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Gli impatti sul sistema agricolo

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Academic year: 2022

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Gli impatti sul sistema agricolo

di Danilo Bertoni, Daniele Cavicchioli, Alessandro Olper, Roberto Pretolani

*

Nel precedente capitolo sono stati analizzati gli impatti sulle imprese dei due set- tori maggiormente coinvolte dalla riforma Fischler. Pur con tutte le cautele del ca- so si può tentare di estendere all'universo i risultati delle simulazioni.

In particolare verranno messi in luce l'entità dei premi a livello regionale e per aggregati territoriali più limitati, gli effetti delle due principali misure previste nel regolamento orizzontale 1782/2003 (disaccoppiamento e modulazione) e le poten- zialità delle nuove misure sullo sviluppo rurale (Reg. 1783/2003).

Anche da tali elementi si potranno trarre le previsioni sugli scenari a medio termine per il sistema agroindustriale lombardo descritti nel successivo capitolo.

9.1. L'entità e la distribuzione dei premi per le diverse OCM

L'avvio del tavolo tecnico tra AGEA (AGREA) e gli OPR nel dicembre 2003 per la definizione delle scelte nazionali e la verifica delle ipotesi di gestione nazionale o regionale del nuovo regime unico di pagamento sta conducendo, anche se con ritardo rispetto ad altri Stati membri dell'UE, anche il nostro Paese a stabilire le modalità applicative della riforma Fishler.

In particolare la scelta sembrerebbe orientata verso due importanti direzioni:

la scelta del 2005 come anno dell'avvio del pagamento unico aziendale;

la scelta della determinazione dei premi sulla base dei dati storici aziendali.

Invece è ancora in discussione la scelta di suddividere tra le regioni i massimali nazionali oppure di gestirli a livello centrale.

Nel primo caso verrebbe lasciato un certo margine di manovra alle regioni per decidere altri aspetti applicativi della riforma, in particolare relativamente al man-

* Il paragrafo 9.1 è stato redatto da Roberto Pretolani, il paragrafo 9.2 da Daniele Ca- vicchioli, il paragrafo 9.3 da Alessandro Olper, il paragrafo 9.4 da Danilo Bertoni

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tenimento o meno di alcuni premi parzialmente accoppiati tra le possibilità previ- ste dal regolamento.

In occasione del primo incontro avvenuto il 18/12/2003 AGEA ha trasmesso agli OPR le elaborazioni condotte sulle banche dati da essa gestite per verificare il rispetto dei massimali nazionali, la consistenza e la distribuzione del numero di agricoltori interessati, la consistenza delle superfici o dei capi di bestiame coinvol- ti, gli importi previsti nel 2005 ed in quelli seguenti.

Tra le elaborazioni consegnate da AGEA vi sono anche alcuni dati relativi alla distribuzione delle grandezze sopra ricordate per regione e per aree omogenee cor- rispondenti alle zone altimetriche provinciali utilizzate come riferimento nel piano di regionalizzazione dei seminativi.

A partire da tali dati è stato possibile svolgere alcune prime elaborazioni relati- ve alla regione Lombardia nel suo complesso e a livelli geografici più circoscritti.

Tali elaborazioni sono riassunte nelle tabelle e nelle cartine allegate, dalle quali si possono evincere alcuni dati di notevole interesse.

Occorre avvertire che i dati sono da considerarsi provvisori e che, anche nelle tabelle consegnate per regione da AGEA, vi sono diverse valutazioni per quanto riguarda la distribuzione territoriale di alcuni importi previsti. Tuttavia il quadro che si delineerà con i dati definitivi non dovrebbe discostarsi di molto da quello attualmente individuabile.

Nella tab.9.1 sono riassunte tutte le informazioni quantitative disponibili a livello complessivo regionale. I dati lombardi sono paragonati a quelli nazionali e per ciascuno è indicato il peso percentuale della regione sul complesso.

Anzitutto è importante osservare come il numero di produttori potenzialmente coinvolti ammonti in Lombardia ad oltre 55.000, di cui 50.755 con diritti storici (cioè con premi percepiti per i seminativi il riso e la zootecnia nel triennio 2000- 2002). Questi rappresentano quasi 3/4 dei produttori agricoli rilevati in occasione del Censimento dell'agricoltura 2000 e quindi la riforma coinvolgerà la grande maggioranza degli imprenditori lombardi.

La superficie interessata ammonta in regione a più di 730.000 ettari, pari ad ol- tre il 70% della Superficie agricola utilizzata regionale, ma il dato aumenterà cer- tamente con l'inclusione nel premio unico degli importi per il latte prevista al massimo nel 2008, data che potrebbe essere anticipata però al 2005. Tale superfi- cie, pari al 10,5% di quella nazionale, è suddivisa tra i diversi utilizzi tra i quali spiccano il mais (29% del dato nazionale) e il riso (42%). Elevate sono anche le percentuali dei capi che hanno ottenuto i premi speciali zootecnici, mentre il cal- colo delle quote latte, basato sui dati 1999, penalizza la regione. A tale proposito occorre una azione decisa in sede ministeriale per chiedere che la ripartizione dei due premi previsti per il latte (premio base e supplemento nazionale) sia fatta sulla base delle quote attualmente detenute da ciascuna regione.

Nella tab. 9.2 sono riportati gli importi previsti, che ammonterebbero ad oltre 504 milioni di euro per il 2005 ed a circa 546 milioni nel 2006 (a motivo dell'au- mento dei premi latte), pari rispettivamente al 12,1% ed al 12,6% del totale nazio- nale che si attesta a circa 4.200 milioni di euro.

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Occorre avvertire, tuttavia che, secondo un'altra elaborazione svolta da AGEA relativa al calcolo della modulazione, l'importo dei premi riferiti al 2006 per la Lombardia potrebbe essere superiore, pari a quasi 580 milioni di euro (i motivi della differenza tuttavia non sono spiegabili, almeno sulla base dei dati comunicati da AGEA).

