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Ad ognuno di questi temi dedicheremo un articolo con gli approfondimenti di ciascun candidato, cominciando dal turismo. Ecco cosa ci hanno risposto.

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Academic year: 2022

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LECCO – Turismo, mobilità e trasporti, opere pubbliche, sicurezza e decoro urbano, lavoro e sociale: a poco più di tre settimane dalle elezioni abbiamo incontrato i cinque sindaci del Comune di Lecco, chiedendo a ciascuno di loro di esprimersi su alcune delle tematiche più discusse in città e di illustrare le rispettive proposte.

Ad ognuno di questi temi dedicheremo un articolo con gli approfondimenti di ciascun candidato, cominciando dal turismo. Ecco cosa ci hanno risposto.

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Secondo Lei Lecco è una città turistica?

ALBERTO ANGHILERI (Con la Sinistra Cambia Lecco) – “Turismo a Lecco vuol dire lago, montagna e ferro, tre elementi che caratterizzano la storia della città e che credo debbano essere al centro delle politiche del Comune. E’ chiaro che a Lecco non si può pensare ad un turismo di massa, ma può essere incrementato un turismo di nicchia.

Il turismo deve essere uno dei motori per far ripartire Lecco, insieme a cultura e industria”.

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LORENZO BODEGA (Bodega sindaco Sì, NCD, Destra per Lecco) – “Diventare una città turistica è un processo lungo, nel quale Lecco deve impegnarsi. In primo luogo in città devono esserci le adeguate strutture recettive, come alberghi e

parcheggi, e vanno create le condizioni per una corretta accoglienza dei turisti, ad esempio fornire ai visitatori delle guide sulla città e le attività che possono essere fatte nel nostro territorio. Importante è anche il fattore economico: un turista che viene a Lecco non deve essere massacrato da conti esagerati, altrimenti non sarà propenso a tornare”.

VIRGINIO BRIVIO (PD, Appello per Lecco, Vivere Lecco) – “Nel breve periodo il turismo non sarà l’architrave che può soppiantare la tradizione manifatturiera. In una città che si evolve in un contesto economico nuovo, il turismo dovrà però avere un peso in più. Questo significa investire su due linee direttive ed una di queste è l’aumento dei posti letto, perché una città diventa turistica quando passa dall’ospitare visitatori giornalieri o

“mordi e fuggi” ad una stanzialità anche di pochi giorni, che però fa la differenza. Nel PGT sono state considerate sia la possibilità di costruzione di nuove strutture che l’allargamento di strutture già esistenti e speriamo che queste occasioni vengano colte. Perché visitare Lecco? Abbiamo una leva fondamentale che è quella dell’ambiente sulla quale costruire degli itinerari da trasformare in pacchetti turistici, ovvero riuscire a vendere questo

prodotto. Su questo abbiamo bisogno di imprenditori e consorzi che lo facciano di mestiere.

Il Comune può essere lui stesso imprenditore proponendo quello che ha, dai musei all’azienda di trasporto, anche con sconti e biglietti integrati”.

ALBERTO NEGRINI (Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Viva Lecco) – “Lecco è una città con caratteristiche invidiabili, ha il lago e le montagne cosa che fa

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automaticamente pensare al fatto che sia già una città turistica, ma attualmente il turismo è l’aspetto meno considerato nel PIL della città. Al nostro territorio non mancano le

potenzialità, ma bisogna lavorare per costruire capacità di proposte adeguate”.

MASSIMO RIVA (Movimento Cinque Stelle) – “Siamo convinti che la vocazione turistica di un territorio non la si inventi dall’oggi al domani, ma che si debbano creare le condizioni per un suo graduale sviluppo, che non esclude la riscoperta della vocazione produttiva ed imprenditoriale lecchese. Lecco deve puntare su un turismo di qualità e non su un turismo mordi e fuggi domenicale. Per questo motivo non riteniamo necessarie mega strutture ma tante piccole realtà, come i Bad&breakfast, integrate nel contesto cittadino volte a fare rete: in questo modo avremo un turismo diffuso, sostenibile e garante di un’adeguata offerto per tutto l’anno”.

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Una delle carenze in termini di strutture ricettive a Lecco riguarda sicuramente l’ostello della gioventù: che progetti avete?

ANGHILERI – “L’Ostello della Gioventù Ostello deve essere finito perché lasciarne la struttura così non ha senso, brutta da vedere e inutile se non verrà terminata. La città ha bisogno di un ostello, averlo vorrebbe dire attrezzarsi per poter ospitare meglio quanti visitano la città o frequentano le nostre montagne”.

