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Gli effetti delle nuove misure dello sviluppo rurale

Nel documento Gli impatti sul sistema agricolo (pagine 32-47)

9.4.1 La riforma delle politiche di sviluppo rurale

La revisione di medio termine della Politica Agricola Comunitaria, approvata il 26 giugno 2003, ha introdotto una conseguente modifica delle Politiche di Sviluppo Rurale, che si è concretizzata con l’approvazione del Reg. 1783/03 che integra e modifica il Reg. 1257/99, attuale strumento programmatorio dello Sviluppo Rura-le nell’Unione Europea.

Il regolamento 1783/03 non ha tuttavia apportato sostanziali modifiche all’attuale impianto delle politiche di sviluppo rurale, limitandosi ad introdurre tre nuove misure e alcune modifiche nell’ambito di misure già esistenti. Probabil-mente novità più sostanziali potrebbero arrivare con le prime proposte di regola-mento per la prossima fase programmatoria a metà di 2004 e la successiva appro-vazione nei primi mesi del 2005.

Notevole è invece l’impatto della riforma per quel che riguarda la dotazione fi-nanziaria per la realizzazione delle politiche di sviluppo rurale, che saranno deci-samente incrementate grazie al meccanismo della modulazione con il taglio degli aiuti diretti superiori ad una franchigia di 5000 euro ed il trasferimento di tali ri-sorse al 2° pilastro della PAC.

Il taglio di modulazione, che dal 2007 si stabilizzerà ad una percentuale del 5%, consentirà, a pieno regime, il trasferimento di circa 1,2 miliardi di euro annui dalla politica dei prezzi e dei mercati alla politica di sviluppo rurale con un inci-denza di circa il 25% sull’attuale dotazione e del 35% sulla dotazione relativa al periodo di programmazione 2007-2013 (dati riferiti a UE-15).

Relativamente all’Italia, a cui spetta una quota del 12,9% delle risorse modula-te (esclusa il 20% assegnato agli SM), la riforma consentirà, a pieno regime, un trasferimento di circa 130 milioni di euro annui con un incidenza sull’attuale do-tazione (644 milioni annui) del 20% e sulla futura dodo-tazione (416 milioni annui) del 31%. Tale dotazione è basata sull’ipotesi del mantenimento dell’attuale assetto dei fondi per lo sviluppo rurale (Feoga sez. Garanzia e sez. Orientamento); una seconda ipotesi che prevede l’unificazione delle risorse in unico fondo per lo svi-luppo rurale sarà prossimamente valutata dalla Commissione.

Si può notare come, nel periodo di programmazione 2007-2013, le risorse ga-rantite dalla modulazione non riusciranno a coprire interamente la diminuzione della dotazione nazionale, conseguente all’applicazione delle politiche di sviluppo rurale ai 10 Stati entranti (la quota di risorse assegnate all’Italia passerà dall’attuale 13,7% al 6,5% della programmazione 2007-2013). In termini assoluti la futura disponibilità finanziaria per lo sviluppo rurale (dotazione nazionale + modulazione) sarà inferiore di circa 100 milioni rispetto all’attuale (-15% in ter-mini percentuali). (Tab. 9.21)

Occorre sottolineare che nel 2005 e nel 2006 il taglio di modulazione (3% nel 2005 e 4% nel 2006) potrà garantire risorse aggiuntive rispetto all’attuale dotazio-ne per le politiche di sviluppo rurale.

Tabella 9.21 – Risorse assegnate per le politiche di sviluppo rurale nell’Unione Europea nei periodi 2000-2006 (dati rilevati) e 2007-2013 (dati stimati)

Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Ripartizione annua Ripartizione annua Risorse annue Risorse annue Variazione sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale reale risorse reale risorse sviluppo rurale sviluppo rurale risorse 2007-2013/

2000-2006 2000-2006 2007-2013 2007-2013 modulate1 modulate1 2007-20132 2007-20132 dotazione 2000-2006

(mln euro) % (mln euro) % (mln euro) (%) (mln euro) (%) (%)

