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Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 Comma 20/B, Legge 662/96- Filiale di Forli : z DICEMBRE}1.998 TASSA RISCOSSA - TASSA PERCUE: RIMINI

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eres Spedizione in abbonamento postale

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45% Art. 2 Comma 20/B, Legge 662/96- Filiale di Forli : z DICEMBRE}1.998

TASSA RISCOSSA - TASSA PERCUE: RIMINI FERROVIA f :

(2)

Roncalli é statoil cireo chepit: di ogni altro ha affermatoil concetto di circo di regia negli ultimi vent’anni. Ma forselo spettacolo del 1998 nontieneil ritmo dei migliori.

Celo spiega Flavio Michiapag.13.

" Editorale

—di Egidio Palmiri

4) Un Flavio tre piste

Y diSerena Bassano

I 2Roncalli sotto tono dL oJ diFlavio Michi

Il Gala d’ Oro di Fieracavalli

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|

, ae ; : | ALS diFrancesco Mocellin Dopo duepiazze di rodaggio (Brescia e Parma)il Circo

i Americanoha inauguratola stagione 1998-99 a Genova,

| 1 G “La” contorsionista doveil pubblico harisposto in manieraentusiasta. Flavio é ALYdiAlessandro Serena il grande protagonista dello spettacolo, ma l’ampiezzadello

chapiteau non é sempre ben coperta dalle attrazioni che si esibiscono. Ce lo spiega Serena Bassanoa pag.10.

@eoeooeeooo ooo eooeo

In questo numeroinauguriamo LE RUBRICHE

unanuovarubrica checonterra articoliispirati all’attivita dell’Accademia delCirco.

Iniziamo con unainedita biografia di Fatima re

prima grandecontorsionista 7

| poiistruttrice all’Accademia. |

A pag.16. |Fatina Zona i ty

Notiziario - p.8

Libri- p. 20

Circo 30° - p. 24

Con la collaborazione di

Cirque (Svizzera), Cirque dans l’Universe (Francia), Circus Zeitung (Germania), De Piste (Olanda), Le Monde du Cirque (Francia)

( CIRCO

| Periodico dell’ Ente Nazionale Circhi Anno XXX - N. 12 - Dicembre 1998 Direttore Responsabile

Egidio Palmiri

Impaginazione S&M Cesenatico Fotolito e Stampa

Fazzini - Castelfranco Emilia (MO) Abbonamento 1998: versamento di

|ce eMIOUIDCH -Spomeatanes SRLOGCD-COGO

In redazione

Claudio Monti - Alessandro Serena Collaboratori

Serena B: no, Raffaele De Ritis, Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli, Dominique Mauclair, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Ettore Paladino, Roberto Pandini, Guy Puttevils, Chris Puttevils

Direzione, redazione, pubblicita, amministrazione

Ente Nazionale Circhi- viale Cristoforo Colombo n. 25 - 47042 Cesenatico (FO) Telefono 0547 - 672052 fax 0547 - 674189

Autorizzazione del Tribunale di Livorno n. 344 del 25.5.1980 Pubblicita inferiore al 45%

Lit 40.000 sul cep n. 14701478 intestato a: Ente Nazionale Circhi, v.le Colombo, 25 47042 Cesenatico (FO) Tutti i diritti di proprieta sono Strettamente riservati. Fotografie e manoscritti non richiesti non si restituiscono

3

(3)

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Il CenTRO SERVIZIO CircHt nasce da un'iniziativa dell'Ente Nazionale Circhialfine dioffrire al mondodello spettacolo unservizio completo inerente le problematiche della categoria:

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editoriale

Circo Super Partes

Comepresidente dell’ unica Asso-

ciazionecircense, ho affermato — verbalmentee periscritto — di es- sere ottimista circail futuro del cir- co, vedendola bottiglia mezzapie- na. La stessa cosa non posso af- fermarla comecittadino,infatti — mio malgrado — vedola bottiglia mezza vuota.

Se la situazione attuale chesta at- traversandoil Paese noninfluisse anchesul nostro settore, ovviamen- te — da buoncircense — nonespri- merei il mio pensiero in proposito, maper forza di cose, essendo an- cheil Circo (come ognialtro setto- re) coinvolto, ritengo di doverpor- tare a conoscenza degli associati nonsolo le mie preoccupazioni, ma ancheil fatto che bisogna“‘stringe- re i denti”in attesa che termini que- sta burrasca.

Raramentetrascorro le mie serate davanti alla televisione, maieri sera (19 novembre) é stata una di quelle volte. Aprendolatv sulle reti pub- bliche, mi sonotrovato sul secondo canale la trasmissione condotta da Gad Lerner,“Pinocchio”, in diretta dal teatro di Palermo stipato in ogni ordine di posti dagli esponenti sici- liani di Forza Italia. L’onorevole Mastellaerail bersaglio dei parte- cipanti a questa trasmissione.

Dopo 15 minuti sonopassato sulla primarete Rai trovando,in prima serata, Bruno Vespa con“Porta a Porta’’. I politico di turno era l’ono- revole Fini. Ascoltandoi telegior- nali ho appreso la sequelainfinita di scioperi aggravata daunasituazio- ne davvero critica creata dal caso

La bottiglia che ci accingiamo a stappareperfesteggiareil nuo- vo anno é mezza piena 0 mezza vuota? Per quel che riguardail circo possiamoessereottimisti, main generalela situazione nel paese non é tale da permettere brindisi augurali.

Ocalan. Cambiandocanale hovi- sto decinedi migliaia di studenti che sfilavanonelle principalicittaitalia- ne dimostrando controla paritatra scuola pubblicae privata.

Potrei continuare, marischierei di cadere in qualche affermazione politica, mentre nella mia posizione

BUONE FESTE Altri dodici mesi se ne sono andati e con essi oltre 300 pagine della nostra rivista.

Augurando buonefeste,il di- rettore di Circo ed i compo- nenti della redazione ringra- ziano tutti i collaboratori, le redazioni delle riviste stranie- re gemellate, e tutti coloro che hanno contribuito nel 1998 al buon funzionamen- to dell’unico organoufficiale della categoria esistente in Ttalia.

— come in quella di ogni vero circense — si deve essere apartitici, pur — ovviamente — mantenendo

privatamente le proprie idee. Non

dimentichiamo,pero,chi ha fatto qualcosaperil Circo, sia esso ap- partenente alla destra, al centro o alla sinistra. Credo che questa sia unaregola da nonscordare.

Ho voluto rammentare la situazio- ne attuale del nostro paese, non solo perinvitare gli associati a stringere i denti, maper sottolineare che non si deve pensare solo all’oggi, ma anche al domani.

La legislazione nonci viene certo in aiuto. L’eliminazionedell’ autoriz- zazione ministeriale (nulla osta) é diventata quasi uninvito, rivolto a chi pensasoloall’ oggie ai propri interessi, a commettere azioni impensabilifino a ieri. Malgrado l’esperienza negativa abbiamoan- cora chi si annuncia come “‘circo ecologico” senza animali feroci, pur detenendo parecchi esemplari di animali esotici. Ma, ancorapeggio, abbiamo anche qualcuno chevor- rebbepoliticizzare il Circo. Se qual- cuno melo avesse detto e non ne avessi avutola prova,avreiritenu- to questa notizia non credibile.In- vece é la realta. Evidentemente la necessita fa dimenticare quel mini- modi dignita che un uomonon do- vrebbe maiperdere.

Siamoa Natale e desidero chiude-

re questo editoriale coni pitt sinceri

e fervidi auguri di buonefeste a tutti i circensi“di buona volonta”,

(4)

Sei luminari infrangonoil tabt: animalista

Caro Sindaco Primicerio, é in corso da tempo unaforte cam- pagna di alcune associazioni per bandire dal comunedi Firenzei circhi che includono animali nei loro spettacoli. Leggiamo che

sono state raccolte a questo

proposito 20.000firme. Come colleghi specialmente interessa- tia tutti i problemidella biologia animale e da sempre impegna- ti, comeben sai, in ogniattivita di conservazionee protezione basatasu validebasi scientifi-

Senza timore di andare controcorrente, alcuni do- centi dell’Universita di Fi- renze hannoscritto al Sinda- co di Primicerio, chiarendo che la posizione animalista non ha fondamentoscienti- fico. E si basa su unacattiva informazione. Ecco il testo dellalettera.

genze di spazio sono abbastan- za limitate, mentrele ore di ad- destramentoe di esibizione pos-

sonocostituire un’efficace atti- vita sostitutiva delle attivita “na- turali” dei loro corrispondenti selvatici.