BODEGA – “L’ostello della gioventù è un esempio di grande opera incompiuta che rientra in un elenco regionale e che andrebbe definita a breve termine. A mio tempo avviai una

trattativa affinché l’ostello della Gioventù potesse ricevere finanziamenti sia dal Comune

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che dalla Provincia, che si aggiravano introno ai 2 milioni di euro, poi ci fu la posa della prima pietra in pompa magna e da lì si fermò tutto. Le motivazioni di questo stallo sono legate alla mancanza di fondi e a dei problemi circa gli appalti, conosciamo tutti i tempi della giustizia amministrativa, ma a questo punto direi che di anni ne sono già passati abbastanza ed è arrivato il momento di intervenire”.

BRIVIO – “Abbiamo due possibilità: la prima che Regione Lombardia ci dia una mano per capire se si possa avere un’esenzione nel patto di stabilità regionale, così come avvenuto per i progetti su Expo; la seconda strada potrebbe essere quella di fare un bando unico di gestione e costruzione come si è pensato sul Bione, rendendo compatibile la spesa ai fini del patto di stabilità e alleviando l’impatto sulle casse del Comune”.

NEGRINI – “Di fronte a situazioni come l’ostello della gioventù è facile gridare allo scandalo, ovviamente le opere incompiute devono avere evidenza, ma bisogna studiarne bene i motivi che hanno impedito l’ultimazione dei lavori. L’auspicio è quello di terminarlo, specialmente per il fatto che più volte mi sono sentito chiedere se a Lecco ci fosse un ostello o una struttura simile adatta a ricevere i giovani turisti e non poter dare una risposta

positiva è un dispiacere”.

RIVA – “L’ostello andrà completato nel più breve tempo possibile, magari coinvolgendo i privati in un’opera di ‘mecenatismo’. Se non ci fossero i fondi e le risorse per completarlo allora il suo abbattimento non è da escludere. Di sicuro non verranno tollerati ‘scheletri di cemento’ che arredano la città”.

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Che cosa ne pensa del progetto del porto alla Malpensata?

ANGHILERI – “A mio parere serve una struttura di piccole dimensioni, nessun progetto

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faraonico come quelli proposti in passato. A questo però va unita la riqualificazione

dell’intero lungo lago e creazione di un lido. Siamo infatti tra pochissime città affacciate sul lago dove però non è possibile fare il bagno”.

BRIVIO – “Assolutamente sì, di dimensioni modeste. C’è un progetto che l’autorità di bacino sta elaborando che nelle linee essenziali è già stato presentato in commissione consiliare, i progettisti stanno andando avanti e nei prossimi mesi faranno tutti gli approfondimenti con le autorità competenti. Chi governerà la città si troverà un lavoro importante già

preparato”.

BODEGA – “Ho sempre sostenuto che il porticciolo di Lecco andasse alle Caviate ed per questo era stato inserito nel Pgt. Volendo fare una proposta rivoluzionaria credo che la collocazione ideale di un porticciolo non sarebbe né la Malpensata né le Caviate, ma il Golfo di Lecco, non essendo possibile ritengo migliore la soluzione di costruirlo alle Caviate, anche se non voglio chiudere la porta a nessun progetto, purché sia fattibile nei termini pratici e che non sia destinato a rimanere chiuso in un cassetto”.

NEGRINI -“Il porto è una questione centrale se per Lecco si vuole avere una prospettiva di sviluppo. Ora esiste il progetto del porticciolo alla Malpensata, mentre in precedenza si era pensato di costruirlo in zona Caviate, ma prevedeva dei volumi edilizi inaccettabili, quasi da speculazione, cosa che avrebbe causato un imbruttimento della costa. Il porticciolo della Malpensata, invece, a mio avviso è un progetto adeguato perché è fattibile anche

nell’immediato e può essere accompagnato anche dalla realizzazione di una spiaggetta e di strutture per la ristorazione, facendo diventare quella zona del lago un fiore all’occhiello per tutta la città che funzionerebbe da richiamo per i turisti. Come associazione di categoria avevamo fatto già delle osservazioni al Pgt per la realizzazione di questo progetto che ritengo importantissimo anche perché può essere ulteriormente allargato alla zona delle Caviate con delle strutture adatte agli sport di lago”.

RIVA – “Non siamo contrari all’insediamento di un piccolo porticciolo dal contenuto impatto ambientale, a patto che sia preventivamente valutata la sua reale necessità con accurati studi ed analisi. A nostro giudizio sono altre le priorità in cui investire risorse pubbliche”

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Lago e montagna sono indubbiamente due elementi caratterizzanti di Lecco, cosa si può fare per valorizzarli al meglio?