Italia 644,6 13,7% 416,0 6,5% 130,2 10,8% 546,2 7,2% -15,3%

Austria 458,3 9,7% 121,6 1,9% 38,5 3,2% 160,1 2,1% -65,1%

Belgio 51,5 1,2% 32,0 0,5% 15,5 1,3% 47,5 0,6% -7,8%

Danimarca 48,1 1,1% 51,2 0,8% 31,1 2,6% 82,3 1,1% 71,1%

Finlandia 314,2 6,7% 57,6 0,9% 17,9 1,5% 75,5 1,0% -76,0%

Francia 726,7 17,5% 672,0 10,5% 273,5 22,7% 945,5 12,4% 30,1%

Germania 752,8 16,1% 416,0 6,5% 192,1 16,0% 608,1 8,0% -19,2%

Grecia 141,9 3,0% 236,8 3,7% 65,6 5,5% 302,4 4,0% 113,1%

Irlanda 341,3 7,3% 83,2 1,3% 30,7 2,6% 113,9 1,5% -66,6%

Lussemburgo 13,0 0,3% 0,0 0,0% 1,1 0,1% 1,1 0,0% -91,5%

Paesi Bassi 59,6 1,3% 64,0 1,0% 24,2 2,0% 88,2 1,2% 48,0%

Portogallo 216,7 4,6% 198,4 3,1% 43,5 3,6% 241,9 3,2% 11,6%

Regno Unito 166,8 3,5% 326,4 5,1% 131,9 11,0% 458,3 6,0% 174,8%

Spagna 497,3 10,6% 710,4 11,1% 185,7 15,4% 896,1 11,8% 80,2%

Svezia 161,4 3,4% 70,4 1,1% 22,1 1,8% 92,5 1,2% -42,7%

UE 15 4594,2 100,0% 3449,6 53,9% 1203,6 100,0% 4653,2 61,2% 1,3%

Cipro 6,4 0,1% 6,4 0,1%

Estonia 57,6 0,9% 57,6 0,8%

Lettonia 204,8 3,2% 204,8 2,7%

Lituania 294,4 4,6% 294,4 3,9%

Malta 0,0 0,0% 0,0 0,0%

Polonia 1798,4 28,1% 1798,4 23,7%

Rep. Ceca 172,8 2,7% 172,8 2,3%

Slovacchia 121,6 1,9% 121,6 1,6%

Slovenia 32,0 0,5% 32,0 0,4%

Ungheria 262,4 4,1% 262,4 3,5%

UE 10 2950,4 46,1% 2950,4 38,8%

UE 25 6400,0 100,0% 7603,6 100,0%

1 Somma della dotazione nazionale (20%) e del rientro agli SM tenuto conto del vincolo dell' 80% del taglio di modulazione

2 Somma della dotazione annua 2007-2013 e delle risorse provenienti dalla modulazione STATO

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati UE

9.4.2 Le nuove misure di sviluppo rurale

Le misure introdotte dalla riforma delle politica di sviluppo rurale contenuta nel Reg. 1783/03, che integra e modifica il precedente Reg. 1257/99, riguardano:

• Rispetto delle norme e adeguamento agli standards (Reg. 1257/99, capo V bis, art.21 bis, ter, quater);

• Sostegno alle aziende per usufruire dei servizi di consulenza previsti dal Reg. 1782/03 (Reg. 1257/99, capo V bis, art.21 quinquies);

• Qualità alimentare (Reg. 1257/99, capo VI bis).

Il Reg. 1783/03 inoltre introduce in misure già esistenti alcune novità inerenti:

• Il miglioramento del benessere degli animali, all’interno delle misure agro-ambientali (Reg. 1257/99, capo VI, art. 22,23,24);

• Nuovi interventi a favore dei giovani agricoltori (Reg. 1257/99 art. 5,7,8);

• Modifiche degli aiuti per aree caratterizzate da svantaggi naturali o soggette a vincoli ambientali (Reg. 1257/99 art.15,16,20).

Si procederà ora ad un’analisi dettagliata delle singole misure e sottomisure intro-dotte dalla riforma di medio termine:

1) La nuova misura sul rispetto delle norme ha l’obiettivo di promuovere una rapida applicazione delle normative comunitarie in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro, normative che nei prossimi anni dovranno essere obbligatoriamente recepite dagli Stati membri e dalle aziende agricole che vorranno accedere alla PAC, secondo il meccanismo della cross compliance. Tali norme provocheranno costi aggiuntivi e conseguenti perdite di reddito per le aziende agricole che dovranno sostenere in-vestimenti finalizzati all’adeguamento. Per questo motivo è stata predisposta una misura atta a garantire un sostegno transitorio per la copertura parziale dei costi di adeguamento.