Entrando nel dettaglio degli importi dei premi previsti nel 2005 si vede come, rispetto al totale di 504 milioni la maggior parte sia attribuibile alle colture (semi- nativi COP e riso) con 315 milioni (pari al 15,6% del totale nazionale); i diritti ai premi zootecnici ammonterebbero a 62 milioni (10,6% del totale nazionale) e la somma dei due importi, pari a 377,5 milioni di euro, rappresenterebbe la cifra massima teorica di aiuti "disaccoppiati" erogabili ai produttori sotto forma di pa- gamento unico aziendale. Tale cifra, come si è detto, è teorica per diversi motivi:

anzitutto in quanto gli importi verranno erogati solo dopo presentazione di do- manda da parte dei produttori aventi diritto al pagamento unico; in secondo luogo perché una frazione di tali importi potrebbe essere accantonata per mantenere premi parzialmente accoppiati rispetto alla produzione; in terzo luogo perché è calcolata al lordo della trattenuta massima del 3% per la creazione della riserva nazionale ed al lordo degli importi che verranno trattenuti agli agricoltori per le cifre che eccedono i 5.000 euro di pagamenti per azienda (modulazione del 3%

nel 2005 e del 5% nel 2007 e seguenti).

A tali aiuti "disaccoppiati" vanno sommati quelli che per il momento resteranno legati alle produzioni: gli aiuti speciali per grano duro, colture proteiche e riso (42 milioni per la Lombardia, pari al 24,8% del totale nazionale), i premi per il latte (82,8 milioni nel 2005 e 124,3 nel 2006), quelli per olio e tabacco (2,2 milioni).

Sul complesso di questi aiuti, come si è detto, verrà effettuata la trattenuta per la modulazione. Partendo dal dato di 580 milioni di euro di premi "imponibili"

calcolati da AGEA per la Lombardia, la stessa AGEA stima che il taglio del 5%

corrisponderà ad una trattenuta di 28,6 milioni di euro nel 2007, pari al 13,6% del totale nazionale di 213 milioni. Di questi 28,6 milioni, 10,2 milioni verranno resti- tuiti sotto forma di "aiuto aggiuntivo" in virtù della franchigia dei primi 5.000 eu- ro di aiuti per azienda. Il prelievo netto della modulazione risulterebbe quindi per la Lombardia pari a 18,4 milioni di euro, corrispondente al 17,5% del totale na- zionale (104,6 milioni di euro). Secondo le norme contenute nel regolamento, al- meno l'80% degli importi trattenuti attraverso la modulazione torneranno ai paesi che li hanno versati sotto forma di incremento di dotazioni finanziarie per il "se- condo pilastro" della Pac, cioè per le politiche di sviluppo rurale. Gli stati dovran- no successivamente ripartire tra le regioni l'importo restituito dall'Ue e, quindi do- vranno essere messi a punto i relativi meccanismi di ripartizione in sede naziona- le. Poiché in occasione della ripartizione dei fondi per lo sviluppo rurale di Agen- da 2000 la regione Lombardia è stata fortemente penalizzata, occorre una azione decisa per evitare che vengano utilizzati i vecchi criteri. I nuovi potrebbero segui- re modalità di ripartizione simili a quelle utilizzate a livello comunitario e, in tal caso, la Lombardia potrebbe trarne vantaggio.

Nell'ultima sezione della tab.9.2 sono riportati alcuni importi medi lordi unitari che si ricavano dividendo gli aiuti previsti per il numero di produttori o il numero di ettari. Tutti i 4 indicatori calcolati mostrano che i dati medi lombardi saranno

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notevolmente superiori a quelli medi nazionali: il premio medio complessivo per produttore dovrebbe raggiungere, sempre la lordo delle trattenute, i 9.147 euro nel 2005 ed i 9.901 nel 2006, quasi 4 volte superiore al premio medio nazionale.

Considerando solo i premi che rientreranno nel regime unico di pagamento (quelli "disaccoppiati") si ottengono gli importi medi per produttore storico (7.438 euro) e per ettaro storico dichiarato (573 euro, superiore del 44% al dato medio nazionale di 398 euro).

Nelle tabelle 9.3, 9.4 e 9.4 sono riportate alcune delle elaborazioni svolte a partire dai dati AGEA, relative alla distribuzione per province e per zone altimetriche re- gionali del numero di produttori e delle superfici interessate (tab.9.3), degli impor- ti dei premi totali e suddivisi per categoria (tab.9.4), degli importi medi dei premi per produttore e per ettaro (tab.9.4). Soffermandosi su quest'ultima tabella si può osservare come gli importi medi previsti siano fortemente differenziati tra monta- gna, collina e pianura sia per produttore che per ettaro e, ovviamente, anche a li- vello provinciale. Tali dati sono chiaramente da mettere in relazione sia alle diffe- renze strutturali delle aziende delle diverse zone che all'importanza nelle stesse delle produzioni interessate dalla riforma.

Un maggiore dettaglio, per zona altimetrica provinciale, viene fornito nelle car- tine 9.1, 9.2 e 9.3. Gli aiuti medi per produttore saranno di poco superiori a 1.000 euro nelle aree montane, attorno a 3.500 euro in quelle collinari mentre in pianura dovrebbero generalmente raggiungere, e in taluni casi superare, i 10.000 eu- ro/produttore. Analoghe differenze si riscontrano per ettaro, con valori pari a circa 100 euro in montagna, a 400-500 in collina e a 600-700 in pianura.

Tabella 9.1. - Produttori, superfici e capi coinvolti dalla riforma in Italia e Lombardia

Ambito geografico ITALIA LOMBARDIA % Lombardia

NUMERO PRODUTTORI

Totale Produttori interessati 1.692.988 55.150 3,3%

Produttori con diritti storici (Seminativi+Zootecnia) 818.595 50.755 6,2%

Produttori di Mais 329.381 38.007 11,5%

Produttori di Grano duro 334.386 643 0,2%

Allevatori Vacche Nutrici 56.503 3.720 6,6%

Allevatori Bovini Maschi 63.407 4.468 7,0%

Fruitori Premio Macellazione Vitelli 2.624 663 25,3%

Fruitori Premio Macellazione Bovini adulti 72.913 11.144 15,3%

Produttori solo Olio e Tabacco 838.975 1.848 0,2%

Produttori solo Latte 21.227 1.934 9,1%

Produttori solo Olio, Tabacco, Latte 1.734 3 0,2%

SUPERFICI E CAPI

Superficie complessiva di riferimento (Ettari) 6.986.627 732.131 10,5%

Superficie di riferimento a seminativi COP (Ettari) 4.694.180 526.889 11,2%

di cui investita a Mais (Ettari) 1.263.786 370.811 29,3%

di cui investita a Grano duro (Ettari) 1.749.524 1.726 0,1%

di cui investita a altri seminativi COP (Ettari) 1.680.870 154.352 9,2%

Superficie investita a risone (Ettari) 226.669 95.216 42,0%

Superficie a foraggere per calcolo premi zootecnici 2.004.404 110.026 5,5%

Superficie per altre colture indennizzate (Ettari) 61.374 n.d. n.d.

