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RELAZIONE NATURALISTICA (AGRONOMICA e FORESTALE)

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Academic year: 2022

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RELAZIONE NATURALISTICA

(AGRONOMICA e FORESTALE) CONSULENZA AL PROGETTISTA ING. A. BIANCO A.U. “ARCHING STUDIO s.r.l.” DELLE OPERE AD OGGETTO:

“INTERVENTO DI RIQUALIFICAZIONE URBANA SOSTENIBILE DELL’AREA COMUNALE DI CORSO ITALIA E GESTIONE ECONOMICO FUNZIONALE” IN ORDINE ALL’IPOTESI DI MESSA A DIMORA DI ESSENZE ARBOREE ED ARBUSTIVE

1.1 Premessa

Il giorno 30 gennaio 2020, il sottoscritto Dott. Forestale Angelo MOTTA, nato a Castrovillari (Cs) il 11.06.1976 e residente a Lagonegro (Pz) in Via Piano dei Lippi n. 3, regolarmente iscritto all’Albo dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Potenza al n. 545, ha ricevuto l’incarico professionale da parte dell’Ing. Andrea Bianco, nella qualità di Amministratore Unico di

“Arching Studio s.r.l.”, società di ingegneria con sede in Roma alla via Alberico II, 31, per redigere una Relazione Tecnica naturalistica, con riferimento alle opere in oggetto.

La presente relazione ha come oggetto: -Intervento di riqualificazione urbana sostenibile dell’area comunale di Corso Italia del Comune di Angri (Sa) e gestione economico funzionale- in ordine all’ipotesi di messa a dimora di essenze arboree ed arbustive.

Angri fa parte dell'Agro nocerino sarnese, immediatamente a ridosso dell'area vesuviana, e dei Monti Lattari. E’ al confine con i comuni che fanno parte della Città Metropolitana di Napoli.

Il territorio comunale va dalla base dei monti Lattari al cuore della Valle del Sarno, in una delle zone più fertili d'Italia.

L’area d’interesse è catastalmente individuata al Foglio n.10 e alle P.lle n.395, 396, 307, 398 e 401 del Comune di Angri (Sa), di proprietà dell’Ente medesimo.

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1.2 Inquadramento climatico

Il clima è mite. La vicinanza del mare fa sì che vi sia un clima mediterraneo tipico del meridione italiano. La stagione invernale e quella estiva sono caratterizzate da clima umido e fresco. Spesso si presentano precipitazioni che possono durare fino a qualche settimana, poi le giornate diventano solari.

Il sito è ascrivibile alla fascia fitoclimatica del Lauretum, sottozona calda.

Il Lauretum è la zona fitoclimatica più calda nello schema di classificazione di Mayr-Pavari e prende il nome dal Laurus nobilis (alloro). Il suo areale si estende dalle zone costiere fino ad ambienti collinari con un'altitudine massima che diminuisce all'aumentare della latitudine.

Il Lauretum si estende su quasi il 50% del territorio italiano e, con l'eccezione di alcuni microambienti del Nord Italia, è presente solo nell'Italia peninsulare e insulare. Si suddivide in tre sottozone in base alla piovosità e alta temperatura. Questa zona è suddivisa in tre tipi, corrispondenti a differenti regimi pluviometrici: il 1º tipo con piogge uniformemente distribuite nel corso dell'anno, il 2º tipo con siccità estiva, il 3º tipo senza siccità estiva.

Corrisponde alle aree più calde del territorio nazionale, più frequente nel versante tirrenico rispetto a quello adriatico. Nel versante adriatico non si estende oltre i 42° di latitudine Nord: interessa tutte le zone costiere dal Gargano in giù e si estende più all'interno a bassa quota, comprendendo le principali pianure (Salento, Piana del Metaponto, Piana di Sibari).

Sottozona calda del Lauretum

Nel versante tirrenico della penisola comprende tutte le regioni costiere dalla Calabria fino alla Maremma, inoltrandosi più all'interno in corrispondenza delle pianure del Lazio e della Maremma grossetana. Ricompare poi nella fascia costiera della Riviera di Ponente, tra Albenga e il confine francese.

