KoreshOu) Spedizione in abbonamentopostale ANNO XXIX N° 3 MARZO 1997
Comma27,Art. 2, Legge 549/95 - Filiale di Forli
TATEenUOURSAMee
ROBERTO FAZZINI - A WORLD OF CIRCUS
MODENA- STOCCARDA
| |
)
|
5 Editoriale
di Egidio Palmiri
1 0 Latradizione eccelsa
di Raffaele De Ritis
1 3 Un pubblico extraordinaire
di Serena Bassano
1 4 Unafinestra sul nuovo
di Raffaele De Ritis
1 6 Mosca,oltre il Rosgoscirk
7a f 1H p
IN COPER
di Francesco Mocellin
1 8 Althoff - Orfei.
di Massimo Malagoli
con un intervento di Egidio Palmiri
2 y) L’invenzione del tempolibero
di Alessandro Serena
Buonaparte di questo numeroé dedicata ai festivals di Montecarlo e Parigi che hanno
confermatola loro importanza con edizioni celebrative di gran livello. Da pag. 10 a pag. 15 servizi di De Ritis e il gradito ritorno di Serena
Bassanosulle paginedella nostrarivista.
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Althoff-Orfei: : LE RUBRICHE :
spettacoloraffinato x e
mascarsi risultati ° Notiziario - p. 6 °
di botteghino. A e °
pag.19 l’opinione : CIRCO30° - p. 20 :
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Egidio Palmiri. °« Dall’estero-p.24 °,
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Althoff @eeoeeoocoecoeooeaoeoeooooeo
CIRCO Paladino, Roberto Pandini, GuyPuttevils, Autorizzazione del Tribunale di Livorno Periodico dell’Ente Nazionale Circhi
Anno XXIX - N. 3 - Marzo 1997 Direttore Responsabile Egidio Palmiri
In redazione
Claudio Monti - Alessandro Serena Collaboratori
Serena Bassano, Raffaele De Ritis, Roberto Fazzini, Ruggero Leonardi, Massimo Malagoli, Dominique Mauclair, Flavio Michi, Francesco Mocellin, Ettore
Chris Puttevils
Con Iacollaborazione di
Cirque (Svizzera), Cirque dans l’Universe (Francia), Circus Zeitung (Germania), De Piste (Olanda).
Direzione, redazione, amministrazione, pubblicita
Ente Nazionale Circhi - viale Cristoforo Colombo n. 25 - 47042 Cesenatico (FO) Telefono e fax 0547 - 672052
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Ente Nazionale Circhi, v.le Colombo, 25 47042 Cesenatico (FO)
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Fotolito e Stampa
Fazzini - Castelfranco Emilia (MO) en
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Il pubblico é tornato numerosoadassistere agli spettacoli dei circhi di qualita. I1 25febbraio, in Campidoglio, si é insediata la Commissione consultiva. Due fatti positivi, che rischiano di essere vanificati dalla burocrazia e da alcune decisioni difficili da decifrare: a partire dalla sostituzione del Dirigente e delfunzionario la nostra Divisione.
EDITORIALE
Un passo avanti, due indietro
urtroppo l’ottimismo espresso P= mio ultimo editoriale, si é rivelato in parte eccessivo, in quanto la speranza che si potessero modificare in tempi brevi alcune norme vigenti - almeno quelle che richiedono un immediato intervento - si é vanificata. Questo non significa che si debba tornare ad essere pessimisti, giacché - come sopra scritto - eventi positivi si sono verificati. Iniziando da questi ultimi, ritengo che il pit importante sia rappresentato dal fatto che il pubblico é tornato abbastanza numeroso sotto i nostri tendoni - ovviamente alludo ai circhi con la C maiuscola - malgradola situazione del paese non sia migliorata né, politicamente (le diatribe sonoall’ordine del giorno),
né economicamente. La
disoccupazione é in aumento, le preoccupazioni ‘per la “tassa
sull’Europa” e gli altri balzelli non
ancora definiti, costituiscono le inquietudini generali degliitaliani. In questoclima, registrare un ritorno di pubblico deve renderci soddisfatti, non solo materialmente ma, anzi, soprattutto dal punto di vista morale, dandoci la certezza che appena la situazione migliorera (a dispetto dei necrofori che vedonola fine del Circo con gli animali) il nostro pubblico tornera numeroso comenegli anni70, permettendocidi non espatriare come sta avvenendoin questo periodo (vedi notiziario).
Un altro avvenimento positivo é la nomina ufficiale, avvenuta il 25 febbraio in Campidoglio, della
Commissione consultiva perle attivita circensi. Forse sbaglio mettendo questo evento al secondo posto, in quanto personalmente ritengo che la nomina dei componenti le nuove commissioni - coni criteri voluti dal Vice Premier Veltroni, improntati al disinteresse e all’obiettivita, scevri non solo da interessi ma da invidie e antipatie personali - sia una delle azioni piu giuste e trasparenti del nostro Ministro. Purtroppo, legati a questi due eventi positivi, ce ne sono anche di negativi che deludono le nostre speranze. I] primo é questo:la nomina ufficiale é avvenuta ma non si sa ancora quandoci sara la prima convocazione (a differenza delle commissionidegli altri settori, per le quali é gia stata stabilita la data della prossima convocazione), pertanto ho perso ogni speranzachesi riescano a modificare quelle norme vigenti di cui il nostro settore ha urgente necessita, senza contare quelle ritenute di minore importanza ma che sono comunque indispensabili se si vuole continuare sulla strada intrapresa da Veltroni, all’insegna della trasparenza, con Vobiettivo di eliminare i cosiddetti
“furbi”. Non vorrei essere pessimista
all’eccesso ma ritengo che difficilmente si possano ottenere i risultati sperati durante il corrente anno. Anche perché, si é progettato di costituire dei Comitati tecnici che dovranno proporre le modifiche che, in seguito, dovrannoessere discusse edeliberate in Commissione.
L’esperienza mi insegna che sara molto difficile, se non impossibile,
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portare a termine questo programma,
modificando almenole normerelative a CPV, modalita di assegnazione dei contributi, continuita dell’impresa (subentro del figlio o della moglie al titolare). Questi tre elementi sono da meritenuti indispensabili e urgenti al di la della necessita della legge di settore. Non meno importante - anche se va annoverato tra gli avvenimenti negativi - il cambiamento che il Ministro Bovaharitenutodi effettuare al Dipartimento dello Spettacolo: la sostituzione del Dirigente la nostra Divisione - che per anni ci aveva seguiti ed aveva quindi la piena padronanza dei problemi - con uno proveniente dal settore Cinema.Poiché, é risaputo cheil nostro settore ha peculiarita completamente diverse da quelle degli altri settori dello Spettacolo, per bravissimo chesia il nuovo Dirigente avra bisogno- di un periodo - purtroppo lungo- perpotersi impadronire delle necessarie conoscenze del nuovo settore. Come se cid non bastasse, il Capo Dipartimento ha fatto precedere questa sostituzione da quella del funzionario la nostra Divisione, che pertanto - prima che possa_ funzionare (indipendentementedall’abilita e dalla volonta. del Dirigente e del funzionario) richiedera vari mesi. Ed é questo il principale motivo di
amarezza: quelli fin qui elencati sono
fatti negativi che non derivano dalla situazione generale del Paese, ma - ritengo - da necessita a noi sconosciute, che si sarebbero potuteevitare.EP.
di Egidio Palmiri
NOHZIARIO
La Chiesae le polemiche sugli animali nei circhi
“Gentilissima Onorevole, mi faccio interprete della reazionedeicircensiriuniti in assemblea a Roma,il 14 gennaio 97, in merito al noto disegno di legge sull’abolizione degli animali nel circo”.
Inizia cosi la lettera di don Pier Giorgio Saviola, Direttore dell’Ufficio nazionale perla pastorale dei fieranti e dei circensi presso la Migrantes (la Fondazionedella Conferenza Episcopale Italiana), a Rosa Russo Jervolino, prima firmataria di una proposta di legge di Lav e Wwfcontro Vuso degli animali negli spettacoli circensi. “A lei ci rivolgiamoperla stima sincera perla sua persona la suaattivita politico-sociale di alta ispirazione cristiana. Nonsi capisce quale torto faccia il circenseall’animale- proseguela lettera - col quale instaura rapporti, per cosi dire, personalizzati e di convivenza quotidiana, da cui nascerispetto e perfino affetto, che vanno al di la degli interessi pecuniari.
Invitiamo a riesaminareparole altisonanti, come “prigionia” e “schiavitu”, attivita
“contro natura” e contro i “diritti” degli animali. E’ inoltre abbastanzariduttivo far riferimento al sondaggio sulle scuole di Livorno. Perché non si domanda a noi quante centinaia di scolaresche di ogni ordine e grado vengono a godere coni loro insegnanti i nostri spettacoli e si entusiasmano per la_ confermata convinzioneche l|’animale,non soloil cane e il gatto domestici, ma pureil selvatico, il feroce,il re della foresta, pud diventare tanto vicino e tanto amico degli uomini?