Il sostegno viene concesso per un periodo non superiore ai 5 anni a partire dal momento in cui la normativa diventa obbligatoria, anche quando lo Stato membro non l’abbia ancora recepita, mentre è negato nei casi in cui l’agricoltore, per pro-pria negligenza, non abbia correttamente applicato norme già recepite dalla legi-slazione nazionale.

Il premio annuale massimo ad azienda per gli investimenti finalizzati all’adeguamento normativo ammonta a 10.000; i criteri per l’attribuzione di tale premio saranno definiti dagli Stati Membri in relazione agli impegni derivanti dall’applicazione delle varie norme ed in ogni caso non potranno essere commisu-rati al costo dell’investimento effettivamente sostenuto.

2) La revisione di medio termine della PAC introduce per gli Stati Membri l’obbligo di istituzione, a partire dal 1 gennaio 2007, di un sistema di consulenza aziendale

(Audit) finalizzato a facilitare l’applicazione dei criteri di gestione obbligatori in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali e benesse-re animale e delle pbenesse-rescrizioni in materia di buone condizioni agronomiche e am-bientali (Reg. 1782/03 art.13-14).L’adesione a questo strumento è a titolo facolta-tivo, tuttavia dal 2010 la Commissione si riserva di decidere se rendere obbligato-ria la partecipazione delle aziende al sistema di audit aziendale.

Il contributo erogato per il sostegno delle aziende che aderiscono al sistema di consulenza ammonta all’80% del costo ammissibile con un massimale di 1.500.

Verrà garantita la precedenza nell’accesso ai servizi per le aziende con una quota di pagamenti diretti annui superiore a 15.000 Euro.

3) La nuova misura sulla qualità degli alimenti ha lo scopo di assicurare ai consuma-tori la produzione di alimenti di qualità mediante la partecipazione delle aziende a sistemi di qualità comunitari o nazionali dei prodotti alimentari, di creare valore aggiunto alle produzioni e di informare i consumatori sulle caratteristiche dei pro-dotti di qualità.

Il sostegno è conferito, per un periodo non superiore a 5 anni, alle aziende che aderiscono volontariamente ai metodi di produzione definiti dai Regg. 2081/92 (indicazioni geografiche e denominazioni di origine dei prodotti alimentari), 2082/92 (attestazioni di specificità dei prodotti agricoli e alimentari), 2092/91 (metodo di produzione biologico) e 1493/99 (organizzazione del mercato vinico-lo). Sono ammessi al finanziamento anche i sistemi di qualità nazionali che garan-tiscono caratteristiche specifiche dei prodotti o una qualità del prodotto superiore alle norme correnti, vincoli produttivi, presenza di un organismo di verifica indi-pendente, tracciabilità dei prodotti e sbocchi di mercato per i prodotti.

Il sostegno massimo annuale per aziende che aderiscono a sistemi di certifica-zione dei prodotti ammonta a 3.000.

Viene inoltre concesso un contributo ai gruppi di produttori per l’attuazione di iniziative di informazione e promozione dei prodotti di qualità certificata, rivolte ai consumatori, nella misura del 70% dei costi ammissibili. Per quanto attiene alle sottomisure:

• Le misure agroambientali sono arricchite di una nuova linea di azione legata al miglioramento delle condizioni di benessere animale verso un livello superio-re rispetto a quello definito dalle normali buone pratiche agricole. Questa tipo-logia di impegno può essere assunta per una durata minima di 5 anni e il pre-mio massimo attribuibile ammonta a 500 per capo.

• Relativamente ai giovani agricoltori, categoria ritenuta essenziale nello svi-luppo delle zone rurali, la riforma apporta alcune novità riguardanti il premio per l’insediamento e la percentuale di finanziamento della misura di aiuto agli investimenti aziendali.

• Il premio di insediamento per i giovani agricoltori è confermato ad un massi-mo di 25.000 Euro, tuttavia per coloro che si avvalgono del sistema di consu-lenza aziendale tale importo è elevato a 30.000.

• La quota massima di finanziamento degli investimenti aziendali viene portata dal 45% al 50% (dal 55% al 60% nelle zone svantaggiate), contro il 40%

massimo delle altre categorie (50% nelle zone svantaggiate).

• Per le zone soggette a svantaggi naturali (ex art.15 Reg.1257/99) viene fissata una indennità compensativa minima di 25/ha ed un’indennità massima di 200/ha, elevabile a 250/ha in caso di circostanze motivate.