Si dice che durante I’ addestra- mento gli animali subiscono dei maltrattamenti. Di norma nel-

lapprendimento di compiti com-

plessii premi funzionano meglio delle punizioni (come qualsiasi conoscitore di cani o di gatti sa benissimo), ma anchela paura e lo stress, naturalmente nella giusta dose, fannoparte di que-

rassesna stampa,

che,riteniamo doverosoassicu- rarti, e per tuo tramite assicu- rare il Consiglio comunale, che tale richiesta é privadi valide giustificazioniscientifiche.

Non dubitiamodelle buonein- th

tenzioni dei proponenti il bando,

masi tratta di un’ iniziativa ba- be

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damentsperleirehicheusona animallnelloro comeun animate:

La Repubblica

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13.10. ‘98

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sata su unacattiva informazio- Eelubegmienicmsenverchitivciate lvaiclGlaizeusachisionoctetant ne.In verita praticamente tutti

essi cavalli o leoni, sono anima- li nati in cattivita, spesso da ge- nerazioni, e da considerare sot- to unprofilo ben diverso dagli

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La Repubblica 14.10. 98

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Circhisenzaanimali?

aro sindaco Primicerio, ¢in corso.da tempa unaforte campagnedi alcune associazioniper bandire dal co- mune di Firenze i circhi che includono animali nei lara speitacoli.Leggiamochesoni state raccoltea questo pro- posite 20.000 tirme. Come colleghi specialmente interes- sati a eutei i problemi della biologia animale e da sempre impegnati, comebensai, in ogni attivita di canservazione é pratezione basata su valide basiscientifiche, riteniamo doveroso assicurartl,¢pertue tramite assicurareil Consi- glic comunale, che tale richiesta @ priva di valide giustifi-

cazioniscientifiche. ;

Nan dubitiamodelle buane intenzioni dei proponent i]

bando, ma si tratta di un’iniziativa basata su una caltiva informazione.Inveritapraticamente tuutigli animalusa- ti neicirchi, sianoessicavaili o leoni, sono animali natiin cattivit#, spesso da generazioni, eda considerare sotto un profiloben diverso dagli animali selvatici catturati in na- iura.E’facile identificarsicon un’animaletenutodietrole sbarre, € supporve chiss4 quali sofferenze; in realt& per moltianimali natiincattivitaleesigenze dispaziosonoab- bastanza limitate, mentre leoredi addestramentoediesi- biziane possono costituire un‘eflicace attivitA sostitutiva

LaRepubblica 9 Ottobre 1998

delle attivita enaturalis deilora corrispondentiselvatici.

Si dice che durante l'addestramento gli animali subi- scono dei maltrattamenti.Dinormanell'apprendimento di compiti complessi i premi funzionano meglio delle puni- zioni (come qualsiasi conoscitore di canio di gatti sa be- nissimo), ma anche [a paura

e

lo stress, naturalmente nel- fa giusta dose, fanna parte di quegli aspetti della vita che ogni animale ¢ periettamenteattrezzatoad alfrontare. E ovvioche ognfanimale deve essereaccuditoe curatoalme- giio, e che Bove essere cvitato ognt reale maltrattamenta:

questobenlo sa, salvo forse rareedocumentabili eccezio-

ni, lagentedel circo,percuigli animalisono fondamenta- listrumenii e compagnidilavoro, _ .

‘Quali sarebberole conseguenzese le richieste di bando venissero accettate? Semplicemente verrebbe sattratto4 molti bambiniii contattodirettocon degli woggetti viventia concreti, tangibili, unici ecapaci, a differenza delle infla- zionate immaginivirtuali, di scatenare curiosita, interes- se, passione, Ben vengano tutti filmatidel monda, maaes- sunocolpiraunbambinocome un animalevero, capace di susellare. sopratutto nei Eiceolh Seuseaion non riprodu- cibili da nessunaesperienza «virtuales.

prof, FrancesoeDessf-Fulgberl, ordinariodi Etalogia

prof. Alherto Stmonetts, ordinarlodi Zoologia

prof.GuidoChelazzi, ordinario diEcologiaanimale

= UniveraliddiFirenze}

6

gli aspetti della vita che ogni animale é perfettamente attrez- zato ad affrontare. E’ ovvio che ogni animale deve essere ac- cudito e curato al meglio, e che deve essere evitato ogni reale maltrattamento: questo ben lo sa, salvo forse rare e documentabili eccezioni, lagen- te del circo, per cui gli animali sono fondamentali strumenti e compagnidilavoro.

Quali sarebbero le conseguen- ze se le richieste di bando ve- nissero accettate? Semplice- mente verrebbesottratto a molti bambiniil contatto diretto con gli “oggetti viventi”’, concreti, tangibili, unici e capaci, a diffe- renzadelle inflazionate imma- gini virtuali, di scatenare curio- sita, interesse, passione. Ben venganotutti i filmati del mon- do, ma nessunocolpira un bam-

bino come un animale vero, capacedisuscitare, soprattutto nei piccoli, sensazioni non riproducibili da nessuna espe- rienza“virtuale”.

Prof. Francesco Dessi- Fulgheri, ordinario di Etologia;

Prof. Alberto Simonetta, ordi- nario di Zoologia; Prof. Guido Chelazzi, ordinario di Ecologia animale, Universita di Firenze.

Paimiri: “Gli studiosi hanno ribadito concetti che andiamoripetendo da anni’’

La lettera inviata dal Presiden- te a “Repubblica”, in merito al dibattito ospitato dail’edizione fiorentina del quotidiano.

Gli illustri docenti dell’ Universi- ta di Firenze hannodescritto sen- za enfasi e con cognizione di causa,i termini esatti del proble- ma. In nomedi informazionidet- tate da conoscenze scientifiche, gli studiosi hanno confermato test che solo la cieca demagogia animalista rifiuta di riconoscere.

Non da oggi etologi ed esperti concordano su queste elemen- tari evidenze:

- gli animali presenti nei circhi da pit generazioni non possono essere “‘sradicati” da questo am- biente ed “‘inseriti” in un altro;

- non vi é nulla di innaturale nell’addestramento di un anima- le nel circo, ed é stato ampiamen- te documentato come |’addestra- mento non sia altro che la riproposizione del comportamen- to innato dell’animale in una trasposizione artistica. La gerar- chia di un brancodi cavalli sel- vaggi, ad esempio,si ritrova nei cavalli da circo chegiranoin ton- do. E cosi cabrade, piroette, le- vate, passages, piaffers ed altre figure di scuola, non sono altro che trasposizioni ottenute dalle attitudini di lotta o comunicazio- ne tra i cavalli di uno stesso bran- co. L’addestratore fa uso della persuasione ed instaura con gli animali un forte legamedirispet- to. Un famoso e_ noto addestratore, Gunther Gebel Williams, amava ripetere: “Quan- do i miei animali hanno freddo, anch’io ho freddo”.

Queste sono veriti oggettive avallate da seri studiosi, che pur-

troppo nulla possono davanti al fanatismo animalista, a quella

“fede” cieca che spesso travisa la verité e non si cura nemmeno dei dati incontrovertibili della scienza.

Le 105 mila firme, perdi pit rac- colte carpendo la buona fede di gente influenzata da informazio- ni a senso unico, non sono una prova della bonta delle tesi animaliste. Se il Circo italiano decidesse di sottoporre al pub- blico che affolla i tendoni una petizione in difesa degli spetta- coli con animali, in una sola set- timana raccoglierebbe un nume- ro di firme dieci volte superiore a quelle messe assieme dagli animalisti in anni di lavoro.