Nell'Italia insulare interessa tutte le regioni costiere e pianeggianti e i bassi rilievi della Sardegna, estendendosi in genere fino ai 400 metri di altitudine, mentre in Sicilia interessa gran parte del territorio e gli arcipelaghi minori, inoltrandosi fino ai 500 metri di altitudine.

Tutte queste regioni sono interessate da siccità estiva, pertanto la sottozona calda rientra nel Lauretum del 2º tipo. In questa sottozona vegetano tutte le specie termofile e soprattutto termoxerofile, tipiche dell'Oleo-ceratonion e della Macchia mediterranea e, in misura minore, della Foresta mediterranea sempreverde.

Fra le piante arboree questa sottozona ospita le seguenti specie:

Latifoglie: sughera, leccio, carrubo, olivastro.

Conifere: pino domestico, pino d'aleppo, pino marittimo, tutti i cipressi, i ginepri termofili (ginepro coccolone, ginepro rosso, ginepro fenicio).

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In particolari condizioni micro-ambientali, come ad esempio la vicinanza di corsi d'acqua o, in generale, favorevoli condizioni di umidità del suolo, possono vegetare anche il cerro, il pioppo bianco, l'olmo, i frassini (orniello e più sporadicamente il frassino meridionale), l'acero, l'ontano, i salici.

Fra le piante arbustive esiste una notevole varietà comprendendo tutte le specie dell' Oleo- ceratonion e della Macchia mediterranea. Pressoché esclusivi di questa sottozona sono l'oleandro, la palma nana, il cisto marino.

Fra le piante esotiche, alcune anche naturalizzate, vegetano bene gli Eucalyptus, il Fico d'india, diverse palme (palma delle Canarie e palma da datteri), il ricino e diverse specie di agave.

Nelle zone costiere della Sardegna meridionale e in diverse aree della Sicilia, dove il clima può definirsi subtropicale, possono vegetare all'aperto diverse piante prettamente tropicali, come ad esempio il Banano, anche se non riesce a completare il ciclo di fruttificazione, e diverse specie del genere Ficus.

Palme e alberi esotici sono d'altra parte componenti comuni nei parchi, giardini e alberature delle località costiere della Sardegna e della Sicilia. Nella Riviera di Ponente, si ha un grande esempio nei Giardini botanici Hambury, dove sono presenti 6000 specie botaniche di origine prevalentemente tropicale e subtropicale e nei ficus centenari di Sanremo e Bordighera.

1.3 Ipotesi d’intervento

L’intervento consta della messa a dimora di essenze arboree ed arbustive per la realizzazione del Parco urbano in Corso Italia del Comune di Angri (Sa), le cui opere sono in fase di progettazione da parte di Arching Studio srl.. Il Parco sorge in zona urbana, nel cuore della città di Angri, con caratterizzazione urbanistica è costituita da tessuto urbano consolidato.

Nell’area di confine ai margini del Parco, lato Nord, si propone di realizzare una siepe sempreverde composta da un solo filare monospecifico. Le specie suggerite per tale intervento sono le seguenti:

 Thuja “Thuja Plicata Atrovirens” è una conifera molto decorativa. Il suo fogliame è verde più intenso lucido, anche in inverno, le sue ramificazioni più sottili e più dense della specie tipo. La sua base è meno allargata. Può raggiungere un'altezza che va dai 20 ai 25 m. (5 a 6 m. a 10 anni), mentre il diametro va dai 3 ai 4 m.