ANGHILERI – “Innanzitutto va garantita maggiore fruibilità. Chi viene a Lecco per recarsi

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in montagna non trova nemmeno un’indicazione per raggiungere i sentieri. Inoltre, il mondo alpinistico lecchese è noto in mondo tra gli appassionati della montagna, per questo motivo ritengo sia interessante la realizzazione di un museo per narrare le gesta dei nostri alpinisti.

Lo stesso per quanto riguarda un altro ambito che caratterizza la storia di Lecco, il ferro: i nostri lavoratori hanno contribuito alla costruzione di opere importantissime in Italia, penso al ponte sul Bosforo per esempio; allora perché non pensare ad un museo del ferro, magari riutilizzando in ambito culturale un’area industriale dismessa. Abbiamo il lago ma in città non è possibile fare il bagno: siamo favorevoli alla realizzazione di un piccolo porto alla malpensata, va però anche riqualificato l’intero lungo lago che, rispetto a Malgrate, è rimasto indietro di cinquant’anni. Per garantire una maggiore fruizione, il lungolago andrebbe chiuso la sera nei giorni della settimana, tutto il sabato e la domenica, pensando alla realizzazioni di nuovi parcheggi fuori dal centro”.

BODEGA -“Innanzitutto andrebbe rivista la navigazione sul lago che non dovrebbe necessariamente essere affidata in esclusiva alla Navigazione del Lago di Como, ma

andrebbero incentivati anche gli operatori privati, anche con idee semplici come ad esempio potrebbe essere recuperato il progetto delle Lucie per turisti, che c’erano già 40 anni fa.

Credo, inoltre, che dovremmo contare anche sui tour operator capaci di attirare nella nostra città i turisti. Queste sono tutti accorgimenti non impegnativi, che non prevedono ingenti spese, ma sono capaci di offrire molte opportunità. La montagna di per sé offre tanto, abbiamo già importanti itinerari che andrebbero pubblicizzati in modo più efficace. Le strutture alberghiere e ristorative, infine, dovrebbero poter proporre pacchetti di soggiorno a prezzi accessibili”.

BRIVIO – “Dobbiamo tenere insieme due dimensioni: lago e montagna sono palestre naturali che possono attirare gli sportivi, sono però anche due realtà che si prestano bene per un turismo di tipo familiare. Dobbiamo posizionare il nostro prodotto. Riguardo alla montagna penso al miglioramento dei sentieri, il progetto delle falesie e la sistemazione delle aree di sosta per le famiglie, poi la valorizzazione dei Piani d’Erna che già sono interessati da un grande afflusso di visitatori e che necessitano sia di una sistemazione delle aree comunali, soprattutto degli spazi a monte, all’arrivo, che in questi anni non siamo stati in condizione di attuare, ma anche di una progettazione specifica che li renda più attrattivi con proposte. Per il lago si è pensato ad un progetto di riqualificazione del lungolago con il porticciolo alla Malpensata, già previsto nel PGT, e questa espansione verso la Malpensata significa anche un concetto di lungolago più lungo, perché uno dei limiti di un certo turismo è che si

concentra molto nella zona tra il monumento ai caduti e l’imbarcadero. C’è poi la

realizzazione della ciclopista tra Lecco e Abbadia ma avere un lungolago vissuto e animato significa interventi, il porto ma anche un ristorante, un albergo e un parcheggio alle Caviate

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dove c’è possibilità di snodo tra lago e montagna”.

NEGRINI -“Il lago non è mai stato sfruttato in modo ottimale, la Canottieri è una struttura benemerita che ha saputo darci tanta gloria, sfornando campioni del calibro di Antonio Rossi, ma lo sport di lago di è evoluto, ora difficilmente i turisti vengono qui con le canoe per pagaiare, adesso è più in voga il kitesurf e bisogna saper sfruttare la ricchezza di questa dinamicità creando delle strutture, ad esempio usando le gradinate delle Malpensata che vanno verso le Caviate, o aree attrezzate funzionali che la tecnologia ci permette di realizzare usando appositi galleggianti. Si potrebbero realizzare anche delle piscine lago, come quelle di Varenna. Le risorse per questi progetti ci sarebbero perché a questi progetti conseguirebbero grossi indotti economici, quindi sarebbero attirati imprenditori,

ovviamente sotto lo stretto controllo del Comune che deve evitare qualsiasi speculazione.

Per quanto riguarda la montagna, invece, a livello di itinerari per passeggiate è già così una grande risorsa e sul piano dello sport è già presente una cultura di storica importanza”.