E non depone a favore degli animalisti nemmenoquel disegno di legge 1703, sottoscritto da un centinaio di parlamentari che in molti casi, come hanno ammes- so loro stessi, hanno aderito sen- za approfondireil problema. Che questo disegno di legge non sia risolutivo, lo dimostrail fatto che lascia irrisolto — demandandolo ad una ipotetica soluzione che dovra essere trovata dal lavoro di una successiva Commissione consultiva — il problema numero uno, quello “... di una colloca- zione degli animali alternativa all’attuale che ne garantisca il miglior mantenimento possibile”

(Art.3).

La senatrice Rocchi potra diffi- cilmente accreditarsi come paladina di una cultura del rispet- to verso gli animali, perché ha dato prova di non conoscere nemmeno lontanamenteil signi- ficato della parolarispetto. A lei si deve infatti quella circolare inviata a tutti i presidi e ai diret- tori didattici delle scuole italiane

7

che venivanosollecitati a boicot- tare gli spettacoli circensi con animali. Fulgido esempio di come non si debbano usare ruoli isti- tuzionali per fini di parte.

La lezione che i bambini traggo- no dalle esibizioni degli animali, alle prese con numeridi abilita, &

di sensibilizzazione all’amore e al rispetto verso la specie animale, e non di sopraffazione. Il circo é un veicolo privilegiato per mo- strare ai bambiniil comportamen- to e l’intelligenza degli animali.

Infine, il cireo Medrano non é@

stato espulso da Israele, dove ha lavorato per sei mesi, portando regolarmentea terminela propria tournée e facendorientro in Ita- lia la scorsa settimana, senza che gli fossero sequestrati animali.

L’Ente Nazionale Circhi nonsi é mai opposto alla introduzione di

“regole” che garantiscanoil con- trollo dell’attivita dei circhi rela- tivamente al trattamento degli animali. Vi @ la disponibilita ad esaminare qualunque misura vada in questa direzione, intro- ducendo anche provvedimenti gravemente penalizzanti per chi dovesse attuare forme di maltrat- tamento degli animali. Ma non possiamoaccettare che secoli di arte, cultura, tradizione e storia circense vengano cancellati dif- fondendo notizie non vere: nes- sun circense ha rinunciato ai propri animali. Chi ha provato a proporre spettacoli senza anima- li, il caso di Nando Orfei insegna, dopo pochi mesi ha dovuto ri- credersi perché il pubblico ha completamente disertato quel- l’esperimento, che quindi deve ritenersi concluso.

Egidio Palmiri, Presidente Ente Nazionale Circhi

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Gia operativo il neoministero della Cultura

Il battesimo @ avvenuto il 10 novembrescorso,datain cui ha assuntopiena operativita il nuo- vo ministero per i Benie le at- tivita culturali, guidato dalla diessina Giovanna Melandri.

Ma i dodici articoli che com- pongonoil decreto legislativo erano stati pubblicati sulla

“Gazzetta Ufficiale” del 26 ot- tobre.

I fondamenti programmatici del neoministero sonostati indicati nella “snellezza, rapidita delle decisioni e autonomia”’.I] nuo- vo organismoassorbe il mini- stero per i Beni culturali e am- bientali, il dipartimento dello spettacolo, l’ufficio per i rap- porti con gli organismisportivi, che facevano capoalla Presi- denza del consiglio dei ministri.

Ha ancheil compitodi vigilan- za su Conie Istituto di Credito sportivo.

Dal puntodi vista del persona- le impiegato, ci sarannotre mesi di scelta entro i quali decidere se entrare nel nuovo ministero o rimanere nei ruoli della Pre- sidenza. Il circo rientra nelle

attribuzioni del ministero I’ ar- ticolo due specifica: “promozio- ne delle attivita culturali in tut- te le loro manifestazioni conri- ferimento particolare alle atti- vita teatrali, musicali, cinema- tografiche, alla danza e ad al- tre forme di spettacolo, inclusi i circhi e spettacoli viaggianti, alla fotografia, alle arti plasti- che e figurative, al design in- dustriale”’.

Numerose le novita da segna- lare: l’istituzione di un segreta- rio generale; |’articolazione in

“non pit di dieci uffici dirigen- ziali generali”, con competen- ze nei vari settori; soprinten- denze regionali, musei e soprin- tendenze autonome.

Il precedente Consiglio dei beni culturali di circa 100 persone é stato sostituito da un consiglio di menodi venti personetra cui otto personalita della cultura di nomina ministeriale (quattro su designazione della Conferenza Stato-Regioni-citta).

Infine, sonostati ridotti anche i componenti dei Comitati tecni- co-scientifici.

Un raduno eccezionale

Malgrado gli impegni, dopo anni ho ritenuto di dover partecipare al raduno del Cadec svoltosi il 18 ottobre a Salerno. Per me affrontare una trasferta di circa 700 chilometri @ stato un sacrificio, ma ritengo che questa sia stata una delle poche volte nelle quali un sacrificio é stato ricompensato in modo cosi adeguato. Il raduno, svoltosi nel circo Formisano - La Veglia, é@ stato fantastico. Non é& mia abitudine utilizzare aggettivi fortemente elogiativi, ma in questo caso non posso farne a meno, avendo trascorso, dopo un lungo periodo, due giornate veramente entusiasmanti.

Oltre ai ringraziamenti dovuti per Vospitalita alla famiglia Formisano e La Veglia, debbo. ringraziare i soci salernitani del Cadec, dei quali ricordo, in particolare, (e mi scuso se dimentico qualcuno),Oreste Giordano, Francesco di Flari, Alfonso Apicella, Antonio De Bartolomeis, Cosimo Ruocco.

Forse geograficamente la sede é decentrata per i numerosi soci dell’Italia settentrionale, ma per quanto mi riguarda saro lieto di affrontare analogatrasferta, anche come semplice privato, per partecipare al prossimo raduno che si terra in

quella simpatica citta.

I diritti degli animali Sergio Papalia, che da annisi occupa di questioni che hanno a che fare con il trattamento degli animali, ha dato alle stam- pe il suo secondo volume, dal titolo“I diritti degli animali’”’, con Pobiettivo di offrire al lettore un’ esatta cognizionedi tutte le

Egidio Palmiri leggi nazionali e comunitarie sulla tutela del benessere ani- male. Fra le altre cose, il dottor Papalia é professore presso le facolta di Medicina Veterinaria delle universita di Pisa, Milano e Napoli, e vice Direttore ge- nerale dei Servizi veterinari del Ministero della Sanita.

8

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| Assemblea dei Soci jil 27 Gennaio

L’Assemblea Generale dei | Soci & convocata per il 27 1 Gennaio,alle ore -GLs.”

9.00 in prima alle ore 10.00 in seconda, presso la sede della Pre- sidenza Nazio- ~ nale dell’ AGIS, via di Villa Patrizi § n. 10 Roma,per ; discutere il se- guente ordine del giorno:

14+ 193

1)Relazione del Presidente e relativo dibattito;

2)Nuove eventuali disposizio- ni legislative per il 1999;

3)Approvazione bilancio consuntivo 1998 e preventi- vo 1999;

4)Elezione alle cariche so- ciali;

5) Varie ed eventuali.

Possono partecipare all’Assemblea solo i Soci che hannorinnovato liscrizione all’Ente per il 1999, i Soci aderenti e gli invitati ufficialmente.

ISoci che desideranointervenire con un proprio familiare dovrannopreventivamentefame richiesta alla Presidenza, in tempoutile per ricevere il regolareinvito.

Ricordiamo,infine, che —come da Statuto — le candidature alle cariche sociali dovranno pervenire alle segreterie dell’Ente entro, e nonoltre, il 15 Gennaio p.v.. Unitamente al modulo, debitamente compilato, recapitato dalla segreteria dell’Ente, si devono inviare duefotografie,formato tessera, per il “cartoncino garanzia SIAE” che seadeil 31 dicembre prossimo.

