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1. Diagnosi energetica
La prima cosa da fare è ovviamente la diagnosi energetica dell’edificio, sia sotto il profilo energetico che del comfort ambientale.
La diagnosi dell’edificio è necessaria per valutare le sue dispersioni termiche, lo stato degli impianti e per sviluppare lo studio delle soluzioni tecnologiche necessarie per diminuire i consumi.
2. Isolamento delle pareti e della copertura Isolamento delle pareti esterne mediante soluzioni come cappotto (la migliore), isolamento in intercapedine o dall’interno (quando ci sono vincoli esterni).
L’intervento sulle pareti comporta una riduzione anche del 35% delle dispersioni totali.
Con il cappotto si eliminano buona parte dei ponti termici.
Isolamento delle coperture, ristrutturando il terrazzo o il tetto con opportuna applicazione di materiale isolante, possibilmente dall’esterno (sotto tegola o su lastrico solare).
L’intervento sulle coperture comporta una riduzione fino al 20%
delle dispersioni totali.
Tetto isolato e ventilato Intervento sul solaio di calpestio
verso terreno o locali non riscaldati procedendo ad un rifacimento della pavimentazione e parallelo isolamento della struttura sottostante.
Questo intervento può comportare una riduzione di circa il 10% delle dispersioni totali.
Tutti questi interventi possono beneficiare delle detrazioni fiscali del 55%.
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3. Isolamento delle finestre
Gli elementi maggiormente disperdenti dell’involucro sono i componenti finestrati, per cui su questi bisogna intervenire in modo radicale, anche considerato che spesso il loro livello di degrado è molto alto. Gli infissi che garantiscono ottimi isolamenti utilizzano vetri basso-emissivi e una vetrocamera almeno di 15 mm riempita di gas (argon, kripton, ecc.). Inoltre hanno un telaio con taglio termico se in metallo o comunque con buone proprietà isolanti se in legno o PVC.
L’installazione di serramenti altamente efficienti, può ridurre le dispersioni totali anche del 20%.
Anche la sostituzione di vecchi infissi con nuovi modelli a norma 2010, può beneficiare delle detrazioni del 55%.
4. La ventilazione meccanica controllata
Nel periodo invernale, con un involucro edilizio efficiente, aumenta l’incidenza sul bilancio energetico dei ricambi d’aria nell’edificio; per tale motivo è necessaria l’adozione di un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore. Tale impianto risulta essere comunque già indispensabile al fine di garantire il corretto ricambio d’aria all’interno degli ambienti; infatti le sempre migliori prestazioni di tenuta all’aria dei serramenti, determinano un basso tasso di infiltrazione che lascia completamente a discrezione degli utenti il ricambio episodico dell’aria negli ambienti.
Inoltre nel periodo estivo l’impianto garantisce il ricambio dell’aria anche quando le finestre sono chiuse per bloccare l’aria calda dall’esterno.
L’installazione di un impianto VMC comporta, oltre ai benefici su indicati, anche una riduzione dei consumi fra il 5% e il 10%, a seconda delle situazioni.
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5. Impianto di riscaldamento
La sostituzione delle vecchie, dispendiose e obsolete caldaie centralizzate con nuove caldaie a condensazione a più alto rendimento, unitamente ad un eventuale rifacimento dell’intero impianto di distribuzione, consente di ridurre i costi di riscaldamento di un 15-20%. Condizioni però essenziali per una corretta ed ottimale gestione del nuovo impianto sono:
devono essere installate valvole termostatiche su tutti i corpi radianti (per il controllo della temperatura ambiente);
la temperatura dell’acqua in circolazione e in ritorno in caldaia deve essere più bassa di quella abitualmente utilizzata (dipende dal tipo di combustibile), per sfruttare il più alto rendimento raggiungibile della caldaia a condensazione;
deve essere introdotta la contabilizzazione del calore nelle singole unità immobiliari.