• Per le zone soggette a vincoli ambientali (ex art.16 Reg. 1257/99) viene fissato un pagamento volto ad affrontare i costi e la perdita di reddito connessi alle limitazioni imposte da alcune direttive in materia di ambiente (direttiva Habitat e direttiva Uccelli), per un periodo massimo di 5 anni ed un ammonta-re massimo di 200/ha elevabile a 500/ha in caso di circostanze motivate.

9.4.3 L’applicazione delle politiche di sviluppo rurale in Lombardia

La revisione della Pac, ed in particolare l’introduzione del meccanismo di modu-lazione di risorse dal primo al secondo pilastro, comporterà per il prossimo perio-do di programmazione una variazione dei fondi comunitari disponibili per l’attuazione delle politiche di sviluppo rurale da parte delle regioni italiane.

Con l’ingresso di 10 nuovi Stati Membri nell’UE le risorse assegnate all’Italia saranno, come segnalato precedentemente, decisamente inferiori rispetto all’attuale dotazione e nemmeno l’apporto derivante dalla redistribuzione del ta-glio di modulazione potrà interamente compensare la diminuzione di dotazione per il prossimo periodo di programmazione. Si prevede infatti una riduzione del 15% delle risorse rispetto all’attuale situazione. Tale situazione si riflette anche a livello delle singole regioni, dove tuttavia l’intensità della riduzione delle risorse per lo sviluppo rurale dipenderà dai criteri di ripartizione della dotazione naziona-le 2007-2013 (416 milioni annui) e delnaziona-le risorse modulate (130 milioni annui).

La dotazione nazionale per lo sviluppo rurale potrebbe infatti essere ripartita secondo gli attuali criteri derivanti dal negoziato di Agenda 2000 (7,5% alla Lom-bardia) o secondo i nuovi parametri introdotti con il decreto “Fischler”, basati su un indice collegato a SAU, occupati e indice di prosperità dell’attività agricola (4,6% alla Lombardia). Analoghe riflessioni riguardano la suddivisione delle ri-sorse modulate, che potrebbero essere assegnate con i vecchi criteri o secondo le indicazioni della riforma di medio termine, indicazioni che, se applicate integral-mente, prevederebbero il vincolo della permanenza di almeno l’80% del taglio di modulazione nella regione di riferimento; questa imposizione risulterebbe vantag-giosa per la Lombardia dove il taglio incide notevolmente (17% del taglio com-plessivo nazionale). A tale proposito si sono elaborate 3 ipotesi

1) Ripartizione della dotazione e delle risorse modulate secondo l’attuale criterio (Tab. 9.22);

2) Ripartizione della dotazione e delle risorse modulate secondo il criterio “Fi-schler” (Tab. 9.23);

3) Ripartizione della dotazione secondo l’attuale criterio e delle risorse modulate secondo il criterio “Fischler” (Tab. 9.24).

Tabella 9.22 – Ipotesi 1: risorse assegnate per le politiche di sviluppo rurale nelle regioni italiane nei periodi 2000-2006 (dati rilevati)e 2007-2013 (dati stimati)

Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Ripartizione annua Ripartizione annua Risorse annue Risorse annue Variazione sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale risorse risorse sviluppo rurale sviluppo rurale risorse 2007-2013/

2000-2006 2000-2006 2007-2013 2007-2013 modulate modulate 2007-20131 2007-20131 dotazione 2000-2006

(mln euro) % (mln euro) % (mln euro) (mln euro) (mln euro) (%) (%)