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convocazione e A Lan Cc I R Cc H

costume

Clown in corsia

La malattia, soprattutto se vissuta all’internodi un ospedale, lontani da- gli affetti e dalle amicizie, rappresen- ta per i bambiniun passaggio diffici- le, che spesso complica la guarigio- ne, rendendo davvero drammatica la degenza. Ed é per questo cheall’in- ternodell’ ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dall’ aprile del ‘97 é parti- ta un’esperienza davvero importan- te: per migliorare la qualita del sog- giorno dei bambinisi é pensato di in- trodurre l’animazioneed un partico- lare tipo di supporto, quello offerto dai pit classici personaggi delcirco, quelli che tutti saprebberoriconosce- re a distanzaperil loro volto colorato e il buffo abbigliamento.II tutto ha preso il nome di “Clownin corsia’’, secondo unatradizione ormai conso- lidata in molti centri di cura statuni- tensi e da alcuni anni anche in Fran- cia, Germania e Inghilterra. Di cosa si tratta? Alcuni clownsi recano nel- le corsie degli ospedali pediatrici, con- dividendola vita dei bambini ricove- rati, riuscendo con la caratteristica allegria di questo genere di arte, a

“contagiare”i pitt piccoli, tanto cheil

di Omar Martese Sta per affermarsi anchein Italia un’iniziativa gia praticata negli USA dal Big Apple, quella di incaricareun gruppodi animatori di intrattenere i piccoli degenti delle corsie ospedaliere.

muro di paura, ansia e sofferenza, che spesso limita anche I’efficacia delle cure sanitarie, comincia a sgre- tolarsi. A partire da questi risultati incoraggianti, é nata l’idea di esten- dere l’esperimentoad altri ospedali italiani, grazie ad un progetto presen- tato a meta novembre, e che coin- volge |l’Ente Teatrale Italiano, VAzienda ospedaliera Meyer, le As- sociazioni Armuniae Clown Aid,tutte realta che beneficiano di un contri- buto del Fondo Sociale Europeo,as- segnatodalla Regione Toscana.II pri- mopassodelprogetto é costituito da un bandorivoltoalle varie professio- nalita del mondodellospettacolo(at-

tori, clown, prestigiatori, artisti di stra- da), al fine di selezionare un certo nu- merodi clown che, dopo un corsodi formazione ed unaesercitazione pra- tica all’interno dell’ ospedale Meyer, saranno in grado nel duemila di por- tare il sorriso sul volto dei bambini costretti dalla malattia ad una pit: o meno lunga degenza ospedaliera.

coordinamentodidattico del corso é affidato a Vlad Olshansky, in arte Bobo, un clown professionista che presiede |’ Associazione Clown Aid.

Il modello é stato ampiamente col- laudato in America dalla Clown Care Unit, sviluppato dal Big Apple Circus di New York e in seguito esportato con successo.

Naturalmente i piccoli degenti pos- sono scegliere se ricorrere o meno ai giochi di prestigio o alla simpatia dei nasi rossi, magli esperti dicono che sonopochii malati cheli rifiuta- no. Sono gli stessi medici ad evidenziare la positivita del metodo:

“IT bambini felici sono pit disposti a collaborare, e questo porta a migliori risultati nella cura’.

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spettacoli

Un Flavio a tre piste

A Genova,dopoil rodaggio di Bre- scia e Parma, ha debuttato lo spet- tacolo 1998/99 del Circo America- no di Enis Togni, nel quale rifulge comestella di prima grandezza, vero protagonista, quasi mattatore, un Flavio piti che mai in forma.

Quarant’annidi storia Nell’ assistere allo snodarsi del pro- gramma, non siamoriusciti a non andare con la memoria ad una se- rata indimenticabile del 1958, quan- do a Torino avvennei] battesimo dell’ Americano: quarant’anni fa esatti. Ci fu in Italia, nel 1940, una rivista di grande successo, oggiri- cordata dagli storici del teatro leg- gero italiano: era intitolata “Qua- rant’anni ma non li dimostra” con protagonista i] grande chansonnier Odoardo Spadaro. Quarantanni:

Flavio non era ancora nato. Uno spettacolo favoloso che entusiasm6d il pubblico e gli addetti ai lavori, circensi compresi, per la grandiosi-

Al Circo Americanoletre piste nonsonopiu sfruttate come una volta, cosi comela verticalita ti- pica dello spettacolo circense.

Flavio pero é sempre pit il mattatore di uno spettacolo che riscuote ovunque successo di pubblico e dicritica.

ta di parate, programma, attrezza- ture, ricchezza in ogni particolare.

Il circo era vero circo, pur essendo ingigantito in tutto, e presentavaal- VItalia (anzi all’Europa) unostile nuovo purnel rispetto della tradi- zione circense. Ne restammotutti abbagliati. I tempi sono cambiati, i costi lievitati al punto da far morire la rivista, fastoso spettacolo che non si puO nemmenopensare di realiz- zare nel tempodifficile in cui vivia- mo. I] Circo Americanoresiste, vuole reggere senza cambiare |’im- pronta, é legato al made in USA;

vuole essere ancora “il pit! grande spettacolo del mondo made in Italy”; non rinunziaalle tre piste alla Barnum,allo chapiteau gigante,alla grandeur. Il piazzale Kennedy di Genovaé diventato veramente una citta nella citté, tutto é splendida- mente ordinato e sistemato: lo chapiteau, le attrezzature tecniche, lo zoo,il parco luci favoloso; tutto perfetto, di un’impressione di ric- chezza fantasmagorica. Degno di un direttore come Enis Togni cono- sciuto in tutto il mondo circense e nonsolo, degno del nomecheporta alto. Si, tutto bello.

Lo spettacolo 1998/99 Lo spettacolo al debutto ha avuto un pubblico piuttosto freddo, maalla domenica invece é stato un ottimo successo: il circo pieno, applausi calorosissimi specie al finale. E’

chiaro cheil pubblico amaancorail circo, ma noi non ne abbiamo mai

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dubitato. Il programma noné certo eccezionale, anzi diremmo con schiettezza che é appena sufficien- te per non sbilanciare troppo |’ equi- librio tra le promesse date dalle at- trezzature esterne e dallo chapiteau all’insegna della grandiosita. I Palazovi sono un buon numero di bascule e, contrariamente alla tra- dizione, in apertura di programma anziché in finale: precisi come sem- pre, concludono con una quinta co- lonna: quattro porteur di base, uno e unoin terza e quarta ed un ragaz- zino che volaleggeroin quinta. Re- stando nell’acrobatica, passiamo alla troupe di Pechino dei ‘““Cama- leonti’’: niente paura,é solo questio- ne di calzamaglie complete di cap- puccio (ispirati al Cirque du Soleil:

& chiaro, no?) con contorno di bal- letto in un quadro pitt ginnico che acrobatico su due pali fissi a terra.

Tragazzi camaleontati ricreano suc- cessivamente i millenari leoni cine- si e, come secondo numero, hanno quello dei salti nei cerchi sovrapposti, arrivando al passaggio nel sesto. Medio livello. Buonoin- veceil trapezino di Jean Christoph pit! apprezzato per un brandeggio lanciato, che per esercizi di norma- le portata. Le ragazze del balletto con Cristina al centro (la vedremo quando nonsi spezzera un elastico come al debutto) sono l’unico mo- mento in cui vive l’altezza dello chapiteau che chiederebbe ben al- tro. Nel primo tempoi Bisbinisi fan- no apprezzare soprattutto per la parte musicale, mentre nel secon- do Ray Gray, il mimo sempre ugua- le a se stesso, diverte molto il pub- blico e lo scalda. Su questo fatto un giorno varra la pena fare un ragio- namento a parte.

