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CAPITOLO SESTO Isole Canarie

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CAPITOLO SESTO

Isole Canarie

6.1 L frontier spagnol a

La gestione dei flussi migratori rappresenta un problema politico relativamente società spagnola. Ad oggi è presente nella vita quotidiana del Paese, così come in tutti gli altri Paesi membri situati alle frontiere

comunicazione e dal dibattitto permanente nelle Istituzioni europee. A questo proposito,

sistenza di una frontiera esterna

e immigrazione irregolare, obbligano gli Stati membri ad sperimentare e ricercare misure di controllo e di vigilanza efficaci per tutelare tale frontiera comune.

La Spagna non è estranea a questa linea di tendenza, in qualità di Paese membro UE

continente africano. Di fatti gli 8 mila 250 chilometri di costa spagnola e la notevole vicinanza con tale continente rendono il suo confine una delle frontiere esterne più UE. Lo Stretto di Gibilterra non è solo il punto di connessione più rilevante tra Spagna e Africa, ma anche un passaggio obbligatorio per gran parte del traffico marittimo internazionale1; inoltre

Baleari sono diventati importanti punti di ricezione degli immigranti illegali via mare.

Una riflessi della presente

indagine2, può far riflettere sul fatto che la collegata immigrazione (potenzialmente irregolare) , non sia la più importante dal punto di vista numerico entrata di immigrati che potrebbero soggiornare in condizione irregolare.

Tuttavia non si può non rilevare che ha suscitato molta preoccupazione al governo spagnolo ed ha visto un maggior investimento di risorse nella

1 Su questo tema si veda il paragrafo 1.4, nel capitolo primo.

2 -paragrafo 5.1.3 del capitolo quinto, riguardante i principali

Sudamericani (tra cu

overstayer provenienti da queste zone.

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lotta agli ingressi, anche soprattutto a causa delle vittime3 e della centralità mediatica prodotta dalle immagini degli sbarchi. In realtà si vedrà come nella pratica, la configurazione geografica delle coste africane rende particolarmente difficile un controllo capillare e simultaneo delle frontiere, portando ad un continuo cambiamento dei punti sia di partenza nei Paesi terzi che nei punti di sbarco sul suolo spagnolo4.

Alla lu europeizzazione delle frontiere è

chengen nel 19915. Q

evento politico è considerato dai vari Informes ( las

fronteras cerradas matan nesso logico fondamentale della politica spagnola di militarizzazione del mare che separa la Spagna dal Continente africano; inoltre proprio la dispiegamento delle operazioni condotte da Frontex, considerando tali operazioni strettamente volute

6. Tuttavia la Spagna stessa si è posta come attore chiave nella cooperazione con i Paesi di origine dei flussi. Di certo l'ingresso in Europa pone l'accento su un nuovo regime di frontiera che ha ridefinito i termini di interazione con i Paesi dei principali flussi migratori, in special modo Latinoamerica e Africa, nonché in Marocco con le enclave di Ceuta e Melilla. Dentro questo quadro la Spagna ha puntato al nello Stretto di Gibilterra e in seguito nelle sole Canarie7.

Da un altro lato il fenomeno

come un problema che caratterizza non solo la Spagna ma anche

in Spagna e in particolare negli altri Paesi del Sud Europa è la principale causa di un

necessità di gestione del fenomeno a livello europeo. Di fatto la Spagna è una delle principali porte

3 Ogni anno sia Fortess Europe

acque dello Stretto di Gibilterra e nelle acque adiacenti, nonché nel tratto di mare che separa i Paesi ubsahariani

4 Questo argomento verrà affrontato nel sotto-paragrafo 6.5.2 in questo capitolo.

5 Si veda del

6 In questo senso scopo di questo capitolo è anche quello di analizzare il ruolo Spagna-Ue in relazione alle voluto gestire con una sua propri

vista coinvolta, al di là del contesto europeo nel quale si inserisce. Inoltre, come sarà analizzato nel corso di questo capitolo, le morti e i trattamenti dei migranti non conformi ai trattati internazionali non si verificano solo

7Come si vedrà nel sotto-paragrafo 6.5.2 in questo capitolo, la rotta delle Canarie prende il via solo a partire dai primi anni 2000, per poi culmi crisis de los cayucos

adiacenti.

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once immigrants reach a member State, they can legally or illegaly move towords other MSs 8.

Le nuove frontiere euro-africane iniziarono ad essere anche frontiere esterne dello spazio Schengen e la necessità di avere il visto per i cittadini marocchini che volevano entrare nel territorio spagnolo, altera la tradizionale circolazione tra Spagna e Marocco9.

In questo senso ntiere terrestri euro-africane ha

influito nel flusso transfrontaliero delle persone10; tuttavia un eccezione nel protocollo di adesione della Spagna al regime Schengen è rappresentato dalle enclave di Ceuta e

Melilla, permettendo 11. In

elilla, da parte di migranti africani, ra rotta terrestre di accesso verso il sogno europeo12, tanto che fin dagli anni '90 è iniziato l'arrivo significativo di immigranti e richiedenti asilo ccordo con le autorità europee hanno costruito una barriera fisica (las vallas) di separazione al confine Ceuta-Marocco e Melilla-Marocco13. Inoltre nel maggio 1999 il Governo spagnolo ha inaugurato a Melilla il CETI (Centro de Estancia de Inmigrantes), mentre a marzo del 2000 ne ha attivato un

8Panebianco e Carammia, op. cit., p.86.

9 I meccanismi di controllo alle frontiere e di registrazione della mobilità transfrontaliera furono anch'essi modificati profondamente.

10In termini economici, la distanza tra Spagna e Marocco si incrementa in forma straordinaria con l'ingresso della UE, così che le asimmetrie economiche di ambo i lati della frontiera hanno potenziato i flussi migratori verso la Spagna.

11 Acta III Acuerdo de Adhesión del Reino de España al Convenio de aplicación del Acuerdo Schengen stabilisce che i cittadini marocchini titolari del permesso F (trabajadores fronterizos) o residenti a Tetuán

pernottino nel territorio spagnolo; lo stesso regime si applica a Melilla in relazione ai cittadini residenti nella città esibire alla frontiera. Inoltre si mantengono i controlli (di identità e documenti) , nelle connessioni marittime a nelle aree di frontiera, sulle persone che abbiano come destinazione un'altra città del territorio spagnolo o un ato che le due citta non fanno parte dello spazio Schengen, i richiedenti asilo (che non dispongono di documenti) hanno da un lato

12In particolare hanno fatto molto eco gli eventi successi a Ceuta e Melilla nel 2005, quando tra agosto e ottobre 13 migranti hanno perso la vita e centinaia sono rimasti feriti dai colpi di arma da fuoco della Guardia Civil e dalla polizia marocchina, mentre dal Marocco cercavano di entrare nelle due enclave. In questo contesto il 29 settembre 2005 quattro persone morirono colpite dai proiettili delle guardie civili spagnole mentre tentavano di oltrepassare i cancelli di Ceuta in una zona conosciuta come Berrocal.

13 In seguito agli eventi del 2005, il Governo spagnolo ha rafforzato il sistema di protezione di ambedue le frontiere: controlli frontalieri 24 ore su 24, uso di nuovi strumenti come sensori di movimento, videocamere di sicurezza e visori notturni; la recinzione lungo il perimetro di frontiera è stata elevata da 3 a 6 metri, mentre nello spazio compreso tra la rete del lato spagnolo e quella del lato marocchino sono state fissate corde d'acciaio incrociate alte fino a 3 metri e dotate di sensori.

