, non si può negare, che essa è in tutto quello ci circonda, e le sue leggi regnano sovrane su tutti noi, sia che noi ne siamo consapevoli, sia che non lo siamo.

Il biologo è quella figura che si avvicina con profonda emozione ed entusiasmo al mondo, che cerca di scoprirne le leggi e di metterle al servizio della conoscenza umana. I miei sentimenti non sono molto dissimili da quelli provati da tutti coloro che hanno scelto di dedicare la loro vita a questa ricerca e forse quello che più apprezzo di questa scienza è la consapevolezza che tutto quello che è in natura è sotto i nostri occhi, basta solo trovare la via per arrivare ad essa.

Questa visione molto taoista può dare l'impressione di scarso rigore scientifico, ma ricordo le parole di Scott Gilbert in occasione di un seminario presso l'Università di Pisa. In quell'occasione Gilbert disse rivolgendosi a noi studenti: “Look in nature, not in books”.

Voleva sicuramente esortarci a cercare di stimolare il nostro spirito di osservazione. Beh!

Lo presi in parola e quando tutti gli studenti con il libro originale si misero in fila per farselo autografare, mi avvicinai anch'io e quando fu il mio turno gli porsi il mio libro e gli dissi: “Remember what did you say few minutes ago? Look in nature not in books”. Egli sorrise cogliendo la mia ironia. A parte questo simpatico aneddoto, le parole di Gilbert mi hanno colpito realmente ed anche adesso sono convinto che prima o poi troveremo le risposte che cerchiamo osservando la natura e tutto il mondo che ci circonda. Questa mia profonda consapevolezza rappresenta l'eredità più grande che la biologia mi ha lasciato alla fine del mio percorso di studi.

Naturalmente ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine quotidianamente e che hanno avuto pazienza nel collaborare con me in ambito professionale.

Al mio relatore il Professor Robert Vignali per motivi che vanno oltre alle formalità porgo i miei più sinceri ringraziamenti; egli ha creduto in questo progetto di tesi ed ha speso molto del suo tempo per guidarmi ed indirizzarmi verso lo studio della filogenetica. Ricordo molti pomeriggi a riflettere sull'allineamento e sulla posizione corretta di alcuni amminoacidi, davanti ad uno schermo colorato, che in certi momenti dava l'impressione di trovarsi di fronte a una partita di “Tetris”.

Voglio ringraziare anche il professore Graziano Di Giuseppe e il professore Giulio Petroni, per la loro gentilezza e pazienza nel ricevermi quando sono andato a chiedere loro spiegazioni sulle analisi filogenetiche.

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Ricordo i ragazzi del laboratorio del professor Vignali, in particolare Simone Macrì e Pamela Mancini, che sono stati sempre molto gentili e collaborativi all'occorrenza.

Durante il mio corso di studi ho incontrato Luca, Matteo e Luciano, ottimi amici con i quali fin dal primo anno ho condiviso questa esperienza. Grazie alla loro compagnia e al confronto che avevamo nella preparazione degli esami ho acquisito un metodo di studio e contemporaneamente consapevolezza nelle mie capacità. In questi ultimi tempi i nostri impegni ci hanno allontanati, comunque cari amici preparatevi che dopo la laurea faremo uno dei nostri storici ritrovi.

L'università mi ha dato la possibilità di approfondire lo studio di argomenti verso i quali sono stato sempre molto sensibile, come le malattie neurodegenerative e le malattie neoplastiche. Ho sempre avuto la curiosità di capire che cosa c'è alla base di questi stati patologici. Nello specifico l'università mi ha fornito le basi per interrogarmi su queste tematiche, per analizzare e comprendere il pensiero scientifico ed affrontare in maniera più critica anche problemi bioetici.

Cari amici, voglio ringraziare tutti voi, sia quelli che vedo spesso, sia quelli che sento più di rado, ma che rappresentano per me un punto di riferimento importante. Naturalmente di questo elenco fanno parte gli amici di sempre, la mia sorellina Valentina e le sue splendide figlie, Mauro l'astrofisico, perduto nei meandri di Arcetri, mia cugina Sara, l'architetto “mille ne pensa e mille ne fa” e mio cugino Gioele, prossimo ingegnere edile e cofondatore della palestrina “LG-GYM”. A tutti quelli che spesso si sono interessati al mio mondo della biologia e mi hanno incoraggiato ad andare avanti voglio dire che ogni qualvolta mi hanno sorriso o mi hanno fatto un gesto di incoraggiamento, hanno fatto moltissimo per me. Sapere che qualcuno crede in te è una motivazione più forte di tutte quelle che puoi trovare da solo.

Voglio ringraziare tutta la mia famiglia. I miei genitori hanno creduto in me, forse più di quanto io creda in me stesso, mi hanno permesso di studiare, ma soprattutto li ringrazio per avermi insegnato ad apprezzare tutto quello che mi circonda e ad affrontare la vita con occhi pieni di curiosità sia verso la natura e l'arte, sia verso le persone. Non finirò mai di essere grato ai loro insegnamenti e alla loro figura umana, soprattutto perché mi hanno insegnato a comprendere anche i limiti delle persone che ti feriscono e ti fanno del male, dietro ogni comportamento umano, per quanto possa sembrare assurdo, ci sono delle motivazioni. Penso che questo sia l'insegnamento più importante che un genitore può trasmettere al proprio figlio, perché solo tramite la comprensione delle ragioni altrui è possibile avere un sentimento di rispetto verso il genere umano.

Anche i miei nonni sia paterni, che materni, in fasi differenti della mia mia vita hanno rappresentato dei punti di riferimento importanti. Un pensiero particolare va a nonno Sergio che non c'è più, ma che ricordo sempre con affetto.

I miei zii Graziella e Piergiorgio hanno fatto molto per me, soprattutto nei primi anni che sono arrivato a Pisa. Hanno accolto un ragazzino di 19 anni e mi hanno sostenuto per tutto 81

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questo tempo.

Non vorrei fare tanti discorsi su Silvia, perché so che non ama essere celebrata davanti a tutti, così pur rispettando la sua privacy dico semplicemente <<Grazie!>>.

Un pensiero anche alla famiglia di Silvia, ai suoi genitori Antonietta e Giuliano e al fratello Federico, che mi hanno accolto con affetto nel loro nucleo familiare fin dai primi anni di università.

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