I Togni

La famiglia di Cesare Togni é in pi- sta, e la si rivede con tanto piacere, nelle classiche piramidi equestri che passano di generazione in genera- zione: oggi sono sui cavalli unghe-

resi. Italo, con la moglie Paola Papi e la figlia Daiana di 16 anni, Barba- ra Papi, Marina Corsacova,porteur, oltre Italo, anche Jones ed Erik, fi- gli di Elvio. Alla guida dei cavallié papa Elvio che li manda ad un buon ritmo serrato, specie durante il gionglaggio conle clave e nei velo- cissimisalti del finale. Tutti lavora- no con grande calore facendo ono- re alla tradizione famigliare. Dalle piramidiall’ Alta Scuola di Equita- zione ed arriviamo cosi a Flavio Togni (nella pagina accanto, nella foto di Paolo Brenzini, ndr), che merita, diremmohadiritto, al posto d’onore non solo per la fama chesi é costruito attorno nei suoi 38 anni di vita e poco meno di lavoro, ma perché proprio ne é degno. Direm- mo che Flavio, affiancato da Da- niele, Silvanae Cristina(la figlia di Adriana, per lui come sorella) non

€ solo il fulcro dello spettacolo, ma é “lo” spettacolo e su di lui grava tutta la responsabilita di farne il suc- cesso. L’Alta Scuola risalta anche sulle tre piste, malgrado come qua- si tutto, si disperda. Comunque é sempre Circo con la C maiuscola.

Il lavoro conle tigri nella gabbia é condotto da Flavio con unafinezza ed una eleganza particolarissime.

Sono animali giovani, piccolini, curatissimi: Sandra, tigre del

Bengala; Burma, manto “tabi” rosa con striature bordeaux; Sceba, bian- ca con pochissimestriature sul dor- so e candida sulla pancia. La pre- sentazione delle belle bestie, che culminaconlatigre sulla groppa del cavallo, é cid che oggi in teatro si definisce un raffinato “cammeo”

che non si basa sul gruppo nume- roso, ma sulla specialita nel massi- mo della “dolcezza”. Segue la ca- valleria in liberta: Flavio con otto andalusi “castani” e Daniele con otto arabi sauri, ai lati, Cristina al centro con otto arabi bianchi (sot- to, nella foto di Paolo Brenzini, ndr):

finalmente le tre piste sono giustifi- cate e valorizzate giustamente, pero: che colpo d’occhio ha costi- tuito a Monte Carlo la cavalleria su di unasola pista! Su queste liberties non c’é chedadire il meglio, sotto- lineandoi bei debouts finali, specie quello a sei con alternati bianchi e marroni. Per tutti torna alla memo- ria nonno Nandino e lo zio Bruno per tutto cid che hanno loro inse- gnato e tramandato. Con I’ apoteosi finale degli elefanti di Flavio,il pub- blico si entusiasma abbacinatoedil

successo é tutto suo.

Flavio troppo solo?

Insistiamo peré sul fatto che, sotto il profilo artistico (ed é importante,

quandosi ha un nome comequello che ha l’Americano Togni) Flavio meriterebbedi avere nel “suo” pro- grammaalmeno un paio di numeri forti con cui confrontarsi per esse- re valorizzato al meglio. [1 Circo Americano senza un numero nel- Valto dello chapiteau, senza un giocoliere, un filo alto, senza volan- tio dei clownsforti o magari un’ at- trazione da “americanata”nello stile pit che nella sostanza, rimane qual- cosa di moncoe resta difficile ri- scaldare il pubblico che s’ aspettail massimo. Capiamo tutte le ragioni di Enis, ma... quandosi é un Diret- tore del suo stampo, si é anche in gradodi risolvere le soluzioni diffi- cili, se non altro per orgoglio.

Lo spettacolo é accompagnato con molta precisione dall’ orchestra armena del maestro Yervand Yerzikyan; presenta Ricki Piller con limitatissime apparizioni. Le luci per- fette rendono al meglio ogni momen- to di spettacolo, mentre il balletto riempie letre piste, certo, ma non é una giustificazione sufficiente sot- to il profilo della validita artistica di un complesso circense con alle spalle quarant’anni di stima nel mondodel circo mondiale.

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rassesne

WwW. esbaden. Un giovanefestival per giovaniartisti

I festival stanno dilagando, in

particolare in Germaniae in Francia. E

fra questi va certamente annoverato un festival che-si tiene a Wiesbaden, dal titolo Young Artistsfor Europe del quale ci siamo occupati sullo scorso numero annunciandoi programmidell’ edizio- ne ‘98. Sponsor dell’evento é |’asses- sorato alla cultura del comune di que- sta bella citté tedesca, ma |’ anima, non- ché presidente della giuria,é il diretto- re del celebre Tigerpalast della vicina Francoforte, Johnny Klinke. La mani- festazionesi é svolta nel circo Sarrasani, montato perl’occasionein una piazza centralissima di Wiesbaden, fatto que- sto impensabile per qualsiasi citta ita- liana. Poiché il circo Sarrasaniha so- speso momentaneamente|’ attivita,ri- marra montato nella piazza del Munici- pio perle feste natalizie, agendo dal 24 dicembreal 10 gennaio. Anche in que- sto festival, cosi comein quello di Pari- gi, ci sono due categorie di partecipan- ti, gli under 16 e quelli al di sotto dei 22 anni. Ad esclusionedella primaserata, che ha fortemente deluso non solo la giuria ma anche il pubblico, nei due spettacoli che hannoseguitosi é vista qualche buonaattrazione.II primo pre- miodella categoria maggiore é andato a un vietnamita, Tuan Le(nella foto), naturalizzato tedesco, che vive a Berli- no daoltre dieci anni e che si potrebbe definire un autodidatta. Ed é stato lui stesso a spiegare, in occasione della conferenza stampa, di aver appresole basi della sua disciplina, la giocolieria, attraverso videoe libri, ed in seguitodi averricevuto1’ aiuto delfratello, mode- sto giocoliere dilettante. Forse la sua dote maggiore non é tanto I’ abilita, quantola simpatia e la padronanza del- la pista. Oltre ad essersi aggiudicato il primo premio, nella categoria da 16 a

di Egidio Palmiri In Europai festivaldi circo 0 di discipline circensi sono in au- mento. Quello di Wiesbaden deve ancora maturare ma ha comunque mostrato alcuneva- lide “promessedella pista”.

22 anni, Tuan Le haricevuto dalpresi- dente della giuria un buon contrattodi due mesi al Tiger Palace. Da precisare chein questo festival non imperversa- no coppe,targhe e medaglie, mai premi pit importanti sono in denaro: tremila marchial primo classificato, duemila al secondo e un trofeo in bronzoal terzo classificato.

Pergli under 16 il riconoscimen- to principale é andato ad un numero di trapezio, The Dreams Flight, presenta- to da una bambinadisoli 13 anni pro- veniente dalla Lettonia. Davvero mol- to bello, realizzato con sicurezzaedele- ganza. Certo vedendolo unasola vol- ta, non si in grado di appurare quanto sia determinante l’intervento della

“Jongia”nella presadei talloni in cadu- ta. Purtroppoil festival é biennale e non annuale, ed é forse questo il motivo di unacarente organizzazione non all’al- tezza della manifestazione.

Categoria under 15 Trofeo d’Oro (e una borsa di 3.000 marchi)

The Dreams Flight Trapezio - Lettonia Trofeo d’Argento (e una borsa di 2.000 marchi)

Galja Sultanowa Equilibrista - Russia

Trofeo di Bronzo Josina Chissico Contorsionista - Germania

I PREMIATI

Categoria under 22 Trofeo d’Oro (e una borsa di 3.000 marchi)

Tuan Le Giocoliere - Germania

Trofeo d’Argento (e una borsa di 2.000 marchi)

Vera e Tomek Trapezio - Austria Trofeo di Bronzo

Vera Ruota - Austria

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spettacoll

Roncalli di misura

Nel 1976 due giovani di buona vo- lonta e molte speranze iniziarono un’avventura artistica che avrebbe cambiato radicalmente il mondo del circo. Roncalli, @ innegabile, ha in- fluenzato un po’ tutti, anche quelli che inizialmente lo ignoravano pit o meno volutamente. A differenza di quanto molti pensano Roncalli non nacque comecirco dei tempi che fu- rono, non ha mai rappresentato un ritorno al passato, ma ha sempre vo- luto essere il circo ideale, quindi per molti aspetti quello mai esistito, un po’ comedire “il circo che non c’é”

o perlomeno che non c’era! Gran parte del successo del circo tedesco si deve sicuramente ai grandi pro- fessionisti che hanno collaborato negli anni con Bernhard e allo loro funzionedi “artisti collaboratori”’, ba- sti pensare a Fredi Codrelli, Angelo Munoz, Pic, Peter Shub Tino Fra- tellini, Gianni Huesca,e per ultimo, ma volutamente e nonin sensoarti- stico, a Francesco Caroli. Non a caso la maggior parte di loro sono dei clowned alcuni sonostati voluti pro- prio per la loro grande esperienza artistica ed in funzione di una colla- borazione creativa. Lo spettacolo 1998, comedelresto alcuni degli anni passati é caratterizzato da una certa

“italianita” grazie alla presenza del grane “bianco” Francesco Caroli e dei Fratelli Huesca con Gianni gran mattatore nelle vesti di Fumagalli. La sua é una presenza continuanel cor- so dello spettacolo che si pud dire sia stato costruito proprio su di lui.

