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Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010 (VQR 2004-2010)

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Valutazione della Qualità della Ricerca 2004-2010 (VQR 2004-2010)

Rapporto finale ANVUR

Parte Terza: I confronti internazionali nelle Aree bibliometriche

30 Giugno 2013

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2

Sommario

1. INTRODUZIONE E PRINCIPALI RISULTATI ... 4

1.1INTRODUZIONE ... 4

1.2I RISULTATI PRINCIPALI ... 4

1.2.1 Gli input ... 4

1.2.2 Output e impatto dell’attività di ricerca ... 5

1.2.3 La collaborazione scientifica ... 5

1.2.4 La produttività degli input ... 6

1.2.5 L’eccellenza scientifica ... 6

2 GLI INDICATORI ... 7

2.1LE AREE VQR ... 8

2.2GLI INDICATORI DELLATTIVITÀ DI RICERCA ... 9

2.3INDICATORI DI INPUT:RICERCATORI E SPESA IN RICERCA E SVILUPPO ... 12

2.3.1 Descrizione degli indicatori e principali risultati ... 12

2.3.2 I ricercatori ... 14

2.3.3 La spesa in ricerca e sviluppo ... 18

3. L’ATTIVITÀ DI RICERCA SCIENTIFICA ... 21

3.1I RISULTATI PRINCIPALI ... 21

3.2L’EVOLUZIONE DEL QUADRO INTERNAZIONALE ... 22

3.3LA SPECIALIZZAZIONE SCIENTIFICA ITALIANA ... 27

4. L’IMPATTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA ... 30

4.1I RISULTATI PRINCIPALI ... 30

4.2L’EVOLUZIONE DEL QUADRO INTERNAZIONALE ... 31

4.2.1. Impatto assoluto e impatto relativo ... 35

4.2.2. Citazioni effettive su citazioni attese ... 37

4.2.3. Indicatore aggregato di performance ... 40

4.3L’IMPATTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA NELLE AREE VQR ... 41

4.3.1. Indicatore d’impatto relativo dell’Area nazionale rispetto all’Area mondiale ... 41

4.3.2. Indicatore di citazioni effettive ricevute rispetto a quelle attese per Area VQR ... 43

5. L’ATTIVITÀ DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA ... 52

5.1I RISULTATI PRINCIPALI ... 52

5.2L’EVOLUZIONE DELLA COLLABORAZIONE SCIENTIFICA IN ITALIA E NEL CONTESTO INTERNAZIONALE ... 52

4.2LA COLLABORAZIONE SCIENTIFICA NELLE AREE VQR ... 55

(3)

3

6. LA PRODUTTIVITÀ SCIENTIFICA ... 57

6.1I RISULTATI PRINCIPALI ... 57

6.2NUMERO DI PUBBLICAZIONI PER UNITÀ SPESA E PER RICERCATORE ... 58

6.3CITAZIONI PER UNITÀ SPESA E PER RICERCATORE ... 60

7. L’ECCELLENZA DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA INTERNAZIONALE ... 62

7.1I RISULTATI PRINCIPALI ... 62

7.2LA POSIZIONE ITALIANA NEL CONFRONTO INTERNAZIONALE ... 63

7.3L’ECCELLENZA SCIENTIFICA NELLE AREE VQR ... 67

8. CONCLUSIONI ... 82

APPENDICE ... 84

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4

1. Introduzione e principali risultati

1.1 Introduzione

IL DM che istituisce la VQR 2004-2010 prevede che, al fine di verificare il posizionamento del paese nel contesto internazionale, l’ANVUR sviluppi all’interno del Rapporto Finale VQR un confronto internazionale della posizione relativa della ricerca italiana, realizzata utilizzando i principali indicatori bibliometrici disponibili. Le analisi che seguono sono basate sui dati contenuti nelle banche dati ISI Web of Science e Scopus; i dati relativi a pubblicazioni e citazioni sono anche combinati con quelli sui principali fattori di input per la produzione scientifica (numero di ricercatori e spesa in ricerca e sviluppo), di fonte OCSE, allo scopo di calcolare indicatori di produttività dell’attività di ricerca. Ove possibile, si sono considerate informazioni riferite al periodo 1981-2010; particolare attenzione è stata dedicata al periodo 2004-2010 oggetto della Valutazione della Qualità della Ricerca dell’ANVUR. Le informazioni contenute nelle principali banche date bibliometriche internazionali sono state opportunamente riclassificate al fine di ottenere informazioni coerenti con la classificazione ufficiale italiana delle Aree CUN utilizzate per la VQR. L’analisi si concentrerà in particolare sulle aree scientifiche 1- 9, con l’aggiunta dell’Area 13 e di parte dell’Area 11, per le quali è usuale il ricorso a indicatori di tipo bibliometrico. L’analisi presentata in seguito è da considerarsi come una esplorazione preliminare dei dati disponibili; l’ANVUR ha intenzione di approfondire ulteriormente l’analisi in occasione del prossimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario e della Ricerca.

Nel seguito, la Sezione 2 descrive nel dettaglio la procedura di costruzione dei dati per le Aree VQR e presenta i principali indicatori che saranno utilizzati nell’analisi. La Sezione 3 analizza il posizionamento internazionale della ricerca italiana in termini di produzione scientifica, mentre la Sezione 4 è dedicata allo studio dell’impatto dell’attività di ricerca. La Sezione 5 è focalizzata sugli indicatori di collaborazione scientifica, nazionale e internazionale, mentre la Sezione 6 studia i dati relativi alla produttività scientifica, sia rispetto agli indicatori di produzione che a quelli d’impatto dell’attività di ricerca. Infine, la Sezione 7 analizza la collocazione della produzione scientifica italiana nell’ambito internazionale in termini di eccellenza.

1.2 I risultati principali 1.2.1 Gli input

In Italia, nel periodo della VQR la dinamica dei principali input per l’attività di ricerca (numero di ricercatori e spesa in ricerca e sviluppo) è modesta, anche se in linea con gli andamenti

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5 riscontrati nei principali paesi industrializzati. Sia la quota di ricercatori rispetto alle forze di lavoro, sia quella di spesa rispetto al PIL, o espressa in termini pro-capite, si attestano però su livelli tra i più bassi di quelli dei paesi europei e mondiali considerati nell’analisi. In termini di composizione della spesa e del numero di ricercatori, la quota italiana è più bassa sia guardando ai dati riferiti al settore privato che a quelli per il settore pubblico; tuttavia, il divario con i principali paesi industriali è particolarmente marcato soprattutto considerando gli aggregati riferiti al settore privato. A ciò corrisponde un ruolo inferiore rispetto agli altri principali paesi del settore privato anche dal lato delle fonti di finanziamento della spesa.