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altro a Ceuta14.

se già

(come si è visto nel capitolo 4/2000 ha rappresentato

un cambio nell'approccio d con il Plan Africa che la

Spagna è divenuta un modello comunitario nella regolazione migratoria15. Di fatto il rafforzamento della sfera preventiva è proprio ciò che ha contraddistinto la politica spagnola. Ma il rafforzamento della funzione preventiva, concepito dalla Spagna, ha costituito un'innovazione anche in ambito comunitario16, incorporando la Commissione Europea nello sviluppo della sua strategia, oltre a coinvolgere l'UE nel patrocinio e nella partecipazione agli eventi chiave dell'azione iberica in Africa, con l'intento di indirizzare gli Stati membri verso un approccio più solidale.

Tale politica di prevenzione spagnola ha cercato di influire sui flussi migratori al di fuori del Paese recettore, implicando l'adozione di strumenti di politica estera, già presenti in altri ambiti della politica pubblica. Così ha utilizzato come mezzo principale nel perseguimento della propria logica, gli accordi bilaterali e, se si osservano quelli stipulati con gli Stati africani, è infatti possibile riscontrare come, nella maggior parte, rispondano alla necessita di ordinare la gestione dei flussi migratori.

Tuttavia il rafforzamento della prevenzione non è un avvenimento isolato, ma al contrario si e prodotto nel quadro di una trasformazione più amplia nella gestione del fenomeno migratorio. Il governo spagnolo ha iniziato a firmare fin dai primi anni 2000 Acuerdos de Cooperación Migratoria y de Readmisión17, che permettono il rimpatrio immediato degli immigranti irregolari;

4/2000 viene introdotto il sistema di quote di immigrati a cui è consentito l'ingresso (contingente)18. Da qui nasce quindi la volontà di vincolare la fissazione del numero del alla firma di accordi bilaterali, presentati ai Governi dei Paesi di transito e d'origine come accordi più ampi che includano temi di loro interesse e

14 ridotte dimensioni delle citta autonome, Ceuta e Melilla erano dei veri e

propri centri di reclusione all'aria aperta, costringendo le autorità spagnole ad iniziare un programma di trasferimenti a intervalli sul continente europeo. Di fatti il Governo, nell'attuazione delle espulsioni da Ceuta e Melilla, agisce con due modalità: da un lato, la consegna alle autorità marocchine dei migranti intercettati nelle acque territoriali della Spagna o lungo il perimetro frontaliero; dall'altro viene attuata una detenzione nel CETI, nell'attesa di un trasferimento in un CIE della penisola, finalizzato ad una successiva espulsione. Molto attivo è per esempio di Centro de Internamiento de Algeciras. Nello specifico una volta trattenuti, gli immigrati vengono portati nel Commissariato dove possono permanere fino ad un massimo di 72 ore, periodo di tempo in cui il giudice valuta chi debba essere trasferito in un CIE (dove la permanenza può durare fino a 60 giorni) per procedere lì al riconoscimento della nazionalità. el caso ciò non sia possibile, al termine dei 60 giorni il migrante viene rilasciata, divenendo una persona priva di documenti soggiornante illegalmente in territorio spagnolo.

15Si veda a questo proposito il sotto-paragrafo 6.3 in questo capitolo.

16Si veda doc.COM (2008) 359, cit.

17 -Marocco) di veda: del

Valle Galvez A., Misures internacionales sur le trafic illégal de personnes et la criminalitè transnationale

organisée, in edid J.M., Bruylant, 2011, pp.19-28.

18Su questo argomento si veda il paragrafo 5.2 nel capitolo 5.

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volti a sollecitare la responsabilizzazione dei Paesi terzi al controllo delle loro frontiere19. Allo stesso tempo, vengono firmati accordi di riammissione con i Paesi

Parallelamente però la Spagna ha realizzato anche un intenso sforzo nel proteggere la Frontera Sur marittima UE, attraverso una vigilanza delle coste sviluppata con tre modalità20: a) controlli (effettuati principalmente dalla Guardia Civil

porti abilitati o di altri porti (commerciali, sportivi) nelle proprie acque territoriali spagnole; b) controllo della zone contigue con il sofisticato sistema tecnologico del SIVE (Sistema de Vigilancia Exterior) per facilitare l'identificazione e l'intercettazione di qualsiasi imbarcazione che si avvicini alle coste spagnole; c) controllo delle acque territoriali dei Paesi fronterizos -sahariana Occidentale, grazie alla presenza di pattuglie spagnole (nelle attività coordinate da Frontex) che consentono il dispiegamento di operazioni congiunte, la formazione delle forze di sicurezza dei Paesi-terzi e lo stanziamento di liaison officers21.

6.1.2 Il Sistema de Vigilancia Exterior e la Guardia Civil

La Guardia Civil, come Corpo Policial, rappresenta uno strumento logistico e di impiego del personale alla gestione del fenomeno migratorio, anche collaborando con le

19Si noti come la maggior parte non solo la riammissione dei cittadini delle parti contraenti, ma anche di coloro che vi transitano.

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-territoriale in modo discrezionale, quando lo smuggling of migrants -territoriale dello Stato membro trova terreno dentro specifiche misure di cooperazione e assistenza. È di interesse particolare notare che pateras o cayucos) che non battono bandiera di nessuno Stato e come tuttavia (nel quadro della cooperazione fornita dal Protocollo di Palermo contro lo smuggling of migrants by sea) dovrebbe comunque agire secondo i dettami imposto dal diritto internazionale. In questo senso, riguardo alle imbarcazioni intercettate nella ZEE o in alto mare con destinazione le coste spagnole, sebbene il crimine dello smuggling of migrants era già stato introdotto dalla LO 4/2000 nel Codice penale spagnolo (art.318bis), la Corte spagnola ha trovato difficoltà a giustificare tale prati

-territoriale da parte della Spagna verso tali imbarcazioni. Tuttavia la Corte Suprema Spagnola ha mostrato un orientamento favorevole a tale pratica; si è dovuto attendere invece la LO clandestina e del traffico illecito nelle acque extra-territoriali spagnole. Per un approfondimento si veda: Lirola Delgado I., Spain and the Smuggling of migrants by sea: an analysis in the light of Palermo Protocol

-94.

21La figura del liaison officer nasce nel 2004 in sede europea con il regolamento (CE) n. 377/2004 del Consiglio del 19.02.2004, relativo alla creazione di una rete di funzionari di collegamento incaricati dell'immigrazione. Tale funzionario è un rappresentante degli Stati membri, destinato all'estero per stabilire e mantenere contatti con le autorità del Paese ospite che ospita le missioni, al fine di contribuire alla prevenzione ed alla lotta dell'immigrazione illegale, al rimpatrio degli immigranti irregolari ed alla gestione della migrazione regolare.

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autorità di Paesi terzi22.

Sistema Integrado de Vigilancia Exterior (SIVE), in collaborazione con la Guardia Civil, fa parte di un piano, voluto e ed approvato nel 1999 dal Governo del Partido Popular (guidato allora dal Primo ministro Jose Maria Aznar), per la vigilanza delle frontiere meridionali e nello specifico finalizzato fronteggiare l'arrivo delle pateras, ossia piccole imbarcazioni dotate di motori di scarsa potenza23. Nello specifico il SIVE sensori, telecamere e radar permette che le informazioni in tempo reale arrivino ad un Centro de mando y control (posto sulla terraferma) dal quale vengono impartiti gli ordini per l'intercettazione delle imbarcazioni che si avvicinino alle coste spagnole e che rientrino nel raggio d'azione del sistema. Il SIVE permette il rilevamento di imbarcazioni di ridotte dimensioni a lunga distanza, la loro identificazione e procede al coordinamento del loro monitoraggio24. A tal fine la Guardia Civil si è dotata di unità marittime, terrestri ed aeree, funzionali a fornire una rapida risposta al SIVE, e di altri apparati tecnologici che consentissero di integrare la sorveglianza delle frontiere25, anche in relazione ad altre misure adottate a livello europeo26.