RIVA – “Tanti sono i nomi illustri legati alle nostre montagne e al nostro lago: la tradizione sportiva della città va mantenuta attraverso un adeguato sostegno come ad esempio la promozione delle manifestazioni che onorino questi successi. Concretamente, riorganizzare gli autobus domenicali potrebbe essere un incentivo per chi viene da fuori a raggiungere i nostri monti. Ad oggi l’unico bus che collega il centro città con l’inizio di un sentiero è la linea 5 che non transita dalla stazione ferroviaria. Pensiamo di istituire appositi mezzi che colleghino la stazione ferroviaria ai punti di partenza dei principali sentieri montani della Grigna, Grignone, Medale, Erna, Resegone. Ciò permetterebbe una rivalutazione del territorio ed un incentivo alla pratica sportiva oltre che un alleggerimento del traffico veicolare che troppo spesso intasa i pomeriggi domenicali e festivi. Per far ciò sarà opportuno definire accordi con Trenord anche per avere tariffe agevolate e magari un

biglietto unico comprensivo di tutti i mezzi. Parallelamente riteniamo opportuno incentivare un turismo ciclistico che permetterebbe agli appassionati di godere delle bellezze

paesaggistiche che Lecco ha da offrire”.

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Lecco città del Manzoni: parlando di turismo culturale, come pensate di incentivarlo?

ANGHILERI – “Basta guardare Villa Manzoni e le sue condizioni per capire che va ripensato e valorizzato meglio questo patrimonio che la città possiede. La casa di Lucia ad Acquate è di un privato ed è sempre chiusa ai visitatori che, anche degli altri luoghi manzoniani, riescono a conoscere e visitare ben poco. Il Manzoni dovrebbe essere utilizzato come brand per attrarre turisti, cosa che ora non è”.

BODEGA -“La prima delle iniziative da recuperare è il Corteo Manzoniano che, aldilà dei costi iniziali che ci sono stati, l’averlo abbandonato ha causato una perdita perché avrebbe potuto camminare con le proprie gambe. Tra i luoghi manzoniani, invece, la priorità spetta a Villa Manzoni. A mio tempo, quando ero in Parlamento, avevo fatto avere una bella cifra alla parrocchia di Chiuso destinata alla ristrutturazione del Beato Serafino Mazzucconi, quindi è possibile trovare dei canali per ottenere risorse finanziare con lo scopo di intervenire sugli itinerari manzoniani. Tutte le proposte, però, devono essere serie oppure devono essere abbandonate, ad esempio se la casa di Lucia deve essere un portone chiuso allora è meglio evitare di presentarla”.

BRIVIO – “Il perno centrale è dare compimento al progetto della Casa museo del Manzoni collocata a piano terra di Villa Manzoni, nell’ambito del finanziamento concesso dal

Ministero. Bisogna anche costruire quel percorso manzoniano con uno sguardo non solo ai luoghi veri o presunti ai quali il Manzoni ha suggestivamente descritto il suo romanzo, ma anche collegandoli a percorsi che richiamano a delle vedute che ritroviamo nei Promessi Sposi. Anche delle interrelazioni, come quella tra il convento di Pescarenico e il Beato Serafino di Chiuso, che le parrocchie stanno iniziando a fare, la salita del campanile, non sono luoghi manzoniani ma devono essere inserite in un percorso proposto ai turisti”.

NEGRINI -“Io credo che sia necessaria una riorganizzazione degli spazi con

un’implementazione di strumenti multimediali in grado di offrire una proposta adatta alle

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nuove generazioni, ad esempio un museo come quello della casa del Manzoni si presenta in maniera ‘antica’ e non è adatto a un pubblico giovane. L’attuale amministrazione ha dovuto fare delle scelte e non credo che l’aver abbandonato la cultura del Manzoni sia stata una cosa voluta, bisogna tener conto delle difficoltà presenti, ma è necessario porsi come obiettivo il riporre la cultura legata al Manzoni in ottica più moderna. Il romanzo “I

Promessi Sposi” parla di un amore contrastato, espetto che è sempre stato poco enfatizzato, quando invece è molto attuale e sfruttabile. I luoghi manzoniani da sempre sono

un’incompiuta, esempio la ristrutturazione della via dei Bravi che ha cancellato i riferimenti storici o la Casa di Lucia, invece potrebbero essere fonte di grandi opportunità”.