 Lauro ceraso “Prunus laurocerasus” è un arbusto, o piccolo albero, originario dell’Asia e dell’Europa, molto diffuso nei giardini italiani; appartiene al genere prunus, così come molte piante da frutto molto coltivate.Si tratta di un arbusto vigoroso e resistente, sempreverde, con vegetazione fitta e compatta; le foglie sono ovali, lanceolate, con margine dentato, leggermente coriacee e lucide, di colore verde scuro; in primavera, all’apice dei rami, sbocciano piccoli fiori a stella, di colore bianco, riuniti in pannocchie erette; hanno un

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profumo molto intenso, che può risultare sgradevole.Ai fiori seguono piccole bacche nere, simili a olive opache; le bacche e le foglie contengono acido cianidrico, sono quindi decisamente molto tossiche, anche se hanno sapore disgustoso, e quindi non sono per nulla invitanti per gli esseri umani o per gli animali.La vigoria di sviluppo, la vegetazione densa e compatta e lo sviluppo abbastanza rapido ha reso questi arbusti molto diffusi come piante da siepe, soprattutto negli anni passati.

 Alloro “Laurus nobilis” è una pianta aromatica diffusa in natura in tutta l’ara mediterranea, dove anticamente si espandeva in vere e proprie foreste; oggi rimangono segni di questa diffusione della pianta nelle zone meno aride e calde del mediterraneo, dove la macchia mediterranea lascia il posto al Lauretum, una consociazione di piante che necessitano di un poco più di umidità rispetto a mirto, cisto, ginestre. Gli allori sono alberi sempreverdi, che possono raggiungere i dieci metri di altezza, anche se tipicamente tendono a produrre ampie ceppaie, che danno origine ad ampi arbusti, che non superano i 4-6 metri. In Italia sono diffusi in tutte le regioni, in particolare nel centro sud; nelle restanti regioni vengono coltivati in giardino, perché sono molto rustici e d facile coltivazione, ed entrano a far parte del gruppo delle piante aromatiche più utilizzate in cucina, assieme a salvia e rosmarino.

L’alloro produce una vegetazione densa e fitta, ha fusto con corteccia scura, molto ramificato, spesso anche nella parte bassa, a dare origine ad un ampio arbusto tondeggiante, o allungato; il fogliame è sempreverde, di forma ovale, e di colore verde scuro, coriaceo, molto aromatico. Gli allori sono piante dioiche, ovvero i fiori femminili e quelli maschili sono portati da piante diverse; i fiori sono piccoli, portati all’ascella fogliare sul legno dell’anno precedente; negli esemplari di sesso femminile, ai fiori seguono i frutti, piccole bacche che divengono nere a maturazione. Si consiglia la pianta a fiori femminili poiché non produce pollini.

Come per tutte le piante, anche quelle destinate alla formazione delle siepi vanno messe a dimora in autunno oppure a fine inverno-inizio primavera.

È opportuno scegliere piante di media dimensione, alte all’incirca 150-170 centimetri allevate e cresciute in vaso. In tal modo vengono sensibilmente ridotti i rischi di scarso attecchimento, si favorisce un vigoroso sviluppo già a partire dall’anno dell’impianto e si riducono notevolmente i costi di acquisto degli esemplari.

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Tuttavia è anche possibile, con un sensibile aumento dei costi, optare per la scelta di esemplari di ben maggiore dimensione, in grado di fornire subito la schermatura richiesta.

Le piante che vanno costituire una siepe possono essere messe a dimora secondo disegni progettuali diversi: possono pertanto essere disposte in filare unico rettilineo o su più fasce parallele. La scelta dipende dalla funzione: per esempio, più è spessa maggiore sarà la capacità antirumore e antintrusione.

A seconda della specie prescelta, varia la distanza tra esemplare ed esemplare, che deve tener conto del potenziale sviluppo individuale. Considerando la messa a dimora di piante alte circa 150-170 centimetri, valgono, indicativamente, le seguenti distanze tra pianta e pianta sulla fila:

o 150-170 centimetri per la Thuja

o 80-100 centimetri per Alloro e Lauro ceraso.

Nelle aiuole poste all’interno del Parco urbano si propone di porre a dimora essenze arboree di media grandezza ed arbustive ornamentali, anche per consentire un opportuno ombreggiamento delle aree e migliorare sensibilmente le condizioni di permanenza nel parco. Le piante saranno allocate nei vasconi previsti in progetto, colmati di terreno di adeguata composizione granulometrica e chimica.