Lombardia 48,2 7,5% 31,1 7,5% 9,7 7,5% 40,8 7,5% -15,3%

Abruzzo 18,9 2,9% 12,2 2,9% 3,8 2,9% 16,0 2,9% -15,3%

Basilicata 26,2 4,1% 16,9 4,1% 5,3 4,1% 22,2 4,1% -15,3%

Calabria 31,9 5,0% 20,6 5,0% 6,4 5,0% 27,0 5,0% -15,3%

Campania 21,5 3,3% 13,9 3,3% 4,4 3,3% 18,3 3,3% -15,3%

Emilia-Romagna 55,3 8,6% 35,7 8,6% 11,2 8,6% 46,9 8,6% -15,3%

Friuli V.G. 14,3 2,2% 9,2 2,2% 2,9 2,2% 12,1 2,2% -15,3%

Lazio 36,4 5,6% 23,5 5,6% 7,4 5,6% 30,9 5,6% -15,3%

Liguria 12,4 1,9% 8,0 1,9% 2,5 1,9% 10,5 1,9% -15,3%

Marche 26,5 4,1% 17,1 4,1% 5,4 4,1% 22,5 4,1% -15,3%

Molise 5,0 0,8% 3,2 0,8% 1,0 0,8% 4,2 0,8% -15,3%

Piemonte 51,9 8,1% 33,5 8,1% 10,5 8,1% 44,0 8,1% -15,3%

Puglia 41,7 6,5% 26,9 6,5% 8,4 6,5% 35,3 6,5% -15,3%

Sardegna 43,2 6,7% 27,9 6,7% 8,7 6,7% 36,6 6,7% -15,3%

Sicilia 60,0 9,3% 38,7 9,3% 12,1 9,3% 50,8 9,3% -15,3%

Toscana 47,0 7,3% 30,3 7,3% 9,5 7,3% 39,8 7,3% -15,3%

Trentino A.A. 29,9 4,6% 19,3 4,6% 6,0 4,6% 25,3 4,6% -15,3%

Umbria 25,7 4,0% 16,6 4,0% 5,2 4,0% 21,8 4,0% -15,3%

Valle d'Aosta 6,2 1,0% 4,0 1,0% 1,3 1,0% 5,3 1,0% -15,3%

Veneto 42,5 6,6% 27,4 6,6% 8,6 6,6% 36,0 6,6% -15,3%

ITALIA 644,6 100,0% 416,0 100,0% 130,2 100,0% 546,2 100,0% -15,3%

1 Somma della dotazione annua 2007-2013 e delle risorse provenienti dalla modulazione REGIONE

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati UE

Tabella 9.23 – Ipotesi 2: risorse assegnate per le politiche di sviluppo rurale nelle regioni italiane nei periodi 2000-2006 (dati rilevati) e 2007-2013 (dati stimati)

Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Ripartizione annua Ripartizione annua Risorse annue Risorse annue Variazione sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale risorse risorse sviluppo rurale sviluppo rurale risorse 2007-2013/

2000-2006 2000-2006 2007-2013 2007-2013 modulate modulate 2007-20131 2007-20131 dotazione 2000-2006

(mln euro) % (mln euro) % (mln euro) (mln euro) (mln euro) (%) (%)