1.2.2 Output e impatto dell’attività di ricerca

Nel settennio della VQR le pubblicazioni italiane sono cresciute più velocemente della media europea e OCSE e appena al di sotto della media mondiale. In Europa, tra i paesi considerati nell’analisi quelli leader in questo campo sono l’Olanda e la Spagna, con l’Italia che segue . La quota di pubblicazioni italiane registra un una progressiva tendenza all’aumento tra gli anni ’80 e il periodo più recente; la specializzazione scientifica italiana ha aumentato la sua focalizzazione soprattutto nelle aree dell’Ingegneria industriale e dell’informazione, delle Scienze matematiche e informatiche, delle Scienze della terra e delle Scienze agrarie e veterinarie; un calo relativo delle quote si è registrato invece soprattutto nelle Scienze fisiche, Scienze chimiche, Scienze biologiche e Scienze mediche. Nel confronto con la media mondiale, l’Italia risulta relativamente più specializzata nelle Scienze matematiche e informatiche, nelle Scienze fisiche, Scienze della terra e Scienze mediche. Sempre considerando il periodo della VQR, in termini d’impatto la ricerca italiana è superiore alla media mondiale e dei paesi OCSE e in linea con la media europea. L’impatto della ricerca italiana è mediamente superiore rispetto a quello della Spagna, in linea con la Francia ma inferiore a Germania, Olanda, Regno Unito e Svezia. A livello di singola Area, i risultati migliori sono ottenuti dalle Scienze mediche e dalla Psicologia, seguite dalle Scienze fisiche, Architettura e ingegneria civile, e via via tutte le altre aree; a chiudere la graduatoria ci sono le Scienze economiche e statistiche, per le quali gli indicatori disponibili collocano l’Italia al di sotto della media europea, OCSE e mondiale.

1.2.3 La collaborazione scientifica

La quota di ricerca italiana svolta in collaborazione è maggiore della media mondiale ed europea:

sono superiori il numero per documento sia degli autori, sia delle istituzioni sia dei paesi;

coerentemente, le quote di prodotti con una sola istituzione e un solo autore sono inferiori alla media mondiale. A essere particolamente intensa è la collaborazione internazionale, che è in Italia superiore in termini di quote di pubblicazioni coautorate rispetto alla media mondiale;

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6 tuttavia, in Europa secondo questo specifico indicatore sopravanziamo solo la Spagna, risultando in ritardo rispetto a tutti gli altri principali paesi, sia di piccole (Svizzera) sia di medie (Svezia, Olanda), sia di grandi dimensioni (Francia, Germania, Regno Unito). La quota di ricerca svolta in collaborazione con coautori nazionali è invece più bassa della media mondiale. L’Italia è inoltre in ritardo rispetto ai principali paesi industriali in termini di collaborazioni tra Università ed Enti di Ricerca da una lato e imprese private dall’altro: secondo questo indicatore, il nostro paese è in linea con la media mondiale ma è indietro rispetto sia alla media europea sia a quella dei paesi industriali; tra i principali paesi europei, una quota più bassa la registra solo la Spagna mentre in tutti gli altri paesi qui considerati le pubblicazioni in collaborazione con il settore privato hanno un’importanza maggiore in termini di quota rispetto all’Italia. La quota di pubblicazioni con collaborazioni internazionali è maggiore della media mondiale in tutti i settori;

le collaborazioni extra accademiche sono più frequenti che nella media mondiale nelle Scienze biologiche, Scienze mediche, Ingegneria industriale e dell’informazione, Scienze economiche e statistiche e Psicologia.

1.2.4 La produttività degli input

Nel periodo della VQR l’Italia vede aumentare la produttività dell’attività di ricerca, calcolata considerando al numeratore alternativamente numero di pubblicazioni e numero di citazioni e al denominatore alternativamente spesa e numero di ricercatori. Nell’ultimo anno della VQR la produttività della spesa italiana è nettamente superiore alla media europea e dei paesi industriali.

Risultati analoghi si ottengono anche considerando al denominatore i ricercatori anziché la spesa.

Nel confronto con i principali paesi europei, il dato italiano relativo alla spesa è inferiore solo all’Olanda, è in linea con Spagna, Svizzera e Regno Unito e superiore a quello degli altri paesi;

nel rapporto tra pubblicazioni e ricercatori, oltre all’Olanda, ci sopravanza anche la Svizzera.

1.2.5 L’eccellenza scientifica

Se definiamo come eccellenti i prodotti che cadono nel top 10% della distribuzione mondiale in termini di citazioni o Impact Factor, nel periodo della VQR la quota di prodotti italiani che rientrano in questa definizione mostra una chiara tendenza all’aumento, tanto che la presenza di pubblicazioni italiane nella fascia di eccellenza si attesta a fine periodo su livelli superiori a quelli medi mondiali; tale quota è in linea con la media dell’Europa a 15 e leggermente superiore anche alla media dei paesi più industrializzati. La quota di pubblicazioni italiane eccellenti nel 2010 è però inferiore a quella di tutti i principali paesi europei presi in esame, con la sola eccezione della Spagna. La posizione della ricerca italiana in termini di eccellenza è inoltre notevolmente differenziata tra Aree: alcune Aree (Scienze matematiche e informatiche, Scienze

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7 fisiche, Scienze mediche, Architettura e ingegneria civile e Psicologia) mostrano una quota di prodotti eccellenti maggiore sia della media mondiale sia di quella europea e dei paesi industriali. Nell’Ingegneria industriale e dell’informazione la quota di prodotti eccellenti italiani è superiore alla media mondiale ed in linea con quella dei paesi europei ed OCSE. Le Scienze biologiche e le Scienze agrarie e veterinarie hanno una quota di prodotti eccellenti superiore alla media mondiale, ma inferiore rispetto a quella europea e OCSE. Nelle Scienze chimiche e nelle Scienze della terra la quota di prodotti eccellenti è in linea con la media mondiale, ma inferiore a quella europea e OCSE. Infine, nelle Scienze economiche e statistiche la quota di prodotti eccellenti italiani è inferiore sia a quella mondiale sia a quella europea e OCSE.

2. Gli indicatori

L’analisi del posizionamento internazionale dell’attività di ricerca scientifica italiana è basata su informazioni di tipo bibliometrico quali il numero delle pubblicazioni, il loro impatto scientifico in termini di citazioni ricevute e il livello di collaborazione internazionale delle comunità scientifiche, desunte dalle principali banche dati internazionali. L’analisi dei paragrafi seguenti riguarda un sottoinsieme dei paesi disponibili nelle banche dati di riferimento; la scelta dei paesi risponde allo scopo di confrontare la ricerca scientifica italiana con i principali paesi e le principali aree che competono a livello internazionale, avendo cura di salvaguardare un sufficiente livello di sintesi nell’analisi. In particolare, i paesi presi in esame sono, in Europa, la Francia, la Germania, l’Olanda, la Spagna, la Svezia, la Svizzera e il Regno Unito; tra i paesi OCSE, si prenderanno in esame i dati riferiti a Australia, Canada, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti; nel resto del Mondo, saranno considerati il Brasile, la Russia1, l’India e la Cina2. Sono stati inoltre considerati ove disponibili gli aggregati dell’Unione Europea a 15 e a 27 paesi, il totale dei paesi OCSE, il totale riferito ai cosiddetti BRIC3 (Brasile, Russia, India e Cina) e il totale mondiale. Le informazioni di fonte OCSE sugli input all’attività di ricerca sono anch’esse riferite, ove disponibili, ai paesi sopra elencati.