Guardia Civil avvia tale punto di vista tecnologico e

22 Rojo Esteban, J. F., La ruta atlántica de la Inmigración illegal. Inmigracón africana hacia Canarias, Instituto universitario de investigación sobre seguridad interior, Madrid, 2008, p.24. La LO 2/1986 de Fuerzas y Cuerpos de Seguridad del Estado dota la Guardia Civil della competenza nella sorveglianza delle vie di comunicazioni terrestri, costiere, nonché di frontiere, porti, aeroporti. Un passo in avanti è rappresentato dal Il RD 1571/2007, del 30.11.2007, attraverso cui si sviluppa la struttura organizzativa del Ministerio del Interior; nello specifico organizza dentro la struttura organica della Direzione generale della Guardia Civil, la Jefatura Fiscal y de Fronteras, alla quale attribuisce il compito di organizzare e gestire la protezione fiscale dello Stato, le iniziative volte a evitare e perseguire il contrabbando, il narcotraffico, la custodia e la sorveglianza delle coste, frontiere, migrazione irregolare. Il compito della Guardia Civil sarà in questo senso quello di condurre le persone e i migranti stessi al Cuerpo de Policia Nacional nel minor tempo possibile.

23 APDHA, Informe Derechos Humanos en la Frontera Sur 2010-2011, cit., pp.87-88. Il piano approvato dal Governo di Madrid faceva perno quindi sull'impiego del SIVE come sistema operativo della Guardia Civil. Per questo progetto sono stati stanziati inizialmente 180 milioni di euro per un periodo iniziale di cinque anni.

24 Nello specifico le stazioni dotate di sensori sono dispiegate lungo la costa in due maniere: da un lato quelle fisse, dall'altro quelle installate su piattaforme mobili terrestri, aeree o navali. Quando il segnale o l'immagine viene captato, viene trasmesso a tale centro di controllo, dove avviene la centralizzazione delle informazioni e una volta analizzata e valutata vengono diramati gli ordini circa l'intercettazione e il relativo salvataggio

25 Nello specifico negli anni sono state acquistate imbarcazioni veloci, veicoli fuoristrada, moto, telecamere termiche, intensificatori di luce, fari di grande potenza, rilevatori di droghe ed esplosivi, rilevatori del battito cardiaco, sistemi d'identificazione automatica delle targhe delle autovetture e sensori, nonché equipaggiamento, per il volo notturno degli elicotteri.

26 Ad esempio il sistema SIAM (Sistema de Identificacion Automatico de Matriculas), installato nelle aree di sbarco dei traghetti, è connesso tramite un server alla base di dati di Schengen. Nel caso una targa fosse segnalata nel database, gli agenti presenti nel porto vengono immediatamente avvisati in modo da procedere con ma Micro Search è stato installato nelle zone di sbarco dei veicoli trasportati nei traghetti, consentendo l'individuazione di persone che viaggino nascoste al loro interno.

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operativo, con un Centro di Comando e di Controllo sperimentale nella città di Algeciras, esclusivamente per il controllo delle acque dello Stretto di Gibilterra27.

Come si vede dalla figura 3, dello stesso lungo le coste è proceduta per

fasi, soprattutto a imbarcazioni dei

migranti, da prima verso le isole Canarie e in seguito verso la zona costiera a Nord della Spagna28, nonché anche a causa del costo e della complessità del progetto.

Figura 3. nstallazione del SIVE lungo le coste spagnole

Fonte: APDHA, Informe Derechos Humanos en la Frontera Sur 2010-2011.

Infatti se fino al 2004 era presente solo ad Algeciras, Fuerteventura, Cadice, Malaga, Ceuta e Granada, dal 2005 è entrato in funzione ad Almeria, Huelva, Lanzarote, Gran Canaria e nel 2008 è stato ampliato fino a Tenerife, La Gomera, El Hierro, Valencia, Alicante, Murcia ed Ibiza29. Negli ultimi tre anni gli arrivi delle pateras sulle coste più a Nord della Spagna, tanto su quelle mediterranee che su quelle atlantiche, hanno reso necessario installare il SIVE anche nei porti di Tarragona, Barcellona, Girona, Pontivedra e La Coruña, così che attualmente il sistema copre interamente le coste mediterranee (della terraferma e le Isole Baleari) e le Isole Canarie.

27 composto da 3 piattaforme mobili

e terrestri, coordinate da in Centro de mando y de control installato nella Capitaneria della Guardia Civil di Algeciras.

28Per un approfondimento relativo al continuo mutamento delle città spagnole di sbarco da parte dei migranti si veda il sotto-paragrafo 6.5.2 in questo capitolo. Da notare è che proprio il SIVE stesso è stato la causa di uno spostamento dei flussi verso altre città delle coste spagnole o addirittura altre frontiere europee.

29 verso

tali coste nel 2005-2006, conosciuta come crisis de los cayucos.

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Tuttavia, nonostante i risultati di successo mostrati dal Ministerio del Interior e del sistema SIVE in altri Stati anche non europei30, si è mostrata molto scettica sul fatto che sia davvero uno strumento capace di frontiera marittima spagnola31. Infatti, secondo i suoi rapporti annuali sui bilanci migratori,

imbarcazioni di migranti sono da parte di navi civili o da mezzi utilizzati nelle operazioni Frontex; mentre riguardo alle acque circostanti lo Stretto di Gibilterra più frequenti sono soprattutto gli avvistamenti da parte delle autorità marocchine di

imbarcazioni in procinto di partire. congiunti

ispano-

delle imbarcazioni alla partenza che non nelle zone contigue spagnole.

Tuttavia il compito della Guardia Civil non si ferma sono ad una mera vigilanza delle coste spagnole, ma è impiegata anche in diverse operazioni congiunte collaborando con le gendarmerie locali di Paesi terzi, sulla base semplici accordi riammissione con Paesi terzi,

contenenti al loro interno clausole di riammissione32, oppure sulla base di iniziative in ambito europeo ervento di Frontex33in tali aree e cofinanziate dall'UE34.

Tra le iniziative in ambito europeo particolarmente utili per la Guardia Civil sono stati vari programmi europei, attraverso i quali ha potuto finanziare vari progetti riguardanti alcuni Paesi terzi (soprattutto in Mauritania, Capo verde, Senegal e Marocco) non solo riguardanti il controllo marittimo e la vigilanza delle cose. Nello specifico si è avvalsa del Programma ARGO (2002-2006) per la cooperazione amministrativa a livello comunitario in materia di asilo, immigrazione e frontiere esterne, includendo le attività

30 Di fronte alla sempre più preponderante militarizzazione delle frontiere, le imprese specializzate nella costruzione del sistema SIVE hanno iniziato a produrre altri sistemi simili, esportandolo in altri Stati. La AMPER per esempio è stato venduto alla Serbia e al Montenegro che lo ha installato lungo la frontiera fluviale tra Estonia e Russia; ad Hong Kong e alla Lettonia ha diffuso invece un altro sistema di vigilanza chiamato INDRA.

31APDHA, Informe Derechos Humanos en la Frontera Sur 2010-2011, p.88. A questo proposito l

che la Spagna ha aumentato anche il numero di agenti a presidio delle frontiere, passando dai 10.239 del 2003 ai 16.375 del 2010.