Vacche Nutrici (Capi) 536.351 19.407 3,6%

Bovini Maschi (Capi) 446.201 49.179 11,0%

Macellazione Vitelli (Capi) 421.267 191.196 45,4%

Macellazione Bovini (Capi) 1.486.435 350.845 23,6%

Quote latte 1999 9.858.675 3.494.601 35,4%

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA in corsivo i dati stimati

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Tabella 9.2. - Importi dei premi totali e unitari previsti in Italia e Lombardia (euro)

Ambito geografico ITALIA LOMBARDIA % Lombardia

Importo di riferimento colture (Seminativi+Riso) 2.019.921.310 315.166.978 15,6%

di cui Mais 603.554.725 185.804.868 30,8%

di cui Grano Duro 263.635.422 676.346 0,3%

di cui Altri seminativi COP e varie 1.013.084.623 70.025.326 6,9%

di cui Riso 139.646.539 58.660.438 42,0%

Importo diritti specifici (Zootecnia) 588.975.572 62.362.322 10,6%

di cui Vacche Nutrici 107.235.402 3.879.400 3,6%

di cui Bovini Maschi 93.255.120 10.295.040 11,0%

di cui Macellazione Vitelli 21.048.614 9.556.966 45,4%

di cui Macellazione Bovini 118.752.200 28.054.426 23,6%

di cui altri Zootecnici 248.684.236 10.576.489 4,3%

Importo aiuti regime unico (Seminativi + Zootecnia) 2.608.896.882 377.529.300 14,5%

Aiuti Speciali (Grano Duro, Colture Proteiche, Riso ) 169.435.814 41.959.912 24,8%

di cui Grano Duro 65.301.779 0,0%

di cui Colture Proteiche 4.698.859 190.807 4,1%

di cui Speciale Riso 99.435.176 41.769.105 42,0%

TOTALE AIUTI Regime unico + Speciali 2005 2.778.332.696 419.489.212 15,1%

Importo Latte 2005 233.591.451 82.801.072 35,4%

Importo Latte 2006 350.838.954 124.361.750 35,4%

Importo Olio e Tabacco 1.144.971.930 2.169.761 0,2%

di cui Olio 823.916.001 398.249 0,0%

di cui Tabacco 321.055.928 1.771.512 0,6%

TOTALE AIUTI 2005 4.156.896.077 504.460.046 12,1%

TOTALE AIUTI 2006 4.263.441.541 546.020.723 12,8%

IMPORTI UNITARI (EURO)

TOTALE AIUTI 2005 PER PRODUTTORE 2.455 9.147 372,5%

TOTALE AIUTI 2006 PER PRODUTTORE 2.518 9.901 393,1%

Aiuti 2005 Regime unico per produttore storico 3.187 7.438 233,4%

Aiuti 2005 Regime unico+speciali per ettaro 398 573 144,1%

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA in corsivo i dati stimati

Tabella 9.3 - Produttori e superfici coinvolti dalla riforma nelle province lombarde

Provincia Totale Produttori interessati

Produttori con diritti storici (Seminativi+

Zootecnia)

Superficie complessiva di riferimento

(Ettari)

Superficie di riferimento a seminativi COP (Ettari)

Superficie investita a risone (Ettari)

Superficie a foraggere per calcolo premi zootecnici

Quote latte 1999

VARESE 849 786 6.985 5.216 - 1.769 38.779 COMO 1.937 1.555 13.635 5.209 - 8.426 57.568 SONDRIO 2.330 1.961 21.538 623 - 20.915 55.666 MILANO 3.783 3.250 70.168 53.326 12.624 4.218 650.733 BERGAMO 4.959 4.358 54.548 34.614 14 19.920 289.062 BRESCIA 14.731 12.669 125.719 102.940 - 22.779 831.726 PAVIA 6.622 6.552 147.959 65.563 79.209 3.187 107.986 CREMONA 5.854 5.754 112.445 109.346 - 3.098 824.571 MANTOVA 11.676 11.492 126.876 105.331 1.286 20.258 612.126 LECCO 750 725 4.039 2.583 - 1.456 1.144 LODI 1.659 1.653 48.219 42.137 2.083 3.999 25.240 LOMBARDIA 55.150 50.755 732.131 526.889 95.216 110.026 3.494.601 MONTAGNA 8.442 6.155 64.392 2.290 - 62.101 132.403 COLLINA 7.791 6.741 45.308 37.565 - 7.743 214.837 PIANURA 38.911 37.853 622.431 487.034 95.216 40.181 3.147.361 Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA in corsivo i dati stimati

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Tabella 9.4. - Importi dei premi PAC previsti nelle province lombarde (euro)

Provincia

Importo di riferimento colture (Seminativi+

Riso)

Importo diritti specifici (Zootecnia)

Importo aiuti regime unico (Seminativi + Zootecnia)

Aiuti Speciali (Grano Duro,

Colture Proteiche,

Riso)