Laddove invece ci siano impianti autonomi al posto del centralizzato, vale sempre il suggerimento di installare caldaie a condensazione con valvole termostatiche. Oppure molto conveniente, in questi casi, risulta essere anche la sostituzione delle vecchie caldaie individuali e relativo impianto termico, con condizionatori a pompa di calore che, fra l’altro, consentono anche il raffrescamento estivo.
Infine, va ricordato che il migliore sistema di confort ambientale si raggiunge con il riscaldamento a pavimento, che distribuisce il calore per irraggiamento, eliminando il problema dei “piedi freddi e testa calda” che si ha normalmente con impianti a radiatori. Ovviamente l’installazione di un pavimento radiante è un intervento invasivo, che comporta la rimozione della pavimentazione e il rifacimento del massetto.
La sostituzione di caldaie standard con nuovi impianti dotati di caldaie a condensazione è un intervento di cui si possono detrarre il 55% delle spese.
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Altrettanto efficace è anche il riscaldamento radiante a soffitto o a parete, che si può realizzare con pannelli in cui sono affogate le tubazioni, applicati, con opportuna struttura di sostegno, al soffitto o alle pareti.
6. Impianto solare termico
Un impianto solare termico, integrato con una caldaia, garantisce un notevole contributo alla produzione di acqua calda sanitaria e può arrivare a coprire, nell’arco dell’anno, anche il 70% del fabbisogno. I pannelli solari che producono l’acqua calda vanno inseriti, dove possibile, nelle falde del tetto o su terrazzi piani o in spazi aperti comuni.
Oggi per legge, almeno il 50% di acqua calda sanitaria deve essere prodotto da fonte rinnovabile.
Il costo dell’impianto è detraibile al 55% dall’IRPEF in 10 anni.
Esempi di installazione:
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7. Impianto solare fotovoltaico
Un impianto fotovoltaico è in grado di produrre l'energia elettrica necessaria a sopperire ai consumi generali (illuminazione, caldaia, elettrodomestici, ecc.) e praticamente si autofinanzia grazie all'incentivo statale del “conto energia” erogato dal GSE SpA (Gestore Servizi Energetici).
Solitamente le installazioni più comuni avvengono su tetto o terrazzo, su tettoia parcheggi, oppure a terra su spazi condominiali. La taglia di impianto da realizzare è tipicamente da 10/20 kWp ed è in grado di generare l'energia elettrica sufficiente a coprire i consumi condivisi di un condominio di 30/60 famiglie.
Con l'impianto fotovoltaico si possono risparmiare quasi totalmente le spese dovute ai consumi elettrici ed inoltre si può ricevere dal GSE, per 20 anni, la tariffa incentivante in cui ricade il proprio impianto per tutti i Kilowattora prodotti. Non appena recuperato l'investimento (circa 10 anni) si potrà poi usufruire per altri 10 del denaro derivante dall'incentivo. Dal 20° anno in poi, non c’è più l’incentivo del GSE ma si può continuare ad utilizzare l’energia autoprodotta). Esempi di installazione di pannelli fotovoltaici:
8. Impianto geotermico
L’installazione di impianti geotermici a bassa entalpia rende la casa autosufficiente per il riscaldamento ed il raffrescamento, perché sfrutta il calore del terreno per mezzo di pompe di calore idroniche. Questo impianto beneficia della detrazione fiscale del 55% se sostituisce un vecchio impianto di riscaldamento.
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Soluzione verticale Soluzione orizzontale
9. Domotica
La domotica consente ulteriori risparmi energetici, in quanto garantisce un sistema intelligente per l’ottimizzazione della gestione degli impianti presenti. Efficienti esempi di interventi sono:
gestione climatizzazione in modo indipendente per i diversi ambienti della casa;
accensione e spegnimento luci automatico in funzione della presenza di persone;
disattivazione impianti nelle singole stanze in caso di apertura di finestre e porte esterne;
riscaldamento ridotto in caso di assenza di persone;
ricambio aria automatico in funzione dell’utilizzo dei vari ambienti;
temporizzazione dell’uso degli elettrodomestici nelle fasce orarie più convenienti;
gestione automatica di tapparelle e tende da sole, in funzione dell’irraggiamento solare.
Schema generico di un impianto domotico:
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