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Scafati. La Dia indaga sul centro disabili Raggio di Sole

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Academic year: 2022

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Scafati. La Dia indaga sul centro disabili “Raggio di Sole”

Di Adriano Falanga

Centro disabili “Raggio di Sole”, nel mentre i ragazzi sono a casa dallo scorso luglio, la Dia torna a Palazzo Mayer per acquisire gli atti sulle precedenti gare per la gestione del centro. L’attenzione degli inquirenti punta a capire se la precedente cooperativa che ha gestito il centro, sia stata in qualche modo favorita dalla precedente amministrazione, sciolta il 27 gennaio per infiltrazioni criminali. Il centro, ospitato da qualche anno presso i locali del centro sociale San Pietro, è stato gestito da aprile e luglio dalla p a r r o c c h i a S a n t a M a r i a D e l l e V e r g i n i , g r a z i e a l l a disponibilità del parroco Don Giovanni De Riggi. Una gestione voluta direttamente dalla commissione straordinaria, nelle more dell’espletamento della nuova gara d’appalto. Un bando che dovrebbe essere seguito dalla Stazione Unica Appaltante della Campania, Molise, Puglia e Basilicata. Una decisione presa a seguito delle forti polemiche sul Piano Di Zona, dopo le pressanti indagini degli uomini dell’antimafia. Attualmente è indagata anche la coordinatrice del Piano D’Ambito, Maddalena Di Somma, tornata al suo posto dopo aver rassegnato le dimissioni, nel corso dell’ultima riunione dei soci del Piano (i comuni di Scafati capofila, Corbara, Angri e Sant’Egidio Monte Albino) per il superamento delle attuali difficoltà di gestione (e perché il bando per la sua sostituzione è andato deserto). Lo schema di convenzione tra l’Ambito e il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Campania, Molise, Puglia e Basilicata, finalizzata all’affidamento in qualità di SUA è stato approvato già ad aprile, ma la gara non è ancora partita. Fino a ieri pomeriggio è stata considerata la possibilità di nuova

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proroga per la parrocchia guidata da Don De Riggi, ma il diniego degli altri comuni del Piano ha fatto sfumare l’ipotesi. Il 31 agosto i comuni convenzionati hanno dato mandato alla dottoressa Di Somma di sbloccare nuove assunzioni, ritenute necessarie per il corretto funzionamento della struttura. Nel dettaglio, bisogna individuare un esperto di gare e contratti, due amministrativi, due psicologi e almeno un sociologo e un informatico. La Di Somma usufruirà delle graduatorie in essere da precedente concorso, mentre per le figure non previste si farà ricorso ad agenzie interinali.

Quanto disposto è stato votato all’unanimità dei presenti, Scafati compresa, assente solo il comune di Corbara, nella figura del sindaco Pietro Pentangelo.

Scafati. Disabili, perchè è ancora tutto fermo?

Di Adriano Falanga

<<Perché stiamo ancora così? C’è una struttura al centro sociale di San Pietro chiusa, perché?>>. Monta la protesta di famiglie, operatori (o meglio, oggi sono volontari) e disabili ospiti del centro Raggio di Sole, chiuso dallo scorso Luglio.

Una struttura che offriva ai disabili scafatesi un servizio consolidato, concreto, momenti di aggregazione e svago ma anche socializzazione e apprendimento. Tutto fermo e bloccato a causa della burocrazia istituzionale, che non bada a tempi e disagi. Dopo aver sollecitato un incontro con il sub commissario ordinario Maria De Angelis (oggi nella triade commissariale straordinaria) due settimane fa, famiglie e operatori hanno tenuto prima una conferenza stampa e poi dalle parole ai fatti, si sono portati presso Palazzo Mayer, decisi

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a incontrare i commissari. Chiedono semplicemente risposte certe. A sintetizzare è Ilenia Cardillo, da 15 anni presente e oramai una guida per i circa 30 disabili ospitati al centro.

<<La situazione è diventata pesante da gestire, lo spacchettamento del piano di zona S1 ha portato alla formazione di tre ambiti e la responsabile del nuovo ambito, di cui fa parte Scafati (comune capofila) è attualmente la dottoressa Maddalena Di Somma. Anche prima era capitato che scadeva l’affidamento alla cooperativa, ma si prorogava il servizio per non creare disagi – ricorda l’ex coordinatrice – dallo spacchettamento degli ambiti territoriali in poi, non è stato più possibile fare proroghe e quindi bisognerà fare una nuova gara. Ci era stato promesso che entro ottobre si ripartiva. Ci fu un nuovo bando che aveva visto partecipare una sola cooperativa ma giunse una missiva di contestazione da parte della lega delle cooperative e il bando fu ritirato. Da ottobre grazie a Don Peppino i diversamente abili, ex utenti del centro, sono stati ospitati nei locali della chiesa San Francesco, ma ovviamente non offre i servizi di cui hanno bisogno i ragazzi che invece necessitano di altri supporti>>.