32Il primo esperimenti di questo tipo si è avuto a luglio del 2004 nel quadro stabilito dal Grupo de Trabajo Permanente Hispano-Marroquí

Guardia Civil, si è iniziata tra le due attività una cooperazione volta alla realizzazione di pattugliamenti marittimi congiunti, fino ad ampliare

iniziati anche i pattugliamenti congiunti anche con la Gendarmeria della Mauritania e del Senegal.

33 Frontex si veda il paragrafo successivo 6.2.

34 ambito del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005, la Guardia Civile ha sviluppato nel partono i flussi dei migranti verso le Canarie, soprattutto in Marocco, Algeria, Senegal e Capo Verde.

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degli Stati membri in Paesi terzi35; del Programma AGIS (2003-2007) sulla cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale36e del programma AENEAS (2007-2013) il cui obiettivo è garantire l'aiuto finanziario e tecnico a Paesi terzi nelle aree di migrazione ed asilo37.

6.2 di Frontex

38.

Frontex. In particolare nel capitolo quarto si è visto come Frontex può svolgere un ruolo cruciale nel fornire assistenza tecnica volta a consolidare la gestione della cooperazione alle frontiere esterne, nonché si è analizzato come a partire dal 2005 genzia ha avuto una continua espansione dei mezzi a propria disposizione, nonché un ampliamento del proprio raggio d'azione39. Frontex ha guidato numerose operazioni congiunte, le quali - a seconda delle iniziative - hanno seguito lo spostamento dei flussi migratori ai confini spagnoli. Tuttavia è certo che le operazioni congiunte si originano dalla pressione politica esercitata dai singoli Stati e la retorica securitaria dei Governi europei (come la Spagna) presenta la realtà degli sbarchi come una questione di pubblica sicurezza; di fatto i termini usati (ad esempio tsunami, valanga, invasione) vengono smentiti dai numeri irrealistici, che se osservati nella complessità del fenomeno risultano decisamente molto inferiori rispetto 6), senza contare i potenziali overstayer

35Tra le iniziative del programma ARGO ci sono: i progetti GUANARTEME I e II (2005), operazione congiunta di vigilanza e del controllo marittimo tra le coste di Lanzarote, Fuerteventura e Marocco; il progetto stretto di Gibilterra; i progetti ALHAMBRA I e II (2005) operazione congiunta tra la Guardia Civile, corpi di polizia di Italia e Portogallo e del Marocco per controllare le acque del Mediterraneo tra lo stretto di Gibilterra e la città di Almeria; operazione ATLANTIS (2006) di pattugliamento marittimo congiunto tra la Guardia Civile e la gendarmeria della Mauritania soprattutto nelle acque territoriali mauritane; PUERTA DE ÁFRICA (2006),

36Con il programma AGIS la Guardia Civile ha ottenuto la sovvenzione dei progetti TROYA (2004), ICARO (2006), EUROPA (2005) e TARTESSOS, attraverso i quali si sono organizzati corsi internazionali sulla sicurezza internazionale aeroportuale e operazioni congiunte di vigilanza alle dogane.

37 Il programma AENEAS finanzia con 2 milioni di euro i programmi SEA HORSE e SEA-NETWORK, utilizzati dalla Guardia Civile per stabilire una cooperazione internazionale tra diversi attori: FRONTEX, corpi di è quello di implementare i pattugliamenti congiunti, corsi di formazione, collegamento tra le autorità spagnole e dei Paesi terzi per scambiarsi informazioni riguardo al traffico degli immigrati via mare.

38 e il 2010 la Spagna ha ricevuto un badget di 90 milioni

39Nello specifico si veda il paragrafo 4.4 nel capitolo 4.

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Tabella 6.

Anno Ingressi via terra Ingressi via mare Totale UE

2009 57.440 47.159 104.559

2010 89.800 14.260 104.060

2011 69.879 71.171 141.051

2012 49.183 23.254 72.437

Fonte: Frontex, Annual Risk Analisis 2013.

Con riguardo alle iniziative europee nel contesto di Frontex, seguendo le indicazioni delle analisi MEDSEA in primis e successivamente BORTEC40, realizzate da Frontex, la Commissione ha proposto l'insediamento di Centri Nazionali di Coordinamento (NCC) negli otto Stati membri formanti i confini marittimi UE nel Mar Mediterraneo e nell'oceano Atlantico, aventi un ruolo cardine nei singoli sistemi nazionali. In particolare si aveva creato il primo Centro de Coordinación Regional de Canarias ad ottobre 2006 a Las Palmas alle Canarie dopo veva interessato le Canarie nella primavera del 200641. Inoltre già dal 2006 la Spagna aveva sviluppato varie reti di pattuglie costiere congiunte con funzionari della polizia di alcuni Paesi africani fronterizos Occidentale.

Di recente nel 2013 è stato inaugurato anche il Centro Nacional de Vigilancia Marítima de Costas y Fronteras, diretto dalla Guardia Civil42, con il compito di coordinare e dirigere operazioni di sorveglianza marittima e delle frontiere e gestire particolari situazioni di crisi non solo ai confini spagnoli, ma anche le frontiere

degli Stati fronterizos oni operative,

tecnologiche e formative; nello specifico, in caso di necessità, sarà possibile

40 Doc. COM (2008) 68, del 13.02.2008, esame della creazione di un sistema europeo di sorveglianza delle frontiere (EUROSUR). Già nel doc. COM (2006) 733 del 30.11.2006 la Commissione aveva proposto di rafforzare la gestione delle frontiere marittime meridionali dell'UE, tramite una rete di pattuglie costiere per le frontiere esterne marittime meridionali. La rete dovrebbe essere istituita quanto prima e gestita da FRONTEX insieme agli Stati membri della regione. Nello specifico le frontiere esterne marittime meridionali venivano divise in diverse zone di pattugliamento, comprendenti le Isole Canarie, il Mediterraneo Occidentale, Centrale e Orientale, che sarebbero pattugliate dagli Stati membri con il coordinamento del centro di comando regionale.

41 Nello specifico tale centro è stato fondamentale per lo sviluppo delle operazioni CABO BLANCO in Mauritania e GOREÉ in Senegal, sempre dirette sotto il comando della Guardia Civil per impedire che le imbarcazioni partissero da tali coste ed evitare così l Isole Canarie. In questo contesto è stato montato anche un dispositivo aereo marittimo nelle acque delle Canarie e adiacenti che permetta di localizzare le imbarcazioni e anche svolgere operazioni di salvataggio e soccorso. Per un approfondimento sulla creazione e sulle funzioni di tale centro si veda Rojo Esteban, J. F., op. cit., pp.51-60.

42 Il Centro Nacional ha sede a Madrid e dipende dalla Dirección Adjunta de la Guardia Civil. Il Piano include anche la creazione di tre nuovi centri di coordinamento regionali (La Coruña, Valencia e Algeciras) diretti da un ufficiale della Guardia Civil e con il compito di gestire tutti gli attori coinvolti in caso di crisi (Esercito, Frontex, Centro nazionale di intelligence, Guardia Civil, Polizia, Centro di valutazione e guida delle operazioni strategiche, Capitaneria di Porto e Croce Rossa o altre ONG). Il primo centro di coordinamento regionale era sato le Rojo Esteban, J. F., La ruta atlántica de la Inmigración illegal.

Inmigracón africana hacia Canarias, cit., p.52.

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Frontex e Ejército del Aire y de la Policía Nacional.