Nonsi scopre proprio nel circo, in questa specie di simbiosi fra animali e uomini, la meravigliosa armonia della natura? Non si rimane stupefatti di fronte a questa abilita di addestramento chenel circo si trasmette di padre in figlio? Non é tutto questo altamente educativo,in particolare per i giovani? E non é altamente diseducativo appiccicare, con la classica tattica dell’addestramento, in forma imparaticcia nella mente e nel linguaggio dei bambini, certe formule, certi luoghi comuni come “diritti” e “schiaviti” dei poveri animali, da parte di adultiper i quali tale linguaggio é pid un hobbyesotico, una esercitazioneletteraria che vero amore alla natura? E perché, prima distilare questo disegno di legge, nonsi é ascoltata anche la nostra voce, che non é solo appassionata e tanto menosolo interessata, ma é pure bene informata e pertanto autorevole?”
La conclusione di don Saviola mantiene la stessa chiarezza di tutta la lettera: “Le chiediamo il coraggio di accantonare questo disegno di legge o di rivederne radicalmente l’impianto, dopo averci consultati”.
Il grande esodo
Quest’anno l’esodo dei circhi italiani é iniziato a febbraio, con il Medrano che ha varcato i confini francesi, seguito nel mese di marzo dal Mundial (degli Alessandrini) e dal’Embell Riva (fratelli Bellucci) che sono emigrati in Grecia. Sempre a marzo l’Althoff- Orfeisi & spostato in Polonia,l’Americano in Olanda,il Circo Italia (fratelli Rossi) in Turchia e, per ultimo, il Citta di Roma (famiglia Bizzarro) in Marocco.
Quest’ultima nazione, merita di essere precisato, da decenninon venivavisitata da un circo italiano. Constatato il numero elevatodi circhi che si sonorecati all’estero - vista la situazione non potrebbe essere diversamente - e l’importanza del tema(la fuga all’estero é comunqueindice dicrisi causata dalla mancanzadi aree nei centri minori) l’elenco verra aggiornato nel prossimo numero,quando avremo mododi tornare sull’argomento.
Unfestival misterioso
A quanto avevano annunciato alcuni quotidiani, a Bari - dal 22 al 26 gennaio - si sarebbe dovuto tenere un “Festival mondiale del Circo”. Ma, avvolto dallo stesso alone di mistero che aveva circondato il suo annuncio, quelfestival é improvvisamenteuscito di scena,“rinviato a data da definire per motivi tecnici non dipendenti dalla nostra volonta”, come ha dichiarato l’organizzatore dell’happenig, Francesco Santaguida. Cancellato dal calendario e finito in mezzo alle critiche, anche se gli organizzatori lo avevano dipinto come I’evento dell’anno, il “primo festival del circo in Italia”. I primi a sollevare dubbi su quell’appuntamento che si sarebbe dovuto occupare di un non meglio precisato “rilancio del mondo circense”(a quale titolo, visto che non era stata coinvolta la categoria che rappresenta la maggioranza dei circhi italiani?), sono stati i Verdi: “Per realizzare quel festival l’assessorato al Turismo della Regione Puglia ha concesso con estrema leggerezza un contributo di 200 milioni. Altri soldi, ma non conosciamola cifra - sarebbero stati dati dal Comune di Bari e dalla Provincia. Cid che nonsi riesce a capire é in che modo un contributoditale entita, favorirebbeil turismo in Puglia”. Con un comunicato stampaanche I’Ente Nazionale Circhiha preso posizionesulfestival. Dopo aver ricordato agli organizzatori (per la verita un po’ smemorati) che noné la prima volta che vengono organizzati festival di circo in Italia, il Presidente Palmiri ha sottolineato che l’abuso del termine
“festival internazionale” per manifestazioni di portata molto pit
limitata, va a tutto svantaggio del Circo.I
NOHZIARIO
festivals a carattere internazionale hanno avuto l’egida dell’Associazione di categoria, ed hanno mantenuto le promesse, a cominciare dal Gran Premio del Circo, con oltre 360 artisti in rappresentanza di 29 paesi.
PRECISAZIONI
Nel numeroprecedentedella nostra Rivista - esattamente a pagina 10 - abbiamo pubblicato un articolo dal titolo
“Un’Assemblea con lo sguardorivolto al futuro”, una sorta di lungo resoconto dell’Assembleagenerale chesi é tenuta il 14 gennaio scorso a Roma. L’articolo in questione- la doveriferisce un passaggio della relazione del Presidente - contiene un’imprecisione dovuta a un refuso: “A proposito dell’Accademia del Circo,il Presidente Palmiri, dopo averricordato che essa ottiene contributi ricavati da una voce diversa da quelli dei circhi, ha chiesto all’assemblea un orientamento riguardola posizione da prendere....” .
L’espressione corretta utilizzata dal Presidente era la seguente: “A proposito dell’Accademia del Circo il Presidente Palmiri, dopo aver ricordato che essa ottiene contributi ricavati da una voce diversa da quella dell’ attivita e del rinnovo attrezzature, ha chiesto all’assemblea un orientamento riguardo la posizione da prendere...”. In pratica, pur prelevando dal medesimo fondo destinato al Circo, si tratta di una voce diversa da quella
“attivita e rinnovo attrezzature”.
Cosa c’entra la fisica conil circo?
La rivista Focus di febbraio, ha cercato di avvicinarsi al circo in un modo davvero insolito. Ha “analizzato” i numeri che solitamente si vedono sotto lo chapiteau in unaluce insolita, cioé con gli occhi del fisico, per capire se acrobati e giocolieri, equilibristi, si fanno beffe delle leggi di natura. Scrive Mauro Gaffo nelsuo articolo dal titolo “Fisica da circo”: “Osservando
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acrobati e giocolieri all’opera a nessuno verrebbero in mente le neuroscienze, la fisica 0 la matematica. Eppure tutti gli artisti del circo devono venire a patti proprio con queste discipline,o peristinto 0 per esperienza”.
Ron Graham,di professione matematico, é stato presidente dell’associazione internazionale giocolieri. Chi meglio di lui poteva trasformare in equazioni gli schemi dei giocolieri. “Per farlo ha numerato dall’1 al 5 i lanci della palla, a secondadel tempodi permanenzain aria”, scoprendo che la media dei numeri che descrivono l’esercizio é uguale al numero di palle necessario per realizzarlo ¢ dimostrando anche che “é impossibile ottenere una cascata con un numeropari di palle: la simmetria dei movimenti porterebbe a disastrosi scontri in volo”.
Non é l’unica “scoperta” del matematico Graham.Chi non ha maivisto, almeno una volta, la famosa piramide di sedie ¢ non si é chiesto come possano mantenersi in equilibrio? Ecco svelato 1l’arcano:
Vequilibrio si mantiene fino a quandoil centro di gravita rimaneall’interno della base di sostegno, “l’esercizio é reso possibile, quindi, dal peso aggiuntivo degli equilibristi in mezzo, che sposta il centro di gravita del gruppo in una zona relativamentesicura”. Cosavienein aiuto, invece,del singolo equilibrista? Tre diversi
“sensori fisici”: il primo é il “sistema vestibolare”, che si trova nell’orecchio interno (ogni movimentodella testa sposta minuscoli peli che fanno scattare gli opportuni segnali per il cervello); “il secondosensore |’intero sistema nervoso, che permette di captare spinte o strattoni in qualunque parte del corpo; il terzo é costituito dagli occhi, che a loro volta trasmettono al cervello informazioni sui movimenti”. Ed ecco svelato un latro segreto: “Gli esercizi dei trapezisti si basano sullo slancio fornito da corde ondeggianti: maggioreé la loro lunghezza, maggiore é il tempo per volteggiare nell’aria. Per questo sarebbe stato impossibile realizzare il quadruplo salto mortale con le tradizionali corde da 3,5 metri. Ma sonobastati 50 centimetri in pitt per raggiungere |’obiettivo. Per il funambolo,invece, non contala lunghezza delfilo, ma Ja sua tensione. Leoscillazioni, infatti, sono indispensabili per aggiustare Vequilibrio istante per istante. E” per questo che il filo non deve essere mai troppoteso, e viene regolato primadi ogni esercizio in funzione del peso dell’acrobata”.
Ultima informazione utile: come fa Vacrobata ad imparare il salto mortale all’indietro? Inclinandosi all’indietro quando spicca il balzo: “solo cosi pud accumulare queltanto di velocita angolare che gli serve per mettersi in rotazione”,
NOUAAHIO
Novita importanti per le importazioni di animali
Sul supplemento ordinario n.222 alla
Gazzetta Ufficiale n. 296 del 18.12.96, é stato pubblicato il Decreto Legislativo n.633, del 12.11.1996, che stabilisce norme sanitarie per l’importazione di alcune specie animali. I] Decreto é stato emanato in recepimento di una Direttiva CEE (92/65), nata con lo scopo di prevedere deci requisiti sanitari per Vimportazione di animali per cui non esistevano gid delle norme specifiche in materia. Infatti, come vedremo, tale Decreto non si applica per gli animali domestici d’allevamento, ovvero bovini, equini, suini, caprini e ovini.