TOTALE AIUTI Regime unico + Speciali 2005

Importo Latte 2005

Importo Latte 2006

Importo Olio e Tabacco

TOTALE AIUTI 2005

TOTALE AIUTI 2006

VARESE 1.679.421 479.423 2.158.843 1.124 2.159.967 918.826 1.380.017 3.573 3.082.366 3.543.557 COMO 2.416.945 3.232.625 5.649.570 714 5.650.283 1.364.008 2.048.650 7.843 7.022.134 7.706.776 SONDRIO 191.143 1.815.033 2.006.177 - 2.006.177 1.318.954 1.980.981 376 3.325.506 3.987.534 MILANO 31.342.272 3.167.384 34.509.655 5.559.695 40.069.351 15.418.474 23.157.532 20.955 55.508.780 63.247.837 BERGAMO 15.127.879 4.404.150 19.532.030 13.353 19.545.383 6.849.036 10.286.800 25.522 26.419.941 29.857.705 BRESCIA 48.523.485 20.585.903 69.109.389 9.352 69.118.741 19.706.920 29.598.494 333.684 89.159.344 99.050.918 PAVIA 79.848.068 1.637.248 81.485.316 34.853.237 116.338.552 2.558.621 3.842.880 1.714.793 120.611.966 121.896.225 CREMONA 56.908.606 6.447.005 63.355.611 4.598 63.360.209 19.537.396 29.343.880 12.436 82.910.040 92.716.525 MANTOVA 57.960.360 18.301.087 76.261.447 600.913 76.862.360 14.503.705 21.783.608 49.917 91.415.982 98.695.885 LECCO 1.146.642 772.882 1.919.524 - 1.919.524 27.102 40.706 84 1.946.710 1.960.314 LODI 20.022.157 1.519.582 21.541.739 916.927 22.458.666 598.030 898.202 579 23.057.275 23.357.447 LOMBARDIA 315.166.978 62.362.322 377.529.300 41.959.912 419.489.212 82.801.072 124.361.750 2.169.761 504.460.046 546.020.723 MONTAGNA 707.699 6.050.731 6.758.430 167 6.758.597 3.137.162 4.711.811 160.553 10.056.312 11.630.961 COLLINA 15.361.411 6.777.087 22.138.498 11.600 22.150.099 5.090.349 7.645.369 204.238 27.444.686 29.999.706 PIANURA 299.097.867 49.531.863 348.629.730 41.948.145 390.577.875 74.573.561 112.004.570 1.804.970 466.956.406 504.387.415 Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA

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Tabella 9.5. - Importi medi previsti nelle province lombarde (euro)

Provincia

TOTALE AIUTI 2005 PER PRODUTTORE

TOTALE AIUTI 2006 PER PRODUTTORE

Aiuti 2005 Regime unico per produttore storico

Aiuti 2005 Regime unico+speciali per

ettaro

VARESE 3.631 4.174 2.747 309

COMO 3.625 3.979 3.633 414

SONDRIO 1.427 1.711 1.023 93

MILANO 14.673 16.719 10.618 571

BERGAMO 5.328 6.021 4.482 358

BRESCIA 6.052 6.724 5.455 550

PAVIA 18.214 18.408 12.437 786

CREMONA 14.163 15.838 11.011 563

MANTOVA 7.829 8.453 6.636 606

LECCO 2.596 2.614 2.648 475

LODI 13.898 14.079 13.032 466

LOMBARDIA 9.147 9.901 7.438 573

MONTAGNA 1.191 1.378 1.098 105

COLLINA 3.523 3.851 3.284 489

PIANURA 12.001 12.963 9.210 628 Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA

Figura 9.1

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA

(8)

Figura 9.2

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA

Figura 9.3

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati AGEA

(9)

9.2. Gli effetti del regolamento orizzontale: il disaccoppiamento

In questa parte si intende dare una lettura territoriale dei possibili effetti della riforma sulle produzioni e sui redditi nel settore delle coltivazioni erbacee, partendo dai risul- tati della elaborazione illustrata nel Paragrafo 8.1. Tale simulazione ha lo scopo di prevedere il probabile scenario che andrà a delinearsi nel 2007, considerando non so- lo le misure della riforma (disaccoppiamento, modulazione e modifica di alcune OCM), ma anche le dinamiche di prezzo (previste) dei prodotti agricoli.

Occorre ricordare che tale elaborazione è stata condotta su un sub-campione di a- ziende, appartenente alla Banca Dati RICA-INEA , nelle quali il Reddito Lordo deri- va, per almeno 2/3, dalle coltivazioni erbacee (ad esclusione delle aziende specializ- zate in orticole industriali e in serra).Come detto in precedenza, il campione di azien- de appartenenti alla Rete Informativa di Contabilità Agraria è considerato, per la di- stribuzione territoriale e le caratteristiche dimensionali, economiche e produttive delle aziende che lo compongono, mediamente rappresentativo della realtà agricola lom- barda. Va tuttavia rilevato come tale rappresentatività vada scemando più si operano disaggregazioni rispetto al campione regionale di partenza. Nell’analisi effettuata, tale disaggregazione si è resa necessaria, sia in termini tipologici (scegliendo le aziende specializzate nelle coltivazioni erbacee) sia in termini territoriali (considerando diver- se zone omogenee); si è così giunti a costruire delle “aziende medie” ciascuna rappre- sentativa della zona omogenea di appartenenza.

Le zone omogenee considerate sono le seguenti:

• Pavia pianura

• Milano pianura – Lodi

• Cremona pianura

• Mantova pianura-collina

• Bergamo-Brescia pianura

• Pavia collina-montagna

• Lecco-Como-Varese collina

• Brescia collina

• Como pianura

(10)

Per proiettare i risultati della simulazione condotta su tali aziende medie all’universo delle superfici regionali, si è ricorso ai dati del V° Censimento Gene- rale dell’Agricoltura Italiana del 2000 procedendo nel modo seguente:

• Per ciascuna zona omogenea e per ciascuna coltura si è calcolato il rapporto tra la superficie del sub-campione e la superficie del campione RICA

• Tale rapporto è stato moltiplicato per la corrispondente superficie della relati- va zona omogenea censuaria, ottenendo una “superficie attribuita” (si veda l’esempio di tale meccanismo di attribuzione in Tab. 9.6; è stata scelta la zona di Pavia pianura poichè è la più estesa e composita in termini di ordinamento colturale)

• Nel caso le zone omogenee derivassero dalla aggregazione di diverse zone al- timetriche provinciali (es: Varese-Como-Lecco collina, Mantova pianura- collina) si è provveduto ad aggregare le corrispondenti superfici censuarie prima di procedere all’estensione.