1 Il dato relativo alla Russia è disponibile solo a partire dal 1993.

2 Il dato della Cina preso in considerazione nell’analisi è riferito alla sola Cina continentale (e non comprende Hong Kong e Macao).

3 Il dato relativo ai BRIC è calcolato includendo oltre alla Cina continentale anche Hong Kong e Macao; inoltre, sino al 1992 il dato include quello relativo all’URSS, e dal 1993 quello relativo invece alla Russia.

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8 In via preliminare, è stato necessario riclassificare le informazioni provenienti dalle principali banche dati bibliometriche internazionali secondo la classificazione ufficiale italiana delle Aree scientifiche; in particolare, del complesso di 14 Aree in cui è suddivisa l’Accademia italiana, l’analisi qui effettuata riguarda le Aree bibliometriche 1-9, con l’aggiunta dell’Area 13 e della parte dell’Area 11 di Psicologia che è stata valutata con metodi bibliometrici all’interno della VQR.

2.1 Le Aree VQR

I dati bibliometrici utilizzati sono tratti dalle banche dati ISI Web of Science di Thomson Reuters e Scopus di Elsevier, contenenti rispettivamente circa 12.000 e 19.500 riviste e circa 148.000 Atti di Convegni; tutte le informazioni sono originariamente riferite all’intero spettro della produzione scientifica mondiale, con una prevalenza di disponibilità d’informazione per i settori delle scienze esatte rispetto a quelli delle scienze umane e sociali. In ISI Web of Science, le informazioni sono classificate in 249 categorie scientifico-disciplinari (denominate subject categories), mentre in Scopus l’attività scientifica è classificata in 287 aree scientifiche.

L’obiettivo di ANVUR è quello di presentare un’analisi relativa alle Aree in cui è classificata l’attività di ricerca scientifica italiana; in via preliminare è stata necessaria una mappatura che connettesse le subject categories ISI Web of Science e Scopus alle Aree. A tale scopo, ci si è basati sulle informazioni provenienti dalla VQR per valutare a quale Area fossero riconducibili le informazioni originariamente disponibili a livello di subject categories.

In particolare, per ogni subject category si è calcolata la quota di pubblicazioni che è stata sottoposta alla VQR da ciascun’Area; si è quindi attribuita ogni subject category all’Area che ha sottomesso una quota relativamente maggiore di pubblicazioni in quella specifica Area. Nel caso in cui la quota dell’Area prevalente fosse inferiore al 75%, si è considerata anche l’Area seconda per importanza in termini di quota: se la seconda quota era superiore al 20%, la subject category è stata assegnata anche a una seconda Area. In nessun caso una subject category è stato assegnata a più di due Aree. Nel caso della classificazione di ISI Web of Science è stata considerata anche l’area residua “Multidisciplinare”, che contiene le pubblicazioni in sedi non riconducibili a una o a un numero limitato di subject categories ma che hanno appunto caratteristiche di tipo multidisciplinare. Le tabelle A e B presentate nell’Appendice presentano l’assegnazione delle singole subject category alle rispettive Aree.

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9 2.2 Gli indicatori dell’attività di ricerca

ISI Web of Science e Scopus contengono numerosi indicatori adatti a valutare il posizionamento internazionale dell’attività di ricerca italiana. Gli indicatori disponibili possono essere classificati in quattro ambiti principali:

 Indicatori di produzione scientifica;

 Indicatori d’impatto della produzione scientifica;

 Indicatori di collaborazione scientifica;

 Indicatori di eccellenza della produzione scientifica.

Per ciascun ambito, la Tabella 2.1 elenca gli indicatori che saranno utilizzati, evidenziandone la fonte, il livello di dettaglio disponibile e il fenomeno che sono adatti a misurare. Per quanto riguarda la produzione scientifica, l’indicatore utilizzato è il numero di pubblicazioni, a partire dal quale sono calcolate le quote di produzione mondiale di ciascun paese e di ciascun’Area all’interno dei paesi. Nella banca dati ISI Web of Science il dato è disponibile per il periodo 1981-2012, dettagliato per numero di pubblicazioni prodotte in ciascuna Area. Le pubblicazioni sono classificate in una data subject category, e quindi mappate nelle Aree, sulla base della o delle subject categories associate alla sede di pubblicazione; inoltre, l’associazione al paese avviene sulla base del paese di appartenenza dell’Istituzione di afferenza di ciascun autore della pubblicazione.

In caso di autori multipli provenienti da istituzioni di paesi diversi, la pubblicazione è contabilizzata in ciascun paese (in contrasto con il cosiddetto “conto frazionale”, a volte utilizzato in questo tipo di letteratura, secondo il quale a essere assegnata a ciascun paese è solo la quota frazionale di pubblicazione computata sulla base della quota del paese in termini di numero di autori del paese rispetto al numero di autori complessivi che contribuiscono alla pubblicazione). I metodi di contabilizzazione dei dati sopra descritti implicano che da un lato la somma di pubblicazioni di tutte le Aree in un dato paese sia superiore al numero complessivo di articoli del paese stesso: articoli pubblicati in sedi di pubblicazione catalogate in più di un’Area saranno, infatti, contati tante volte quante sono le Aree a cui la sede di pubblicazione è assegnata.

Analogamente, la somma del dato relativo a ciascun paese tra tutti i paesi non equivale al totale mondiale, ma è maggiore di esso, dato che una pubblicazione è contata tante volte quanti sono i paesi di afferenza delle istituzioni in cui operano gli autori della pubblicazione.

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10 L’informazione sul numero di citazioni ricevute, dettagliata per paese, Area ed anno, è la base da cui sono ricavati i seguenti indicatori d’impatto dell’attività di ricerca scientifica:

 Indicatore d’impatto: rapporto tra citazioni ottenute e numero di pubblicazioni che le citano, disponibile per ogni anno sia a livello aggregato che per ciascuna Area;

 Indicatore d’impatto relativo: rapporto tra l’indicatore d’impatto calcolato per un dato paese e quello calcolato a livello mondiale.;

 Citazioni effettive su citazioni attese: per ogni Area di ciascun paese e per ogni anno, il numero medio di citazioni effettive è calcolato come la media delle citazioni ottenute nell’anno dalle diverse tipologie di pubblicazioni (articoli, rassegne, atti di convegno) in un dato paese e area CUN. Le citazioni attese sono calcolate come il numero medio di citazioni ottenute nell’anno dalle diverse tipologie di pubblicazioni in una data Area a livello mondiale, con riferimento ad una finestra citazionale alternativamente pari a 2 e 5 anni;

 Indicatore Aggregato di Performance (IAP): rapporto tra il totale delle citazioni ottenute da tutti i lavori pubblicati in un paese e la sommatoria delle citazioni attese di ogni Area di quel paese, per ogni anno. E’ calcolato alternativamente per l’intero periodo 1981- 2012 o per gli ultimi 5 e 10 anni (rispettivamente, 2008-2012 e 2003-2012);

 Indicatore d’impatto relativo rispetto all’Area: rapporto tra il numero di citazioni per documento di una certa Area in un paese e il numero di citazioni per documento dell’Area a livello mondiale.