Un’altra precisazione da fare ¢ a proposito del termine importazione: si parla di importazione solo quando gli animali entrano nel nostro Paese da una nazione non appartenente alla CEE, mentre, in caso contrario,si parla di “scambi”. Questa differenza é abbastanza importante perché a volte sonorichieste delle documentazioni e degli adempimenti diversi, ovviamente pit rigorosi nei casi di importazione.
Diciamosubito che la normain esame non é delle pit semplici. In particolare peri circhi, essa ponedegli interrogativi di una certa importanza, che andremoa vedere, e di cui sarebbe bene chiedere dei chiarimenti allo stesso Ministero della Sanita, onde noon rischiare un domani di avere dei problemi nel momentoin cui uno dei nostri complessisi appresti a rientrare in Italia da una tourné all’estero. Iniziamo dunque l’esame dettagliato della legge, ticordando chela stessa prevede solodelle normesanitarie, per cui resta comunque valido quanto previsto dalla Convenzione di Washington e quindi,in Italia, dalla legge 150/92. Resta valido anche quanto previsto dalla stessa legge 150 a proposito del divieto di detenzione di animali ticonosciuti pericolosi per la salute e l’incolumita pubblica. Si ricordera. che di recente, conil decreto 19.4.96,il Ministero dell’ Ambiente avevastabilito quali fossero questi animali. Al Decreto era seguita una circolare in cui comunque veniva ribadito cheil divieto non si applicava alle strutture appositamentepreviste dalla legge 150 (fra cui i circhi) che dovrannopiuttosto essere riconosciute idonee da un’apposita Commissione. L’esclusione del divicto di detenzione comportala possibilita da parte di queste strutture di fare compravendita ed anche importazione degli animali considerati pericolosi. A questo punto, vista la facolta da parte delle strutture idonee ad importare animali riconosciuti comepericolosi, scatta il DL 633/96 nello
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stabilire le norme sanitarie.
Questa legge é stata comunque concepita in riferimento a strutture di detenzione stabili, quali allevamenti, giardini zoologici, centri di ricerca, ed anche commercianti(la dove sia possibile); infatti essa prevedela definizione di “organismo, istituto o centro ufficialmente riconosciuto”. Queste strutture dovranno essere riconosciute idonee dal Ministero della Sanita e, solo allora, potranno
procedere a importazioni e scambidi animali. Sicuramente pero peri circhi non sara maipossibile un riconoscimentoin tal senso, anche solo perché, fra i requisiti richiesti, si parla di “istituzione permanente, geograficamente limitata”.
Ecco dunque che emerge l’importanzadi avere dei chiarimenti a proposito di strutture come i circhi che, pur non potendo essere riconosciute in tal senso, tuttavia sono interessati da movimenti di animali attraverso le frontiere, o per importazioni di compravendita, o anche solo per i propri animali al seguito.
Vediamo adesso a quali specie animali si applica il DL 633/96,e quali sono le norme specifichepreviste.
SCIMMIE
Pertutte le scimmieé previstala possibilita di compravendita solo fra gli organismi, istituti e centri riconosciuti di cui si diceva sopra. In tal modo sembrerebbevietato,per motivi sanitari, |’acquisto dall’estero da parte di circhi di scimmie, anche se in regola conle certificazionni CITES. Resta da chiarire a questo proposito come ci si dovra comportare con le scimmie attualmente di proprieta di alcunicirchi, nel caso di tournéeall’estero e quindi di transito attraverso le frontiere.
UCCELLI
Per l’introduzione di qualunque specie di uccelli non domestici nel nostro Paese é richiesta un’autocertificazione del proprietario in cui si dichiarino alcuni requisiti sanitari. In caso di uccelli psittacidi (pappagalli, cacatoa e similari) é richiesta la vidimazione da parte di un veterinario. I] problemapit grossopergli uccelli nasce nel caso di importazione, ovvero di provenienza da paesi non appartenenti alla CEE.In tal caso infatti &
previsto che gli animali devono essere sottoposti a quarantenanelluogo di prima destinazione. I] che rischia di porre dei problemi non di poco conto peri circhi.
UNGULATI
Nella categoria degli ungulati rientrano molti animalidi interesse circense, fra cui:
elefanti, rinoceronti, zebre, ippopotami, cammelli, dromedari, lama,tutti i bovidi (yak, bufali, bisonti, ecc,), antilopi.
Questi animali, per entrare nel territorio
italiano, devono essere scortati da un certificato veterinario che attesti la provenienzadell’animale da una zona e da un’azienda in regola dal punto di vista sanitario,in particolare per quanto riguarda le malattie infettive gravi ¢ l’afta epizootica. Inoltre sonorichiesti requisiti aggiuntivi per i ruminanti, largamente rappresentati nei circhi (cammelli, dromedari, lama, bufali, bisonti, yak, antilopi, ecc.). Questi animali devono provenire da un allevamento considerato indenne da tubercolosi e da brucellosi, secondo le norme previste per gli allevamenti bovini. Non credo pero che un circo,per la sua stessa natura, possa essere riconosciuto comeallevamento indenne. In ogni caso é previsto dal DL 633/96 che, in caso di importazione di ruminanti selvatici, essi possono nonprovenire da allevamenti indenni, purchésianostati sittoposti da non pit di 30 giorni ad un esame,effettuato da un veterinario,perla ricerca di tubercolosi e di brucellosi.
CANI E GATTI
Per questi animali non cambia moltorispetto a quanto gia previsto in materia di importazione/esportazione. Gli animali devonoessere vaccinati contro la rabbia,ed in pit contro il cimurro. Devono essere tatuati ed essere scortati da un certificato rilasciato da un veterinario. Per icuccioli (eta inferiore a tre mesi) non sono richieste le vaccinazioni.
Comesi é gia detto, l’esame delle norme specifiche peri vari animali pone non pochi interrogativi nel momento in cui se ne considera l’applicazione per i circhi.
Tenendo conto che per questi si pongono delle situazioni legate non soltanto ad eventuali compravendite, ma anche semplicemente al transito attraverso le frontiere di animali di proprieta al seguito.
Visto che negli ultimi anni sono considerevolmente aumentate le tournée dei nostri circhi all’estero, soprattutto nel periodo primaverile-estivo, sarebbe importante ottenere delle precisazioni sull’applicazione del DL 633/96 per i circhi, precisazioni che potrebbero poi diventare istruzioni per gli stessi organi chiamati ad applicare la legge (Uffici veterinari di confine, USSL), A questo proposito vorrei ricordare chela Direttiva CEEin basealla quale é stato emanatoil DL 633 prevedeva (art.19) che sarebbero stateemanate norme specifiche per Vimportazione (e quindi solo per provenienze da paesi terzi) di animali destinati a varie strutture, fra cui i circhi.
Evidentemente in sede CEEci si era posti il problema della natura particolare di attivita comei circhi, e si era pensato di emanare normespecifiche, cosa che perd
non é stata ancora fatta.
Con Il’entrata in vigore di questa legge
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aumentano le incombenze burocratiche per i movimenti di frontiera degli animali al seguito dei circhi.
Sicuramente era necessario fissare dei requisiti sanitari, per avere anche in questo campo un’armonizzazionecongli altri paesi della CEE. I circhi sicuramentenonsi tirerannoindietro nel rispetto di giuste esigenze di carattere sanitario . Sarebbe pero necessario che da parte degli organi competenti si consideri la particolare natura della struttura circense intesa comeluogo di detenzione di animali, e si forniscano delle sirtuzioni specifiche su come poter applicare le norme in questa specifica realta, evitando complicazioni e incombenzeeccessive.