Gianni é indubbiamente molto bra- vo, eclettico, divertente, ma forse un po’ troppo straripante. Un po’ pit di misura, nel senso della durata, non guasterebbe anchenella seppurbella entrata “ape dammiil miele” che lo vede protagonista assieme a Fran- cesco Caroli e Zippo. Trattandosi di un circo che ha sempre offerto tan- to al pubblico nel corso di questi anni le aspettative sono sempre molte.

Deve essere chiaro che si sta par- lando di un gran belcirco, che ti in- canta ogni volta, grazie anche alle

Il Roncalli ha indubbiamente segnato un’epoca ea Bernhard Paul vanno_ riconosciuti grandissmi meriti. Ma l’ultimo spettacolo non hail ritmo dei migliori. Nonostante l’impor- tante apportodiartistiitaliani.

Francesco Caroli e “Fumagalli”.

splendide luci e all’orchestra eccel- lente di George Pommer. Ma nonsi puo fare a meno di notare qualche elemento negativo. Joseph Bouglione, ad esempio, ha cambiato il suo nu- mero di filo che nel cambio non ci ha guadagnato. Musica nuova, co- stumi nuovi, che bisognava cambia- re data la lunghissima permanenza con Roncalli, ma la figura gitana che tanto si addiceva a Joseph era sicu- ramente migliore dell’attuale. Pur- troppo, tra l’altro, Jospeh non ese- guepiliil salto in avanti. Nonostante questo, artisticamente parlando, ri- maneforse il migliore per la sua tec- nica e la sua classe. Nella seconda parte dello spettacolo é stato inserito un secondo numero di filo, molto diverso dal precedente, ma sempre di filo si tratta. E’ Andrij Ivakhenko

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che con la regia di Valentin Gneouscey, si produce in unaserie di esercizi abbastanza interessanti con il suo costumino rosso piutto- sto inquietante. Jasmine Smart é la grande artista di sempre, uno dei nostri idoli, ma evidentemente i suoi cavalli cominciano ad accusare |’eta.

Alcuni sono nuovi, manell’insieme si nota una certa lentezzarispetto a qualche tempo fa. Seppurealle pre- se con problemidi questo tipo vor- remmo vederla inpistatutti i giorni!

Jasmine, insieme a Hans Ludwig Suppmeier e a Nelly Stroudsi esibi- sce anche nell’ alta scuola dove spic- ca pure la bellissima signora Paul, ossia Eliana Larible, la cui bellezza puoditrarre dall’ esibizione equestre!

Non convincono molto gli acrobati stile fine ‘800 The New Talo Boys, che chiudono la prima parte dello spettacolo. La formazione compren- de i due fratelli Huesca, Hans Ludwig Suppmeier, Francis Raluy e il russo Sergei Maslennikov, partner di Fumagalli in vari momenti dello spettacolo e giocoliere con le rac- chette da tennis. I] numeroricalca lo stile di quello fortunatissimo di Tino e Toni, ma ha uno spessore ben diverso. Gli acrobati comici alla bascula si cimentano in pochissimi esecizi e la comicita non riesce a compensare. Molto breveI’ esibizio- ne di Francis Raluy e Graziella Galan alle pertiche. Il pretesto é quello di andare a prendere unpalloncinonel- T’alto della cupola, ma al di 14 del- Videa... Molto bravo Kai Leclerc che si esibisce a testa in git pertutto il suo numero a diversi metri di altez- za. I suoi esercizi da giocoliere “alla rovescia” e le trovate comiche rap- presentano uno dei momenti miglio- ri dello spettacolo. Indiscutibilmente bello il passo a due aereo del Duo Taekini, vincitori di una medaglia d’Oro a Parigi nel 1995. Chiudono in bellezza uno spettacolo un po’ in- certo, dove si sente indubbiamente la mancanza di artisti come i Bello che potrebbero risolvere molto. Non é partigianeria!

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Emozioni equestri

La centesima edizione di Fieracavalli, oltre a consolidareil prestigio europeo della manifesta- zione globalmenteintesa, per quel che qui interessa maggiormente, ha segnatoil ritomo di Antonio Giarola, dopo che l’avevalasciata nel 1992, alla guidaartistica del Gala eque- stre che accompagna l’evento

fieristico vero e proprio. L’ultima

volta che avevamoassistito allo spettacolo equestre della kermesse veroneseera il 1991 e quell’ edizio-

ne si era caratterizzata per la

prestigiosa presenza,trale altre,di Elena ed Alexei Sokolov cui venne attribuito il V Premio “Il Cavallo nel Circo”peril numerodi sedici esem- plari in liberta e per l’imponente par- tecipazione della Guardia Reale In- glese; matutta la produzione- pur di pregevolefatturasotto il profilo tecnico dell’ approfondimentoeste-

alto il Pre

tico - risultava a tratti poco fluidae coinvolgente, soprattutto in quei pas- saggi ove pareva prevalere|’inten- to filologico su quello della ricerca emozionale. Benaltri gli esiti del Gala d’ Oro del centenario che, nel corso dei cinquespettacoli presen- tati dal 5 all’8 novembre scorso, ha visto, tra l’altro, il costante tutto esaurito da parte del pubblico,se-

appre

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gno inequivocabile della ripresa del- l’interesseattorno all’ evento dopo chele ultime edizioni, nonpiii diret-

te da Giarola, erano passate quasi sotto silenzio. Va subito detto che la presenzacircensealla manifesta- zione é stata di gran qualita visto che Flavio Togni ha eccezionalmen- te ripresentato la sua performance consedici stalloni arabi che gli é valsa il Clown d’ Argento all’ ultimo Festival di Monte Carlo machegli ha garantito pureil premio “TI Ca- vallo nel Circo” consegnatogli nella serata inaugurale dal Presidente dell’ENC,Egidio Palmiri, premio gia conquistato da Flavio nel 1987. Di

pura matrice circense anchela pre-

senza di Tony Hochegger, impegna- to nella pantomimadel “‘cavallo co-

mico”chehafatto il pieno di ap-

plausi ogni sera. Altro personaggio di spicco di ritorno a Veronaé stato Mario Luraschi che ha riproposto con i suoi “‘cascadeurs de Paris”i volteggi alla cosaccachegli appas- sionati ben conoscono:si é trattato quasidi una rievocazionevisto che ormai lo stunt mansi dedica alla preparazione di scene equestri per le pit disparate produzioni cinema- tografiche e televisive. Pit vicino a queste situazionié risultato il pas- saggio condotto conle redini lun- ghe che Luraschi ha ottenuto da un suo cavallola cui groppa appariva infuocata grazie ad una gualdrappa imbevuta di liquido infiammabile. Ma il lavoro di regia di Giarola é risal- tato soprattutto nell’ equilibrato

mixaggio diesibizioni individuali e

scene corali, di tecnica equestre pura, inevitabilmente connotata in

senso aristocratico, ed emozioni immediate suscitate dalla compo- nente pid! selvaggia e popolare dei destrieri legati alla terra e al lavoro e cometali presentati.