Gli indicatori di collaborazione scientifica si riferiscono al numero medio di autori, di istituzioni e di paesi per articolo (fonte ISI Web of Science) e alle quote di pubblicazioni redatte da un solo autore, da una sola istituzione, da un solo paese, con co-autori nazionali e internazionali e con co-autori non accademici (fonte Scopus). Secondo entrambe le fonti, i dati sono disponibili su base annuale, aggregati per paese e con il dettaglio riferito alle Aree.

Infine, gli indicatori di eccellenza della produzione scientifica sono costituiti dalla quota di pubblicazioni che per ciascun paese ricadono in ciascun percentile della distribuzione mondiale delle pubblicazioni rispetto al numero delle citazioni ed all’Impact Factor della sede di pubblicazione. In particolare, gli indicatori sono disponibili sia con riferimento alle citazioni calcolate su una finestra citazionale di due anni, sia per le citazioni calcolate su una finestra

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11 citazionale di cinque anni; per ciascun paese e per ogni anno si sono quindi calcolate le quote di pubblicazioni che ricadono rispettivamente nel primo, decimo e cinquantesimo percentile; più precisamente, si calcola la quota di ciascun percentile rispetto al totale delle pubblicazioni del paese in ogni dato anno, per l’insieme dei settori e per ciascuna Area. In questo modo l’indicatore non risente di fattori di scala legati alla dimensione relativa dei paesi.

Indicatore Dettaglio disponibile Utilizzo Fonte

Indicatori di produzione scientifica Numero di pubblicazioni Per paese e per Area VQR

Misura il volume di produzione scientifica di un paese in una data Area VQR

ISI Web of Science Indicatori di impatto

Numero di citazioni Per paese e per Area VQR Misura l’impatto assoluto della produzione scientifica

ISI Web of Science

Impatto

Per paese e per area VQR Misura l’impatto della produzione scientifica in termini di citazioni ottenute per ogni pubblicazione effettuata

ISI Web of Science

Impatto relativo rispetto al mondo

Per paese e area VQR Misura l’impatto relativo di un determinato paese o area di ricerca rispetto all’impatto medio mondiale

Citazioni effettive rispetto a citazioni attese, a 2 e 5 anni

Per paese e area VQR Misura l’impatto citazionale relativo di un paese/Area VQR rispetto all’impatto citazionale

ISI Web of Science

(12)

12

medio mondiale del paese/Area VQR Indicatore Aggregato di

Performance

Per paese Misura l’impatto effettivo di un paese rispetto al suo impatto atteso in termini di citazioni.

ISI Web of Science

Impatto relativo rispetto all’AREA VQR mondiale

Per area VQR Misura l’impatto citazionale di un’Area VQR in un paese relativo all’impatto citazionale medio mondiale dell’Area VQR

ISI Web of Science

Indicatori di collaborazione scientifica Numero di autori, di paesi e di

istituzioni per pubblicazione

Per paese e per Area VQR Misura l’entità dello scambio scientifico a livello nazionale ed internazionale

ISI Web of science

Quota pubblicazioni con un solo autore, con co-autori nazionali, esterni all’accademia

Per paese e per Area VQR Misura l’entità dello scambio sceintifico a livello nazionale ed internazionale

Scopus

Indicatori di eccellenza della produzione scientifica Distribuzione percentile delle

pubblicazioni sulla base del numero di citazioni a 2 e 5 anni e dell’Impact Factor

Per paese e per Area VQR Misura la quota di

pubblicazioni di un paese nel percentile prescelto

ISI Web of Science

Tabella 2.1 Gli indicatori di output dell’attività di ricerca

2.3 Indicatori di input: Ricercatori e Spesa in Ricerca e Sviluppo 2.3.1 Descrizione degli indicatori e principali risultati

Il numero di ricercatori e l’ammontare della spesa in ricerca e sviluppo sono due misure di input per la produzione scientifica di un paese. La fonte utilizzata nel seguito per questi indicatori è la pubblicazione Main Science and Technology Indicators dell’OCSE; la Tabella 2.5 presenta nel dettaglio gli indicatori utilizzati e il livello di dettaglio secondo il quale sono disponibili. Il numero di ricercatori considerato è quello espresso in termini di unità a tempo pieno equivalente, disponibile con una disaggregaazione tra settore pubblico (costituito dall’Amministrazione centrale, dal settore dell’Istruzione superiore e dai settori non profit) e settore privato.

I dati relativi alla spesa in ricerca e sviluppo sono espressi in milioni di dollari a prezzi e parità di potere d’acquisto (PPP) costanti, valutati scegliendo il 2005 come anno base. Il dato è disponibile in forma disaggregata sia rispetto al settore di impiego delle risorse sia guardando al settore finanziatore: nel primo caso, si distingue tra spesa del settore pubblico e del settore privato; i possibili settori finanziatori sono il settore estero, il settore privato , il settore pubblico

(13)

13 e il settore “altro”. Nel caso del dato riferito ai ricercatori, si utilizza il dato espresso in termini di quota rispetto al totale delle forze di lavoro; nel caso del dato riferito alla spesa, si guarda invece al dato espresso in percentuale del PIL del paese e in termini pro-capite. Gli indicatori della Tabella 2.2 sono utilizzati nel Sezione 6 in combinazione con gli indicatori della Tabella 2.1 per ottenere indicatori di produttività scientifica comparabili a livello internazionale.

La presenza di un numero di ricercatori adeguato e di elevata qualità è chiaramente un pre- requisito fondamentale per garantire un ruolo rilevante alla ricerca scientifica prodotta da un paese. Dal punto di vista meramente quantitativo, il numero di ricercatori italiani a tempo pieno equivalente era nel 2010 pari a 103.424, in crescita rispetto all’anno iniziale della VQR (72.012);

la crescita italiana risulta nel periodo in linea con quella europea e mondiale. I dati mostrano però che la quota dei ricercatori rispetto alle forze di lavoro è in Italia la più bassa, con la sola eccezione della Cina, tra quella dei principali paesi europei e mondiali considerati nell’analisi.

L’Italia è inoltre caratterizzata da una quota di ricercatori impiegata nel settore privato di molto inferiore a quella degli altri paesi.

Quanto all’input finanziario all’attività di ricerca, la quota di spesa in ricerca e sviluppo rispetto al PIL ha mostrato in Italia nel primo periodo della VQR una modesta tendenza all’aumento, in linea con i dati internazionali; tale tendenza si è però arrestata nel biennio 2008-2010. La quota di spesa in R&S italiana rispetto al PIL si colloca sui livelli più bassi tra quelli di tutti i paesi considerati, con la sola eccezione della Cina. A essere particolarmente bassa nel confronto internazionale è la quota di spesa del settore privato. Quanto ai settori finanziatori, in Italia il ruolo del settore privato è nettamente inferiore rispetto a quanto riscontrato negli altri principali paesi europei e internazionali.