Ettore Paladino
Il Direttore dell’ Bcole Nationale de Cirque di Montreal in Ohi dell’?Accademia
“Ho appreso con costernazione che il Governo italiano sarebbe intenzionato a togliere il proprio aiuto finanziario all’Accademia del Circo, Ci ¢@ difficile
comprendere i motivi di questa
decisione e@ ci auguriamo ardentemente che possiate riconsiderare la vostra decisione”.Conqueste parole inizia la lettera inviata da Jan Rok Achard) direttore dell’Ecole Nationale de Cirque di Montreal, al Capo Dipartimento dello Spettacolo, Mario Bova. “Malgrado la sua giovaneeta,|’Accademia del Circo occupasulla scena internazionale un posto importante. Credo che in un paese comeil vostro, ricco di tradizione nell’arte circense, lo Stato dovrebbe supportare iniziative cosi promettenti,
soprattutto in un momento come
quello attuale che vede l’apertura dei mercati mondiali. Ci auguriamo che possiate tener conto dell’unicita dell’Accademia del Girco prima di prendere una decisione definitiva che potrebbe compromettere l’ayvenire dell’arte circense nel vostro paese”.FESTIVALS
La tradizione eccelsa
Il bilancio del
ventunesimo Festival monegasco é senza dubbio unanime e para- dossale: seil livello medio dei numeri é stato il pid alto da parecchi anni, la decisione finale é stata certo fra le pil ingiuste, affidata ad una giuria di certo tra le meno competenti tra quelle avvicendatesi attorno a S.A.S. Ranieri. Il Sovrano ha deciso quest’anno di rilanciare il Festival eliminando la gestione
“svedese”degli ultimi corsi (alludiamo ai fratelli Bronett), responsabile,si dice, di vari errori a pit livelli e in ogni caso di una programmazioneche, agli occhi di tutti, negli ultimi anni ebbe evidenti cali di qualita oltre a facili ed eccessive concessioni al mereato russo.
Ledizione 1997 ha visto la selezione artistica affidata) a Jaques
Provence, bonario cittadino monegasco con una lunga esperienza di direttore in cabarets e music-halls di tutto il mondo, un po’ menoferrato in materia di circo (é lui ad ammetterlo), ma animato da sincero entusiasmo verso l’ambiente della pista ed aperto a consigli da parte d’amici e specialisti.
Una cosa é sicura: da quest’anno la scelta dei numeri é assolutamente slegata da interessi privati di direttori di circo o agenti, e tutto ha avuto luogo con estrema imparzialitaé. Questo sebbene con |’assenza dei Bronett si sia visto il tentativo di sottile penctrazione di certi impresari della vecchia generazione riapparsi dopo anni al tendone di Fontvieille: qualcuno a Monaco haparlato del “ritorno dei rapaci”, ma la cosa non ha scalfito l’integrita dell’organizzazione.
Le attrazioni del concorso sonostate scelte
ee
semplicemente in base alla qualita, dopo unalettera d’invito alla segnalazione di numeri che Provence nei mesi precedenti ha inviato in tutto il mondo: dunque nessuna “esclusiva” e liberta a tutti di proporre hanno dato al ventunesimo Festival due programmi di circo che si
10
La kermesse delprincipato diMonacosi conferma la massimaespressionedelcirco classico. Ad altissimolivello.
di Raffaele De Ritis
possono definire entrambi ottimi, sebbene impostati sul circo tradizionale con scarsa concessione alle nuove tendenze.
Pyongyang, un oro mancato
Per la Cina e per la Russia si sono scelti i pit brillanti numeri dei concorsiinterni; per la Corea si é scelto quanto di meglio si trovasse in tournée in Europa, e quello che é di certo stato il pit bel numero del Festival: le trapeziste di Pyongyang.
Inspiegabilmente premiate solo con un Argento,tutti gli spettatori saranno sicuramente d’accordo sul fatto che neanche un Oro sarebbe bastato ad onorare quantosi é visto:
un autentico momento distoria del circo. I] qua-druplo impeccabile realizzato da unadelle cinqueagili, il primo al mondo maipresentato da una donna (annunciato con un certo anti-cipo dalla nostra rivista, ndr) é stato solo i] culmine di una serie d’evoluzioni numerose da elencare, eseguite dalle volteggiatrici sia da soliste sia in quei miracolosi passaggi incrociati, in cui i coreani non si sa come, riescono sempre a superare se stessi. Ma attenzione:a nostro giudizio la specialita coreana del “volteggio.aereo” presenta tecniche e stili diversi dal classico trapezio volante, E’ bene ricordare che differente é il ruolo dei porteurs (tre e fissi, a varie altezze), altre sono le distanze e diverse anche certe figure ottenibili, come tutti ormai sanno.
Mentre il classico trapezio volante é un lavoro svolto orizzontalmente,il volteggio alla coreanasfrutta tutte le direzioni dello spazio: si é visto bene nel quadruplo,in cui l’agile raggiunge il porteur dopo un volo quasi verticale.
L’Oro in ogni caso andato ad un numero importante, le cicliste di Shan Dong: in sedici su unabicicletta nella figura finale
della “coda del pavone”, ma interessanti soprattutto per i difficilissimi salti mortali da una bici all’altra in corsa, che rinnovano non pocoquesta specialita. In futuro vorremmo comunque finalmente capire con quale criterio a Monte Carlo varia di anno in anno il numerodelle statuette (cosi come a Parigi): chi scrive preferisce il sistemadi valutazione“all’italiana”
(diffuso dai nostri festivals) in cui a priori sarebbe opportuno che tutti sappiano quanti ori e argenti sarannoin palio, come in qualunque I genere di competizione, dalle olimpiadi alle lotterie nazionali.
Due degli altri Argenti erano comunque meritevoli d’Oro:
parliamo della prodigiosa equilibrista cinese, per tutto il numeroin equilibrio su un braccio | econ un’eleganzaplastica splendida in tutte le figure, e degli ormai mitici Mouvance,la coppia canadese che conil tango al trapezio costitui quasi dieci anni fa un’importante tappa nella storia di questa specialita e riveld il maestro André Simard (lo stesso delle Steben). Un altro argento é andato agli elefanti di Franco Knie: lavoro impeccabile (splendida la musica appositamente composta, nonché i “testali” in ottone lavorato) maperil quale potevanobastare altri riconoscimenti,
considerando anche che ormaiogni anno una delle statuette
va ad un
rappresentante della celebre dinastia &
elvetica.
La Russia resta fuori.
Curioso record: perla prima volta da quando ) viene al Festival, la Russia é rimasta fuori dal palmarés! Alle due | grandi troupes di Rosgoscyrk sono andate —_altrettante
“menzioni speciali”
della giuria, destinate a numeri non ancora precisi o finiti.
Parliamo degli acrobati in frac “New Russian”e dei saltatori con gli skateboard Kalinin. Forse con un annoin pit di lavoro si sarebbe trattato di due argenti sicuri, ma piccole imprecisioni e troppa insicurezza sembrano aver fatto arricciare il naso alla giuria. Peccato soprattutto per i “New Russian”,sia perl’originalita della presentazione che per il bellissimo
Nella pagina accantole trapeziste di Pyongyangelecicliste di Shan Dong.
Sopra il duo Mouvancee sotto Franco Knie coni suoi elefanti.
sestuplo del capo troupe Zakarov. Altri due numeri russi rappresentavano, com’é tradizione, le altre due grandi firme moscovite: quella di Valentin Gneushev con il giocoliere Borzikin, ispirato al Picasso “rosa”, in cui si dimostra come un’eccellente idea registica possa (ma non é una regola!) sopperire alla scarsita di repertorio tecnico. L’altra firma, il circo Bolshoi di Kostiouk,ha fatto un’eccellente figura con i due clowns musicali Prosvinin
& Starikov, artisti davvero buoni, ricchi
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di talento e fantasia nel mantenere vivo un genere difficile e sempre pit raro: quello dell’eccentrico musicale, con numeri di tip-tap, percussioni e spassosi strumenti inventati. Per restare in tema, il secondo spettacolo ha mostrato clowns che lavoranosu simili basi:
gli italo-francesi Rossyan. Se il brano finale della loro entrata ¢ travolgente, un memorabile tour de force in cui i due clowns si alternano a decinedi strumenti, nel complesso il loro lavoro nonci ha entusiasmato pil di tanto. Precisi, puliti, capaci, originali, professionalita assoluta ma un po’
superati, e senza poi un grande spessore soprattutto in quella che dovrebbe essere la base dell’arte clownesca: il talento comico. Anche per questo motivole riprese da loro proposte erano assolutamente inferiori al livello di un grande Festival.
Il resto del programma A testimonianza del buon livello del festival, non pochi artisti tra quelli in concorso avrebbero ben figurato nel palmarés: come i fratelli Alegria, di quella numerosa famiglia messicana che ha i doni della grazia, della leggerezza e dell’estro in tante specialita. E tutti come sempre vestiti di bianco:
Octavio (come gia il fratello Arturo) ha ormai un impeccabile numero di giocoliere (esordi ad otto anni a Bimbocirco, a Verona!) e pur solo ventiduenne, ha al suo attivo stagioni nei migliori circhi del pianeta; i suoi fratelli presentano un numero di ruota
della morte
altamente innovativo, di reale difficolta e davvero da brivido, e Sabu é sempre preciso al trapezio washington (un numeroche perd ha gia i suoi anni). Egualmentedi ottimo livelloil quadro equestre di Lucien Gruss, artista simpatico e dall’elevatissima tecnica equestre (cosa risaputa), che ha presentato un’antologiadi “bozzetti” delle varie specialita equestri. Forse non ha raggiunto il palmarés per l’eccessiva lunghezza del numero e per l’assenza di unostile unitario, in un’esibizione che saltava in modo unpo’ ardito daisei arabi
in liberta su arie di Tina Turneral frisone di alta scuola i cui passi seguivanoarie verdiane... Bello anche il numero di Masha Dimitri, figlia d’arte svizzera, con una curatissima coreografia al filo molle, di gusto fine e raro. Deludenti invecei noti trapezisti messicani Rodogels, sovvenzionati al festival dalle inesauribili sostanze dei Fuentes Gasca,i bossdel circo sudamericano. Un’ attrezzatura degna di un concerto di Michael Jackson, cromata a puntino e corredata di luci ad effetto, costumi nuovi fiammanti... ma gli artisti sono bruttini, gli esercizi pochi e poco rilevanti, gli errori frequenti e il ritmo del numero vecchio e noioso. Sicuramente da rimpiangere gli ottimi Rodogels di fine anni ’80. Comunque ci auguriamo che nelle prossime edizioni continui ad essere garantita una forte presenza sudamericana, magari con la scoperta di nuove famiglie, perché il loro temperamentosi alterni a russi e cinesi. Com’é tradizione, due numeri dignitosi con animali in entrambi i casi tenuti in condizioni esemplari nelle gabbie all’esterno delcirco.