RIVA – “Lecco non è nota solo per il Manzoni, sono davvero tante le personalità significative dal punto di vista culturale: penso ad Antonio Ghislanzoni, famoso librettista d’opera,

all’abate Antonio Stoppani, all’architetto Giuseppe Bovara. Insomma la tradizione culturale della città non va dimenticata così come le sue bellezze medievali. Per questo motivo

vogliamo realizzare un percorso storico cittadino volto a rendere accessibile ai turisti la

‘Lecco sotterranea e medievale’ : fulcro di questo percorso saranno la Torre Viscontea e il Vallo delle Mura che andranno ad associarsi ai tradizionali percorsi Manzoniani. Puntiamo ad una promozione turistica in stretto connubio con la cultura: rientrano in questo progetto la promozione di premi letterari e concorsi musicali”.

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Turismo giovanile, che progetti ci sono per rendere Lecco una città “a portata di giovani”?

ANGHILERI – “Bisognerebbe ridare vita ai circoli dei rioni, che in gran parte non sono utilizzati, dare la possibilità di fare eventi musicali e mettere in condizione il privato di organizzare iniziative che attirino i giovani. C’è il problema dei cinema che a Lecco

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praticamente non esistono più dopo che hanno chiuso Nuovo e Mignon. Non è il Comune che deve costruire un cinema, però può incentivare il privato a farlo”.

BODEGA – “Io sostengo che chi vive in centro città deve avere tolleranza verso la ‘vita notturna’, che non può terminare alle 11 di sera, bisogna trovare dei punti di incontro. Una città capoluogo di provincia non può essere spenta, oltre alle attività ricreative e culturali nelle piazze o in altri luoghi pubblici che devono rivolgersi a una fascia ampia di persone, si dovrebbero riprendere in considerazione alcune proposte circa la possibilità di creare un cinema multisala. Oggi un giovane che arriva a Lecco trova ben poco e ci siamo anche fatti scappare alcune importanti iniziative, come il Nameless. L’amministrazione deve imparare a dare l’opportunità di fare a quei privati intraprendenti e non ostacolarli, prendendo esempio anche da altre città che si trovano ad affrontare gli stessi problemi di Lecco, ma hanno trovato soluzioni efficaci.

BRIVIO – “Noi abbiamo iniziato mettere in cantiere qualcosa in questi anni, riportando eventi che erano stati un po’ allontanati dalla città come le iniziative dei gruppi musicali giovanili e quelle alla Piccola, il Nameless per due volte al Bione. Per contemperare alle esigenze dei residenti andrebbe costruito un ragionamento con commercianti, cittadini e associazioni per individuare aree da dedicare a questi eventi. Avremmo due possibilità da giocarci: la Piccola come polo molto leggero, con strutture sportive all’aperto o un palco permanente, con attività redditive complementari a quelle che non ci sono al Politecnico, come bar e ristoranti; l’altro tema è la valorizzazione del centro sociale di Germanedo che potrebbe diventare un laboratorio con il maggiore protagonismo delle associazioni giovanili, un luogo che già c’è e che potrebbe essere usato meglio, come l’Informagiovani sta

cercando di fare da qualche anno. Un’altra area destinata ad iniziative più importanti credo che la città debba averla, vedremo quale sarà la decisione del ministero riguardo all’area degli spettacoli viaggianti del Bione”.

NEGRINI -“Io resto cauto da questo punto di vista, non perché credo non sia necessario incentivare la vita sociale a Lecco, ma perché credo non spetti a me fare le proposte. Ho voluto creare una lista civica che fosse espressione di se stessa e voglio che i giovani

riescano a esprimersi. Ho le miei idee e ci tengo al dialogo, ma il compito di creare proposte per i giovani spetta appunto ai giovani”.

RIVA – “In città, è evidente, manca un polo di aggregazione giovanile, mancanza di cui risentono innanzitutto i giovani lecchesi. Abbiamo individuato come possibile struttura adatta ad ospitare un centro di questo tipo l’area Leuci: qual’ora i tentativi compiuti per tutelare gli interessi dei lavoratori dell’azienda fallissero è necessario scongiurare che l’area diventi fatiscente. Lì potrebbero essere realizzati diversi esercizi per consentire ai giovani

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svago e aggregazione, come sale da ballo, laboratorio musicale, cinema, laboratori

informatici. Dal punto di vista turistico pensiamo che un’importante attrattiva sia costituita non solo dal centro cittadino ma anche dalle realtà rionali: promuovere eventi e

manifestazioni per i giovani incentiverebbe una rete ‘vitale’. Pensiamo che debba essere istituita una Consulta Giovanile che lavori in stretto contatto con l’amministrazione

comunale, valido supporto per cercare di arginare il problema dell’assente vita notturna in città”.

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