Indicatore Dettaglio disponibile Unità di Misura Fonte

Ricercatori

Per paese, totale e settore pubblico (Amministrazione centrale, Istruzione

superiore e settore no profit)

Unità di tempo pieno equivalente, numeri assoluti e in rapporto al totale delle forze di lavoro

OCSE, Main Science and Technology indicators

Spesa in Ricerca e Sviluppo (settore di impiego)

Per paese, totale e settore pubblico (Amministrazione centrale, Istuzione

superiore e settore no profit)

Milioni di dollari, PPP a prezzi costanti e in rapporto al PIL

OCSE, Main Science and Technology indicators

Spesa in Ricerca e

Sviluppo (settore di origine

Per paese, totale, estero, privato, pubblico, altro

Milioni di dollari, PPP a prezzi costanti e in rapporto

OCSE, Main Science and Technology indicators

(14)

14

dei fondi) al PIL

Tabella 2.2 Iindicatori di input per l’attività di ricerca

2.3.2 I ricercatori

Le Figure 2.1 e 2.2 presentano l’andamento nel tempo rispettivamente del numero di ricercatori totali e della loro quota rispetto alle forze di lavoro, in Italia e in alcuni dei principali paesi presi in esame nel rapporto. Le differenze in valore assoluto risentono chiaramente delle diversità demografiche esistenti tra i paesi; è tuttavia già possibile notare come il numero di ricercatori italiani sia inferiore non solo a quello di paesi di dimensioni molto maggiori, come Cina, Stati Uniti e Giappone, ma anche a paesi confrontabili sotto il profilo demografico come la Francia e il Regno Unito. Tale osservazione è confermata dal grafico relativo alla quota dei ricercatori rispetto alle forze di lavoro: la quota italiana è la più bassa tra tutte quelle dei paesi considerati con l’esclusione della Cina, attestandosi alla fine del periodo (2010) al 4,1 per mille, contro il 7,9 per mille della Germania, l’8,5 per mille della Francia e il 9,9 per mille del paese leader in questo campo tra quelli qui considerati, il Giappone. Guardando in particolare il periodo della VQR, tra il 2004 e il 2010 la quota di ricercatori sulla forza lavoro mostra ovunque una moderata tendenza all’aumento4.

4 Tutti i dati sono calcolati facendo riferimento alla definizione di ricercatore contenuta nel Manuale di Frascati; per la Cina, sino al 2008 i dati erano calcolati con riferimento alla definzione UNESCO che parla di “ricercatori ed ingegneri” e questo spiega il salto di serie a partire dal 2009. Per gli Stati Uniti, i dati sono disponibili solo sino al 2007.

(15)

15

Figura 2.1 Evoluzione del numero di ricercatori a tempo pieno equivalente, Italia e principali paesi, 2000-2010, Fonte:

OCSE, Main Science and Technology Indicators

Figura 2.2 Evoluzione della quota del numero di ricercatori a tempo pieno equivalente per mille unità di forza lavoro, Italia e principali paesi, 2000-2010 – Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

(16)

16 Le Figure 2.3 e 2.4 mostrano come in ciascun paese i ricercatori si distribuiscono tra settore privato, amministrazioni centrali, istituzioni dell’istruzione superiore e altri settori; i dati si riferiscono in questo caso al settennio preso in considerazione per la VQR, ossia al periodo 2004- 2010. Nel periodo considerato, si osserva come in Italia la quota di ricercatori impiegati nel settore privato sia nettamente inferiore rispetto a quella degli altri paesi con la sola eccezione del Regno Unito, che è caratterizzato da una quota preponderante di ricercatori operanti nel settore dell’istuzione superiore; è da notare peraltro come negli ultimi anni il numero dei ricercatori privati del Regno Unito sia calato costantemente, pur attestandosi nella media del periodo 2004- 2010 su livelli in termini assoluti nettamente superiori a quelli italiani (89.466 ricercatori a tempo pieno equivalente, contro i 33.051 italiani).

Nota: Il settore “Altro” è ottenuto come differenza tra il totale e la somma dei settori dell’Amministrazione centrale, Istruzione superiore e settore privato. Negli Stati Uniti, i dati sono disponibili solo per il totale e per il settore privato, e dunque il settore altro comprende tutto quanto non è ricompreso nel settore privato.

Figura 2.3 Ricercatori per settore, Italia e principali paesi, media 2004-2010 (quote percentuali rispetto al totale dei ricercatori), Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

(17)

17 La struttura sopra evidenziata si riflette anche nella composizione della quota di ricercatori rispetto alla forza lavoro, che in Italia è caratterizzata da una presenza modesta del settore privato, che contribuisce solo per l’1,3% alla quota complessiva, rispetto al 4,2% della Germania e al 4,4% della Francia, restringendo il confronto ai principali paesi europei. Anche il contributo del settore dell’Istruzione superiore alla quota complessiva di ricercatori rispetto alle forze di lavoro è inferiore in Italia rispetto agli altri paesi, anche se in questo caso le distanze sono meno significative: sempre limitando il confronto ai principali paesi europei, il contributo dell’istruzione superiore alla quota complessiva del paese è pari all’1,5% in Italia rispetto all’1,8% della Germania, al 2,2% del Giappone, al 2,4% della Francia, molto distante soprattutto dal 4,9% del Regno Unito. Un paese di nuova preminenza nello scenario internazionale della ricerca come la Cina, pur essendo caratterizzato da un numero elevato di ricercatori a ragione della sua struttura demografica, è ancora caratterizzato nel periodo considerato da una quota di ricercatori rispetto alla forza lavoro nettamente inferiore rispetto a quella dei competitor mondiali.

Nota: Il settore “Altro” è ottenuto come differenza tra il totale e la somma dei settori dell’Amministrazione centrale, Istruzione superiore e settore privato. Negli Stati Uniti, i dati sono disponibili solo per il totale e per il settore privato, e dunque il settore altro comprende tutto quanto non è ricompreso nel settore privato.

Figura 2.4 Composizione della quota dei ricercatori per settore rispetto alle forze di lavoro, Italia e principali paesi, media 2004-2010 (valori per migliaia di unità di forza lavoro), Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

(18)

18 2.3.3 La spesa in ricerca e sviluppo

Le Figure 2.5 e 2.6 presentano quindi l’andamento nel tempo della quota di spesa totale in Ricerca e Sviluppo, considerata rispetto al PIL e in termini pro-capite. La quota italiana è sempre la più bassa rispetto a quella dei paesi considerati, con la sola eccezione della Cina che presenta una quota di spesa pro-capite inferiore in tutto il periodo considerato. Rispetto al PIL, la quota italiana tende a stabilizzarsi negli ultimi due anni considerati, dopo un modesto aumento registrato nel periodo 2005-2008. Una tendenza alla diminuzione nel periodo più recente si registra invece in Giappone e negli Stati Uniti. Una tendenza generale alla stabilizzazione della spesa pro-capite si osserva invece nel periodo più recente in tutti i paesi considerati.