Tabella 9.6 - Zona omogenea di Pavia pianura: meccanismo di attribuzione delle superfici sub- campionarie ai dati censuari (tutte le superfici sono in ettari)

Superficie Peso %

Frumento 415 338 81% 9.238 7.529

Mais 1.802 1.153 64% 35.713 22.857

Riso 4.192 3.701 88% 74.043 65.378

Altri cereali 133 50 38% 3.046 1.152

Oleaginose-Proteaginose 372 287 77% 3.490 2.691

Barbabietola da zucchero 178 164 92% 4.873 4.507

Set aside 339 229 67% 4.784 3.225

Foraggere 637 178 28% 7.725 2.158

Orticole 34 20 60% 1.458 879

Totale complessivo 9.198 6.121 67% 144.370 110.376

Subcampione Coltura Superficie

campione Superficie

Censimento Superficie attribuita

Fonte: Elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Procedendo in tal modo è stato possibile estendere il dato delle superfici delle a- ziende specializzate in colture erbacee dal sub-campione RICA all’universo cen- suario, mantenendo tuttavia le medesime zone omogenee (Tab. 9.7 e Fig.9.4)

(11)

Tabella 9.7 – Stima della distribuzione per zona omogenea delle superfici di aziende specializzate in colture erbacee (superfici in ettari)

Zone omogenee Superfici 2001 (000 ha)Peso %

Pavia Pianura 110 376 36 %

Milano-Lodi pianura 61 173 20 %

Cremona Pianura 41 705 14 %

Mantova pianura-collina 40 547 13 % Bergamo-Brescia pianura 29 110 10 % Pavia collina-montagna 13 123 4 % Lecco-Como-Varese collina 2 539 1 %

Brescia collina 2 264 1 %

Como pianura 1 900 1 %

TOTALE REGIONALE 302 736

Fonte: Elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Figura 9.4 – stima della distribuzione per zona omogenea delle superfici di aziende specializzate in colture erbacee (superfici in ettari)

61.173

41.705 40.547

29.110

13.123

2.539 2.264 1.900

110.376

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000

Pavia

Pianura Milano- Lodi pianura

Cremona

Pianura Mantova pianura- collina

Bergamo- Brescia pianura

Pavia collina- montagna

Lecco- Como- Varese collina

Brescia

collina Como

pianura

Fonte: Elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Si ricorda che la distribuzione in termini assoluti e relativi delle superfici è riferita alle sole aziende specializzate in colture erbacee, non contemplando quindi le su- perfici di pertinenza delle aziende ad indirizzo zootecnico, vegetale arboreo e mi- sto. Questo spiega, in parte, il maggior peso relativo (tenuto in debito conto la SAU di ciascuna provincia) delle zone omogenee ove si concentra la coltivazione di riso (Pavia pianura e Milano pianura) rispetto alle zone di pianura a più marcata vocazione zootecnica (Cremona pianura, Mantova Pianura, Bergamo e Brescia pianura).

(12)

Le superfici in tal modo calcolate rappresentano il punto di partenza per esten- dere a livello territoriale i risultati della simulazione condotta sul sub-campione RICA.

Prima di esaminare tali variazioni a livello territoriale, si desidera sottolineare che i risultati ottenuti possano risultare distorti, rispetto alla realtà, per due motivi principali:

• Come ricordato il sub-campione RICA non è perfettamente rappresentativo di tutte le aziende specializzate in colture erbacee presenti nella regione, quindi l’attribuzione alle superfici censuarie del peso relativo di ogni coltura del sub- campione potrebbe portare a sottostime o a sovrastime

• Con l’estensione all’universo delle variazioni relative di superfici e margine lordo previste dal modello di simulazione, si verifica una amplificazione degli inevitabili errori e approssimazioni dell’elaborazione campionaria

Per questo occorre attribuire a tali risultati un valore indicativo, e non strettamente quantitativo, delle tendenze che potrebbero interessare il settore delle colture er- bacee, quando la riforma di medio termine sarà a regime.

Come sopra ricordato, le variazioni ipotizzate dal modello a carico del settore vegetale erbaceo sono principalmente di due tipi:

• PRIMA IPOTESI: VARIAZIONE DEL MARGINE LORDO, supponendo l’invarianza dell’ordinamento colturale

• SECONDA IPOTESI: VARIAZIONE DEL MARGINE LORDO E DELLE SUPERFICI COLTIVATE, considerando un parziale adattamento dell’ordinamento colturale limitato da vincoli di tipo strutturale e tecnico pro- duttivo.

Per estendere i risultati della prima ipotesi, sono stati moltiplicati i dati di redditi- vità media 2002 e 2007 riferiti all’unità di superficie (Margine lordo/ha) per le ri- spettive superfici attribuite alle varie zone omogenee. Si sono ottenuti in questo modo le variazioni di Margine lordo, in valore assoluto, dal 2002 al 2007 (Tab.

9.8)

(13)

Tabella 9.8 – Stima delle variazioni di margine lordo assolute (000 ) e relative per zona omoge- nea nell’ipotesi di invarianza dell’ordinamento colturale

Margine (000 Euro) Variazione 2001 2007 Assoluta (000 ) Relativa

Pavia Pianura 147270 147203 -67 -0,05 %

Milano-Lodi pianura 76430 74276 -2155 -2,82 %

Cremona Pianura 58973 55018 -3954 -6,71 %

Pavia collina-montagna 13132 12251 -881 -6,71 %

Mantova pianura-collina 56336 52783 -3552 -6,31 %

Bergamo-Brescia pianura 44013 41177 -2835 -6,44 %

Brescia collina 2818 2595 -224 -7,93 %

Lecco-Como-Varese collina 2383 2169 -214 -8,97 %

Como pianura 1712 1554 -158 -9,21 %

LOMBARDIA 403067 389027 -14040 -3,48 %

Zone omogenee

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Osservando le variazioni percentuali si nota come, in assenza di adattamento, le zone a maggiore vocazione risicola registrano i decrementi più contenuti (Pavia pianura e Milano pianura), decrementi che si fanno più consistenti nelle altre zo- ne; in generale si può affermare che le diminuzioni di margine nelle diverse realtà territoriali dipendano dalla superficie relativa occupata dalle colture che mostrano miglioramenti di reddito, come la barbabietola e le foraggere. Si ricorda, tuttavia, che il calcolo del pagamento unico attraverso le aziende medie genera un livella- mento fittizio, all’interno della zona omogenea, dei contributi percepiti e quindi una potenziale sovrastima nell’incremento di Margine di alcune colture con super- ficie ammissibile all’aiuto (barbabietola e foraggere, appunto).