Tra gli operatori del centro, c o o r d i n a t o d a a n n i d a l l a dottoressa Ilenia Cardillo, e gli ospiti, si è instaurato un rapporto profondo, di fiducia r e c i p r o c a . R a g i o n p e r c u i nessuno ha sentito bisogno di abbandonarli al loro destino. Ad ottobre 2016, un piccolo gruppo, viene accolto da Don Giuseppe De Luca, Parroco della Chiesa di San Francesco di Paola, solo al mattino, per poche ore, seguiti dai professionisti che in questi anni hanno seguito i ragazzi, e che ora svolgono puro volontariato. La struttura è fredda, umida, e non può accogliere i ragazzi più gravi e i carrozzati, una soluzione temporanea quindi. Allo stato di fatto, il nuovo Piano di Zona sta riorganizzando la struttura,

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assumendo il personale e rivedendo i regolamenti dei servizi offerti, in virtù della nuova convenzione stipulata con i comuni associati: Sant’Egidio Monte Albino, Corbara, Angri e naturalmente Scafati che è capofila. Occorrerà quindi bandire nuova gara d’appalto. Naturalmente la situazione di instabilità politica e amministrativa del Comune di Scafati non migliora la situazione, considerato che l’ente è il capofila. Una delegazione del centro disabili ha raggiunto nella tardi mattinata la casa comunale, intenzionata a parlare con i commissari straordinari. Sono stati però fermati dal drappello dei Vigili Urbani, e invitati a desistere in quanto il giovedì l’Ente è chiuso al pubblico. I commissari, presenti nello stabile, hanno fatto poi sapere di essere disposti ad incontrarli questa mattina. Una decisione pare però no presa subito, perché all’udire i cori di protesta la triade commissariale era intenzionata a chiamare le forze dell’ordine. A “mediare” sono stati i caschi bianchi che conoscono bene i protagonisti della triste storia. Più che la burocrazia la sensazione è che il centro sia oggi ancora chiuso a causa del terremoto che si abbattuto sulle Istituzioni locali. Tutto è infatti sospeso e congelato, perché la gestione straordinaria, diversamente da quella ordinaria, ha il compito certamente di traghettare l’Ente, ma ripristinando legalità, regole e regolamenti. Bisogna azzerare quindi, e che ci vadano di mezzo anche i diversamente abili poco importa in questo momento.

Scafati. Il “Raggio di Sole”

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scrive alla De Angelis:

“Attendiamo risposte sulla riapertura del centro”

Di Adriano Falanga

Centro disabili “Raggio di Sole”, ancora un appello dalle famiglie ed operatori della struttura, chiusa dallo scorso luglio. Una situazione di stallo generata da burocrazia e superficialità istituzionale, che ha lasciato senza sostegno una trentina di disabili ospitati nel nuovo centro sociale San Pietro. Famiglie e operatori hanno deciso di scrivere alla vice prefetto Maria De Angelis per chiedere un incontro e riuscire ad avere risposte concrete. “Noi familiari con i ragazzi attendiamo la riapertura del Centro, e la ripresa delle attività. Purtroppo lo spacchettamento da parte della Regione nel marzo 2016 (del vecchio Piano di Zona, ndr) ha impedito che allo scadere del contratto con la cooperativa Emora O.n.l.u.s, aggiudicataria del servizio, ci potesse essere una proroga, facendo così cessare le attività, per circa 32 utenti con disabilità. Da allora non abbiamo avuto alcuna risposta dagli organi interessati – si legge nella nota – Solo a settembre 2016, la Scafati Solidale bandisce una manifestazione di interesse, per la gestione del Centro Diurno, tale bando poi viene ritirato a causa di una lettera di contestazione (box sotto, ndr) Ciò ha fatto sì che i tempi per la riapertura si allungassero ancor di più”. Tra gli operatori del centro, coordinato da anni dalla dottoressa Ilenia Cardillo, e gli ospiti, si è instaurato un rapporto profondo, di fiducia reciproca. Ragion per cui nessuno ha sentito bisogno di abbandonarli al loro destino. “Ad ottobre 2016, un piccolo gruppo, viene accolto da Don Giuseppe De Luca, Parroco della Chiesa di San Francesco di Paola, solo al mattino, per poche ore, seguiti dai professionisti che in questi anni hanno seguito i nostri ragazzi, e che ora svolgono