Lombardia 48,2 7,5% 19,1 4,6% 15,0 11,5% 34,1 6,2% -29,3%

Abruzzo 18,9 2,9% 12,1 2,9% 3,2 2,5% 15,3 2,8% -19,0%

Basilicata 26,2 4,1% 15,0 3,6% 4,0 3,1% 19,0 3,5% -27,5%

Calabria 31,9 5,0% 36,2 8,7% 9,7 7,4% 45,9 8,4% 43,6%

Campania 21,5 3,3% 41,2 9,9% 11,0 8,4% 52,2 9,6% 142,3%

Emilia-Romagna 55,3 8,6% 24,1 5,8% 6,4 4,9% 30,5 5,6% -44,8%

Friuli V.G. 14,3 2,2% 5,0 1,2% 1,6 1,3% 6,6 1,2% -53,4%

Lazio 36,4 5,6% 17,5 4,2% 4,7 3,6% 22,2 4,1% -39,1%

Liguria 12,4 1,9% 3,3 0,8% 0,9 0,7% 4,2 0,8% -66,2%

Marche 26,5 4,1% 10,8 2,6% 2,9 2,2% 13,7 2,5% -48,4%

Molise 5,0 0,8% 6,2 1,5% 1,7 1,3% 7,9 1,4% 58,5%

Piemonte 51,9 8,1% 21,2 5,1% 8,8 6,8% 30,0 5,5% -42,2%

Puglia 41,7 6,5% 62,4 15,0% 16,6 12,8% 79,0 14,5% 89,6%

Sardegna 43,2 6,7% 28,3 6,8% 7,5 5,8% 35,8 6,6% -17,1%

Sicilia 60,0 9,3% 58,7 14,1% 15,6 12,0% 74,3 13,6% 24,0%

Toscana 47,0 7,3% 16,2 3,9% 4,3 3,3% 20,5 3,8% -56,3%

Trentino A.A. 29,9 4,6% 8,3 2,0% 2,2 1,7% 10,5 1,9% -64,8%

Umbria 25,7 4,0% 7,5 1,8% 3,7 2,8% 11,2 2,1% -56,5%

Valle d'Aosta 6,2 1,0% 1,2 0,3% 0,3 0,3% 1,5 0,3% -75,3%

Veneto 42,5 6,6% 21,7 5,2% 10,1 7,8% 31,8 5,8% -25,0%

ITALIA 644,6 100,0% 416,0 100,0% 130,2 100,0% 546,2 100,0% -15,3%

1 Somma della dotazione annua 2007-2013 e delle risorse provenienti dalla modulazione REGIONE

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati UE

Tabella 9.24 – Ipotesi 3: risorse assegnate per le politiche di sviluppo rurale nelle regioni italiane nei periodi 2000-2006 (dati rilevati) e 2007-2013 (dati stimati)

Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Dotazione annua Ripartizione annua Ripartizione annua Risorse annue Risorse annue Variazione sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale sviluppo rurale risorse risorse sviluppo rurale sviluppo rurale risorse 2007-2013/

2000-2006 2000-2006 2007-2013 2007-2013 modulate modulate 2007-20131 2007-20131 dotazione 2000-2006

(mln euro) % (mln euro) % (mln euro) (mln euro) (mln euro) (%) (%)

Lombardia 48,2 7,5% 31,1 7,5% 15,0 11,5% 46,1 8,4% -4,4%

Abruzzo 18,9 2,9% 12,2 2,9% 3,2 2,5% 15,4 2,8% -18,4%

Basilicata 26,2 4,1% 16,9 4,1% 4,0 3,1% 20,9 3,8% -20,2%

Calabria 31,9 5,0% 20,6 5,0% 9,7 7,4% 30,3 5,5% -5,2%

Campania 21,5 3,3% 13,9 3,3% 11,0 8,4% 24,9 4,6% 15,5%

Emilia-Romagna 55,3 8,6% 35,7 8,6% 6,4 4,9% 42,1 7,7% -23,8%

Friuli V.G. 14,3 2,2% 9,2 2,2% 1,6 1,3% 10,8 2,0% -24,0%

Lazio 36,4 5,6% 23,5 5,6% 4,7 3,6% 28,2 5,2% -22,7%

Liguria 12,4 1,9% 8,0 1,9% 0,9 0,7% 8,9 1,6% -28,3%

Marche 26,5 4,1% 17,1 4,1% 2,9 2,2% 20,0 3,7% -24,6%

Molise 5,0 0,8% 3,2 0,8% 1,7 1,3% 4,9 0,9% -2,0%

Piemonte 51,9 8,1% 33,5 8,1% 8,8 6,8% 42,3 7,7% -18,5%

Puglia 41,7 6,5% 26,9 6,5% 16,6 12,8% 43,5 8,0% 4,4%

Sardegna 43,2 6,7% 27,9 6,7% 7,5 5,8% 35,4 6,5% -18,0%

Sicilia 60,0 9,3% 38,7 9,3% 15,6 12,0% 54,3 9,9% -9,4%

Toscana 47,0 7,3% 30,3 7,3% 4,3 3,3% 34,6 6,3% -26,3%

Trentino A.A. 29,9 4,6% 19,3 4,6% 2,2 1,7% 21,5 3,9% -28,0%

Umbria 25,7 4,0% 16,6 4,0% 3,7 2,8% 20,3 3,7% -21,1%

Valle d'Aosta 6,2 1,0% 4,0 1,0% 0,3 0,3% 4,3 0,8% -30,1%

Veneto 42,5 6,6% 27,4 6,6% 10,1 7,8% 37,5 6,9% -11,6%

ITALIA 644,6 100,0% 416,0 100,0% 130,2 100,0% 546,2 100,0% -15,3%

1 Somma della dotazione annua 2007-2013 e delle risorse provenienti dalla modulazione REGIONE

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati UE

La prima ipotesi riprodurrebbe il calo nazionale del 15% delle risorse a livello di ogni singola regione.

La seconda ipotesi produrrebbe in Lombardia una contrazione delle risorse di qua-si il 30% rispetto alla qua-situazione attuale, dovuta al pesante effetto redistributivo dei nuovi parametri su una realtà fortemente differenziata come quella italiana.

La terza ipotesi consentirebbe di mantenere le disponibilità annue per lo sviluppo rurale in Lombardia quasi inalterate (-4,4%).

Occorre segnalare che risorse aggiuntive rispetto alla dotazione attuale saranno ga-rantite nel 2005 e nel 2006 per effetto dell’esordio dell’applicazione del taglio di mo-dulazione (3% nel 2005 e 4% nel 2006).