Mediala presenzadi direttori e specialisti, normale |’affluenza del pubblico pagante rispetto agli altri anni. Ormai impeccabile e competente I’équipe di accoglienza e di organizzazione, buona come sempre la regia tecnica, ancora affidata alla squadra di Franco Knie, cosi comele presentazioni di Sergio. Buon cambiamento sul podio dell’orchestra, con |’arrivo dello svizzero Reto Parolari ¢ dei suoi musicisti:
grandissimaprofessionalita e ottimo gusto, sebbene siano purtroppo molti i numeri ormai abituati all’uso della musica registrata (compresa persino la cavalleria di Gruss). Unico punto scadente, come gia accennato, la giuria: non sappiamo ad esempio come vi siano finiti direttori di modesta statura, come |’australiano Gasser o il danese Berdino. E’ meglio richiamare direttori gia ospitati, oppure coinvolgere artisti di circo di chiara fama
ed esperienza. Se non altro é finita quella tendenza chetanto piaceva a Bronett di chiamare personalita di altri campi dello spettacolo, spessoperla prima volta sotto un tendone. In ogni caso non possiamo che complimentarci con S.A.S.
Ranieri e con Jaques Provence per la qualita dei due programmi, augurando loro tisultati analoghi per la futura edizione.
Nellafoto a destra il giocoliere Borzykin di Valentin.
Sottola verticalista cinese Zhang Ting.
Pitt in bassole tigri di Richard Chipperfield.
Nella pagina accanto lafamiglia reale sembra applaudire
Lucien Gruss.
Lefoto del servizio sono di Roberto Pandini.
Il calore delpubblico diMontecarlo é un buon termometro delsuccesso dei numeri. E che
differenza daiflebili battimani nostrani! FESTIVALS
Un pubblico extraordinaire
Vogliamo fare qualcheriflessione afreddo, superato il coinvolgimento totale nell’ atmosfera monegasca, quell’atmosfera che si crea durante le giornate del Festival?
Quando si é immersi nel clima,e si resta travolti dalla festa, dall’allegria, dalla tensione (perché negarlo? io, personalmente, la provo e noncredo di essere la sola) contagiata un po’ a tutti dagli artisti tesi allo spasimo nell’ attesa dei ... verdetti finali. Dopo, fuori dalle
emozionidel momento,si ricordae si riflette.
Nelle mie riflessioni del dopofestival, ilprimo posto va al pubblico: straordinario, anzi extraordinaire, come esclamava il grande Charles Trenet in una delle sue splendide canzoni. E’ un pubblico eterogeneo:
monegaschi,francesi, edanche molti italiani, specie la domenica provenienti dalla riviera ligure di ponente. E’ un pubblico numeroso come nessun’altra manifestazione delgenere puo vantare, ed é immerso totalmente nel clima creatoattorno e sotto lo chapiteaux, partecipe in maniera che si puparagonare altifo dastadio, edanchegli italianine restano coinvolti e sono motto esuberantie calorosi.
Inpatria, purtroppo,ilpubblico nonha capito limportanza di manifestazioni come questa, disertando le serate dei festivals nostrani, scambiandoliper normali spettacoli anonini, senza attrazioni, senza comprendereil valore di tutto cid che potevano vedere in un solo programma. Eppure, tra Verona ed il Gran Premio deiprimi anni, abbiamovisto numeri cheinItalia non verranno maipitt, con questi chiari di lina: i Borzovi,i Cranes, Tamerland conla sua leggenda a cavallo (I' unico che conoscevamo gia in toumée conil Circo di Mosca), il Duo Mouvance oggi ancora pitt coinvolgente (a proposito: sono talmente bravi ad interpretare la loro performance sensuale e raffinata, che stanno diventando unpo’ gigioni, come accadeagli attori di teatro che sono troppo consci della loro bravura). Ci sono stati giovani come Izossimov, Aurelia, il piccolo grande Gatto, fior di trapezisti, l’omaggio al nostro
“Le cinesine sulle biciclette hanno surriscaldato laplatea, cosi comei clowns.
Le gradinate hanno tremato con il corpulento e baffuto Prosvirin nelVimitazione della ballerina classica.
Anche Lucien Gruss conla cavalleria ha avuto Ponore del doppio battito ritmato:gli animalientusiasmano ovunque, con buona pace di chi vorrebbe eliminarli”
FrancescoCaroli: ecco,forse!’ unico ricordo veramentevivoe caldo é quello dell’entrata in pista di Francesco e del successo dei Borzovi, ma eravamocertamentepitt addetti ailavori che pubblico vero, quindi sonofacili lentusiasmo e la commozione.
A Montecarlono, é il pubblico autentico che si entusiasma, che capisce limportanza del momento, che vive con emozione quell’attimo meraviglioso che é dato dall’unionetra artisti e spettatori in un abbracciounico. E’ questo momento magico che fa amare questo pubblico cosi straordinario.
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di Serena Bassano
Un’ altra riflessioneriguarda Papprezzamento peri vari numeri: non é avere Vapplausometro televisivo, addomesticato ad arte, si sente meglio dal vivo. Quali sonostati quest’anno gliartisti che hanno surriscaldato maggiormente la platea?
Naturalmente le coreane volanti e le cinesine sulle biciclette: troupes numerose, esercizi spettacolari e di grande effetto, un coinvolgimentototale trapista e pubblico. Ma subito dopo diremmo che viene la coppia dei Mouvance, senza grandiosita: duesoli conla loro personalita. Ma anche i clowns hanno entusiasmato,il battito di mani e piedi si é sentito anche per la comicita dei russi innovatori, conspirito moderno,e coni Rossi, Mauro e Jan, chefanno della musica e della simpatia strumentidi comicita. Ma che cosa ha fatto tremare le gradinate e ridere a crepapelle tutto il circo? Udite, udite:
!' imitazionedella ballerina classicafatta dal corpulentoe baffuto Prosvirin nella maniera pitt classica ed antica che si possa immaginare. Ci vogliamo stupire? Non mi pareproprio il caso: il tradizionale va sempre, purché sia fatto conclasse, con garbo, con una modernita nellinterpretazione. Mipare piuttosto semplice. Ma le gradinate hanno tremato ancheperil successo delle figri di Chipperfield, e del rapporto all’ Orlando Orfei diTomDieckcondue delle sue leonesse.
Anche Lucien Gruss con la cavalleria ha avuto I’ onore del doppio battitoritmato ed é un ottimo segno:gli animali entusiasmano ovungue, con buona pace di chi vorrebbe eliminarli, e la cavalleria é sempreil cuore del circo.
Grazie, pubblicodel Festival di Montecarlo:
vorremmopoter suggerire di assegnare un Clown d'Oro anche a te. Magari piccolo piccolo, da portare come un fiore all’ occhiello.
S.B.
FESTI
A Parigi una finestra sul nuovo
ara ricordata comeunadelle pit belle serate circensi dell’anno appenainiziato, quella di lunedi 27
gennaio scorso, nella quale un mirabile Gala fuori concorsoha festeggiatole venti edizioni del Festival Mondial du Cirque de Demain. In un clima di relax e magia, senza la febbre della competizione,si sono esibiti alcuni dei migliori numeri maivisti in vent’anni difestival, avvolti per poche ore tra i velluti blu del Cirque d’Hiver Bouglione. Un programma di sogno: dal trapezio di Elena Panova al Duo Mouvancee, dagli acrobati alla sbarra Zemskovi al giocoliere Oliviere Groszier eal trampolino dei Blues Brothers. Si sono rivisti anche la pagoda di 108 bicchieri della contorsionista Xu Mehuia e duetrai pit bei capitoli di Saltimbanco:gli Alexis Brothers (con un pubblico in delirio) e il gruppo delle quattro contorsioniste canadesi, Come se non bastasse, il
“condimento”della serata é stato dato dallo charivari della scuola Fratellini (con pit interventi) e dai due travolgenti e lunghissimi sketches del grande clown David Shiner, che dopo annidi teatro e cinema é tornato su una pista di circo, la stessa che lo lancid.