In relazione alle operazioni realizzate da Frontex su richiesta della Spagna, si deve I nelle isole Canarie, richiesta ufficialmente il uglio seguente e durata fino al 31 ottobre 200643.

pateras (piccole imbarcazioni di legno) provenienti dalle coste atlantiche Nord- africane44. In questa prima operazione congiunta hanno partecipato sia gli esperti di Francia, Portogallo, Italia e Germania45 sia i rappresentanti di Senegal, Gambia e Mauritania, con il fine comune di identificare gli immigrati giunti senza documenti.

A distanza di pochi mesi, il 28 giugno 2008, le autorità spagnole hanno richiesto un secondo

dicembre 2006. La nuova missione aveva lo scopo di fornire equipaggiamento tecnico

aldilà delle acque territoriali spagnole e che le imbarcazioni intercettate oltre le 24 miglia nautiche dalle coste africane venivano scortate fino ai porti delle isole Canarie, mentre per i cayucos incontrati nelle acque territoriali senegalesi il destino era quello della riconsegna alle autorità di competenza del Paese terzo46. Di fatto la base legale per questo tipo di operazioni che ha permesso alla Spagna di esercitare poteri sovrani nelle acque territoriali di Paesi terzi era fornita dagli accordi bilaterali in vigore tra Spagna, Senegal e Mauritania.

d'azione delle precedenti missioni Hera I e II, l'obiettivo ultimo di impedire ai migranti di intraprendere lunghi viaggi in mare47. Nel 2008 Hera è divenuta ufficialmente una missione permanente.

Tra le missioni marittime ospitate dalla Spagna,

Minerva (2007-2012) finalizzata all'ottimizzazione dei controlli in prossimità delle frontiere esterne comunitarie ed al blocco dei flussi irregolari diretti verso le coste Sud

43Frontex, Longest FRONTEX Coordinated Operation HERA, the Canary Islands, 19.12.2006, Varsavia.

44 A questo proposito la chiusura delle frontiere occidentali, tramite l'azione di Frontex con l'operazione Hera e le politiche spagnole di cooperazione nel controllo migratorio con i Paesi rivieraschi hanno concorso alla ridefinizi

alla frontiera greco-turca. Su questo argomento si veda il paragrafo 6.5.2 in questo capitolo.

45 Ai quali in una seconda fase si sono aggiunti esperti del Regno Unito, Olanda e Norvegia.

46 APDHA, Informe Derechos Humanos en la Frontera Sur 2009, cit., p.7.

47 Nel corso dello sviluppo delle varie missioni Hera I, II, III si è visto aumentare il numero degli Stati UE partecipanti; nello specifico hanno partecipato alle varie missioni Hera: Francia, Portogallo, Islanda, Italia, Lussemburgo, Germania, Regno Unito, Olanda e Norvegia.

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Della Spagna48; -2012) tesa a valutare il flusso migratorio proveniente da Marocco, Algeria ed area subsahariana49

con attugliamento nel Mediterraneo centrale fu decisa per contrastare l'aumentato afflusso di migranti salpati dalle coste algerine e diretti verso la Sardegna e le Isole Baleari50.

6.3 Gli accordi bilaterali con i Paesi africani

Come si è già sottolineato più volte nella presente indagine51 e come verrà evidenziato nel caso del Plan África52, la cooperazione dei Paesi terzi, tramite un aiuto condizionale, si rivela nodale per fronteggiare la pressione migratoria, soprattutto quella via mare.

In generale la Spagna non ha firmato solo accordi di riammissione con i Paesi terzi; il Governo spagnolo ha sperimentato negli anni tre tipi di categorie di accordi bilaterali con i Paesi africani: 1) Acuerdos relativos a la regulación y ordenación de flujos laborales Acuerdos de readmisión de personas en situación irregular 3) Acuerdos Marco de Cooperación Migratoria y Readmisión53.

Malgrado le diverse procedure interne (di riammissione, di rimpatrio, di espulsione) a livello internazionale è possibile siglare accordi bilaterali con i Paesi di origine o di provenienza dei flussi migratori degli immigranti al fine di procedere al loro rimpatrio.

me Partner principale e unico il Marocco, per poi estendere il suo campo non solo ai Paesi mediterranei fronterizos ma anche ai

Il primo accordo firmato dal Governo spagnolo è stato accordo di riammissione con il Marocco nel 1992, divenuto in seguito in un certo senso un modello per gli accordi a

48 Rinnovata annualmente e con la collaborazione di Austria, Albania, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Georgia, Grecia, Francia, Lituania, Italia, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Ucraina, Regno Unito, Svizzera, Slovenia e Paesi Bassi. Nello specifico l'azione si e concretizzata in maggiori controlli nei porti di Algeciras, Almeria e Ceuta e nella vigilanza dello spazio marittimo circostante la citta di Almeria. Attualmente nel 2012 è stata limitata a controllare le coste meridionali della Spagna solo nel periodo estivo (1.07.2012 15.09.2012)

49 Rinnovata annualmente e alla quale hanno partecipato Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia, Islanda, Malta, Lussemburgo, Slovenia, Portogallo, Paesi Bassi e Romania. Attualmente nel 2012 è stata limitata a controllare i flussi di migranti in un determinato periodo, anche a seguito della recente crisi in Mali (dal 16.05.2012 31.10.2012).

50Operazione guidata congiuntamente tra Spagna e Italia, che ha visto la partecipazione di Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Romania e Regno Unito.

51 alisi svolta nel terzo capitolo, parte III.

52Per un approfondimento sul Plan África si veda in questo capitolo il paragrafo 6.4. Con questo piano inizia un

53Riguardo a questi ultimi tipi di accordi (di seconda generazione), firmati prevalentemente nel contesto del Plan África, costituiscono un passo avanti importante nonché una novità sostanziale rispetto ai semplici accordi di riammissione. Di fatto a differenza di questi ultimi, questi accordi sono ispirati alla considerazione e un fattore positivo di sviluppo, così che la riammissione non viene più vista come un fattore isolato dalla gestione globale dei flussi.

(13)

seguire54 (tabella 6). La particolarità di questo accordo consisteva (nel suo capitolo I) nella possibilità di riammettere nel suo territorio persone originarie di altri Stati (Stati terzi) los nacionales de Países terceros que hubieren entrado ilegalmente en el territorio de este último procedente del Estado requerido Tale parte dell'accordo però è rimasta inapplicata e numerose ONG ed associazioni di difesa dei diritti umani hanno denunciato, negli anni, la pratica di un

effettuato di notte lungo gli accessi posti nelle recinzioni a difesa di Ceuta e Melilla55. Riguardo ad altri accordi di riammissione firmati con il Governo spagnolo a partire dai primi anni 2000 ne sono susseguiti altri con la Mauritania nel 200356

nel 200257 e con la Guinea Bissau nel 200358. Sempre riguardo alla riammissione dei migranti, dopo la crisis de los cayucos del 2006 sono stati firmati anche accordi noti come Memorandos de Entiendimiento (MOUs) con il Ghana a dicembre 2005, con il Senegal e con il Mali nel gennaio 2007.

Riguardo invece alla seconda categoria di accordi (Acuerdos Marco de Cooperación Migratoria y Readmisión) occorre segnalare che sono certamente più prossimi nel tempo e sottoscritti a partire prevalentemente dal 2006. Nello specifico il Governo spagnolo ha firmato accordi di questo tipo con la Guinea e con il Gambia nel 200659, con il Mali nel gennaio 200760, con Capo Verde nel marzo 200761 e con il Niger a maggio 200862; in particolare si noti questi accordi sono tutti provvisori ad eccezione di quello firmato con il Mali e Capo Verde, entrati in vigore nel 2009. Tutti questi accordi

54Acuerdo entre el Reino de España y el Reino de Marruecos, relativo a la circulación de personas, el tránsito y la readmisión de extranjeros entrados ilegalmente, firmato a Madrid il 13.02.1992 (BOE n.100 del 25.4.1992 y Corrección de Erratas, BOE n.130, de 30.5.1992).