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puro volontariato. La struttura è fredda, umida, e non può accogliere i ragazzi più gravi e i carrozzati – prosegue la nota, indirizzata anche alla coordinatrice del nuovo Piano di Zona, dottoressa Maddalena Di Somma – sottolineando la situazione di grave disagio, vissuta dai nostri ragazzi, e la totale mancanza di volontà da parte dei Responsabili, di far partire quanto prima il servizio, bandendo la gara d’appalto, visto che i fondi sono stati stanziati, e farci sapere che fine ha fatto il parere legale della manifestazione d’interesse, con fondi comunali, per far partire le attività nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2016”. Allo stato di fatto, il nuovo Piano di Zona sta riorganizzando la struttura, assumendo il personale e rivedendo i regolamenti dei servizi offerti, in virtù della nuova convenzione stipulata con i comuni associati: Sant’Egidio Monte Albino, Corbara, Angri e naturalmente Scafati che è capofila. Occorrerà quindi bandire nuova gara d’appalto. Naturalmente la situazione di instabilità politica e amministrativa del Comune di Scafati non migliora la situazione, considerato che l’ente è il capofila. Un’altra risposta che la triade commissariale è chiamata a dare, si spera con priorità assoluta.

IL BANDO ANNULLATO PER IRREGOLARITA’

Per tamponare il problema, in attesa della ridefinizione del nuovo Piano di Zona, il Comune di Scafati aveva pensato, nel settembre scorso, di bandire una manifestazione di interesse per la gestione del centro disabili trimestrale, attingendo a fondi comunali. La giunta aveva anche dato l’ok per la variazione in bilancio. La cifra necessaria era stata prelevata dal capitolo di spesa dedicata al Nucleo di Valutazione. Secondo la Lega Cooperative Sociali Campania, il bando non sarebbe stato conforme alle normative che disciplinano il settore del

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v o l o n t a r i a t o . I n p a r o l e p o v e r e , i l b a n d o c h i a m a v a

“ v o l o n t a r i a t o ” c i ò c h e i n r e a l t à è u n s e r v i z i o d i esternalizzazione, con tanto di compensi mascherati come rimborsi e contributi. Il sindacato protesta formalmente, il Comune di Scafati recepisce e fa un passo indietro, revocando il bando in regime di autotutela. Un meccanismo che avrebbe di fatto penalizzato le cooperative sociali, a favore, denunciava il responsabile della Lega Luca Sorrentino, di chissà quale associazione di volontariato. Alla manifestazione di interesse partecipò una sola associazione di volontariato, la CDA Coordinamento Disabili dell’Agro, risultata idonea a gestire il servizio. L’associazione è parte della cooperativa sociale Emora onlus, già gestore del centro da anni. “L’attività prestata dai volontari deve essere a titolo gratuito, fatto salvo, il rimborso delle spese sostenute e debitamente documentate. Il rimborso, da disciplinare con apposita convenzione, sarà contenuto nel limite massimo di euro 5 mila mensili, anche se le associazioni dovessero garantire un numero di volontari superiore a quello richiesto” si leggeva nel bando. “L’associazione dovrà possedere dimostrata esperienza nel supporto alla gestione di centri per disabili e le dovranno garantire la presenza di almeno quattro volontari O.S.A ogni giorno, idonei allo svolgimento delle attività del presente avviso e di un Coordinatore, in possesso di laurea idonea” i requisiti. Secondo il responsabile della Lega Luca Sorrentino, le figure professionali richieste e gli orari di servizio da coprire erano paragonabili invece ad un rapporto di tipo lavorativo, più che volontario. “Inoltre, la figura di un coordinatore laureato (anch’essa però volontaria) lascia supporre una sorta di subordinazione all’operato dei volontari” denuncia Sorrentino. E dietro questi rimborsi si celerebbe in realtà la misera retribuzione che percepiscono, al nero, gli operatori sociali mascherati da volontari. Un sistema che giova alle associazioni, gestite con criteri fiscali diverse dalle cooperative sociali. La vicenda fu segnalata anche all’Anac.

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