Ovviamente i dati in valore assoluto hanno il vantaggio di fornire una misura quantitativa delle variazioni di Margine lordo, ma presentano lo svantaggio di in- corporare all’interno di tale informazione il peso di ciascuna zona in termini di superfici, come si può notare nella Figura 9.5

(14)

Figura 9.5 –Variazioni assolute di margine lordo (000 ) per zona omogenea stimate nell’ipotesi di invarianza dell’ordinamento colturale

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000 160.000

Pavia Pianura

Milano-Lodi pianura

Cremona Pianura

Pavia collina- montagna

Mantova pianura- collina

Bergamo- Brescia pianura

Brescia collina

Lecco- Como- Varese collina

Como pianura Margine Lordo 2002 Margine Lordo 2007

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Per avere un quadro più completo della variazione dei redditi, occorre considera- re, accanto al dato assoluto, il dato riferito ad ettaro, al fine di valutare quanto i decrementi di margine intacchino la redditività relativa (Tab 9.9).

Tabella 9.9 - Variazioni di margine lordo ( /ha) stimate per zona omogenea e confronto con la media regionale, ordinamento decrescente dei Margini al 2007

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Si può osservare come le variazioni di Margine lordo non intacchino sostanzial- mente l’ordine di redditività delle diverse zone, con l’eccezione di Pavia pianura che, grazie al contenuto decremento, passerebbe dal quarto posto del 2002 al se- condo posto, nel 2007.

Nella seconda ipotesi è stato supposto un adattamento negli ordinamenti colturali volto a minimizzare la perdita di Margine lordo (Tab. 9.10). Sono stati tuttavia posti dei vincoli di natura strutturale e tecnico produttiva a tali adattamenti, quali,

Margine /ha

2002 2007

Bergamo-Brescia pianura 1.512 1.415 -6,4 %

Pavia Pianura 1.334 1.334 -0,05%

Cremona Pianura 1.414 1.319 -6,7 %

Mantova pianura-collina 1.389 1.302 -6,3 %

MEDIA REGIONALE 1.331 1.285 -3,5 %

Milano-Lodi pianura 1.249 1.214 -2,8 %

Brescia collina 1.245 1.146 -7,9 %

Pavia collina-montagna 1.001 934 -6,7 %

Lecco-Como-Varese collina 939 854 -9,0 %

Como pianura 901 818 -9,2 %

Zone omogenee Variazione %

(15)

ad esempio, la limitata sostituibilità di oleaginose, proteaginose ed altri cereali nelle zone non irrigue.

Tabella 9.10 – Stima delle variazioni assolute (ha) e relative1 delle superfici a colture erbacee nell’ipotesi di adattamento degli ordinamenti colturali.

Fonte: elaborazioni DEPAAA su banca dati RICA-INEA e ISTAT

Come si può osservare, le superfici a cereali registrerebbero, in complesso, una tenuta, grazie all’incremento del mais che andrebbe a compensare il calo del fru- mento e dei cereali minori. Osservando invece la variazione dei seminativi, questi subirebbero una leggera contrazione (pari ad una perdita di quasi 2900 ha) da at- tribuirsi al calo delle colture oleaginose e proteaginose. Risulterebbero in aumento le foraggere e le orticole con un incremento di superfici pari alla perdita dei semi- nativi.

Tali tendenze, pure influenzate dalle dinamiche di prezzo dei prodotti, eviden- ziano l’effetto del disaccoppiamento che tende ad orientare le scelte produttive verso il mercato e quindi verso quelle colture più profittevoli, come il mais.

L’incremento delle foraggere deriverebbe dal fatto che, a livello aziendale, il di- saccoppiamento degli aiuti crea una sorta di livellamento virtuale del sostegno, premiando quindi quelle colture ammissibili all’aiuto che prima ne erano escluse.

Tali incrementi potrebbero tuttavia risultare sovrastimati, specie in quelle aree do- ve la diffusione della zootecnia risulti modesta e manchi, di conseguenza, un vero mercato dei foraggi.

1 Le variazioni applicate all’universo sono state ottenute dalle variazioni calcolate sul sub-campione (Paragrafo 8.1) moltiplicate per un coefficiente che tiene conto del diverso peso relativo delle colture nel sub-campione e nell’universo censuario.

Variazione Assoluta Relativa

Frumento 21 618 19 601 -2 017 -9 %

Mais 124 280 127 822 3 542 3 %

Riso 78 754 78 751 -3 0 %

Altri cereali 5 630 4 276 -1 354 -24 %

TOTALE CEREALI 230 282 230 450 168 0,1%

Oleaginose e proteaginose 20 552 17 492 -3 060 -15 %

Barbabietola da zucchero 14 471 14 468 -2 0 %

Set aside 14 609 14 609 0 0 %

TOTALE SEMINATIVI 279 914 277 020 -2 894 -1,0%

Foraggere 17 816 19 835 2 019 11 %

Orticole 5 006 5 882 876 17 %

Totale complessivo 302 736 302 736 - -

Coltura Superfici 2002 Superfici 2007

(16)

Nonostante tale adeguamento, quasi tutte le zone subirebbero ugualmente un’erosione di Margine lordo, comunque più contenuta del calo che si registrereb- be in assenza di adattamenti (Tab 9.11)

Tabella 9.11 – Stima dell’andamento del margine lordo (000 ) al 2007 con adattamento degli or- dinamenti produttivi e variazione percentuale in assenza e in presenza di adattamento

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati RICA-INEA e ISTAT

Confrontando i livelli di variazione del Margine lordo in presenza di un adatta- mento degli ordinamenti colturali volto a ridurre i decrementi dei reddito, e in as- senza di tale adattamento (Tab. 9.11) si nota nel secondo caso un generale conte- nimento nel calo dei Margini lordi, con Mantova pianura-collina che presenta la maggiore capacità di limitare le perdite, passando dagli oltre 3,5 Milioni di Euro di calo nella prima ipotesi (pari al 6,3% del Margine lordo 2002) a soli 10.000 Eu- ro (pari allo 0,02% del Margine lordo 2002) nella seconda ipotesi.

A livello aggregato regionale, l’adattamento nelle scelte produttive porterebbe a un decremento di soli 5,66 Milioni di Euro (1,4% del Margine lordo 2002) con- tro gli oltre 14 Milioni di Euro di perdita (3,8% del Margine lordo 2002) nel caso di invarianza negli ordinamenti colturali, con un minor decremento nell’ordine del 2,1% rispetto al 2002.