Ogni vascone ha le dimensioni di massima di circa 10 mq, per una profondità di 1,60/2,00 m. Al fine di consentire l’opportuno drenaggio, i vasconi sono dotati di condotto di scarico per far defluire l’acqua poste sul fondo.

Tra le specie arboree suggerite anche ai fini dell’ombreggiamento si individuano le seguenti:

 Leccio “Quercus Ilex” è una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle querce ed è la più rappresentativa della macchia mediterranea, in questa zona la si può trovare dal livello

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del mare fino ad altezze elevate. Il suo frutto è la ghianda, il legno che si ottiene dal leccio è ottimo per la produzione di manufatti e viene usato anche come legna da ardere di ottima qualità. Quando il leccio viene messo a dimora sarà necessario annaffiarlo ogni 2 o 3 settimane, per procedere alla irrigazione successiva si dovrà verificare che il terreno sia completamente asciutto prima di ribagnarlo, in quanto è una pianta che non ama i ristagni idrici. Durante la crescita il leccio svilupperà delle radici molto forti che gli consentiranno di procurarsi l'idratazione necessaria e lo renderanno molto resistente alla siccità.

 Sughera “Quercus suber” è una quercia sempreverde che raggiunge al massimo 20 m di altezza con un diametro del tronco di 1,5 m. Il tronco che non è quasi mai dritto bensì inclinato, si divide in ramificazioni irregolari che danno origine a una chioma asimmetrica e larga. La corteccia che inizialmente è liscia e grigia si ispessisce in breve formando un ritidoma rugoso, solcato profondamente, che persiste per tutta la vita dell’albero e prende il nome di sughero. E’ chiaro all’esterno e spugnoso e rosato all’interno, e in pochi anni può raggiungere anche 5-7 cm di spessore. I rametti dell’anno sono gracili e tormentosi tanto da apparire grigi. La peluria scompare circa due anni dopo, e nel giro di 5-6 anni comincia a comparire il sughero. Le foglie rimangono sulla pianta per 2-3 anni, anche se in climi freddi o molto secchi avviene la perdita prematura delle foglie detta filloptosi. Sono ovato lanceolate, con il margine intero oppure con 4-7 denti (specialmente in alberi giovani), lunghe 3-7 cm e larghe 1,5-3 cm e coriacee. A seconda dell’età della pianta (o della parte della pianta) cambiano aspetto, aumentando di molto con il tempo la tomentosità sulla pagina inferiore. La fioritura può essere tardo primaverile (tra aprile e maggio) oppure autunnale dopo la fine dell’aridità estiva. I fiori maschili sono riuniti in amenti peduncolati lunghi 4-7 cm, e hanno un perianzio diviso in 5-8 lobi e 5-6 stami. Sono portati all’apice dei rami dell’anno precedente. I fiori femminili a gruppi di 2-5 sono riuniti in spighe erette lunghe 0,5-3 cm e hanno 3 stili. Sono portati dai rami dell’anno. A seconda di quando è avvenuta la fioritura la maturazione dei frutti può avvenire o in autunno dell’a stesso anno (fioritura primaverile) oppure a fine estate dell’anno seguente (fioritura autunnale). La ghianda è lunga 2-3,5 cm con un diametro variabile, da 1,2 a 1,8 cm. La cupola è sub sferica e copre circa metà della ghianda. L’apparato radicale ha il fittone e anche robuste radici laterali. Resiste molto bene agli incendi.

 Carrubo “Ceratonia siliqua” è originaria delle zone del Mediterraneo. Appartiene alla famiglia delle Leguminose, è una pianta longeva che può raggiungere dimensioni massime di circa 15 metri. Il fusto è tozzo, largo ed ha una corteccia liscia, grigia e talvolta è formata da rigonfiamenti. L’estensione della chioma può raggiungere anche 10 metri di diametro ed è formata da fogliame verde scuro e lucido, con un certo spessore che alla vista sembra

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cuoio. Durante la stagione estiva, la Ceratonia siliqua produce delle infiorescenze prevalentemente ermafrodite e rossastre; successivamente, i fiori femmina si trasformano in baccelli verdi che diventano marroni al momento della maturazione. All’interno di ogni baccello si trovano semi commestibili, utilizzati in erboristeria e nell’industria alimentare.