Figura 2.5 Spesa totale in R&S in rapporto al PIL, 2000-2010. Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

(19)

19

Figura 2.6 Spesa totale in R&S, dollari pro-capite a parità di potere d’acquisto e prezzi costanti, 2000-2010. Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

La Figura 2.7 presenta quindi la composizione della quota di spesa totale in ricerca e sviluppo rispetto al PIL guardando al settore d’impiego finale della spesa; i dati sono stati calcolati per la media del periodo interessato dalla VQR, il settennio 2004-2010. Il contributo alla quota fornito dal settore dell’istruzione superiore è pari in Italia allo 0,2% del PIL, un numero inferiore ma non troppo distante da quello degli altri principali paesi. A essere particolarmente bassa nel confronto internazionale per il nostro paese è invece la quota di spesa nel settore privato, che ammonta da noi a solo lo 0,6% del PIL nella media del settennio, contro l’1,4 e 1,8% rispettivamente di Francia e Germania e addirittura il 2,5% del Giappone.

(20)

20

Figura 2.7 Composizione della spesa in R&S per settore di impiego in percentuale del PIL, Italia e principali paesi, media 2004-2010. Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

La Figura 2.8 presenta infine le quote di spesa effettuata da ciascun settore finanziatore: fatto 100 il totale della spesa, in Italia a essere particolarmente bassa è la quota di finanziamento proveniente dal settore privato, che è pari a solo il 42,8% della spesa complessiva, contro il 52%

della Francia, il 67% della Germania e il 76,4% del Giappone. La quota di spesa finanziata dal settore pubblico, di riflesso, è invece nel nostro paese più elevata in media rispetto agli altri paesi nel periodo considerato, con la sola eccezione del Regno Unito.

(21)

21

Figura 2.8 Quote della spesa per settore d’impiego in percentuale del PIL, Italia e principali paesi, media 2004-2010.

Fonte: OCSE, Main Science and Technology Indicators

3. L’attività di ricerca scientifica

3.1 I risultati principali

Nel settennio della VQR, il tasso di crescita medio annuo delle pubblicazioni italiane (+4,7%) è superiore alla media europea (+4,1% nell’Europa a 15 paesi) ed OCSE (+3,9%), ma inferiore a quello media mondiale (+5,2%). Nel confronto con i principali paesi europei, le pubblicazioni italiane crescono di più di quelle di Francia (+3,4%), Germania (+3,6%) e Regno Unito (+3,5%), ma meno rapidamente che in Olanda (+5,8%) e Spagna (+7,9%). La quota di pubblicazioni italiane si attesta nel periodo 2001-2010 al 4,4% rispetto al totale mondiale: era il 2,6% nel decennio 1981-1990, ad indicazione di una progressiva tendenza all’aumento della presenza italiana nelle rete internazionale della ricerca. Guardando alle quote di produzione scientifica delle Aree rispetto al totale nazionale del periodo 2001-2010 e confrontandole a quelli dei due decenni precedenti, emerge che nell’ultimo decennio la specializzazione scientifica italiana si è maggiormente focalizzata soprattutto nelle aree dell’Ingegneria industriale e dell’informazione,

(22)

22 delle Scienze matematiche e informatiche, delle Scienze della terra e delle Scienze agrarie e veterinarie; un calo relativo della quota dell’Area rispetto alla produzione itlaiana si è registrato invece soprattutto nelle Scienze fisiche, Scienze chimiche, Scienze biologiche e Scienze mediche; questi ultimi due settori rappresentano ancora comunque da soli oltre il 40% del totale delle pubblicazioni italiane. Nel confronto internazionale, prendendo a riferimento il settennio della VQR, l’Italia risulta relativamente più specializzata rispetto alla media mondiale nelle Scienze matematiche e informatiche, nelle Scienze fisiche, Scienze della terra e Scienze mediche.

3.2 L’evoluzione del quadro internazionale

La Tabella 3.1 presenta l’evoluzione del numero di pubblicazioni nella media dei tre decenni considerati nell’analisi, 1981-1990, 1991-2000 e 2001-2012. La tabella riporta in particolare il numero medio annuo di pubblicazioni per ciascun periodo, assieme alla quota media annua rispetto alle pubblicazioni mondiali e alla crescita media annua del numero di pubblicazioni, per ciascuno dei paesi prescelti per l’analisi. Sono anche riportati i dati relativi agli aggregati dell’Unione Europea a 15 e 27 paesi, all’OCSE, ai BRIC e al totale mondiale.

La quota italiana di pubblicazioni mondiali passa dal 2,6% medio del periodo 1981-1990 al 4,4%

del periodo 2001-2010. Il tasso di crescita medio annuo del numero di pubblicazioni è pari al 6,3% nei decenni 1981-1990 e 1991-2000 e scende al 4,9% nel periodo 2001-2010, per il quale va comunque considerato che il dato, soprattutto per gli anni più recenti, dovrà essere ulteriormente consolidato nelle release successive della banca dati. Nello stesso periodo, in Europa la quota di pubblicazioni di Francia e Germania passa rispettivamente dal 5,4% e 6,8%

del decennio 1981-1990 al 5,8% e 8,1% del periodo 2001-2010; la crescita media annua recente del numero di pubblicazioni in Italia è maggiore di quella di Francia, Germania e della media dei paesi europei, in linea con quella dell’Olanda, e inferiore alla Spagna. Allargando l’orizzonte ai paesi OCSE, la crescita recente registrata in Italia è nettamente superiore a quella di Giappone e Stati Uniti. I paesi più dinamici nella storia recente sono tuttavia la Corea, tra i paesi OCSE, e Brasile, India e Cina tra gli emergenti. La forte crescita registrata in questi paesi negli anni recenti ha portato la quota complessiva dei BRIC al 15,7% del periodo 2001-2010.

(23)

23

Paese/Area 1981-1990 1991-2000 2001-2010

Numero

pubblicazioni Quota mondiale

Crescita media annua

Numero pubblicazioni

Quota mondiale

Crescita media annua

Numero pubblicazioni

Quota mondiale

Crescita media annua

Francia 27839 5,4 3,2 42427 6,2 4,3 55286 5,8 2,7

Germania 35043 6,8 4,8 56578 8,2 4,0 76876 8,1 2,8

Italia 13561 2,6 6,3 26104 3,8 6,3 42444 4,4 4,9

Olanda 9903 1,9 6,7 16926 2,5 4,2 24490 2,5 4,9

Regno Unito 44081 8,6 2,5 61874 9,0 4,1 79190 8,3 2,4

Spagna 6307 1,2 11,0 16782 2,4 9,2 33144 3,4 7,2

Svezia 8885 1,7 4,6 13220 1,9 4,0 17451 1,8 2,7

-- EU 15 124906 24,2 3,9 194772 28,3 4,6 272664 28,5 3,5

-- EU 27 134557 26,1 3,6 210637 30,6 4,8 302729 31,6 3,8

Svizzera 7501 1,5 2,9 11860 1,7 5,3 17766 1,8 4,6

Australia 11662 2,3 2,7 17948 2,6 5,2 29294 3,0 6,3

Canada 24437 4,7 4,5 32560 4,8 1,6 44088 4,6 4,9

Giappone 36020 7,0 5,2 61623 9,0 5,1 76239 8,1 0,1

Corea del Sud 770 0,1 23,1 7029 1,0 23,7 27559 2,8 11,6

Stati Uniti 197479 38,4 2,6 244140 35,8 1,6 294877 30,9 2,7

--- OCSE 366560 71,1 3,2 510645 74,6 3,2 687538 71,9 3,5

Brasile 2680 0,5 6,7 6769 1,0 11,5 20780 2,1 11,5

Russia (*) ND ND ND 26654 1,6 3,8 26041 2,8 -0,1

India 13796 2,7 0,3 15715 2,3 1,8 28635 2,9 9,5

Cina 4254 0,8 18,9 15366 2,2 14,9 80679 8,1 16,6

--- BRIC 58570 11,4 2,7 67743 9,9 2,5 155069 15,7 10,9

---- Mondo 515043 100,0 3,0 684763 100,0 2,8 961015 100,0 4,4

(*) Per la Russia, i dati sono disponibili a partire dal 1993.