In conclusione è possibile affermare che il disaccoppiamento, garantendo un livel- lo di aiuto indipendente dal tipo di coltura praticata, (orticole escluse) tenderebbe a favorire (a livello aziendale e quindi anche su scala regionale) da una parte le colture la cui redditività è meno dipendente dai contributi, come il mais, e dall’altra quelle che in precedenza non beneficiavano di aiuti, come le foraggere.

E’ facilmente prevedibile che le medesime dinamiche interesseranno anche le aziende ad indirizzo zootecnico dove, tuttavia, al criterio della redditività si sosti- tuirebbe quello della convenienza alla trasformazione dei foraggi ottenuti dalle di- verse colture praticate in azienda, essendo i contributi garantiti a prescindere dal tipo di scelta adottata.

Margine (000 ) Variazione con adattamento

Variazione senza adattamento

Capacità adattativa 2002 2007 (a) (b) -(b)+(a)

Pavia Pianura 147 270 147 271 0 % -0,05 % 0,05 %

Mantova pianura-collina 56 336 56 326 -0,02 % -6,31 % 6,29 % Milano-Lodi pianura 76 430 75 019 -1,8 % -2,8 % 1,0 %

Cremona Pianura 58 973 57 091 -3,2 % -6,7 % 3,5 %

Bergamo-Brescia pianura 44 013 42 573 -3,3 % -6,4 % 3,2 % Pavia collina-montagna 13 132 12 687 -3,4% -6,7 % 3,3 % Lecco-Como-Varese collina 2 383 2 238 -6,1 % -9,0 % 2,9 %

Brescia collina 2 818 2 625 -6,8 % -7,9 % 1,1 %

Como pianura 1 712 1 576 -8,0 % -9,2 % 1,2 %

LOMBARDIA 403 067 397 407 -1,4 % -3,5 % 2,1 %

Zona omogenea

(17)

Va poi considerato che l’effetto della modulazione e delle previste dinamiche dei prezzi di mercato, sia per le colture erbacee, sia per i prodotti zootecnici, tende- ranno a ridurre i margini lordi, spingendo ancora di più le aziende ad adattarsi ai nuovi scenari contenendo le perdite e sostituendo, secondo una logica di mercato, le attività più convenienti con quelle meno convenienti.

9.3. La modulazione degli aiuti PAC: l’impatto finanziario

La modulazione dei pagamenti diretti (PD), approvata con la revisione di medio termine (MTR) rappresenta un meccanismo di taglio lineare dei PD superiori a 5.000 euro ed un conseguente spostamento delle risorse al secondo pilastro della PAC. Rispetto al vecchio modello di modulazione volontaria (art. 4, Reg. CE 1259/99) e alle precedenti proposte della MTR - modulazione dinamica e degres- sività-modulazione - l’impianto finale approvato a settembre 2003 si presenta al- quanto semplificato.

Le prime proposte della MTR del luglio 2002 prevedevano infatti un meccanismo sensibilmente più articolato, la cosi detta modulazione dinamica, che si basava su tre elementi principali: taglio degli aiuti dal 3% al 20% in 7 anni; tetto massimo di aiuti percepibili da ogni azienda pari a 300.000 euro; la possibilità di utilizzare il gettito della modulazione su tutte le misure dei PSR, incluse le nuove misure pro- poste dalla MTR (cfr. Fig. 9.6).

Nel gennaio 2003 una nuova versione di modulazione associata al concetto di degressività degli aiuti fu lanciata come proposta formale nella MTR. Questa se- conda proposta si presentava sensibilmente più articolata sia negli obiettivi che nel meccanismo di base. Infatti, per quanto concerne gli obiettivi questa versione abbandonava l’idea di strumento esclusivamente finalizzato a trasferire risorse dal I al II pilastro. Infatti la degressività dei PD prevedeva che più del 50% dei ri- sparmi realizzati dalla modulazione, sarebbero stati riutilizzati all’interno del I pi- lastro, al fine di dare sostenibilità finanziaria alle riforme di alcune importanti OCM (latte, zucchero).

Nel nuovo impianto di modulazione approvato a giugno, almeno formalmente, l’obiettivo si focalizza esclusivamente sullo spostamento di risorse al II pilastro, con un taglio di tutti i PD pari al 3% nel 2005 che salirà al 4% nel 2006 ed al 5%

dal 2007 in poi. I PD fino a 5.000 euro saranno esentati dal taglio attraverso un meccanismo di aiuti aggiuntivi, peraltro vincolato da specifici plafond nazionali pari, per l’Italia, a 104,6 Meuro a partire dal 2007.

Il concetto di degressività nella versione proposta a gennaio è stato sostituito da una ‘disciplina finanziaria’ che prevede, a partire dal 2007, una riduzione lineare dei PD nel caso in cui le previsioni di spesa dovessero pericolosamente avvicinar- si alla linea direttrice di bilancio, fissata nel compromesso di Bruxelles. Dunque, la degressività sul primo pilastro non è automatica, ma sarà legata alla sostenibili-

(18)

tà finanziaria della riforma e, in questi termini, si configura come uno strumento flessibile e ragionevole.

Alcune novità di una certa importanza sono invece emerse sul fronte delle modali- tà di utilizzo del gettito della modulazione. In primo luogo, l’1% dei fondi modu- lati resterà allo stato membro, mentre il resto sarà ripartito tra gli SM in base ai già noti criteri obbiettivi (Sau, occupati, Pil pro-capite).

(19)

Figura 9.6 – Modelli di modulazione a confronto

Modulazione volontaria (Reg.