 Salice piangente “Salix babylonica” è un elegante albero che teme però la siccità prolungata;

di conseguenza, soprattutto durante la stagione estiva, le annaffiature devono essere effettuate regolarmente. Nel periodo invernale, invece, ed in particolare se le precipitazioni sono costanti, le irrigazioni possono essere ridotte: è importante che il terreno sia mantenuto sempre leggermente umido, ma al contempo è fondamentale evitare i ristagni d'acqua, che possono determinare marciumi all'apparato delle radici. Per scongiurare un dispendio di risorse idriche, si raccomanda l'irrigazione per aspersione. Questo metodo consente di indirizzare sottili getti d'acqua direttamente alla zona delle radici, evitando così il tronco ed il fogliame, e di annaffiare la pianta con continuità oppure a intermittenza, a seconda della propria preferenza. Il Salix Babilonica è un albero spogliante con origine Asia orientale, predilige esposizioni soleggiate, ha una buona resistenza alle basse temperature e tollera la salinità. Crescita rapida con portamento pendulo e chioma globosa. Raggiunge 10/15 metri in altezza e la chioma si può espandere per 8/10 metri in diametro. Molto utilizzato in parchi e giardini.

 Paulonia “Paulownia tomentosa” è originaria del Giappone e della Cina. Questa pianta è a crescita rapita e può raggiungere dimensioni massime di circa 15/20 metri d’altezza. Ha una corteccia molto liscia e grigia, sopra la quale si sviluppa una larga chioma ricca di ramificazioni. Il fogliame è caratterizzato da grandi foglie verdi scure, dalla forma simile a quella di un cuore. Durante la stagione primaverile si può godere della bellezza delle sue infiorescenze: si tratta di fiori lilla in grado di raggiungere dimensioni massime di circa 6 centimetri; hanno la forma di una tromba e nascono prima delle foglie. Successivi alla fioritura, si formano dei frutti. Si tratta di baccelli legnosi contenenti numerosissimi semini duri e di colore nero.

 Albero di Giuda ”Cercis siliquastrum” piccolo albero o arbusto deciduo,originario dell'Asia Minore, con vistosi fiori rosa-violacei che sbocciano, prima della nascita delle foglie, sui rami più vecchi (spesso i fiori spuntano anche dal tronco) a metà primavera, nei mesi di aprile/maggio, a seconda della quota e dell'esposizione. Presenta delle foglie tonde, cuoriformi o reniformi, verde chiaro, molto ornamentali; ai fiori succedono dei baccelli di semi (legumi), molto numerosi, appiattiti e pendenti, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva.Il tronco è spesso tortuoso e di colore scuro, con screpolature brune, i rami presentano una la corteccia rossastra.

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 Acacia di Persia “Albizia julibrissin” è un albero da giardino ornamentale che può raggiungere i dieci metri di altezza. Il suo tronco è rivestito da una corteccia il cui colore cambia insieme con l'età dell'albero. Si presenta, infatti, grigio verdastra e liscia negli alberi giovani tendendo ad imbrunirsi e a solcarsi negli esemplari più adulti. Le sue ramificazioni, all'apice del tronco, tendono a divaricarsi creando, in tal modo, una chioma a forma di ombrello che sovrasta l'intero corpo dell'albero. Le sue foglie sono bipennate e l'inserzione è generata dalla presenza di un picciolo che parte da rametti lenticellati. Si compongono di un insieme di piccolissime foglioline dal colore verde intenso. I suoi fiori sono sbocciano in inflorescenze dalla forma sferica riunite in un corimbo terminale posto al temine del rametto.

 Clerodendro “Clerodendrum trichotomum” è un arbusto o piccolo albero a foglie caduche originario della Cina e del Giappone, che può raggiungere i 2,5-3 metri di altezza.