Ecco, quindi, che vannoricordati, in ordinesparso, le apparizioni di Lau- ra Quaglia che interpreta un’ aria della ““Vedova Allegra” su un esem- plare Quarter e - soprattutto - la perla di Pasquale Beretta che pre- senta la meravigliosa astruseria set- tecentesca del “tandem” su due stalloni spagnoli. Tra le esibizionipit:

articolate, oltre agli immancabili butteri (quest’ anno in combinazio- ne con i cavalieri della Camargue), particolarmenteriuscito ci é sem-

brato il quadro “Querida Argenti- na”chehavisto la partecipazione di un nutrito gruppo di gauchos,di Flavio e Daniele Togniin passaggi di alta scuola insieme a Juany Nieto,di due tanguerose di un buon numerodibolas ottimamente inse- rito nel contesto complessivo. La parte centrale della rappresentazio- ne, chesi é sviluppata senzainter- vallo, é stata occupata da un’ ope- razione dichiaratamente pit: speri- mentale, “Metamorfosi’, che ha vi- sto prevalere la componentelirica e mitologica;purdi difficile fruizione le quattro parti del lavoro (basato sugli elementi della vita e sulla tra- sformazione in centauro) hanno avuto momenti tecnici - comei pas- saggi in piedi sul cavallo - e poetici davveroefficaci. La chiusura della produzione ‘98 é stata affidata al- V’imponente carosello storico dei Carabinieri: bisogna dire che, si amino o menole coreografie mili- tari, il colpo d’ occhio offerto dai due squadroni e dalla fanfara a cavallo del Battaglione “Pastrengo”in alta uniforme(in alcuni passaggisi arri- va a quasi ottanta cavalli e relativi cavalieri in azione) é davvero unico ed irripetibile. Dopoi risultati vera- mente incoraggianti raggiunti da quest’ edizione del centenario, sia sottoil profilo estetico che per quan- to riguardale presenze del pubbli- co, Antonio Giarola sta gia pensan- do al prossimo annoin cui, pare,si puntera sulla produzionedi untea- tro equestre di concezionepill spe- rimentale.

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Fatima Zohra

“T_a’’ contorsionista

di Alessandro Serena In quasi ogni disciplina circense visonodegliartisti checonilloro stileriesconoasegnareun’epoca.

Nel caso del contorsionismo possiamoben riferirci a Fatima Zohracreatricedeltipiconumero del trentennio 1960 - 90. E che oraéistruttriceall’Accademiadel Circo.

Un segno importante Tl contorsionismo é unafra le pitt antiche specialita dello spettacolo popolare. Basato sulla dislocazione corporea, gli si attribuisce origine orientale anche se numerosetesti- monianze confermanounasualar- ga diffusione in occidente gia tra i saltimbanchi di fiere e mercati del medioevo. All’inizio del secolo fu Walter Marinelli a portare in auge la specialita, esibendosi in prevalen-

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za come uomo-serpente, con un costume squamato, in innaturali posture del corpo.II contorsionismo si prestO poi a numerose interpre- tazioni (comica, satanica, od orientaleggiante) fino ad arrivare agli anni ‘60, quando diventd quasi esclusiva prerogativa del sesso fem- minile, definendosinello stile “ele- gante” e dando origine a quello che oggi conosciamo comeil “classico”

numero di contorsionismochesia- mo abituati a vedere nei circhi, nei varieta e nelle riviste di tutto il mon- do. Ebbene, riteniamo che la codificazione ditale stile di presen- tazione, dall’ingresso in scena,alla sequenzadi esercizi svolti, al tipo di musichee di costumiutilizzati, deb- ba molto ad un’artista chesi distin- se in tale genere attorno alla meta degli anni ‘60, e che ora insegna all’ Accademia, Fatima Zohra.

Artisti della penisola iberica Fatima Zohra Moreira Mesdoubi é nata in Portogallo nel 1950 da una tipica famiglia del circo, i Jarque,

proprietari del circo Alegria. La fa- miglia era in realta di origine catalana ma i Jarque si erano tra- sferiti definitivamente in Portogallo durante la fratricida guerra civile spagnola, nel 1936. Pare che la fuga dalla Spagna abbia avuto un che di rocambolesco contutti icomponen- ti della piccola troupe condannati a morte dai franchisti, gid bendati e schierati al muro,salvati solo dalla testimonianzadel sindacodella cit- tadina dove si trovavano che con- fermd la loro appartenenzaal circo e di conseguenza la completa estraneita al conflitto. In ogni caso in Portogallo fondanoe dirigonoil Circo Alegria dove la madre di Fatima, Carmen, assieme alla so- rella Mary, si esibisce in un numero di sostenuto noto con il nome di Le Juliettas. Nel frattempo il padre di Fatima, Abdesselam Mesdoubi, poco pil che adolescente,era fuggito dalla sua terra d’ origine, il Marocco, per aggregarsi ad uno dei tanti numeri di acrobatica a terra e piramidi che in quegli anni fluivano verso 1’ Eu- ropa. Nonostanteil fisico abbastan- za minuto,diventa porteur e fa par- te di troupe come la Timenon o la Atlasben, con le quali esegue tournéein tutta Europa, esibendosi anche in complessi importanti come

Amar o Sarrasani (nello stesso pro- grammain cui appaionoi Caroli), e con la rivista Luces de Vienna di Caps and Joan (in seguito proprie- tari della Scala, uno dei maggiori locali di Barcellona), con la quale rimaneperdieci anninella citta pitt

Nella pagina accanto una delle foto piit classiche di Fatima Zohra conil cappello e la sigaretta, esercizio che venne pot eseguito da decine di con- torsioniste. Qui sopra,la madre di Fatima, Carmen,con la sorella Mary, nel numero che le provocé un grave incidente. Sotto Fatima Zohra, oggi, all’Accademia del Circo.

ae ARTI?

Catalogna. a

Nel 1947 vie- DI Hj ae

ne ingaggia- vu

to al Coliseu SCUOLA dos Recreios

di Lisbona,

citta dove conosce Carmen che comincia a frequentare e sposa un anno dopo, mentre é in tournée con il Circo Alegria. Carmen, pur con- tinuandoadesibirsi al trapezio con Ja sorella Mary e al rullo con I’altra

sorella Della, monta con

Abdesalam anche un numerodi sci- volate sul tavolo. La suaattivita é pero sospesa quando rimanein at- tesa di Fatima. La piccola, nata nel 1950, segue un’ alfabetizzazionefa- ticosa, come la maggior parte dei bambinideicirchidi allora, riuscen- do comunquea terminare le scuole dell’ obbligo. Comincia a provare ad un’eta fra i cinque e i sette anni.

Suo maestro é il padre, che pud dedicarle tutte le proprie energie anche perché non fa pit parte del- la troupe di saltatori ed é@ libero da altre gravose occupazioni(il circo Alegria chiude nel 1960). Le tecni- che di base trasmesse alla bambi- na sonosalti a terra, trapezio, verti- cali e contorsionismo. Nel 1961 in

Dalritiro delle scene di Fatima Zohra,la disciplina del contorsio- nismoha avuto delle evoluzioni im- portanti, dapprima ispirate dalle giovaniartiste delle scuole orien- tali di Cina e Mongolia ed in se- guito dall’ affermazionedellostile NewAgedel Cirquedu Soleil, con il numero delle quattro contorsio- niste di Nouvelle Experience. Ma il lavoro svolto da Fatima in trent’anni di carriera non rimane perduto.Infatti, nello stesso istan- te in cui cessa di presentarsiin pi- sta, Fatima diventaistruttrice. Nel 1990 é immediatamente chiamata da Egidio Palmiri ad insegnare contorsionismoe verticalismoal- 1’ AccademiadelCirco,trasferitasi da quell’anno a Cesenatico. Con lei é ovviamente chiamato il mari- to, Agauanito Merzari, che si de- dichera all’insegnamento di verticalismo e trapezio singolo.