Dopo aver considerato gli effetti della riforma e dell’allargamento sulla consisten-za delle disponibilità future per lo sviluppo rurale, si pone la questione di come le nuove misure potranno essere introdotte nell’attuale quadro del PSR della Lombardia.

La tab.9.25 mostra come sono stati ripartiti i pagamenti complessivi del 2003 (Fe-oga, Stato , Regione) fra le varie misure del PSR della Regione Lombardia. Si può osservare come le misure agroambientali, quelle per l’agroindustria e per gli investi-menti aziendali assorbano la quasi totalità dei pagainvesti-menti.

Tabella 9.25 – Ripartizione pagamenti 2003 PSR Regione Lombardia

MISURA* Mln euro %

Misura a - Investimenti aziendali 20,20 15,48%

Misura b - Giovani agricoltori 5,64 4,32%

(Misura c - Formazione) 0,04 0,03%

Misura g - Trasf. e comm. prod. agr. 24,85 19,04%

Misura l - Avviamento servizi di sost. 0,11 0,08%

(Misura m - Comm. prod. qualità) 0,23 0,18%

Misura n - Servizi ess. per econ. e pop. rur. 2,54 1,95%

(Misura p - Diversificazione) 2,10 1,61%

TOTALE ASSE 1 55,70 42,68%

Misura e - Indennità comp. zone svantaggiate 5,98 4,58%

Misura f -mis. agroambientali 27,95 21,42%

Misura f -mis.agroambientali ( reg.2078/92) 16,34 12,52%

Misura h - Imboschimento 6,39 4,90%

Misura h - Imboschimento (reg. 2080/92) 5,13 3,93%

(Misura i - Altre mis. forestali) 0,49 0,38%

TOTALE ASSE 2 62,29 47,74%

Misura j - Miglioramento fondiario 1,87 1,43%

Misura o - Rinnovam. e miglioram. vill. rur. 0,43 0,33%

Misura q - Gestione risorse idriche in agr. 3,41 2,61%

Misura r - Sviluppo e migl. infrastr. rur. 4,40 3,37%

Misura u - Lotta a flavescenza vite 2,03 1,56%

TOTALE ASSE 3 12,13 9,30%

TOTALE PSR 130,49 100,00%

* fra parentesi le misure disattivate

Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati Regione Lombardia

Risulta evidente come la contrazione delle risorse per lo sviluppo rurale renderà pro-blematica l’introduzione delle nuove misure in un quadro dove già diverse misure so-no state disattivate per mancanza di fondi.

Sebbene non si sia ancora delineata l’esatta entità di tale riduzione, questa potreb-be determinare difficoltà per le future decisioni di programmazione, difficoltà che potrebbero essere acuite se le scelte di spesa fino al 2006 non saranno oculate e pre-vederanno impegni di spesa a lungo termine.

La misura che appare sicuramente più interessante è quella relativa alla produzione di alimenti di qualità mediante la partecipazione delle aziende a sistemi di qualità comunitari o nazionali dei prodotti alimentari, misura di facile spendibilità e rivolta direttamente alle aziende agricole. Questa misura permette di predisporre un set com-pleto di strumenti di intervento per le produzioni di qualità che va dagli aiuti alla cre-azione dei sistemi di qualità e alla commercializzcre-azione dei prodotti di qualità previsti dalla misura m (tuttavia attualmente disattivata) ai nuovi interventi per l’adesione del-le aziende a tali sistemi e alla promozione dei prodotti (nuova misura).

Per quanto riguarda la misura sul rispetto delle norme e adeguamento agli stan-dard, la sua applicazione sarà proporzionale alla determinazione con la quale sarà at-tuata l’ecocondizionalità e dai criteri di definizione del premio per l’adeguamento alle normative. Analoghe considerazioni possono essere riferite all’azione relativa al be-nessere animale.

Di minore impatto risulta l’introduzione di contributi per l’audit aziendale in ordi-ne alla non obbligatorietà di tale strumento.

Un’ultima considerazione è riferita agli effetti redistributivi del taglio di modula-zione. Risulta evidente come la modulazione andrà maggiormente a colpire le provin-ce caratterizzate dalla presenza di aziende di grande dimensione, mentre le risorse tra-sferite allo sviluppo rurale saranno ripartite fra tutte le province, comprese quelle do-ve minimo sarà l’impatto del taglio. Effetto redistributivo sussisterà anche fra agricol-tori e altre categorie, infatti il taglio, riferito unicamente al settore agricolo libererà fondi per le misure dello sviluppo rurale, alcune delle quali dedicate a soggetti diversi dalle aziende agricole come l’agroindustria.