55 a nel 2005, si

veda González García, op. cit., pp.255- Estado requerido

scrittura del testo; di fatto in questione era il Marocco ufficialmente, anche se era da intendersi come la Spagna.

56Acuerdo entre el Reino de España y la República Islámica de Mauritania en materia de inmigración, firmato a 185 de 4.8.2003). Questo accordo prevede anche la riammissione di cittadini non

solo mauritani, ma anche di cittadini terzi che non compiono le cond cuando

se pruebe o acredite que dicho nacional de un tercer Estado ha transitado efectivamente por el territorio de la Parte contratante requerida; 2) cuando se presuma que el nacional de un tercer Estado ha transitado por el territorio de la Parte contratante requerida, previo acuerdo sobre su caso anche il divieto di non refoulement in caso di richiedenti asilo, secondo le disposizioni della Convenzione di Ginevra.

57Protocolo entre el Gobierno de España y el Gobierno de la República Argelina Democrática y Popular sobre circulación de personas, firmato ad Algeri il 21.07.2002 (BOE n.37 del 12.2.2004)

58 Acuerdo entre el Reino de España y la República de Guinea Bissau en materia de inmigración, firmato a Madrid il 7.02.2003 (BOE n.74 de 27.3.2003).

59Aplicación provisional del Acuerdo de Cooperación en materia de inmigración entre el Reino de España y la República de Guinea, firmato a Conakry il 9.10.2006 (BOE n.26 del 9.10.2006). Aplicación provisional del Acuerdo de Cooperación en materia de inmigración entre el Reino de España y la República de Gambia , firmato a Banjul il 9.10.2006 (BOE n.310 del 28.12.2008).

60Acuerdo Marco de Cooperación en materia de inmigración entre el Reino de España y la República de Mali, firmato a Madrid il 23.01.2007 (BOE n.135 del 4.06.2008). Entrato in vigore a marzo 2009.

61Acuerdo Marco de cooperación en materia de inmigración entre el Reino de España y la República de Cabo Verde , firmato a Madrid il 20.03.2007 (BOE del 14.02.2008). Entrato in vigore a ottobre 2009.

62 Aplicación provisional del Acuerdo Marco de Cooperación en materia de inmigración entre el Reino de España y la República de Níger, firmato a Niamey il 10.05.2008 (BOE n.160 del 3.07.2008).

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comprendono una serie di misure volta a sviluppare una cooperazione in materia di lotta mutua assistenza nel combattere il traffico di esseri umani (lo smuggling)

Frontex.

Riguardo all ione di flussi lavorativi, tutti gli Acuerdos Marco de Cooperación Migratoria y Readmisión contengono anche clausole specifiche in merito di tali Paesi nel territorio spagnolo, sempre e quando le qualificazioni professionali di casen con las necesidades de las empresas y empleadores de la Parte contratante de acogida Tuttavia il Governo spagnolo non ha firmato molti accordi con i Paesi africani finalizzati a regolare strettamente i flussi di lavoratori regolari verso il suo Paese; nello specifico in questo senso sono stati firmati accordi solo con la Mauritania nel 200763 e con il Marocco nel 200164, con riferimento anche ad articoli volti a garantire ai lavoratori stranieri in Spagna gli stessi diritti dei

Da ultimo la Spagna ha anche siglato anche accordi specifici con i Paesi africani riguardanti solo il tema di lotta contro il traffico illecito e la criminalità organizzata, in particolare con il Senegal nel dicembre 2006, con Capo Verde nel giugno 2006 e nel febbraio 2008 e con la Mauritania nel luglio 2007.

Riguardo al Senegal e al Marocco, inoltre è stato firmato rispettivamente nel 200665e nel 2007 (già firmato nel 2003)66 un accordo con il Governo spagnolo anche

, volto non solo al rimpatrio ma ad

63Aplicación provisional del Acuerdo entre el Reino de España y la República Islámica de Mauritania relativo a la regulación y la ordenación de flujos migratorios laborales entre ambos Estados, firmato a Madrid il

lavoratori stagionali (periodo massimo di 9 mesi) e lavoratori in apprendistato con età compresa tra i 18 e i 35 anni (da 12 a 6 mesi).

64 Acuerdo sobre mano de obra entre el Reino de España y el Reino de Marruecos, firmato a Madrid il 25.07.2001 (BOE n.226 del 20.06.2001). Entrato in vigore nel settembre 2005. Nello specifico le autorità o le autorità marocchine per mezzo di tale Ambasciata comunicano alle autorità spagnole la possibilità di soddisfare tali offerte di lavoro e invieranno in Spagna persone marocchine disposte a lavorare in tale Stato.

65Acuerdo entre la República de Senegal y el Reino de España sobre cooperación en el ámbito de la prevención de la emigración de menores de edad senegaleses no acompañados, su protección, repatriación y reinserción, firmato a Dakar il 5.12.2006 (BOE n.371 del 20.04.2007).

66 Acuerdo entre el Reino de España y el Reino y el de Marruecos sobre cooperación en el ámbito de la prevención de la emigración ilegal de menores no acompañados, su protección y retorno concertado , firmato a Rabat il 6.03.2007 (BOE n.429 del 14.07.2007).

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6.4 Il Plan África

Negli ultimi anni la Spagna ha cercato sempre più di imprimere una maggiore presenza nel continente africano, cercando direttamente un contatto con i Paesi di origine dei flussi migratori, attraverso lo stringimento di accordi che garantiscono relazioni preferenziali con alcune aree di influenza. Seguendo questa linea politica, condivisa

67, il Governo spagnolo ha sviluppato piani di azione incentrati non solo

nei Paesi fronterizos Africa Subsahariana.

In questo contesto la Spagna, in seguito agli avvenimenti di Ceuta e Melilla del 2005, alla crisi dei cayucos nelle Isole Canarie e alle difficoltà nei negoziati con il Senegal, ha lanciato nel 2006 il Plan de Acción para África Subsahariana o più semplicemente Plan África, approvato ufficialmente nel maggio di tale anno.

Se il governo del Partito Popular non era riuscito a creare, durante il secondo mandato di Jose Maria Aznar, un efficace rete comunicativa con i propri omologhi africani che coinvolgesse anche un programma di aiuti allo sviluppo, la nuova compagine governativa - guidata dal PSOE e con Miguel Angel Moratinos come Ministro degli esteri68 - ha portato ad una maggiore atte , anche in seguito agli sviluppi recenti sui flussi, provenienti soprattutto dai Paesi Subsahariani.

osta atlantica e nello specifico Paesi quali Senegal, Mauritania, Capo Verde e Mali. In questo senso la politica migratoria spagnola ha giocato un piano centrale nel Plan África. Infatti con questo piano il pilastro

sviluppo, come si legge nella presentazione del piano. Di fatto il Governo affermava che Ayuda Oficial al Desarollo a questa parte del mondo è, per un principio basilare di equità e responsabilità, una necessità giusta ed imprescindibile69.

Quindi attraverso il Plan África la Spagna ha cercato di rafforzare il controllo dei flussi migratori attraverso dei controlli delle frontiere70, sia una

67 Ne sono un esempio: il (NEPAD), promossa da un gruppo di Paesi

African Partnership Found

nou del 2000; il Piano di Azione in Africa della Banca aveva già previsto l'aumento delle relazioni e della cooperazione con Paesi terzi per rafforzare il dialogo, con il fine di affrontare le cause della migrazione ed adottare le misure operative nelle acque territoriali dei Paesi partner.