Mentreil figlio, Ruby, viene iscrit-

Trasmissione di tecniche

to ai corsi regolari e finisce per di- venireil primoitaliano a realizzare il triplo salto mortale dopo quasi un ventennio. Nella terza parte della sua carriera professionale, Fatima decide di adottare il metodo di in- segnamento del padre, dando gran- de importanzaagli esercizi di base:

spaccate, piegate avanti e indietro, verticali (dritte e non con le spalle in fuori) e alla formazione della struttura fisica con particolare at- tenzione allo sviluppo dei muscoli addominali e a quelli di braccia e gambe. Importante anche l’accre- scimento del senso dell’equilibrio e, per altri motivi, la selezione degli allievi e la loro predisposizionealle discipline. In particolar modoperil contorsionismo,che, se praticato da chi non é predisposto, pud provo- care, in eta adulta, gravi fastidi alla schiena. Riguardo alla maturita ar- tistica degli allievi, Fatima Zohrari- tiene che l impegnodegli istruttori

dell’? Accademia sia primariamente quello di trasmette- re le tecniche e non di montare i numeri, cosa che gli allievi potranno fare da sé, unavol- ta diplomati. Ov- viamentesi tenta di impartire insegna- menti sui saluti, i sorrisi, ed in gene- rale sullo “stare in

pista”, ma si lascia molto spazio alla personalita di ogni singolora- gazzo che non viene plasmato ma piuttosto invogliato a sviluppare il suo stile in attesa di maturare del tutto la propria sensibilita artisti- ca. Certo quello proprio nonsi pud insegnare, al circo comein tutte le altre discipline dello spettacolo dal vivo, é il carisma... 0 lo si pos- siede oppure no. Ed é un peccato perché Fatima Zohra, senza dub- bio, é stata fra quanti lo hanno pos- seduto.

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tournée con lo ZooCircus del

circuitus Carceielles, durante |’ ese- cuzione del numero del sostenuto, Carmen precipita e le conseguen- ze della caduta la costringono su di unasedia a rotelle, dove é ancora a tutt’oggi, ennesima vittima dei nu- meri ad alto rischio di questo seco- lo. Lo stesso anno debutta, appena undicenne, Fatima Zohra, al Circo Royal degli Hermanos Hanibal Co- sta a Isola de Madeira. La presen- tazione del numero é@ pero ancora lontana da quella che la consacre- ra fra le migliori contorsioniste del suo tempo.Lostile infatti é quello del “rettile” che andavaper la mag- giore a quei tempi, anchese, a dif- ferenzadialtri, inizia con unaserie di salti a terra. Dalle prime fotogra- fie si pud comunque immediata- mente rilevare l’eccelsa tecnica della giovanissimaartista che, come vedremo,non cessera di migliorare negli anni. I] numero rimanein so- stanza uguale per un paio di anni durante i quali si esibisce al Royal Lufhmann. E’ qui che perla prima volta é notata da un grande impre- sario, Cristoforo Cristo, padre di Angel, che la scrittura per il suo Circo Alemanne laporta in tournée in Marocco, dove subito riscuote un successotale da essere invitata ad esibirsialla festa dell’ incoronamento di Re Hassan II. E’ probabile che la buona presa sul pubblico fosse dovuta in parte alla simpatia ispira- ta dalla sua giovaneeta, magli eser-

cizi svolti sono gia di unadifficolta tale da impressionare anche gli ad- detti ai lavori. Nel 1963 é@ di nuovo con Lufhmanne nel 1964 ancora con Cristo all’Alemann - Berlin Circus, quandoarriva la vera svol- ta della sua carriera.

La nascita di un genere Arturo Castilla la scrittura peril suo Festival Mundial al Price di Madrid, dove ogni anno viene nominata una Regina del Festival, nelle edizioni precedenti Pinito del Oro, Miss Mara e Gipsy Bouglione. Lo spet- tacolo é di alto livello. Vi prendono parte i Murillo (con il trampolino e le sbarre alte), i giocolieri

| Medifreds, i trapezisti Leotard,

| Pacrobatica dei Marrakesh, e so- prattutto gli Slack,in praticadiretti concorrenti di Fatima con il loro numero di contorsionismo comico del cuocoe la gallina. E’ anche gra- zie ai suggerimenti di Castilla che quell’anno avwviene la completa co-

difica del numero che diventerail principale modellodi riferimento per almeno tre decenni a venire. Certo in quegli annisi esibivanoaltre vali- de ed eleganti contorsioniste singo- le, come Gitta Morelly, Isabella Nock o la fortissima americana Meredith Old, ma ci sembra che l’affermazione del genere si possa far risalire principalmente al nume- ro che Fatima presentd al Festival Mundial di Castilla. E’ infatti pro- prio l’abile uomodi spettacolo spa- gnolo ad aggiungeregli ultimi toc- chi suggerendo per esempio a Fatima la celebre entrata con il mantello. Il numero assumecosi la struttura che sara poi adottata da decine di emule: entrata con man- tello, salita delle scale con la piega- ta in avanti, sequenzadi trucchi con 1 bicchieri, il cappello ed il fiore.

Anchei particolari della presenta- zione assumono una certa impor- tanza:il tipo di attrezzo, i costumi e le musiche... oltre naturalmenteal- V'unica caratteristica difficile da si-

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rato nochany PA - \

In alto Fatima Zohra undicenne al suo debutto. Qui sopra le “tre gobbe”, uno degli gli esercizi pitt apprezzati. Nella pagina accanto: in alto uno dei classici costumi col testale; in basso Vultima versione del numero.

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mulare: il carisma. Quell’ annoinfi- ne Fatima si aggiudicail titolo di Reginadel Festival e da il via alla secondaparte della propria carrie- ra che, da giovane promessa,la consacra stella assoluta della disci- plina. Nel 1965 prende parte ad una registrazioneperil mitico spettacolo televisivo americano Ed Sullivan Show, effettuata al Krone Bau di Monaco. Unacuriosita: nel risto- rante di New York dedicato al noto presentatore statunitense sono esposte duesole foto di ospiti della trasmissione, una é quella di Fatima, l’altra dei Beatles. Sempre nel 1965 firma unaserie di importanti con- tratti ancora con Castilla, al Price e al Monumental (assieme ai Nicolodi, i Medifreds, Alfred Beautour, i Biasini ed i tori amma- estrati di Manuel Rueda). Nel 1966 é allo Spanisch National Cirkus della societa Castilla - Williams (con Pablo Noel, i Platas e Gunther Gebel Williams). Nel 1967 é al Cir- co de Madrid della societa Castilla - Enis Togni, dovesi esibisce quale penultimo numero(primadei clown Rudi Llata) in uno show formato da numeri di altissimo livello. Per tenerla con loro un’altra stagione é necessario che Enis Togni e Arturo Castilla si rechino di persona a Pa- rigi dai Clerico,direttori del Moulin Rouge, per spostare di un annoil suo contratto conil prestigioso lo- cale francese. Nel 1968, infine, é al Moulin Rouge, doverestera per due anni,nelcorso dei quali, durante una breve tournée all’ Ancient

Belgique di Bruxelles, riesce a de- buttare un trucco che pochealtre contorsioniste occidentali possono vantare nel proprio repertorio, la verticale ad un braccio. Nel 1970 &

in Svizzera da Knie, nel 1971 in Francia da Amar. Nel 1972 torna al Moulin Rouge, con il quale rea- lizza una tournée di sei mesi oltreoceano al Corecao di Rio de Janeiro, primadi tornare nella capi-

tale francese ARTI?

per tutto il j

1973. Quel- a: BA

l’anno cono- Di ti Kit

sce Aguanito a,

Merzari, in- SCUOLA gaggiato al

Lido, che sposa nel 1974. Un anno dopoé in attesa del suo unicofiglio, Ruby Merzari, e propende quindi per un temporaneoritiro dalle sce- ne per dedicarsi alla famiglia. Nel 1978, alla notizia del suo rientro in pista con una nuovavariante del suo numero, la signora Scott (la madre di Francois Bronette) la ingaggia a

“scatola chiusa” e la vuole nel cast che a Stoccolma,alla fine della sta- gione, realizza un gala di beneficen- za per Il’Unicef presentato da Denny Kay. In seguito é da Nock, da Achille Zavatta e fa persino in tempo, nel 1984,a lasciarsi alletta- re dai primitentativi di circo di re- gia, per meglio dire il primoin Ita- lia, il Cown Circus creato da An- tonio Giarola. La carriera di unadel- le maggiori contorsioniste singole della seconda meta del secolo si chiudenell’ ottobre del 1990 al Ca- sind Estoril di Lisbona. Masubito inizia I’ attivita diistruttrice.

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