Questo, per la cronaca, il Gala che ha concluso un concorso che, come ogni anno, ha presentato circa 25 numeridivisi in due serate.I] livello? Non eccezionale (a detta unanime di tutti i presenti) ma comunque di qualita e sicuro interesse.
L’anno dei giocolieri
Sorprendente Oro, di certo eccessivo, quello ai giocolieri belgi Mark e Benji:
repertorio tecnico non eccelso ma confezionato con gran precisione e creativita, quasi da cartone animato.
Perché hannovinto? Forse grazie anche al fatto che quest’anno c’era una giuria particolare, compostada “vecchi premiati”
e quindi da giovani quasi tutti esterni al circo tradizionale, con un’esperienza e una severita molto relative. Tale Oro ha simboleggiato quella che pud definirsi come l’edizione dei giocolieri: tanti, e a nostro avviso anche pit interessanti del numerovincitore. C’é piaciuto soprattutto Picassojunior(figlio d’arte, ancora acerbo nello stile), completamente innovativo ¢
L’edizione delgiubileo delfestival diParigi attesta ilprogetto estetico deiMauclair:la ricerca del nuovo in ognisuaforma.
di Raffaele De Ritis
Unafoto d'archiviodei fratelli Marco e Paolo Lorador, in arte gli Alexis Brothers, che hanno ottenuto un enorme successo al Gala del Giubleo dei Mauclair.
dalla tecnica forte: lavora con palline e racchetta da ping pong senza mai sbagliare, e termina con i “piatti boomerang”, con lanci nuovi e di estrema precisione.
Coinvolgente, come pure il ceco Mario Berousek, piti tradizionale, per aver scelto il lavoro con le clave, ma rapidissimo ed elegante. Bellissimo il numero del piccolo ucraino Ruslan Fomenko, che introduce nuovi oggetti: palloni legati tra loro con unacorda, delle specie di “bolas giganti”, lanciate in aria e fatte roteare.
Tale idea di base é finita tra le mani del regista Valentin Gneushev, che ha arricchito la forte tecnica con unostile ispirato alla tradizione russa, ma in modo elegante, moderno e non lezioso. Altro giocoliere russo il mingherlino Gerassimov, prodigio dei cerchi gia visto al Festival di Mosca, la cui tecnica non bastaa supplire all’inconsistenzastilistica.
Manoné solo colpasua: é l’ennesimo caso di un maestro russo di tecnica che crede di essere anche regista senza averne la formazione. Un po’ pasticciato ma pieno d’entusiasmo il numero di giocoleria dei canadesiTourisk, della scuola del Quebec (che non é quella di Montreal), che
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riprendono lo stile dei Chicagos reso celebre dai Nicolodi. Altro numero di giocoliere di buon livello é quello dei fratelli Csazar, duo ungherese nello stile piu. magiaro possibile: pulizia, velocita, completezza nei passaggi ma niente piu.
Sitratta perd del loro “secondo numero”:i due,infatti, si riscattano, stavolta con una splendidapartner, in un ottimo numero di bascula a tre, anch’esso nella pit. pura tradizione magiara.Figli d’arte, con questi due numeri hannotutte le carte in regola per lavorare nei circhi pili dignitosi.
Russia di fine millennio Su questa rivista abbiamo abbondantemente sondato la complessa realta del circo moscovita (se n’accenna pure in questo numero). A Parigisi é visto un puro esempio di come lo studio di Moscaé incapacedi rinnovarsi e adeguarsi.
Parliamo della troupe Krilienko, con un’attrazione ideata dal maestro Beniaminov, che ha lavorato alla nostra Accademia. Si tratta di un palo inclinato su cui vengono eseguiti gli esercizi tipici dei funamboli, che si muove gradualmente
L’ evoluzione Bonzi
piccoli
fino a portare gli artisti ad una serie di attrezzi aerei.
Maa cosa servono questi attrezzi macchinosi e ingombranti? Dove potranno mai lavorare questi artisti? Sonobelli ed eleganti, ma avrebbero meglio figurato con un classico numerodifiloalto.
E’ il manuale del vecchio stile Rosgoscyrk:
combinazionedi specialita, enfasi coreografica tipo cicogne, pesantezza e bizzarria nella creazione dell’attrezzistica. Chissa se e quando capiranno.
Questo non vuol dire che i Mauclair debbano pescare ogni volta la maggiorparte della rappresentanza russa al vecchio circo di Nikulin, tra le creazioni di Valentin Gneushev. Quest’ultimo é un genio e siamo sempre stati tra i primi a riconoscerlo. Ma non é giusto che ogni annogli si lasci portare almeno quattro numeri. Un Festival ha il dovere di promuovere tutti i giovani della Russia, artisti e registi, e non quelli
di un solo circo. Quest’annosi é giunti ad un estremo:nella parata delle nazioni era presente il cartello “Vecchio Circo di Mosca”. E’ diventato forse un altro stato?
E allora perché non Rosgoscirk, Cirque du Soleil, ecc.? Questo, ripetiamo, senza nulla togliere alla qualita dell’organizzazione Nikulin, che é ottima. Quest’anno Valentin ha fatto un’ottima figura con la contorsionista Zaripova, bellissimo numero;é piaciuto con l’originale ma non eccelso equilibrista Veligocha e ha sbagliato in pieno con untrio di clowns che in abiti modernitenta la vecchia entrata della statua rotta, ma senza azzeccare i tempi comici a causa di un lavoro troppo artificiale e stereotipato.
La Nuova Cina
In Cina il circo sta avendo un’evoluzione che ha del miracoloso. Se per secoli la presentazione e la tecnica dei numeri sono rimaste immutate, in pochissimi anni il contatto sempre maggiore con altre realta circensi ha sviluppato non solo lo studio di nuovetecniche, ma un’ interessantissima modernizzazione nelle arti registica e coreografica, pur sulla base della tradizione. Dicerto tanto si deve, pil che ad altri, al Cirque du Soleil. Parliamo soprattutto del numerovincitore di un Oro
del circo in Cina: il numero alle pertiche della provincia di Shen
nella categoria Avenir, i nove piccoli saltatoriai palifissi della provincia di Shen Yang. Quest’ultima é unadelle troupes pitt potenti economicamente. | piccoli bonzidal cranio rasato e vestiti d’arancio e giallo sonoarrivatial festival con una coreografia travolgente (per non parlare degli incredibili salti ed equilibri); la loro musica é creativa e d’eccellente qualita tecnica:
sembrano finiti i tempi in cui i cinesi arrivavano con cassette scadenti e nenie lamentose. Stessa cura artistica per il numero aereodella troupe Cheng Dou(in tournée con André Heller), curato dalla regista Li Xining ed ispirato ad una leggenda fiabescasulla lotta tra creature alate che rappresentanoil giorno e la notte.
Si tratta di un numero simile a quello dei trapezi volanti, con la differenza che gli agili hanno le longe i trapezi dei porteur sono manovrati da terra con delle funi. Si puo immaginarequali incredibili prodezze consentanotali aiuti: di certo i maligni lo definiranno (non a torto) un ennesimo numero di “marionette”, perd che spettacolo! Questo rinato gusto del circo cinese ¢@ testimoniato anche dall’equilibrista vista a Monte Carlo: solo l’anno scorso a Parigi aveva musica e presentazioni classiche e oggi, seppure nella tradizione cinese, si presenta con un costumeed un branooriginali.
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dei nove Yang.
Altri numeri
La Mongolia era rappresentata da due piccole contorsioniste che, nella splendida coreografia creata dal Soleil per Alegria, diventano usignoli dai mantelli di piume bianche: quasi un assaggio dell’intero spettacolo per gli appassionati europei.
Curiosa presenza al festival il duo Manducas, owveroil prodigioso agile portoghese Tino Ferreira (lo si ricordera partner di Tino Fratellini) che conil cugino Victor ha rimesso su l’indimenticabile duo d’acrobati mano a mano all’antica. Seppur Toni sia restato ancoratra i migliori del mondo (esegue sei e anche sette plance),e il numero abbia avuto un enorme successo, non sappiamo se sia stata un’ottima idea quella di presentarsi con una creazione il cui pubblico, seppur a torto, é portato a paragonare col numerodi Tino e Toni: ma il duo sviluppera di certo uno stile nuovo e originale. MancavaI’Italia, se non si considera la piccola statunitense Aurelia Zoppé (nipotina di Alberto) che ha presentato un numerodi corda aerea in duo col noto maestro Sacha Pavlata. Altra attrazione aerea, dall’atmosfera simpatica, le due brasiliane dell’intrepida Troupe, su una soave melodia del loro paese. Per il resto, quella del Cirque d’Hiver si riconferma come unapista molto rischiosa per quegli artisti d’avanguardia o di cabaret che scelgono di presentare un numero al di fuori del contesto dello spettacolo percui é stato creato: é il caso degli spaesati comici belgi Achille e Leonine,e del noiosissimo Vincent Warin, del Cirque Baroque, che ha l’ardire di presentare un numero di bicicletta sull’Adagio d’Albinoni. E’ il rischio e nello stesso tempo il fascino del Festival parigino: poter applaudire numeri che, seppur slegati dall’atmosfera per la quale nascono, sonotestimonidella forza e della
\italita di un’arte circense che pullula didee e trovate, seppure non sempre riuscite, ma che vuole a tutti i costi affermarsi come una forma d’espressione del nostro tempo.