1259/99) Proposta MTR I Proposta MTR II Riforma 'Fishler' (Reg. 1782/03)

Principali produzioni beneficiarie di PD

Colture COP, carni bovine e ovicaprine, olio di oliva, tabacco, riso

Colture COP, carni bovine e ovicaprine, olio di oliva, tabacco, riso

Tutti i prodotti che ricevono PD Tutti i prodotti che ricevono PD

Applicazione Facoltativa Obbligatoria dal 2004 Obbligatoria dal 2006 Obbligatoria dal 2005

Criteri RLS, ULA, tetto massimo

(riduzione max 20%) Tagli dal 3% al 20% in 7 anni, tetto

massimo PD a 300.000 euro Tagli dal 1% al 19% in 7 anni Tagli dal 3% al 5% in tre anni

Franchigia Facoltativa 5.000 euro fino a 2 ULA a tempo

pieno, 3.000 euro per ogni ULA in più

Restitutizione totale fino a 5.000

euro, parziale tra 5.000 e 50.000 Restitutione totale per i primi 5.000 euro (aiuti aggiuntivi)

Distribuzione del gettito Nello stato membro 3-20% taglio redistribuito tra SM con criteri obbiettivi, taglio oltre i 300.000 euro rimane nello SM

Il gettito ritorna alla UE

parzialmente per PSR e per riforme OCM (latte, zucchero); redistribuito agli SM con criteri obbiettivi

Il gettito è destinato integralmente per PSR, 1% rimane nello SM, la restante parte UE redistribuita con criteri obbiettivi; ritorno SM non <

80% taglio

Utilizzo nei PSR Misure di accompagnamento, indennità compensative ZS

Tutte le misure dei PSR + quelle nuove dalla MTR

Tutte le misure dei PSR + quelle nuove dalla MTR

Tutte le misure dei PSR + quelle nuove della MTR

Cofinanziamento Obbligatorio Non obbligatorio Non obbligatorio ? Non obbligatorio

Fonte: adattato da Commissione UE (2002 e 2003) e Henke (2003)

(20)

Poiché il tasso di modulazione aumenta negli anni (da 3% a 5%) la parte di risorse che rimangono nello stato membro si riduce proporzionalmente dal 33% al 20%, a favore della quota redistribuita dalla UE che passa dal 67% all’80%. L’altra novi- tà sul fronte della distribuzione del gettito riguarda il vincolo, fortemente voluto da Francia e Germania, secondo cui a nessun paese potrà essere tolto più del 20%

del gettito ottenuto sui propri agricoltori, valore quest’ultimo che si riduce a solo il 10% per la Germania. Tale novità ridimensiona sensibilmente gli effetti redi- stributivi netti della modulazione.

9.3.1 Cenni sulla metodologia utilizzata

Le stime riportate di seguito si basano sull’ipotesi che la struttura delle imprese per classi di aiuto rimanga invariata. In questo modo partendo dai dati dell’AGEA relativi all’analisi di impatto della riforma (AGEA, 2003), la distribuzione delle aziende relativa al 2001 è stata proiettata al 2007, tenendo in considerazione la massa totale di aiuti che dovrebbero giungere in Italia e in Lombardia a quella da- ta. Tale massa di aiuti considera l’implementazione totale della Riforma (aiuti OCM latte, riso, ecc.). Si noti che un metodo del tutto simile è stato utilizzato dal- la Commissione nello studio di impatto a livello di paesi UE (Council Working Party, 2003).

L’impatto della modulazione è dovuto a due effetti di segno opposto:

• un effetto negativo relativo al taglio di aiuti a carico delle aziende colpite dalla modulazione;

• un effetto positivo dovuto alla ridistribuzione della quota del gettito UE spet- tante all’Italia e alla Lombardia, che ritornerà agli agricoltori attraverso le mi- sure del PSR.

Per quanto riguarda la stima del taglio degli aiuti si seguirà l’approccio sopra ri- chiamato che ha il limite di sottostimare il taglio netto. Infatti l’implementazione della riforma nel suo complesso tende a ridurre le imprese in franchigia non colpi- te dai tagli (aiuti < 5.000 euro).

Per quanto riguarda la stima dell’effetto positivo relativo alle riassegnazioni degli aiuti, il punto di partenza è relativo alle stime realizzate dalla Commissione sul gettito totale della modulazione che, nel complesso, dovrebbero aggirarsi intorno a 1.200 Meuro. Partendo da questa cifra e seguendo il regolamento risulta abba- stanza semplice stimare le riassegnazioni al II pilastro di ogni stato membro. Per esempio, la quota spettante all’Italia, applicando i criteri oggettivi proposti nel re- golamento corrisponde al 12,9% del gettito UE della modulazione (= 80% gettito totale), vale a dire circa 124 Meuro teorici.2 Per arrivare alla riassegnazioni reali è

2 I risultati di seguito riportati sono leggermente diversi da quelli recentemente circola- ti e realizzati a partire dai dati della Commissione (si veda Henke, 2003 e Deserti, 2003).

Ciò è dovuto al fatto che i dati AGEA più recenti, utilizzati per il calcolo dell’impatto a livello regionale, stimano una massa di aiuti per l’Italia leggermente superiore ai calcoli della UE.

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necessario infine imporre il vincolo che ad ogni stato membro ritorni almeno l’80% (Germania 90%) dei tagli.

Il passaggio successivo si basa sulla assegnazione dei fondi per la modulazione spettanti all’Italia alle singole regioni. Tale calcolo è molto più discrezionale, poi- ché richiede delle ipotesi sui criteri che saranno scelti dal Ministero. A causa di questa incertezza nella stima, l’impatto della modulazione è stato analizzato for- mulando due ipotesi redistributive differenti. Nel primo caso si è ipotizzato che i fondi modulati siano attribuiti alle regioni con la stessa quota con cui furono asse- gnati i fondi della programmazione 2000-06. Secondo questa ipotesi la regione avrebbe una quota del 7,5% dei nuovi fondi modulati per lo sviluppo rurale. Nel secondo caso si è ipotizzata una distribuzione delle risorse a livello regionale i- dentica a quanto proposto dal riforma Fischler, applicando i parametri oggettivi (manodopera, Sau e Pil pro-capite) a livello regionale e imponendo il vincolo di ritorno ad ogni regione non inferiore all’80% del taglio subito. Utilizzando i crite- ri obiettivi, a causa dell’elevato Pil pro-capite della Lombardia, la quota regionale scende al 4,6%. Tuttavia imponendo il vincolo di ritorno non inferiore all’80% del taglio, la quota effettiva attribuita alla Lombardia salirebbe all’11,5%.

I risultati saranno discussi partendo da una breve sintesi degli effetti redistribu- tivi a livello UE. Successivamente saranno presentati gli effetti a livello di regioni italiane e, infine, quelli a livello di provincia lombarde.

9.3.2. Gli effetti della modulazione a livello di stati membri

La tabella 9.12 riporta i dati relativi al taglio della modulazione a regime (dal 2007 in poi) calcolato a partire dalle stime della UE e dell’AGEA, che tengono conto dei nuovi aiuti diretti previsti dalla riforma.

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