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Una funzione f : V → W si dice una trasformazione lineare se soddisfa le due seguenti condizioni: 1 f(u + v

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Academic year: 2022

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(1)

Facolt`a di Scienze Statistiche, Algebra Lineare 1 A, G.Parmeggiani LEZIONE 16

Trasformazioni lineari.

Def. 1. Siano V e W due spazi vettoriali su R (oppure entrambi su C). Una funzione

f : V → W

si dice una trasformazione lineare se soddisfa le due seguenti condizioni:

1 f(u + v) = f(u) + f(v) per ogni u, v∈ V ; 2 f(αv) = αf(v) per ogni v∈ V ed ogni α ∈ K.

V si chiama il dominio di f, W si chiama il codominio di f.

Esempio 1. Fissata una base ordinataB di V , la mappa delle coordinate CB : V → Kn`e una trsformazione lineare (per le propriet`a 1 e 2 della mappa delle coordinate enunciate nella lezione precedente).

Esempio 2. Se V =R2 e W =R3,

f : R2 → R3

a b

 7→

2a− b a + 3b

b

`e una trasformazione lineare, mentre

g : R2 → R3

a b

 7→

 2a− b a + 3b + 2

b

non `e una trasformazione lineare.

Typeset byAMS-TEX 1

(2)

2

Infatti:

f verifica la condizione 1 :

Per ogni u, v 2esistono a1, b1, a2, b2 tali che u =



a1

b1

e v =



a2

b2

. Si ha:

f (u + v) = f (



a1

b1

+



a2

b2

) = f (



a1+ a2

b1+ b2

)

def. di f

= 

2(a1+ a2)− (b1+ b2) (a1+ a2) + 3(b1+ b2)

b1+ b2



=

= 

2a1− b1

a1+ 3b1

b1



+ 

2a2− b2

a2+ 3b2

b2



= def. di f

f (



a1

b1 ) + f (



a2

b2 ) = f (u) + f (v)

f verifica la condizione 2 :

Sia α∈ . Per ogni v ∈ 2esistono a, b tali che v =



a

b . Si ha:

f (αv) = f (α



a b ) = f (



αa αb )

def. di f

= 

2(αa)− (αb) αa + 3(αb)

αb



=

= α 

2a− b a + 3b

b



= def. di f

αf (



a

b ) = αf (v)

g non verifica n`e la condizione 1 , n`e la condizione 2 . Perch`e ?

N.B. Se f : V → W `e una trasformazione lineare, allora f(0) + f(0) =

1

f(0 + 0) = f(0) =⇒ f(0) = 0

Proposizione 1. Siano V e W due spazi vettoriali su K (K ∈ {R, C}) ed f : V → W una funzione. Allora f `e una trasformazione lineare se e solo se

f(αu + βv) = αf(u) + βf(v), per ogni u, v∈ V ed ogni α, β∈ K.

Def. 2. Una trasformazione lineare f : V → W si dice iniettiva se u6= v

in V =⇒ f(u)6= f(v) in W , equivalentemente

f(u) = f(v)

in W =⇒ u = v

in V

(3)

3

Def. 3. Una trasformazione lineare f : V → W si dice suriettiva se per ogni w ∈ W esiste v∈ V tale che f(v) = w.

Def. 4. Una trasformazione lineare iniettiva e suriettiva si dice un isomorfismo.

Esempio 3. Fissata una base ordinata B di V , la mappa delle coordinate CB: V → Kn`e un isomorfismo (`e iniettiva per la propriet`a 3 , ed `e suriettiva la propriet`a 4 ).

Sia f : V → W una trasformazione lineare.

Si definiscano i due seguenti sottoinsiemi di W e V rispettivamente:

Im(f) ={w ∈ W | esiste v ∈ V per cui f(v) = w}

N (f) ={v ∈ V |f(v) = 0}

Im(f) `e un sottospazio di W , e si chiama lo spazio immagine della trasformazione lineare f, N (f) `e un sottospazio di V , e si chiama lo spazio nullo della trasformazione lineare f.

Im(f )≤ W :

1. w1, w2∈ Im(f ) =? w1+ w2∈ Im(f )

w1∈ Im(f ) =⇒ esiste v1∈ V |w1= f (v1)

w2∈ Im(f ) =⇒ esiste v2∈ V |w2= f (v2) =⇒ w1+ w2= f (v1) + f (v2) 1

= f (v 1+ v2),

quindi esiste v∈ V tale che f (v) = w1+ w2(si prenda ad esempio v = v1+ v2).

2. w∈ Im(f ), α∈ K =? αw∈ Im(f )

w∈ Im(f ) =⇒ esiste v ∈ V |w = f (v) =⇒ αw = αf (v) =

2 f (αv),

quindi esiste ˜v∈ V tale che f (˜v) = αw (si prenda ad esempio ˜v = αv).

N (f )≤ V :

1. v1, v2∈ N (f ) =? v1+ v2∈ N (f )

v1, v2∈ N (f ) =⇒ v1, v2∈ V =⇒ v1+ v2∈ V f (v1+ v2) =

1

f (v1) + f (v2) =

v1,v2∈N(f)

0 + 0 = 0



=⇒ v1+ v2∈ N (f )

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(4)

4

2. v∈ N (f ), α∈ K =? αv∈ N (f )

v∈ N (f ) =⇒ v ∈ V =⇒ αv ∈ V f (αv) =

2

αf (v) =

v∈N(f)

α0 = 0



=⇒ αv ∈ N (f )

Proposizione 2. Sia f : V → W una trasformazione lineare. Allora

f `e iniettiva ⇐⇒ N (f) ={0}.

Dimostrazione. Sia f una trasformazione lineare iniettiva. Vogliamo provare che N (f ) ={0}, ossia che se v∈ N (f ) allora v = 0.

Sia dunque v∈ N (f ), cio`e, per definizione di N (f ), v `e un elemento di V tale che f (v) = 0.

Poich`e f `e una trasformazione lineare, per il N.B. di questa lezione si ha che f (0) = 0.

Dunque f (v) = f (0). Da ci´o segue, essendo f iniettiva, che v = 0.

Viceversa, supponiamo ora che f sia una trasformazione lineare con N (f ) ={0} e proviamo che f `e iniettiva, ossia che

u, v∈ V

f (u) = f (v) = u = v.

Da f (u) = f (v) segue che f (u)− f (v) = 0, e poich`e f `e una trasformazione lineare, si ha che f (u)− f (v) = f (u − v). Dunque f (u − v) = 0, e quindi, essendo u − v ∈ V , otteniamo che u − v ∈ N (f ).

Poich`e stiamo supponendo che N (f ) ={0}, allora u − v = 0, ossia u = v.

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