Ha portamento eretto, spesso presenta più tronchi molto ramificati, la chioma è tondeggiante, e si sviluppa molto in basso lungo il tronco. Le foglie del clerodendro sono ovali, molto larghe, dentellate e vellutate, di colore verde scuro.

In piena estate, fino all'inizio dell'autunno, questa pianta produce numerosissimi fiorellini bianchi, riuniti in pannocchie, delicatamente profumati; ai fiori appassiti seguono bacche molto decorative, di colore blu-nero, sostenute da un calice rosa intenso; possono rimanere sulla pianta per mesi.

Per la messa a dimora delle precitate piante arboree si consiglia una distanza di sicurezza non inferiore a metri due dal margine pavimentato, onde evitare possibili danni da sollevamento.

Tra le specie arbustive suggerite da inserire nelle aiuole ai fini ornamentali si individuano le seguenti:

 Oleandro “Nerium oleander” pianta legnosa a portamento cespuglioso che può andare dai 2 ai 6 metri di altezza. Il fusto è eretto e ramificato dalla base.Le foglie in condizioni climatiche ideali sono persistenti: semplici, coriacee e lanceolate. La pagina superiore è lucida, quella inferiore, invece, grigia e opaca. I fiori, a imbuto, formano dei corimbi e hanno in genere 5 petali (nella forma semplice) ma esiste anche una forma doppia. I colori vanno dal bianco al carminio passando per il rosa, salmone e giallo. Produce da metà estate dei follicoli marroni, simili a baccelli, di circa 10-15 cm che contengono (a maturazione) dei semi piumosi.

 Corbezzolo “Arbutus unedo” è un elegante arbusto di dimensioni medio grandi, con sviluppo abbastanza disordinato, sempreverde; è molto apprezzato nei giardini grazie al

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fogliame brillante e persistente ed alla corteccia rossastra. Grazie alle sue foglie persistenti, alla piacevole fioritura e agli abbondanti frutti decorativi sta ritornando di moda e non è raro vederlo impiegato anche in piccoli giardini di città come esemplare singolo o per la creazione di siepi rustiche. Grazie ad alcune nuove cultivar dalle dimensioni molto contenute è possibile crescere un esemplare anche in vaso, su balconi e terrazzi.

In Italia, e in tutta l'area del mediterraneo, è diffuso anche in natura, soprattutto nelle aree centrali della penisola, dove spesso forma piccoli boschetti; la fioritura avviene in inverno, e dura alcune settimane: la pianta produce piccoli fiori a campanula, bianchi, riuniti in grandi grappoli. Ai fiori seguono i frutti che maturano in autunno; si tratta di bacche simili a grosse fragole sferiche, dal sapore leggermente dolce.

Per tutte le piante suggerite si raccomanda, al momento della messa a dimora, di utilizzare adeguati sistemi di sostegno proporzionati alla dimensione delle essenze arboree scelte.

In ordine, infine, all’ORTO DIDATTICO, previsto in sommità della LUDOTECA, si ritiene di consigliare altra localizzazione, in considerazione dell’ampia superficie a verde che si è resa necessaria per il soddisfacimento dei parametri relativi ai C.A.M..

In luogo della localizzazione sul terrazzo della Ludoteca, alla luce di quanto innanzi, si ritiene di indicare la localizzazione della “funzione”, nell’ambito delle aree del parco, in uno degli spazi già trattati a verde, a più diretto contatto con gli utenti. Un accesso più diretto allo spazio funzionale

“orto”, nei pressi delle Aree di svago per i bambini, consentirebbe di far partecipare ai visitatori, in particolare ai più piccoli cui la funzione è destinata, con maggiore immediatezza.

I prodotti ed i cicli produttivi che si consigliano, sono gli ortaggi in genere.

Lagonegro (Pz), luglio 2020

Dottore Forestale Ambientale

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Dr. Angelo MOTTA

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ALLEGATI FOTOGRAFICI DELLE SPECIE PROPOSTE

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Thuja

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Lauro ceraso

Alloro

Leccio

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Sughera

Salice piangente

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Paulonia

Albero di Giuda

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Albizia

Clerodendro

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Oleandro

Corbezzolo

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