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U …gli altri circhi (immaginari e no)

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Academic year: 2022

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33 na volta conquistata Roma

nel 549 d.C., per volontà del re ostrogoto Totila, fu orga- nizzato l’ultimo spettacolo del Circo romano la cui abolizione da tempo veniva richiesta dalla Chiesa e per arrivare al circo attual- mente conosciuto bisognerà aspetta- re sino al 1770 quando un certo Philip Astley presentò al pubblico inglese uno spettacolo composto da numeri di cavallerizzi, funamboli e animali ammaestrati a cui in seguito si sarebbero aggiunte le esibizioni di clown.

Quello dell’impiego di animali ammaestrati, esotici e no, negli spettacoli circensi, assieme a quello della loro detenzione nei giardini zoologici, è di certo uno degli argo- menti di conflitto più acuto tra chi chiede con forza un rinnovato patto di rispetto con gli esseri senzienti

“altri” da noi. In effetti, specie nel circo, la spettacolarizzazione di ani- mali come sottomessi esecutori di

esercizi innaturali non può non cor- rere il rischio di offrire un’idea falsa e distorta della loro reale natura, intelligenza e sensibilità. In effetti troppo spesso si è indotti a conside- rare positivamente un fenomeno in cui l’unico argomento forte è solo l’ossequio al fatto che rappresenta un’antica tradizione. Ma è sempre

più difficile pensare di attribuire un valore cul- turale a tutte quelle manifestazioni che, ancorché di antica tradi- zione, prevedano una ineliminabile quota di sofferenza e costrizione.

Sollevando inevitabili contrapposizioni nel mondo circense siamo in molti a ritenere che “il più bello spettacolo del mondo” tale sarà solo quando avrà saputo rinunciare almeno agli animali impegnati, lonta- ni dai propri habitat, in mirabolanti giravolte o danze mascherate da goffi umani.

In realtà non sono mancate voci fuori dal coro nello stesso mondo circense e grande successo, anche d’opinione, riscuotono dappertutto gli spettacoli funambolici del cana- dese Cirque du soleil che, rinun-

a cura diVitantonio Perrone

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…gli altri circhi (immaginari e no)

Parliamo anche di...

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34 ciando all’impiego esasperato e

innaturale degli animali, ha fatto da capostipite all’ondata francese conosciuta come nouveau cirque.

Ma già dagli anni settanta qualcuno era stato ancora più antesignano nel rivoluzionare lo specifico circense allontanandosi dal gigantismo dei tendoni (e degli elefanti) innestando il circo nel teatro trasportandovi l’arte di giocolieri e acrobati e tra- sformandola in illusionismo da esi- bire sul palcoscenico assieme a qualche anatra starnazzante che accompagna la musica fuori scena e conigli che ironicamente “non”

escono dal cilindro.

Il geniale precursore è l’attore di teatro Jean-Baptiste Thierrée che dal 1968 si dedica alla rivisitazione del circo a cui di lì a poco si affianche-

rà Victoria Chaplin. Viene ideato e messo in scena lo spettacolo Cirque Bonijour, che poi diventerà Le Cirque imaginaire e finalmente Le Cirque invisible, che in tutti questi anni pur restando sostanzialmente identico viene sempre innovato da piccole limature e attualizzazioni in omaggio ai Paesi in cui viene rap- presentato.

Gli animali quindi ci sono, ma solo per accompagnare il gesto funambo- lico di Jean-Baptiste o meglio anco- ra rappresentati simbolicamente nelle acrobatiche contorsioni di Victoria Chaplin una volta farfalla o ippogrifo o ancora immaginario ani- male marino, che grazie a giochi di costumi affascinanti e stranianti, assume mille aspetti ora commoven- ti ora inquietanti.

Animali immaginari o ancora ironi- camente contumaci come nel nume- ro in cui il prestigiatore Thierrée preannunciata al pubblico l’immi- nente e magica comparsa di un cane al momento del disvelamento per eccesso di magia non c’è traccia del cane ma, ben evidenti a tutti, sono rimasti i suoi “fumanti” bisogni.

Ho avuto la ventura di conoscerli quando anni fa durante una tournée in un teatro di Roma alcuni conigli ebbero bisogno di qualche cura e ho così potuto apprezzare di persona la leggerezza e profondità che perva- deva il palcoscenico anche se anco- ra privo di spettatori e questo reste- rà uno dei ricordi più belli della mia attività professionale e questo pic- colo scritto vuole essere un omaggio alla loro arte.

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l cambiamento climatico del nostro pianeta, ancorché messo in dubbio ancora da molti, continua ad accu- mulare prove ed evidenze del suo effettivo verificarsi e i veterinari sono sicuramente tra quelli che più e meglio di altri possono cogliere que- sti segni. Quindi a fianco di volumi- nosi rapporti internazionali che però

lasciano spazio a contro-teorie altrettanto voluminose tra addetti ai lavori di certo un grosso significato hanno quei lavori che testimoniano direttamente e con dati tangibili questi cambiamenti: a questa cate- goria di certo appartiene il testo che il collega Aniello Amato ha pubblica- to col contributo dell’Ordine dei Medici Veterinari di Salerno e in cui vengono elencate, con accuratezza di descrizione sistematica e di ripro- duzione fotografica, ben quaranta- sette specie ittiche “aliene” che a partire dal 2004 sono state reperite

durante le attività di pesca nel Golfo di Salerno.

La maggior parte di tali pesci è stata reperita nel quotidiano lavoro di controllo presso il Mercato Ittico all’Ingrosso di Salerno, ma anche su segnalazione di altri veterinari e pescatori comportando la conferma che anche in quel particolare ecosi- stema marino si sta verificando quel- la tropicalizzazione che interessa tutto il Mediterraneo e che permette a specie marine esotiche (circa 250) introdottesi attraverso lo Stretto di Gibilterra o il Canale di Suez di tro- vare le condizioni adatte per la loro permanenza e adattamento.

Il valore del testo, oltre quello scien- tifico, è dovuto anche al fatto che risulta uno strumento utile a tutti, addetti ai lavori e consumatori, anche per gestire la risorsa mare aumentando e attualizzando le conoscenze per i primi e contribuen- do ad assicurare quella sicurezza ali- mentare per i secondi visto che non sono mancate le segnalazioni e i rin- venimenti di pesci velenosi come il pesce luna e il capolepre di cui è vie- tata la commercializzazione per pre- venire l’assunzione della tetraondo- tossina.

Specie marine inconsuete nel Golfo di Salerno

Aniello Amato

Ordine dei Medici Veterinari di Salerno 176 pagine

Brossura 230x170 mm

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