9.4.4 La conferenza di Salisburgo e le prospettive della politica di sviluppo rurale La 2a Conferenza europea sullo sviluppo rurale “Seminare oggi per il futuro del mon-do rurale. Le prospettive della politica rurale nell’Europa allargata”, tenutasi a Sali-sburgo nel novembre 2003 alla presenza del Commissario Europeo all’Agricoltura Franz Fischler, ha definito le linee fondamentali che guideranno la realizzazione delle politiche di sviluppo rurale nel prossimo periodo di programmazione 2007-2013.

La conferenza ha inoltre permesso di valutare le possibili conseguenze della recen-te riforma della PAC, che ha inrecen-teressato profondamenrecen-te, oltre alle politiche dei mer-cati, anche quelle inerenti allo sviluppo rurale, e dell’imminente allargamento

dell’Unione Europea a 10 nuovi Paesi, i quali presentano un tessuto sociale, territoria-le ed economico profondamente diverso da quello degli altri Stati Membri.

La conferenza di Salisburgo, alla quale hanno preso parte numerosi rappresentanti delle istituzioni implicate nella gestione delle politiche di sviluppo rurale (UE, Stati, Regioni) e del mondo agricolo, accademico e associativo, ha rilanciato e approfondito le tematiche lanciate dalla Conferenza di Cork del 1996, che ha posto le basi per la fondazione del secondo pilastro della Politica Agricola Comunitaria, in seguito con-cretamente realizzato mediante riforma contenuta nel documento Agenda 2000.

Tali tematiche vanno dalla necessità di un rinnovato impegno verso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale, delle aree rurali, che rappresentano ben l’80% del territorio europeo, al riconoscimento del ruolo multifun-zionale dell’attività agricola e alla necessità di una maggiore integrazione fra il mon-do agricolo e gli altri attori sociali ed economici al fine di garantire possibilità di oc-cupazione e di formazione, accesso ai servizi e un adeguato stile di vita per la popo-lazione rurale.

La Conferenza ha perciò ribadito l’importanza delle politiche di sviluppo rurale nell’ambito del complesso delle politiche agricole dell’Unione, soprattutto a fronte della sempre minore giustificazione del sostegno ai redditi, sia a livello internazionale che di opinione pubblica interna.

La Conferenza di Salisburgo ha offerto inoltre l’occasione per la valutazione dei ri-sultati ottenuti durante l’applicazione nell’Unione Europea delle 22 misure contenute nel Reg. 1257/99 nel periodo 2000-2003 e per la verifica della rispondenza di questi agli obiettivi posti alla base dell’attuale fase programmatoria. Il contributo apportato dai partecipanti alla Conferenza ha consentito di delineare il variegato panorama dell’applicazione delle politiche di sviluppo rurale, dove accanto a situazioni che permangono piuttosto preoccupanti in relazione alla diminuzione e invecchiamento della popolazione rurale e all’abbandono del territorio da parte dell’attività agricola, sussistono motivi di speranza legati ad una positiva e proficua valorizzazione delle risorse presenti.

Al fine di garantire uno sviluppo sostenibile per le aree rurali occorre quindi in-crementare il loro tasso di attrazione mediante il potenziamento di tutte le realtà so-ciali ed economiche presenti, evitando di limitare il raggio di azione degli interventi alla sola attività agricola, la quale tuttavia rimane l’elemento chiave caratterizzante tali zone in virtù della sua funzione chiave di presidio della maggior parte del territo-rio.

Particolarmente importante è stato l’apporto dei 5 gruppi di lavoro organizzati nell’ambito della Conferenza di Salisburgo, all’interno dei quali si sono confrontati tutti gli attori dello sviluppo rurale e di sono dibattuti diversi temi. I gruppi di lavoro hanno riguardato: agricoltura competitiva, paesaggio rurale, vitalità economica e so-ciale delle aree rurali, coinvolgimento degli attori locali e semplificazione.

In merito al tema della competitività dell’agricoltura europea la Conferenza di

In merito al tema della competitività dell’agricoltura europea la Conferenza di

Nel documento Gli impatti sul sistema agricolo (pagine 32-47)

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