68

pace in Israele. Inoltre il nuovo approccio di governo è visibile anche nella nuova ridenominazione del ministro degli esteri, divenuto Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperatión (MAEC), dove la politica di cooperazione diviene parte integrante delle relazioni estere iberiche.

69Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperatión , Plan Africa 2006/2008, Madrid p.11.

70 Sistema di vigilanza satellitari, centri di internamento e pattugliamenti.

(16)

serie di accordi di cooperazione/aiuto allo sviluppo, con clausole di riammissione che permettono il rimpatrio dei migranti irregolari71.

Lo sviluppo del progetto è consistito nel redigere un piano per un primo periodo (2006-2008) e poi un secondo (2009-2012): Plan África 2006-2008 e Plan África 2009- 2012.

La prima fase durata quindi dal 2006 al 2008 prevedeva sette obiettivi principali72: 1) partecipare al rafforzamento della democrazia della pace e della sicurezza in Africa73; 2)

contribuire al 74; 3)

incrementare la cooperazione per ordinare i flussi migratori; 4) partecipare attivamente

n frica75; 5) promuovere gli scambi commerciali e

peschiere e della sicurezza energetica76; 6) rafforzare la cooperazione sia culturale che scientifica e la realizzazione di progetti culturali alla realizzazione di obiettivi di sviluppo77; 7) rafforzare la presenza politica e istituzionale in Africa78.

per ordinare i flussi migratori, i canali operativi indicati dal piano sono di due tipi: bilaterale e multilaterale.

piano multilaterale si nota la volontà della Spagna di creare partenariati attivi con la

coinvolgimento di Paesi vicini a lei vicini come Francia e Portogallo79. Riguardo al

71 di aiuto allo

sviluppo con i Paesi terzi in questione, in quanto il fine ultimo sarebbe quello di impedire ai migranti di approdare una visione APDHA, Derechos Humanos en al Frontera Sur 2008, p.14.

72Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperatión , Plan Africa 2006/2008, cit., pp.114-144 Nello specifico si vedano tutte le azioni programmate per ogni Paese

73 Con particolare attenzione: al rispetto dei diritti umani e la prevenzione dei conflitti e la successiva ricostruzione post-confli

istituzionale ai Paesi partner; alla cooperazione in materia di sicurezza e lotta contro i traffici illegali e il crimine organizzato; cooperazione in materia di lotta al terrorismo.

74 Tra gli obiettivi principali ci sono: offrire alla popolazione sostegno nelle necessità di base (educazione, alimentazione, servizi igienici, acqua potabile); sviluppare politiche sanitarie, di genere e di sviluppo e lottare

contro le pande -agricoltura-

Plan Director della Cooperacion Española 2005/2008 della pianificazione delle linee generali e Agencia Española de Cooperación International passa da un investimento 33 milioni a 90 milioni nel 2006, a superare nel 2008 i 120 milioni.

75 In particolare si voleva creare una strategia congiunta UE-Africa e potenziare la presenza dei cittadini spagnoli nelle Istituzioni comunitarie.

76

lavorative e promuo

77 In questo senso si vuole sviluppare una cooperazione culturale, scientifico-tecnica, incentivare programmi di scambi culturali e la diffusione della lingua spagnola. In questo senso la fondazione nel 2006 della Casa Africa a las Palmas

78 Nello specifico si prevede di: rafforzare la presenza delle istituzioni in Africa Sub- di funzionari d

79 In questo senso si è sostenuto la riproposizione di iniziative come la Conferenza Euro Africana su migrazione e sviluppo di Rabat (tale conferenza è stata patrocinata da Francia, Spagna e Marocco e si è tenuta tra il 10 e 11 luglio 2006) e il mantenimento del dialogo nei fori multilaterali pertinenti.

(17)

piano bilaterale invece, il governo di Madrid promuove Acuerdos Marco de Cooperación Migratoria y Readmisión finalizzati anche alla lotta contro la delinquenza organizzata, con Paesi sub-sahariani a suo avviso più rilevanti80. In questo contesto sono

impiego già presenti su territorio spagnolo) nei Paesi coinvolti. Tuttavia, data la vastità dei Paesi coinvolti, la Spagna ha classificato gli Stati partner in base alla nevralgicità dei propri interessi. Sono state quindi definite tre categorie:

P e, Senegal, Nigeria, Mali

frica Centrale ed Orientale; Angola, Namibia, Sud Africa e Mozambico ustrale; Kenya ed Etiopia . Si include anche la Mauritania per la sua importanza strategica per la sua condizione di Paese chiave

tr Maghreb ccidentale;

P pecifico81: Capo Verde, Cameron, Guinea, Guinea Bissau, Gabon, Seychelles, Sao Tomé e Principe, Ghana, Gambia e Tanzania;

Paesi di speciale attenzione82 Repubblica Democratica del Congo, Sudan e Zimbabwe.

Il Plan África

relazioni spagnole con i differenti attori del continente, insistendo su temi di lotta alla povertà, della cooperazione e dello sviluppo. Di fatto nel 2006 erano già in vigore accordi bilaterali con alcuni Stati, ma senza una logica di organicità.

Tale Piano è stato rinnovato anche per il periodo 2009-2012

alcuni obiettivi trasversali come le azioni a protezione dei diritti umani, dei diritti di genere, e azioni p

climatico. Tuttavia si riparla anche come di temi come costruzione appoggio alla democrazia, costruzione di un clima di pace e sicurezza, così come la lotta contro la povertà e lo sviluppo economico.

Ciò nonostante, il tema migratorio a continuato a rivestire un ruolo centrale; per questo il primo aprile 2009 nelle Isole Canarie si è tenuta una riunione tra la Spagna e

80 Senegal, Nigeria, Mali, Niger, Ghana, Capo Verde, Gambia. In questo periodo vengono siglati anche accordi bilaterali con il Senegal per la lotta al crimine organizzato e con il Marocco e Capo Verde per lotta al traffico illegale di esseri umani e il crimine organizzato. Questi accordi di cooperazione ed riammissione venivano ad affiancarsi a quelli già stipulati con la Nigeria e la Guinea Bissau.

81 culturale

e di cooperazione, per la potenzialità economiche turistiche o peschiere.

82 In questa categoria rientrano prevalentemente Paesi con mancanza di stabilità e che quindi possono costituire un pericolo per la pace e la sicurezza regionale.

(18)

quindici S ccidentale83, volta a coordinare le politiche pubbliche per

84. Tra i Paesi di maggiore interesse e gli obiettivi del Governo spagnolo spiccano Mauritania, Senegal, Capo Verde, Gambia e Niger. In questo senso la Spagna ha implementato la vigilanza marittima in Mauritania, Senegal e Capo Verde secondo una logica di collaborazione con i Paesi africani da dove partono più cayucos verso le Canarie85. Nel caso del Niger invece la Spagna sta lavorando in un progetto in materia di sicurezza e di vigilanza delle

forma completa. Rispetto al Gambia, il Plan África prevede la prossima apertura anjul e la continuazione dei programmi di formazione del personale locale specializzato in materia migratoria.