Uno sguardo alla situazione dei due prestigiosi circhi stabili della capitale russa.
Mosca,oltre il Rosgoscirk
> “ottobre russo” dell’anno
Le concluso ci ha offerto-
oltre all’avvento del primo“World Festival of Circus Arts”di cui questa rivista si é gid diffusamente occupata - pure l’occasione di gettare uno sguardo pit che interessato anche sulle altre due grandi realta circensi
moscovite. Anchese ormaié trascorso
qualche tempo dai mutamenti radicali che hanno portato l’ex Unione Sovietica all’attuale assetto politico istituzionale, dal punto di vista .“circense” si é spesso portati ancora ad associareil circo russoe delle altre repubbliche della CSI ad un’immagine monolitica, come ai tempi - invero
assai recenti - in cui il controllo del
Soyuzgoscirk sull’attivita artistica circense era assoluto. Per verificare quanto cid non sia pil vero basti pensarechei due edifici stabili presenti a Mosca, senza dubbio tra i pit prestigiosi dell’intera geografia circense mondiale, hanno gestionieconomiche e direzioni artistiche
completamente autonome’ ed indipendenti (e spesso in opposizione) rispetto alla struttura statale, erededell’istituzione sovietica, l’attuale
Rosgoscirk. Quest’ultimo, non disponendo di una struttura stabiledi Francesco Mocellin
Lafestosa parata d’inizio del Bolshoi adeguata, (tale non puo essere
consideratail famoso“studio”), spesso é costretto ad accordarsi con la direzione del “Bolshoi” per Veffettuazione di alcune sue produzioni moscovite.
Il veechio Circo di Mosca: da Salamonskya Valentin.
Lo storico edificio sullo Zvetnoi Boulevard,postoneipressi del famoso cinema Mir, a nord della Piazza Rossa,fu fatto erigere in pietra da Salamonsky nel 1880 e fu il primo L’ elegantestruttura del “vecchio Circo di Mosca”
a divenire “circo di stato” in seguito al decreto di nazionalizzazione di Lenin del 26 agosto del 1919 su idea del Commissario alla Cultura Lunaciarsky. Di recente ristrutturato, dopo un lungo periodo di chiusura, viene oggi comunemente individuato come “vecchio circo di Mosca”: é diretto da Iuri Nikulin, uno dei mostri sacri della clownerie sovietica del dopoguerra,e dal figlio Maxim, molto legati all’attuale amministrazione cittadina moscovita. La Direzione artistica della stagione che hapresoil via lo scorso 25 ottobre é stata assunta da Valentin Gneuschey,il pit: celebre dei registi di circo russi, che si é ormai conquistato una famaplanetaria grazie alla preparazione di molti numeri che hannospessofigurato nel Palmarésdei pit! importanti festivals del settore.
Lo spettacolo cui abbiamo assistito, intitolato La fiera delle meraviglie, appare caratterizzato da un continuo succedersi di omaggi e di
“oltraggi” alla tradizione russa: dopo un inizio di grande suggestione che richiama l’atmosfera delle feste popolari contadine, il clima muta durante la performance di un verticalista che inanella una serie di eccellenti esercizi alla maniera di Isossimov ma conun provocatorio look
che prevede le unghie di mani e piedi laccate di blue elettrico. Cosi nella seconda parte un classico numero di due antipodiste viene interrotto da un giovane spettatore che improvvisa un’esibizione di break dance. Clou dello spettacolo resta la troupe che fu guidata da Nikolai Zemskov
( m or t o
improvvisamente durante il XIX Festival di Montecarlo, nel 1995), che presenta il numero di pertiche ed uno di barra russa che forse ricordavamo di qualita ancora superiore.
La chiusura della produzione di Valentin 96/97 viene affidata ai salti al trampolino della
troupe Maiorovi(Stella d’ Argento al Festival di Verona nel 1994): il ritorno all’atmosfera di festa campagnola piena di vitalita non poteva essere meglio interpretato da questo gruppo di acrobati che resta validissimo. Filo
conduttore di tutto lo spettacolo é
Petruska, una sorta di Arlecchino- giullare capace di scimmiottare aleuni esercizi dei numeri “seri” con sorprendente eclettismo e che tiene fede al suo nome (che altro non nsignifica se non “prezzemolo”). Alla fine della festa sparisce in alto nella cupola da doveera giunto in apertura.Determinante nel dare forma allo spettacolo risulta la colonna sonora originale creata da Michael Ekimian.
E’ anche grazie alle sonorita elettroniche che contaminano quelle tradizionali se questo spettacolo é stato definito da qualcuno un vero e proprio “Soleil russo”.
Se dovessimo trovare un difetto all’opera di Valentin, i cui meriti sono stati autorevolmente illustrati pit volte su queste ed altre pagine, dovremo individuarlo nella disomogeneita qualitativa della attrazioni scelte, alcune davvero modesteo fuori posto: cosa ci fa - ad esempio - un numero di cani di sapore
rivistaiolo nel bel mezzo dello spettacolo? Macerto, chi dovesse capitare a Mosca non puéperdersi una visita a questo tempio del circo per ammirare, tra stucchi e colonne, il lavoro di uno dei pit dotati registi circensi dei nostri giorni.
Il Bolshoi: nel ventre del mito.
Abbiamo avuto modo di visitare |’edificio sulla Vernadsky Prospekt, a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla monumentale universita moscovita, e di ammirarne lo spettacolo del giubileo per il venticinquesimo anniversario di
fondazione che cadeva proprio in
concomitanza conil festival d’ottobre del Rosgoscyrk.Diretto da Leonid Kostiouk
(Clown d’Oro a Montecarlo 1979 con Vinsuperato numero di pertiche), il Bolshoi é Vunico circo stabile europeo a vantare unastruttura chegli permette di mutare la pista nel corso dello spettacolo con cinque diverse possibilita (tappeto di cocco pergli animali, acqua, ghiaccio, fondo illuminato e magia). La visita al sottosuolo dell’ edificio ha rappresentato per gli addetti ai lavori17
A sinistra la stanga dei Kouznetsov.
Sopra un esenpio di come viene utilizzata la pista di ghiaccio del
Bolshoi.
Lefoto sono di Flavio Michi.
e gli appassionati presenti una vera e propria escursionenella leggenda.
Lo spettacolo speciale per il Giubileo non é stato una vera
“produzione” cosi come la si intende oggi, ma la rassegna dei numeri proposti, presentati in successione nel modotradizionale, era di tale qualita che nessuno ha potuto sollevarerilievi. Dai sempre inarrivabili in quanto a classe ed espressivita Natalia Vasilieva e louri Alexandrov (adagioaereosultrapezio Washington ad almeno venticinque metri daterra)ai pertichisti Khailafovs dallo stile inconfondibilmente
“Kostiouk”; dai travolgenti clowns musicali Prosvirnine e Starikov agli orsi degli Iarovois (per tutta la prima parte del numerosi alternanoin pista senza la guida degli addestratori): ecco - tra gli altri - quanto ha saputo mettere insiemela direzione del Bolshoi. Una menzione speciale merita il trio alla sbarra russa guidato dal porteur Serguei Kouznetsov (Pista d’Oro al Gran Premio del Circo di Viareggio):
difficile ricordare un altro agile capace
di girare i salti mortali cosi in alto, in
modo cosi naturale, con unatale limpidezza di stile! Ad abundatiam vannoricordati ancora le verticali di Rasoulov e Tabieva, i djiguitis della troupe Pliev, gli sbarristi di Vitali Joravel. L’inizio della secondaparte, poi, havisto le differenti performances sul ghiaccio di molti artisti della troupe del Bolshoi. Insomma: non servono molti altri commenti. Tutti inpiedi per la standing ovation al
termine dello show.
Althoff - Orfei
La qualita non basta
simboli del circo Miranda Orfei, stanno via via scomparendo da quasi tutti i mezzi per lasciare spazio al bianco e arancionee alla nuova insegna Althoff - Orfei. Da meta novembre 1996,infatti, Daniele Orfei ha creato una nuovasocieta con Marco e Alberto Althoff ed ha ammainato, almenoper ora, lo chapiteau giallo e verde per lasciare spazio ad una nuova tenda rotonda di circa 38 metri, a cupola circolare quasi completamente bianca con alcune bordature arancioni.