Tabella 3.1 La produzione scientifica mondiale nel periodo 1981-2012. Fonte: ISI Web of Science

Guardando più nel dettaglio a quanto accaduto negli anni 2000 (Tabella 3.2 e Figura 3.1), nel periodo oggetto di valutazione per la VQR la quota media annua della produzione scientifica italiana si è attestata al 4,4%, sostanzialmente stabile rispetto alla prima metà del decennio; nello stesso periodo, la crescita media annua è stata pari al 4,7%, un ritmo leggermente superiore a quello registrato nella media dell’UE ma inferiore, per restare all’area europea, alle performance di Spagna (+7,9% medio annuo) e Olanda (+5,8% medio annuo). Più in generale, il periodo in questione è stato caratterizzato da una forte crescita dei paesi emergenti (+12,1%

complessivamente i BRIC), con punte del +16,4% medio annuo in Cina e del +12,8% in Brasile,

(24)

24 e ritmi molto meno sostenuti in Russia (+1,0% medio annuo). Una crescita inferiore a quella italiana è stata registrata in media nei paesi OCSE (+3,9% medio anno nel periodo) e una sostanziale stagnazione della produzione scientifica si è registrata in Giappone (-0,4% medio annuo nel periodo 2004-2010).

Paese/Area 2000-2003 2004-2010 2011-2012

Numero

pubblicazioni Quota mondiale

Crescita media annua

Numero pubblicazioni

Quota mondiale

Crescita media annua

Numero pubblicazioni

Quota mondiale

Crescita media annua

Francia 49281 6,2 0,8 57816 5,6 3,4 65054 5,2 0,7

Germania 68594 8,7 0,9 80301 7,8 3,6 93258 7,5 2,4

Italia 34276 4,3 4,9 45620 4,4 4,7 54152 4,3 2,7

Olanda 19994 2,5 2,9 26326 2,6 5,8 33255 2,7 3,7

Regno Unito 70867 9,0 0,9 82918 8,1 3,5 94662 7,6 1,8

Spagna 24390 3,1 4,7 36615 3,5 7,9 49388 4,0 5,3

Svezia 15699 2,0 1,0 18141 1,8 3,4 21254 1,7 3,7

-- EU 15 233680 29,6 2,1 288614 28,1 4,1 336429 26,9 2,0

-- EU 27 256090 32,4 2,4 321726 31,2 4,5 377668 30,2 1,8

Svizzera 14425 1,8 1,8 19194 1,9 5,8 24292 1,9 4,4

Australia 22487 2,8 3,1 32086 3,1 7,5 44008 3,5 6,3

Canada 34815 4,4 3,1 47924 4,6 5,6 56464 4,5 1,4

Giappone 74793 9,5 1,7 76734 7,5 -0,4 75391 6,0 -0,6

Corea del Sud 17007 2,1 13,7 31616 3,0 10,3 45867 3,7 6,7

Stati Uniti 260723 33,0 1,7 309054 30,1 3,1 344248 27,6 1,0

--- OCSE 588359 74,4 2,5 727703 70,8 3,9 833312 66,7 1,4

Brasile 12375 1,6 8,7 24176 2,3 12,8 34566 2,8 2,6

Russia 26147 3,3 -1,7 26179 2,6 1,0 27470 2,2 -1,9

India 18874 2,4 5,7 32564 3,1 10,5 45861 3,7 3,4

Cina 38062 4,8 19,1 97770 9,3 16,4 169622 13,6 13,4

--- BRIC 94874 12,0 7,7 179455 17,2 12,1 275145 22,0 8,5

---- Mondo 790472 100,0 2,5 1030935 100,0 5,2 1249373 100,0 2,6

Tabella 3.2 La produzione scientifica mondiale nel periodo 2001-2012. Fonte: ISI Web of Science

(25)

25

Figura 3.1 Evoluzione della quota di pubblicazioni, 1981-2012. Fonte: ISI Web of Science

Le Figure 3.2 e E 3.3 mostrano graficamente l’evoluzione delle quote dell’Italia e dei principali paesi e aree mondiali nel decennio 2000-2010. L’analisi mostra chiaramente come il decennio sia stato caratterizzato da un forte guadagno di quote da parte dei paesi emergenti: fatta 1 la quota delle singole aree nell’anno 2000, i BRIC si attestano nel 2012 a 2 (raddoppiano cioè la propria quota in poco più di un decennio), mentre i paesi OCSE e la UE scendono a 0,9; in questo contento, la quota italiana è pressoché stabile nel corso del decennio. Il calo relativo della quota media europea riflette comportamenti nettamente diversi tra paesi. Ponendo nuovamente pari a 1 la quota dei singoli paesi nell’anno 2000, in Europa è possibile distinguere tra 3 principali gruppi di paesi: il primo, composto dalla sola Spagna, guadagna fortemente quote di produzione nel periodo considerato; il secondo, di cui fanno parte Italia, Olanda e Svizzera, mantiene sostanzialmente intatte le proprie quote di produzione; e il terzo, con Francia, Germania, Svezia e Regno Unito, vede invece diminuire la propria quota rispetto alla produzione scientifica mondiale.

(26)

26

Figura 3.2 Evoluzione della quota del numero di pubblicazioni in Italia e nelle principali aree geografiche, 2000=1. Fonte:

ISI Web of Science

Figura 3.3 Evoluzione della quota del numero di pubblicazioni in Europa, 2000=1. Fonte: ISI Web of Science

(27)

27 3.3 La specializzazione scientifica italiana

I dati di ISI Web of Science consentono anche di studiare l’andamento dell’attività di ricerca scientifica per le singole Aree, ricostruite secondo la metodologia descritta nella Sezione 2. La Tabella 3.3 confronta la distribuzione delle quote di produzione di ciascuna Area in Italia, nell’Unione Europea a 15, nell’OCSE e nel Mondo, per la media dei tre decenni 1981-1990, 1991-2000 e 2001-2010; la Tabella 3.4 presenta il dettaglio dell’andamento delle quote per il decennio più recente, distinguendo tra il periodo oggetto della VQR, il quadriennio 2000-2003 e il biennio 2011-2012. Le quote sono calcolate rispetto al totale delle pubblicazioni di un dato paese ottenuto come sommatoria delle pubblicazioni delle 12 aree scientifiche prese in esame;

come specificato nella Sezione 2, per costruzione la sommatoria delle pubblicazioni delle aree scientifiche è maggiore del totale calcolato per il paese analizzato nella Sezione 3.1.