Riguardo ai principali risultati ottenuti presentati nel Plan África 2009-201286 sono molte in effetti le iniziative realizzate, anche se comunque dentro una logica di aiuto condizionato da accordi contenenti clausole di riammissione. Nello specifico sono stati firmati: Acuerdos de Cooperación en materia de Defensa con Capo Verde, Mozambico e Sud Africa; Acuerdos Marco de Cooperación Migratoria y Readmisión con Capo Verde, Gambia, Mali, Niger, Guinea Equatoriale; un Memorandum d'intesa con il Senegal; un Acuerdo de Regulación y Ordenación de Flujos Migratorios con la Mauritania;87

Tra i risultati più ambiziosi il Governo spagnolo segnala la concreta diffusione della Instituto Cervantes88 e la creazione di un dipartimento di traduttori ed interpreti di spagnolo nella Commissione Mali, Capo Verde, Guinea e Niger.

83 La maggior parte di questi Paesi erano paesi di transito o di provenienza degli immigranti irregolari che arrivano sulle coste delle Isole Canarie

84 A questo proposito Para el Desarollo, diretta dal MAEC a

stanziato un fondo di 10 milioni di euro per il finanziamento delle istituzioni pubbliche nei paesi partecipanti.

85 Tra i vari mezzi aerei e marittimi donati ai paesi per la collaborazione del controllo del traffico ha consegnato a questi Paesi una aereo C-212 per le operazioni congiunte di vigilanza marittima.

86Ministerio de Asuntos Exteriores y Cooperatión , Plan Africa 2009/2012, Madrid, pp.75-129.

87 Inoltre sono stati stabiliti pattugliamenti congiunti con Mauritania, Senegal, Capo verde, Gambia, Guinea Bissau, Guinea. Inoltre si sono rafforzati i posti di frontiera terrestri in Mali, dove si è creato anche un Centro di Informazione e Gestione delle Migrazioni. Si sono firmati Acuerdos de Pesca aesi subsahariani Memorandum con Mozambico, Guinea Bissau, Mauritania e Capo Verde).

88 Attualmente in tutta

annuali a maggio e a settembre (Capo Verde, Cameron, Gambia, Ghana, Guinea Equatoriale, Kenya, Namibia, Nigeria, Senegal, Tanzania e Sud Africa).

(19)

6.5 I flussi migratori verso la Spagna

Negli ultimi decenni ma

tutti i Paesi della sponda Orientale e meridionale del Mediterraneo, sono diventati sia principali zone di transito89 sia di partenza di migranti diretti verso il Continente europeo. Infatti come nota Lirola Delgado the smuggling of immigrants by sea is far from being a problem that only affects Spain 90.

A questo proposito è opportuno rilevare che sia nella maggior parte dei Paesi di

migranti economici o di rifugiati di transito o di rifugiati/richiedenti asilo) finiscono per essere considerati come un unico blocco di immigrati presumibilmente irregolari, aventi tutti le stesse caratteristiche91. Riguardo ai Paesi di transito si aggiunga che, anche se il Marocco nel 200392e la Tunisia nel 2004 hanno definito strumenti giuridici che regolano il quadro giuridico dei Paesi magrebini non è uniforme. Tuttavia nel 2007 il Governo marocchino ha firmato un Accord de Siège

HCR, al fine di

89 Non soltanto i Paesi europei risultano avere tra la loro popolazione una buona percentuale di popolazione straniera, ma anche i Paesi mediterranei alle sponde meridionali ed orientali, pur rimanendo Paesi di origine ano caratterizzati da una forte presenza di immigrati sul totale della popolazione. Questo è un problema che deve essere preso sicuramente in considerazione quando si stringono accordi di riammissione e cooperazione con i Paesi c.d. fronterizos.

90 Lirola Delgado I., Spain and the smuggling of Immigrants by Sea: an analysis in the light of the Palermo Protocol

91 Difficilmente, specie in caso di respingimenti c.d. push-back o nei traffici illeciti che gestiscono le rotte migrante ad emigrare, così che i migranti economici vengono paragonati ai rifugiati o ai richiedenti asilo.

92 La legge 02/2003, in materia di ingresso e di soggiorno degli stranieri in Marocco, di immigrazione e emigrazione illegale, ha il merito di aver unificato le precedenti leggi marocchine esistenti in materia di migrazione, normativa ereditata dal Protettorato spagnolo. Questa modernizzazione porta anche ad incorporare le moderne disposizioni della normativa internazionale in materia di diritti umani. In particolare il Marocco ha ne sono un esempio: la Convenzione di Ginevra e il suo protocollo di attuazione, la Convenzione UNCLOS, la Convenzione internazionale per la protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie , la Convenzione ONU sui diritti de

Convenzione Internazionale sui diritti dei bambini, la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, la Convenzione sulla soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, la Convenzione ONU , il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata trasnazionale e la

stata disconosciuta. Per un analisi

legge 02/2003 si veda: El Houdaigui R., La politique marocaine en matiere de lutte contre la migration illegales, ña, Marrueccos y la Unión Europea en el área del internacionales y europeos de Cádiz, Editorial Dikinson, 2012, pp.283-291. Sembra importante ricordare che -mediterraneo, attraverso il Programma MEDA, del quale il Marocco era uno tra i principali beneficiari; si noti infatti che p

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migratori che interessano il Paese e di trovare loro soluzioni durevoli quali il rimpatrio volontario e il reinsediamento93.

È certo che, in seguito agli strumenti utilizzati dai Paesi europei per controllare gli immigrazione via mare

oppure i flussi non hanno subito un arresto

ma hanno solo mutato sia le loro rotte, sempre più pericolose per la vita dei migranti stessi, sia le modalità di entrata per non essere intercettati. A questo proposito in ONG e lo stesso CESE (Comitato economico e sociale europeo) hanno segnalato che nel Mediterraneo muoiono ogni anno migliaia di persone in queste circostanze e che in taluni casi le vittime non hanno né ricevuto assistenza e sono state tratte in salvo dalle imbarcazioni civili che transitavano nelle vicinanze94; tuttavia molti sono anche i casi di respingimenti push-back (a volte finiti tragicamente con colpi di arma da fuoco) da parte sia delle autorità UE e di Paesi non UE fronterizos, coalizzate in operazioni di pattugliamenti congiunti95. A perdere la vita purtroppo non solo i c.d. migranti economici, ma anche molti rifugiati e richiedenti asilo. Dal canto suo l

igrazione irregolare: impedir que salgan y impedir que lleguen.

Un ruolo fondamentale viene attribuito anche agli uffici consolari spagnoli in tutto il mondo, da cui arrivano le richieste di visto per il transito legale. Proprio a questo proposito,

scarsa presenza consolare spagnola in Africa, rispetto ad altre zone del mondo;

illegale come unica via di accesso per la Spagna. Inoltre si noti che ciò rende difficile rilasciare visti per motivi lavorativi (contingente - autorización de residencia y trabajo), per il ricongiungimento familiare, per rifugiati e richiedenti asilo, ma anche rilasciare

93 Sul piano istituzionale marocchino tale accordo ha previsto la creazione della Direction de la Migration et de la Survillance des Frontières Observatoire de la Migration.

94 Su questo tema molto controverso si veda nel capitolo 1, il paragrafo 1.5, anche in relazione agli obblighi assunti dal comandante della nave nei confronti dei migranti. Bisogna rilevare che le violazioni ci sono anche da parte delle stesse autorità UE.

95 di incidenti e vittime riportato ogni anno sia da Fortress che Informe Derechos Humanos en la Frontera Sur o di Gibilterra e delle Canarie. A questo proposito iniziative di tale calibro sono intraprese anche dalle autorità spagnole, anche se molto spesso proprio le istituzioni e i Paesi UE puntano il dito contro i metodi e i trattamenti definiti inumani che ricevono i migranti da parte dei Paesi non UE della sponda Orientale e meridionale del Mediterraneo.

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