Marco e Alberto Althoff sono dueartisti tedeschi che hanno lavorato per diversi anni nei maggiori circhi olandesi e dei paesi nordici (Circo Holiday in Olanda, Circo Meranoin Norvegia). Agliinizi degli anni ’90 furono scritturati per un paio di stagioni dal circo Miranda Orfei, conseguendo vasti consensi con i loro numeri d’animali. Da un semplice rapporto di lavoro fra Daniele e gli Althoff ¢ nato un grande affiatamento ed amicizia tanto che, anche dopolaloro partenza,i contatti nonsi sono affievoliti. Marco e Alberto dopo l’abbandonodel nostro paese hanno ancora compiuto unastagione comeartisti I colori sociali giallo e verde, da sempre
Azzeccato il connubio fra le due prestigiose casate (vere).
Main Italia la cassa resta vuota.
pressoil circo Nazionale Austriaco diretto da Elfi Jacobi per poi mettersi in proprio, aprendo un complesso in Polonia. Gia da qualche tempo si vociferava di questo possibile ritornoin Italia anche se in forma diversa dal precedente, ma soltanto nell’autunno scorso si é concretizzato il progetto.
Debutto previsto per la fine d’Ottobre a Ravenna, ma a causa d’impegnitelevisi non pianificati (Gran Premio del circo di Viareggio) il tutto é stato posticipato alla meta di Novembre a Prato. Pochissime piazze (Forli’, Imola, Ravenna) nel continente poi velocemente in Sardegna, per una delle pit brevi tournee mai effettuate da un circo sull’isola (soltanto sette settimane). Di nuovo qualche piazza di passaggionell’Italia settentrionale, per poiiniziare il 14 Marzo in Polonia un giro di almeno sette mesi con uno spettacolo completamente nuovo.Lo spettacolo presentato in Italia nell’inverno 1996/97 ha mantenuto quasi totalmente l’impostazione di quello che ha girato la Polonia negli anni 1995/96. Uniche differenze la mancanza di un ragazzino mulatto, Sebastian, con un numero di
di Massimo Malagoli
contorsionismo presentato nell’ambito di un quadro esotico su un elefante, e i volanti, sostituiti con un paio di numeri aerei. Nello spettacolo sono inoltre stati inclusi i numeri di casa di Daniele (magia
¢ antipodismo) e il giocoliere Marco Moressa. Lo spettacolo é caratterizzato dalla suddivisione in quadri e per la presenza disei ballerine che intervengono pili volte con coreografie semplici e veloci.
Mai protagonisti indiscussi del programma sono gli animali degli Althoff. Il programmasi apre con unafantasia tzigana che ha il suo punto culminante in un numerodi posta unghereseconsei cavalli, presentato da un giovane polacco con buone qualita artistiche. Il salto degli ostacoli termina l’esibizione che ¢ immediatamente seguita da Marco Moressache giocola con clave e palloni.
Al giovaneartista diplomato da un paio d’anni all’Accademia del circo di Cesenatico é stata radicalmente cambiata la musica e il costume, ottenendo un risultato piacevole ed adeguato al quadro nel quale é stato inserito. Indubbiamente il quadro migliore di tutto lo spettacolo é quello dedicato all’ Africa che occupa gran parte del primo tempo. In questo contesto sono inseriti il numero esotico, uno charivari con un po’ di salti e qualche piramide ed il numero d’antipodismo di Maia Orfei presentata comela Principessa del popoloafricano. II numeroesotico, in particolare, composto da cammelli, lama, bufali, bisonti, rinoceronte e giraffa (sara presentato nel 1997 da Kim Benneweis pressoil circo Arena)é di classe, evidenzia ampia familiarita dell’addestratore con gli animali e suscita grande entusiasmo con Ventrata della giraffa cavalcata da un bambino. La prima parte comprende,poi, un sostenuto aereo di una troupe cinese e una partita di calcio di cani boxer. Il numero sovente presentato anchein circhi di dimensioni inferiori é in questo caso elegante e curato sia per le attrezzature predisposte nella pista (panchine di riposo, tabelloni segnapunti, tappeto con il campo disegnato, ecc.) sia per la presenza di ballerine (tipo pompon girls) che incitano il pubblico, cosi come avviene negli incontri di football americano. Nel secondo
moglie efiglia di Daniele Orfei.
A destra la giraffa Chabula.
Nella paginaprecedente: Alberto
In alto Piroska e Maya,
Althoffnel numero
di animali esotici.
tempo i numeri sono menolegati fra di loro. S’inizia con un balletto brasiliano per la presentazione del Duo Camadisal filo alto, che eseguetutti i trucchi tipici di questa specialita. I] numero degli elefanti di Marco é stavolta composto da tre pachidermi africani e, a differenza di quello presentato a Montecarlo alcuni anni fa, non include la presenza delle ballerine di danza classica. La morte di due elefantini avvenuta nello scorso inverno ha indubbiamente penalizzato l’insieme del numero,nonostante siano effettuatitutti gli spilli di un tempo. Il numero d’elastici della compagnia Kinai Li Quing (tre uomini e una donna) é un altro momento che riscuote numerosi applausi. Il gruppo, gia visto la scorsa stagionepressoil circo francese Arlette Gruss presenta un numero aereo simile a quello che vinse il clown d’argento a Montecarlo nel 1992.Si tratta di una novita per il nostro paese giacché Vesibizione é completamente diversa da quella presentata negli ultimi due anni presso il circo Americano. Un balletto molto grazioso con le ballerine vestite da clown, dopo di che il numero di magia della moglie di Daniele cheé stato lasciato inalterato. Subira invece una radicale
trasformazioneperi] debutto polacco dove sara inserito in un quadro ispirato all’Ameri¢a e con |’accompagnamento di un corpo di ballo d’otto persone. Ultimo numero dello spettacolo una fantasia argentina con bolas. Nel finale la parata di tutti gli artisti accompagnata da una canzone sul tema circense intonata dal presentatore (Carlo Emendi). Le musiche di tutto lo spettacolo sono dal vivo, cosa nonfacile da trovare in Italia soprattutto in un circo di medie dimensioni come questo. Una buona orchestra di sei elementi che gia venti minuti prima dell’inizio intrattiene gli spettatori che hanno occupato i posti a sedere sotto lo chapiteau. Un mimofrancese intervalla i numeri coinvolgendo,forse troppo spesso, il pubblico. Uno spettacolo buono, che pur non presentando nulla d’unico al mondo offre due ore piacevoli, in un ambiente elegante senza mai cadute distile. [1 pubblico presente é visibilmente soddisfatto applaudendo ripetutamente.
Nasce a questo punto un interrogativo perché non hail successo che merita?
M.M.
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Quello di Orfei é un nome inflazionato. Sarebbe stato meglio utilizzare solo il marchio del circo tedesco.
di Egidio Palmiri
Superfluo affermare che la mia risposta alla domandadell’amico Malagoli, con la quale chiude la sua recensione sullo spettacolo Althoff-Orfei, é un’opinione personale,per la quale - ovviamente - non ho la pretesa di individuare con certezza il motivo del mancato,0 ridotto, successo del circo in questione.
Secondo me |’errore di base di Daniele é Verrata impostazione della pubblicita:
Althoff-Orfei per il pubblico equivale a LuanaOrfei, Donato Orfei, Milena Orfei, ecc., in altre parole a quella miriade di Orfei “fasulli” che tanto danno hanno arrecato e recano alla Categoria.
Sia in Sardegna che in Emilia, Daniele sa di avere una certa rinomanza quando agisce come “Miranda Orfei”, pertanto non ha voluto rinunciarea quella simpatia creatasi in tanti anni, ma annunciandosi come Althoff-Orfei il nome “Miranda”
non appare, con la conseguenza che ha finito per essere equiparato alle numerose imitazioni di Orfei, verso le quali il pubblico nutre giustamente diffidenza, poiché nehafatto la conoscenzaa proprie spese. Se quanto sopra scritto non il motivo peril quale ha voluto annunciare il proprio circo con due nomi, potrebbe essere quello di un giustificato orgoglio:
quale vero Orfei, nonché direttore del complesso, forse nonha voluto rinunciare al proprio nomein ditta. Anche in questo caso, perd, tenuto presente il momento difficile che attraversa il Paese, bisogna rinunciare a quel“giustificato orgoglio”, magari aggiungendo,in piccolo € sottoil nomeAlthoff-Orfei, la seguente dicitura:
“presentato da Miranda o Daniele Orfei”.
Detto questo aggiungo un’ultima considerazione: midispiace che Daniele, forse per non rifare i manifesti, continui a commettere questo errore. Anche se
“errare umanum est, perseverare...?
Mi auguro che alritorno dalla Polonia l’azzeccato connubio si annunci solo come Althoff. Oltre tutto sapremo sela mia osservazioneera sbagliata 0 giusta.