Area Italia EU 15 OCSE Mondo

1981- 1990

1991- 2000

2001- 2010

1981- 1990

1991- 2000

2001- 2010

1981- 1990

1991- 2000

2001- 2010

1981- 1990

1991- 2000

2001- 2010 Scienze matematiche e

informatiche 4,1 5,0 5,9 3,6 4,3 5,3 3,6 4,2 4,8 3,5 4,2 5,0

Scienze fisiche 13,8 14,6 13,4 10,8 11,8 11,1 10,3 10,9 10,3 10,8 11,2 10,7 Scienze chimiche 14,2 12,3 11,6 12,4 12,5 11,5 11,1 11,5 11,3 12,3 12,5 12,9 Scienze della Terra 1,6 2,1 3,1 2,2 2,4 3,0 2,4 2,5 2,8 2,6 2,6 2,7 Scienze biologiche 20,4 18,5 16,9 19,3 18,3 17,2 19,6 18,8 17,8 18,9 18,0 16,7 Scienze mediche 28,7 27,0 25,0 27,7 25,4 23,9 25,2 24,5 23,8 24,0 23,2 21,9 Scienze agrarie e veterinarie 3,2 3,8 4,4 5,7 5,4 5,1 6,1 5,6 5,3 6,2 5,6 5,3 Architettura e ingegneria civile 1,1 1,6 2,3 1,8 2,0 2,6 2,0 2,1 2,5 2,0 2,2 2,7 Ingegneria industriale e

dell'informazione 8,8 11,0 12,4 10,0 11,6 12,9 10,7 12,0 13,2 11,1 12,7 14,3 Scienze economiche e statistiche 1,5 1,6 2,3 2,3 2,5 3,2 3,1 2,9 3,3 2,9 2,9 3,2 Multidisciplinare 0,2 0,1 0,0 0,4 0,1 0,0 0,3 0,1 0,1 0,6 0,2 0,1

Psicologia 2,4 2,5 2,7 3,9 3,7 4,3 5,7 4,9 4,9 5,2 4,6 4,4

Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Tabella 3.3 La specializzazione scientifica italiana in termini di quote di articoli pubblicati a confronto con quella europea e mondiale, 1981-2010 (quota %). Fonte: ISI Web of Science

(28)

28

Area Italia EU 15 OCSE Mondo

2000 - 2003

2004 - 2010

2011 - 2012

2000 - 2003

2004 - 2010

2011 - 2012

2000 - 2003

2004 - 2010

2011 - 2012

2000 - 2003

2004 - 2010

2011 - 2012 Scienze matematiche e informatiche 6,1 5,8 5,2 5,3 5,3 4,8 4,7 4,8 4,3 4,8 5,0 4,5 Scienze fisiche 14,4 13,1 11,5 11,6 10,8 10,1 10,7 10,1 9,5 11,1 10,6 10,0 Scienze chimiche 11,9 11,4 10,4 11,9 11,3 10,7 11,4 11,2 10,9 12,7 12,9 12,9 Scienze della Terra 2,8 3,3 3,5 2,8 3,0 3,1 2,7 2,8 2,8 2,7 2,7 2,7 Scienze biologiche 17,2 16,8 16,9 17,5 17,0 16,9 18,3 17,6 17,4 17,3 16,5 16,4 Scienze mediche 24,9 25,0 25,9 24,2 23,8 23,7 24,0 23,8 24,2 22,5 21,8 21,8 Scienze agrarie e veterinarie 3,9 4,6 4,8 5,2 5,0 4,9 5,4 5,3 5,1 5,3 5,3 5,3 Architettura e ingegneria civile 2,1 2,5 3,0 2,3 2,7 3,2 2,3 2,6 2,9 2,5 2,8 3,1 Ingegneria industriale e

dell'informazione 12,3 12,4 12,5 12,6 13,1 13,3 12,7 13,3 13,3 13,7 14,6 14,8 Economia e statistica 1,8 2,4 3,0 2,7 3,5 4,1 2,9 3,5 3,9 2,9 3,3 3,7 Multidisciplinare 0,0 0,0 0,0 0,1 0,0 0,1 0,1 0,0 0,1 0,1 0,1 0,1

Psicologia 2,4 2,8 3,2 3,9 4,5 5,2 4,6 5,0 5,6 4,4 4,5 4,8

Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100

Tabella 3.4 La specializzazione scientifica italiana in termini di quote di articoli pubblicati a confronto con quella europea e mondiale, 2000-2012 (quota %). Fonte: ISI Web of Science

Dalle tabelle emerge in primo luogo che a livello mondiale i settori leader per produzione scientifica sono le Scienze mediche (con una quota di circa il 22% della produzione nel decennio 2001-2010), seguite dalle Scienze biologiche (16,7%) e dall’Ingegneria industriale e dell’informazione (14,3%). Tra gli anni ’80 e gli anni 2000 aumenta il peso relativo delle Scienze matematiche e informatiche, delle Scienze chimiche, di Architettura e ingegneria civile, Ingegneria industriale e dell’informazione e Scienze economiche e statistiche; diminuisce invece quello delle Scienze biologiche, mediche, agrarie e veterinarie e di Psicologia e rimane pressoché costante quello delle Scienze fisiche e Scienze della terra. La specializzazione italiana è complessivamente piuttosto simile a quella mondiale, anche se emergono alcune importanti differenze, come evidenziato dalle Figura 3.4 e 3.5. La Figura 3.4 mostra in particolare la specializzazione scientifica italiana nel periodo 2004-2010, espressa in termini di quote di ciascun settore rispetto al totale della produzione nazionale: l’Italia è caratterizzata da una quota superiore a quella media mondiale e dei paesi europei ed industriali nelle Scienze mediche e Scienze Fisiche, e inferiore invece, guardando ai settori più rilevanti in termini di quote, nell’Ingegneria industriale e dell’informazione e nelle Scienze chimiche.

(29)

29

Figura 3.4 La specializzazione scientifica italiana in termini di quota di articoli pubblicati, 2004-2010. Fonte: ISI Web of Science

Nella Figura 3.5 sono rappresentate infine le quote della produzione scientifica dell’Italia, dell’Unione Europea a 15 paesi e dell’OCSE in termini relativi rispetto alle quote di produzione mondiale, poste per convenzione pari a 1: valori dell’indicatore superiori a 1 indicano quindi una specializzazione in un dato settore maggiore di quella mondiale, e viceversa. Il grafico è riferito ai valori medi del periodo VQR 2004-2010. Dal grafico emerge che nel periodo considerato l’Italia ha una specializzazione maggiore di quella mondiale nelle Scienze matematiche e informatiche, nelle Scienze fisiche, nelle Scienze della terra e nelle Scienze mediche; in tutti e quattro questi settori la specializzazione italiana è maggiore non solo rispetto alla media mondiale ma anche rispetto a quella europea e OCSE. La quota di produzione scientifica delle Scienze biologiche è del tutto in linea con la media mondiale, mentre nei rimanenti settori le quote di produzione italiana sono inferiori non solo rispetto alla media mondiale ma anche rispetto a quelle dei paesi europei e OCSE.

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